Cari Colleghi, io incomincio a seccarmi di queste lettere che dicono cose, tra l'altro, offensive (non c'è solo il Ministro a dirle) o che sembrano esserlo. L'ultima lettera di Solari ne può essere un esempio. Intanto l'esame di stato non è stato dichiarato una barzelletta, ma si è visto la sproporzione tra i punteggi ottenuti alla maturità dalle varie scuole e quindi si è preferito toglierli. Io sono andato in pensione da due anni ed ho avuto: liquidazione in tre rate annuali invece che in un'unica come in passato, blocco degli scatti biennali da anni, adesso pensione bloccata su cui anzi chissà che prelievi faranno considerandola d'oro. Ma soprattutto quella frase:" sereno con quella pensione...che io mi sognerò". Vorrei notare che la pensione io e quelli come me ce la siamo meritata dopo almeno 45 anni di lavoro fatto con scrupolo ed onestà in ogni senso, sia nella didattica, sia nella ricerca, sia nella parte concorsuale. Basta di parlare male degli altri solo perchè siamo in un momento di crisi che certo non hanno creato gli universitari di 70 anni! Saluti a tutti, Giovanni U. Floris
caro Floris, concordo anche se io la terza rata della liquidazione ancora non l'ho vista (probabilmente neppure tu).
Certamente fra chi oggi ha 40 anni c'è una certa angoscia sul futuro, ma quale sarà il loro futuro e la loro pensione dipende esclusivamente se siano o no in grado di far ripartire un paese bloccato da 20 anni, peraltro quelli più fortunati di loro si troveranno in eredità (da noi) beni materiali che la mia generazione se li sarebbe solo sognati.
Lasceremo agli storici di capire perche' il paese sia entrato in una fase cosi forte di declino anche se tanti indizi li possiamo leggere ogni giorno sui giornali. Mi ha fatto una certa impressione pensare a quelle popolazioni pronte a contestare rumorosamente lo stato per un inceneritore e poi mute di fronte all'avvelenamento della camorra.
Adesso la frontiera del dissenso sembra essere opporsi alla costruzione di treni veloci e cosi via discorrendo.
Sulla ricerca comunque credo che in Italia si dica a parole che è importante per lo sviluppo ma in fondo pochi ci credono veramente, mi colpi' una discussione di pochi anni fa di dirigenti dei massimi Istituti di ricerca Italiani in cui non so quale importante dirigente prospettava che in fondo sarebbe meglio dedicarsi solo alla moda, all'eccellenza alimentare e insomma a quei prodotti del made in Italy piu visibili sui media. La famosa frase di Tremonti sulla cultura che non da da mangiare credo sia un patrimonio di molte più persone di quanto possiamo pensare.
Quello che noto con preoccupazione è che, per ragioni che mi sfuggono, c'è stata una regressione culturale enorme negli ultimi anni che ci ha riportato a forme di provincialismo che credevamo superate. Certo la micidiale coppia Bossi--Berlusconi ha fatto la sua parte ma gli Italiani li hanno seguiti ed ancora non riusciamo a liberarci dal loro abbraccio mortale. Sul ruolo della sinistra in questo declino ci sarebbe anche molto da discutere ma in fondo per noi sarebbero solo chiacchiere inutili. Claudio
On Nov 15, 2013, at 8:18 AM, Giovanni Floris wrote:
Cari Colleghi, io incomincio a seccarmi di queste lettere che dicono cose, tra l'altro, offensive (non c'è solo il Ministro a dirle) o che sembrano esserlo. L'ultima lettera di Solari ne può essere un esempio. Intanto l'esame di stato non è stato dichiarato una barzelletta, ma si è visto la sproporzione tra i punteggi ottenuti alla maturità dalle varie scuole e quindi si è preferito toglierli. Io sono andato in pensione da due anni ed ho avuto: liquidazione in tre rate annuali invece che in un'unica come in passato, blocco degli scatti biennali da anni, adesso pensione bloccata su cui anzi chissà che prelievi faranno considerandola d'oro. Ma soprattutto quella frase:" sereno con quella pensione...che io mi sognerò". Vorrei notare che la pensione io e quelli come me ce la siamo meritata dopo almeno 45 anni di lavoro fatto con scrupolo ed onestà in ogni senso, sia nella didattica, sia nella ricerca, sia nella parte concorsuale. Basta di parlare male degli altri solo perchè siamo in un momento di crisi che certo non hanno creato gli universitari di 70 anni! Saluti a tutti, Giovanni U. Floris _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Claudio Procesi, Professore Emerito,
Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
Membro dell'Accademia dei Lincei
Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Credo anche io che questo punto di vista (che la ricerca in Italia non serva perchè tanto abbiamo la moda e il vino) sia in realtà molto diffuso. Bisogna tenere conto però che moda e eccellenza alimentare sono in realtà acquisizioni italiane del dopoguerra, in quanto prima il "made in Italy" non aveva certamente la valenza che -nonostante tutto- ha adesso. Intendo dire che, se è stato possibile creare il marchio "Made in Italy" nel dopoguerra con un relativamente discreto successo nel mondo, almeno nei settori indicati, forse sarebbe possibile fare lo stesso in altri settori che al giorno d'oggi tirano di più. In Europa abbiamo alcuni esempi: la Nokia e tutto il comparto di telefonia cellulare in Finlandia, il trasporto aereo low cost in Irlanda e altri che probabilmente non conosco nemmeno. Sono realtà nate e cresciute in pochi anni in situazioni socio-economiche non molto diverse dalla nostra. Tutto sommato credo che l'Italia avrebbe ancora -non so per quanto- le competenze per rilanciarsi su questi e altri settori a alta tecnologia, ma questo si fa proprio valorizzando le eccellenze culturali e tecnologiche che in Italia sono prevalentemente all'interno delle università. Altrimenti non resta che trasformarci in un paese con industrie che cercano di imitare quelle del terzo mondo (a bassa tecnologia, intendo) ma con l'illusione di poter mantenere stipendi e welfare occidentali. Saluti Alessio Papini
On 11/15/2013 09:00 AM, claudio procesi wrote:
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Sulla ricerca comunque credo che in Italia si dica a parole che è importante per lo sviluppo ma in fondo pochi ci credono veramente, mi colpi' una discussione di pochi anni fa di dirigenti dei massimi Istituti di ricerca Italiani in cui non so quale importante dirigente prospettava che in fondo sarebbe meglio dedicarsi solo alla moda, all'eccellenza alimentare e insomma a quei prodotti del made in Italy piu visibili sui media. La famosa frase di Tremonti sulla cultura che non da da mangiare credo sia un patrimonio di molte più persone di quanto possiamo pensare.
