DUE COMMENTI: primo i giornali fanno sempre disinformazione, anche inutile visto che non c'e` bisogno di gonfiare la notizia. Non so quale sia il costo effettivo per l'universita` ma uno stipendio lordo di 140.000€ non esiste per un professore, a meno che abbiano di nascosto cambiato le leggi apposta per Petrini.
Io ho vinto il concorso a cattedra nel 1970 e il mio stipendio lordo e` di 98.000€ (non mi lamento anzi credo sarebbe meglio che pagassero di piu` i giovani).
SECONDO cosa molto piu` grave, credo che questa e` una delle infinite tappe della idiozia dei nostri rettori e senati accademici che per farsi pubblicita` danno lauree honoris causae ad attori, papi, motociclisti o comunque "famosi" in televisione ma NON nel mondo della scienza. Qui esiste un PROBLEMA ENORME, siamo in una societa` in cui conta solo l'impatto mediatico. Il matematico piu` famoso in ITALIA e` Odifreddi a cui riconosco senza esitazione molti meriti ma non fa ricerca da decenni. Siamo nella condizione collettiva di quella signora negli US che per partorire voleva George Clooney perche' avendolo visto in ER si fidava di lui.
credo siamo vicini alla rovina claudio
On Dec 22, 2008, at 5:12 PM, Maurizio Tirassa wrote:
Date: Mon, 22 Dec 2008 09:23:18 +0100 From: Annamaria Deagostino annamaria.deagostino@unito.it To: coordunito@di.unito.it Subject: [coordunito] pubblicità progresso
Invio articolo emblematico, per chi non l'avesse letto. Buone feste a tutti, Annamaria
Professor Petrini la cattedra è servita Carlo Petrini, dopo le polemiche aveva fatto un passo indietro
<http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/9071girata.a...
<http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/9071girata.a... http://www.lastampa.it/_web/_servizi/piuvisti/default.asp
Da Roma il via libera alla docenza RAPHAËL ZANOTTI Poltrona jet per il guru di slow food Carlin Petrini. Dopo la decisione del senato accademico, ora c'è anche il disco verde da Roma. Il Consiglio nazionale universitario ha dato il via libera alla sua chiamata come docente di «chiara fama». Se anche il ministero avallerà la proposta, Petrini diventerà professore ordinario alla straordinaria cattedra di «Sociologia dell'ambiente e del territorio» alla facoltà di Scienze, unico sociologo in mezzo ad alambicchi e formule matematiche. Tutto senza concorsi. Le polemiche, al Cun, non sono mancate, così com'era successo a Torino quando era stata resa pubblica la proposta e i sociologi torinesi si erano sollevati con critiche anche piuttosto velenose.
Ma tant'è. Sembra scomparso anche l'annuncio della rinuncia alla cattedra fatto dallo stesso Petrini in un'intervista sui giornali. Nel Paese dove nessuno si dimette, figuriamoci se si rinuncia a uno stipendio da 140mila euro lordi l'anno per qualche dichiarazione alla carta stampata. Il professor Luciano Allegra, uno dei docenti universitari che avevano guidato la fronda interna contro la proposta di Petrini, prende atto. «Lo avevo detto all'epoca: aspettiamoci allora la nomina di un cavallo alla cattedra di zoologia, quella di Maria De Filippi a Psicologia Generale e quella di Alba Parietti a Chirurgia Plastica.
Cos'è cambiato? Ora pare che per avere la Parietti dovremo fare a pugni con il Pd». Al Cun la chiamata di Petrini è passata con venti voti a favore, due contrari e dodici astenuti (che contano come no). Sergio Zilli, ricercatore dell'Università di Trieste è uno dei membri del Cun che ha votato contro: «Il problema, per me, è che Petrini non rispettava nemmeno uno dei tre criteri previsti per una nomina così prestigiosa. Non esiste una cattedra come la sua a livello internazionale, le pubblicazioni scientifiche che ha presentato sono interessanti, ma divulgative e non scientifiche (due elenchi di vini italiani e un volume sulla filosofia di slow food, ndr). Per i riconoscimenti internazionali ci sono state presentate tre lauree ad honorem.
Non ho niente contro Petrini, ma così si svilisce il nostro lavoro. Petrini avrà una cattedra, dall'indomani verrà chiamato per far parte delle commissioni d'esame che giudicano il futuro dei sociologi italiani e dovrà tenere due corsi di 120 ore l'anno». Il rettore Ezio Pelizzetti, presente al Cun al momento della presentazione della proposta, difende la scelta. «È l'università che apre i propri orizzonti. D'altra parte 500 anni fa come si sceglievano i docenti? All'epoca non esistevano percorsi accademici». Sarà, ma negli ultimi due anni nessuna università ha presentato chiamate di docenti per «chiara fama» (l'ultimo che si ricorda è il Nobel Carlo Rubbia). Probabilmente per la spesa: un ordinario costa 140mila euro l'anno all'università. E quella di Torino ha fatto fatica a chiudere il bilancio di quest'anno.
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Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Prima di tutto gli stipendi lordi (per sapere quelli netti ci vuole un bravo ragioniere) sono noti e liberamente disponibili. Ad esempio per l'Università di Firenze basta andare sulla pagina http://www.unifi.it/CMpro-v-p-2864.html SI vede che passa i 170000 euro un ordinario all'ultimo stadio (suona un pò male -ehm-) P.ORD. t/p II pe cl.14 sc.9 (traduzione Prof Ord. tempo pieno seconda progr. economica, classe 14 scatti 9). Non so esattamente come ci si arrivi ma presumo uno che ha vinto la cattedra a 12 anni e si approssimi ai 97 anni di età.... Sulla questione di Petrini e la sua chiamata: in effetti è un personaggio che ha fatto e fa cultura in Italia; da un punto di vista marketing forse dà anche lustro e richiama studenti. La chiamata per chiara fama nel campo scientifico certo dovrebbe essere ben altro, ma nel settore sociologico non mi pare uno scandalo. Saluti Alessio Papini
----- Messaggio da procesi@mat.uniroma1.it --------- Data: Tue, 23 Dec 2008 08:29:47 +0100 Da: claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] [coordunito] pubblicità progresso A: Maurizio Tirassa tirassa@psych.unito.it Cc: Forum Università e Ricerca universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
DUE COMMENTI: primo i giornali fanno sempre disinformazione, anche inutile visto che non c'e` bisogno di gonfiare la notizia. Non so quale sia il costo effettivo per l'universita` ma uno stipendio lordo di 140.000€ non esiste per un professore, a meno che abbiano di nascosto cambiato le leggi apposta per Petrini.
Io ho vinto il concorso a cattedra nel 1970 e il mio stipendio lordo e` di 98.000€ (non mi lamento anzi credo sarebbe meglio che pagassero di piu` i giovani).
io credo ci sia della confusione, io sono piu o meno all'ultimo stadio: classe 14 scatti 5, non vedo come posso arrivare a scatti 9 forse quando c'era il fuori ruolo, comunque dubito che 4 scatti raddoppiano quasi lo stipendio, ma tra tre anni devo andare in pensione.
Sul mio CUD appare 98.000 che e` la definizione che io darei di stipendio lordo, quello su cui pago le tasse. Poi se ci sono altre voci sul bilancio dell universita` non saprei. Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Solo poche note che mi sembrano opportune, dal momento che sono stato io a inoltrare la questione del Petrini:
1. Carlo Petrini è l'inventore di Slow Food. Attività rispettabilissima, che non capisco bene cos'abbia a che fare con l'Università. Se chiamiamo per chiara fama lui, allora vorrei anche l'inventore dei Quattro Salti in Padella e soprattutto del sushi take-away sotto casa mia, che mi salvano la vita quando rientro a casa tardi dal lavoro molto più di quanto faccia il Petrini.
2. Come è già stato notato, la chiamata del Petrini per chiara fama è stata deliberata dalla facoltà di Scienze MFN dell'Università di Torino, non a essa imposta da chicchessia. E certamente le chiamate non le fanno i Dipartimenti, almeno qua a Torino.
3. Il Rettore dell'Università di Torino, Ezio Pelizzetti, che stando all'articolo dalla Stampa ha avallato e difeso in pieno la chiamata, appartiene appunto alla facoltà di Scienze MFN e al SSD CHIM/01 Chimica Analitica.
4. I sociologi dell'Università di Torino hanno espresso forti perplessità sulla faccenda. Dubito che abbiano deliberato sulla chiamata, dal momento che a Scienze MFN tendenzialmente di sociologi ce ne sono pochini.
5. A quanto ho capito dalle discussioni che ci sono state sulla nostra lista interna, i chiamati per chiara fama entrano come ordinari all'ultimo gradino di anzianità (giustamente, mica possono risalire la scala come tutti).
6. Non ho capito esattamente cosa intenda Alessio Papini scrivendo "La chiamata per chiara fama nel campo scientifico certo dovrebbe essere ben altro, ma nel settore sociologico non mi pare uno scandalo." Non desidero fare il difensore d'ufficio dei sociologi, ma mi pare naturale pensare che facciano ricerca scientifica come tutti gli altri. In generale, vorrei far notare ad alcuni di coloro che contribuiscono a questa lista che la ricerca scientifica non è confinata alle sole facoltà di Scienze MFN ma che, nel nostro piccolo, ci proviamo anche noi che abbiamo a che fare con le bizzarrie degli esseri umani e non con le grandi e precise leggi che descrivono l'universo materiale.
Buonanotte e buon Natale,
- Maurizio Tirassa
"Maurizio" == Maurizio Tirassa maurizio.tirassa@tele2.it writes:
Maurizio> 5. A quanto ho capito dalle discussioni che ci sono Maurizio> state sulla nostra lista interna, i chiamati per chiara Maurizio> fama entrano come ordinari all'ultimo gradino di Maurizio> anzianità (giustamente, mica possono risalire la scala Maurizio> come tutti).
Non credo che questo sia vero, in altri casi (molti anni fa a dire il vero) so per certo di chiamate per chiara fama al gradino iniziale. Il CUN propone l'inquadramento, sulla base delle posizioni precedenti.
Carlo Traverso
la discussione sullo stipendio di un professore di chiara fama e` di "lana caprina" e rispecchia la burocratizzzione operata nei nostri cervelli da anni in cui stiamo in questo sistema.
Se io volessi chiamare il giovane genio che ha appena vinto la medaglia Fields, un chiaro esempio di chiara fama, dovrei contenderlo magari ad Harvard che gli offre, che so, 300.000$ di stipendio.
Quindi il tutto e` insensato.
Il fatto resta che ormai i rettori e i presidi cercano pubblicita` , non il progresso della scienza. D'altra parte sembra che questo e` quello che vuole il pubblico che poi iscrive i suoi figli all'universita`. Anche se non esagererei, la realta` e` piu` complessa, ci sono moltissime persone in Italia che non si sono ancora bevute il cervello, solo che ai media interessano poco. Recentemente in un concorso di bellezza mi pare avevano messo in commissione Priebke, uno dei massacratori delle fosse Ardeatine, uno Famoso non e` vero? Vi ricordate l'anno in cui morirono piu` o meno allo stesso momento Madre Teresa di Calcutta, la principessa Diana e Moana Pozzi. Leggendo i giornali non si capiva quale delle tre fosse la santa e quale la pornostar. Nell'immaginario collettivo si sovrapponevano.
Un tempo esisteva l'istituzione della "damnatio memoriae" e ora questa si applica a tutti quelli che non compaiono in TV.
claudio
Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
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per farvi gli auguri vi mando il testo di una "Christmas Carol" scritta da un Matematico, Tom Lehrer, non sono riuscito a scaricare la musica ma vi mando un link.
Con l'occasione vi prego di provare ad usare il nuovo Forum, mettete i commenti al documento, per farlo non c'e` bisogno di registrarsi e puo` essere un modo per iniziare a familiarizzarsi.
------------------ One very familiar type of song is the christmas carol. It has always seemed to me after all. that christmas, with its spirit of giving, offers us all a wonderful opportunity each year to reflect on what we all most sincerely and deeply believe in.
I refer of course, to money. and yet none of the christmas carols that you hear on the radio or in the street, even attempt to capture the true spirit of christmas as we celebrate it in the united states. that is to say the commercial spirit. so I should like to offer the following christmas carol, as being perhaps a bit more appropriate.
Christmas time is here, by golly, Disapproval would be folly, Deck the halls with hunks of holly, Fill the cup and dont say when. Kill the turkeys, ducks and chickens, Mix the punch, drag out the dickens, Even though the prospect sickens, Brother, here we go again.
On christmas day you cant get sore, Your fellow man you must adore, Theres time to rob him all the more The other three hundred and sixty-four.
Relations, sparing no expensell Send some useless old utensil, Or a matching pen and pencil. Just the thing I need! how nice! It doesnt matter how sincere it Is, nor how heartfelt the spirit, Sentiment will not endear it, Whats important is the price.
Hark the herald tribune sings, Advertising wondrous things. God rest ye merry, merchants, May you make the yuletide pay. Angels we have heard on high Tell us to go out and buy!
So let the raucous sleigh bells jingle, Hail our dear old friend kris kringle, Driving his reindeer across the sky. Dont stand underneath when they fly by.
Actually I did rather well myself, this last christmas. the nicest present I received was a gift certificate good at any hospital for a lobotomy. rather thoughtful.
Tom Lehrer
http://www.lyricsfreak.com/t/tom+lehrer/a+christmas+carol_20138380.html
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Forse l'hanno chiamato per chiara FAME A quando la cattedra per la bruschetta? Margherita Hack ----- Original Message ----- From: "Maurizio Tirassa" maurizio.tirassa@tele2.it To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Wednesday, December 24, 2008 1:45 AM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] pubblicità progresso
Solo poche note che mi sembrano opportune, dal momento che sono stato io a inoltrare la questione del Petrini:
1. Carlo Petrini è l'inventore di Slow Food. Attività rispettabilissima, che non capisco bene cos'abbia a che fare con l'Università. Se chiamiamo per chiara fama lui, allora vorrei anche l'inventore dei Quattro Salti in Padella e soprattutto del sushi take-away sotto casa mia, che mi salvano la vita quando rientro a casa tardi dal lavoro molto più di quanto faccia il Petrini.
2. Come è già stato notato, la chiamata del Petrini per chiara fama è stata deliberata dalla facoltà di Scienze MFN dell'Università di Torino, non a essa imposta da chicchessia. E certamente le chiamate non le fanno i Dipartimenti, almeno qua a Torino.
3. Il Rettore dell'Università di Torino, Ezio Pelizzetti, che stando all'articolo dalla Stampa ha avallato e difeso in pieno la chiamata, appartiene appunto alla facoltà di Scienze MFN e al SSD CHIM/01 Chimica Analitica.
4. I sociologi dell'Università di Torino hanno espresso forti perplessità sulla faccenda. Dubito che abbiano deliberato sulla chiamata, dal momento che a Scienze MFN tendenzialmente di sociologi ce ne sono pochini.
5. A quanto ho capito dalle discussioni che ci sono state sulla nostra lista interna, i chiamati per chiara fama entrano come ordinari all'ultimo gradino di anzianità (giustamente, mica possono risalire la scala come tutti).
6. Non ho capito esattamente cosa intenda Alessio Papini scrivendo "La chiamata per chiara fama nel campo scientifico certo dovrebbe essere ben altro, ma nel settore sociologico non mi pare uno scandalo." Non desidero fare il difensore d'ufficio dei sociologi, ma mi pare naturale pensare che facciano ricerca scientifica come tutti gli altri. In generale, vorrei far notare ad alcuni di coloro che contribuiscono a questa lista che la ricerca scientifica non è confinata alle sole facoltà di Scienze MFN ma che, nel nostro piccolo, ci proviamo anche noi che abbiamo a che fare con le bizzarrie degli esseri umani e non con le grandi e precise leggi che descrivono l'universo materiale.
Buonanotte e buon Natale,
- Maurizio Tirassa
Ormai deve essere l'andazzo! Visto che la cultura è il nutrimento dello spirito si decide di puntare tutto su esperti della ristorazione. Ricordate la nomina (da parte del Ministro Bondi) di Mario Resca, dirigente della McDonald's Italia, a capo dei Musei italiani e della valorizzazione?
Patrizio Dimitri
Forse l'hanno chiamato per chiara FAME A quando la cattedra per la bruschetta? Margherita Hack ----- Original Message ----- From: "Maurizio Tirassa" maurizio.tirassa@tele2.it To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Wednesday, December 24, 2008 1:45 AM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] pubblicità progresso
Solo poche note che mi sembrano opportune, dal momento che sono stato io a inoltrare la questione del Petrini:
- Carlo Petrini è l'inventore di Slow Food.
Attività rispettabilissima, che non capisco bene cos'abbia a che fare con l'Università. Se chiamiamo per chiara fama lui, allora vorrei anche l'inventore dei Quattro Salti in Padella e soprattutto del sushi take-away sotto casa mia, che mi salvano la vita quando rientro a casa tardi dal lavoro molto più di quanto faccia il Petrini.
- Come è già stato notato, la chiamata del
Petrini per chiara fama è stata deliberata dalla facoltà di Scienze MFN dell'Università di Torino, non a essa imposta da chicchessia. E certamente le chiamate non le fanno i Dipartimenti, almeno qua a Torino.
- Il Rettore dell'Università di Torino, Ezio
Pelizzetti, che stando all'articolo dalla Stampa ha avallato e difeso in pieno la chiamata, appartiene appunto alla facoltà di Scienze MFN e al SSD CHIM/01 Chimica Analitica.
- I sociologi dell'Università di Torino hanno
espresso forti perplessità sulla faccenda. Dubito che abbiano deliberato sulla chiamata, dal momento che a Scienze MFN tendenzialmente di sociologi ce ne sono pochini.
- A quanto ho capito dalle discussioni che ci
sono state sulla nostra lista interna, i chiamati per chiara fama entrano come ordinari all'ultimo gradino di anzianità (giustamente, mica possono risalire la scala come tutti).
- Non ho capito esattamente cosa intenda Alessio
Papini scrivendo "La chiamata per chiara fama nel campo scientifico certo dovrebbe essere ben altro, ma nel settore sociologico non mi pare uno scandalo." Non desidero fare il difensore d'ufficio dei sociologi, ma mi pare naturale pensare che facciano ricerca scientifica come tutti gli altri. In generale, vorrei far notare ad alcuni di coloro che contribuiscono a questa lista che la ricerca scientifica non è confinata alle sole facoltà di Scienze MFN ma che, nel nostro piccolo, ci proviamo anche noi che abbiamo a che fare con le bizzarrie degli esseri umani e non con le grandi e precise leggi che descrivono l'universo materiale.
Buonanotte e buon Natale,
- Maurizio Tirassa
Scusate l'ulteriore messaggio ma vorrei evitare fraintendimenti: non intendevo denigrare l'attività di ricerca dei sociologi, ma intendevo dire che per "chiara fama" nel settore delle scienze -diciamo così- dure, si intende presumo uno che abbia diverse pubblicazioni su riviste di altissimo livello, che so Nature, Science, Cell ecc.. Nel caso della Sociologia invece probabilmente si può definire di chiara fama anche chi ha scritto dei libri pubblicati anche localmente magari in lingua italiana ma di ampia diffusione e che abbiano avuto un forte impatto culturale. E questo potrebbe essere il caso di Petrini e dello slow food, che è ben di più di una serie di ricette tipiche, ma assume un'importanza fondamentale anche nella salvaguardia delle tradizioni e culture locali e perfino nelle scelte dei piani strutturali delle amministrazioni pubbliche. Ricordo che Petrini è perfino citato in un libro di Vazquez Montalban, quinfi la fama c'è, se sia "chiara" non sono la persona più adatta a deciderlo... Concludendo: la chiara fama nel settore scientifico si basa sulle pubblicazioni scientifiche, premi, al limite brevetti, nel settore sociologico e in generale nelle materie umanistiche credo la valutazione vada fatta con altri criteri. Quindi nessun intento denigratorio della ricerca dei sociologi. Saluti Alessio Papini
----- Messaggio da maurizio.tirassa@tele2.it --------- Data: Wed, 24 Dec 2008 01:45:18 +0100 Da: Maurizio Tirassa maurizio.tirassa@tele2.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] pubblicità progresso A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it ...
- Non ho capito esattamente cosa intenda Alessio
Papini scrivendo "La chiamata per chiara fama nel campo scientifico certo dovrebbe essere ben altro, ma nel settore sociologico non mi pare uno scandalo." Non desidero fare il difensore d'ufficio dei sociologi, ma mi pare naturale pensare che facciano ricerca scientifica come tutti gli altri. In generale, vorrei far notare ad alcuni di coloro che contribuiscono a questa lista che la ricerca scientifica non è confinata alle sole facoltà di Scienze MFN ma che, nel nostro piccolo, ci proviamo anche noi che abbiamo a che fare con le bizzarrie degli esseri umani e non con le grandi e precise leggi che descrivono l'universo materiale.
Buonanotte e buon Natale,
- Maurizio Tirassa
Vi prego di rispettare Carlo Petrini, figura eminente di studioso dei problemi dell'alimentazione mondiale, difensore della biodiversita' e dei diritti dei contadini del mondo, uno dei principali esponenti della lotta contro le nefaste politiche delle multinazionali delle sementi, dell'acqua, degli ogm. Altro che laurea honoris causa dalla facolta' di scienze di Torino, pure pienamente giustificata dal fatto che il suo lavoro ha evidenti e fondamentali implicazioni biologiche ed ambientali: ci vorrebbe il premio Nobel per la pace!
Saluti e auguri,
Paolo Acquistapace
Mi pare che molti di noi si stiano appassionando ai problemi e non disdegnino di leggere email anche durante le vacanze: visto che altri saranno di diverso avviso, mi permetto di riportare qui sotto le istruzioni di Carlo Traverso su come CANCELLARSI dalla mailing list...
In generale, ho paura che una discussione troppo lunga possa portare al nostro logoramento: io proporrei di fissare subito una lista di
1. scadenze (avere una proposta definitiva entro ????????) 2. mezzi di diffusione della proposta definitiva (intervista a Report? contattare Beppe Grillo o Piero Angela? ...)
Ciao, E.
