----Messaggio originale---- Da: procesi@mat.uniroma1.it
Fwd: indicatori
mi chiedo se la discussione avuta sugli indicatori non si possa trasformare in un esperimento [...]
Questo e` un lavoro che si potrebbe dare da fare praticamente ad una segretaria o un precario a pagamento.
Forse potrebbe essere un argomento simpatico per una tesi di laurea triennale in "data mining". In particolare sarebbe interessante cercare di studiare la correlazione degli indici tra di loro, e con i dati CIVR.
c.c.
Ripeto, questo è più o meno quello che fatto Gianni Cesareni, forse merita di essere chiamato in causa......
Patrizio Dimitri
Forse potrebbe essere un argomento simpatico per una tesi di laurea triennale in "data mining". In particolare sarebbe interessante cercare di studiare la correlazione degli indici tra di loro, e con i dati CIVR.
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Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni: http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/lettera.html
Questo e` un lavoro che si potrebbe dare da fare praticamente ad una segretaria o un precario a pagamento.
Forse potrebbe essere un argomento simpatico per una tesi di laurea triennale in "data mining". In particolare sarebbe interessante cercare di studiare la correlazione degli indici tra di loro, e con i dati CIVR.
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Ottima idea, abbiam qualcuno che lavora in questo settore e ha qualche cosa da aggiungere ? rb
On [DATE], "[NAME]" <[ADDRESS]> wrote:
----Messaggio originale---- Da: procesi@mat.uniroma1.it
Fwd: indicatori
mi chiedo se la discussione avuta sugli indicatori non si possa trasformare in un esperimento [...]
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Caro Battiston, come ho ribadito, questo è più o meno quello che ha già fatto Gianni Cesareni......
Patrizio Dimitri
Ottima idea, abbiam qualcuno che lavora in questo settore e ha qualche cosa da aggiungere ? rb
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----Messaggio originale---- Da: procesi@mat.uniroma1.it
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Sono d'accordo, visto l'ottimo lavoro di Gianni e ci siamo parlati nei mesi scorsi. Credo che il suo contributo sia essenziale, pero' lui ha lavorato molto nel settore biologico, dovremmo assicurarci che l'interesse per questo tipo di studio sia presente anche in altre aree=ci siano volontari.
RB
On [DATE], "[NAME]" <[ADDRESS]> wrote:
Caro Battiston, come ho ribadito, questo è più o meno quello che ha già fatto Gianni Cesareni......
Patrizio Dimitri
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Certo, credo non dovrebbe esser molto difficile applicare il sistema ad altre aree.....
Sono d'accordo, visto l'ottimo lavoro di Gianni e ci siamo parlati nei mesi scorsi. Credo che il suo contributo sia essenziale, pero' lui ha lavorato molto nel settore biologico, dovremmo assicurarci che l'interesse per questo tipo di studio sia presente anche in altre aree=ci siano volontari.
RB
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Caro Battiston, come ho ribadito, questo è più o meno quello che ha già fatto Gianni Cesareni......
Patrizio Dimitri
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Carissimi
Non so se qualcuno di voi è ancora interessato alla valutazione. Daniele Peluso, un mio studente, mi ha
aiutato a rendere più fruibili i miei fogli di excel progettando un'interfaccia a cui potete accedere all'indirizzo
http://160.80.35.6/ScholarSearch/
Cliccate sul rettangolo verde e poi ... spero che il resto sia intuitivo
prima di sommergemi di proteste e critiche leggetevi attentamente il disclaimer
a presto
gianni
On Jan 16, 2009, at 8:59 AM, Roberto Battiston wrote:
Sono d'accordo, visto l'ottimo lavoro di Gianni e ci siamo parlati nei mesi scorsi. Credo che il suo contributo sia essenziale, pero' lui ha lavorato molto nel settore biologico, dovremmo assicurarci che l'interesse per questo tipo di studio sia presente anche in altre aree=ci siano volontari.
RB
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Caro Battiston, come ho ribadito, questo è più o meno quello che ha già fatto Gianni Cesareni......
Patrizio Dimitri
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Per la mia Università ho trovato solo un Ca' Foscari Venez... che da solo una pubblicazione per i quattro associati che trova. Probabilmente esiste un'altra denominazione che non è stata inclusa tipo Univ. Ca' Foscari...
Cari saluti e grazie comunque del bel lavoro.
Stefano
Il giorno 19/mar/2010, alle ore 16.49, Gianni Cesareni ha scritto:
Carissimi
Non so se qualcuno di voi è ancora interessato alla valutazione. Daniele Peluso, un mio studente, mi ha
aiutato a rendere più fruibili i miei fogli di excel progettando un'interfaccia a cui potete accedere all'indirizzo
http://160.80.35.6/ScholarSearch/
Cliccate sul rettangolo verde e poi ... spero che il resto sia intuitivo
prima di sommergemi di proteste e critiche leggetevi attentamente il disclaimer
a presto
gianni
Prof. Stefano Polizzi Dipartimento di Chimica Fisica Via Torino 155/B 30123 Venezia-Mestre tel. +39 041 2346722 fax. 39 041 2346747 e-mail: polizzi@unive.it www.unive.it/polizzi skype: s.polizzi
Si il lavoro è molto interessante ma anche io ho trovato n errori ed incongruenze tra il bottone verde e quello nero.
Credo che sia meglio non fare circolare queste macchine se non siamo sicuri che funzionano abbastanza bene.
Potrebbero essere usate per "screditare" la bibliometria.
Saluti Peppe
Per la mia Università ho trovato solo un Ca' Foscari Venez... che da solo una pubblicazione per i quattro associati che trova. Probabilmente esiste un'altra denominazione che non è stata inclusa tipo Univ. Ca' Foscari...
Cari saluti e grazie comunque del bel lavoro.
Stefano
Il giorno 19/mar/2010, alle ore 16.49, Gianni Cesareni ha scritto:
Carissimi
Non so se qualcuno di voi è ancora interessato alla valutazione. Daniele Peluso, un mio studente, mi ha
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a presto
gianni
Prof. Stefano Polizzi Dipartimento di Chimica Fisica Via Torino 155/B 30123 Venezia-Mestre tel. +39 041 2346722 fax. 39 041 2346747 e-mail: polizzi@unive.it www.unive.it/polizzi skype: s.polizzi
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
ringrazio i colleghi della buona volontà, ma una veloce verifica per la mia Università (almeno per i settori a me vicini) mi dà risultati lacunosi il motivo più ovvio sono le omonimie inoltre, per qualche motivo, il motore di ricerca usato (Google Scholar) non "vede" alcune pubblicazioni e/o citazioni altra curiosità, i risultati non sono interamente consistenti con Publish or Perish, che pure usa Google Scholar.... Piero Lattanzi
-------------------------------------------------- From: "Stefano Polizzi" polizzi@unive.it Sent: Friday, March 19, 2010 5:59 PM To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: Fwd: indicatori
Per la mia Università ho trovato solo un Ca' Foscari Venez... che da solo una pubblicazione per i quattro associati che trova. Probabilmente esiste un'altra denominazione che non è stata inclusa tipo Univ. Ca' Foscari...
