Premetto che secondo me l'esercizio di cui stiamo discutendo mi sembra utilissimo. I parametrici bibliometrici hanno grande importanza nella valutazione, sopratutto sui grandi numeri, dipartimenti, settori etc. L'importante e' che non ci si appiattisca su di essi, tipo proporre che a vincere i concorsi sia il candidato con il piu' alto fattore H, o Q (che e' comunque migliore) o qualunque altra lettera dell'alfabeto o combinazione di parametri. Quindi ben vengano gli indicatori, che se se usati bene sono utili.
La raccolta dei dati pone sempre un problema. Per quanto riguardo gli "strutturati" italiani questo tuttavia ha una semplice risoluzione. Noi tutti abbiamo un "sito docente" su cui dobbiamo inserire i nostri lavori, riconoscendo la rivista ISI. Basterebbe rendere pubbliche queste liste e tutti potremmo avere i dati a disposizione, facilemente aggregati per settore, dipartimento etc.
E non mi si venga a parlare di riservatezza! I docenti universitari sono dei pubblici impiegati. I contribuenti sono i nostri datori di lavoro ed hanno il pieno diritto di sapere come vengono spesi i loro soldi. Grosso modo i docenti universitari devono fare tre cose: insegnare, amministrare e fare ricerca. I primi due sono facilmentie verificabili dal carico didattico e dalle evenutali cariche amministrative. E' bene che anche la ricerca che svolgiamo (o non svolgiamo) sia verificabile da tutti.
Saluti, Fedele Lizzi
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