---------- Forwarded message ---------- Date: Wed, 03 Dec 2008 18:44:10 +0100 From: Carlo Traverso traverso@posso.dm.unipi.it
si accede alla pagina https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione (bisogna accettare il certificato)
si mette il proprio indirizzo alla fine pagina (in "cancellati o modifica opzioni)
si cambiano le opzioni (e' tutto molto chiaro e ci sono gli help)
Enrico Valdinoci wrote:
Mi pare che molti di noi si stiano appassionando ai problemi e non disdegnino di leggere email anche durante le vacanze: visto che altri saranno di diverso avviso, mi permetto di riportare qui sotto le istruzioni di Carlo Traverso su come CANCELLARSI dalla mailing list...
In generale, ho paura che una discussione troppo lunga possa portare al nostro logoramento: io proporrei di fissare subito una lista di
- scadenze (avere una proposta definitiva entro ????????)
Molto d'accordo per fissare una scadenza.
- mezzi di diffusione della proposta definitiva
(intervista a Report? contattare Beppe Grillo o Piero Angela? ...)
Per favore non Beppe Grillo!!!!
Ciao, E.
Giancarlo Rossi
beppe grillo e il suo populismo lo lascerei fuori ha fatto più danni che altro! piero benedetti Il giorno 25/dic/08, alle ore 08:37, Enrico Valdinoci ha scritto:
Mi pare che molti di noi si stiano appassionando ai problemi e non disdegnino di leggere email anche durante le vacanze: visto che altri saranno di diverso avviso, mi permetto di riportare qui sotto le istruzioni di Carlo Traverso su come CANCELLARSI dalla mailing list...
In generale, ho paura che una discussione troppo lunga possa portare al nostro logoramento: io proporrei di fissare subito una lista di
- scadenze (avere una proposta definitiva entro ????????)
- mezzi di diffusione della proposta definitiva
(intervista a Report? contattare Beppe Grillo o Piero Angela? ...)
Ciao, E.
---------- Forwarded message ---------- Date: Wed, 03 Dec 2008 18:44:10 +0100 From: Carlo Traverso traverso@posso.dm.unipi.it
si accede alla pagina https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione (bisogna accettare il certificato)
si mette il proprio indirizzo alla fine pagina (in "cancellati o modifica opzioni)
si cambiano le opzioni (e' tutto molto chiaro e ci sono gli help)
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni: http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/lettera.html
Prof. Piero Benedetti Department of Biology University of Padova Via U. Bassi 58/B Padova, PD 35131 Italy Phone: +39-049-8276289 Fax: +39-049-8276300
la discussione su Petrini e` chiaramente deragliata.
La prima cosa da chiarire, che ha una rilevanza per la nostra discussione, e` l'istituto della "chiara fama". E` evidente che si tratta di un istituto ormai obsoleto, aveva senso in una universita` in cui i professori erano Fermi, Croce, Volterra etc.. Essere chiamati in una tale universita` voleva dire entrare nella crema della classe dirigente del paese. Oggi invece ci si puo` trovare anche a fianco, e con stipendio inferiore, a personaggi mediocri se non loschi. In teoria una chiamata per chiara fama dovrebbe essere finalizzata ad acquisire una professionalita` elevatissima che complementa quelle esistenti in un Dipartimento o apre un nuovo filone di ricerca. Sempre in teoria, questo potrebbe essere simile a quelle che in USA si chiamano "one million dollar chair". Ma quando si fanno tali operazioni si devono avere ben altri mezzi a disposizione, se si chiama un collega per aprire un filone di ricerca gli si deve dare la possibilita` di scegliere collaboratori, se e` uno sperimentale gli si deve offrire un laboratorio adeguatamente attrezzato e finanziato etc.. Infine gli si deve poter offrire uno stipendio adeguato e non certo dirgli che sara` poi il CUN a determinare la sua classe di stipendio. Nelle condizioni attuali di fatto la chiara fama funziona poco e male. Nel caso Petrini la domanda essenziale non e` tanto quale siano le qualita` di Petrini ma cosa va a fare nell'universita`. Leggendo il suo CV non sarei affatto scandalizzato se ad esempio gli facessero fare il Rettore, viste le sue capacita` manageriali, ben diverso se e` una delle tante operazioni di marketing che fanno le nostre universita` e questo senza togliere nessun merito a Petrini. claudio
Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Sono d'accordo, questo è un periodo di “basso impero”, lo vedo anche dal livello scolastico, a partire dalle elementari. La scuola non ha più nessun valore formativo bambini e ragazzi “crescono” in preda ad attività che precludono qualsiasi attività creativa, di elaborazione e astrazione: play station, video game, TV, cellulari; nella scuola non c’è alcun progetto formativo serio o se c’è non ha la diffusione che meriterebbe. La famiglia, poi, spesso non riesce a colmare questo vuoto, anzi lo alimenta. Conta solo l’immagine, la superficie, il soldo.
E’ anche a causa della degradazione del sistema scolastico e dell’istruzione che il paese versa in queste condizioni. Vi invio il discorso completo di Calamandrei, di cui era circolata una versione ridotta. Trovo fondamentale la conclusione dove dice che non bisogna lasciarsi vincere dallo scoramento.
Oggi servirebbe una sorta di “catena umana etica” che unisca tutti quelli che vogliono resistere. Saviano su Repubblica di qualche giorno fa scrive proprio questo: invita la gente a svegliarsi, abbandonare cinismo e rassegnazione, assumersi le proprie responsablità, fare pressione per cercare di innescare un cambiamento.
Sui giornali e televisioni parlano sempre i soliti e noi siamo poco ascoltati anche perchè finora ci è mancata una forte spinta all’aggregazione per farci sentire.
L’editore Luca Sossella luca sossella (l.sossella@mediaevo.com), una persona seria che vuole “resistere” ha intenzione di promuovere un convegno su scuola ie istruzione, in occasione dei 60 anni dal disocrso di Calamandrei; è un’ ottima idea, sarebbe un momento di aggregazione per partire da scuola e istruzione e magari anche ricerca per andare anche oltre. Che ne dite?
A presto,
Patrizio --
Patrizio Dimitri Dipartimento di Genetica e Biologia Molecolare Università La Sapienza Via dei Sardi, 70 00185 Roma
Tel. +39-06-49917948 Cell +39-339-1977128 http://www.salvarelaricerca.blogspot.com
Pensare a un convegno nel 2010 (sessant'anni dopo il discorso di Calamandrei) che si intitoli "Difesa della scuola" vi sembra un'idea bizzarra o un progetto ormai troppo in ritardo?
Mi sono permesso di evidenziare in grassetto alcuni passaggi che descrivono il nostro quotidiano e dimostrano ancora una volta la lungimiranza di Piero Calamandrei.
Sellerio ha pubblicato di Piero Calamandrei "Per la scuola" con un'introduzione di Tullio De Mauro e una nota storico-bibliografica di Silvia Calamandrei. 144 pagine 10.00 Euro.
Luca Sossella __________________
Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell'Associazione a difesa della scuola nazionale «Facciamo l'ipotesi» Piero Calamandrei 1950
Cari colleghi, Noi siamo qui insegnanti di tutti gli ordini di scuole, dalle elementari alle università [...]. Siamo qui riuniti in questo convegno che si intitola alla Difesa della scuola. Perché difendiamo la scuola? Forse la scuola è in pericolo? Qual è la scuola che noi difendiamo? Qual è il pericolo che incombe sulla scuola che noi difendiamo? Può venire subito in mente che noi siamo riuniti per difendere la scuola laica. Ed è anche un po' vero ed è stato detto stamane. Ma non è tutto qui, c'è qualche cosa di più alto. Questa nostra riunione non si deve immiserire in una polemica fra clericali ed anticlericali. Senza dire, poi, che si difende quello che abbiamo. Ora, siete proprio sicuri che in Italia noi abbiamo la scuola laica? Che si possa difendere la scuola laica come se ci fosse, dopo l'art. 7? Ma lasciamo fare, andiamo oltre. Difendiamo la scuola democratica: la scuola che corrisponde a quella Costituzione democratica che ci siamo voluti dare; la scuola che è in funzione di questa Costituzione, che può essere strumento, perché questa Costituzione scritta sui fogli diventi realtà [...].
La scuola, come la vedo io, è un organo "costituzionale". Ha la sua posizione, la sua importanza al centro di quel complesso di organi che formano la Costituzione. Come voi sapete (tutti voi avrete letto la nostra Costituzione), nella seconda parte della Costituzione, quella che si intitola "l'ordinamento dello Stato", sono descritti quegli organi attraverso i quali si esprime la volontà del popolo. Quegli organi attraverso i quali la politica si trasforma in diritto, le vitali e sane lotte della politica si trasformano in leggi. Ora, quando vi viene in mente di domandarvi quali sono gli organi costituzionali, a tutti voi verrà naturale la risposta: sono le Camere, la Camera dei deputati, il Senato, il presidente della Repubblica, la Magistratura: ma non vi verrà in mente di considerare fra questi organi anche la scuola, la quale invece è un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo. Se si dovesse fare un paragone tra l'organismo costituzionale e l'organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell'organismo umano hanno la funzione di creare il sangue [...].
La scuola, organo centrale della democrazia, perché serve a risolvere quello che secondo noi è il problema centrale della democrazia: la formazione della classe dirigente. La formazione della classe dirigente, non solo nel senso di classe politica, di quella classe cioè che siede in Parlamento e discute e parla (e magari urla) che è al vertice degli organi più propriamente politici, ma anche classe dirigente nel senso culturale e tecnico: coloro che sono a capo delle officine e delle aziende, che insegnano, che scrivono, artisti, professionisti, poeti. Questo è il problema della democrazia, la creazione di questa classe, la quale non deve essere una casta ereditaria, chiusa, una oligarchia, una chiesa, un clero, un ordine. No. Nel nostro pensiero di democrazia, la classe dirigente deve essere aperta e sempre rinnovata dall'afflusso verso l'alto degli elementi migliori di tutte le classi, di tutte le categorie. Ogni classe, ogni categoria deve avere la possibilità di liberare verso l'alto i suoi elementi migliori, perché ciascuno di essi possa temporaneamente, transitoriamente, per quel breve istante di vita che la sorte concede a ciascuno di noi, contribuire a portare il suo lavoro, le sue migliori qualità personali al progresso della società [...].
A questo deve servire la democrazia, permettere ad ogni uomo degno di avere la sua parte di sole e di dignità (applausi). Ma questo può farlo soltanto la scuola, la quale è il complemento necessario del suffragio universale. La scuola, che ha proprio questo carattere in alto senso politico, perché solo essa può aiutare a scegliere, essa sola può aiutare a creare le persone degne di essere scelte, che affiorino da tutti i ceti sociali.
Vedete, questa immagine è consacrata in un articolo della Costituzione, sia pure con una formula meno immaginosa. E' l'art. 34, in cui è detto: "La scuola è aperta a tutti. I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi". Questo è l'articolo più importante della nostra Costituzione. Bisogna rendersi conto del valore politico e sociale di questo articolo. Seminarium rei pubblicae, dicevano i latini del matrimonio. Noi potremmo dirlo della scuola: seminarium rei pubblicae: la scuola elabora i migliori per la rinnovazione continua, quotidiana della classe dirigente. Ora, se questa è la funzione costituzionale della scuola nella nostra Repubblica, domandiamoci: com'è costruito questo strumento? Quali sono i suoi principi fondamentali? Prima di tutto, scuola di Stato. Lo Stato deve costituire le sue scuole. Prima di tutto la scuola pubblica. Prima di esaltare la scuola privata bisogna parlare della scuola pubblica. La scuola pubblica è il prius, quella privata è il posterius. Per aversi una scuola privata buona bisogna che quella dello Stato sia ottima (applausi). Vedete, noi dobbiamo prima di tutto mettere l'accento su quel comma dell'art. 33 della Costituzione che dice cos": "La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi". Dunque, per questo comma [...] lo Stato ha in materia scolastica, prima di tutto una funzione normativa. Lo Stato deve porre la legislazione scolastica nei suoi principi generali. Poi, immediatamente, lo Stato ha una funzione di realizzazione [...].
Lo Stato non deve dire: io faccio una scuola come modello, poi il resto lo facciano gli altri. No, la scuola è aperta a tutti e se tutti vogliono frequentare la scuola di Stato, ci devono essere in tutti gli ordini di scuole, tante scuole ottime, corrispondenti ai principi posti dallo Stato, scuole pubbliche, che permettano di raccogliere tutti coloro che si rivolgono allo Stato per andare nelle sue scuole. La scuola è aperta a tutti. Lo Stato deve quindi costituire scuole ottime per ospitare tutti. Questo è scritto nell'art. 33 della Costituzione. La scuola di Stato, la scuola democratica, è una scuola che ha un carattere unitario, è la scuola di tutti, crea cittadini, non crea né cattolici, né protestanti, né marxisti. La scuola è l'espressione di un altro articolo della Costituzione: dell'art. 3: "Tutti i cittadini hanno parità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politica, di condizioni personali e sociali". E l'art. 151: "Tutti i cittadini possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge". Di questi due articoli deve essere strumento la scuola di Stato, strumento di questa eguaglianza civica, di questo rispetto per le libertà di tutte le fedi e di tutte le opinioni [...].
Quando la scuola pubblica è cos" forte e sicura, allora, ma allora soltanto, la scuola privata non è pericolosa. Allora, ma allora soltanto, la scuola privata può essere un bene. Può essere un bene che forze private, iniziative pedagogiche di classi, di gruppi religiosi, di gruppi politici, di filosofie, di correnti culturali, cooperino con lo Stato ad allargare, a stimolare, e a rinnovare con varietà di tentativi la cultura. Al diritto della famiglia, che è consacrato in un altro articolo della Costituzione, nell'articolo 30, di istruire e di educare i figli, corrisponde questa opportunità che deve essere data alle famiglie di far frequentare ai loro figlioli scuole di loro gradimento e quindi di permettere la istituzione di scuole che meglio corrispondano con certe garanzie che ora vedremo alle preferenze politiche, religiose, culturali di quella famiglia. Ma rendiamoci ben conto che mentre la scuola pubblica è espressione di unità, di coesione, di uguaglianza civica, la scuola privata è espressione di varietà, che può voler dire eterogeneità di correnti decentratrici, che lo Stato deve impedire che divengano correnti disgregatrici. La scuola privata, in altre parole, non è creata per questo.
La scuola della Repubblica, la scuola dello Stato, non è la scuola di una filosofia, di una religione, di un partito, di una setta. Quindi, perché le scuole private sorgendo possano essere un bene e non un pericolo, occorre: (1) che lo Stato le sorvegli e le controlli e che sia neutrale, imparziale tra esse. Che non favorisca un gruppo di scuole private a danno di altre. (2) Che le scuole private corrispondano a certi requisiti minimi di serietà di organizzazione. Solamente in questo modo e in altri più precisi, che tra poco dirò, si può avere il vantaggio della coesistenza della scuola pubblica con la scuola privata. La gara cioè tra le scuole statali e le private. Che si stabilisca una gara tra le scuole pubbliche e le scuole private, in modo che lo Stato da queste scuole private che sorgono, e che eventualmente possono portare idee e realizzazioni che finora nelle scuole pubbliche non c'erano, si senta stimolato a far meglio, a rendere, se mi sia permessa l'espressione, "più ottime" le proprie scuole. Stimolo dunque deve essere la scuola privata allo Stato, non motivo di abdicazione.
Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito. Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime. Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci).
Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private.
Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: (1) ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. (2) Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. (3) Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico! Quest'ultimo è il metodo più pericoloso. » la fase più pericolosa di tutta l'operazione [...]. Questo dunque è il punto, è il punto più pericoloso del metodo. Denaro di tutti i cittadini, di tutti i contribuenti, di tutti i credenti nelle diverse religioni, di tutti gli appartenenti ai diversi partiti, che invece viene destinato ad alimentare le scuole di una sola religione, di una sola setta, di un solo partito [...].
Per prevedere questo pericolo, non ci voleva molta furberia. Durante la Costituente, a prevenirlo nell'art. 33 della Costituzione fu messa questa disposizione: "Enti e privati hanno diritto di istituire scuole ed istituti di educazione senza onere per lo Stato". Come sapete questa formula nacque da un compromesso; e come tutte le formule nate da compromessi, offre il destro, oggi, ad interpretazioni sofistiche [...]. Ma poi c'è un'altra questione che è venuta fuori, che dovrebbe permettere di raggirare la legge. Si tratta di ciò che noi giuristi chiamiamo la "frode alla legge", che è quel quid che i clienti chiedono ai causidici di pochi scrupoli, ai quali il cliente si rivolge per sapere come può violare la legge figurando di osservarla [...]. E venuta così fuori l'idea dell'assegno familiare, dell'assegno familiare scolastico.
Il ministro dell'Istruzione al Congresso Internazionale degli Istituti Familiari, disse: la scuola privata deve servire a "stimolare" al massimo le spese non statali per l'insegnamento, ma non bisogna escludere che anche lo Stato dia sussidi alle scuole private. Però aggiunse: pensate, se un padre vuol mandare il suo figliolo alla scuola privata, bisogna che paghi tasse. E questo padre è un cittadino che ha già pagato come contribuente la sua tassa per partecipare alla spesa che lo Stato eroga per le scuole pubbliche. Dunque questo povero padre deve pagare due volte la tassa. Allora a questo benemerito cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, per sollevarlo da questo doppio onere, si dà un assegno familiare. Chi vuol mandare un suo figlio alla scuola privata, si rivolge quindi allo Stato ed ha un sussidio, un assegno [...].
Il mandare il proprio figlio alla scuola privata è un diritto, lo dice la Costituzione, ma è un diritto il farselo pagare? » un diritto che uno, se vuole, lo esercita, ma a proprie spese. Il cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, se la paghi, se no lo mandi alla scuola pubblica. Per portare un paragone, nel campo della giustizia si potrebbe fare un discorso simile. Voi sapete come per ottenere giustizia ci sono i giudici pubblici; peraltro i cittadini, hanno diritto di fare decidere le loro controversie anche dagli arbitri. Ma l'arbitrato costa caro, spesso costa centinaia di migliaia di lire. Eppure non è mai venuto in mente a un cittadino, che preferisca ai giudici pubblici l'arbitrato, di rivolgersi allo Stato per chiedergli un sussidio allo scopo di pagarsi gli arbitri! [...]. Dunque questo giuoco degli assegni familiari sarebbe, se fosse adottato, una specie di incitamento pagato a disertare le scuole dello Stato e quindi un modo indiretto di favorire certe scuole, un premio per chi manda i figli in certe scuole private dove si fabbricano non i cittadini e neanche i credenti in una certa religione, che può essere cosa rispettabile, ma si fabbricano gli elettori di un certo partito [...].
Poi, nella riforma, c'è la questione della parità. L'art. 33 della Costituzione nel comma che si riferisce alla parità, dice: "La legge, nel fissare diritti ed obblighi della scuola non statale, che chiede la parità, deve assicurare ad essa piena libertà, un trattamento equipollente a quello delle scuole statali" [...]. Parità, sì, ma bisogna ricordarsi che prima di tutto, prima di concedere la parità, lo Stato, lo dice lo stesso art. 33, deve fissare i diritti e gli obblighi della scuola a cui concede questa parità, e ricordare che per un altro comma dello stesso articolo, lo Stato ha il compito di dettare le norme generali sulla istruzione. Quindi questa parità non può significare rinuncia a garantire, a controllare la serietà degli studi, i programmi, i titoli degli insegnanti, la serietà delle prove. Bisogna insomma evitare questo nauseante sistema, questo ripugnante sistema che è il favorire nelle scuole la concorrenza al ribasso: che lo Stato favorisca non solo la concorrenza della scuola privata con la scuola pubblica ma che lo Stato favorisca questa concorrenza favorendo la scuola dove si insegna peggio, con un vero e proprio incoraggiamento ufficiale alla bestialità [...].
Però questa riforma mi dà l'impressione di quelle figure che erano di moda quando ero ragazzo. In quelle figure si vedevano foreste, alberi, stagni, monti, tutto un groviglio di tralci e di uccelli e di tante altre belle cose e poi sotto c'era scritto: trovate il cacciatore. Allora, a furia di cercare, in un angolino, si trovava il cacciatore con il fucile spianato. Anche nella riforma c'è il cacciatore con il fucile spianato. E' la scuola privata che si vuole trasformare in scuola privilegiata. Questo è il punto che conta. Tutto il resto, cifre astronomiche di miliardi, avverrà nell'avvenire lontano, ma la scuola privata, se non state attenti, sarà realtà davvero domani. La scuola privata si trasforma in scuola privilegiata e da qui comincia la scuola totalitaria, la trasformazione da scuola democratica in scuola di partito.
E poi c'è un altro pericolo forse anche più grave. » il pericolo del disfacimento morale della scuola. Questo senso di sfiducia, di cinismo, più che di scetticismo che si va diffondendo nella scuola, specialmente tra i giovani, è molto significativo. » il tramonto di quelle idee della vecchia scuola di Gaetano Salvemini, di Augusto Monti: la serietà, la precisione, l'onestà, la puntualità. Queste idee semplici. Il fare il proprio dovere, il fare lezione. E che la scuola sia una scuola del carattere, formatrice di coscienze, formatrice di persone oneste e leali. Si va diffondendo l'idea che tutto questo è superato, che non vale più. Oggi valgono appoggi, raccomandazioni, tessere di un partito o di una parrocchia. La religione che è in sé una cosa seria, forse la cosa più seria, perché la cosa più seria della vita è la morte, diventa uno spregevole pretesto per fare i propri affari. Questo è il pericolo: disfacimento morale della scuola. Non è la scuola dei preti che ci spaventa, perché cento anni fa c'erano scuole di preti in cui si sapeva insegnare il latino e l'italiano e da cui uscirono uomini come Giosuè Carducci. Quello che soprattutto spaventa sono i disonesti, gli uomini senza carattere, senza fede, senza opinioni. Questi uomini che dieci anni fa erano fascisti, cinque anni fa erano a parole antifascisti, ed ora son tornati, sotto svariati nomi, fascisti nella sostanza cioè profittatori del regime.
