La Carrozza (di cui gli informati hanno ben ricordato come ha fatto carriera in ambito accademico) se fosse stato un Ministro vero averbbe rimesso subito la parola "Pubblica" accanto a Istruzione. Quando è stata fatta ministro. Ed ora, mentre noi giochiamo con le nostre reprimende, lei zitta zitta gioca come i precedenti ministri:
"12.11, Agenzia :Il MIUR ha presentato un emendamento alla legge di stabilità, per permettere che anche per il 2014 le risorse trasferite alle Regioni in materia di contributi per le scuole paritarie vengano svincolate dal Patto di stabilità interno."
Cioè per evitare il taglio di 260 milioni su 560 alle scuole paritarie previsto dalla legge. Come vedete quando c'è l'interesse i soldi si trovano, e 260 milioni di euro non sono pure pochi, e la Carrozza li sta trovando.
Poveri untorelli che siamo. cc
.............................. Ciò che mi spaventa non è la violenza dei potenti, ma il silenzio degli onesti. Martin Luther King .............................. Prof. Carlo Cosmelli Dipartimento di Fisica Sapienza, Università di Roma P. A. Moro 5 00185 Roma, Italy tel. (+39) 06-4991-4216 fax. (+39) 06-4957- 697 http://www.roma1.infn.it/exp/webmqc/cosmelli.html
Hai perfettamente ragione!!
La Carrozza (di cui gli informati hanno ben ricordato come ha fatto carriera in ambito accademico) se fosse stato un Ministro vero averbbe rimesso subito la parola "Pubblica" accanto a Istruzione. Quando è stata fatta ministro. Ed ora, mentre noi giochiamo con le nostre reprimende, lei zitta zitta gioca come i precedenti ministri:
"12.11, Agenzia :Il MIUR ha presentato un emendamento alla legge di stabilità, per permettere che anche per il 2014 le risorse trasferite alle Regioni in materia di contributi per le scuole paritarie vengano svincolate dal Patto di stabilità interno."
Cioè per evitare il taglio di 260 milioni su 560 alle scuole paritarie previsto dalla legge. Come vedete quando c'è l'interesse i soldi si trovano, e 260 milioni di euro non sono pure pochi, e la Carrozza li sta trovando.
Poveri untorelli che siamo. cc
.............................. Ciò che mi spaventa non è la violenza dei potenti, ma il silenzio degli onesti. Martin Luther King .............................. Prof. Carlo Cosmelli Dipartimento di Fisica Sapienza, Università di Roma P. A. Moro 5 00185 Roma, Italy tel. (+39) 06-4991-4216 fax. (+39) 06-4957- 697 http://www.roma1.infn.it/exp/webmqc/cosmelli.html _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
2013/11/14 Carlo Cosmelli carlo.cosmelli@roma1.infn.it:
La Carrozza (di cui gli informati hanno ben ricordato come ha fatto carriera in ambito accademico) se fosse stato un Ministro vero averbbe rimesso subito la parola "Pubblica" accanto a Istruzione.
Se "pubblica" implica "statale" personalmente non sono d'accordo che questo debba essere un dogma ne' per universita' ne' per l'istruzione.
Per me lo Stato deve controllare, appaltare, valutare, garantire o promuovere l'accesso, non invece necessariamente gestire direttamente scuola e universita', specie se gestire significa immettere ad ogni legislatura decine di migliaia di supplenti senza concorso nei ruoli dei dipendenti pubblici della scuola, in spregio alla Costituzione, per bassi moltivi di consenso elettorale e disfunzionalita' assortite dello Stato.
Una scuola privata almeno in teoria (non purtroppo di fatto in Italia mediamente) potrebbe far anche meglio di una scuola statale infarcita di supplenti assunti senza concorso in cambio di consenso elettorale. Le differenze dipendono piu' dalle disfunzioni dello Stato su valutazione e controlli che dal fatto che le scuole siano private o statali.
So di essere in minoranza peraltro, ma ritengo doveroso chiarire che non c'e' unanimita' su certe tesi.
