Mentre ci stiamo lambiccando il cervello per trovare dei criteri più equi possibili per dare trasparenza ai concorsi, in modo da minimizzare le baronie, il senato accademico dell'ateneo di Firenze decide, per far cassa, di mandare a casa 55 ricercatori sotto i 65 anni che hanno maturato 40 anni di contributi. Uno di essi sarebbe andato in pensione al compimento dei 65 (e non 67 anni!) nel 2014!
Infuriatissima,
Lucia
Questa è solo una delle tante decisioni che ha fatto il nostro senato in questi ultimi mesi per "fare cassa" (i.e. diventare "virtuoso" e potere sperare di non oltrepassare più il massimo dei 90% assurdo imposto dalla 133). Da noi sono i lettori di scambio che dovrebbero saltare tutti con la sparizione di ben 5 lingue e un'offerta formativa che non avrà più senso con per esempio lo studio delle lingue e letterature nordiche con soltanto svedese come lingua (il danese e norvegese sparirebbero, senza che sia stata valutata la quantità di studenti che rimarranno in mezzo agli studi senza potere proseguire con le materie principali dei loro studi, anche perché Firenze è l'unica in Toscana dove si possono studiare queste lingue...) e certo tanti ricercatori (con 40 anni ma anche senza 40 anni ma arrivati a 65 e che non potranno avere i 2 anni supplementari anche se la loro materia si spegne perché vanno in pensione e che non è previsto nessuno al posto loro e che non si potrà prevedere prima di tanto tanto tempo). Mi sa che la virtuosità gestionale del nostro ateneo si fa al danno della virtuosità didattica e di ricerca e nel senso della distruzione di decenni di lavoro di colleghi (penso a relazioni diplomatiche aperte da più di 50 anni che si chiudono con la chiusura dei contratti con i lettori di scambio, o da singoli docenti come un nostro collega di portoghese che pensavano di avere tempo per passare la mano prima di andare in pensione e verranno tutto quanto sparire con loro, penso a materie come etruscologia che non esisterà più in una città come Firenze e a tante altre cavolate dovute al fatto che il nostro lavoro viene valutato soltanto con calcolatrici). Condivido la tua furia, Lucia. Annick
----- Message de l.magnelli@unifi.it --------- Date : Sat, 17 Jan 2009 14:16:21 +0100 De : l.magnelli@unifi.it Répondre à : "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Objet : [Universitas_in_trasformazione] Ricercatori Firenze À : Forum Università e Ricerca universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
Mentre ci stiamo lambiccando il cervello per trovare dei criteri più equi possibili per dare trasparenza ai concorsi, in modo da minimizzare le baronie, il senato accademico dell'ateneo di Firenze decide, per far cassa, di mandare a casa 55 ricercatori sotto i 65 anni che hanno maturato 40 anni di contributi. Uno di essi sarebbe andato in pensione al compimento dei 65 (e non 67 anni!) nel 2014!
Infuriatissima,
Lucia
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----- Fin du message de l.magnelli@unifi.it -----
Sono perfettamente d'accordo con Lucia e Annck. E' un'infamia.
A Genova lo stesso.