E c'è un altro pericolo: di lasciarsi vincere dallo scoramento. Ma non bisogna lasciarsi vincere dallo scoramento. Vedete, fu detto giustamente che chi vinse la guerra del 1918 fu la scuola media italiana, perché quei ragazzi, di cui le salme sono ancora sul Carso, uscivano dalle nostre scuole e dai nostri licei e dalle nostre università. Però guardate anche durante la Liberazione e la Resistenza che cosa è accaduto. è accaduto lo stesso. Ci sono stati professori e maestri che hanno dato esempi mirabili, dal carcere al martirio. Una maestra che per lunghi anni affrontò serenamente la galera fascista è qui tra noi. E tutti noi, vecchi insegnanti abbiamo nel cuore qualche nome di nostri studenti che hanno saputo resistere alle torture, che hanno dato il sangue per la libertà d'Italia. Pensiamo a questi ragazzi nostri che uscirono dalle nostre scuole e pensando a loro, non disperiamo dell'avvenire. Siamo fedeli alla Resistenza. Bisogna, amici, continuare a difendere nelle scuole la Resistenza e la continuità della coscienza morale.
luca sossella editore via Zanardelli 34 00186 Roma vox 0668309494 fax 0697259770
DUE COMMENTI: primo i giornali fanno sempre disinformazione, anche inutile visto che non c'e` bisogno di gonfiare la notizia. Non so quale sia il costo effettivo per l'universita` ma uno stipendio lordo di 140.000€ non esiste per un professore, a meno che abbiano di nascosto cambiato le leggi apposta per Petrini.
Io ho vinto il concorso a cattedra nel 1970 e il mio stipendio lordo e` di 98.000€ (non mi lamento anzi credo sarebbe meglio che pagassero di piu` i giovani).
SECONDO cosa molto piu` grave, credo che questa e` una delle infinite tappe della idiozia dei nostri rettori e senati accademici che per farsi pubblicita` danno lauree honoris causae ad attori, papi, motociclisti o comunque "famosi" in televisione ma NON nel mondo della scienza. Qui esiste un PROBLEMA ENORME, siamo in una societa` in cui conta solo l'impatto mediatico. Il matematico piu` famoso in ITALIA e` Odifreddi a cui riconosco senza esitazione molti meriti ma non fa ricerca da decenni. Siamo nella condizione collettiva di quella signora negli US che per partorire voleva George Clooney perche' avendolo visto in ER si fidava di lui.
credo siamo vicini alla rovina claudio
On Dec 22, 2008, at 5:12 PM, Maurizio Tirassa wrote:
Date: Mon, 22 Dec 2008 09:23:18 +0100 From: Annamaria Deagostino annamaria.deagostino@unito.it To: coordunito@di.unito.it Subject: [coordunito] pubblicità progresso
Invio articolo emblematico, per chi non l'avesse letto. Buone feste a tutti, Annamaria
Professor Petrini la cattedra è servita Carlo Petrini, dopo le polemiche aveva fatto un passo indietro
<http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/9071girata. asp#
<http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/9071girata .asp# http://www.lastampa.it/_web/_servizi/piuvisti/default.asp
Da Roma il via libera alla docenza RAPHAËL ZANOTTI Poltrona jet per il guru di slow food Carlin Petrini. Dopo la decisione del senato accademico, ora c'è anche il disco verde da Roma. Il Consiglio nazionale universitario ha dato il via libera alla sua chiamata come docente di «chiara fama». Se anche il ministero avallerà la proposta, Petrini diventerà professore ordinario alla straordinaria cattedra di «Sociologia dell'ambiente e del territorio» alla facoltà di Scienze, unico sociologo in mezzo ad alambicchi e formule matematiche. Tutto senza concorsi. Le polemiche, al Cun, non sono mancate, così com'era successo a Torino quando era stata resa pubblica la proposta e i sociologi torinesi si erano sollevati con critiche anche piuttosto velenose.
Ma tant'è. Sembra scomparso anche l'annuncio della rinuncia alla cattedra fatto dallo stesso Petrini in un'intervista sui giornali. Nel Paese dove nessuno si dimette, figuriamoci se si rinuncia a uno stipendio da 140mila euro lordi l'anno per qualche dichiarazione alla carta stampata. Il professor Luciano Allegra, uno dei docenti universitari che avevano guidato la fronda interna contro la proposta di Petrini, prende atto. «Lo avevo detto all'epoca: aspettiamoci allora la nomina di un cavallo alla cattedra di zoologia, quella di Maria De Filippi a Psicologia Generale e quella di Alba Parietti a Chirurgia Plastica.
Cos'è cambiato? Ora pare che per avere la Parietti dovremo fare a pugni con il Pd». Al Cun la chiamata di Petrini è passata con venti voti a favore, due contrari e dodici astenuti (che contano come no). Sergio Zilli, ricercatore dell'Università di Trieste è uno dei membri del Cun che ha votato contro: «Il problema, per me, è che Petrini non rispettava nemmeno uno dei tre criteri previsti per una nomina così prestigiosa. Non esiste una cattedra come la sua a livello internazionale, le pubblicazioni scientifiche che ha presentato sono interessanti, ma divulgative e non scientifiche (due elenchi di vini italiani e un volume sulla filosofia di slow food, ndr). Per i riconoscimenti internazionali ci sono state presentate tre lauree ad honorem.
Non ho niente contro Petrini, ma così si svilisce il nostro lavoro. Petrini avrà una cattedra, dall'indomani verrà chiamato per far parte delle commissioni d'esame che giudicano il futuro dei sociologi italiani e dovrà tenere due corsi di 120 ore l'anno». Il rettore Ezio Pelizzetti, presente al Cun al momento della presentazione della proposta, difende la scelta. «È l'università che apre i propri orizzonti. D'altra parte 500 anni fa come si sceglievano i docenti? All'epoca non esistevano percorsi accademici». Sarà, ma negli ultimi due anni nessuna università ha presentato chiamate di docenti per «chiara fama» (l'ultimo che si ricorda è il Nobel Carlo Rubbia). Probabilmente per la spesa: un ordinario costa 140mila euro l'anno all'università. E quella di Torino ha fatto fatica a chiudere il bilancio di quest'anno.
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Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
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Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
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Magnifico il convegno per i 60 anni del discorso di Calamandrei promosso da Luca Sossella. Spero che ci farai sapere le notizie a riguardo. Grazie Francesca Acquistapace
On Tue, 23 Dec 2008, P. Dimitri wrote:
Sono d'accordo, questo è un periodo di ÿÿbasso imperoÿÿ, lo vedo anche dal
livello scolastico, a partire dalle elementari. La scuola non ha più nessun valore formativo bambini e ragazzi ÿÿcresconoÿÿ in preda ad attività che precludono qualsiasi attività creativa, di elaborazione e astrazione: play station, video game, TV, cellulari; nella scuola non cÿÿè alcun progetto formativo serio o se cÿÿè non ha la diffusione che meriterebbe. La famiglia, poi, spesso non riesce a colmare questo vuoto, anzi lo alimenta. Conta solo lÿÿimmagine, la superficie, il soldo.
Eÿÿ anche a causa della degradazione del sistema scolastico e dellÿÿistruzione che il paese versa in queste condizioni. Vi invio il discorso completo di Calamandrei, di cui era circolata una versione ridotta. Trovo fondamentale la conclusione dove dice che non bisogna lasciarsi vincere dallo scoramento.
Oggi servirebbe una sorta di ÿÿcatena umana eticaÿÿ che unisca tutti quelli che vogliono resistere. Saviano su Repubblica di qualche giorno fa scrive proprio questo: invita la gente a svegliarsi, abbandonare cinismo e rassegnazione, assumersi le proprie responsablità, fare pressione per cercare di innescare un cambiamento.
Sui giornali e televisioni parlano sempre i soliti e noi siamo poco ascoltati anche perchè finora ci è mancata una forte spinta allÿÿaggregazione per farci sentire.
Lÿÿeditore Luca Sossella luca sossella (l.sossella@mediaevo.com), una persona seria che vuole ÿÿresistereÿÿ ha intenzione di promuovere un convegno su scuola ie istruzione, in occasione dei 60 anni dal disocrso di Calamandrei; è unÿÿ ottima idea, sarebbe un momento di aggregazione per partire da scuola e istruzione e magari anche ricerca per andare anche oltre. Che ne dite?
A presto,
Patrizio --
Patrizio Dimitri Dipartimento di Genetica e Biologia Molecolare Università La Sapienza Via dei Sardi, 70 00185 Roma
Tel. +39-06-49917948 Cell +39-339-1977128 http://www.salvarelaricerca.blogspot.com
Pensare a un convegno nel 2010 (sessant'anni dopo il discorso di Calamandrei) che si intitoli "Difesa della scuola" vi sembra un'idea bizzarra o un progetto ormai troppo in ritardo?
Mi sono permesso di evidenziare in grassetto alcuni passaggi che descrivono il nostro quotidiano e dimostrano ancora una volta la lungimiranza di Piero Calamandrei.
Sellerio ha pubblicato di Piero Calamandrei "Per la scuola" con un'introduzione di Tullio De Mauro e una nota storico-bibliografica di Silvia Calamandrei. 144 pagine 10.00 Euro.
Luca Sossella __________________
Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell'Associazione a difesa della scuola nazionale «Facciamo l'ipotesi» Piero Calamandrei 1950
Cari colleghi, Noi siamo qui insegnanti di tutti gli ordini di scuole, dalle elementari alle università [...]. Siamo qui riuniti in questo convegno che si intitola alla Difesa della scuola. Perché difendiamo la scuola? Forse la scuola è in pericolo? Qual è la scuola che noi difendiamo? Qual è il pericolo che incombe sulla scuola che noi difendiamo? Può venire subito in mente che noi siamo riuniti per difendere la scuola laica. Ed è anche un po' vero ed è stato detto stamane. Ma non è tutto qui, c'è qualche cosa di più alto. Questa nostra riunione non si deve immiserire in una polemica fra clericali ed anticlericali. Senza dire, poi, che si difende quello che abbiamo. Ora, siete proprio sicuri che in Italia noi abbiamo la scuola laica? Che si possa difendere la scuola laica come se ci fosse, dopo l'art. 7? Ma lasciamo fare, andiamo oltre. Difendiamo la scuola democratica: la scuola che corrisponde a quella Costituzione democratica che ci siamo voluti dare; la scuola che è in funzione di questa Costituzione, che può essere strumento, perché questa Costituzione scritta sui fogli diventi realtà [...].
La scuola, come la vedo io, è un organo "costituzionale". Ha la sua posizione, la sua importanza al centro di quel complesso di organi che formano la Costituzione. Come voi sapete (tutti voi avrete letto la nostra Costituzione), nella seconda parte della Costituzione, quella che si intitola "l'ordinamento dello Stato", sono descritti quegli organi attraverso i quali si esprime la volontà del popolo. Quegli organi attraverso i quali la politica si trasforma in diritto, le vitali e sane lotte della politica si trasformano in leggi. Ora, quando vi viene in mente di domandarvi quali sono gli organi costituzionali, a tutti voi verrà naturale la risposta: sono le Camere, la Camera dei deputati, il Senato, il presidente della Repubblica, la Magistratura: ma non vi verrà in mente di considerare fra questi organi anche la scuola, la quale invece è un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo. Se si dovesse fare un paragone tra l'organismo costituzionale e l'organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell'organismo umano hanno la funzione di creare il sangue [...].
La scuola, organo centrale della democrazia, perché serve a risolvere quello che secondo noi è il problema centrale della democrazia: la formazione della classe dirigente. La formazione della classe dirigente, non solo nel senso di classe politica, di quella classe cioè che siede in Parlamento e discute e parla (e magari urla) che è al vertice degli organi più propriamente politici, ma anche classe dirigente nel senso culturale e tecnico: coloro che sono a capo delle officine e delle aziende, che insegnano, che scrivono, artisti, professionisti, poeti. Questo è il problema della democrazia, la creazione di questa classe, la quale non deve essere una casta ereditaria, chiusa, una oligarchia, una chiesa, un clero, un ordine. No. Nel nostro pensiero di democrazia, la classe dirigente deve essere aperta e sempre rinnovata dall'afflusso verso l'alto degli elementi migliori di tutte le classi, di tutte le categorie. Ogni classe, ogni categoria deve avere la possibilità di liberare verso l'alto i suoi elementi migliori, perché ciascuno di essi possa temporaneamente, transitoriamente, per quel breve istante di vita che la sorte concede a ciascuno di noi, contribuire a portare il suo lavoro, le sue migliori qualità personali al progresso della società [...].
A questo deve servire la democrazia, permettere ad ogni uomo degno di avere la sua parte di sole e di dignità (applausi). Ma questo può farlo soltanto la scuola, la quale è il complemento necessario del suffragio universale. La scuola, che ha proprio questo carattere in alto senso politico, perché solo essa può aiutare a scegliere, essa sola può aiutare a creare le persone degne di essere scelte, che affiorino da tutti i ceti sociali.
Vedete, questa immagine è consacrata in un articolo della Costituzione, sia pure con una formula meno immaginosa. E' l'art. 34, in cui è detto: "La scuola è aperta a tutti. I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi". Questo è l'articolo più importante della nostra Costituzione. Bisogna rendersi conto del valore politico e sociale di questo articolo. Seminarium rei pubblicae, dicevano i latini del matrimonio. Noi potremmo dirlo della scuola: seminarium rei pubblicae: la scuola elabora i migliori per la rinnovazione continua, quotidiana della classe dirigente. Ora, se questa è la funzione costituzionale della scuola nella nostra Repubblica, domandiamoci: com'è costruito questo strumento? Quali sono i suoi principi fondamentali? Prima di tutto, scuola di Stato. Lo Stato deve costituire le sue scuole. Prima di tutto la scuola pubblica. Prima di esaltare la scuola privata bisogna parlare della scuola pubblica. La scuola pubblica è il prius, quella privata è il posterius. Per aversi una scuola privata buona bisogna che quella dello Stato sia ottima (applausi). Vedete, noi dobbiamo prima di tutto mettere l'accento su quel comma dell'art. 33 della Costituzione che dice cos": "La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi". Dunque, per questo comma [...] lo Stato ha in materia scolastica, prima di tutto una funzione normativa. Lo Stato deve porre la legislazione scolastica nei suoi principi generali. Poi, immediatamente, lo Stato ha una funzione di realizzazione [...].
Lo Stato non deve dire: io faccio una scuola come modello, poi il resto lo facciano gli altri. No, la scuola è aperta a tutti e se tutti vogliono frequentare la scuola di Stato, ci devono essere in tutti gli ordini di scuole, tante scuole ottime, corrispondenti ai principi posti dallo Stato, scuole pubbliche, che permettano di raccogliere tutti coloro che si rivolgono allo Stato per andare nelle sue scuole. La scuola è aperta a tutti. Lo Stato deve quindi costituire scuole ottime per ospitare tutti. Questo è scritto nell'art. 33 della Costituzione. La scuola di Stato, la scuola democratica, è una scuola che ha un carattere unitario, è la scuola di tutti, crea cittadini, non crea né cattolici, né protestanti, né marxisti. La scuola è l'espressione di un altro articolo della Costituzione: dell'art. 3: "Tutti i cittadini hanno parità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politica, di condizioni personali e sociali". E l'art. 151: "Tutti i cittadini possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge". Di questi due articoli deve essere strumento la scuola di Stato, strumento di questa eguaglianza civica, di questo rispetto per le libertà di tutte le fedi e di tutte le opinioni [...].
Quando la scuola pubblica è cos" forte e sicura, allora, ma allora soltanto, la scuola privata non è pericolosa. Allora, ma allora soltanto, la scuola privata può essere un bene. Può essere un bene che forze private, iniziative pedagogiche di classi, di gruppi religiosi, di gruppi politici, di filosofie, di correnti culturali, cooperino con lo Stato ad allargare, a stimolare, e a rinnovare con varietà di tentativi la cultura. Al diritto della famiglia, che è consacrato in un altro articolo della Costituzione, nell'articolo 30, di istruire e di educare i figli, corrisponde questa opportunità che deve essere data alle famiglie di far frequentare ai loro figlioli scuole di loro gradimento e quindi di permettere la istituzione di scuole che meglio corrispondano con certe garanzie che ora vedremo alle preferenze politiche, religiose, culturali di quella famiglia. Ma rendiamoci ben conto che mentre la scuola pubblica è espressione di unità, di coesione, di uguaglianza civica, la scuola privata è espressione di varietà, che può voler dire eterogeneità di correnti decentratrici, che lo Stato deve impedire che divengano correnti disgregatrici. La scuola privata, in altre parole, non è creata per questo.
La scuola della Repubblica, la scuola dello Stato, non è la scuola di una filosofia, di una religione, di un partito, di una setta. Quindi, perché le scuole private sorgendo possano essere un bene e non un pericolo, occorre: (1) che lo Stato le sorvegli e le controlli e che sia neutrale, imparziale tra esse. Che non favorisca un gruppo di scuole private a danno di altre. (2) Che le scuole private corrispondano a certi requisiti minimi di serietà di organizzazione. Solamente in questo modo e in altri più precisi, che tra poco dirò, si può avere il vantaggio della coesistenza della scuola pubblica con la scuola privata. La gara cioè tra le scuole statali e le private. Che si stabilisca una gara tra le scuole pubbliche e le scuole private, in modo che lo Stato da queste scuole private che sorgono, e che eventualmente possono portare idee e realizzazioni che finora nelle scuole pubbliche non c'erano, si senta stimolato a far meglio, a rendere, se mi sia permessa l'espressione, "più ottime" le proprie scuole. Stimolo dunque deve essere la scuola privata allo Stato, non motivo di abdicazione.
Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito. Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime. Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci).
Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private.
Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: (1) ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. (2) Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. (3) Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico! Quest'ultimo è il metodo più pericoloso. » la fase più pericolosa di tutta l'operazione [...]. Questo dunque è il punto, è il punto più pericoloso del metodo. Denaro di tutti i cittadini, di tutti i contribuenti, di tutti i credenti nelle diverse religioni, di tutti gli appartenenti ai diversi partiti, che invece viene destinato ad alimentare le scuole di una sola religione, di una sola setta, di un solo partito [...].
Per prevedere questo pericolo, non ci voleva molta furberia. Durante la Costituente, a prevenirlo nell'art. 33 della Costituzione fu messa questa disposizione: "Enti e privati hanno diritto di istituire scuole ed istituti di educazione senza onere per lo Stato". Come sapete questa formula nacque da un compromesso; e come tutte le formule nate da compromessi, offre il destro, oggi, ad interpretazioni sofistiche [...]. Ma poi c'è un'altra questione che è venuta fuori, che dovrebbe permettere di raggirare la legge. Si tratta di ciò che noi giuristi chiamiamo la "frode alla legge", che è quel quid che i clienti chiedono ai causidici di pochi scrupoli, ai quali il cliente si rivolge per sapere come può violare la legge figurando di osservarla [...]. E venuta così fuori l'idea dell'assegno familiare, dell'assegno familiare scolastico.
Il ministro dell'Istruzione al Congresso Internazionale degli Istituti Familiari, disse: la scuola privata deve servire a "stimolare" al massimo le spese non statali per l'insegnamento, ma non bisogna escludere che anche lo Stato dia sussidi alle scuole private. Però aggiunse: pensate, se un padre vuol mandare il suo figliolo alla scuola privata, bisogna che paghi tasse. E questo padre è un cittadino che ha già pagato come contribuente la sua tassa per partecipare alla spesa che lo Stato eroga per le scuole pubbliche. Dunque questo povero padre deve pagare due volte la tassa. Allora a questo benemerito cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, per sollevarlo da questo doppio onere, si dà un assegno familiare. Chi vuol mandare un suo figlio alla scuola privata, si rivolge quindi allo Stato ed ha un sussidio, un assegno [...].
Il mandare il proprio figlio alla scuola privata è un diritto, lo dice la Costituzione, ma è un diritto il farselo pagare? » un diritto che uno, se vuole, lo esercita, ma a proprie spese. Il cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, se la paghi, se no lo mandi alla scuola pubblica. Per portare un paragone, nel campo della giustizia si potrebbe fare un discorso simile. Voi sapete come per ottenere giustizia ci sono i giudici pubblici; peraltro i cittadini, hanno diritto di fare decidere le loro controversie anche dagli arbitri. Ma l'arbitrato costa caro, spesso costa centinaia di migliaia di lire. Eppure non è mai venuto in mente a un cittadino, che preferisca ai giudici pubblici l'arbitrato, di rivolgersi allo Stato per chiedergli un sussidio allo scopo di pagarsi gli arbitri! [...]. Dunque questo giuoco degli assegni familiari sarebbe, se fosse adottato, una specie di incitamento pagato a disertare le scuole dello Stato e quindi un modo indiretto di favorire certe scuole, un premio per chi manda i figli in certe scuole private dove si fabbricano non i cittadini e neanche i credenti in una certa religione, che può essere cosa rispettabile, ma si fabbricano gli elettori di un certo partito [...].
Poi, nella riforma, c'è la questione della parità. L'art. 33 della Costituzione nel comma che si riferisce alla parità, dice: "La legge, nel fissare diritti ed obblighi della scuola non statale, che chiede la parità, deve assicurare ad essa piena libertà, un trattamento equipollente a quello delle scuole statali" [...]. Parità, sì, ma bisogna ricordarsi che prima di tutto, prima di concedere la parità, lo Stato, lo dice lo stesso art. 33, deve fissare i diritti e gli obblighi della scuola a cui concede questa parità, e ricordare che per un altro comma dello stesso articolo, lo Stato ha il compito di dettare le norme generali sulla istruzione. Quindi questa parità non può significare rinuncia a garantire, a controllare la serietà degli studi, i programmi, i titoli degli insegnanti, la serietà delle prove. Bisogna insomma evitare questo nauseante sistema, questo ripugnante sistema che è il favorire nelle scuole la concorrenza al ribasso: che lo Stato favorisca non solo la concorrenza della scuola privata con la scuola pubblica ma che lo Stato favorisca questa concorrenza favorendo la scuola dove si insegna peggio, con un vero e proprio incoraggiamento ufficiale alla bestialità [...].
Però questa riforma mi dà l'impressione di quelle figure che erano di moda quando ero ragazzo. In quelle figure si vedevano foreste, alberi, stagni, monti, tutto un groviglio di tralci e di uccelli e di tante altre belle cose e poi sotto c'era scritto: trovate il cacciatore. Allora, a furia di cercare, in un angolino, si trovava il cacciatore con il fucile spianato. Anche nella riforma c'è il cacciatore con il fucile spianato. E' la scuola privata che si vuole trasformare in scuola privilegiata. Questo è il punto che conta. Tutto il resto, cifre astronomiche di miliardi, avverrà nell'avvenire lontano, ma la scuola privata, se non state attenti, sarà realtà davvero domani. La scuola privata si trasforma in scuola privilegiata e da qui comincia la scuola totalitaria, la trasformazione da scuola democratica in scuola di partito.