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Volevo starmene zitto, ma visto che mi chiami in causa, sul diritto acquisito nessuno ha detto il contrario, ma di diritti acquisiti ve ne sono molti altri e quindi non capisco il criticare a corrente alternata.
Non ho trovato traccia della risposta al problema dei concorsi. Vuol forse dire che ritieni che il sistema attuale tanto criticato basta ad evitare che alcuni (non certo gli iscritti a questa lista che sono una minoranza) vogliano rimanere in ruolo per controllar ancora fino all’ultimo le risorse? Ancora, perché non mi rispondi sulla democraticità decisionale di molti dipartimenti? Vuoi forse farmi intendere che gli equilibri decisionali rimangono gli stessi e che tutti hanno lo stesso potere (reale non formale) di essere rappresentati? Se si risolvesse questo per me le persone potrebbero pure lavorare fino a 90 anni, non è certo un mio problema, io sono lavativo e preferirei di cuore andarmene prima per fare quello che mi piace e non combattere per posti, assegni ecc.
ll mio punto era chiaramente un altro e come sempre è più facile spostare il tiro che rispondere. Non considero criminale quanto affermato dalla ministra Carrozza, non più almeno di tante altre affermazioni, una delle quali evidentemente nemmeno hai colto. A me risulta stridente che un ministro, non un giornalistuccolo si permetta di negare il valore della maturità, senza derivarne le conseguenze, ovvero che è un esame che pur essendo formalmente di Stato NON ha alcun valore reale. Io davanti a questo inorridisco, non ad una battuta per quanto infelice.
Poi se dobbiamo dirla tutta, prima di inalberarti, rifletti per un attimo sul fatto che dovresti chiedere a me se mi va bene pagare le pensioni su un sistema non contributivo (ma retributivo), visto che sono i prelievi sul mio reddito che alimentano il differenziale tra contributi versati e quelli recepiti. E forse, pensando agli usi alternativi del mio reddito, potrei anche avere il diritto di dire che non lo trovo giusto. O anche questo è offensivo?
Io non parlo male degli altri, dico le cose come le penso, tu puoi pure fare l’offeso e nasconderti dietro ad un dito. Vedi, poi, in fondo, a differenza tua che ti senti esentato dal senso di responsabilità per la crisi di questo sistema, io me ne sento comunque complice anche se sono solo 11 anni che sono riuscito ad entrarci e per i precedenti 10 ho guardato da fuori industriandomi come tutti pur senza uno stipendio fisso.
Comunque scusa se ti senti tirato in causa, avevo chiaramente detto che non penso cha quegli atteggiamenti che censuravo fossero propri di chi si impegna in questa discussione. Volevo solo evidenziare che ci sono anche questi e che forse la ministra Carrozza a questi pensava.
Il giorno 15/nov/2013, alle ore 08:18, Giovanni Floris floris@unica.it ha scritto:
Cari Colleghi, io incomincio a seccarmi di queste lettere che dicono cose, tra l'altro, offensive (non c'è solo il Ministro a dirle) o che sembrano esserlo. L'ultima lettera di Solari ne può essere un esempio. Intanto l'esame di stato non è stato dichiarato una barzelletta, ma si è visto la sproporzione tra i punteggi ottenuti alla maturità dalle varie scuole e quindi si è preferito toglierli. Io sono andato in pensione da due anni ed ho avuto: liquidazione in tre rate annuali invece che in un'unica come in passato, blocco degli scatti biennali da anni, adesso pensione bloccata su cui anzi chissà che prelievi faranno considerandola d'oro. Ma soprattutto quella frase:" sereno con quella pensione...che io mi sognerò". Vorrei notare che la pensione io e quelli come me ce la siamo meritata dopo almeno 45 anni di lavoro fatto con scrupolo ed onestà in ogni senso, sia nella didattica, sia nella ricerca, sia nella parte concorsuale. Basta di parlare male degli altri solo perchè siamo in un momento di crisi che certo non hanno creato gli universitari di 70 anni! Saluti a tutti, Giovanni U. Floris _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
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