Cordialmente,
Caro Lusiani, che ci siano problemi nell"insegnamento pubblico puo darsi, che ci sia uno sfregio alla Costituzione, mi pare un giudizio eccessivo, ma puo darsi Pero che l'isegnamento privato debba essere senza oneri per lo Stato non credo sia qualcosa su cui discutere se le opinioni siano unanimi o no almeno finche la Costituzione non cambia. Purtroppo surretiziamente (e cio comincio durante il governo D"Alema) il dettato costituzionale e stato evaso. Quello sfregio con tutto il rispetto per la tua opinione mi pare piu grave che il problema dei supplenti Cordiali saluti Galileo Violini -------------------------------------------- Gio 14/11/13, Alberto Lusiani alberto.lusiani@pi.infn.it ha scritto:
Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] La Carrozza gioca a prenderci per A: "Forum Università e Ricerca" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Data: Giovedì 14 novembre 2013, 11:26
2013/11/14 Carlo Cosmelli carlo.cosmelli@roma1.infn.it:
La Carrozza (di cui gli informati hanno ben ricordato
come ha fatto
carriera in ambito accademico) se fosse stato un
Ministro vero averbbe
rimesso subito la parola "Pubblica" accanto a
Istruzione.
Se "pubblica" implica "statale" personalmente non sono d'accordo che questo debba essere un dogma ne' per universita' ne' per l'istruzione.
Per me lo Stato deve controllare, appaltare, valutare, garantire o promuovere l'accesso, non invece necessariamente gestire direttamente scuola e universita', specie se gestire significa immettere ad ogni legislatura decine di migliaia di supplenti senza concorso nei ruoli dei dipendenti pubblici della scuola, in spregio alla Costituzione, per bassi moltivi di consenso elettorale e disfunzionalita' assortite dello Stato.
Una scuola privata almeno in teoria (non purtroppo di fatto in Italia mediamente) potrebbe far anche meglio di una scuola statale infarcita di supplenti assunti senza concorso in cambio di consenso elettorale. Le differenze dipendono piu' dalle disfunzioni dello Stato su valutazione e controlli che dal fatto che le scuole siano private o statali.
So di essere in minoranza peraltro, ma ritengo doveroso chiarire che non c'e' unanimita' su certe tesi.
Cordialmente, -- Alberto Lusiani _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Caro Leo, sai benissimo quante diverse, e non tutte infondate, interpretazioni abbia vissuto la faccenda del dettato costituzionale "senza oneri per lo stato". Per me resta comunque il fatto che se pago le tasse e voglio mandare un figlio alle scuole private credo di avere pieno diritto a una quota equivalente alla spesa dello stato per la frequenza a una scuola statale (da ragazzo ho lasciato la scuola privata per motivi economici, frequentando poi un liceo-ginnasio statale, peraltro ottimo). Un caro saluto gianvittorio
E sul resto sono d'accordo con Alberto Lusiani. Pubblica istruzione non significa istruzione statale, ma istruzione rivolta al pubblico. E del resto quando Carlo Alberto nel 1847 istituì il Ministero della Pubblica Istruzione scrisse che aveva lo scopo di "promuovere il progresso del sapere e la diffusione dell'istruzione". Quanto al Campus Biomedico, per quel poco che ne so, direi che si tratta di un centro di eccellenza, se questo aggettivo non fosse stato troppe volte indecentemente abusato. E dunque non mi pare che sia il caso di demonizzarlo. Pensiamo piuttosto alla miriade di università private, più o meno telematiche, con docenti fantasma (e concorsi alla Carrozza) che fioriscono lietamente per ogni dove. E che andrebbero controllate dal summenzionato Ministero con qualche dose di rigore, se questa parola avesse oggi ancora senso.
