cari colleghi, oggi stavo chiacchierando con una mia nipote, un cervello in fuga, ed ho capito che suo figlio di 6 anni, fa la seconda elementare ad Oxford.
Sono stato "folgorato sulla via di Oxford' da una idea.
E se anche noi anticipassimo ai 5 anni l'inizio della scuola dell'obbligo?
Dal punto di vista dei costi della scuola ci sarebbe un enorme guadagno, un anno in meno di asilo nido o scuola materna vuol dire aumentare notevolmente le possibilità di soddisfare le richieste in quella fascia di età.
Inoltre si avrebbe un piccolo miglioramento nella età abnorme in cui i nostri studenti finiscono gli studi.
Questo argomento non ci tocca direttamente ma forse potrebbe essere una vera riforma epocale, non solo a costo zero ma addirittura con un guadagno notevole.
Che ne dite, vogliamo fare una campagna su questa idea?
claudio
Prof. Claudio Procesi, Accademico Linceo, già nel Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Guardando meglio ai nostri programmi sono d'accordo mario barra
Il giorno 17/giu/2012, alle ore 19.32, claudio procesi ha scritto:
cari colleghi, oggi stavo chiacchierando con una mia nipote, un cervello in fuga, ed ho capito che suo figlio di 6 anni, fa la seconda elementare ad Oxford.
Sono stato "folgorato sulla via di Oxford' da una idea.
E se anche noi anticipassimo ai 5 anni l'inizio della scuola dell'obbligo?
Dal punto di vista dei costi della scuola ci sarebbe un enorme guadagno, un anno in meno di asilo nido o scuola materna vuol dire aumentare notevolmente le possibilità di soddisfare le richieste in quella fascia di età.
Inoltre si avrebbe un piccolo miglioramento nella età abnorme in cui i nostri studenti finiscono gli studi.
Questo argomento non ci tocca direttamente ma forse potrebbe essere una vera riforma epocale, non solo a costo zero ma addirittura con un guadagno notevole.
Che ne dite, vogliamo fare una campagna su questa idea?
claudio
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
gia' molti anni fa la scuola psicologica creata da Jean Piaget ha analizzato in dettaglio la formazione dei concetti matematici. Non so se nel frattempo la formazione deii bambini sia cambiata in qualche modo -- non sono uno psicologo -- ma il libro di K. Lovell "The growth of basic mathematical and scientific concepts in children" del 1966 individua come critica l'eta' di sei anni, e mostra come i tentativi di fare apprendere concetti matematici a molti bambini prima dei sei anni porti a fallimenti con serie conseguenze per la formazione matematica. Forse si potrebbe anticipare l'inizio della scuola dell'obbligo ma sarebbe probabilmente necessario rivedere completamente i programmi per adattarli allo sviluppo mentale dei bambini.
Edoardo Milotti
On 17/giu/2012, at 19:32, claudio procesi wrote:
cari colleghi, oggi stavo chiacchierando con una mia nipote, un cervello in fuga, ed ho capito che suo figlio di 6 anni, fa la seconda elementare ad Oxford.
Sono stato "folgorato sulla via di Oxford' da una idea.
E se anche noi anticipassimo ai 5 anni l'inizio della scuola dell'obbligo?
Dal punto di vista dei costi della scuola ci sarebbe un enorme guadagno, un anno in meno di asilo nido o scuola materna vuol dire aumentare notevolmente le possibilità di soddisfare le richieste in quella fascia di età.
Inoltre si avrebbe un piccolo miglioramento nella età abnorme in cui i nostri studenti finiscono gli studi.
Questo argomento non ci tocca direttamente ma forse potrebbe essere una vera riforma epocale, non solo a costo zero ma addirittura con un guadagno notevole.
Che ne dite, vogliamo fare una campagna su questa idea?
claudio
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Cari colleghi penso che in tema di proposte forse sarebbe meglio riflettere sulle cose che conosciamo, come l'Università, e non lanciarci prendere dalle idee fulminanti.