Mauro Beltrametti
On 17/gen/09, at 15:15, annick.farina@unifi.it wrote:
Questa è solo una delle tante decisioni che ha fatto il nostro senato in questi ultimi mesi per "fare cassa" (i.e. diventare "virtuoso" e potere sperare di non oltrepassare più il massimo dei 90% assurdo imposto dalla 133). Da noi sono i lettori di scambio che dovrebbero saltare tutti con la sparizione di ben 5 lingue e un'offerta formativa che non avrà più senso con per esempio lo studio delle lingue e letterature nordiche con soltanto svedese come lingua (il danese e norvegese sparirebbero, senza che sia stata valutata la quantità di studenti che rimarranno in mezzo agli studi senza potere proseguire con le materie principali dei loro studi, anche perché Firenze è l'unica in Toscana dove si possono studiare queste lingue...) e certo tanti ricercatori (con 40 anni ma anche senza 40 anni ma arrivati a 65 e che non potranno avere i 2 anni supplementari anche se la loro materia si spegne perché vanno in pensione e che non è previsto nessuno al posto loro e che non si potrà prevedere prima di tanto tanto tempo). Mi sa che la virtuosità gestionale del nostro ateneo si fa al danno della virtuosità didattica e di ricerca e nel senso della distruzione di decenni di lavoro di colleghi (penso a relazioni diplomatiche aperte da più di 50 anni che si chiudono con la chiusura dei contratti con i lettori di scambio, o da singoli docenti come un nostro collega di portoghese che pensavano di avere tempo per passare la mano prima di andare in pensione e verranno tutto quanto sparire con loro, penso a materie come etruscologia che non esisterà più in una città come Firenze e a tante altre cavolate dovute al fatto che il nostro lavoro viene valutato soltanto con calcolatrici). Condivido la tua furia, Lucia. Annick
----- Message de l.magnelli@unifi.it --------- Date : Sat, 17 Jan 2009 14:16:21 +0100 De : l.magnelli@unifi.it Répondre à : "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Objet : [Universitas_in_trasformazione] Ricercatori Firenze À : Forum Università e Ricerca universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
Mentre ci stiamo lambiccando il cervello per trovare dei criteri più equi possibili per dare trasparenza ai concorsi, in modo da minimizzare le baronie, il senato accademico dell'ateneo di Firenze decide, per far cassa, di mandare a casa 55 ricercatori sotto i 65 anni che hanno maturato 40 anni di contributi. Uno di essi sarebbe andato in pensione al compimento dei 65 (e non 67 anni!) nel 2014!
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Prof. Mauro Beltrametti Dipartimento di Matematica Universita' di Genova Via Dodecaneso, 35 16146 Genova Italy beltrametti@dima.unige.it
Sono perfettamente d'accordo con Lucia e Annck. E' un'infamia.
A Genova lo stesso.
Carlo Carminati aveva proposto qualcosa in proposito. A me piaceva molto, mi permetto di riesumarlo:
"Perche' allora non chiedere che si dia la possibilita' agli atenei di entrare nel merito, e prepensionare ricercatori e docenti che da anni non hanno piu' attivita' scientifica?"
Certo, pero', ci faremmo qualche nemico... Ciao, E.
Questo vuol dire immagino ritenere che il meccanismo di "tenure" non sia essenziale per il buon andamento di una comunita' accamedica.
Il punto e' in discussione da tanto tempo negli USA, dove, nonostante la forte competizione, la "tenure" esiste ed e' onorata (tranne potenzialmente che in casi estremi di chiusura di un intero dipartimento): io sono fortemente con il punto di vista che dice che in realta' la "tenure" e' molto importante, e sostanzialmente imprescindibile per avere un ambiente di ricerca sano e libero. Ma puo' essere un punto interessante da discutere.
Enzo Marinari
2009/1/18 Enrico Valdinoci enrico@math.utexas.edu:
"Perche' allora non chiedere che si dia la possibilita' agli atenei di entrare nel merito, e prepensionare ricercatori e docenti che da anni non hanno piu' attivita' scientifica?"
Certo, pero', ci faremmo qualche nemico...
credo che il procedimento di tenure all'anglosassone sia un elemento essenziale per il buon funzionamento della ricerca secondo me arrivati ad un certo livello (post-doc, quindi idealmente intorno ai 35 anni, in Italia purtroppo in media molti di più) ad un ricercatore deve essere offerta una ragionevole garanzia che, se rispetta certi impegni di qualità didattica e scientifica, avrà la sicurezza del posto di lavoro ed una ragionevole progressione di carriera ciò non esclude in linea di principio che, se uno manca gravemente a questi impegni, tale sicurezza venga rimessa in discussione (con tutte le misure garantiste che il mio passato di militanza sindacale mi suggerisce) Piero Lattanzi -------------------------------------------------- From: "Enzo Marinari" enzo.marinari@uniroma1.it Sent: Sunday, January 18, 2009 10:22 AM To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] Ricercatori Firenze
Questo vuol dire immagino ritenere che il meccanismo di "tenure" non sia essenziale per il buon andamento di una comunita' accamedica.
Il punto e' in discussione da tanto tempo negli USA, dove, nonostante la forte competizione, la "tenure" esiste ed e' onorata (tranne potenzialmente che in casi estremi di chiusura di un intero dipartimento): io sono fortemente con il punto di vista che dice che in realta' la "tenure" e' molto importante, e sostanzialmente imprescindibile per avere un ambiente di ricerca sano e libero. Ma puo' essere un punto interessante da discutere.
