ci sono state difficolta` ad inserire i commenti al documento programmatico di Universitas futura
credo che il problema sia che il documento appare in due forme sul sito, una volta come documento (senza opzione commenti) una volta nel blog e li si possono lasciare i commenti. Pero` capisco che questo sta creando un CASINO. Il sito e` ancora in evoluzione.
Il link giusto per lasciare i commenti (almeno oggi) e`
http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php? option=com_content&task=view&id=23&Itemid=34
provate ad inserire commenti claudio
Tutti si sono giustamente lamentati dell'iniquo blocco dei concorsi da parte della Gelmini che ha bloccato le vecchie procedure per le commissioni e non ha ancora emesso quelle nuove. Per curiosità sono andato a guardare sul sito del reclutamento: Bandi I sessione 2008: x ordinario 724 concorsi; x associato 1143 concorsi; x ricercatore 252 posti. Per associato e ordinario ci sono due idoneità con questa mandata di concorsi se non sbaglio (x l'ultima volta).
Bandi II sessione 2008 46-81-107 Forse non c'è bisogno di commento ma la prima sessione mi sembra proprio un assalto alla diligenza. Ci credo che Gelmini ha bloccato tutto: 3720 nuove idoneità! A vedere queste cifre mi sembra evidente che l'autonomia universitaria così si è dimostrata ingestibile... Saluti Alessio °Papini
Anche sul trono più elevato del mondo si é pur sempre seduti sul proprio sedere. (Montaigne)
Non conoscevo i numeri che ci riporta Papini. L'enorme divario che esiste fra posti messi a concorso per ricercatori e quelli per associato e ordinario, la dice lunga sulla volontà di rinnovamento che c'è all'interno dell'Università. Se ci fosse veramente questa volontà cosa avrebbe impedito a tanti nostri colleghi di chiedere la messa a concorso del '70-80% dei posti per Ricercatori e del 20-30% per progressione di carriera? Non certo la Gelmini.... Perchè continuare a chiedere soluzioni alla politica, quando non c'è nessuna volontà all'interno della corporazione di muoversi nella direzione dell'interesse generale? Continuo a sostenere che il problema dell'Università Italiana non é il Ministro di turno di questo o quel Governo, ma una corporazione (la nostra, quella dei Professori Universitari) trasversale attraverso i Partiti, che non vuole assolutamente mettere in discussione nessuno dei propri privilegi. . B. De Vivo
At 21.36 03/01/2009, you wrote:
Tutti si sono giustamente lamentati dell'iniquo blocco dei concorsi da parte della Gelmini che ha bloccato le vecchie procedure per le commissioni e non ha ancora emesso quelle nuove. Per curiosità sono andato a guardare sul sito del reclutamento: Bandi I sessione 2008: x ordinario 724 concorsi; x associato 1143 concorsi; x ricercatore 252 posti. Per associato e ordinario ci sono due idoneità con questa mandata di concorsi se non sbaglio (x l'ultima volta).
Bandi II sessione 2008 46-81-107 Forse non c'è bisogno di commento ma la prima sessione mi sembra proprio un assalto alla diligenza. Ci credo che Gelmini ha bloccato tutto: 3720 nuove idoneità! A vedere queste cifre mi sembra evidente che l'autonomia universitaria così si è dimostrata ingestibile... Saluti Alessio °Papini
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Rimango anch'io colpito dai numeri di Papini. Che non sia forse il caso di scrivere una seconda lettera alla Gelmini? Che ne dice Claudio? Giovanni Giacometti
On Sat, 03 Jan 2009 22:08:30 +0100, Benedetto De Vivo wrote
Non conoscevo i numeri che ci riporta Papini. L'enorme divario che esiste fra posti messi a concorso per ricercatori e quelli per associato e ordinario, la dice lunga sulla volontà di rinnovamento che c'è all'interno dell'Università. Se ci fosse veramente questa volontà cosa avrebbe impedito a tanti nostri colleghi di chiedere la messa a concorso del '70-80% dei posti per Ricercatori e del 20-30% per progressione di carriera? Non certo la Gelmini.... Perchè continuare a chiedere soluzioni alla politica, quando non c'è nessuna volontà all'interno della corporazione di muoversi nella direzione dell'interesse generale? Continuo a sostenere che il problema dell'Università Italiana non é il Ministro di turno di questo o quel Governo, ma una corporazione (la nostra, quella dei Professori Universitari) trasversale attraverso i Partiti, che non vuole assolutamente mettere in discussione nessuno dei propri privilegi. .. B. De Vivo
At 21.36 03/01/2009, you wrote:
Tutti si sono giustamente lamentati dell'iniquo blocco dei concorsi da parte della Gelmini che ha bloccato le vecchie procedure per le commissioni e non ha ancora emesso quelle nuove. Per curiosità sono andato a guardare sul sito del reclutamento: Bandi I sessione 2008: x ordinario 724 concorsi; x associato 1143 concorsi; x ricercatore 252 posti. Per associato e ordinario ci sono due idoneità con questa mandata di concorsi se non sbaglio (x l'ultima volta).