Pur non essendo un esperto, ho figli in età di scuola primaria e quindi almeno come interessato ho conosciuto la situazione (da 3 anni mi sono trasferito in Francia e quindi non sono aggiornatissimo). Se l'idea è quella di chiedere che l'inizio dell'obbligo scolastico si abbassi da 6 anni a 3 anni, facendolo cominciare con la scuola materna o dell'infanzia, allora sono assolutamente d'accordo. Invece, se la questione è solo quella dell'anticipo della prima a 5 anni, vorrei ricordare che l'anticipo scolastico è stato uno dei cavalli di battaglia del ministro Moratti e che questa esperienza è stata in parte già fatta in Italia.
Infatti, la proposta della Moratti trovò subito una forte opposizione all'interno della scuola e per questo il ministro optò per un anticipo facoltativo. Ad un certo momento, almeno per quanto riguarda Roma, la situazione era: i bambini nati sino a tutto Aprile potevano iscriversi senza problemi in prima a 5 anni, quelli nati dopo, per anticipare un anno dovevano fare qualcosa di simile alla vecchia "primina".
Io ho un bimbo nato il 16 febbraio che ha usufruito dell'anticipo e uno nato il 30 aprile che non ha usufruito dell'anticipo perché nel frattempo ci siamo trasferiti in Francia dove in prima si va a 6 anni senza deroghe, ma che comunque, per nostra scelta, non ne avrebbe usufruito nemmeno se fossimo rimasti in Italia.
Nella mia esperienza, l'anticipo ai 5 anni dipende molto dal bambino. Il più grande a 5 anni era assolutamente maturo per affrontare la prima, mentre mandare il nostro secondo figlio in prima a 5 anni sarebbe stato assolutamente impensabile. Lo avremmo esporlo ad una tensione e frustrazione che ne avrebbe compromesso sicuramente il rendimento. Invece, questo non succederà, almeno speriamo, l'anno prossimo. Sempre per esperienza diretta, il bimbo più grande anticipò la prima insieme a un gruppo di compagni di materna; mentre per alcuni non ci furono grossi problemi, per altri la situazione fu molto pesante. e anche lì non è chiaro se fu una scelta saggia.
Come dicevo, essendo ormai in Francia da 3 anni, non conosco più direttamente la situazione della scuola elementare, ma da quello che mi si legge in proposito, l'anticipo è stato largamente bocciato nei fatti da chi la scuola la fa e da chi se ne occupa di mestiere (ovviamente, si può benissimo obiettare che si tratta delle solite rigidità sindacali o di chi non ha voglia di adattarsi al cambiamento).
Per concludere, due ultime considerazioni:
1. La scuola materna o dell'infanzia non è l'asilo, ma scuola a tutti gli effetti, con ben precisi obiettivi e metodi formativi. In molti casi, a seconda della classe e degli insegnanti, i bambini arrivano in prima che sanno quasi già leggere e scrivere, e comunque hanno acquisito molte competenze. La differenza grossa tra scuola dell'infanzia e scuola elementare è il contesto disciplinare e il modo in cui le cose vengono affrontate. Nella scuola materna l'approccio è ancora ludico, mentre in prima l'inquadramento è più rigido. Infine, a quanto mi pare di capire da colleghi e amici italiani in Inghilterra, non è che poi in questa prima elementare inglese i bambini facciano molto di più di quello che un bambino italiano fa alla scuola materna. La grossa differenza è che così l'obbligo scolastico comincia a 5 anni e non a 6. E questo potrebbe essere positivo.
2. Come qualcuno ha fatto notare, il problema della scuola italiana (almeno ante-Gelmini) non è (o era appunto) la scuola elementare. Sempre qualcuno ha citato al proposito De Mauro, non ha caso la sua proposta di riforma, pur avendo un impatto sulle elementari e sul modo in cui venivano affrontati i programmi (soprattutto ricordo il grosso dibattito sul fatto che nell'insegnare la storia non si era tenuti a seguire l'ordine cronologico), ma soprattutto metteva mano alle medie, quello che quasi tutti gli esperti definiscono, il vero anello debole della scuola primaria e secondaria.
Scusate per il lungo messaggio. Si tratta di considerazioni basate sull'esperienza personale che non pretendono di avere valore scientifico.