Enzo Marinari
2009/1/18 Enrico Valdinoci enrico@math.utexas.edu:
"Perche' allora non chiedere che si dia la possibilita' agli atenei di entrare nel merito, e prepensionare ricercatori e docenti che da anni non hanno piu' attivita' scientifica?"
Certo, pero', ci faremmo qualche nemico...
-- Enzo Marinari - Dipartimento di Fisica, Universita' di Roma "La Sapienza", P. A. Moro 2, 00185 Roma (Italy). Tel.: +39-0649914363 Fax: +39-0697257050 E-mail: Enzo.Marinari@uniroma1.it WWW: http://chimera.roma1.infn.it/ENZO _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Caro Enzo, che c'entra? Viva la tenure. Il problema erano i prepensionamenti e il criterio che seguono (per ora, gerarchico, ovvero fuori i ricercatori - non sarebbe meglio fosse scientifico?) Ciao, E.
On Sun, 18 Jan 2009, Enzo Marinari wrote:
Questo vuol dire immagino ritenere che il meccanismo di "tenure" non sia essenziale per il buon andamento di una comunita' accamedica.
Il punto e' in discussione da tanto tempo negli USA, dove, nonostante la forte competizione, la "tenure" esiste ed e' onorata (tranne potenzialmente che in casi estremi di chiusura di un intero dipartimento): io sono fortemente con il punto di vista che dice che in realta' la "tenure" e' molto importante, e sostanzialmente imprescindibile per avere un ambiente di ricerca sano e libero. Ma puo' essere un punto interessante da discutere.
Enzo Marinari
2009/1/18 Enrico Valdinoci enrico@math.utexas.edu:
"Perche' allora non chiedere che si dia la possibilita' agli atenei di entrare nel merito, e prepensionare ricercatori e docenti che da anni non hanno piu' attivita' scientifica?"
Certo, pero', ci faremmo qualche nemico...
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Caro Enrico,
forse interpreto male, ma io interpreto che se tu mandi via una persona di 60 anni, che era stata assunta con un previsto pensionamento a 65 anni, la stai allontanando dal posto di lavoro, e quindi le stai togliendo la tenure. Il modo in cui lo si sta facendo adesso e' del tutto inconsulto (addirittura punendo in modo drammatico chi ha tolto tanti soldi alla famiglia per riscattare anche otto anni di contributi): farlo valutando il merito scientifico e' ovviamente molto piu' ragionevole ma mi sembra comunque una evidente rottura del rapporto di tenure.
Questa era la mia lettura.
Bada che questo non vuol certo dire che ogni professore assunto puo' fare quello che vuole: un contratto di tenure implica comunque che tu sia un professore efficiente, e tenga in modo adeguato la quantita' di corsi decisa nel tuo contratto di assunzione.
Ciao.
Enzo
2009/1/18 Enrico Valdinoci enrico@math.utexas.edu:
Caro Enzo, che c'entra? Viva la tenure. Il problema erano i prepensionamenti e il criterio che seguono (per ora, gerarchico, ovvero fuori i ricercatori - non sarebbe meglio fosse scientifico?) Ciao, E.
On Sun, 18 Jan 2009, Enzo Marinari wrote:
Questo vuol dire immagino ritenere che il meccanismo di "tenure" non sia essenziale per il buon andamento di una comunita' accamedica.
Il punto e' in discussione da tanto tempo negli USA, dove, nonostante la forte competizione, la "tenure" esiste ed e' onorata (tranne potenzialmente che in casi estremi di chiusura di un intero dipartimento): io sono fortemente con il punto di vista che dice che in realta' la "tenure" e' molto importante, e sostanzialmente imprescindibile per avere un ambiente di ricerca sano e libero. Ma puo' essere un punto interessante da discutere.
Enzo Marinari
2009/1/18 Enrico Valdinoci enrico@math.utexas.edu:
"Perche' allora non chiedere che si dia la possibilita' agli atenei di entrare nel merito, e prepensionare ricercatori e docenti che da anni non hanno piu' attivita' scientifica?"