Il 2013-11-14 11:53 Galileo violini ha scritto:
Caro Lusiani, che ci siano problemi nell"insegnamento pubblico puo darsi, che ci sia uno sfregio alla Costituzione, mi pare un giudizio eccessivo, ma puo darsi Pero che l'isegnamento privato debba essere senza oneri per lo Stato non credo sia qualcosa su cui discutere se le opinioni siano unanimi o no almeno finche la Costituzione non cambia. Purtroppo surretiziamente (e cio comincio durante il governo D"Alema) il dettato costituzionale e stato evaso. Quello sfregio con tutto il rispetto per la tua opinione mi pare piu grave che il problema dei supplenti Cordiali saluti Galileo Violini
Gio 14/11/13, Alberto Lusiani alberto.lusiani@pi.infn.it ha scritto:
Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] La Carrozza gioca a prenderci per A: "Forum Università e Ricerca" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Data: Giovedì 14 novembre 2013, 11:26
2013/11/14 Carlo Cosmelli carlo.cosmelli@roma1.infn.it:
La Carrozza (di cui gli informati hanno ben ricordato
come ha fatto
carriera in ambito accademico) se fosse stato un
Ministro vero averbbe
rimesso subito la parola "Pubblica" accanto a
Istruzione.
Se "pubblica" implica "statale" personalmente non sono d'accordo che questo debba essere un dogma ne' per universita' ne' per l'istruzione.
Per me lo Stato deve controllare, appaltare, valutare, garantire o promuovere l'accesso, non invece necessariamente gestire direttamente scuola e universita', specie se gestire significa immettere ad ogni legislatura decine di migliaia di supplenti senza concorso nei ruoli dei dipendenti pubblici della scuola, in spregio alla Costituzione, per bassi moltivi di consenso elettorale e disfunzionalita' assortite dello Stato.
Una scuola privata almeno in teoria (non purtroppo di fatto in Italia mediamente) potrebbe far anche meglio di una scuola statale infarcita di supplenti assunti senza concorso in cambio di consenso elettorale. Le differenze dipendono piu' dalle disfunzioni dello Stato su valutazione e controlli che dal fatto che le scuole siano private o statali.
So di essere in minoranza peraltro, ma ritengo doveroso chiarire che non c'e' unanimita' su certe tesi.
Cordialmente,
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E' vero che la scuola pubblica è allo sbando, ma mi sembra proprio che scuole private in Italia stiano poi così bene, malgrado i molti foraggiamenti che ricevono dallo stato e dagli iscritti..... molte scuole private che conosco bene sono un ricettacolo di somari promossi perché pagano.....
Si dovrebbe lavorare per far funzionare bene scuola, università e ricerca pubbliche. Oggi, sono proprio i sostenitori accaniti di istruzione e ricerca privata che mirano ad affossarci definitivamente!!
2013/11/14 Carlo Cosmelli carlo.cosmelli@roma1.infn.it:
La Carrozza (di cui gli informati hanno ben ricordato come ha fatto carriera in ambito accademico) se fosse stato un Ministro vero averbbe rimesso subito la parola "Pubblica" accanto a Istruzione.
Se "pubblica" implica "statale" personalmente non sono d'accordo che questo debba essere un dogma ne' per universita' ne' per l'istruzione.
Per me lo Stato deve controllare, appaltare, valutare, garantire o promuovere l'accesso, non invece necessariamente gestire direttamente scuola e universita', specie se gestire significa immettere ad ogni legislatura decine di migliaia di supplenti senza concorso nei ruoli dei dipendenti pubblici della scuola, in spregio alla Costituzione, per bassi moltivi di consenso elettorale e disfunzionalita' assortite dello Stato.
Una scuola privata almeno in teoria (non purtroppo di fatto in Italia mediamente) potrebbe far anche meglio di una scuola statale infarcita di supplenti assunti senza concorso in cambio di consenso elettorale. Le differenze dipendono piu' dalle disfunzioni dello Stato su valutazione e controlli che dal fatto che le scuole siano private o statali.
So di essere in minoranza peraltro, ma ritengo doveroso chiarire che non c'e' unanimita' su certe tesi.
Cordialmente,
Personalmente non ho nulla contro le Scuole private in sè. Noto che, da Costituzione, dovrebbero agire "senza onere per lo Stato", cosa che non è da tempo e le ultime mail confermano che si va semmai in direzione opposta in una fase in cui si taglia alla istruzione pubblica. Non capisco poi bene il modello a cui Lusiani si riferisce. Che io sappia nelle università e scuole pubbliche si entra per concorso. Io l'ho fatto e anche molto duro. Non mi risulta, semmai, che sia così nelle scuole private italiane, sul cui livello qualitativo lo stesso Lusiani non mi pare convintissimo... Saluti Alessio Papini
On 11/14/2013 11:26 AM, Alberto Lusiani wrote:
2013/11/14 Carlo Cosmelli carlo.cosmelli@roma1.infn.it:
La Carrozza (di cui gli informati hanno ben ricordato come ha fatto carriera in ambito accademico) se fosse stato un Ministro vero averbbe rimesso subito la parola "Pubblica" accanto a Istruzione.