Cari saluti e grazie comunque del bel lavoro.
Stefano
Il giorno 19/mar/2010, alle ore 16.49, Gianni Cesareni ha scritto:
Carissimi
Non so se qualcuno di voi è ancora interessato alla valutazione. Daniele Peluso, un mio studente, mi ha
aiutato a rendere più fruibili i miei fogli di excel progettando un'interfaccia a cui potete accedere all'indirizzo
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a presto
gianni
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On Fri, 2010-03-19 at 16:49 +0100, Gianni Cesareni wrote:
Carissimi
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a presto
gianni
io ammetto di essere un po' tonta, ma non trovo il disclaimer...
ho provato a guardare gli ordinari di scienze di parma: e i numeri di pubblicazioni e l'h-index non tornano proprio.
Ma probabilmente sono io che sbaglio qualcosa.
Grazie in ogni modo. Saluti Anna
On Jan 16, 2009, at 8:59 AM, Roberto Battiston wrote:
Sono d'accordo, visto l'ottimo lavoro di Gianni e ci siamo parlati nei mesi scorsi. Credo che il suo contributo sia essenziale, pero' lui ha lavorato molto nel settore biologico, dovremmo assicurarci che l'interesse per questo tipo di studio sia presente anche in altre aree=ci siano volontari.
RB
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Caro Battiston, come ho ribadito, questo è più o meno quello che ha già fatto Gianni Cesareni......
Patrizio Dimitri
Ottima idea, abbiam qualcuno che lavora in questo settore e ha qualche cosa da aggiungere ? rb
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----Messaggio originale---- Da: procesi@mat.uniroma1.it
Fwd: indicatori
> mi chiedo se la discussione avuta sugli indicatori non si possa > trasformare in un esperimento > [...] Questo e` un lavoro che si potrebbe dare da fare praticamente ad una segretaria o un precario a pagamento.
Forse potrebbe essere un argomento simpatico per una tesi di laurea triennale in "data mining". In particolare sarebbe interessante cercare di studiare la correlazione degli indici tra di loro, e con i dati CIVR.
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Complimenti a me funziona benissimo! Saluti D.Caramelli
************************** David Caramelli Department of Evolutionary Biology Laboratory of Anthropology Molecular Anthropology/Paleogenetics Unit University of Florence via del Proconsolo 12 50122, Firenze, I phone +390552743021 fax +390552743038 www.unifi.it/dbalan **************************
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Gianni Cesareni Inviato: venerdì 19 marzo 2010 16.49 A: Forum Università e Ricerca Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: Fwd: indicatori
Carissimi
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On Jan 16, 2009, at 8:59 AM, Roberto Battiston wrote:
Sono d'accordo, visto l'ottimo lavoro di Gianni e ci siamo parlati nei mesi scorsi. Credo che il suo contributo sia essenziale, pero' lui ha lavorato molto nel settore biologico, dovremmo assicurarci che l'interesse per questo tipo di studio sia presente anche in altre aree=ci siano volontari.
RB
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Patrizio Dimitri
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Forse potrebbe essere un argomento simpatico per una tesi di laurea triennale in "data mining". In particolare sarebbe interessante cercare di studiare la correlazione degli indici tra di loro, e con i dati CIVR.
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Cari colleghi
trovo l'iniziativa ottima perchè dimostra che, con un pò di sano impegno e l'estro di uno studente, si riesce a simulare una valutazione su varie scale (dip, uni, ssd, categoria,...). Ho segnalato a Gianni, dopo alcuni test da me eseguiti, che vi è il problema delle omonimie per cui i conteggi dei prodotti e citazioni deve essere fatto con un refinement dei sottodomini attraverso le keywords degli ambiti.
Se si risolve questo problema, possiamo fare azione di diffusione più ampia.
Su un altro punto a noi caro. Come sapete sono stati depositati gli emendamenti di Valditara al DDL N. 1905 (Gelmini) di cui si prevede l'approvazione entro l'estate. Vi sarebbe forse spazio per tentare di introdurre qualche correttivo. Siete interessati ad una discussione sul testo di legge e sulla possibilità di fare proposte attraverso un sondaggio sul sito di UNI.RA?
Walter Lacarbonara
Il giorno Mar 19, 2010, alle ore 8:49 AM, Gianni Cesareni ha scritto:
Carissimi
Non so se qualcuno di voi è ancora interessato alla valutazione. Daniele Peluso, un mio studente, mi ha
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gianni
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Carissimi,
io credo che lo strumento di Gianni (per quanto ovviamente perfettibile come ogni ricerca pionieristica) sia moooolto interessante e potrebbe fornirci un'utile cartina al tornasole. Ad es., credo che si svolgeranno ora N concorsi. Potremmo estrarne a sorte n per ogni area e far uscire un numerino per ogni candidato, e magari per ogni commissario, e vedere se-quanto-in quali aree-ecc i numerini coincidono coi vincitori. Ovviamente dovremmo stare attenti a omonimie e simili, ma forse con un po' di cura si puo' fare, e se n e' sufficientemente grande, gli errori statistici dovrebbero mediarsi...
Dopodiche', che succede? Boh: Scenario 1) Gli indicatori coincidono (circa) coi vincitori. Allora lo strumento e il sistema funzionano concordemente. Scenario 2) Gli indicatori non coincidono manco per gnente coi vincitori. Beh, questo ci darebbe almeno un'analisi delle aree in cui la difformita' e' maggiore, e potremmo cercare di capire il perche' di queste difformita'. Questo sarebbe molto utile (almeno a me) per farsi un'idea dell'attualizzabilita' di ogni proposta fondata sulla valutazione. Che ne dite, si puo' fare? Ciao, E.