Però, come si criticano tutti quelli che lanciano proposte estemporanee o quantomeno non riflettute o motivate sull'università, facciamo attenzione nel lanciare proposte al di fuori del nostro campo diretto di competenza, soprattutto su cose che sono già o sono state al centro del dibattito.
Un caro saluto
--sg
On 17 juin 2012, at 19:32, claudio procesi wrote:
cari colleghi, oggi stavo chiacchierando con una mia nipote, un cervello in fuga, ed ho capito che suo figlio di 6 anni, fa la seconda elementare ad Oxford.
Sono stato "folgorato sulla via di Oxford' da una idea.
E se anche noi anticipassimo ai 5 anni l'inizio della scuola dell'obbligo?
Dal punto di vista dei costi della scuola ci sarebbe un enorme guadagno, un anno in meno di asilo nido o scuola materna vuol dire aumentare notevolmente le possibilità di soddisfare le richieste in quella fascia di età.
Inoltre si avrebbe un piccolo miglioramento nella età abnorme in cui i nostri studenti finiscono gli studi.
Questo argomento non ci tocca direttamente ma forse potrebbe essere una vera riforma epocale, non solo a costo zero ma addirittura con un guadagno notevole.
Che ne dite, vogliamo fare una campagna su questa idea?
claudio
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Caro Claudio,
e` assolutamente fondamentale quello che scrivi.
Ho un figlio di 5 anni e mezzo... non hai idea di come sia stufo dell'asilo.
Inoltre non si puo` competere, come nazione, avendo sempre dei "passaggi in piu'" da superare, tipo lingua ed eta` etc etc
che giocano sistematicamente a nostro sfavore.
Favorevolissimo. Francesco
Il giorno 17/giu/12, alle ore 19:32, claudio procesi ha scritto:
cari colleghi, oggi stavo chiacchierando con una mia nipote, un cervello in fuga, ed ho capito che suo figlio di 6 anni, fa la seconda elementare ad Oxford.
Sono stato "folgorato sulla via di Oxford' da una idea.
E se anche noi anticipassimo ai 5 anni l'inizio della scuola dell'obbligo?
Dal punto di vista dei costi della scuola ci sarebbe un enorme guadagno, un anno in meno di asilo nido o scuola materna vuol dire aumentare notevolmente le possibilità di soddisfare le richieste in quella fascia di età.
Inoltre si avrebbe un piccolo miglioramento nella età abnorme in cui i nostri studenti finiscono gli studi.
Questo argomento non ci tocca direttamente ma forse potrebbe essere una vera riforma epocale, non solo a costo zero ma addirittura con un guadagno notevole.
Che ne dite, vogliamo fare una campagna su questa idea?
claudio
Prof. Claudio Procesi, Accademico Linceo, già nel Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
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Care/i colleghi,
sperando che sia di interesse vi mando un comunicato dei colleghi lettori dell¹Università di Cassino dove l¹Amministrazione intende licenziare tutti e 18 gli insegnanti di lingua attualmente in servizio a tempo indeterminato. L¹Italia si trova in coda agli altri paesi europei per la conoscenza delle lingue (dopo solo l¹Irlanda e il Regno unito) e si capisce perchè quando si trova di fronte a scelte sciagurate come quella del Rettore di Cassino. Che tristezza... Comunque solidarietà alle 18 famiglie dei colleghi e speriamo bene!
un cordiale saluto,
John Gilbert
Dipartimento di Lingue, Letterature e Studi Interculturali Università degli Studi di Firenze via S. Reparata, 93 50129 Firenze IT Tel: +39 055 495987 Cell. 349-8482393 E-mail: gilbert@fol.it, john.gilbert@unifi.it
Il Rettore dell¹Università di Cassino ³chiude² il Centro Linguistico di Ateneo e ³apre² una procedura di licenziamento per 18 lettori/CEL di madrelingua.
Continua, purtroppo, la vicenda dei Lettori/CEL di madrelingua in servizio presso l¹Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. In piena pendenza di giudizio (si è infatti in attesa di una pronuncia da parte del Giudice del Lavoro del Tribunale di Cassino), gli Organi di governo dell¹Università di Cassino hanno avviato una procedura per riduzione di personale, avente come obiettivo il licenziamento dei 18 Lettori/CEL.