Bandi II sessione 2008 46-81-107 Forse non c'è bisogno di commento ma la prima sessione mi sembra proprio un assalto alla diligenza. Ci credo che Gelmini ha bloccato tutto: 3720 nuove idoneità! A vedere queste cifre mi sembra evidente che l'autonomia universitaria così si è dimostrata ingestibile... Saluti Alessio °Papini
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Certo, ma è anche vero che molti membri di quella corporazione siedono in parlamento oppure hanno forti legami con il potere politico. Si tratta di una corporazione politico-accademica: smantellarla è il problema.
Patrizio Dimitri
Continuo a sostenere che il problema
dell'Università Italiana non é il Ministro di turno di questo o quel Governo, ma una corporazione (la nostra, quella dei Professori Universitari) trasversale attraverso i Partiti, che non vuole assolutamente mettere in discussione nessuno dei propri privilegi.
... infatti, quando scrivo che é una corporazione trasversale ai Partiti, intendo proprio quello che tu dici. Quando si tratta in Parlamento di discutere di Università, c'è uno schieramento compatto a monte che va dall'estrema sinistra all'estrema destra, che è appunto il Partito, non ufficiale, politico-accademico. Come smantellarlo? E' un problema.... per me rimane che il principio dell'etica personale è alla base di TUTTO. Per cercare di rendere meno forte il partito politico-accademeico si potrebbe per esempio stabilire per Legge, che i Professori che vengono eletti in Parlamento si debbano DIMETTERE definitivamente dal ruolo di Professori. So benissimo tutte le obiezioni che verrebbero poste contro questa proposta.... ricordo a tutti quello che diceva il Ministro dell'Istruzione (se ricordo bene, penso si chiamasse Casati, o qualcosa di simile) del Governo Cavour a proposito di una riforma dell'Università: "La riforma dell'Università, in Italia, é possibile solo al tuonar dei cannoni.....". Signori dopo un secolo e mezzo, non é cambiato granchè... Benedetto De Vivo
At 11.37 04/01/2009, you wrote:
Certo, ma è anche vero che molti membri di quella corporazione siedono in parlamento oppure hanno forti legami con il potere politico. Si tratta di una corporazione politico-accademica: smantellarla è il problema.
Patrizio Dimitri
Continuo a sostenere che il problema
dell'Università Italiana non é il Ministro di turno di questo o quel Governo, ma una corporazione (la nostra, quella dei Professori Universitari) trasversale attraverso i Partiti, che non vuole assolutamente mettere in discussione nessuno dei propri privilegi.
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Come sempre... i numeri da soli non aiutano a dare un quadro completo della situazione. Da un lato è certamente auspicabile che il numero di posti per ricercatori sia maggiore dei posti riservati alle progressioni di carriera; va considerato però il fatto che le carriere universitarie sono ormai lentissime, un nuovo bando per la progressione viene sempre considerato da anni l' ultima spiaggia... non si sa mai se ci saranno nuovi concorsi, se verranno bloccati, come verranno espletati, se non sia il caso di approfittare - forse per l' ultima volta - che una Facoltà abbia i punti, i talleri, o come si vogliono chiamare. E se l' Ateneo non sarà virtuoso fra due anni e non potrà accettare le chiamate? Di qui, il numero incontrollato di posti messi a concorso ogni volta che, per grazia ricevuta, si sbloccano dei bandi. E naturalmente il caos fertilizza il terreno per i più disinvolti. E perchè la giusta progressione di una carriera professionale deve essere così snaturata come è oggi quella universitaria? E' vero che chi deve "progredire" sta molto meglio di un precario, ma stiamo evidentemente cadendo in un clima di competizione tra persone che non dovrebbero essere in tale situazione e la competizione non coinvolge più nemmeno un vago discorso sul merito dei singoli. Non si deve accettare il dilemma o il rinnovamento o la progressione di carriera. Questo accade anche in altre strutture ad alta professionalità che non siano l' Università? Non credo, per esempio non la Magistratura.
Per come la vedo io, oggi la situazione è: ti pago -poco, non mi avete convinto che i nostri stipendi siano lauti-, ti do denaro -pochissimo e male organizzato- perchè tu possa fare ricerca e didattica e, se sei uno "scienziato", contentati perchè ti diverti, se puoi avere una professione libera, contentati perchè il Prof. davanti al tuo nome aumenta la tua parcella.
E' chiaro che partendo da un sistema distorto all' origine i risultati che si ottengono sono quelli che vediamo. Ritorniamo al punto da cui eravamo partiti: indichiamo una strada percorribile per una riforma seria, con criteri certi, con regole adatte a permettere una pianificazione della ricerca e della didattica e, quindi, di reclutamento e di carriera.
A me sembra che la proposta iniziale attorno a cui ci siamo organizzati sia ancora molto valida, anzi lo è di più alla luce proprio di questi numeri.
Maria Pia De Pascale
universitas_in_trasformazione@lists.dm.unipi.it