Carissimi
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aiutato a rendere pi� fruibili i miei fogli di excel progettando un'interfaccia a cui potete accedere all'indirizzo
http://160.80.35.6/ScholarSearch/
Cliccate sul rettangolo verde e poi ... spero che il resto sia intuitivo
prima di sommergemi di proteste e critiche leggetevi attentamente il disclaimer
a presto
gianni
On Jan 16, 2009, at 8:59 AM, Roberto Battiston wrote:
Sono d'accordo, visto l'ottimo lavoro di Gianni e ci siamo parlati nei mesi scorsi. Credo che il suo contributo sia essenziale, pero' lui ha lavorato molto nel settore biologico, dovremmo assicurarci che l'interesse per questo tipo di studio sia presente anche in altre aree=ci siano volontari.
RB
On [DATE], "[NAME]" <[ADDRESS]> wrote:
Caro Battiston, come ho ribadito, questo � pi� o meno quello che ha gi� fatto Gianni Cesareni......
Patrizio Dimitri
Ottima idea, abbiam qualcuno che lavora in questo settore e ha qualche cosa da aggiungere ? rb
On [DATE], "[NAME]" <[ADDRESS]> wrote:
----Messaggio originale---- Da: procesi@mat.uniroma1.it
Fwd: indicatori
> mi chiedo se la discussione avuta sugli indicatori non si possa > trasformare in un esperimento > [...] Questo e` un lavoro che si potrebbe dare da fare praticamente ad una segretaria o un precario a pagamento.
Forse potrebbe essere un argomento simpatico per una tesi di laurea triennale in "data mining". In particolare sarebbe interessante cercare di studiare la correlazione degli indici tra di loro, e con i dati CIVR.
c.c.
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Può darsi che io non sappia usare adeguatamente questo strumento, ma mi sembra che manchino molti docenti, molti settori e alcune strutture!! da dove sono stati importati i dati? RL Enrico Valdinoci ha scritto:
Carissimi,
io credo che lo strumento di Gianni (per quanto ovviamente perfettibile come ogni ricerca pionieristica) sia moooolto interessante e potrebbe fornirci un'utile cartina al tornasole. Ad es., credo che si svolgeranno ora N concorsi. Potremmo estrarne a sorte n per ogni area e far uscire un numerino per ogni candidato, e magari per ogni commissario, e vedere se-quanto-in quali aree-ecc i numerini coincidono coi vincitori. Ovviamente dovremmo stare attenti a omonimie e simili, ma forse con un po' di cura si puo' fare, e se n e' sufficientemente grande, gli errori statistici dovrebbero mediarsi...
Dopodiche', che succede? Boh: Scenario 1) Gli indicatori coincidono (circa) coi vincitori. Allora lo strumento e il sistema funzionano concordemente. Scenario 2) Gli indicatori non coincidono manco per gnente coi vincitori. Beh, questo ci darebbe almeno un'analisi delle aree in cui la difformita' e' maggiore, e potremmo cercare di capire il perche' di queste difformita'. Questo sarebbe molto utile (almeno a me) per farsi un'idea dell'attualizzabilita' di ogni proposta fondata sulla valutazione. Che ne dite, si puo' fare? Ciao, E.
Carissimi
Non so se qualcuno di voi ? ancora interessato alla valutazione. Daniele Peluso, un mio studente, mi ha
aiutato a rendere pi? fruibili i miei fogli di excel progettando un'interfaccia a cui potete accedere all'indirizzo
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gianni
On Jan 16, 2009, at 8:59 AM, Roberto Battiston wrote:
Sono d'accordo, visto l'ottimo lavoro di Gianni e ci siamo parlati nei mesi scorsi. Credo che il suo contributo sia essenziale, pero' lui ha lavorato molto nel settore biologico, dovremmo assicurarci che l'interesse per questo tipo di studio sia presente anche in altre aree=ci siano volontari.
RB
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Caro Battiston, come ho ribadito, questo ? pi? o meno quello che ha gi? fatto Gianni Cesareni......
Patrizio Dimitri
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> ----Messaggio originale---- > Da: procesi@mat.uniroma1.it Fwd: indicatori >> mi chiedo se la discussione avuta sugli indicatori non si possa >> trasformare in un esperimento >> [...] > Questo e` un lavoro che si potrebbe dare da fare praticamente ad > una > segretaria o un precario a pagamento. >
Forse potrebbe essere un argomento simpatico per una tesi di laurea triennale in "data mining". In particolare sarebbe interessante cercare di studiare la correlazione degli indici tra di loro, e con i dati CIVR.
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Nel settore biologico si potrebbe anche tentare, non senza problemi. In primo luogo sarebbe necessario fare il calcolo su un tempo più lungo, soprattutto per associati e ordinari, ad esempio 20-25 anni di produzione scientifica. Il problema principale, però è che la valutazione dei singoli, come già detto, è più delicata rispetto a quella di interi Dipartimenti. A parte i casi macroscopici di gente che non pubblica affatto o pubblica molto poco e su riviste sconosciute, penso che per valutare la produzione scientifica non bastano H-index o Impact factor, soprattutto nei concorsi a ordinario si deve prendere in considerazione anche il livello di autonomia del candidato, si dovrebbe insomma cercare capire se è tutta farina del suo sacco! So bene che di solito questo aspetto conta poco, invece lo trovo fondamentale se si vuole arrivare ad una seria valutazione.
Carissimi,
io credo che lo strumento di Gianni (per quanto ovviamente perfettibile come ogni ricerca pionieristica) sia moooolto interessante e potrebbe fornirci un'utile cartina al tornasole. Ad es., credo che si svolgeranno ora N concorsi. Potremmo estrarne a sorte n per ogni area e far uscire un numerino per ogni candidato, e magari per ogni commissario, e vedere se-quanto-in quali aree-ecc i numerini coincidono coi vincitori. Ovviamente dovremmo stare attenti a omonimie e simili, ma forse con un po' di cura si puo' fare, e se n e' sufficientemente grande, gli errori statistici dovrebbero mediarsi...
Dopodiche', che succede? Boh: Scenario 1) Gli indicatori coincidono (circa) coi vincitori. Allora lo strumento e il sistema funzionano concordemente. Scenario 2) Gli indicatori non coincidono manco per gnente coi vincitori. Beh, questo ci darebbe almeno un'analisi delle aree in cui la difformita' e' maggiore, e potremmo cercare di capire il perche' di queste difformita'. Questo sarebbe molto utile (almeno a me) per farsi un'idea dell'attualizzabilita' di ogni proposta fondata sulla valutazione. Che ne dite, si puo' fare? Ciao, E.