Con una età media di servizio che va da oltre venti a un minimo di dieci anni, i Lettori/CEL sono intervenuti, garantendo alti standard qualitativi, nelle attività di apprendimento delle lingue straniere per la totalità dei laureati dell¹Università di Cassino, indifferentemente dalla Facoltà o dal Corso di laurea di appartenenza.
In tutti questi anni il loro lavoro nell¹Università di Cassino ha subito ripetuti attacchi, con tentativi di dequalificazione e marginalizzazione. Tale situazione, vissuta dai Lettori/CEL con dignità umana e professionale, nonché profondo rispetto nei confronti dei loro utenti/studenti, affonda le proprie radici in tempi non sospetti, certamente non di crisi.
Nel tempo, infatti, diversi tentativi di apertura al confronto ed alla trattativa sono stati sistematicamente rigettati dagli Organi di governo dell¹Ateneo, facendo sì che infine la questione fosse portata all¹attenzione della Giustizia del Lavoro.
Oggi, con questo atto di inaudita gravità, l¹Amministrazione dell¹Università di Cassino scrive forse la pagina più nera della sua storia di luogo deputato allo studio ed alla ricerca: chiude il Centro Linguistico di Ateneo, prevedendo comunque l¹erogazione degli stessi servizi ³con modalità meno onerose dal punto di vista finanziario², mentre definisce i Lettori/CEL come ³personale che svolge mansioni infungibili² e, pertanto, ³non utilmente ricollocabile².
In quanto alla possibilità di prevedere l¹erogazione degli stessi servizi ³con modalità meno onerose dal punto di vista finanziario², risulta difficile credere che sia possibile promettere agli studenti dell¹Università di Cassino lo stesso livello di competenze specifiche assicurato attualmente dai Lettori/CEL: forse si pensa ad appalti esterni, ma non c¹è bisogno dei giornalisti di Report o del Gabibbo per sapere che dietro le esternalizzazioni si celano spesso storie di costi che paradossalmente aumentano, oltre che di sfruttamento del lavoro precario e precarizzante. E¹ questo l¹esempio che un¹Università vuole dare ai cittadini, alle famiglie, agli imprenditori del suo territorio?
Si definiscono, poi, i Lettori/CEL come ³personale che svolge mansioni infungibili² e, pertanto, ³non utilmente ricollocabile²: nella lingua italiana corrente, infungibile viene definito qualcosa ³dotato di una propria individualità economico-sociale così da non potere essere sostituito con un altro². Più che ³non utilmente ricollocabile², questo personale, proprio per la tipologia professionale così fortemente specializzata, in un¹organizzazione basata sulla conoscenza quale quella dell¹Università, dovrebbe rappresentare una parte significativa del proprio capitale sociale attraverso cui attivare ed offrire servizi innovativi e di qualità, non già un fardello del quale disfarsi.
Sarebbe bastato infine ricollocare i lettori/CEL presso le Facoltà, vista la specializzazione linguistica che ognuno di loro si è costruita nel tempo, e come già era prima della costituzione del Centro linguistico. Questo non aver considerato minimamente altre soluzioni alternative al licenziamento fa sospettare una sorta di accanimento nei confronti della categoria, unica categoria peraltro toccata dalla riduzione del personale, tanto da far pensare ad un mobbing portato alle estreme conseguenze.
Lettori/Cel di madrelingua dell¹Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.
Non capisco come pensino di poter licenziare degli assunti a tempo indeterminato... Saluti Alessio Papini
On 06/18/2012 10:35 AM, John Gilbert wrote:
Care/i colleghi,
sperando che sia di interesse vi mando un comunicato dei colleghi lettori dell¹Università di Cassino dove l¹Amministrazione intende licenziare tutti e 18 gli insegnanti di lingua attualmente in servizio a tempo indeterminato. L¹Italia si trova in coda agli altri paesi europei per la conoscenza delle lingue (dopo solo l¹Irlanda e il Regno unito) e si capisce perchè quando si trova di fronte a scelte sciagurate come quella del Rettore di Cassino. Che tristezza... Comunque solidarietà alle 18 famiglie dei colleghi e speriamo bene!
un cordiale saluto,
John Gilbert
Dipartimento di Lingue, Letterature e Studi Interculturali Università degli Studi di Firenze via S. Reparata, 93 50129 Firenze IT Tel: +39 055 495987 Cell. 349-8482393 E-mail: gilbert@fol.it, john.gilbert@unifi.it
Il Rettore dell¹Università di Cassino ³chiude² il Centro Linguistico di Ateneo e ³apre² una procedura di licenziamento per 18 lettori/CEL di madrelingua.