Se "pubblica" implica "statale" personalmente non sono d'accordo che questo debba essere un dogma ne' per universita' ne' per l'istruzione.
Per me lo Stato deve controllare, appaltare, valutare, garantire o promuovere l'accesso, non invece necessariamente gestire direttamente scuola e universita', specie se gestire significa immettere ad ogni legislatura decine di migliaia di supplenti senza concorso nei ruoli dei dipendenti pubblici della scuola, in spregio alla Costituzione, per bassi moltivi di consenso elettorale e disfunzionalita' assortite dello Stato.
Una scuola privata almeno in teoria (non purtroppo di fatto in Italia mediamente) potrebbe far anche meglio di una scuola statale infarcita di supplenti assunti senza concorso in cambio di consenso elettorale. Le differenze dipendono piu' dalle disfunzioni dello Stato su valutazione e controlli che dal fatto che le scuole siano private o statali.
So di essere in minoranza peraltro, ma ritengo doveroso chiarire che non c'e' unanimita' su certe tesi.
Cordialmente,
2013/11/14 Alessio Papini alessio.papini@unifi.it:
Personalmente non ho nulla contro le Scuole private in sè. Noto che, da Costituzione, dovrebbero agire "senza onere per lo Stato", cosa che non è da tempo e le ultime mail confermano che si va semmai in direzione opposta in una fase in cui si taglia alla istruzione pubblica. Non capisco poi bene il modello a cui Lusiani si riferisce. Che io sappia nelle università e scuole pubbliche si entra per concorso. Io l'ho fatto e anche molto duro. Non mi risulta, semmai, che sia così nelle scuole private italiane, sul cui livello qualitativo lo stesso Lusiani non mi pare convintissimo...
La maggior parte, o comunque una frazione significativa, degli insegnanti delle scuole statali sono diventati dipendenti pubblici senza superare un concorso aperto come prescriverebbe la Costituzione, ma tramite stabilizzazioni di precari e concorsi chiusi riservati abilitativi che del concorso hanno solo il nome in base a classifiche di anzianita' di supplenza. Un riassunto del reclutamento degli ultimi decenni si puo' trovare in http://www.lavoce.info/alla-ricerca-del-bravo-insegnante/.
Le scuole private per me dovrebbero assumere come pare a loro, e lo Stato dovrebbe limitarsi a valutare i loro risultati e le competenze acquisite da chi diplomano confrontrate con lo stato socioeconomico delle famiglie di provenienza.
Cordialmente,
Non voglio entrare in polemica su un argomento che conosco poco, avrei bisogno di statistiche (che l'articolo suggerito non fornisce) su quanti docenti siano entrati per stabilizzazione di precari o per concorso. Ammetto che la preparazione e i risultati della didattica delle scuole secondarie pare in calo, a vedere gli attuali studenti universitari. Mi pare comunque che fra concorsi di abilitazione, concorsi per entrare alle SIS (ora non più esistenti) e i concorsi mostruosi (come numero di posti disponibili rispetto alle domande) alle ultime scuole abilitative per insegnanti (qualche mio conoscente lo ha fatto) un pò di selezione sia stata fatta. Cerchiamo di informarci a quanto corrisponde la quota di precari stabilizzati senza concorso. Se poi davvero venisse introdotta, come propone Lusiani, la valutazione dei risultati dei diplomati presso le Scuole Private per l'ammissione ai finanziamenti pubblici, temo che gliene toccherebbe pochini... Saluti Alessio Papini
On 11/14/2013 01:06 PM, Alberto Lusiani wrote:
2013/11/14 Alessio Papini alessio.papini@unifi.it:
Personalmente non ho nulla contro le Scuole private in sè. Noto che, da Costituzione, dovrebbero agire "senza onere per lo Stato", cosa che non è da tempo e le ultime mail confermano che si va semmai in direzione opposta in una fase in cui si taglia alla istruzione pubblica. Non capisco poi bene il modello a cui Lusiani si riferisce. Che io sappia nelle università e scuole pubbliche si entra per concorso. Io l'ho fatto e anche molto duro. Non mi risulta, semmai, che sia così nelle scuole private italiane, sul cui livello qualitativo lo stesso Lusiani non mi pare convintissimo...