Carissimi
Non so se qualcuno di voi è ancora interessato alla valutazione. Daniele Peluso, un mio studente, mi ha
aiutato a rendere più fruibili i miei fogli di excel progettando un'interfaccia a cui potete accedere all'indirizzo
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prima di sommergemi di proteste e critiche leggetevi attentamente il disclaimer
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gianni
On Jan 16, 2009, at 8:59 AM, Roberto Battiston wrote:
Sono d'accordo, visto l'ottimo lavoro di Gianni e ci siamo parlati nei mesi scorsi. Credo che il suo contributo sia essenziale, pero' lui ha lavorato molto nel settore biologico, dovremmo assicurarci che l'interesse per questo tipo di studio sia presente anche in altre aree=ci siano volontari.
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Caro Battiston, come ho ribadito, questo è più o meno quello che ha già fatto Gianni Cesareni......
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> ----Messaggio originale---- > Da: procesi@mat.uniroma1.it Fwd: indicatori >> mi chiedo se la discussione avuta sugli indicatori non si possa >> trasformare in un esperimento >> [...] > Questo e` un lavoro che si potrebbe dare da fare praticamente ad > una > segretaria o un precario a pagamento. >
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cari colleghi io penso che la discussione sugli indicatori sia sostanzialmente fuorviante, si parla di strumenti e non di chi e come li usa, strumenti che fra l'altro andrebbero usati con grandissima cautela, invece di parlare della sostanza. L'International Mathematical Union sta continuando a studiare in modo abbastanza scientifico gli effetti a volte distorsivi dell'uso degli indicatori. Per esempio analizzando quelle riviste che chiedono esplicitamente a chi ci pubblica di citare lavori dalla rivista stessa per far crescere l'impact factor. Si tratta ovviamente di questioni assai delicate ed i dati non sono ancora disponibili.
Un esempio di sostanza e` stato il CIVR, una operazione che con tutti i suoi limiti e` stata seria, poi il nulla ed ora si ricomincia da capo. Il problema e` che abbiamo una classe politica infima ed una situazione molto compromessa.
Il problema quindi e` darsi regole e strutture certe, costruire qualcosa di duraturo coinvolgendo nella gestione i migliori scienziati del paese e non i professionisti della politica accademica. Non continuare con iniziative estemporanee, cambiare regole ad ogni cambio di ministro o ad ogni Prin, spostare i Prin avanti ed indietro a seconda delle convenienze economiche. In soldoni bisognerebbe diventare un paese serio.
Claudio
On Mar 21, 2010, at 5:10 PM, P. Dimitri wrote:
Nel settore biologico si potrebbe anche tentare, non senza problemi. In primo luogo sarebbe necessario fare il calcolo su un tempo più lungo, soprattutto per associati e ordinari, ad esempio 20-25 anni di produzione scientifica. Il problema principale, però è che la valutazione dei singoli, come già detto, è più delicata rispetto a quella di interi Dipartimenti. A parte i casi macroscopici di gente che non pubblica affatto o pubblica molto poco e su riviste sconosciute, penso che per valutare la produzione scientifica non bastano H-index o Impact factor, soprattutto nei concorsi a ordinario si deve prendere in considerazione anche il livello di autonomia del candidato, si dovrebbe insomma cercare capire se è tutta farina del suo sacco! So bene che di solito questo aspetto conta poco, invece lo trovo fondamentale se si vuole arrivare ad una seria valutazione.
Carissimi,
io credo che lo strumento di Gianni (per quanto ovviamente perfettibile come ogni ricerca pionieristica) sia moooolto interessante e potrebbe fornirci un'utile cartina al tornasole. Ad es., credo che si svolgeranno ora N concorsi. Potremmo estrarne a sorte n per ogni area e far uscire un numerino per ogni candidato, e magari per ogni commissario, e vedere se-quanto-in quali aree-ecc i numerini coincidono coi vincitori. Ovviamente dovremmo stare attenti a omonimie e simili, ma forse con un po' di cura si puo' fare, e se n e' sufficientemente grande, gli errori statistici dovrebbero mediarsi...
Dopodiche', che succede? Boh: Scenario 1) Gli indicatori coincidono (circa) coi vincitori. Allora lo strumento e il sistema funzionano concordemente. Scenario 2) Gli indicatori non coincidono manco per gnente coi vincitori. Beh, questo ci darebbe almeno un'analisi delle aree in cui la difformita' e' maggiore, e potremmo cercare di capire il perche' di queste difformita'. Questo sarebbe molto utile (almeno a me) per farsi un'idea dell'attualizzabilita' di ogni proposta fondata sulla valutazione. Che ne dite, si puo' fare? Ciao, E.
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gianni
On Jan 16, 2009, at 8:59 AM, Roberto Battiston wrote:
Sono d'accordo, visto l'ottimo lavoro di Gianni e ci siamo parlati nei mesi scorsi. Credo che il suo contributo sia essenziale, pero' lui ha lavorato molto nel settore biologico, dovremmo assicurarci che l'interesse per questo tipo di studio sia presente anche in altre aree=ci siano volontari.
RB
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Caro Battiston, come ho ribadito, questo è più o meno quello che ha già fatto Gianni Cesareni......
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>> ----Messaggio originale---- >> Da: procesi@mat.uniroma1.it > Fwd: indicatori >>> mi chiedo se la discussione avuta sugli indicatori non si possa >>> trasformare in un esperimento >>> [...] >> Questo e` un lavoro che si potrebbe dare da fare praticamente ad >> una >> segretaria o un precario a pagamento. >> > > Forse potrebbe essere un argomento simpatico per una tesi di laurea > triennale > in "data mining". > In particolare sarebbe interessante cercare di studiare la > correlazione > degli > indici tra di loro, e > con i dati CIVR. > > c.c. > > _______________________________________________ > Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list > > Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie > impostazioni: > https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione > > Ulteriori informazioni: http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/lettera.html
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Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Caro Procesi, se certamente sono d'accordo sul contenuto del tuo messaggio, specie nel passaggio sotto riportato, il metodo per giungere al risultato non è cosa di secondaria importanza. Se non si riesce nemmeno ad introdurre una po' di sana bibliometria per cercare evidenziare comportamenti corretti o inadeguati allora parliamoci pure addosso, tanto poi non cambierà nulla.
Mettere l'accento solo sui limiti della valutazione bibliometrica fatta per esempio con gli indici del tipo h, senza evidenziarne con altrettanta forza i meriti, mi ricorda il tipo che stava annegando ma che rifiutava i braccioli perché erano di un colore che non gli piaceva.
La valutazione del lavoro scientifico puo' essere fatta solo dalla comunità di riferimento. L'opinione dei singoli non è piu' affidabile del numero di citazioni da parte della comunità opportunamente normalizzato. Occorre trovare delle modalità e delle regole che non ci portino a continue estenuanti discussioni su che cosa sia il merito scientifico. Fermo restando che occorre considerare ampi gradi di incertezza nel trattare/confrontare questi numeri.