E poi c'è un altro pericolo forse anche più grave. » il pericolo del disfacimento morale della scuola. Questo senso di sfiducia, di cinismo, più che di scetticismo che si va diffondendo nella scuola, specialmente tra i giovani, è molto significativo. » il tramonto di quelle idee della vecchia scuola di Gaetano Salvemini, di Augusto Monti: la serietà, la precisione, l'onestà, la puntualità. Queste idee semplici. Il fare il proprio dovere, il fare lezione. E che la scuola sia una scuola del carattere, formatrice di coscienze, formatrice di persone oneste e leali. Si va diffondendo l'idea che tutto questo è superato, che non vale più. Oggi valgono appoggi, raccomandazioni, tessere di un partito o di una parrocchia. La religione che è in sé una cosa seria, forse la cosa più seria, perché la cosa più seria della vita è la morte, diventa uno spregevole pretesto per fare i propri affari. Questo è il pericolo: disfacimento morale della scuola. Non è la scuola dei preti che ci spaventa, perché cento anni fa c'erano scuole di preti in cui si sapeva insegnare il latino e l'italiano e da cui uscirono uomini come Giosuè Carducci. Quello che soprattutto spaventa sono i disonesti, gli uomini senza carattere, senza fede, senza opinioni. Questi uomini che dieci anni fa erano fascisti, cinque anni fa erano a parole antifascisti, ed ora son tornati, sotto svariati nomi, fascisti nella sostanza cioè profittatori del regime.
E c'è un altro pericolo: di lasciarsi vincere dallo scoramento. Ma non bisogna lasciarsi vincere dallo scoramento. Vedete, fu detto giustamente che chi vinse la guerra del 1918 fu la scuola media italiana, perché quei ragazzi, di cui le salme sono ancora sul Carso, uscivano dalle nostre scuole e dai nostri licei e dalle nostre università. Però guardate anche durante la Liberazione e la Resistenza che cosa è accaduto. è accaduto lo stesso. Ci sono stati professori e maestri che hanno dato esempi mirabili, dal carcere al martirio. Una maestra che per lunghi anni affrontò serenamente la galera fascista è qui tra noi. E tutti noi, vecchi insegnanti abbiamo nel cuore qualche nome di nostri studenti che hanno saputo resistere alle torture, che hanno dato il sangue per la libertà d'Italia. Pensiamo a questi ragazzi nostri che uscirono dalle nostre scuole e pensando a loro, non disperiamo dell'avvenire. Siamo fedeli alla Resistenza. Bisogna, amici, continuare a difendere nelle scuole la Resistenza e la continuità della coscienza morale.
luca sossella editore via Zanardelli 34 00186 Roma vox 0668309494 fax 0697259770
DUE COMMENTI: primo i giornali fanno sempre disinformazione, anche inutile visto che non c'e` bisogno di gonfiare la notizia. Non so quale sia il costo effettivo per l'universita` ma uno stipendio lordo di 140.000ÿÿ non esiste per un professore, a meno che abbiano di nascosto cambiato le leggi apposta per Petrini.
Io ho vinto il concorso a cattedra nel 1970 e il mio stipendio lordo e` di 98.000ÿÿ (non mi lamento anzi credo sarebbe meglio che pagassero di piu` i giovani).
SECONDO cosa molto piu` grave, credo che questa e` una delle infinite tappe della idiozia dei nostri rettori e senati accademici che per farsi pubblicita` danno lauree honoris causae ad attori, papi, motociclisti o comunque "famosi" in televisione ma NON nel mondo della scienza. Qui esiste un PROBLEMA ENORME, siamo in una societa` in cui conta solo l'impatto mediatico. Il matematico piu` famoso in ITALIA e` Odifreddi a cui riconosco senza esitazione molti meriti ma non fa ricerca da decenni. Siamo nella condizione collettiva di quella signora negli US che per partorire voleva George Clooney perche' avendolo visto in ER si fidava di lui.
credo siamo vicini alla rovina claudio
On Dec 22, 2008, at 5:12 PM, Maurizio Tirassa wrote:
Date: Mon, 22 Dec 2008 09:23:18 +0100 From: Annamaria Deagostino annamaria.deagostino@unito.it To: coordunito@di.unito.it Subject: [coordunito] pubblicità progresso
Invio articolo emblematico, per chi non l'avesse letto. Buone feste a tutti, Annamaria
Professor Petrini la cattedra è servita Carlo Petrini, dopo le polemiche aveva fatto un passo indietro
<http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/9071girata. asp#
<http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/9071girata .asp# http://www.lastampa.it/_web/_servizi/piuvisti/default.asp
Da Roma il via libera alla docenza RAPHAËL ZANOTTI Poltrona jet per il guru di slow food Carlin Petrini. Dopo la decisione del senato accademico, ora c'è anche il disco verde da Roma. Il Consiglio nazionale universitario ha dato il via libera alla sua chiamata come docente di «chiara fama». Se anche il ministero avallerà la proposta, Petrini diventerà professore ordinario alla straordinaria cattedra di «Sociologia dell'ambiente e del territorio» alla facoltà di Scienze, unico sociologo in mezzo ad alambicchi e formule matematiche. Tutto senza concorsi. Le polemiche, al Cun, non sono mancate, così com'era successo a Torino quando era stata resa pubblica la proposta e i sociologi torinesi si erano sollevati con critiche anche piuttosto velenose.
Ma tant'è. Sembra scomparso anche l'annuncio della rinuncia alla cattedra fatto dallo stesso Petrini in un'intervista sui giornali. Nel Paese dove nessuno si dimette, figuriamoci se si rinuncia a uno stipendio da 140mila euro lordi l'anno per qualche dichiarazione alla carta stampata. Il professor Luciano Allegra, uno dei docenti universitari che avevano guidato la fronda interna contro la proposta di Petrini, prende atto. «Lo avevo detto all'epoca: aspettiamoci allora la nomina di un cavallo alla cattedra di zoologia, quella di Maria De Filippi a Psicologia Generale e quella di Alba Parietti a Chirurgia Plastica.
Cos'è cambiato? Ora pare che per avere la Parietti dovremo fare a pugni con il Pd». Al Cun la chiamata di Petrini è passata con venti voti a favore, due contrari e dodici astenuti (che contano come no). Sergio Zilli, ricercatore dell'Università di Trieste è uno dei membri del Cun che ha votato contro: «Il problema, per me, è che Petrini non rispettava nemmeno uno dei tre criteri previsti per una nomina così prestigiosa. Non esiste una cattedra come la sua a livello internazionale, le pubblicazioni scientifiche che ha presentato sono interessanti, ma divulgative e non scientifiche (due elenchi di vini italiani e un volume sulla filosofia di slow food, ndr). Per i riconoscimenti internazionali ci sono state presentate tre lauree ad honorem.
Non ho niente contro Petrini, ma così si svilisce il nostro lavoro. Petrini avrà una cattedra, dall'indomani verrà chiamato per far parte delle commissioni d'esame che giudicano il futuro dei sociologi italiani e dovrà tenere due corsi di 120 ore l'anno». Il rettore Ezio Pelizzetti, presente al Cun al momento della presentazione della proposta, difende la scelta. «È l'università che apre i propri orizzonti. D'altra parte 500 anni fa come si sceglievano i docenti? All'epoca non esistevano percorsi accademici». Sarà, ma negli ultimi due anni nessuna università ha presentato chiamate di docenti per «chiara fama» (l'ultimo che si ricorda è il Nobel Carlo Rubbia). Probabilmente per la spesa: un ordinario costa 140mila euro l'anno all'università. E quella di Torino ha fatto fatica a chiudere il bilancio di quest'anno.
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Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
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Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni: http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/lettera.html
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L'idea del convegno a 60 anni dal discorso di Clamandrei è ottima e Luca Sossella è esona affidabile Margherita Hack ----- Original Message ----- From: "P. Dimitri" liviapat@inwind.it To: "Universit à e Ricerca Forum" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it; "Maurizio Tirassa" tirassa@psych.unito.it Sent: Tuesday, December 23, 2008 10:14 AM Subject: [Universitas_in_trasformazione] R: [coordunito] pubblicit à progresso
Sono d'accordo, questo è un periodo di “basso impero”, lo vedo anche dal livello scolastico, a partire dalle elementari. La scuola non ha più nessun valore formativo bambini e ragazzi “crescono” in preda ad attività che precludono qualsiasi attività creativa, di elaborazione e astrazione: play station, video game, TV, cellulari; nella scuola non c’è alcun progetto formativo serio o se c’è non ha la diffusione che meriterebbe. La famiglia, poi, spesso non riesce a colmare questo vuoto, anzi lo alimenta. Conta solo l’immagine, la superficie, il soldo.
E’ anche a causa della degradazione del sistema scolastico e dell’istruzione che il paese versa in queste condizioni. Vi invio il discorso completo di Calamandrei, di cui era circolata una versione ridotta. Trovo fondamentale la conclusione dove dice che non bisogna lasciarsi vincere dallo scoramento.
Oggi servirebbe una sorta di “catena umana etica” che unisca tutti quelli che vogliono resistere. Saviano su Repubblica di qualche giorno fa scrive proprio questo: invita la gente a svegliarsi, abbandonare cinismo e rassegnazione, assumersi le proprie responsablità, fare pressione per cercare di innescare un cambiamento.
Sui giornali e televisioni parlano sempre i soliti e noi siamo poco ascoltati anche perchè finora ci è mancata una forte spinta all’aggregazione per farci sentire.
L’editore Luca Sossella luca sossella (l.sossella@mediaevo.com), una persona seria che vuole “resistere” ha intenzione di promuovere un convegno su scuola ie istruzione, in occasione dei 60 anni dal disocrso di Calamandrei; è un’ ottima idea, sarebbe un momento di aggregazione per partire da scuola e istruzione e magari anche ricerca per andare anche oltre. Che ne dite?
A presto,
Patrizio
Patrizio Dimitri Dipartimento di Genetica e Biologia Molecolare Università La Sapienza Via dei Sardi, 70 00185 Roma
Tel. +39-06-49917948 Cell +39-339-1977128 http://www.salvarelaricerca.blogspot.com
Pensare a un convegno nel 2010 (sessant'anni dopo il discorso di Calamandrei) che si intitoli "Difesa della scuola" vi sembra un'idea bizzarra o un progetto ormai troppo in ritardo?
Mi sono permesso di evidenziare in grassetto alcuni passaggi che descrivono il nostro quotidiano e dimostrano ancora una volta la lungimiranza di Piero Calamandrei.
Sellerio ha pubblicato di Piero Calamandrei "Per la scuola" con un'introduzione di Tullio De Mauro e una nota storico-bibliografica di Silvia Calamandrei. 144 pagine 10.00 Euro.
Luca Sossella __________________
Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell'Associazione a difesa della scuola nazionale «Facciamo l'ipotesi» Piero Calamandrei 1950
Cari colleghi, Noi siamo qui insegnanti di tutti gli ordini di scuole, dalle elementari alle università [...]. Siamo qui riuniti in questo convegno che si intitola alla Difesa della scuola. Perché difendiamo la scuola? Forse la scuola è in pericolo? Qual è la scuola che noi difendiamo? Qual è il pericolo che incombe sulla scuola che noi difendiamo? Può venire subito in mente che noi siamo riuniti per difendere la scuola laica. Ed è anche un po' vero ed è stato detto stamane. Ma non è tutto qui, c'è qualche cosa di più alto. Questa nostra riunione non si deve immiserire in una polemica fra clericali ed anticlericali. Senza dire, poi, che si difende quello che abbiamo. Ora, siete proprio sicuri che in Italia noi abbiamo la scuola laica? Che si possa difendere la scuola laica come se ci fosse, dopo l'art. 7? Ma lasciamo fare, andiamo oltre. Difendiamo la scuola democratica: la scuola che corrisponde a quella Costituzione democratica che ci siamo voluti dare; la scuola che è in funzione di questa Costituzione, che può essere strumento, perché questa Costituzione scritta sui fogli diventi realtà [...].
La scuola, come la vedo io, è un organo "costituzionale". Ha la sua posizione, la sua importanza al centro di quel complesso di organi che formano la Costituzione. Come voi sapete (tutti voi avrete letto la nostra Costituzione), nella seconda parte della Costituzione, quella che si intitola "l'ordinamento dello Stato", sono descritti quegli organi attraverso i quali si esprime la volontà del popolo. Quegli organi attraverso i quali la politica si trasforma in diritto, le vitali e sane lotte della politica si trasformano in leggi. Ora, quando vi viene in mente di domandarvi quali sono gli organi costituzionali, a tutti voi verrà naturale la risposta: sono le Camere, la Camera dei deputati, il Senato, il presidente della Repubblica, la Magistratura: ma non vi verrà in mente di considerare fra questi organi anche la scuola, la quale invece è un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo. Se si dovesse fare un paragone tra l'organismo costituzionale e l'organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell'organismo umano hanno la funzione di creare il sangue [...].
La scuola, organo centrale della democrazia, perché serve a risolvere quello che secondo noi è il problema centrale della democrazia: la formazione della classe dirigente. La formazione della classe dirigente, non solo nel senso di classe politica, di quella classe cioè che siede in Parlamento e discute e parla (e magari urla) che è al vertice degli organi più propriamente politici, ma anche classe dirigente nel senso culturale e tecnico: coloro che sono a capo delle officine e delle aziende, che insegnano, che scrivono, artisti, professionisti, poeti. Questo è il problema della democrazia, la creazione di questa classe, la quale non deve essere una casta ereditaria, chiusa, una oligarchia, una chiesa, un clero, un ordine. No. Nel nostro pensiero di democrazia, la classe dirigente deve essere aperta e sempre rinnovata dall'afflusso verso l'alto degli elementi migliori di tutte le classi, di tutte le categorie. Ogni classe, ogni categoria deve avere la possibilità di liberare verso l'alto i suoi elementi migliori, perché ciascuno di essi possa temporaneamente, transitoriamente, per quel breve istante di vita che la sorte concede a ciascuno di noi, contribuire a portare il suo lavoro, le sue migliori qualità personali al progresso della società [...].
A questo deve servire la democrazia, permettere ad ogni uomo degno di avere la sua parte di sole e di dignità (applausi). Ma questo può farlo soltanto la scuola, la quale è il complemento necessario del suffragio universale. La scuola, che ha proprio questo carattere in alto senso politico, perché solo essa può aiutare a scegliere, essa sola può aiutare a creare le persone degne di essere scelte, che affiorino da tutti i ceti sociali.
Vedete, questa immagine è consacrata in un articolo della Costituzione, sia pure con una formula meno immaginosa. E' l'art. 34, in cui è detto: "La scuola è aperta a tutti. I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi". Questo è l'articolo più importante della nostra Costituzione. Bisogna rendersi conto del valore politico e sociale di questo articolo. Seminarium rei pubblicae, dicevano i latini del matrimonio. Noi potremmo dirlo della scuola: seminarium rei pubblicae: la scuola elabora i migliori per la rinnovazione continua, quotidiana della classe dirigente. Ora, se questa è la funzione costituzionale della scuola nella nostra Repubblica, domandiamoci: com'è costruito questo strumento? Quali sono i suoi principi fondamentali? Prima di tutto, scuola di Stato. Lo Stato deve costituire le sue scuole. Prima di tutto la scuola pubblica. Prima di esaltare la scuola privata bisogna parlare della scuola pubblica. La scuola pubblica è il prius, quella privata è il posterius. Per aversi una scuola privata buona bisogna che quella dello Stato sia ottima (applausi). Vedete, noi dobbiamo prima di tutto mettere l'accento su quel comma dell'art. 33 della Costituzione che dice cos": "La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi". Dunque, per questo comma [...] lo Stato ha in materia scolastica, prima di tutto una funzione normativa. Lo Stato deve porre la legislazione scolastica nei suoi principi generali. Poi, immediatamente, lo Stato ha una funzione di realizzazione [...].
Lo Stato non deve dire: io faccio una scuola come modello, poi il resto lo facciano gli altri. No, la scuola è aperta a tutti e se tutti vogliono frequentare la scuola di Stato, ci devono essere in tutti gli ordini di scuole, tante scuole ottime, corrispondenti ai principi posti dallo Stato, scuole pubbliche, che permettano di raccogliere tutti coloro che si rivolgono allo Stato per andare nelle sue scuole. La scuola è aperta a tutti. Lo Stato deve quindi costituire scuole ottime per ospitare tutti. Questo è scritto nell'art. 33 della Costituzione. La scuola di Stato, la scuola democratica, è una scuola che ha un carattere unitario, è la scuola di tutti, crea cittadini, non crea né cattolici, né protestanti, né marxisti. La scuola è l'espressione di un altro articolo della Costituzione: dell'art. 3: "Tutti i cittadini hanno parità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politica, di condizioni personali e sociali". E l'art. 151: "Tutti i cittadini possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge". Di questi due articoli deve essere strumento la scuola di Stato, strumento di questa eguaglianza civica, di questo rispetto per le libertà di tutte le fedi e di tutte le opinioni [...].
Quando la scuola pubblica è cos" forte e sicura, allora, ma allora soltanto, la scuola privata non è pericolosa. Allora, ma allora soltanto, la scuola privata può essere un bene. Può essere un bene che forze private, iniziative pedagogiche di classi, di gruppi religiosi, di gruppi politici, di filosofie, di correnti culturali, cooperino con lo Stato ad allargare, a stimolare, e a rinnovare con varietà di tentativi la cultura. Al diritto della famiglia, che è consacrato in un altro articolo della Costituzione, nell'articolo 30, di istruire e di educare i figli, corrisponde questa opportunità che deve essere data alle famiglie di far frequentare ai loro figlioli scuole di loro gradimento e quindi di permettere la istituzione di scuole che meglio corrispondano con certe garanzie che ora vedremo alle preferenze politiche, religiose, culturali di quella famiglia. Ma rendiamoci ben conto che mentre la scuola pubblica è espressione di unità, di coesione, di uguaglianza civica, la scuola privata è espressione di varietà, che può voler dire eterogeneità di correnti decentratrici, che lo Stato deve impedire che divengano correnti disgregatrici. La scuola privata, in altre parole, non è creata per questo.
La scuola della Repubblica, la scuola dello Stato, non è la scuola di una filosofia, di una religione, di un partito, di una setta. Quindi, perché le scuole private sorgendo possano essere un bene e non un pericolo, occorre: (1) che lo Stato le sorvegli e le controlli e che sia neutrale, imparziale tra esse. Che non favorisca un gruppo di scuole private a danno di altre. (2) Che le scuole private corrispondano a certi requisiti minimi di serietà di organizzazione. Solamente in questo modo e in altri più precisi, che tra poco dirò, si può avere il vantaggio della coesistenza della scuola pubblica con la scuola privata. La gara cioè tra le scuole statali e le private. Che si stabilisca una gara tra le scuole pubbliche e le scuole private, in modo che lo Stato da queste scuole private che sorgono, e che eventualmente possono portare idee e realizzazioni che finora nelle scuole pubbliche non c'erano, si senta stimolato a far meglio, a rendere, se mi sia permessa l'espressione, "più ottime" le proprie scuole. Stimolo dunque deve essere la scuola privata allo Stato, non motivo di abdicazione.
Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito. Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime. Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci).
Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private.
Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: (1) ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. (2) Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. (3) Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico! Quest'ultimo è il metodo più pericoloso. » la fase più pericolosa di tutta l'operazione [...]. Questo dunque è il punto, è il punto più pericoloso del metodo. Denaro di tutti i cittadini, di tutti i contribuenti, di tutti i credenti nelle diverse religioni, di tutti gli appartenenti ai diversi partiti, che invece viene destinato ad alimentare le scuole di una sola religione, di una sola setta, di un solo partito [...].
Per prevedere questo pericolo, non ci voleva molta furberia. Durante la Costituente, a prevenirlo nell'art. 33 della Costituzione fu messa questa disposizione: "Enti e privati hanno diritto di istituire scuole ed istituti di educazione senza onere per lo Stato". Come sapete questa formula nacque da un compromesso; e come tutte le formule nate da compromessi, offre il destro, oggi, ad interpretazioni sofistiche [...]. Ma poi c'è un'altra questione che è venuta fuori, che dovrebbe permettere di raggirare la legge. Si tratta di ciò che noi giuristi chiamiamo la "frode alla legge", che è quel quid che i clienti chiedono ai causidici di pochi scrupoli, ai quali il cliente si rivolge per sapere come può violare la legge figurando di osservarla [...]. E venuta così fuori l'idea dell'assegno familiare, dell'assegno familiare scolastico.
Il ministro dell'Istruzione al Congresso Internazionale degli Istituti Familiari, disse: la scuola privata deve servire a "stimolare" al massimo le spese non statali per l'insegnamento, ma non bisogna escludere che anche lo Stato dia sussidi alle scuole private. Però aggiunse: pensate, se un padre vuol mandare il suo figliolo alla scuola privata, bisogna che paghi tasse. E questo padre è un cittadino che ha già pagato come contribuente la sua tassa per partecipare alla spesa che lo Stato eroga per le scuole pubbliche. Dunque questo povero padre deve pagare due volte la tassa. Allora a questo benemerito cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, per sollevarlo da questo doppio onere, si dà un assegno familiare. Chi vuol mandare un suo figlio alla scuola privata, si rivolge quindi allo Stato ed ha un sussidio, un assegno [...].
Il mandare il proprio figlio alla scuola privata è un diritto, lo dice la Costituzione, ma è un diritto il farselo pagare? » un diritto che uno, se vuole, lo esercita, ma a proprie spese. Il cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, se la paghi, se no lo mandi alla scuola pubblica. Per portare un paragone, nel campo della giustizia si potrebbe fare un discorso simile. Voi sapete come per ottenere giustizia ci sono i giudici pubblici; peraltro i cittadini, hanno diritto di fare decidere le loro controversie anche dagli arbitri. Ma l'arbitrato costa caro, spesso costa centinaia di migliaia di lire. Eppure non è mai venuto in mente a un cittadino, che preferisca ai giudici pubblici l'arbitrato, di rivolgersi allo Stato per chiedergli un sussidio allo scopo di pagarsi gli arbitri! [...]. Dunque questo giuoco degli assegni familiari sarebbe, se fosse adottato, una specie di incitamento pagato a disertare le scuole dello Stato e quindi un modo indiretto di favorire certe scuole, un premio per chi manda i figli in certe scuole private dove si fabbricano non i cittadini e neanche i credenti in una certa religione, che può essere cosa rispettabile, ma si fabbricano gli elettori di un certo partito [...].