Continua, purtroppo, la vicenda dei Lettori/CEL di madrelingua in servizio presso l¹Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. In piena pendenza di giudizio (si è infatti in attesa di una pronuncia da parte del Giudice del Lavoro del Tribunale di Cassino), gli Organi di governo dell¹Università di Cassino hanno avviato una procedura per riduzione di personale, avente come obiettivo il licenziamento dei 18 Lettori/CEL.
Con una età media di servizio che va da oltre venti a un minimo di dieci anni, i Lettori/CEL sono intervenuti, garantendo alti standard qualitativi, nelle attività di apprendimento delle lingue straniere per la totalità dei laureati dell¹Università di Cassino, indifferentemente dalla Facoltà o dal Corso di laurea di appartenenza.
In tutti questi anni il loro lavoro nell¹Università di Cassino ha subito ripetuti attacchi, con tentativi di dequalificazione e marginalizzazione. Tale situazione, vissuta dai Lettori/CEL con dignità umana e professionale, nonché profondo rispetto nei confronti dei loro utenti/studenti, affonda le proprie radici in tempi non sospetti, certamente non di crisi.
Nel tempo, infatti, diversi tentativi di apertura al confronto ed alla trattativa sono stati sistematicamente rigettati dagli Organi di governo dell¹Ateneo, facendo sì che infine la questione fosse portata all¹attenzione della Giustizia del Lavoro.
Oggi, con questo atto di inaudita gravità, l¹Amministrazione dell¹Università di Cassino scrive forse la pagina più nera della sua storia di luogo deputato allo studio ed alla ricerca: chiude il Centro Linguistico di Ateneo, prevedendo comunque l¹erogazione degli stessi servizi ³con modalità meno onerose dal punto di vista finanziario², mentre definisce i Lettori/CEL come ³personale che svolge mansioni infungibili² e, pertanto, ³non utilmente ricollocabile².
In quanto alla possibilità di prevedere l¹erogazione degli stessi servizi ³con modalità meno onerose dal punto di vista finanziario², risulta difficile credere che sia possibile promettere agli studenti dell¹Università di Cassino lo stesso livello di competenze specifiche assicurato attualmente dai Lettori/CEL: forse si pensa ad appalti esterni, ma non c¹è bisogno dei giornalisti di Report o del Gabibbo per sapere che dietro le esternalizzazioni si celano spesso storie di costi che paradossalmente aumentano, oltre che di sfruttamento del lavoro precario e precarizzante. E¹ questo l¹esempio che un¹Università vuole dare ai cittadini, alle famiglie, agli imprenditori del suo territorio?
Si definiscono, poi, i Lettori/CEL come ³personale che svolge mansioni infungibili² e, pertanto, ³non utilmente ricollocabile²: nella lingua italiana corrente, infungibile viene definito qualcosa ³dotato di una propria individualità economico-sociale così da non potere essere sostituito con un altro². Più che ³non utilmente ricollocabile², questo personale, proprio per la tipologia professionale così fortemente specializzata, in un¹organizzazione basata sulla conoscenza quale quella dell¹Università, dovrebbe rappresentare una parte significativa del proprio capitale sociale attraverso cui attivare ed offrire servizi innovativi e di qualità, non già un fardello del quale disfarsi.
Sarebbe bastato infine ricollocare i lettori/CEL presso le Facoltà, vista la specializzazione linguistica che ognuno di loro si è costruita nel tempo, e come già era prima della costituzione del Centro linguistico. Questo non aver considerato minimamente altre soluzioni alternative al licenziamento fa sospettare una sorta di accanimento nei confronti della categoria, unica categoria peraltro toccata dalla riduzione del personale, tanto da far pensare ad un mobbing portato alle estreme conseguenze.
