Caro Alberto,
come ho già avuto modo di scrivere a qualcun altro, devo ammettere che non mi aspettavo di suscitare tante reazioni.
Anche se "retoricamente" indirizzata alla Carrozza, confesso che non avevo affatto pensato di inviargliela. Era più uno sfogo che volevo condividere, con gli amici...
Forse se avessi pensato di scrivere una lettera pubblica avrei evitato allusioni troppo personali.
Intendiamoci non sto rinnegando il contenuto e sono tutt'ora convinta che sia necessario reagire contro questo populismo che vuole "stuzzicare" i peggiori istinti umani.
Se davvero, cosa che ripeto non mi aspettavo, vogliamo farne una cosa pubblica preferirei apportare delle modifiche.
L'allegato che non ho potuto inviare è un documento della Rete dei ricercatori che reagisce molto negativamente alle parole della ministra. Lo riporto qua sotto.
Silvia
La ministra va alla guerra delle generazioni
Le ultime esternazioni della ministra Carrozza (in particolare l’intervista rilasciata a Radio 24 e riportata dai giornali l’8 novembre) lasciano di stucco. In quella intervista la ministra affrontava a muso duro i ‘baroni’, spingendosi fino a invitarli, qualora «fossero generosi e onesti», a rinunciare alla possibilità di andare in pensio- ne dopo i settant’anni.
Un annuncio che all’opinione pubblica potrebbe apparire come l’inizio di una svolta epocale, ma che in noi della Rete29Aprile ha invece ingenerato una profonda inquietudine e indignazione.
L’inquietudine nasce dalla preoccupazione che al Ministro dell’Istruzione sfuggano le pieghe e le sot- tigliezze della normativa vigente. Oggi l’età pensionabile è fissata a 70 anni per tutti i professori ordinari e a 65 anni per i ricercatori. Esiste peraltro una teorica possibilità di chiedere il trattenimento in servizio per un biennio, concessione fatta a discrezione degli organi di governo dei singoli atenei (Rettore, Senato accademico e Consiglio di amministrazione). Tuttavia, attualmente è una concessione abbastanza improbabile, perché sarebbe eccessivamente onerosa per i magri bilanci degli atenei.
L’indignazione invece nasce da altri motivi:
Nasce perché l’Università Italiana non si merita un altro Ministro che usa la demagogia e la retorica come armi politiche. Siamo contro il pensionamento a 72 anni, ma la Ministra non dovrebbe usare casi particolari per screditare i docenti universitari davanti all’opinione pubblica. Vorremmo invece che l’età pensionabile fosse resa uguale per tutti i docenti e non soggetta alla discrezionalità dei Rettori, rafforzandone così il potere.
Perché mentre si continuano a ridurre i finanziamenti all’università e si aumentano quelli alle scuole private, il Ministro ricorre a richiami morali e al senso di responsabilità altrui, quando invece dovrebbe agire in modo incisivo attraverso atti di governo.
Perché la demagogia copre i gravi problemi della carenza di docenza. Infatti, se oggi va in pensione un docente settantenne rimangono solo briciole per bandire nuovi posti a causa del blocco del turn-over, mentre si continua a fare affidamento sui ricercatori e su migliaia e migliaia di precari per la copertura degli insegnamen- ti.
Perché mentre si fanno annunci ad effetto sullo sblocco del turn-over questo governo continua a limitarlo, come avvenuto con il decreto di assegnazione dei punti organico agli atenei secondo regole arbitrarie e sperequa-
tive. Perché mentre si invitano i professori ordinari ad andare in pensione, a questi stessi si riserva il potere
decisionale nelle commissioni di concorso. Un potere concesso da quella Legge Gelmini che il Partito della Ministra Carrozza in campagna elettorale si era impegnato a modificare, per bocca del suo segretario Pierluigi Bersani, salvo dimenticarselo una volta andato al Governo.
Perché si dimentica che, con i nuovi meccanismi previsti per il sistema pensionistico, la maggior parte dei docenti, a causa della tarda età dalla quale si esce dal precariato, riceveranno una pensione misera. Quando sentiamo parlare di nuove regole per le pensioni, sempre con scarso rispetto per i diritti e con debole attacco ai privilegi, temiamo il peggio.
Perché fa comodo tacere che, a causa della cancellazione degli scatti stipendiali e dell’anzianità di servi- zio in caso di progressione di carriera, gli stipendi attuali dei professori settantenni per tutti gli altri saranno solo un miraggio.
Comunicato stampa
Dal 2010 a oggi, in anni di drammatici e convulsi cambiamenti per l’università, abbiamo visto passare tre diversi Ministri dell’Istruzione, ma nessun segnale di discontinuità riduce la nostra preoccupazione per l’uni- versità pubblica che vediamo sprofondare in un baratro sempre più profondo.
Per tutte queste ragioni Rete29Aprile rifiuta l’ennesima polemica vecchi contro giovani: è solo un ulte- riore e odioso tassello della lotta di tutti contro tutti che si è voluto scatenare nell’Università italiana.
Siamo preoccupati per la logica del divide et impera, ma non siamo rassegnati nella difesa e nel rilancio dell’Università pubblica, libera e aperta.
Pertanto Rete29Aprile invita tutti a partecipare alla settimana di mobilitazione in difesa dell’Università:
Tutti contro tutti o tutti insieme per salvare e rilanciare l’Università?
18-23 novembre 2013
Prof. Silvia Morante
Member of the C6 Commission of IUPAP
Representativefor the connectivity with IUPAB
Department of Physics University of Rome "Tor Vergata"
Via della Ricerca Scientifica, 1 00133 Roma - Italy
Tel. +390672594554
Fax. +39062023507
http://biophys.roma2.infn.it/index.php/group-members/50-morante-web-page
*/"Ceux qui peuvent vous faire croire des absurdités peuvent vous faire commettre des atrocités."/*/François-Marie Arouet – Voltaire/
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Il 11/12/13 4:07 PM, Alberto Girlando ha scritto:
Cara Silvia,
la mailing list non trasmette allegati..
Rinnovo la domanda che ti ho mandato: la tua è una lettera aperta ? Può essere divulgata a tuo nome o con un elenco dei sottoscrittori ?
Cordiali saluti
Alberto
universitas_in_trasformazione@lists.dm.unipi.it