Poi, nella riforma, c'è la questione della parità. L'art. 33 della Costituzione nel comma che si riferisce alla parità, dice: "La legge, nel fissare diritti ed obblighi della scuola non statale, che chiede la parità, deve assicurare ad essa piena libertà, un trattamento equipollente a quello delle scuole statali" [...]. Parità, sì, ma bisogna ricordarsi che prima di tutto, prima di concedere la parità, lo Stato, lo dice lo stesso art. 33, deve fissare i diritti e gli obblighi della scuola a cui concede questa parità, e ricordare che per un altro comma dello stesso articolo, lo Stato ha il compito di dettare le norme generali sulla istruzione. Quindi questa parità non può significare rinuncia a garantire, a controllare la serietà degli studi, i programmi, i titoli degli insegnanti, la serietà delle prove. Bisogna insomma evitare questo nauseante sistema, questo ripugnante sistema che è il favorire nelle scuole la concorrenza al ribasso: che lo Stato favorisca non solo la concorrenza della scuola privata con la scuola pubblica ma che lo Stato favorisca questa concorrenza favorendo la scuola dove si insegna peggio, con un vero e proprio incoraggiamento ufficiale alla bestialità [...].
Però questa riforma mi dà l'impressione di quelle figure che erano di moda quando ero ragazzo. In quelle figure si vedevano foreste, alberi, stagni, monti, tutto un groviglio di tralci e di uccelli e di tante altre belle cose e poi sotto c'era scritto: trovate il cacciatore. Allora, a furia di cercare, in un angolino, si trovava il cacciatore con il fucile spianato. Anche nella riforma c'è il cacciatore con il fucile spianato. E' la scuola privata che si vuole trasformare in scuola privilegiata. Questo è il punto che conta. Tutto il resto, cifre astronomiche di miliardi, avverrà nell'avvenire lontano, ma la scuola privata, se non state attenti, sarà realtà davvero domani. La scuola privata si trasforma in scuola privilegiata e da qui comincia la scuola totalitaria, la trasformazione da scuola democratica in scuola di partito.
E poi c'è un altro pericolo forse anche più grave. » il pericolo del disfacimento morale della scuola. Questo senso di sfiducia, di cinismo, più che di scetticismo che si va diffondendo nella scuola, specialmente tra i giovani, è molto significativo. » il tramonto di quelle idee della vecchia scuola di Gaetano Salvemini, di Augusto Monti: la serietà, la precisione, l'onestà, la puntualità. Queste idee semplici. Il fare il proprio dovere, il fare lezione. E che la scuola sia una scuola del carattere, formatrice di coscienze, formatrice di persone oneste e leali. Si va diffondendo l'idea che tutto questo è superato, che non vale più. Oggi valgono appoggi, raccomandazioni, tessere di un partito o di una parrocchia. La religione che è in sé una cosa seria, forse la cosa più seria, perché la cosa più seria della vita è la morte, diventa uno spregevole pretesto per fare i propri affari. Questo è il pericolo: disfacimento morale della scuola. Non è la scuola dei preti che ci spaventa, perché cento anni fa c'erano scuole di preti in cui si sapeva insegnare il latino e l'italiano e da cui uscirono uomini come Giosuè Carducci. Quello che soprattutto spaventa sono i disonesti, gli uomini senza carattere, senza fede, senza opinioni. Questi uomini che dieci anni fa erano fascisti, cinque anni fa erano a parole antifascisti, ed ora son tornati, sotto svariati nomi, fascisti nella sostanza cioè profittatori del regime.
E c'è un altro pericolo: di lasciarsi vincere dallo scoramento. Ma non bisogna lasciarsi vincere dallo scoramento. Vedete, fu detto giustamente che chi vinse la guerra del 1918 fu la scuola media italiana, perché quei ragazzi, di cui le salme sono ancora sul Carso, uscivano dalle nostre scuole e dai nostri licei e dalle nostre università. Però guardate anche durante la Liberazione e la Resistenza che cosa è accaduto. è accaduto lo stesso. Ci sono stati professori e maestri che hanno dato esempi mirabili, dal carcere al martirio. Una maestra che per lunghi anni affrontò serenamente la galera fascista è qui tra noi. E tutti noi, vecchi insegnanti abbiamo nel cuore qualche nome di nostri studenti che hanno saputo resistere alle torture, che hanno dato il sangue per la libertà d'Italia. Pensiamo a questi ragazzi nostri che uscirono dalle nostre scuole e pensando a loro, non disperiamo dell'avvenire. Siamo fedeli alla Resistenza. Bisogna, amici, continuare a difendere nelle scuole la Resistenza e la continuità della coscienza morale.
luca sossella editore via Zanardelli 34 00186 Roma vox 0668309494 fax 0697259770
DUE COMMENTI: primo i giornali fanno sempre disinformazione, anche inutile visto che non c'e` bisogno di gonfiare la notizia. Non so quale sia il costo effettivo per l'universita` ma uno stipendio lordo di 140.000€ non esiste per un professore, a meno che abbiano di nascosto cambiato le leggi apposta per Petrini.
Io ho vinto il concorso a cattedra nel 1970 e il mio stipendio lordo e` di 98.000€ (non mi lamento anzi credo sarebbe meglio che pagassero di piu` i giovani).
SECONDO cosa molto piu` grave, credo che questa e` una delle infinite tappe della idiozia dei nostri rettori e senati accademici che per farsi pubblicita` danno lauree honoris causae ad attori, papi, motociclisti o comunque "famosi" in televisione ma NON nel mondo della scienza. Qui esiste un PROBLEMA ENORME, siamo in una societa` in cui conta solo l'impatto mediatico. Il matematico piu` famoso in ITALIA e` Odifreddi a cui riconosco senza esitazione molti meriti ma non fa ricerca da decenni. Siamo nella condizione collettiva di quella signora negli US che per partorire voleva George Clooney perche' avendolo visto in ER si fidava di lui.
credo siamo vicini alla rovina claudio
On Dec 22, 2008, at 5:12 PM, Maurizio Tirassa wrote:
Date: Mon, 22 Dec 2008 09:23:18 +0100 From: Annamaria Deagostino annamaria.deagostino@unito.it To: coordunito@di.unito.it Subject: [coordunito] pubblicità progresso
Invio articolo emblematico, per chi non l'avesse letto. Buone feste a tutti, Annamaria
Professor Petrini la cattedra è servita Carlo Petrini, dopo le polemiche aveva fatto un passo indietro
<http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/9071girata. asp#
<http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/9071girata .asp# http://www.lastampa.it/_web/_servizi/piuvisti/default.asp
Da Roma il via libera alla docenza RAPHAËL ZANOTTI Poltrona jet per il guru di slow food Carlin Petrini. Dopo la decisione del senato accademico, ora c'è anche il disco verde da Roma. Il Consiglio nazionale universitario ha dato il via libera alla sua chiamata come docente di «chiara fama». Se anche il ministero avallerà la proposta, Petrini diventerà professore ordinario alla straordinaria cattedra di «Sociologia dell'ambiente e del territorio» alla facoltà di Scienze, unico sociologo in mezzo ad alambicchi e formule matematiche. Tutto senza concorsi. Le polemiche, al Cun, non sono mancate, così com'era successo a Torino quando era stata resa pubblica la proposta e i sociologi torinesi si erano sollevati con critiche anche piuttosto velenose.
Ma tant'è. Sembra scomparso anche l'annuncio della rinuncia alla cattedra fatto dallo stesso Petrini in un'intervista sui giornali. Nel Paese dove nessuno si dimette, figuriamoci se si rinuncia a uno stipendio da 140mila euro lordi l'anno per qualche dichiarazione alla carta stampata. Il professor Luciano Allegra, uno dei docenti universitari che avevano guidato la fronda interna contro la proposta di Petrini, prende atto. «Lo avevo detto all'epoca: aspettiamoci allora la nomina di un cavallo alla cattedra di zoologia, quella di Maria De Filippi a Psicologia Generale e quella di Alba Parietti a Chirurgia Plastica.
Cos'è cambiato? Ora pare che per avere la Parietti dovremo fare a pugni con il Pd». Al Cun la chiamata di Petrini è passata con venti voti a favore, due contrari e dodici astenuti (che contano come no). Sergio Zilli, ricercatore dell'Università di Trieste è uno dei membri del Cun che ha votato contro: «Il problema, per me, è che Petrini non rispettava nemmeno uno dei tre criteri previsti per una nomina così prestigiosa. Non esiste una cattedra come la sua a livello internazionale, le pubblicazioni scientifiche che ha presentato sono interessanti, ma divulgative e non scientifiche (due elenchi di vini italiani e un volume sulla filosofia di slow food, ndr). Per i riconoscimenti internazionali ci sono state presentate tre lauree ad honorem.
Non ho niente contro Petrini, ma così si svilisce il nostro lavoro. Petrini avrà una cattedra, dall'indomani verrà chiamato per far parte delle commissioni d'esame che giudicano il futuro dei sociologi italiani e dovrà tenere due corsi di 120 ore l'anno». Il rettore Ezio Pelizzetti, presente al Cun al momento della presentazione della proposta, difende la scelta. «È l'università che apre i propri orizzonti. D'altra parte 500 anni fa come si sceglievano i docenti? All'epoca non esistevano percorsi accademici». Sarà, ma negli ultimi due anni nessuna università ha presentato chiamate di docenti per «chiara fama» (l'ultimo che si ricorda è il Nobel Carlo Rubbia). Probabilmente per la spesa: un ordinario costa 140mila euro l'anno all'università. E quella di Torino ha fatto fatica a chiudere il bilancio di quest'anno.
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Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni: http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/lettera.html
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Caro Claudio,
concordo su tutto, ... , purtroppo, viene da dire.
Mi domando (forse ingenuamente): possibile che non si riesca a formare (ad es. proprio ora vista tutta questa attenzione) un PICCOLO gruppo di persone molto autorevoli che possano dire la loro DIRETTAMENTE su qualche quotidiano importante? (Tanto per fare un esempio.)
Non so se sia possible, ne' se servirebbe, ma in caso affermativo sarebbe un primo passo per sostituire (almeno parzialmente) gli Odifreddi con altri referenti, e per far giungere a un pubbblico non universitario qualche notizia vera.
Ad es. ricordo quando (ormai molti anni fa) Rubbia, forte del Nobel, sostitui' Zichichi in TV. Anche oggi, come potrebbero i giornali rifiutare interventi di scienziati con riconoscimenti oggettivi?
Molti cari saluti e auguri, Umberto
On Tue, 23 Dec 2008 08:29:47 +0100 claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it wrote:
DUE COMMENTI: primo i giornali fanno sempre disinformazione, anche inutile visto che non c'e` bisogno di gonfiare la notizia. Non so quale sia il costo effettivo per l'universita` ma uno stipendio lordo di 140.000€ non esiste per un professore, a meno che abbiano di nascosto cambiato le leggi apposta per Petrini.
Io ho vinto il concorso a cattedra nel 1970 e il mio stipendio lordo e` di 98.000€ (non mi lamento anzi credo sarebbe meglio che pagassero di piu` i giovani).
SECONDO cosa molto piu` grave, credo che questa e` una delle infinite tappe della idiozia dei nostri rettori e senati accademici che per farsi pubblicita` danno lauree honoris causae ad attori, papi, motociclisti o comunque "famosi" in televisione ma NON nel mondo della scienza. Qui esiste un PROBLEMA ENORME, siamo in una societa` in cui conta solo l'impatto mediatico. Il matematico piu` famoso in ITALIA e` Odifreddi a cui riconosco senza esitazione molti meriti ma non fa ricerca da decenni. Siamo nella condizione collettiva di quella signora negli US che per partorire voleva George Clooney perche' avendolo visto in ER si fidava di lui.
credo siamo vicini alla rovina claudio
On Dec 22, 2008, at 5:12 PM, Maurizio Tirassa wrote:
Date: Mon, 22 Dec 2008 09:23:18 +0100 From: Annamaria Deagostino annamaria.deagostino@unito.it To: coordunito@di.unito.it Subject: [coordunito] pubblicità progresso
Invio articolo emblematico, per chi non l'avesse letto. Buone feste a tutti, Annamaria
Professor Petrini la cattedra è servita Carlo Petrini, dopo le polemiche aveva fatto un passo indietro
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Da Roma il via libera alla docenza RAPHAËL ZANOTTI Poltrona jet per il guru di slow food Carlin Petrini. Dopo la decisione del senato accademico, ora c'è anche il disco verde da Roma. Il Consiglio nazionale universitario ha dato il via libera alla sua chiamata come docente di «chiara fama». Se anche il
ministero avallerà la proposta, Petrini diventerà professore
ordinario alla straordinaria cattedra di «Sociologia dell'ambiente e del territorio» alla facoltà di Scienze, unico sociologo in mezzo ad alambicchi e formule matematiche. Tutto senza concorsi. Le polemiche, al Cun, non sono mancate, così com'era successo a Torino quando era stata resa pubblica la proposta e i sociologi torinesi si erano sollevati con critiche anche piuttosto velenose.
Ma tant'è. Sembra scomparso anche l'annuncio della rinuncia alla cattedra fatto dallo stesso Petrini in un'intervista sui giornali. Nel Paese dove nessuno si dimette, figuriamoci se si rinuncia a uno stipendio da 140mila euro lordi l'anno per qualche dichiarazione alla carta stampata. Il professor Luciano Allegra, uno dei docenti universitari che avevano guidato la fronda interna contro la
proposta di Petrini, prende atto. «Lo avevo detto all'epoca:
aspettiamoci allora la nomina di un cavallo alla cattedra di
zoologia, quella di Maria De Filippi a Psicologia Generale e quella di Alba Parietti a Chirurgia Plastica.
Cos'è cambiato? Ora pare che per avere la Parietti dovremo fare a pugni con il Pd». Al Cun la chiamata di Petrini è passata con venti voti a favore, due contrari e dodici astenuti (che contano come no). Sergio Zilli, ricercatore dell'Università di Trieste è uno dei membri del Cun che ha votato contro: «Il problema, per me, è che Petrini non rispettava nemmeno uno dei tre criteri previsti per una nomina così prestigiosa. Non esiste una cattedra come la sua a livello internazionale, le pubblicazioni scientifiche che ha
presentato sono interessanti, ma divulgative e non scientifiche (due elenchi di vini italiani e un volume sulla filosofia di slow food, ndr). Per i riconoscimenti internazionali ci sono state presentate tre lauree ad honorem.
Non ho niente contro Petrini, ma così si svilisce il nostro lavoro. Petrini avrà una cattedra, dall'indomani verrà chiamato per far parte delle commissioni d'esame che giudicano il futuro dei
sociologi italiani e dovrà tenere due corsi di 120 ore l'anno». Il rettore Ezio Pelizzetti, presente al Cun al momento della presentazione della proposta, difende la scelta. «È l'università che apre i propri orizzonti. D'altra parte 500 anni fa come si sceglievano i docenti? All'epoca non esistevano percorsi accademici». Sarà, ma negli ultimi due anni nessuna università ha presentato chiamate di docenti per «chiara fama» (l'ultimo che si ricorda è il Nobel Carlo Rubbia). Probabilmente per la spesa: un ordinario costa 140mila euro l'anno all'università. E quella di Torino ha fatto fatica a chiudere il bilancio di quest'anno.
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Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
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Ulteriori informazioni: http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/lettera.html
non so, per ora oggi sono stato intervistato da "Report" che e` una trasmissione abbastanza intelligente, ma sono gocce stimo con un gruppo di accademici cercando di parlare con Gianni Letta, a che pro' non saprei
claudio On Dec 23, 2008, at 12:43 PM, Umberto ZANNIER wrote:
Caro Claudio,
concordo su tutto, ... , purtroppo, viene da dire.
Mi domando (forse ingenuamente): possibile che non si riesca a formare (ad es. proprio ora vista tutta questa attenzione) un PICCOLO gruppo di persone molto autorevoli che possano dire la loro DIRETTAMENTE su qualche quotidiano importante? (Tanto per fare un esempio.)
Non so se sia possible, ne' se servirebbe, ma in caso affermativo sarebbe un primo passo per sostituire (almeno parzialmente) gli Odifreddi con altri referenti, e per far giungere a un pubbblico non universitario qualche notizia vera.
Ad es. ricordo quando (ormai molti anni fa) Rubbia, forte del Nobel, sostitui' Zichichi in TV. Anche oggi, come potrebbero i giornali rifiutare interventi di scienziati con riconoscimenti oggettivi?
Molti cari saluti e auguri, Umberto
On Tue, 23 Dec 2008 08:29:47 +0100 claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it wrote:
DUE COMMENTI: primo i giornali fanno sempre disinformazione, anche inutile visto che non c'e` bisogno di gonfiare la notizia. Non so quale sia il costo effettivo per l'universita` ma uno stipendio lordo di 140.000€ non esiste per un professore, a meno che abbiano di nascosto cambiato le leggi apposta per Petrini.
Io ho vinto il concorso a cattedra nel 1970 e il mio stipendio lordo e` di 98.000€ (non mi lamento anzi credo sarebbe meglio che pagassero di piu` i giovani).
SECONDO cosa molto piu` grave, credo che questa e` una delle infinite tappe della idiozia dei nostri rettori e senati accademici che per farsi pubblicita` danno lauree honoris causae ad attori, papi, motociclisti o comunque "famosi" in televisione ma NON nel mondo della scienza. Qui esiste un PROBLEMA ENORME, siamo in una societa` in cui conta solo l'impatto mediatico. Il matematico piu` famoso in ITALIA e` Odifreddi a cui riconosco senza esitazione molti meriti ma non fa ricerca da decenni. Siamo nella condizione collettiva di quella signora negli US che per partorire voleva George Clooney perche' avendolo visto in ER si fidava di lui.
credo siamo vicini alla rovina claudio
On Dec 22, 2008, at 5:12 PM, Maurizio Tirassa wrote:
Date: Mon, 22 Dec 2008 09:23:18 +0100 From: Annamaria Deagostino annamaria.deagostino@unito.it To: coordunito@di.unito.it Subject: [coordunito] pubblicità progresso
Invio articolo emblematico, per chi non l'avesse letto. Buone feste a tutti, Annamaria
Professor Petrini la cattedra è servita Carlo Petrini, dopo le polemiche aveva fatto un passo indietro
<http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/9071girata.a...
<http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/9071girata.a...
http://www.lastampa.it/_web/_servizi/piuvisti/default.asp
Da Roma il via libera alla docenza RAPHAËL ZANOTTI Poltrona jet per il guru di slow food Carlin Petrini. Dopo la decisione del senato accademico, ora c'è anche il disco verde da Roma. Il Consiglio nazionale universitario ha dato il via libera alla sua chiamata come docente di «chiara fama». Se anche il
ministero avallerà la proposta, Petrini diventerà professore
ordinario alla straordinaria cattedra di «Sociologia dell'ambiente e del territorio» alla facoltà di Scienze, unico sociologo in mezzo ad alambicchi e formule matematiche. Tutto senza concorsi. Le polemiche, al Cun, non sono mancate, così com'era successo a Torino quando era stata resa pubblica la proposta e i sociologi torinesi si erano sollevati con critiche anche piuttosto velenose.
Ma tant'è. Sembra scomparso anche l'annuncio della rinuncia alla cattedra fatto dallo stesso Petrini in un'intervista sui giornali. Nel Paese dove nessuno si dimette, figuriamoci se si rinuncia a uno stipendio da 140mila euro lordi l'anno per qualche dichiarazione alla carta stampata. Il professor Luciano Allegra, uno dei docenti universitari che avevano guidato la fronda interna contro la
proposta di Petrini, prende atto. «Lo avevo detto all'epoca:
aspettiamoci allora la nomina di un cavallo alla cattedra di
zoologia, quella di Maria De Filippi a Psicologia Generale e quella di Alba Parietti a Chirurgia Plastica.
Cos'è cambiato? Ora pare che per avere la Parietti dovremo fare a pugni con il Pd». Al Cun la chiamata di Petrini è passata con venti voti a favore, due contrari e dodici astenuti (che contano come no). Sergio Zilli, ricercatore dell'Università di Trieste è uno dei membri del Cun che ha votato contro: «Il problema, per me, è che Petrini non rispettava nemmeno uno dei tre criteri previsti per una nomina così prestigiosa. Non esiste una cattedra come la sua a livello internazionale, le pubblicazioni scientifiche che ha
presentato sono interessanti, ma divulgative e non scientifiche (due elenchi di vini italiani e un volume sulla filosofia di slow food, ndr). Per i riconoscimenti internazionali ci sono state presentate tre lauree ad honorem.
Non ho niente contro Petrini, ma così si svilisce il nostro lavoro. Petrini avrà una cattedra, dall'indomani verrà chiamato per far parte delle commissioni d'esame che giudicano il futuro dei
sociologi italiani e dovrà tenere due corsi di 120 ore l'anno». Il rettore Ezio Pelizzetti, presente al Cun al momento della presentazione della proposta, difende la scelta. «È l'università che apre i propri orizzonti. D'altra parte 500 anni fa come si sceglievano i docenti? All'epoca non esistevano percorsi accademici». Sarà, ma negli ultimi due anni nessuna università ha presentato chiamate di docenti per «chiara fama» (l'ultimo che si ricorda è il Nobel Carlo Rubbia). Probabilmente per la spesa: un ordinario costa 140mila euro l'anno all'università. E quella di Torino ha fatto fatica a chiudere il bilancio di quest'anno.
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Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
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Report è OK Dicci dove e quando GG
On Tue, 23 Dec 2008 18:39:31 +0100, claudio procesi wrote
non so, per ora oggi sono stato intervistato da "Report" che e` una trasmissione abbastanza intelligente, ma sono gocce stimo con un gruppo di accademici cercando di parlare con Gianni Letta, a che pro' non saprei
claudio On Dec 23, 2008, at 12:43 PM, Umberto ZANNIER wrote:
Caro Claudio,
concordo su tutto, ... , purtroppo, viene da dire.
Mi domando (forse ingenuamente): possibile che non si riesca a formare (ad es. proprio ora vista tutta questa attenzione) un PICCOLO gruppo di persone molto autorevoli che possano dire la loro DIRETTAMENTE su qualche quotidiano importante? (Tanto per fare un esempio.)
