Cari colleghi,
condivido con voi le considerazioni sulle manovre tutte italiane che hanno pilotato la carriera universitaria e la ripartizione dei fondi destinati alla ricerca negli ultimi decenni. Mi stupisce però la scarsa ribellione ai criteri imposti per il finanziamento dell'ultimo PRIN. Come può essere fatta una valutazione corretta, giusta, imparziale, basata su una pregressa produzione scientifica, quando da tanti anni la stessa pregressa produzione scientifica è stata svolta grazie a finanziamenti che sono stati attribuiti attraverso criteri di dubbia trasparenza?
Quest'anno il mio gruppo si è rassegnato a non presentare un progetto: sappiamo per esperienza e calcolo che mai come quest'anno verranno finanziati i soliti gruppi di potere, indipendentemente dal merito del progetto presentato. Purtroppo, analoghi criteri di finanziamento sono da anni adottati anche dai finanziatori privati, che hanno nel loro direttivo gli stessi poteri forti universitari.
Per dare un po' di speranza ai piccoli, che, come asserisce anche Margherita Hack, sono quelli che spesso portano a scoperte innovative, perchè non dare per 3 o 4 anni finanziamenti minimi (10/15.000) a gruppi che, nonostante le ristrettezze economiche, hanno sempre dimostrato di riuscire in qualche modo a pubblicare? I piccoli gruppi non hanno bisogno di tanto per sopravvivere. Si arrangiano: alle strette, riparano la centrifuga con l'elastico delle delle mutande, pur di continuare a lavorare.
A tal proposito, un parametro che vorrei vedere considerato per la valutazione della ricerca è la produttività scientifica normalizzata per i finanziamenti impiegati: sono convinta che ci sarebbero delle grosse sorprese!
scusate lo sfogo,
Lucia Magnelli
Cara Collega,
Mi stupisce però la scarsa ribellione ai criteri imposti per il finanziamento dell'ultimo PRIN. Per protestare è stata aperta questa petizione
Per protestare abbiamo aperto questa petizione che ripropone il testo di una lettera pubblicata dal Sole24 ore, se sei d'accordo firmala e diffondila
http://www.firmiamo.it/eliminiamo-i-vincoli-dei-bandi-prin-e-firb
Quest'anno il mio gruppo si è rassegnato a non presentare un progetto:
Questo vale anche per me sono stato coordinatore di un progetto di 3 unità finanziato nel 2008 e che ha dato ottimi risultati e prospettive ed ora si blocca tutto perché non posso trovare altre 2 unità e perché alla Sapienza ci sono gruppi accademicamente più forti, bell'investimento del Ministero!
Per dare un po' di speranza ai piccoli, che, come asserisce anche Margherita Hack, sono quelli che spesso portano a scoperte innovative,
Questo lo so bene, essendo uno degli autori della lettera dove ci si riferiva al Nobel attribuito a Fire e Mello nel 2006....
A tal proposito, un parametro che vorrei vedere considerato per la valutazione della ricerca è la produttività scientifica normalizzata per i finanziamenti impiegati: sono convinta che ci sarebbero delle grosse sorprese!
Perfettamente d'accordo, è una cosa che sostengo da anni!! Quanti gruppi hanno avuto valanghe di finanziamenti per poi produrre in realtà poco rispetto a quanto ricevuto.....
Patrizi Dimitri
Il 11/02/12 01.47, "l.magnelli@unifi.it" l.magnelli@unifi.it ha scritto:
Cari colleghi,
condivido con voi le considerazioni sulle manovre tutte italiane che hanno pilotato la carriera universitaria e la ripartizione dei fondi destinati alla ricerca negli ultimi decenni. Mi stupisce però la scarsa ribellione ai criteri imposti per il finanziamento dell'ultimo PRIN. Come può essere fatta una valutazione corretta, giusta, imparziale, basata su una pregressa produzione scientifica, quando da tanti anni la stessa pregressa produzione scientifica è stata svolta grazie a finanziamenti che sono stati attribuiti attraverso criteri di dubbia trasparenza?
Quest'anno il mio gruppo si è rassegnato a non presentare un progetto: sappiamo per esperienza e calcolo che mai come quest'anno verranno finanziati i soliti gruppi di potere, indipendentemente dal merito del progetto presentato. Purtroppo, analoghi criteri di finanziamento sono da anni adottati anche dai finanziatori privati, che hanno nel loro direttivo gli stessi poteri forti universitari.