Roberto Battiston
On 21/03/10 21:47, "claudio procesi" procesi@mat.uniroma1.it wrote:
Il problema quindi e` darsi regole e strutture certe, costruire qualcosa di duraturo coinvolgendo nella gestione i migliori scienziati del paese e non i professionisti della politica accademica.
E' una discussione che abbiamo fatto già in passato.
Da un lato, sembra ovvio che la buona ricerca abbia come sbocco le buone pubblicazioni, ed è vero che il tema delle pubblicazioni è spesso passato in secondo piano rispetto ad altri aspetti del profilo individuale (in particolare alle affiliazioni di vario tipo, scientifico, accademico e financo familiare).
Dall'altro lato, l'affidarsi "tecnocratico" alla numerologia rischia di generare, in modo diverso, effetti analogamente perversi.
1. Tanto per cominciare, tutti sappiamo che quantità e qualità delle pubblicazioni non sono affatto la stessa cosa, né lo sono la quantità delle citazioni e la qualità della ricerca che viene citata.
2. La quantità delle citazioni spesso è solo indice della capacità del ricercatore di affiliarsi, sia in termini di co-autori sia in termini di mode scientifiche e relative parrocchiette. Inoltre, sappiamo bene come il gioco delle citazioni stia sempre più diventando un mero gioco di scambio tra potentati scientifici e accademici.
3. Come altri hanno già sottolineato, la bibliometria non permette di valutare il contributo individuale a lavori co-autorati.
4. Il sistema delle citazioni è legato a doppio filo all'attuale oligopolio degli editori scientifici, il primo obiettivo dei quali non è il perseguimento della qualità scientifica in quanto tale. Per di più, tale oligopolio sarà comunque reso progressivamente obsoleto dallo "scholarly skywriting" e in generale dal tracollo degli attuali sistemi di gestione del copyright.
5. Quando poi la valutazione bibliometrica venga fatta, com'è inevitabile, con la ricerca in rete più o meno bruta, subentrano il monopolio pratico di Google, che prima o poi si rivelerà meno neutrale, tato sul piano tecnico quanto su quello politico, di quanto tendiamo a pensare. Assumono inoltre peso gli inevitabili disguidi tecnici, a partire dalle autocitazioni da parte dei ricercatori dei propri stessi lavori pubblicati in precedenza, che forse non dovrebbero entrare a far parte dei vari indici misurati.
6. Gli indici bibliometrici sono sostanzialmente inutili dove la qualità è meglio visibile a occhio nudo, cioè per ricercatori già avanti nella carriera, e sostanzialmente inefficaci o pericolosi dove è meno immediatamente evidente, cioè per i ricercatori più giovani.
E così via.
Io credo che la bibliometria non sia di per sé né sana né insana. Sono sani o insani gli usi che se ne fanno. Se è certamente improbabile che un ricercatore anziano che non abbia pubblicato un articolo in vita sua sia un grande scienziato, mi pare altrettanto ovvio che la gestione delle carriere scientifiche è un processo troppo delicato e relativo-all'-individuo per poter essere reso algoritmico senza che si generino disastri; e francamente penso che sostituire un disastro con un altro non sia prova di grande saggezza.
I burocrati degli enti finanziatori e di quelli di valutazione, per definizione incompetenti a valutare la qualità scientifica dei progetti, tenderanno sempre più ad appoggiarsi agli indici bibliometrici. Non è obbligatorio che noi li accompagniamo in questo processo, anzi credo che dovremmo essere noi a mettere le prime cautele. Che non significa gettare via la bibliometria, ma usarla come uno dei tanti criteri che possono entrare in gioco e, a mio avviso, non certo il più importante.
Questo, ripeto, soprattutto per le valutazioni di individui; per quelle di struttura (dipartimento o ateneo) la bibliometria sembra avere un poco più di senso, anche se, a mio avviso, non può sostituire un'attività ben condotta di valutazione da peer reviewer.
Infine, vorrei dire che anche il mito secondo il quale "all'estero" tutti usino normalmente i criteri bibliometrici è, appunto, un mito. Ho fatto per tre o quattro anni il referee di progetti europei nel 6FP, e pure particolarmente sofisticati e difficili da valutare per temi, forme e contenuti, e non ho mai visto i miei colleghi non italiani proporre la bibliometria come criterio di valutazione dei team o dei leader di progetto.
Cordialmente,
Maurizio Tirassa
Sfatiamo i miti, ma facciamolo come si deve. Il 6FP è ormai cosa del passato. Invece nelle ultime valutazioni del settore fisica CNR spagnolo, a cui ho partecipato nel 2009, le informazioni biblometriche erano disponibili eccome, con tutti i caveat del caso. E proprio grazie a questo tipi di argomenti, e' stato possibile in un paio di casi proporre la chiusura di un dipartimento, la cui debolezza risultava già da argomenti qualitatitivi ma diventava molto chiara ed oggettiva usando argomenti bibliometrici.
Lo stesso si dica dei metodi usati dal sistema di valutazione francese.
Usare questo strumento non è ancora agevole data l'incompletezza dei data base e altri limiti già riportati in questa discussione, ma proprio la necessità della valutazione di aree o gruppi di ricerca, sta spingendo all'uso sempre piu' sistematico dei dati bibliometrici e di conseguenza al raffinamento degli algoritmi e dei database.
Un commento su CIVR e derivati. Se da una parte sono d'accordo che il CIVR ha fatto un lavoro utile nella sua prima ed unica valutazione, avendo, come tanti di noi, partecipato alla valutazione dei prodotti, mi è sembrata per alcuni aspetti una costosa follia organizzata. Ma vi pare possibile che per 50 euro ( o giu' di li') a prodotto, noi si debba rivalutare lavori pubblicati su rivista internazionale con referees che hanno già valutato, con piu' tempo a disposizione, ogni singolo prodotto che poi è stato pubblicato ? Ma vi pare davvero possibile sostenere che questa valutazione (del CIVR) sia stata migliore di quella proposta dalla bibliometria moderna ? Il CIVR si è reinventato un metodo bibliometrico suo, che tra l'altro non è basato su nessuno studio internazionale del settore, e come tale non è confrontabile o analizzabile, puramente basato sul numero di prodotti realizzati ( approvati dal rireferaggio) per testa di ricercatore. Questo è quanto di meglio (sic) partorito dal nostro sistema negli ultimi 10 anni (e subito stoppato).