Non so se sia possible, ne' se servirebbe, ma in caso affermativo sarebbe un primo passo per sostituire (almeno parzialmente) gli Odifreddi con altri referenti, e per far giungere a un pubbblico non universitario qualche notizia vera.
Ad es. ricordo quando (ormai molti anni fa) Rubbia, forte del Nobel, sostitui' Zichichi in TV. Anche oggi, come potrebbero i giornali rifiutare interventi di scienziati con riconoscimenti oggettivi?
Molti cari saluti e auguri, Umberto
On Tue, 23 Dec 2008 08:29:47 +0100 claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it wrote:
DUE COMMENTI: primo i giornali fanno sempre disinformazione, anche inutile visto che non c'e` bisogno di gonfiare la notizia. Non so quale sia il costo effettivo per l'universita` ma uno stipendio lordo di [WINDOWS-1252?]140.000 non esiste per un professore, a meno
che
abbiano di nascosto cambiato le leggi apposta per Petrini.
Io ho vinto il concorso a cattedra nel 1970 e il mio stipendio lordo e` di [WINDOWS-1252?]98.000 (non mi lamento anzi credo sarebbe meglio
che
pagassero di piu` i giovani).
SECONDO cosa molto piu` grave, credo che questa e` una delle infinite tappe della idiozia dei nostri rettori e senati accademici che per farsi pubblicita` danno lauree honoris causae ad attori, papi, motociclisti o comunque "famosi" in televisione ma NON nel mondo della scienza. Qui esiste un PROBLEMA ENORME, siamo in una societa` in cui conta solo l'impatto mediatico. Il matematico piu` famoso in ITALIA e` Odifreddi a cui riconosco senza esitazione molti meriti ma non fa ricerca da decenni. Siamo nella condizione collettiva di quella signora negli US che per partorire voleva George Clooney perche' avendolo visto in ER si fidava di lui.
credo siamo vicini alla rovina claudio
On Dec 22, 2008, at 5:12 PM, Maurizio Tirassa wrote:
Date: Mon, 22 Dec 2008 09:23:18 +0100 From: Annamaria Deagostino annamaria.deagostino@unito.it To: coordunito@di.unito.it Subject: [coordunito] pubblicità progresso
Invio articolo emblematico, per chi non l'avesse letto. Buone feste a tutti, Annamaria
Professor Petrini la cattedra è servita Carlo Petrini, dopo le polemiche aveva fatto un passo indietro
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Da Roma il via libera alla docenza RAPHAËL ZANOTTI Poltrona jet per il guru di slow food Carlin Petrini. Dopo la decisione del senato accademico, ora c'è anche il disco verde da Roma. Il Consiglio nazionale universitario ha dato il via libera alla sua chiamata come docente di «chiara fama». Se anche il
ministero avallerà la proposta, Petrini diventerà professore
ordinario alla straordinaria cattedra di «Sociologia dell'ambiente e del territorio» alla facoltà di Scienze, unico sociologo in mezzo ad alambicchi e formule matematiche. Tutto senza concorsi. Le polemiche, al Cun, non sono mancate, così com'era successo a Torino quando era stata resa pubblica la proposta e i sociologi torinesi si erano sollevati con critiche anche piuttosto velenose.
Ma tant'è. Sembra scomparso anche l'annuncio della rinuncia alla cattedra fatto dallo stesso Petrini in un'intervista sui giornali. Nel Paese dove nessuno si dimette, figuriamoci se si rinuncia a uno stipendio da 140mila euro lordi l'anno per qualche dichiarazione alla carta stampata. Il professor Luciano Allegra, uno dei docenti universitari che avevano guidato la fronda interna contro la
proposta di Petrini, prende atto. «Lo avevo detto all'epoca:
aspettiamoci allora la nomina di un cavallo alla cattedra di
zoologia, quella di Maria De Filippi a Psicologia Generale e quella di Alba Parietti a Chirurgia Plastica.
Cos'è cambiato? Ora pare che per avere la Parietti dovremo fare a pugni con il Pd». Al Cun la chiamata di Petrini è passata con venti voti a favore, due contrari e dodici astenuti (che contano come no). Sergio Zilli, ricercatore dell'Università di Trieste è uno dei membri del Cun che ha votato contro: «Il problema, per me, è che Petrini non rispettava nemmeno uno dei tre criteri previsti per una nomina così prestigiosa. Non esiste una cattedra come la sua a livello internazionale, le pubblicazioni scientifiche che ha
presentato sono interessanti, ma divulgative e non scientifiche (due elenchi di vini italiani e un volume sulla filosofia di slow food, ndr). Per i riconoscimenti internazionali ci sono state presentate tre lauree ad honorem.
Non ho niente contro Petrini, ma così si svilisce il nostro lavoro. Petrini avrà una cattedra, dall'indomani verrà chiamato per far parte delle commissioni d'esame che giudicano il futuro dei
sociologi italiani e dovrà tenere due corsi di 120 ore l'anno». Il rettore Ezio Pelizzetti, presente al Cun al momento della presentazione della proposta, difende la scelta. «È l'università che apre i propri orizzonti. D'altra parte 500 anni fa come si sceglievano i docenti? All'epoca non esistevano percorsi accademici». Sarà, ma negli ultimi due anni nessuna università ha presentato chiamate di docenti per «chiara fama» (l'ultimo che si ricorda è il Nobel Carlo Rubbia). Probabilmente per la spesa: un ordinario costa 140mila euro l'anno all'università. E quella di Torino ha fatto fatica a chiudere il bilancio di quest'anno.
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La chiamata di Petrini è stata votata dal consiglio della facoltà di scienze mfn dell'università degli studi di torino, presieduto da Alberto Conte (presidente onorario unione matematica italiana ndr), mi sembra con due astenuti, mi sembra....fate un po' voi
Io faccio un po' il giornalista e vorrei dire due cose: il 31 esce una mia intervista a Giorgio Parisi su Tuttoscienze de La Stampa, che spero smentisca il fatto che i giornalisti sono tutti cialtroni. La seconda è che ho provato a far passare sul giornale la lettera di Procesi e non ci sono riuscito. Non credo che ciò sia dovuto ad un complotto di forze ostili ovvero a strane manovre. Semplicemente è un sistema con molta inerzia e notevole pigrizia. Teniamo anche conto che l'ambiente giornalistico è molto clientelare e nepotistico almeno quanto quello universitario e quindi nel darci contro sono più realisti del re. Avendo la coda di paglia.
Io penso che non dobbiamo scoraggiarci, dobbiamo insistere, e credo che la verità quale che essa sia possa e debba prevalere. Ricordiamoci che Mandela s'e' fatto quasi trent'anni di galera per vedere le sue sacrosante rivendicazioni trionfare. Ci vuole tanta pazienza.
Buon Natale a tutti
F.Vaccarino
Il giorno 23 dicembre 2008 14.25, b.tirozzi@libero.it ha scritto: Ma come e' possibile metter un professore nella Facolta' di Scienze senza aver consultato la Facolta'? Che accidenti di procedura e' questa? Non possiamo mandare al Preside della Facolta' di Scienze una dichiarazione che non vogliamo questo Petrini? E' prioprio un bel regalo di Natale.Mi sembra di stare in Russia dove i deputati della Duma si fanno nominare membri dell'Accademia delle Scienze! Prima Cerami rompe le scatole su i presunti lavori "fantasma" e poi ci affibbiano un Petrini, che non so nemmeno chi sia. L'unica cosa che si sa e' che ha un cv che fa schifo.
Brunello Tirozzi
Il giorno 23 dicembre 2008 19.56, giovanni giacometti < g.giacometti@chfi.unipd.it> ha scritto:
Report è OK Dicci dove e quando GG
On Tue, 23 Dec 2008 18:39:31 +0100, claudio procesi wrote
non so, per ora oggi sono stato intervistato da "Report" che e` una trasmissione abbastanza intelligente, ma sono gocce stimo con un gruppo di accademici cercando di parlare con Gianni Letta, a che pro' non saprei
claudio On Dec 23, 2008, at 12:43 PM, Umberto ZANNIER wrote:
Caro Claudio,
concordo su tutto, ... , purtroppo, viene da dire.
Mi domando (forse ingenuamente): possibile che non si riesca a formare (ad es. proprio ora vista tutta questa attenzione) un PICCOLO gruppo di persone molto autorevoli che possano dire la loro DIRETTAMENTE su qualche quotidiano importante? (Tanto per fare un esempio.)
Non so se sia possible, ne' se servirebbe, ma in caso affermativo sarebbe un primo passo per sostituire (almeno parzialmente) gli Odifreddi con altri referenti, e per far giungere a un pubbblico non universitario qualche notizia vera.
Ad es. ricordo quando (ormai molti anni fa) Rubbia, forte del Nobel, sostitui' Zichichi in TV. Anche oggi, come potrebbero i giornali rifiutare interventi di scienziati con riconoscimenti oggettivi?
Molti cari saluti e auguri, Umberto
On Tue, 23 Dec 2008 08:29:47 +0100 claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it wrote:
DUE COMMENTI: primo i giornali fanno sempre disinformazione, anche inutile visto che non c'e` bisogno di gonfiare la notizia. Non so quale sia il costo effettivo per l'universita` ma uno stipendio lordo di [WINDOWS-1252?]140.000€ non esiste per un professore, a meno
che
abbiano di nascosto cambiato le leggi apposta per Petrini.
Io ho vinto il concorso a cattedra nel 1970 e il mio stipendio lordo e` di [WINDOWS-1252?]98.000€ (non mi lamento anzi credo sarebbe
meglio che
pagassero di piu` i giovani).
SECONDO cosa molto piu` grave, credo che questa e` una delle infinite tappe della idiozia dei nostri rettori e senati accademici che per farsi pubblicita` danno lauree honoris causae ad attori, papi, motociclisti o comunque "famosi" in televisione ma NON nel mondo della scienza. Qui esiste un PROBLEMA ENORME, siamo in una societa` in cui conta solo l'impatto mediatico. Il matematico piu` famoso in ITALIA e` Odifreddi a cui riconosco senza esitazione molti meriti ma non fa ricerca da decenni. Siamo nella condizione collettiva di quella signora negli US che per partorire voleva George Clooney perche' avendolo visto in ER si fidava di lui.
credo siamo vicini alla rovina claudio
On Dec 22, 2008, at 5:12 PM, Maurizio Tirassa wrote:
Date: Mon, 22 Dec 2008 09:23:18 +0100 From: Annamaria Deagostino annamaria.deagostino@unito.it To: coordunito@di.unito.it Subject: [coordunito] pubblicità progresso
Invio articolo emblematico, per chi non l'avesse letto. Buone feste a tutti, Annamaria
Professor Petrini la cattedra è servita Carlo Petrini, dopo le polemiche aveva fatto un passo indietro
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>
< http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/9071girata.a sp#
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Da Roma il via libera alla docenza RAPHAËL ZANOTTI Poltrona jet per il guru di slow food Carlin Petrini. Dopo la decisione del senato accademico, ora c'è anche il disco verde da Roma. Il Consiglio nazionale universitario ha dato il via libera alla sua chiamata come docente di «chiara fama». Se anche il
ministero avallerà la proposta, Petrini diventerà professore
ordinario alla straordinaria cattedra di «Sociologia dell'ambiente e del territorio» alla facoltà di Scienze, unico sociologo in mezzo ad alambicchi e formule matematiche. Tutto senza concorsi. Le polemiche, al Cun, non sono mancate, così com'era successo a Torino quando era stata resa pubblica la proposta e i sociologi torinesi si erano sollevati con critiche anche piuttosto velenose.
Ma tant'è. Sembra scomparso anche l'annuncio della rinuncia alla cattedra fatto dallo stesso Petrini in un'intervista sui giornali. Nel Paese dove nessuno si dimette, figuriamoci se si rinuncia a uno stipendio da 140mila euro lordi l'anno per qualche dichiarazione alla carta stampata. Il professor Luciano Allegra, uno dei docenti universitari che avevano guidato la fronda interna contro la
proposta di Petrini, prende atto. «Lo avevo detto all'epoca:
aspettiamoci allora la nomina di un cavallo alla cattedra di
zoologia, quella di Maria De Filippi a Psicologia Generale e quella di Alba Parietti a Chirurgia Plastica.
Cos'è cambiato? Ora pare che per avere la Parietti dovremo fare a pugni con il Pd». Al Cun la chiamata di Petrini è passata con venti voti a favore, due contrari e dodici astenuti (che contano come no). Sergio Zilli, ricercatore dell'Università di Trieste è uno dei membri del Cun che ha votato contro: «Il problema, per me, è che Petrini non rispettava nemmeno uno dei tre criteri previsti per una nomina così prestigiosa. Non esiste una cattedra come la sua a livello internazionale, le pubblicazioni scientifiche che ha
presentato sono interessanti, ma divulgative e non scientifiche (due elenchi di vini italiani e un volume sulla filosofia di slow food, ndr). Per i riconoscimenti internazionali ci sono state presentate tre lauree ad honorem.
Non ho niente contro Petrini, ma così si svilisce il nostro lavoro. Petrini avrà una cattedra, dall'indomani verrà chiamato per far parte delle commissioni d'esame che giudicano il futuro dei
sociologi italiani e dovrà tenere due corsi di 120 ore l'anno». Il rettore Ezio Pelizzetti, presente al Cun al momento della presentazione della proposta, difende la scelta. «È l'università che apre i propri orizzonti. D'altra parte 500 anni fa come si sceglievano i docenti? All'epoca non esistevano percorsi accademici». Sarà, ma negli ultimi due anni nessuna università ha presentato chiamate di docenti per «chiara fama» (l'ultimo che si ricorda è il Nobel Carlo Rubbia). Probabilmente per la spesa: un ordinario costa 140mila euro l'anno all'università. E quella di Torino ha fatto fatica a chiudere il bilancio di quest'anno.
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Buone feste a tutti e un futuro piu' tranquillo. Non conosco molti di coloro che scrivono ma vorrei consigliare maggior precisione. L'Unione Matematica Italiana (di cui sono attualmente segretario) non ha, dal 2003 anno in cui e' scomparso carlo Pucci, presidente onorario. Quindi ogni altra attribuzione e' quantomeno inesatta; in particolar modo risalta l'inesattezza se con essa si puo', certamente in modo inconsapevole, coinvolgere la societa' in questioni ad essa non pertinenti. (Ri)buon anno a tutti Giuseppe Anichini
----- Messaggio da francesco.vaccarino@polito.it --------- Data: Tue, 23 Dec 2008 21:11:53 +0100 Da: Francesco Vaccarino francesco.vaccarino@polito.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] [coordunito] pubblicità progre sso A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
La chiamata di Petrini è stata votata dal consiglio della facoltà di scienze mfn dell'università degli studi di torino, presieduto da Alberto Conte (presidente onorario unione matematica italiana ndr), mi sembra con due astenuti, mi sembra....fate un po' voi
Io faccio un po' il giornalista e vorrei dire due cose: il 31 esce una mia intervista a Giorgio Parisi su Tuttoscienze de La Stampa, che spero smentisca il fatto che i giornalisti sono tutti cialtroni. La seconda è che ho provato a far passare sul giornale la lettera di Procesi e non ci sono riuscito. Non credo che ciò sia dovuto ad un complotto di forze ostili ovvero a strane manovre. Semplicemente è un sistema con molta inerzia e notevole pigrizia. Teniamo anche conto che l'ambiente giornalistico è molto clientelare e nepotistico almeno quanto quello universitario e quindi nel darci contro sono più realisti del re. Avendo la coda di paglia.
Io penso che non dobbiamo scoraggiarci, dobbiamo insistere, e credo che la verità quale che essa sia possa e debba prevalere. Ricordiamoci che Mandela s'e' fatto quasi trent'anni di galera per vedere le sue sacrosante rivendicazioni trionfare. Ci vuole tanta pazienza.
Buon Natale a tutti
F.Vaccarino
Il giorno 23 dicembre 2008 14.25, b.tirozzi@libero.it ha scritto: Ma come e' possibile metter un professore nella Facolta' di Scienze senza aver consultato la Facolta'? Che accidenti di procedura e' questa? Non possiamo mandare al Preside della Facolta' di Scienze una dichiarazione che non vogliamo questo Petrini? E' prioprio un bel regalo di Natale.Mi sembra di stare in Russia dove i deputati della Duma si fanno nominare membri dell'Accademia delle Scienze! Prima Cerami rompe le scatole su i presunti lavori "fantasma" e poi ci affibbiano un Petrini, che non so nemmeno chi sia. L'unica cosa che si sa e' che ha un cv che fa schifo.
Brunello Tirozzi
Il giorno 23 dicembre 2008 19.56, giovanni giacometti < g.giacometti@chfi.unipd.it> ha scritto:
Report è OK Dicci dove e quando GG
On Tue, 23 Dec 2008 18:39:31 +0100, claudio procesi wrote
non so, per ora oggi sono stato intervistato da "Report" che e` una trasmissione abbastanza intelligente, ma sono gocce stimo con un gruppo di accademici cercando di parlare con Gianni Letta, a che pro' non saprei
claudio On Dec 23, 2008, at 12:43 PM, Umberto ZANNIER wrote:
Caro Claudio,
concordo su tutto, ... , purtroppo, viene da dire.
Mi domando (forse ingenuamente): possibile che non si riesca a formare (ad es. proprio ora vista tutta questa attenzione) un PICCOLO gruppo di persone molto autorevoli che possano dire la loro DIRETTAMENTE su qualche quotidiano importante? (Tanto per fare un esempio.)
Non so se sia possible, ne' se servirebbe, ma in caso affermativo sarebbe un primo passo per sostituire (almeno parzialmente) gli Odifreddi con altri referenti, e per far giungere a un pubbblico non universitario qualche notizia vera.
Ad es. ricordo quando (ormai molti anni fa) Rubbia, forte del Nobel, sostitui' Zichichi in TV. Anche oggi, come potrebbero i giornali rifiutare interventi di scienziati con riconoscimenti oggettivi?
Molti cari saluti e auguri, Umberto
On Tue, 23 Dec 2008 08:29:47 +0100 claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it wrote:
DUE COMMENTI: primo i giornali fanno sempre disinformazione, anche inutile visto che non c'e` bisogno di gonfiare la notizia. Non so quale sia il costo effettivo per l'universita` ma uno stipendio lordo di [WINDOWS-1252?]140.000€ non esiste per un professore, a meno
che
abbiano di nascosto cambiato le leggi apposta per Petrini.
Io ho vinto il concorso a cattedra nel 1970 e il mio stipendio lordo e` di [WINDOWS-1252?]98.000€ (non mi lamento anzi credo sarebbe
meglio che
pagassero di piu` i giovani).
SECONDO cosa molto piu` grave, credo che questa e` una delle infinite tappe della idiozia dei nostri rettori e senati accademici che per farsi pubblicita` danno lauree honoris causae ad attori, papi, motociclisti o comunque "famosi" in televisione ma NON nel mondo della scienza. Qui esiste un PROBLEMA ENORME, siamo in una societa` in cui conta solo l'impatto mediatico. Il matematico piu` famoso in ITALIA e` Odifreddi a cui riconosco senza esitazione molti meriti ma non fa ricerca da decenni. Siamo nella condizione collettiva di quella signora negli US che per partorire voleva George Clooney perche' avendolo visto in ER si fidava di lui.
credo siamo vicini alla rovina claudio
On Dec 22, 2008, at 5:12 PM, Maurizio Tirassa wrote:
> Date: Mon, 22 Dec 2008 09:23:18 +0100 > From: Annamaria Deagostino annamaria.deagostino@unito.it > To: coordunito@di.unito.it > Subject: [coordunito] pubblicità progresso > > Invio articolo emblematico, per chi non l'avesse letto. > Buone feste a tutti, > Annamaria > > Professor Petrini la cattedra è servita > Carlo Petrini, dopo le polemiche aveva fatto un passo > indietro > >
< http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/9071girata.a sp#
>> >
< http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/9071girata.a sp#
>> > http://www.lastampa.it/_web/_servizi/piuvisti/default.asp > > Da Roma il via libera alla docenza > RAPHAËL ZANOTTI > Poltrona jet per il guru di slow food Carlin Petrini. Dopo > la > decisione del senato accademico, ora c'è anche il disco > verde da > Roma. Il Consiglio nazionale universitario ha dato il via > libera > alla sua chiamata come docente di «chiara fama». Se anche il > > ministero avallerà la proposta, Petrini diventerà professore > > ordinario alla straordinaria cattedra di «Sociologia > dell'ambiente > e del territorio» alla facoltà di Scienze, unico sociologo > in mezzo > ad alambicchi e formule matematiche. Tutto senza concorsi. > Le > polemiche, al Cun, non sono mancate, così com'era successo a > Torino > quando era stata resa pubblica la proposta e i sociologi > torinesi > si erano sollevati con critiche anche piuttosto velenose. > > Ma tant'è. Sembra scomparso anche l'annuncio della rinuncia > alla > cattedra fatto dallo stesso Petrini in un'intervista sui > giornali. > Nel Paese dove nessuno si dimette, figuriamoci se si > rinuncia a uno > stipendio da 140mila euro lordi l'anno per qualche > dichiarazione > alla carta stampata. Il professor Luciano Allegra, uno dei > docenti > universitari che avevano guidato la fronda interna contro la > > proposta di Petrini, prende atto. «Lo avevo detto all'epoca: > > aspettiamoci allora la nomina di un cavallo alla cattedra di > > zoologia, quella di Maria De Filippi a Psicologia Generale e > quella > di Alba Parietti a Chirurgia Plastica. > > Cos'è cambiato? Ora pare che per avere la Parietti dovremo > fare a > pugni con il Pd». Al Cun la chiamata di Petrini è passata > con venti > voti a favore, due contrari e dodici astenuti (che contano > come > no). Sergio Zilli, ricercatore dell'Università di Trieste è > uno dei > membri del Cun che ha votato contro: «Il problema, per me, è > che > Petrini non rispettava nemmeno uno dei tre criteri previsti > per una > nomina così prestigiosa. Non esiste una cattedra come la sua > a > livello internazionale, le pubblicazioni scientifiche che ha > > presentato sono interessanti, ma divulgative e non > scientifiche > (due elenchi di vini italiani e un volume sulla filosofia di > slow > food, ndr). Per i riconoscimenti internazionali ci sono > state > presentate tre lauree ad honorem. > > Non ho niente contro Petrini, ma così si svilisce il nostro > lavoro. > Petrini avrà una cattedra, dall'indomani verrà chiamato per > far > parte delle commissioni d'esame che giudicano il futuro dei > > sociologi italiani e dovrà tenere due corsi di 120 ore > l'anno». Il > rettore Ezio Pelizzetti, presente al Cun al momento della > presentazione della proposta, difende la scelta. «È > l'università > che apre i propri orizzonti. D'altra parte 500 anni fa come > si > sceglievano i docenti? All'epoca non esistevano percorsi > accademici». Sarà, ma negli ultimi due anni nessuna > università ha > presentato chiamate di docenti per «chiara fama» (l'ultimo > che si > ricorda è il Nobel Carlo Rubbia). Probabilmente per la > spesa: un > ordinario costa 140mila euro l'anno all'università. E quella > di > Torino ha fatto fatica a chiudere il bilancio di quest'anno. > > > Attachment converted: Nexus:annamaria_deagostino.vcf > (TEXT/MSWD) > (0000E557)
Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
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----- Fine del messaggio da francesco.vaccarino@polito.it -----
Caro Anichini non era mia intenzione coinvolgere l'Unione in questioni ad essa non pertinenti. Intendevo solo far sapere ai non matematici, che il preside Conte, non è uno qualunque, infatti è stato, tra le altre cose, Presidente dell'UMI dal 1994 al 2000. Questo per sottolineare che la chiamata di Petrini non è stata una imposizione, ma una decisione presa da una Facoltà avente come Preside un personaggio di notevole peso.