La maggior parte, o comunque una frazione significativa, degli insegnanti delle scuole statali sono diventati dipendenti pubblici senza superare un concorso aperto come prescriverebbe la Costituzione, ma tramite stabilizzazioni di precari e concorsi chiusi riservati abilitativi che del concorso hanno solo il nome in base a classifiche di anzianita' di supplenza. Un riassunto del reclutamento degli ultimi decenni si puo' trovare in http://www.lavoce.info/alla-ricerca-del-bravo-insegnante/.
Le scuole private per me dovrebbero assumere come pare a loro, e lo Stato dovrebbe limitarsi a valutare i loro risultati e le competenze acquisite da chi diplomano confrontrate con lo stato socioeconomico delle famiglie di provenienza.
Cordialmente,
Cari,
mi sembra chiaro che l’ attacco alla Scuola pubblica e quindi all’ Universita` Pubblica sia la base della strategia, nel campo della cultura, scelta dalle classi dominanti per gestire lo stato d’eccezione in cui ci troviamo.
Se ripercorriamo la storia degli ultimi 20 anni, non e` affatto strano che le donne e gli uomini di potere del Pd siano interiormente convinti nel favorire tale processo di “normalizzazione”; in fondo un accademico vero non può` che essere una personalità` fortemente indipendente (oggi credo sia un pochino più` facile se hai 70 anni...) e questo NON va bene se si deve reggere la coda dei poteri che possedevano e possiedono la sovranità` sull' Italia.
Francesco Zucconi
Il giorno 14/nov/2013, alle ore 02:30, Carlo Cosmelli carlo.cosmelli@roma1.infn.it ha scritto:
La Carrozza (di cui gli informati hanno ben ricordato come ha fatto carriera in ambito accademico) se fosse stato un Ministro vero averbbe rimesso subito la parola "Pubblica" accanto a Istruzione. Quando è stata fatta ministro. Ed ora, mentre noi giochiamo con le nostre reprimende, lei zitta zitta gioca come i precedenti ministri:
"12.11, Agenzia :Il MIUR ha presentato un emendamento alla legge di stabilità, per permettere che anche per il 2014 le risorse trasferite alle Regioni in materia di contributi per le scuole paritarie vengano svincolate dal Patto di stabilità interno."
Cioè per evitare il taglio di 260 milioni su 560 alle scuole paritarie previsto dalla legge. Come vedete quando c'è l'interesse i soldi si trovano, e 260 milioni di euro non sono pure pochi, e la Carrozza li sta trovando.