Lettori/Cel di madrelingua dell¹Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
per "motivi economici..." Allego un'intervista con il Direttore generale. saluti, John Gilbert
Da: Alessio Papini alessio.papini@unifi.it Risposta: Università e Ricerca Forum universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Data: Mon, 18 Jun 2012 10:46:05 +0200 A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] idea
Non capisco come pensino di poter licenziare degli assunti a tempo indeterminato... Saluti Alessio Papini
On 06/18/2012 10:35 AM, John Gilbert wrote:
Care/i colleghi,
sperando che sia di interesse vi mando un comunicato dei colleghi lettori dell¹Università di Cassino dove l¹Amministrazione intende licenziare tutti e 18 gli insegnanti di lingua attualmente in servizio a tempo indeterminato. L¹Italia si trova in coda agli altri paesi europei per la conoscenza delle lingue (dopo solo l¹Irlanda e il Regno unito) e si capisce perchè quando si trova di fronte a scelte sciagurate come quella del Rettore di Cassino. Che tristezza... Comunque solidarietà alle 18 famiglie dei colleghi e speriamo bene!
un cordiale saluto,
John Gilbert
Dipartimento di Lingue, Letterature e Studi Interculturali Università degli Studi di Firenze via S. Reparata, 93 50129 Firenze IT Tel: +39 055 495987 Cell. 349-8482393 E-mail: gilbert@fol.it, john.gilbert@unifi.it
Il Rettore dell¹Università di Cassino ³chiude² il Centro Linguistico di Ateneo e ³apre² una procedura di licenziamento per 18 lettori/CEL di madrelingua.
Continua, purtroppo, la vicenda dei Lettori/CEL di madrelingua in servizio presso l¹Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. In piena pendenza di giudizio (si è infatti in attesa di una pronuncia da parte del Giudice del Lavoro del Tribunale di Cassino), gli Organi di governo dell¹Università di Cassino hanno avviato una procedura per riduzione di personale, avente come obiettivo il licenziamento dei 18 Lettori/CEL.
Con una età media di servizio che va da oltre venti a un minimo di dieci anni, i Lettori/CEL sono intervenuti, garantendo alti standard qualitativi, nelle attività di apprendimento delle lingue straniere per la totalità dei laureati dell¹Università di Cassino, indifferentemente dalla Facoltà o dal Corso di laurea di appartenenza.
In tutti questi anni il loro lavoro nell¹Università di Cassino ha subito ripetuti attacchi, con tentativi di dequalificazione e marginalizzazione. Tale situazione, vissuta dai Lettori/CEL con dignità umana e professionale, nonché profondo rispetto nei confronti dei loro utenti/studenti, affonda le proprie radici in tempi non sospetti, certamente non di crisi.
Nel tempo, infatti, diversi tentativi di apertura al confronto ed alla trattativa sono stati sistematicamente rigettati dagli Organi di governo dell¹Ateneo, facendo sì che infine la questione fosse portata all¹attenzione della Giustizia del Lavoro.
Oggi, con questo atto di inaudita gravità, l¹Amministrazione dell¹Università di Cassino scrive forse la pagina più nera della sua storia di luogo deputato allo studio ed alla ricerca: chiude il Centro Linguistico di Ateneo, prevedendo comunque l¹erogazione degli stessi servizi ³con modalità meno onerose dal punto di vista finanziario², mentre definisce i Lettori/CEL come ³personale che svolge mansioni infungibili² e, pertanto, ³non utilmente ricollocabile².
In quanto alla possibilità di prevedere l¹erogazione degli stessi servizi ³con modalità meno onerose dal punto di vista finanziario², risulta difficile credere che sia possibile promettere agli studenti dell¹Università di Cassino lo stesso livello di competenze specifiche assicurato attualmente dai Lettori/CEL: forse si pensa ad appalti esterni, ma non c¹è bisogno dei giornalisti di Report o del Gabibbo per sapere che dietro le esternalizzazioni si celano spesso storie di costi che paradossalmente aumentano, oltre che di sfruttamento del lavoro precario e precarizzante. E¹ questo l¹esempio che un¹Università vuole dare ai cittadini, alle famiglie, agli imprenditori del suo territorio?