Mi scuso per l'imprecisione.
Ciao
FV
Il giorno 23 dicembre 2008 21.57, giuseppe.anichini@unifi.it ha scritto:
Buone feste a tutti e un futuro piu' tranquillo. Non conosco molti di coloro che scrivono ma vorrei consigliare maggior precisione. L'Unione Matematica Italiana (di cui sono attualmente segretario) non ha, dal 2003 anno in cui e' scomparso carlo Pucci, presidente onorario. Quindi ogni altra attribuzione e' quantomeno inesatta; in particolar modo risalta l'inesattezza se con essa si puo', certamente in modo inconsapevole, coinvolgere la societa' in questioni ad essa non pertinenti. (Ri)buon anno a tutti Giuseppe Anichini
----- Messaggio da francesco.vaccarino@polito.it --------- Data: Tue, 23 Dec 2008 21:11:53 +0100 Da: Francesco Vaccarino francesco.vaccarino@polito.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] [coordunito] pubblicità progre sso A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
La chiamata di Petrini è stata votata dal consiglio della facoltà di
scienze
mfn dell'università degli studi di torino, presieduto da Alberto Conte (presidente onorario unione matematica italiana ndr), mi sembra con due astenuti, mi sembra....fate un po' voi
Io faccio un po' il giornalista e vorrei dire due cose: il 31 esce una
mia
intervista a Giorgio Parisi su Tuttoscienze de La Stampa, che spero smentisca il fatto che i giornalisti sono tutti cialtroni. La seconda è
che
ho provato a far passare sul giornale la lettera di Procesi e non ci sono riuscito. Non credo che ciò sia dovuto ad un complotto di forze ostili ovvero a strane manovre. Semplicemente è un sistema con molta inerzia e notevole pigrizia. Teniamo anche conto che l'ambiente giornalistico è
molto
clientelare e nepotistico almeno quanto quello universitario e quindi nel darci contro sono più realisti del re. Avendo la coda di paglia.
Io penso che non dobbiamo scoraggiarci, dobbiamo insistere, e credo che
la
verità quale che essa sia possa e debba prevalere. Ricordiamoci che Mandela s'e' fatto quasi trent'anni di galera per vedere
le
sue sacrosante rivendicazioni trionfare. Ci vuole tanta pazienza.
Buon Natale a tutti
F.Vaccarino
Il giorno 23 dicembre 2008 14.25, b.tirozzi@libero.it ha scritto: Ma come e' possibile metter un professore nella Facolta' di Scienze senza aver consultato la Facolta'? Che accidenti di procedura e' questa? Non possiamo mandare al Preside della Facolta' di Scienze una dichiarazione
che
non vogliamo questo Petrini? E' prioprio un bel regalo di Natale.Mi
sembra
di stare in Russia dove i deputati della Duma si fanno nominare membri dell'Accademia delle Scienze! Prima Cerami rompe le scatole su i presunti lavori "fantasma" e poi ci affibbiano un Petrini, che non so nemmeno chi sia. L'unica cosa che si sa e' che ha un cv che fa schifo.
Brunello Tirozzi
Il giorno 23 dicembre 2008 19.56, giovanni giacometti < g.giacometti@chfi.unipd.it> ha scritto:
Report è OK Dicci dove e quando GG
On Tue, 23 Dec 2008 18:39:31 +0100, claudio procesi wrote
non so, per ora oggi sono stato intervistato da "Report" che e` una trasmissione abbastanza intelligente, ma sono gocce stimo con un gruppo di accademici cercando di parlare con Gianni Letta, a che pro' non saprei
claudio On Dec 23, 2008, at 12:43 PM, Umberto ZANNIER wrote:
Caro Claudio,
concordo su tutto, ... , purtroppo, viene da dire.
Mi domando (forse ingenuamente): possibile che non si riesca a formare (ad es. proprio ora vista tutta questa attenzione) un PICCOLO gruppo di persone molto autorevoli che possano dire la loro DIRETTAMENTE su qualche quotidiano importante? (Tanto per fare un esempio.)
Non so se sia possible, ne' se servirebbe, ma in caso affermativo sarebbe un primo passo per sostituire (almeno parzialmente) gli Odifreddi con altri referenti, e per far giungere a un pubbblico non universitario qualche notizia vera.
Ad es. ricordo quando (ormai molti anni fa) Rubbia, forte del Nobel, sostitui' Zichichi in TV. Anche oggi, come potrebbero i giornali rifiutare interventi di scienziati con riconoscimenti oggettivi?
Molti cari saluti e auguri, Umberto
On Tue, 23 Dec 2008 08:29:47 +0100 claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it wrote:
DUE COMMENTI: primo i giornali fanno sempre disinformazione, anche inutile visto che non c'e` bisogno di gonfiare la notizia. Non so quale sia il costo effettivo per l'universita` ma uno stipendio lordo di [WINDOWS-1252?]140.000€ non esiste per un professore, a
meno
che
abbiano di nascosto cambiato le leggi apposta per Petrini.
Io ho vinto il concorso a cattedra nel 1970 e il mio stipendio lordo e` di [WINDOWS-1252?]98.000€ (non mi lamento anzi credo sarebbe
meglio che
pagassero di piu` i giovani).
SECONDO cosa molto piu` grave, credo che questa e` una delle infinite tappe della idiozia dei nostri rettori e senati accademici che per farsi pubblicita` danno lauree honoris causae ad attori, papi, motociclisti o comunque "famosi" in televisione ma NON nel mondo della scienza. Qui esiste un PROBLEMA ENORME, siamo in una societa` in cui conta solo l'impatto mediatico. Il matematico piu` famoso in ITALIA e` Odifreddi a cui riconosco senza esitazione molti meriti ma non fa ricerca da decenni. Siamo nella condizione collettiva di quella signora negli US che per partorire voleva George Clooney perche' avendolo visto in ER si fidava di lui.
credo siamo vicini alla rovina claudio
On Dec 22, 2008, at 5:12 PM, Maurizio Tirassa wrote:
>> Date: Mon, 22 Dec 2008 09:23:18 +0100 >> From: Annamaria Deagostino annamaria.deagostino@unito.it >> To: coordunito@di.unito.it >> Subject: [coordunito] pubblicità progresso >> >> Invio articolo emblematico, per chi non l'avesse letto. >> Buone feste a tutti, >> Annamaria >> >> Professor Petrini la cattedra è servita >> Carlo Petrini, dopo le polemiche aveva fatto un passo >> indietro >> >>
<
http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/9071girata.a
sp#
>>> >>
<
http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/9071girata.a
sp#
>>> >> http://www.lastampa.it/_web/_servizi/piuvisti/default.asp >> >> Da Roma il via libera alla docenza >> RAPHAËL ZANOTTI >> Poltrona jet per il guru di slow food Carlin Petrini. Dopo >> la >> decisione del senato accademico, ora c'è anche il disco >> verde da >> Roma. Il Consiglio nazionale universitario ha dato il via >> libera >> alla sua chiamata come docente di «chiara fama». Se anche il >> >> ministero avallerà la proposta, Petrini diventerà professore >> >> ordinario alla straordinaria cattedra di «Sociologia >> dell'ambiente >> e del territorio» alla facoltà di Scienze, unico sociologo >> in mezzo >> ad alambicchi e formule matematiche. Tutto senza concorsi. >> Le >> polemiche, al Cun, non sono mancate, così com'era successo a >> Torino >> quando era stata resa pubblica la proposta e i sociologi >> torinesi >> si erano sollevati con critiche anche piuttosto velenose. >> >> Ma tant'è. Sembra scomparso anche l'annuncio della rinuncia >> alla >> cattedra fatto dallo stesso Petrini in un'intervista sui >> giornali. >> Nel Paese dove nessuno si dimette, figuriamoci se si >> rinuncia a uno >> stipendio da 140mila euro lordi l'anno per qualche >> dichiarazione >> alla carta stampata. Il professor Luciano Allegra, uno dei >> docenti >> universitari che avevano guidato la fronda interna contro la >> >> proposta di Petrini, prende atto. «Lo avevo detto all'epoca: >> >> aspettiamoci allora la nomina di un cavallo alla cattedra di >> >> zoologia, quella di Maria De Filippi a Psicologia Generale e >> quella >> di Alba Parietti a Chirurgia Plastica. >> >> Cos'è cambiato? Ora pare che per avere la Parietti dovremo >> fare a >> pugni con il Pd». Al Cun la chiamata di Petrini è passata >> con venti >> voti a favore, due contrari e dodici astenuti (che contano >> come >> no). Sergio Zilli, ricercatore dell'Università di Trieste è >> uno dei >> membri del Cun che ha votato contro: «Il problema, per me, è >> che >> Petrini non rispettava nemmeno uno dei tre criteri previsti >> per una >> nomina così prestigiosa. Non esiste una cattedra come la sua >> a >> livello internazionale, le pubblicazioni scientifiche che ha >> >> presentato sono interessanti, ma divulgative e non >> scientifiche >> (due elenchi di vini italiani e un volume sulla filosofia di >> slow >> food, ndr). Per i riconoscimenti internazionali ci sono >> state >> presentate tre lauree ad honorem. >> >> Non ho niente contro Petrini, ma così si svilisce il nostro >> lavoro. >> Petrini avrà una cattedra, dall'indomani verrà chiamato per >> far >> parte delle commissioni d'esame che giudicano il futuro dei >> >> sociologi italiani e dovrà tenere due corsi di 120 ore >> l'anno». Il >> rettore Ezio Pelizzetti, presente al Cun al momento della >> presentazione della proposta, difende la scelta. «È >> l'università >> che apre i propri orizzonti. D'altra parte 500 anni fa come >> si >> sceglievano i docenti? All'epoca non esistevano percorsi >> accademici». Sarà, ma negli ultimi due anni nessuna >> università ha >> presentato chiamate di docenti per «chiara fama» (l'ultimo >> che si >> ricorda è il Nobel Carlo Rubbia). Probabilmente per la >> spesa: un >> ordinario costa 140mila euro l'anno all'università. E quella >> di >> Torino ha fatto fatica a chiudere il bilancio di quest'anno. >> >> >> Attachment converted: Nexus:annamaria_deagostino.vcf >> (TEXT/MSWD) >> (0000E557)
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Buone feste a tutti e un futuro piu' tranquillo. Non conosco molti di coloro che scrivono ma vorrei consigliare maggior precisione. L'Unione Matematica Italiana (di cui sono attualmente segretario) non ha, dal 2003 anno in cui e' scomparso Carlo Pucci, presidente onorario. Quindi ogni altra attribuzione e' quantomeno inesatta; in particolar modo risalta l'inesattezza se con essa si puo', certamente in modo inconsapevole, coinvolgere la societa' in questioni ad essa non pertinenti. (Ri)buon anno a tutti Giuseppe Anichini
----- Messaggio da francesco.vaccarino@polito.it --------- Data: Tue, 23 Dec 2008 21:11:53 +0100 Da: Francesco Vaccarino francesco.vaccarino@polito.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] [coordunito] pubblicità progre sso A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
[Nascondi il testo citato] La chiamata di Petrini è stata votata dal consiglio della facoltà di scienze mfn dell'università degli studi di torino, presieduto da Alberto Conte (presidente onorario unione matematica italiana ndr), mi sembra con due astenuti, mi sembra....fate un po' voi
Io faccio un po' il giornalista e vorrei dire due cose: il 31 esce una mia intervista a Giorgio Parisi su Tuttoscienze de La Stampa, che spero smentisca il fatto che i giornalisti sono tutti cialtroni. La seconda è che ho provato a far passare sul giornale la lettera di Procesi e non ci sono riuscito. Non credo che ciò sia dovuto ad un complotto di forze ostili ovvero a strane manovre. Semplicemente è un sistema con molta inerzia e notevole pigrizia. Teniamo anche conto che l'ambiente giornalistico è molto clientelare e nepotistico almeno quanto quello universitario e quindi nel darci contro sono più realisti del re. Avendo la coda di paglia.
Io penso che non dobbiamo scoraggiarci, dobbiamo insistere, e credo che la verità quale che essa sia possa e debba prevalere. Ricordiamoci che Mandela s'e' fatto quasi trent'anni di galera per vedere le sue sacrosante rivendicazioni trionfare. Ci vuole tanta pazienza.
Buon Natale a tutti
F.Vaccarino ----- Messaggio da francesco.vaccarino@polito.it --------- Data: Tue, 23 Dec 2008 21:11:53 +0100 Da: Francesco Vaccarino francesco.vaccarino@polito.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] [coordunito] pubblicità progre sso A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
La chiamata di Petrini è stata votata dal consiglio della facoltà di scienze mfn dell'università degli studi di torino, presieduto da Alberto Conte (presidente onorario unione matematica italiana ndr), mi sembra con due astenuti, mi sembra....fate un po' voi
Io faccio un po' il giornalista e vorrei dire due cose: il 31 esce una mia intervista a Giorgio Parisi su Tuttoscienze de La Stampa, che spero smentisca il fatto che i giornalisti sono tutti cialtroni. La seconda è che ho provato a far passare sul giornale la lettera di Procesi e non ci sono riuscito. Non credo che ciò sia dovuto ad un complotto di forze ostili ovvero a strane manovre. Semplicemente è un sistema con molta inerzia e notevole pigrizia. Teniamo anche conto che l'ambiente giornalistico è molto clientelare e nepotistico almeno quanto quello universitario e quindi nel darci contro sono più realisti del re. Avendo la coda di paglia.
Io penso che non dobbiamo scoraggiarci, dobbiamo insistere, e credo che la verità quale che essa sia possa e debba prevalere. Ricordiamoci che Mandela s'e' fatto quasi trent'anni di galera per vedere le sue sacrosante rivendicazioni trionfare. Ci vuole tanta pazienza.
Buon Natale a tutti
F.Vaccarino
Il giorno 23 dicembre 2008 14.25, b.tirozzi@libero.it ha scritto: Ma come e' possibile metter un professore nella Facolta' di Scienze senza aver consultato la Facolta'? Che accidenti di procedura e' questa? Non possiamo mandare al Preside della Facolta' di Scienze una dichiarazione che non vogliamo questo Petrini? E' prioprio un bel regalo di Natale.Mi sembra di stare in Russia dove i deputati della Duma si fanno nominare membri dell'Accademia delle Scienze! Prima Cerami rompe le scatole su i presunti lavori "fantasma" e poi ci affibbiano un Petrini, che non so nemmeno chi sia. L'unica cosa che si sa e' che ha un cv che fa schifo.
Brunello Tirozzi
Il giorno 23 dicembre 2008 19.56, giovanni giacometti < g.giacometti@chfi.unipd.it> ha scritto:
Report è OK Dicci dove e quando GG
On Tue, 23 Dec 2008 18:39:31 +0100, claudio procesi wrote
non so, per ora oggi sono stato intervistato da "Report" che e` una trasmissione abbastanza intelligente, ma sono gocce stimo con un gruppo di accademici cercando di parlare con Gianni Letta, a che pro' non saprei
claudio On Dec 23, 2008, at 12:43 PM, Umberto ZANNIER wrote:
Caro Claudio,
concordo su tutto, ... , purtroppo, viene da dire.
Mi domando (forse ingenuamente): possibile che non si riesca a formare (ad es. proprio ora vista tutta questa attenzione) un PICCOLO gruppo di persone molto autorevoli che possano dire la loro DIRETTAMENTE su qualche quotidiano importante? (Tanto per fare un esempio.)
Non so se sia possible, ne' se servirebbe, ma in caso affermativo sarebbe un primo passo per sostituire (almeno parzialmente) gli Odifreddi con altri referenti, e per far giungere a un pubbblico non universitario qualche notizia vera.
Ad es. ricordo quando (ormai molti anni fa) Rubbia, forte del Nobel, sostitui' Zichichi in TV. Anche oggi, come potrebbero i giornali rifiutare interventi di scienziati con riconoscimenti oggettivi?
Molti cari saluti e auguri, Umberto
On Tue, 23 Dec 2008 08:29:47 +0100 claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it wrote:
DUE COMMENTI: primo i giornali fanno sempre disinformazione, anche inutile visto che non c'e` bisogno di gonfiare la notizia. Non so quale sia il costo effettivo per l'universita` ma uno stipendio lordo di [WINDOWS-1252?]140.000€ non esiste per un professore, a meno
che
abbiano di nascosto cambiato le leggi apposta per Petrini.
Io ho vinto il concorso a cattedra nel 1970 e il mio stipendio lordo e` di [WINDOWS-1252?]98.000€ (non mi lamento anzi credo sarebbe
meglio che
pagassero di piu` i giovani).
SECONDO cosa molto piu` grave, credo che questa e` una delle infinite tappe della idiozia dei nostri rettori e senati accademici che per farsi pubblicita` danno lauree honoris causae ad attori, papi, motociclisti o comunque "famosi" in televisione ma NON nel mondo della scienza. Qui esiste un PROBLEMA ENORME, siamo in una societa` in cui conta solo l'impatto mediatico. Il matematico piu` famoso in ITALIA e` Odifreddi a cui riconosco senza esitazione molti meriti ma non fa ricerca da decenni. Siamo nella condizione collettiva di quella signora negli US che per partorire voleva George Clooney perche' avendolo visto in ER si fidava di lui.
credo siamo vicini alla rovina claudio
On Dec 22, 2008, at 5:12 PM, Maurizio Tirassa wrote:
> Date: Mon, 22 Dec 2008 09:23:18 +0100 > From: Annamaria Deagostino annamaria.deagostino@unito.it > To: coordunito@di.unito.it > Subject: [coordunito] pubblicità progresso > > Invio articolo emblematico, per chi non l'avesse letto. > Buone feste a tutti, > Annamaria > > Professor Petrini la cattedra è servita > Carlo Petrini, dopo le polemiche aveva fatto un passo > indietro > >
< http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/9071girata.a sp#
>> >
< http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/9071girata.a sp#
>> > http://www.lastampa.it/_web/_servizi/piuvisti/default.asp > > Da Roma il via libera alla docenza > RAPHAËL ZANOTTI > Poltrona jet per il guru di slow food Carlin Petrini. Dopo > la > decisione del senato accademico, ora c'è anche il disco > verde da > Roma. Il Consiglio nazionale universitario ha dato il via > libera > alla sua chiamata come docente di «chiara fama». Se anche il > > ministero avallerà la proposta, Petrini diventerà professore > > ordinario alla straordinaria cattedra di «Sociologia > dell'ambiente > e del territorio» alla facoltà di Scienze, unico sociologo > in mezzo > ad alambicchi e formule matematiche. Tutto senza concorsi. > Le > polemiche, al Cun, non sono mancate, così com'era successo a > Torino > quando era stata resa pubblica la proposta e i sociologi > torinesi > si erano sollevati con critiche anche piuttosto velenose. > > Ma tant'è. Sembra scomparso anche l'annuncio della rinuncia > alla > cattedra fatto dallo stesso Petrini in un'intervista sui > giornali. > Nel Paese dove nessuno si dimette, figuriamoci se si > rinuncia a uno > stipendio da 140mila euro lordi l'anno per qualche > dichiarazione > alla carta stampata. Il professor Luciano Allegra, uno dei > docenti > universitari che avevano guidato la fronda interna contro la > > proposta di Petrini, prende atto. «Lo avevo detto all'epoca: > > aspettiamoci allora la nomina di un cavallo alla cattedra di > > zoologia, quella di Maria De Filippi a Psicologia Generale e > quella > di Alba Parietti a Chirurgia Plastica. > > Cos'è cambiato? Ora pare che per avere la Parietti dovremo > fare a > pugni con il Pd». Al Cun la chiamata di Petrini è passata > con venti > voti a favore, due contrari e dodici astenuti (che contano > come > no). Sergio Zilli, ricercatore dell'Università di Trieste è > uno dei > membri del Cun che ha votato contro: «Il problema, per me, è > che > Petrini non rispettava nemmeno uno dei tre criteri previsti > per una > nomina così prestigiosa. Non esiste una cattedra come la sua > a > livello internazionale, le pubblicazioni scientifiche che ha > > presentato sono interessanti, ma divulgative e non > scientifiche > (due elenchi di vini italiani e un volume sulla filosofia di > slow > food, ndr). Per i riconoscimenti internazionali ci sono > state > presentate tre lauree ad honorem. > > Non ho niente contro Petrini, ma così si svilisce il nostro > lavoro. > Petrini avrà una cattedra, dall'indomani verrà chiamato per > far > parte delle commissioni d'esame che giudicano il futuro dei > > sociologi italiani e dovrà tenere due corsi di 120 ore > l'anno». Il > rettore Ezio Pelizzetti, presente al Cun al momento della > presentazione della proposta, difende la scelta. «È > l'università > che apre i propri orizzonti. D'altra parte 500 anni fa come > si > sceglievano i docenti? All'epoca non esistevano percorsi > accademici». Sarà, ma negli ultimi due anni nessuna > università ha > presentato chiamate di docenti per «chiara fama» (l'ultimo > che si > ricorda è il Nobel Carlo Rubbia). Probabilmente per la > spesa: un > ordinario costa 140mila euro l'anno all'università. E quella > di > Torino ha fatto fatica a chiudere il bilancio di quest'anno. > > > Attachment converted: Nexus:annamaria_deagostino.vcf > (TEXT/MSWD) > (0000E557)
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----- Fine del messaggio da francesco.vaccarino@polito.it -----
per ora non so perche loro faranno una serie di trasmissioni da qui a meta` marzo in cui parleranno di molte cose relative all'universita` ed e` chiaro che parleranno molto di diadattica, quindi difficile dire quando andra` in onda. Mi sono comunque reso conto che dobbiamo fare uno sforzo per spiegarci al pubblico perche' le nostre problematiche sono totalmente aliene alla esperienza dei telespettatori. Per esempio spiegare come si fa ricerca, cosa e` il PRIN cosa il funzionamento ordinario, i fondi di Ateneo, quasi quasi non li capiamo neppure noi. Non sono del tutto sicuro di esserci riuscito, l'intervistatore andava di fretta non capva e alla fine non so cosa verra` fuori, dipende pure da come lo montano, spero che non mi facciano dire bestialita` montandola in modo strano.
claudio
On Dec 23, 2008, at 7:56 PM, giovanni giacometti wrote:
Report è OK Dicci dove e quando GG
On Tue, 23 Dec 2008 18:39:31 +0100, claudio procesi wrote
non so, per ora oggi sono stato intervistato da "Report" che e` una trasmissione abbastanza intelligente, ma sono gocce stimo con un gruppo di accademici cercando di parlare con Gianni Letta, a che pro' non saprei
claudio On Dec 23, 2008, at 12:43 PM, Umberto ZANNIER wrote:
Caro Claudio,
concordo su tutto, ... , purtroppo, viene da dire.