Poveri untorelli che siamo. cc
.............................. Ciò che mi spaventa non è la violenza dei potenti, ma il silenzio degli onesti. Martin Luther King .............................. Prof. Carlo Cosmelli Dipartimento di Fisica Sapienza, Università di Roma P. A. Moro 5 00185 Roma, Italy tel. (+39) 06-4991-4216 fax. (+39) 06-4957- 697 http://www.roma1.infn.it/exp/webmqc/cosmelli.html _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Con tutto il rispetto mi trovo in difficoltà a pensare che il problema sia pubblico o privato e da genitore che ha scelto sempre il pubblico e ne vive i limiti mi chiedo se siano queste le emergenze di cui discutere piuttosto che la sterilità autoreferenziale di tante, troppe persone nella scuola pubblica o privata che sia. Il problema è un modello organizzativo medievale (anche e a volte pure peggio nel privato). Mi chiedo anche se corrisponda agli ideali della difesa del sapere, difendere una scuola che il 23 agosto si ritrova con 5 addetti alla guardiania per una porta che ti guardano come uno scocciatore se pretendi di entrare o sindacati che si inalberano se si obbliga ad andare in ferie la settimana centrale di agosto in università (come mai le persone vogliono lavorare proprio allora?). Mi chiedo anche se sia la giusta prospettiva quella di Valerio Onida, noto esperto di pedagogia, che per difendere la scuola pubblica pontifica sulla necessità di 5 anni di superiori. Come mai su questa palese idiozia di una figura che dovrebbe essere ancor più di garanzia di un qualsiasi ministro non ho sentito altrettanta veemenza? La Carrozza, io, tutti siamo i prodotti dello stesso sistema, questo non ci rende eguali, ma nemmeno innocenti. E nel dibattito sull'onta subita, forse e dico forse, un po' di auto-critica servirebbe. Ma non sappiamo che per molti qualche anno in più vuole dire contare ancora nei concorsi? Ma mi prendete in giro o ci prendiamo tutti in giro? Certo non per tutti e io ho esempi di ben superiore fibra che purtroppo perderemo sull'onda di questi stereotipi ma in molti casi il problema non è il pensionamento ma il lasciare andare, il cedere ad altri. Questo è il problema perché non è giusto che chi ha 30 o 40 anni oggi debba aspettarne altri 40 per decidere e contare. Personalmente, se potessi me ne andrei a 55 anni per continuare a fare quello che mi piace, sapendo che a differenza di molti di voi non servirà a cambiare il mondo (mi occupo di organizzazione del lavoro, non di scienze della vita). Se parliamo di idiozie, poi, per me è stato ad esempio molto più grave come padre sentire questo ministro dire che la maturità non si poteva usare perché non affidabile, senza nemmeno riflettere sul fatto che allora il problema non era il bonus o meno, ma un esame di stato che è una inutile barzelletta così come tre quarti della struttura della scuola superiore. Io di questo mi indigno, scusate, non del fatto che chi non ha subito blocchi stipendiali, cancellazione degli scatti e tanto altro potrebbe anche andarsene sereno con quella pensione che io entrato in ruolo a 35 anni mi sognerò. E so di essere comunque un privilegiato perché in un settore che era nuovo e in crescita. Un caro saluto Luca Solari
Sent from my iPhone
On 14/nov/2013, at 13:06, Francesco Zucconi francesco.zucconi@uniud.it wrote:
legge. Come vedete quando c'è l'interesse i soldi si trovano, e 260
Premesso che nelle Università c'è sicuramente chi dovrebbe essere allontanato anche prima dell'età pensionabile e che alcuni anziani potrebbero fare un passo indietro, credo che un ministro della Repubblica dovrebbe riflettere bene prima di rilasciare certe interviste.
Quello che mi sorprende di più è che alcuni non comprendano (anche i giovani di questa lista) che nell'intervista la Carrozza abusa della ormai stantia e vuota retorica sui giovani, mistificando la realtà e facendo un uso strumentale e propagandistico della storia dei docenti 70enni. Punto!
Detto questo, penso anche io che ora sarebbe meglio parlare di altro.