Si definiscono, poi, i Lettori/CEL come ³personale che svolge mansioni infungibili² e, pertanto, ³non utilmente ricollocabile²: nella lingua italiana corrente, infungibile viene definito qualcosa ³dotato di una propria individualità economico-sociale così da non potere essere sostituito con un altro². Più che ³non utilmente ricollocabile², questo personale, proprio per la tipologia professionale così fortemente specializzata, in un¹organizzazione basata sulla conoscenza quale quella dell¹Università, dovrebbe rappresentare una parte significativa del proprio capitale sociale attraverso cui attivare ed offrire servizi innovativi e di qualità, non già un fardello del quale disfarsi.
Sarebbe bastato infine ricollocare i lettori/CEL presso le Facoltà, vista la specializzazione linguistica che ognuno di loro si è costruita nel tempo, e come già era prima della costituzione del Centro linguistico. Questo non aver considerato minimamente altre soluzioni alternative al licenziamento fa sospettare una sorta di accanimento nei confronti della categoria, unica categoria peraltro toccata dalla riduzione del personale, tanto da far pensare ad un mobbing portato alle estreme conseguenze.
Lettori/Cel di madrelingua dell¹Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.
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Brutto precedente allora: un domani potrebbe riguardare la chiusura di una Facoltà o di un Corso di Laurea (le facoltà dovrebbero sparire).
On 06/18/2012 11:09 AM, John Gilbert wrote:
per "motivi economici..." Allego un'intervista con il Direttore generale. saluti, John Gilbert
Da: Alessio Papini alessio.papini@unifi.it Risposta: Università e Ricerca Forum universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Data: Mon, 18 Jun 2012 10:46:05 +0200 A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] idea
Non capisco come pensino di poter licenziare degli assunti a tempo indeterminato... Saluti Alessio Papini
On 06/18/2012 10:35 AM, John Gilbert wrote:
Care/i colleghi,
sperando che sia di interesse vi mando un comunicato dei colleghi lettori dell¹Università di Cassino dove l¹Amministrazione intende licenziare tutti e 18 gli insegnanti di lingua attualmente in servizio a tempo indeterminato. L¹Italia si trova in coda agli altri paesi europei per la conoscenza delle lingue (dopo solo l¹Irlanda e il Regno unito) e si capisce perchè quando si trova di fronte a scelte sciagurate come quella del Rettore di Cassino. Che tristezza... Comunque solidarietà alle 18 famiglie dei colleghi e speriamo bene!
un cordiale saluto,
John Gilbert
Dipartimento di Lingue, Letterature e Studi Interculturali Università degli Studi di Firenze via S. Reparata, 93 50129 Firenze IT Tel: +39 055 495987 Cell. 349-8482393 E-mail: gilbert@fol.it, john.gilbert@unifi.it
Il Rettore dell¹Università di Cassino ³chiude² il Centro Linguistico di Ateneo e ³apre² una procedura di licenziamento per 18 lettori/CEL di madrelingua.
Continua, purtroppo, la vicenda dei Lettori/CEL di madrelingua in servizio presso l¹Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. In piena pendenza di giudizio (si è infatti in attesa di una pronuncia da parte del Giudice del Lavoro del Tribunale di Cassino), gli Organi di governo dell¹Università di Cassino hanno avviato una procedura per riduzione di personale, avente come obiettivo il licenziamento dei 18 Lettori/CEL.
Con una età media di servizio che va da oltre venti a un minimo di dieci anni, i Lettori/CEL sono intervenuti, garantendo alti standard qualitativi, nelle attività di apprendimento delle lingue straniere per la totalità dei laureati dell¹Università di Cassino, indifferentemente dalla Facoltà o dal Corso di laurea di appartenenza.
In tutti questi anni il loro lavoro nell¹Università di Cassino ha subito ripetuti attacchi, con tentativi di dequalificazione e marginalizzazione. Tale situazione, vissuta dai Lettori/CEL con dignità umana e professionale, nonché profondo rispetto nei confronti dei loro utenti/studenti, affonda le proprie radici in tempi non sospetti, certamente non di crisi.
