Questa volta non sono d'accordo con Alberto. Mi spiego:
Message: 4 Date: Wed, 27 Oct 2010 10:53:50 +0200 From: Alberto Lusiani alberto.lusiani@pi.infn.it
RItengo Gianni RIotta un pessimo direttore specie per un giornale economico come il Sole 24, tuttavia sono d'accordo con la sua replica
Quando arriverà il prossimo Nobel della fisica per un lavoro di equipe svolto in Italia da una università italiana le scriverò per dire: avevo torto. Fino ad allora ho ragione. Grazie gr
???
A me sembra estremamente scorretto cambiare discorso di fronte ad un'obiezione pertinente. Lascio da parte il lato ridicolo della cosa.
che corrisponde alla mia percezione e conoscenza dei fatti, non solo per Fisica ma per tutte le discipline scientifiche eccetto (come mi e' stato fatto notare) Matematica.
Perche' "eccetto Matematica"? Forse perche' la Matematica e' in grado di sopravvivere nonostante la penuria di finanziamenti, non dovendo mantenere laboratori, macchinari piu' o meno complessi, etc. Forse che noi matematici siamo i cactus che resistono alla desertificazione della ricerca?
Il sistema dei concorsi accademici italiani e la struttura senza meritocrazia delle remunerazioni del sistema italiano, dai tempi poco successivi a Fermi ad oggi, hanno avuto l'effetto - per quanto risulta a me, ripeto - di espellere dall'accademia italiana tutti i potenziali premi Nobel (es. Rubbia, scartato per insufficiente esperienza didattica e amenita' del genere). Gli elementi migliori formatisi in Italia sono in generale poi stati valorizzati da sistemi accademici piu' avanzati ed efficienti di quello italiano, dove hanno condotto ricerche per cui hanno avuto in seguito il premio Nobel.
Qui hai sostanzialmente ragione, e forse tutti conosciamo personalmente qualche ricercatore costretto (volente o nolente) ad andarsene. Ma cosa c'entra questo con Riotta e con la riforma sponsorizzata da Confindustria?
L'effetto certo di questa riforma (cosi' com'e' ora) e' quello di cristallizzare un sistema della docenza organizzato in caste, affidando tutto il potere nelle mani degli ordinari. I passaggi di fascia saranno molto pochi (blocco parziale o totale del turn-over) e strettamente sorvegliati (in commissione siedono solo ordinari). Ai giovani resta il precariato (il che non vuol dire solo "niente posto fisso" ma anche "autonomia limitata"), precariato che, se non capisco male, potrebbe durare anche 8 anni dopo il PhD.
A me sembra che si stia ripetendo con l'universita' lo schema Alitalia: mandare tutto a remengo per poi 'privatizzare' la parte buona (la 'bad company' ovviamente rimarra' a carico del contribuente).
Tuttavia su una cosa sono d'accordo con Alberto: dovremmo approfittare di questi attacchi (anche quando sono demenziali e/o ridicoli) per rimettere in discussione lo status quo. Recentemente ho letto un resoconto (molto brillante) riguardante l'evoluzione della NSF: penso sia estremamente istruttivo perche' mostra come il sistema della ricerca USA abbia saputo sfruttare anche gli attacchi piu' pretestuosi per migliorarsi. E' una lettura molto istruttiva (oltre che divertente). http://www.rca.ucsd.edu/speeches/gfleece.pdf
Saluti, c.c.
cari colleghi siamo stati trascinati in questa discussione un po penosa da un cialtrone (me ne accorsi il primo giorno in cui dirigeva il TG1, ma questa e` un'altra storia).
In effetti ci sono delle ragioni attinenti al degrado del mondo Universitario Italiano per cui spesso il nostro valore ha meno riconoscimento di quello di colleghi stranieri non sempre migliori.
Per quanto riguarda la Matematica credo che il problema maggiore e` che non siamo capaci di fare squadra. O meglio ci sono tante squadre, spesso intorno a un PRIN e talvolta intorno ad un progetto scientifico, ma mancano le occasioni di confronto, anche per il pessimo sistema dei raggruppamenti concorsuali e del modo in cui vengono assunti i ricercatori promossi i docenti, tutti eventi che invece di unirci spesso ci dividono etc..
Poi mancano punti focali come un grande istituto di ricerca che possa competere con quelli internazionali. Da noi avrebbe potuto esserlo l'Indam ma in realtà` non e` mai stato poco piu` di un piccolo ente erogatore di modesti contributi finanziari alla ricerca. Ora c'e` il Centro De Giorgi, ma ancora non ha un vero ruolo nazionale ed il suo successo dipende sostanzialmente dalla SNS di Pisa.
Insomma motivi di riflessione ce ne sarebbero, ma certo n0n con gli industriali e Berlusconi che visita il CEPU. Io ho trovato questo veramente abissale e proprio la prova provata di una decadenza profondissima dell'Italia.
claudio
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