Per cui, siamo realistici, la valutazione è necessaria ? (SI/NO). Se la risposta è SI e non vogliamo trincerarci solo dietro raffinati discorsi sui limiti (correggibili) degli indicatori bibliometrici, mi sa che dobbiamo fare i conti con gli indici h e derivati, con l'obbiettivo di capirli e migliorarli.
Cordialmente
Roberto Battiston
On 22/03/10 02:32, "Maurizio Tirassa" maurizio.tirassa@tele2.it wrote:
Infine, vorrei dire che anche il mito secondo il quale "all'estero" tutti usino normalmente i criteri bibliometrici è, appunto, un mito. Ho fatto per tre o quattro anni il referee di progetti europei nel 6FP, e pure particolarmente sofisticati e difficili da valutare per temi, forme e contenuti, e non ho mai visto i miei colleghi non italiani proporre la bibliometria come criterio di valutazione dei team o dei leader di progetto.
Completamente d'accordo con Battiston. Meglio una valutazione imperfetta basata su un minimo di indicatori noti e riconoscibili che un sistema completamente discrezionale che ha consentito, nel passato, non tanto di danneggiare i migliori (qualunque indice "oggettivo" non sarà mai sufficiente da solo a identificare i "migliori" qualunque cosa questo significhi) quanto di promuovere anche qualche capra grazie al precedente sistema dei concorsi basato su forti elementi discrezionali (senza l'assunzione di responsabilità che invece, sistemi di cooptazione o di promozione trasparente come in US, almeno richiederebbero). L'uso di strumenti quali ISI Thomson Web of Knowledge (ma per avere solo un'idea anche strumenti ad accesso gratuito come Publish or Perish, http://www.harzing.com/pop.htm) sono sicuramente insufficienti da soli (ma non inutili) per riconoscere i più bravi ma, più che sufficienti, per esempio, a riconoscere l'inesistenza di particolari meriti (requisiti minimi ?) scientifici (diciamo che zero vale zero in tutte le metriche). Ora temo che la levata di scudi contro la (qualunque forma di) valutazione basata (anche?) su criteri oggettivi, non nasca tanto o solo dal timore di non poter selezionare correttamente i più "bravi" ma, piuttosto o anche dal fatto che da tale valutazione (non più limitata alla sola fase concorsuale) saltino fuori con evidenza un pò di carriere - partite sul nulla e, purtroppo, di poco progredite - che, invece, continuano ad essere associate a posizioni di potere importanti (commissioni di concorso, direzione di Organi importanti degli Atenei etc.). Cordialmente
Valerio Tramutoli -------------------------------------------------- From: "Roberto Battiston" roberto_battiston@alice.it Sent: Monday, March 22, 2010 6:45 AM To: "Universitàe Ricerca Forum" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: Fwd: indicatori
Sfatiamo i miti, ma facciamolo come si deve. Il 6FP è ormai cosa del passato. Invece nelle ultime valutazioni del settore fisica CNR spagnolo, a cui ho partecipato nel 2009, le informazioni biblometriche erano disponibili eccome, con tutti i caveat del caso. E proprio grazie a questo tipi di argomenti, e' stato possibile in un paio di casi proporre la chiusura di un dipartimento, la cui debolezza risultava già da argomenti qualitatitivi ma diventava molto chiara ed oggettiva usando argomenti bibliometrici.
Lo stesso si dica dei metodi usati dal sistema di valutazione francese.
Usare questo strumento non è ancora agevole data l'incompletezza dei data base e altri limiti già riportati in questa discussione, ma proprio la necessità della valutazione di aree o gruppi di ricerca, sta spingendo all'uso sempre piu' sistematico dei dati bibliometrici e di conseguenza al raffinamento degli algoritmi e dei database.
Un commento su CIVR e derivati. Se da una parte sono d'accordo che il CIVR ha fatto un lavoro utile nella sua prima ed unica valutazione, avendo, come tanti di noi, partecipato alla valutazione dei prodotti, mi è sembrata per alcuni aspetti una costosa follia organizzata. Ma vi pare possibile che per 50 euro ( o giu' di li') a prodotto, noi si debba rivalutare lavori pubblicati su rivista internazionale con referees che hanno già valutato, con piu' tempo a disposizione, ogni singolo prodotto che poi è stato pubblicato ? Ma vi pare davvero possibile sostenere che questa valutazione (del CIVR) sia stata migliore di quella proposta dalla bibliometria moderna ? Il CIVR si è reinventato un metodo bibliometrico suo, che tra l'altro non è basato su nessuno studio internazionale del settore, e come tale non è confrontabile o analizzabile, puramente basato sul numero di prodotti realizzati ( approvati dal rireferaggio) per testa di ricercatore. Questo è quanto di meglio (sic) partorito dal nostro sistema negli ultimi 10 anni (e subito stoppato).
Per cui, siamo realistici, la valutazione è necessaria ? (SI/NO). Se la risposta è SI e non vogliamo trincerarci solo dietro raffinati discorsi sui limiti (correggibili) degli indicatori bibliometrici, mi sa che dobbiamo fare i conti con gli indici h e derivati, con l'obbiettivo di capirli e migliorarli.
Cordialmente
Roberto Battiston
On 22/03/10 02:32, "Maurizio Tirassa" maurizio.tirassa@tele2.it wrote:
Infine, vorrei dire che anche il mito secondo il quale "all'estero" tutti usino normalmente i criteri bibliometrici è, appunto, un mito. Ho fatto per tre o quattro anni il referee di progetti europei nel 6FP, e pure particolarmente sofisticati e difficili da valutare per temi, forme e contenuti, e non ho mai visto i miei colleghi non italiani proporre la bibliometria come criterio di valutazione dei team o dei leader di progetto.
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At 09:19 +0100 22.03.2010, Valerio Tramutoli wrote:
... sistemi di cooptazione o di promozione trasparente come in US
Io avevo capito che questo gruppo fosse nato proprio per sostenere e diffondere quest'idea. E continuo a non credere che i criteri bibliometrici possano sostituirla.
Ora temo che la levata di scudi contro la (qualunque forma di) valutazione basata (anche?) su criteri oggettivi, non nasca tanto o solo dal timore di non poter selezionare correttamente i più "bravi" ma, piuttosto o anche dal fatto che da tale valutazione (non più limitata alla sola fase concorsuale) saltino fuori con evidenza un pò di carriere - partite sul nulla e, purtroppo, di poco progredite - che, invece, continuano ad essere associate a posizioni di potere importanti (commissioni di concorso, direzione di Organi importanti degli Atenei etc.).