Nel tempo, infatti, diversi tentativi di apertura al confronto ed alla trattativa sono stati sistematicamente rigettati dagli Organi di governo dell¹Ateneo, facendo sì che infine la questione fosse portata all¹attenzione della Giustizia del Lavoro.
Oggi, con questo atto di inaudita gravità, l¹Amministrazione dell¹Università di Cassino scrive forse la pagina più nera della sua storia di luogo deputato allo studio ed alla ricerca: chiude il Centro Linguistico di Ateneo, prevedendo comunque l¹erogazione degli stessi servizi ³con modalità meno onerose dal punto di vista finanziario², mentre definisce i Lettori/CEL come ³personale che svolge mansioni infungibili² e, pertanto, ³non utilmente ricollocabile².
In quanto alla possibilità di prevedere l¹erogazione degli stessi servizi ³con modalità meno onerose dal punto di vista finanziario², risulta difficile credere che sia possibile promettere agli studenti dell¹Università di Cassino lo stesso livello di competenze specifiche assicurato attualmente dai Lettori/CEL: forse si pensa ad appalti esterni, ma non c¹è bisogno dei giornalisti di Report o del Gabibbo per sapere che dietro le esternalizzazioni si celano spesso storie di costi che paradossalmente aumentano, oltre che di sfruttamento del lavoro precario e precarizzante. E¹ questo l¹esempio che un¹Università vuole dare ai cittadini, alle famiglie, agli imprenditori del suo territorio?
Si definiscono, poi, i Lettori/CEL come ³personale che svolge mansioni infungibili² e, pertanto, ³non utilmente ricollocabile²: nella lingua italiana corrente, infungibile viene definito qualcosa ³dotato di una propria individualità economico-sociale così da non potere essere sostituito con un altro². Più che ³non utilmente ricollocabile², questo personale, proprio per la tipologia professionale così fortemente specializzata, in un¹organizzazione basata sulla conoscenza quale quella dell¹Università, dovrebbe rappresentare una parte significativa del proprio capitale sociale attraverso cui attivare ed offrire servizi innovativi e di qualità, non già un fardello del quale disfarsi.
Sarebbe bastato infine ricollocare i lettori/CEL presso le Facoltà, vista la specializzazione linguistica che ognuno di loro si è costruita nel tempo, e come già era prima della costituzione del Centro linguistico. Questo non aver considerato minimamente altre soluzioni alternative al licenziamento fa sospettare una sorta di accanimento nei confronti della categoria, unica categoria peraltro toccata dalla riduzione del personale, tanto da far pensare ad un mobbing portato alle estreme conseguenze.
Lettori/Cel di madrelingua dell¹Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.
Caro Claudio, ti rispondo perche' da diversi anni sto studiando il problema dell'insegnamento, o meglio dell'apprendimento, della matematica in eta' prescolare e nella scuola primaria. penso che dopo secoli di discussione in cui uno esordiva con "secondo me" (quando era intellettualmente onesto) dovremmo utilizzare correttamente i risultati recenti delle neuroscienze per non commettere errori imperdonabili. ci sono alcuni fatti ormai abbastanza compresi (vedi per es. "Il pallino della matematica", di S. Dehaene, il titolo e' tradotto in modo pessimo ma il libro e' bellissimo) - i bambini hanno delle capacita' matematiche innate, che vanno valorizzate - certi modi di presentare l'aritmetica sono abbastanza innaturali rispetto a come funziona il cervello (tra questi l'insiemistica, che va per la maggiore, e' tra i piu' innaturali) - c'e' bisogno di materiali e di strutture per modificare in modo efficiente l'insegnamento della matematica in eta' prescolare. soprattutto c'e' bisogno di formazione per gli insegnanti.
Quest'ultimo punto, come e' stato gia' fatto notare nel forum, e' quello fondamentale. sarei molto prudente a modificare da un giorno all'altro la struttura della scuola primaria, che e' ancora quella che in Italia funziona meglio.
quello che sollevi e' ovviamente un problema importantissimo, ma non va risolto a colpi di "sono d'accordo", va studiato. e in particolare e' un problema molto difficile.
Benedetto
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