Saluti
Con tutto il rispetto mi trovo in difficoltà a pensare che il problema sia pubblico o privato e da genitore che ha scelto sempre il pubblico e ne vive i limiti mi chiedo se siano queste le emergenze di cui discutere piuttosto che la sterilità autoreferenziale di tante, troppe persone nella scuola pubblica o privata che sia. Il problema è un modello organizzativo medievale (anche e a volte pure peggio nel privato). Mi chiedo anche se corrisponda agli ideali della difesa del sapere, difendere una scuola che il 23 agosto si ritrova con 5 addetti alla guardiania per una porta che ti guardano come uno scocciatore se pretendi di entrare o sindacati che si inalberano se si obbliga ad andare in ferie la settimana centrale di agosto in università (come mai le persone vogliono lavorare proprio allora?). Mi chiedo anche se sia la giusta prospettiva quella di Valerio Onida, noto esperto di pedagogia, che per difendere la scuola pubblica pontifica sulla necessità di 5 anni di superiori. Come mai su questa palese idiozia di una figura che dovrebbe essere ancor più di garanzia di un qualsiasi ministro non ho sentito altrettanta veemenza? La Carrozza, io, tutti siamo i prodotti dello stesso sistema, questo non ci rende eguali, ma nemmeno innocenti. E nel dibattito sull'onta subita, forse e dico forse, un po' di auto-critica servirebbe. Ma non sappiamo che per molti qualche anno in più vuole dire contare ancora nei concorsi? Ma mi prendete in giro o ci prendiamo tutti in giro? Certo non per tutti e io ho esempi di ben superiore fibra che purtroppo perderemo sull'onda di questi stereotipi ma in molti casi il problema non è il pensionamento ma il lasciare andare, il cedere ad altri. Questo è il problema perché non è giusto che chi ha 30 o 40 anni oggi debba aspettarne altri 40 per decidere e contare. Personalmente, se potessi me ne andrei a 55 anni per continuare a fare quello che mi piace, sapendo che a differenza di molti di voi non servirà a cambiare il mondo (mi occupo di organizzazione del lavoro, non di scienze della vita). Se parliamo di idiozie, poi, per me è stato ad esempio molto più grave come padre sentire questo ministro dire che la maturità non si poteva usare perché non affidabile, senza nemmeno riflettere sul fatto che allora il problema non era il bonus o meno, ma un esame di stato che è una inutile barzelletta così come tre quarti della struttura della scuola superiore. Io di questo mi indigno, scusate, non del fatto che chi non ha subito blocchi stipendiali, cancellazione degli scatti e tanto altro potrebbe anche andarsene sereno con quella pensione che io entrato in ruolo a 35 anni mi sognerò. E so di essere comunque un privilegiato perché in un settore che era nuovo e in crescita. Un caro saluto Luca Solari
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On 14/nov/2013, at 13:06, Francesco Zucconi francesco.zucconi@uniud.it wrote:
legge. Come vedete quando c'è l'interesse i soldi si trovano, e 260
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Mi piacerebbe molto che fosse possibile (matematicamente) trovare l'intersezione tra le molte idee che sono freneticamente girate in questa lista in questi giorni. Io sono convinta che non è un insieme vuoto, tutt'altro. Sono convinta che "quasi" tutti siamo daccordo su "quasi" tutto. Purtroppo la matematica (strumento così democratico) qui non la sappiamo applicare.
Istintivamente abbiamo tutti la tendenza a cercare sempre cosa ci divide. Questo è un vero spreco.
Cosa si potrebbe fare per unire sinergicamente la nostra evidente rabbia nei confronti di quello che stanno facendo all'istruzione pubblica? Non lo so. Eppure sono passate su questa lista analisi interessanti che si potrebbero riprendere, elaborare. Con calma.
Nel corso degli anni mi è capitato spesso di fare appello all'unità, alla sinergia, ma non ho avuto successo. Mai, direi. Forse dovrei rinunciarci, ma non ci riesco.
Nel mio (scarsissimamente visitato, anche da me!) blog (l'ho aperto quando volevo rispondere a Grillo) ci sono un paio di pezzi che manifestano questo desiderio. Il blog è significativamente intitolato "E se cominciassimo a parlare..." (non "ri-cominciassimo", si badi).
Quando è nata Universitas io ne fui entusiasta. Continuo a pensare che se ne potrebbe fare qualcosa di più. Intendo, che si potrebbe utilizzare questa rete per costruire una sorta di "resistenza" delle idee.
Se non mi prendete troppo sul serio vi faccio una proposta: scriviamo uno statuto, meglio, un codice di comportamento.
Per esempio:
articolo 1: è fatto obbligo a chi scrivere di chiaramente distinguere le "opinioni" dai "fatti". articolo 2: i fatti, ove richiesto, devono essere supportati articolo 3: le opinioni devono essere "fondate" (vedi mio blog: http://essemor.blogspot.it/).
ecc. ecc.
Quindi stabiliamo gli scopi dell'associazione...e portiamoli avanti!
Un po' troppo vago, lo so, ma in ogni caso: che ne pensate?