Per dare un po' di speranza ai piccoli, che, come asserisce anche Margherita Hack, sono quelli che spesso portano a scoperte innovative, perchè non dare per 3 o 4 anni finanziamenti minimi (10/15.000) a gruppi che, nonostante le ristrettezze economiche, hanno sempre dimostrato di riuscire in qualche modo a pubblicare? I piccoli gruppi non hanno bisogno di tanto per sopravvivere. Si arrangiano: alle strette, riparano la centrifuga con l'elastico delle delle mutande, pur di continuare a lavorare.
A tal proposito, un parametro che vorrei vedere considerato per la valutazione della ricerca è la produttività scientifica normalizzata per i finanziamenti impiegati: sono convinta che ci sarebbero delle grosse sorprese!
scusate lo sfogo,
Lucia Magnelli
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Totalmente d'accordo con il la normalizzazione della produttività scientifica rispetto a finanziamenti ottenuti. B. De Vivo
----- Original Message ----- From: l.magnelli@unifi.it To: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Saturday, February 11, 2012 1:47 AM Subject: [Universitas_in_trasformazione] futuro della ricerca con questo PRIN
Cari colleghi,
condivido con voi le considerazioni sulle manovre tutte italiane che hanno pilotato la carriera universitaria e la ripartizione dei fondi destinati alla ricerca negli ultimi decenni. Mi stupisce però la scarsa ribellione ai criteri imposti per il finanziamento dell'ultimo PRIN. Come può essere fatta una valutazione corretta, giusta, imparziale, basata su una pregressa produzione scientifica, quando da tanti anni la stessa pregressa produzione scientifica è stata svolta grazie a finanziamenti che sono stati attribuiti attraverso criteri di dubbia trasparenza?
Quest'anno il mio gruppo si è rassegnato a non presentare un progetto: sappiamo per esperienza e calcolo che mai come quest'anno verranno finanziati i soliti gruppi di potere, indipendentemente dal merito del progetto presentato. Purtroppo, analoghi criteri di finanziamento sono da anni adottati anche dai finanziatori privati, che hanno nel loro direttivo gli stessi poteri forti universitari.
Per dare un po' di speranza ai piccoli, che, come asserisce anche Margherita Hack, sono quelli che spesso portano a scoperte innovative, perchè non dare per 3 o 4 anni finanziamenti minimi (10/15.000?) a gruppi che, nonostante le ristrettezze economiche, hanno sempre dimostrato di riuscire in qualche modo a pubblicare? I piccoli gruppi non hanno bisogno di tanto per sopravvivere. Si arrangiano: alle strette, riparano la centrifuga con l'elastico delle delle mutande, pur di continuare a lavorare.
A tal proposito, un parametro che vorrei vedere considerato per la valutazione della ricerca è la produttività scientifica normalizzata per i finanziamenti impiegati: sono convinta che ci sarebbero delle grosse sorprese!
scusate lo sfogo,
Lucia Magnelli
_______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
On Sat, Feb 11, 2012 at 1:47 AM, l.magnelli@unifi.it wrote:
A tal proposito, un parametro che vorrei vedere considerato per la valutazione della ricerca è la produttività scientifica normalizzata per i finanziamenti impiegati: sono convinta che ci sarebbero delle grosse sorprese!
Totalmente d'accordo. Dovrebbe essere regola di livello costituzionale per ogni spesa pubblica allocata con competizione.
Cordialmente,
oltre che sorprese, mi sa che si vedrebbero anche alcune divergenze (io personalmente divergo)...
il punto è che (tornando alle centrifughe aggiustate con l'elastico delle mutande) apparentemente a nessuno interessa che le centrifughe funzionino, l'importante è che se ne comprino tante e tanto belle (ultimo modello) per dimostrare che il nostro lab ha tanto bisogno di soldi e che noi siamo tanto bravi ad ottenerli.
se lavoriamo con poco vuol dire che non siamo bravi abbastanza da avere di più. O no?
e vai col merito.
saluti anna
2012/2/17 Alberto Lusiani alberto.lusiani@pi.infn.it
On Sat, Feb 11, 2012 at 1:47 AM, l.magnelli@unifi.it wrote:
A tal proposito, un parametro che vorrei vedere considerato per la valutazione della ricerca è la produttività scientifica normalizzata per i finanziamenti impiegati: sono convinta che ci sarebbero delle grosse sorprese!
Totalmente d'accordo. Dovrebbe essere regola di livello costituzionale per ogni spesa pubblica allocata con competizione.
Cordialmente,
Alberto Lusiani _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
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