Mi domando (forse ingenuamente): possibile che non si riesca a formare (ad es. proprio ora vista tutta questa attenzione) un PICCOLO gruppo di persone molto autorevoli che possano dire la loro DIRETTAMENTE su qualche quotidiano importante? (Tanto per fare un esempio.)
Non so se sia possible, ne' se servirebbe, ma in caso affermativo sarebbe un primo passo per sostituire (almeno parzialmente) gli Odifreddi con altri referenti, e per far giungere a un pubbblico non universitario qualche notizia vera.
Ad es. ricordo quando (ormai molti anni fa) Rubbia, forte del Nobel, sostitui' Zichichi in TV. Anche oggi, come potrebbero i giornali rifiutare interventi di scienziati con riconoscimenti oggettivi?
Molti cari saluti e auguri, Umberto
On Tue, 23 Dec 2008 08:29:47 +0100 claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it wrote:
DUE COMMENTI: primo i giornali fanno sempre disinformazione, anche inutile visto che non c'e` bisogno di gonfiare la notizia. Non so quale sia il costo effettivo per l'universita` ma uno stipendio lordo di [WINDOWS-1252?]140.000€ non esiste per un professore, a meno
che
abbiano di nascosto cambiato le leggi apposta per Petrini.
Io ho vinto il concorso a cattedra nel 1970 e il mio stipendio lordo e` di [WINDOWS-1252?]98.000€ (non mi lamento anzi credo sarebbe meglio
che
pagassero di piu` i giovani).
SECONDO cosa molto piu` grave, credo che questa e` una delle infinite tappe della idiozia dei nostri rettori e senati accademici che per farsi pubblicita` danno lauree honoris causae ad attori, papi, motociclisti o comunque "famosi" in televisione ma NON nel mondo della scienza. Qui esiste un PROBLEMA ENORME, siamo in una societa` in cui conta solo l'impatto mediatico. Il matematico piu` famoso in ITALIA e` Odifreddi a cui riconosco senza esitazione molti meriti ma non fa ricerca da decenni. Siamo nella condizione collettiva di quella signora negli US che per partorire voleva George Clooney perche' avendolo visto in ER si fidava di lui.
credo siamo vicini alla rovina claudio
On Dec 22, 2008, at 5:12 PM, Maurizio Tirassa wrote:
Date: Mon, 22 Dec 2008 09:23:18 +0100 From: Annamaria Deagostino annamaria.deagostino@unito.it To: coordunito@di.unito.it Subject: [coordunito] pubblicità progresso
Invio articolo emblematico, per chi non l'avesse letto. Buone feste a tutti, Annamaria
Professor Petrini la cattedra è servita Carlo Petrini, dopo le polemiche aveva fatto un passo indietro
<http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/9071girata.a sp#
>
<http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/9071girata.a sp#
> http://www.lastampa.it/_web/_servizi/piuvisti/default.asp
Da Roma il via libera alla docenza RAPHAËL ZANOTTI Poltrona jet per il guru di slow food Carlin Petrini. Dopo la decisione del senato accademico, ora c'è anche il disco verde da Roma. Il Consiglio nazionale universitario ha dato il via libera alla sua chiamata come docente di «chiara fama». Se anche il
ministero avallerà la proposta, Petrini diventerà professore
ordinario alla straordinaria cattedra di «Sociologia dell'ambiente e del territorio» alla facoltà di Scienze, unico sociologo in mezzo ad alambicchi e formule matematiche. Tutto senza concorsi. Le polemiche, al Cun, non sono mancate, così com'era successo a Torino quando era stata resa pubblica la proposta e i sociologi torinesi si erano sollevati con critiche anche piuttosto velenose.
Ma tant'è. Sembra scomparso anche l'annuncio della rinuncia alla cattedra fatto dallo stesso Petrini in un'intervista sui giornali. Nel Paese dove nessuno si dimette, figuriamoci se si rinuncia a uno stipendio da 140mila euro lordi l'anno per qualche dichiarazione alla carta stampata. Il professor Luciano Allegra, uno dei docenti universitari che avevano guidato la fronda interna contro la
proposta di Petrini, prende atto. «Lo avevo detto all'epoca:
aspettiamoci allora la nomina di un cavallo alla cattedra di
zoologia, quella di Maria De Filippi a Psicologia Generale e quella di Alba Parietti a Chirurgia Plastica.
Cos'è cambiato? Ora pare che per avere la Parietti dovremo fare a pugni con il Pd». Al Cun la chiamata di Petrini è passata con venti voti a favore, due contrari e dodici astenuti (che contano come no). Sergio Zilli, ricercatore dell'Università di Trieste è uno dei membri del Cun che ha votato contro: «Il problema, per me, è che Petrini non rispettava nemmeno uno dei tre criteri previsti per una nomina così prestigiosa. Non esiste una cattedra come la sua a livello internazionale, le pubblicazioni scientifiche che ha
presentato sono interessanti, ma divulgative e non scientifiche (due elenchi di vini italiani e un volume sulla filosofia di slow food, ndr). Per i riconoscimenti internazionali ci sono state presentate tre lauree ad honorem.
Non ho niente contro Petrini, ma così si svilisce il nostro lavoro. Petrini avrà una cattedra, dall'indomani verrà chiamato per far parte delle commissioni d'esame che giudicano il futuro dei
sociologi italiani e dovrà tenere due corsi di 120 ore l'anno». Il rettore Ezio Pelizzetti, presente al Cun al momento della presentazione della proposta, difende la scelta. «È l'università che apre i propri orizzonti. D'altra parte 500 anni fa come si sceglievano i docenti? All'epoca non esistevano percorsi accademici». Sarà, ma negli ultimi due anni nessuna università ha presentato chiamate di docenti per «chiara fama» (l'ultimo che si ricorda è il Nobel Carlo Rubbia). Probabilmente per la spesa: un ordinario costa 140mila euro l'anno all'università. E quella di Torino ha fatto fatica a chiudere il bilancio di quest'anno.
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Caro Procesi,
mi sembra un'ottima opportunità.
Quanto alla promozione da parte di un piccolo gruppo di persone autorevoli, che provengono dai settori della ricerca fondamentale, vi invito a proseguire. Visto che l'iniziativa è nata in ambito scientifico, è bene che vada avanti così. Sono fiducioso sull'effetto trainante delle vostre proposte anche per ambiti diversi come quello a cui appartengo.
Il punto fondamentale è dare una sterzata nella direzione di una riforma dei concorsi, mettendo al centro valutazioni serie e insistere perchè la ricerca non venga espulsa dalle università, come sta progressivamente avvenendo.
Quanto alla discussione su Petrini (che non conoscevo prima di incontrarlo nel dibattito on-line), secondo me è inutile insisterci troppo; ci sono anche scelte locali che riguardano l'autonomia delle singole sedi: magari hanno un senso in un dato ateneo (vedi Torino).
Mi sembra molto peggio che in anni e anni di politica dissennata si siano investiti montagne di soldi -- vincolandoli giocoforza sul lungo periodo! -- in atenei situati in sedi improbabili, o in scuole di "eccellenza" di dubbia natura, sottraendo risorse a quelli consolidati e in cui si è fatta e si fa ricerca (nonostante le storture, la politica del personale etc.), e trascurando il sostegno della ricerca fatta dai giovani.
Coi i migliori auguri, anche a tutti i colleghi
Andrea Cantini Dipartimento di Filosofia Università degli Studi di Firenze via Bolognese 52 50139 Firenze
----- Messaggio da procesi@mat.uniroma1.it --------- Data: Tue, 23 Dec 2008 22:22:00 +0100 Da: claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] [coordunito] pubblicità progre sso A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
per ora non so perche loro faranno una serie di trasmissioni da qui a meta` marzo in cui parleranno di molte cose relative all'universita` ed e` chiaro che parleranno molto di diadattica, quindi difficile dire quando andra` in onda. Mi sono comunque reso conto che dobbiamo fare uno sforzo per spiegarci al pubblico perche' le nostre problematiche sono totalmente aliene alla esperienza dei telespettatori. Per esempio spiegare come si fa ricerca, cosa e` il PRIN cosa il funzionamento ordinario, i fondi di Ateneo, quasi quasi non li capiamo neppure noi. Non sono del tutto sicuro di esserci riuscito, l'intervistatore andava di fretta non capva e alla fine non so cosa verra` fuori, dipende pure da come lo montano, spero che non mi facciano dire bestialita` montandola in modo strano.
claudio
On Dec 23, 2008, at 7:56 PM, giovanni giacometti wrote:
Report è OK Dicci dove e quando GG
On Tue, 23 Dec 2008 18:39:31 +0100, claudio procesi wrote
non so, per ora oggi sono stato intervistato da "Report" che e` una trasmissione abbastanza intelligente, ma sono gocce stimo con un gruppo di accademici cercando di parlare con Gianni Letta, a che pro' non saprei
claudio On Dec 23, 2008, at 12:43 PM, Umberto ZANNIER wrote:
Caro Claudio,
concordo su tutto, ... , purtroppo, viene da dire.
Mi domando (forse ingenuamente): possibile che non si riesca a formare (ad es. proprio ora vista tutta questa attenzione) un PICCOLO gruppo di persone molto autorevoli che possano dire la loro DIRETTAMENTE su qualche quotidiano importante? (Tanto per fare un esempio.)
Non so se sia possible, ne' se servirebbe, ma in caso affermativo sarebbe un primo passo per sostituire (almeno parzialmente) gli Odifreddi con altri referenti, e per far giungere a un pubbblico non universitario qualche notizia vera.
Ad es. ricordo quando (ormai molti anni fa) Rubbia, forte del Nobel, sostitui' Zichichi in TV. Anche oggi, come potrebbero i giornali rifiutare interventi di scienziati con riconoscimenti oggettivi?
Molti cari saluti e auguri, Umberto
On Tue, 23 Dec 2008 08:29:47 +0100 claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it wrote:
DUE COMMENTI: primo i giornali fanno sempre disinformazione, anche inutile visto che non c'e` bisogno di gonfiare la notizia. Non so quale sia il costo effettivo per l'universita` ma uno stipendio lordo di [WINDOWS-1252?]140.000€ non esiste per un professore, a meno
che
abbiano di nascosto cambiato le leggi apposta per Petrini.
Io ho vinto il concorso a cattedra nel 1970 e il mio stipendio lordo e` di [WINDOWS-1252?]98.000€ (non mi lamento anzi credo sarebbe meglio
che
pagassero di piu` i giovani).
SECONDO cosa molto piu` grave, credo che questa e` una delle infinite tappe della idiozia dei nostri rettori e senati accademici che per farsi pubblicita` danno lauree honoris causae ad attori, papi, motociclisti o comunque "famosi" in televisione ma NON nel mondo della scienza. Qui esiste un PROBLEMA ENORME, siamo in una societa` in cui conta solo l'impatto mediatico. Il matematico piu` famoso in ITALIA e` Odifreddi a cui riconosco senza esitazione molti meriti ma non fa ricerca da decenni. Siamo nella condizione collettiva di quella signora negli US che per partorire voleva George Clooney perche' avendolo visto in ER si fidava di lui.
credo siamo vicini alla rovina claudio
On Dec 22, 2008, at 5:12 PM, Maurizio Tirassa wrote:
> Date: Mon, 22 Dec 2008 09:23:18 +0100 > From: Annamaria Deagostino annamaria.deagostino@unito.it > To: coordunito@di.unito.it > Subject: [coordunito] pubblicità progresso > > Invio articolo emblematico, per chi non l'avesse letto. > Buone feste a tutti, > Annamaria > > Professor Petrini la cattedra è servita > Carlo Petrini, dopo le polemiche aveva fatto un passo > indietro > >
<http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/9071girata.a sp#
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>> > http://www.lastampa.it/_web/_servizi/piuvisti/default.asp > > Da Roma il via libera alla docenza > RAPHAËL ZANOTTI > Poltrona jet per il guru di slow food Carlin Petrini. Dopo > la > decisione del senato accademico, ora c'è anche il disco > verde da > Roma. Il Consiglio nazionale universitario ha dato il via > libera > alla sua chiamata come docente di «chiara fama». Se anche il > > ministero avallerà la proposta, Petrini diventerà professore > > ordinario alla straordinaria cattedra di «Sociologia > dell'ambiente > e del territorio» alla facoltà di Scienze, unico sociologo > in mezzo > ad alambicchi e formule matematiche. Tutto senza concorsi. > Le > polemiche, al Cun, non sono mancate, così com'era successo a > Torino > quando era stata resa pubblica la proposta e i sociologi > torinesi > si erano sollevati con critiche anche piuttosto velenose. > > Ma tant'è. Sembra scomparso anche l'annuncio della rinuncia > alla > cattedra fatto dallo stesso Petrini in un'intervista sui > giornali. > Nel Paese dove nessuno si dimette, figuriamoci se si > rinuncia a uno > stipendio da 140mila euro lordi l'anno per qualche > dichiarazione > alla carta stampata. Il professor Luciano Allegra, uno dei > docenti > universitari che avevano guidato la fronda interna contro la > > proposta di Petrini, prende atto. «Lo avevo detto all'epoca: > > aspettiamoci allora la nomina di un cavallo alla cattedra di > > zoologia, quella di Maria De Filippi a Psicologia Generale e > quella > di Alba Parietti a Chirurgia Plastica. > > Cos'è cambiato? Ora pare che per avere la Parietti dovremo > fare a > pugni con il Pd». Al Cun la chiamata di Petrini è passata > con venti > voti a favore, due contrari e dodici astenuti (che contano > come > no). Sergio Zilli, ricercatore dell'Università di Trieste è > uno dei > membri del Cun che ha votato contro: «Il problema, per me, è > che > Petrini non rispettava nemmeno uno dei tre criteri previsti > per una > nomina così prestigiosa. Non esiste una cattedra come la sua > a > livello internazionale, le pubblicazioni scientifiche che ha > > presentato sono interessanti, ma divulgative e non > scientifiche > (due elenchi di vini italiani e un volume sulla filosofia di > slow > food, ndr). Per i riconoscimenti internazionali ci sono > state > presentate tre lauree ad honorem. > > Non ho niente contro Petrini, ma così si svilisce il nostro > lavoro. > Petrini avrà una cattedra, dall'indomani verrà chiamato per > far > parte delle commissioni d'esame che giudicano il futuro dei > > sociologi italiani e dovrà tenere due corsi di 120 ore > l'anno». Il > rettore Ezio Pelizzetti, presente al Cun al momento della > presentazione della proposta, difende la scelta. «È > l'università > che apre i propri orizzonti. D'altra parte 500 anni fa come > si > sceglievano i docenti? All'epoca non esistevano percorsi > accademici». Sarà, ma negli ultimi due anni nessuna > università ha > presentato chiamate di docenti per «chiara fama» (l'ultimo > che si > ricorda è il Nobel Carlo Rubbia). Probabilmente per la > spesa: un > ordinario costa 140mila euro l'anno all'università. E quella > di > Torino ha fatto fatica a chiudere il bilancio di quest'anno. > > > Attachment converted: Nexus:annamaria_deagostino.vcf > (TEXT/MSWD) > (0000E557)
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On Tue, 23 Dec 2008 18:39:31 +0100 claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it wrote:
non so, per ora oggi sono stato intervistato da "Report"
Ottimo!
Cari saluti, Umberto
Caro Procesi,
temo che i giornalisti una volta tanto abbiano detto il giusto, riferendosi al lordo amministrazione, cioe' a quanto uno di noi costa alla nostra universita'. Le tabelle si possono trovare sul sito del'univ. di Pisa
http://www.unipi.it/ateneo/personale/carriere/stipendi/tabelledocenti.pdf
dove si vede che un ordinario puo' arrivare alla cifra di 189.774,92 Euro !!! Nel tuo caso, ad es. i 98.000 Euro lordo dipendente diventano 180.990,91 Euro per l'universita'. Immagino che la differenza tra i due importi siano i versamenti per pensione, tfr, ...
Auguri a tutti,
Giuseppe Buttazzo
Quoting claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it:
DUE COMMENTI: primo i giornali fanno sempre disinformazione, anche inutile visto che non c'e` bisogno di gonfiare la notizia. Non so quale sia il costo effettivo per l'universita` ma uno stipendio lordo di 140.000 non esiste per un professore, a meno che abbiano di nascosto cambiato le leggi apposta per Petrini.
Io ho vinto il concorso a cattedra nel 1970 e il mio stipendio lordo e` di 98.000 (non mi lamento anzi credo sarebbe meglio che pagassero di piu` i giovani).
SECONDO cosa molto piu` grave, credo che questa e` una delle infinite tappe della idiozia dei nostri rettori e senati accademici che per farsi pubblicita` danno lauree honoris causae ad attori, papi, motociclisti o comunque "famosi" in televisione ma NON nel mondo della scienza. Qui esiste un PROBLEMA ENORME, siamo in una societa` in cui conta solo l'impatto mediatico. Il matematico piu` famoso in ITALIA e` Odifreddi a cui riconosco senza esitazione molti meriti ma non fa ricerca da decenni. Siamo nella condizione collettiva di quella signora negli US che per partorire voleva George Clooney perche' avendolo visto in ER si fidava di lui.
credo siamo vicini alla rovina claudio
On Dec 22, 2008, at 5:12 PM, Maurizio Tirassa wrote:
Date: Mon, 22 Dec 2008 09:23:18 +0100 From: Annamaria Deagostino annamaria.deagostino@unito.it To: coordunito@di.unito.it Subject: [coordunito] pubblicità progresso
Invio articolo emblematico, per chi non l'avesse letto. Buone feste a tutti, Annamaria
Professor Petrini la cattedra è servita Carlo Petrini, dopo le polemiche aveva fatto un passo indietro
<http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/
9071girata.asp#
<http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200812articoli/
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Da Roma il via libera alla docenza RAPHAËL ZANOTTI Poltrona jet per il guru di slow food Carlin Petrini. Dopo la decisione del senato accademico, ora c'è anche il disco verde da Roma. Il Consiglio nazionale universitario ha dato il via libera alla sua chiamata come docente di «chiara fama». Se anche il ministero avallerà la proposta, Petrini diventerà professore ordinario alla straordinaria cattedra di «Sociologia dell'ambiente e del territorio» alla facoltà di Scienze, unico sociologo in mezzo ad alambicchi e formule matematiche. Tutto senza concorsi. Le polemiche, al Cun, non sono mancate, così com'era successo a Torino quando era stata resa pubblica la proposta e i sociologi torinesi si erano sollevati con critiche anche piuttosto velenose.
Ma tant'è. Sembra scomparso anche l'annuncio della rinuncia alla cattedra fatto dallo stesso Petrini in un'intervista sui giornali. Nel Paese dove nessuno si dimette, figuriamoci se si rinuncia a uno stipendio da 140mila euro lordi l'anno per qualche dichiarazione alla carta stampata. Il professor Luciano Allegra, uno dei docenti universitari che avevano guidato la fronda interna contro la proposta di Petrini, prende atto. «Lo avevo detto all'epoca: aspettiamoci allora la nomina di un cavallo alla cattedra di zoologia, quella di Maria De Filippi a Psicologia Generale e quella di Alba Parietti a Chirurgia Plastica.
Cos'è cambiato? Ora pare che per avere la Parietti dovremo fare a pugni con il Pd». Al Cun la chiamata di Petrini è passata con venti voti a favore, due contrari e dodici astenuti (che contano come no). Sergio Zilli, ricercatore dell'Università di Trieste è uno dei membri del Cun che ha votato contro: «Il problema, per me, è che Petrini non rispettava nemmeno uno dei tre criteri previsti per una nomina così prestigiosa. Non esiste una cattedra come la sua a livello internazionale, le pubblicazioni scientifiche che ha presentato sono interessanti, ma divulgative e non scientifiche (due elenchi di vini italiani e un volume sulla filosofia di slow food, ndr). Per i riconoscimenti internazionali ci sono state presentate tre lauree ad honorem.
Non ho niente contro Petrini, ma così si svilisce il nostro lavoro. Petrini avrà una cattedra, dall'indomani verrà chiamato per far parte delle commissioni d'esame che giudicano il futuro dei sociologi italiani e dovrà tenere due corsi di 120 ore l'anno». Il rettore Ezio Pelizzetti, presente al Cun al momento della presentazione della proposta, difende la scelta. «È l'università che apre i propri orizzonti. D'altra parte 500 anni fa come si sceglievano i docenti? All'epoca non esistevano percorsi accademici». Sarà, ma negli ultimi due anni nessuna università ha presentato chiamate di docenti per «chiara fama» (l'ultimo che si ricorda è il Nobel Carlo Rubbia). Probabilmente per la spesa: un ordinario costa 140mila euro l'anno all'università. E quella di Torino ha fatto fatica a chiudere il bilancio di quest'anno.
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Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
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