In generale gli argomenti ad hominem mi appaiono abbastanza poco convincenti. Tuttavia, poiché la mail dalla quale è originato questo particolare sotto-thread era la mia, che infatti era ancora inclusa nel Reply che ne hai fatto, mi permetto di specificare che sono un professore qualsiasi. Presiedo una magistrale e coordino un indirizzo di dottorato, ma posso assicurare che si tratta di attività che, lungi dal darmi posizioni di particolare potere accademico, semplicemente sottraggono tempo e serenità alla mia ricerca.
Saluti,
Maurizio Tirassa
Per Maurizio (Tirassa) che scrive ....
In generale gli argomenti ad hominem mi appaiono abbastanza poco convincenti. Tuttavia, poiché la mail dalla quale è originato questo particolare sotto-thread era la mia, che infatti era ancora inclusa nel Reply che ne hai fatto....
naturalmente le mie critiche non erano rivolte a nessuno in particolare (è ancor meno a tutto il mondo accademico in generale nell'ambito del quale credo che la valutazione e il merito siano ancora meglio considerati che in molti altri settori della P.A) e, il mio intervento rispondeva solo alla "testa" dei messaggi (qullo di Maurizio che era in coda non l'avevo nemmeno letto e me ne scuso).
Il tema dei valutatori (per i quali chiederei che esibiscano almeno la metà dei requisiti minimi augurabilmente richiesti ai partecipanti alle selezioni) credo anch'io che sia centrale. In questo caso accetterei con piacere anche un sistema di cooptazione trasparente (con assunzione di responsabilità e valutazione ex-post dei valutatori)
Valerio
-------------------------------------------------- From: "Maurizio Tirassa" maurizio.tirassa@tele2.it Sent: Monday, March 22, 2010 1:12 PM To: "Forum"Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: Fwd: indicatori
At 09:19 +0100 22.03.2010, Valerio Tramutoli wrote:
... sistemi di cooptazione o di promozione trasparente come in US
Io avevo capito che questo gruppo fosse nato proprio per sostenere e diffondere quest'idea. E continuo a non credere che i criteri bibliometrici possano sostituirla.
Ora temo che la levata di scudi contro la (qualunque forma di) valutazione basata (anche?) su criteri oggettivi, non nasca tanto o solo dal timore di non poter selezionare correttamente i più "bravi" ma, piuttosto o anche dal fatto che da tale valutazione (non più limitata alla sola fase concorsuale) saltino fuori con evidenza un pò di carriere - partite sul nulla e, purtroppo, di poco progredite - che, invece, continuano ad essere associate a posizioni di potere importanti (commissioni di concorso, direzione di Organi importanti degli Atenei etc.).
In generale gli argomenti ad hominem mi appaiono abbastanza poco convincenti. Tuttavia, poiché la mail dalla quale è originato questo particolare sotto-thread era la mia, che infatti era ancora inclusa nel Reply che ne hai fatto, mi permetto di specificare che sono un professore qualsiasi. Presiedo una magistrale e coordino un indirizzo di dottorato, ma posso assicurare che si tratta di attività che, lungi dal darmi posizioni di particolare potere accademico, semplicemente sottraggono tempo e serenità alla mia ricerca.
Saluti,
Maurizio Tirassa _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Mettere l'accento solo sui limiti della valutazione bibliometrica fatta per esempio con gli indici del tipo h, senza evidenziarne con altrettanta forza i meriti, mi ricorda il tipo che stava annegando ma che rifiutava i braccioli perché erano di un colore che non gli piaceva.
Caro Battiston,
non sono d'accordo.
In questo contesto non credo proprio che un merito cancelli un demerito. Quest'ultimo resta tale, con i pericoli e danni che puo' provocare.
Per non annegare mi pare piu' opportuno usare un sano buon senso, di volta in volta, invece di cercare facili "vie regie", che come e' noto non esistono nella Scienza.
Molti saluti, UZ
Caro Zannier, nulla contro il buon senso, ci mancherebbe, ma siccome le vie dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni e nell'inferno ci siamo già arrivati visto lo stato reale e percepito (sono due cose diverse) della nostra università forse dovremmo fare uno sforzo di difendere il merito in modo operativo. Non siamo piu' da tempo una comunità di poche decine di ricercatori come ai tempi di Fermi. Siamo centinaia, migliaia. Ci servono strumenti adeguati. Non ci sono ancora, probabilmente è vero, dico solo che occorre lavorare duro per dotarcene. Gli altri, negli altri paesi, lo stanno facendo da tempo.
RB
On 22/03/10 10:47, "Umberto Zannier" u.zannier@sns.it wrote:
Mettere l'accento solo sui limiti della valutazione bibliometrica fatta per esempio con gli indici del tipo h, senza evidenziarne con altrettanta forza i meriti, mi ricorda il tipo che stava annegando ma che rifiutava i braccioli perché erano di un colore che non gli piaceva.
Caro Battiston,
non sono d'accordo.
In questo contesto non credo proprio che un merito cancelli un demerito. Quest'ultimo resta tale, con i pericoli e danni che puo' provocare.
Per non annegare mi pare piu' opportuno usare un sano buon senso, di volta in volta, invece di cercare facili "vie regie", che come e' noto non esistono nella Scienza.
Molti saluti, UZ _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Caro Battiston,
ma siccome le vie dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni
Infatti, e' questo che temo.
Peraltro, nulla contro il lavoro per perfezionare questi strumenti, e grazie a chi lo fa.
Ma mi preoccupa il fatto che, forse per non perdere tempo, molti non vedano l'ora di potervisi affidare a occhi chiusi.
Il fatto che all'estero si usino questi metodi in questo caso non mi dice proprio nulla; anzi, ho sentito proprio da illustri colleghi stranieri serie lamentele al proposito.
Sia chiaro che io parlo per il settore della Matematica che mi compete; e' possibile che in altri campi l'efficacia degli strumenti sia maggiore, e minori i difetti. E probabilmente i difetti pure si riducono se si fanno valutazioni su grandi numeri.
Ma a livello individuale, ripeto, risultano spesso errori madornali, a tutto vantaggio di ricercatori di scarso valore; questi spesso troveranno giustificazioni "oggettive" che li porranno al riparo da altre valutazioni, e in qualche caso persino in posizione di valutare loro stessi gli altri.
Ancora saluti, UZ
Ringrazio anche io Gianni Cesareni per l'ottimo strumento gratuito che ha elaborato e messo a disposizione.