Silvia
Prof. Silvia Morante
Member of the C6 Commission of IUPAP
Representativefor the connectivity with IUPAB
Department of Physics University of Rome "Tor Vergata"
Via della Ricerca Scientifica, 1 00133 Roma - Italy
Tel. +390672594554
Fax. +39062023507
http://biophys.roma2.infn.it/index.php/group-members/50-morante-web-page
*/"Ceux qui peuvent vous faire croire des absurdités peuvent vous faire commettre des atrocités."/*/François-Marie Arouet -- Voltaire/
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Il 11/14/13 3:12 PM, Patrizio Dimitri ha scritto:
Premesso che nelle Università c'è sicuramente chi dovrebbe essere allontanato anche prima dell'età pensionabile e che alcuni anziani potrebbero fare un passo indietro, credo che un ministro della Repubblica dovrebbe riflettere bene prima di rilasciare certe interviste.
Quello che mi sorprende di più è che alcuni non comprendano (anche i giovani di questa lista) che nell'intervista la Carrozza abusa della ormai stantia e vuota retorica sui giovani, mistificando la realtà e facendo un uso strumentale e propagandistico della storia dei docenti 70enni. Punto!
Detto questo, penso anche io che ora sarebbe meglio parlare di altro.
Saluti
Con tutto il rispetto mi trovo in difficoltà a pensare che il problema sia pubblico o privato e da genitore che ha scelto sempre il pubblico e ne vive i limiti mi chiedo se siano queste le emergenze di cui discutere piuttosto che la sterilità autoreferenziale di tante, troppe persone nella scuola pubblica o privata che sia. Il problema è un modello organizzativo medievale (anche e a volte pure peggio nel privato). Mi chiedo anche se corrisponda agli ideali della difesa del sapere, difendere una scuola che il 23 agosto si ritrova con 5 addetti alla guardiania per una porta che ti guardano come uno scocciatore se pretendi di entrare o sindacati che si inalberano se si obbliga ad andare in ferie la settimana centrale di agosto in università (come mai le persone vogliono lavorare proprio allora?). Mi chiedo anche se sia la giusta prospettiva quella di Valerio Onida, noto esperto di pedagogia, che per difendere la scuola pubblica pontifica sulla necessità di 5 anni di superiori. Come mai su questa palese idiozia di una figura che dovrebbe essere ancor più di garanzia di un qualsiasi ministro non ho sentito altrettanta veemenza? La Carrozza, io, tutti siamo i prodotti dello stesso sistema, questo non ci rende eguali, ma nemmeno innocenti. E nel dibattito sull'onta subita, forse e dico forse, un po' di auto-critica servirebbe. Ma non sappiamo che per molti qualche anno in più vuole dire contare ancora nei concorsi? Ma mi prendete in giro o ci prendiamo tutti in giro? Certo non per tutti e io ho esempi di ben superiore fibra che purtroppo perderemo sull'onda di questi stereotipi ma in molti casi il problema non è il pensionamento ma il lasciare andare, il cedere ad altri. Questo è il problema perché non è giusto che chi ha 30 o 40 anni oggi debba aspettarne altri 40 per decidere e contare. Personalmente, se potessi me ne andrei a 55 anni per continuare a fare quello che mi piace, sapendo che a differenza di molti di voi non servirà a cambiare il mondo (mi occupo di organizzazione del lavoro, non di scienze della vita). Se parliamo di idiozie, poi, per me è stato ad esempio molto più grave come padre sentire questo ministro dire che la maturità non si poteva usare perché non affidabile, senza nemmeno riflettere sul fatto che allora il problema non era il bonus o meno, ma un esame di stato che è una inutile barzelletta così come tre quarti della struttura della scuola superiore. Io di questo mi indigno, scusate, non del fatto che chi non ha subito blocchi stipendiali, cancellazione degli scatti e tanto altro potrebbe anche andarsene sereno con quella pensione che io entrato in ruolo a 35 anni mi sognerò. E so di essere comunque un privilegiato perché in un settore che era nuovo e in crescita. Un caro saluto Luca Solari
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On 14/nov/2013, at 13:06, Francesco Zucconi francesco.zucconi@uniud.it wrote:
legge. Come vedete quando c'è l'interesse i soldi si trovano, e 260
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