Una valutazione del merito scientifico di una persona all'interno di una disciplina o per una posizione specifica non potra' mai essere perfettamente obiettiva e indiscutibile. Abbiamo a disposizione solo approssimazioni: il giudizio di una commissione, un campionamento delle opinioni dei colleghi, indici bibliometrici come H. L'indice H e' un'approssimazione che merita attenzione come le altre due. Essendo uno strumento tecnico, l'indice H, si presta ad errori banali come quelli derivanti da omonimie o errori di scrittura, ma tutti questi problemi sono risolvibili quando i risultati dell'indice H vengono analizzati da un esperto della disciplina.
Credo che tutti dovremmo accettare l'uso degli indici bibliometrici, a patto che siano analizzati con un grano di sale da esperti delle discipline e non applicati ciecamente da inesperti (ad esempio burocrati). Certamente in questo modo si re-introducono arbitrarieta' di carattere umano ma come anticipato una valutazione perfetta non puo' esistere. Pero' l'indice H aggiunge informazione correlata con l'obiettivo della valutazione.
Aggiungo che le incertezze dell'indice H si riducono quando si considerano insiemi di persone, ad esempio i membri di un Dipartimento. E' gia' stato mostrato che una valutazione bibliometrica con google scholar dei dipartimenti risulta ben correlata con la valutazione CIVR, ma a costo zero.
Purtroppo come ha gia' detto Battiston e' necessario lavoro attento e non banale per estrarre informazione accurata ed utile dall'indice H perche' ci sono grandi variazioni per discipline, e aggiungo anche all'interno di singoli settori. Ad esempio in Fisica le dimensioni dei gruppi sperimentali variano da ~2-10 persone in alcune branche (fisica teorica, stato solido) a 50-2000 degli esperimenti di alte energie. I conseguenti indici H sono mediamente diversi. Addirittura, in fisica delle alte energie diversi esperimenti hanno politiche editoriali diverse (o firmano tutti, o solo quelli che hanno prodotto gran parte del risultato, o firmano tutti coloro che lo chiedono).
Sono comunque d'accordo con Procesi:
2010/3/21 claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it:
cari colleghi io penso che la discussione sugli indicatori sia sostanzialmente fuorviante, si parla di strumenti e non di chi e come li usa, strumenti che fra l'altro andrebbero usati con grandissima cautela, invece di parlare della sostanza.
a patto che con questo non si escluda l'utilita' anche degli indici bibliometrici. Certamente l'indice H non salvera' la ricerca italiana, da solo. E la normaitva credo gia' vigente che ho letto, che piu' o meno impone l'uso degli indici bibliometrici per il reclutamento dei ricercatori e' ridicola e ritengo non abbia paragoni in tutto il mondo civile conosciuto.
Cio' che potrebbe risollevare universita' e ricerca italiana e' piuttosto una politica generale e condivisa orientata a favorire il merito e una competizione trasparente e onesta, politica che dovrebbe includere esperti della ricerca stessa molto piu' che burocrati che usano l'indice H senza nemmeno comprenderlo. Come attrezzi utili all'interno di questa politica pero' includo anche gli indici bibliometrici.
Saluti,
E' una proposta interessante, penso non sarebbe difficile seguire i concorsi che si stanno per espletare.Evidentemente chi è interessato può centralizzare su Valdinoci e qualche altro volontario le informazioni oportune. Volentieri mi offrirei ma non ho la competenza informatica adeguata per un'analisi che deve essere condotta con una certa affidabilità. Un saluto Rino
Quoting Enrico Valdinoci valdinoc@axp.mat.uniroma2.it:
Carissimi,
io credo che lo strumento di Gianni (per quanto ovviamente perfettibile come ogni ricerca pionieristica) sia moooolto interessante e potrebbe fornirci un'utile cartina al tornasole. Ad es., credo che si svolgeranno ora N concorsi. Potremmo estrarne a sorte n per ogni area e far uscire un numerino per ogni candidato, e magari per ogni commissario, e vedere se-quanto-in quali aree-ecc i numerini coincidono coi vincitori. Ovviamente dovremmo stare attenti a omonimie e simili, ma forse con un po' di cura si puo' fare, e se n e' sufficientemente grande, gli errori statistici dovrebbero mediarsi...
Dopodiche', che succede? Boh: Scenario 1) Gli indicatori coincidono (circa) coi vincitori. Allora lo strumento e il sistema funzionano concordemente. Scenario 2) Gli indicatori non coincidono manco per gnente coi vincitori. Beh, questo ci darebbe almeno un'analisi delle aree in cui la difformita' e' maggiore, e potremmo cercare di capire il perche' di queste difformita'. Questo sarebbe molto utile (almeno a me) per farsi un'idea dell'attualizzabilita' di ogni proposta fondata sulla valutazione. Che ne dite, si puo' fare? Ciao, E.
Carissimi
Non so se qualcuno di voi è ancora interessato alla valutazione. Daniele Peluso, un mio studente, mi ha
aiutato a rendere più fruibili i miei fogli di excel progettando un'interfaccia a cui potete accedere all'indirizzo
http://160.80.35.6/ScholarSearch/
Cliccate sul rettangolo verde e poi ... spero che il resto sia intuitivo
prima di sommergemi di proteste e critiche leggetevi attentamente il disclaimer
a presto
gianni
On Jan 16, 2009, at 8:59 AM, Roberto Battiston wrote:
Sono d'accordo, visto l'ottimo lavoro di Gianni e ci siamo parlati nei mesi scorsi. Credo che il suo contributo sia essenziale, pero' lui ha lavorato molto nel settore biologico, dovremmo assicurarci che l'interesse per questo tipo di studio sia presente anche in altre aree=ci siano volontari.
RB
On [DATE], "[NAME]" <[ADDRESS]> wrote:
Caro Battiston, come ho ribadito, questo è più o meno quello che ha già fatto Gianni Cesareni......
Patrizio Dimitri
Ottima idea, abbiam qualcuno che lavora in questo settore e ha qualche cosa da aggiungere ? rb
On [DATE], "[NAME]" <[ADDRESS]> wrote:
> ----Messaggio originale---- > Da: procesi@mat.uniroma1.it Fwd: indicatori >> mi chiedo se la discussione avuta sugli indicatori non si possa >> trasformare in un esperimento >> [...] > Questo e` un lavoro che si potrebbe dare da fare praticamente ad > una > segretaria o un precario a pagamento. >
Forse potrebbe essere un argomento simpatico per una tesi di laurea triennale in "data mining". In particolare sarebbe interessante cercare di studiare la correlazione degli indici tra di loro, e con i dati CIVR.
c.c.
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