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Mala tempora currunt se ne nelle decisioni del senato di Firenze non c'è stata nessuna considerazione dell' valore scientifico di questi ricercatori. O forse c'era, ma era implicito ? In tale caso la decenza vorrebbe che ci fosse una valutazione esplicita, per quanto severa, prima di prendere una decisione del genere. Una università che valuta cose cosi' importanti come il prepensionamento sulla base di un unico parametro d'età non merita il nome e il prestigio che dovrebbe essere associato al concetto di università.
RB
On [DATE], "[NAME]" <[ADDRESS]> wrote:
Caro Enrico,
forse interpreto male, ma io interpreto che se tu mandi via una persona di 60 anni, che era stata assunta con un previsto pensionamento a 65 anni, la stai allontanando dal posto di lavoro, e quindi le stai togliendo la tenure. Il modo in cui lo si sta facendo adesso e' del tutto inconsulto (addirittura punendo in modo drammatico chi ha tolto tanti soldi alla famiglia per riscattare anche otto anni di contributi): farlo valutando il merito scientifico e' ovviamente molto piu' ragionevole ma mi sembra comunque una evidente rottura del rapporto di tenure.
Questa era la mia lettura.
Bada che questo non vuol certo dire che ogni professore assunto puo' fare quello che vuole: un contratto di tenure implica comunque che tu sia un professore efficiente, e tenga in modo adeguato la quantita' di corsi decisa nel tuo contratto di assunzione.
Ciao.
Enzo
2009/1/18 Enrico Valdinoci enrico@math.utexas.edu:
Caro Enzo, che c'entra? Viva la tenure. Il problema erano i prepensionamenti e il criterio che seguono (per ora, gerarchico, ovvero fuori i ricercatori - non sarebbe meglio fosse scientifico?) Ciao, E.
On Sun, 18 Jan 2009, Enzo Marinari wrote:
Questo vuol dire immagino ritenere che il meccanismo di "tenure" non sia essenziale per il buon andamento di una comunita' accamedica.
Il punto e' in discussione da tanto tempo negli USA, dove, nonostante la forte competizione, la "tenure" esiste ed e' onorata (tranne potenzialmente che in casi estremi di chiusura di un intero dipartimento): io sono fortemente con il punto di vista che dice che in realta' la "tenure" e' molto importante, e sostanzialmente imprescindibile per avere un ambiente di ricerca sano e libero. Ma puo' essere un punto interessante da discutere.
Enzo Marinari
2009/1/18 Enrico Valdinoci enrico@math.utexas.edu:
"Perche' allora non chiedere che si dia la possibilita' agli atenei di entrare nel merito, e prepensionare ricercatori e docenti che da anni non hanno piu' attivita' scientifica?"
Certo, pero', ci faremmo qualche nemico...
-- Enzo Marinari - Dipartimento di Fisica, Universita' di Roma "La Sapienza", P. A. Moro 2, 00185 Roma (Italy). Tel.: +39-0649914363 Fax: +39-0697257050 E-mail: Enzo.Marinari@uniroma1.it WWW: http://chimera.roma1.infn.it/ENZO _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Credo che l'aspetto più assurdo di questa faccenda sia il fatto che con questi provvedimenti vengano mandati a casa, primi fra tutti, quei ricercatori che, con un sacrificio economico, hanno riscattato gli anni di laurea e di precariato. Come si dice a Napoli, "cornuti e mazziati". Guido Rossi
----- Original Message ----- From: annick.farina@unifi.it To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it; l.magnelli@unifi.it Cc: "Forum Università e Ricerca" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Saturday, January 17, 2009 3:15 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] Ricercatori Firenze
Questa è solo una delle tante decisioni che ha fatto il nostro senato in questi ultimi mesi per "fare cassa" (i.e. diventare "virtuoso" e potere sperare di non oltrepassare più il massimo dei 90% assurdo imposto dalla 133). Da noi sono i lettori di scambio che dovrebbero saltare tutti con la sparizione di ben 5 lingue e un'offerta formativa che non avrà più senso con per esempio lo studio delle lingue e letterature nordiche con soltanto svedese come lingua (il danese e norvegese sparirebbero, senza che sia stata valutata la quantità di studenti che rimarranno in mezzo agli studi senza potere proseguire con le materie principali dei loro studi, anche perché Firenze è l'unica in Toscana dove si possono studiare queste lingue...) e certo tanti ricercatori (con 40 anni ma anche senza 40 anni ma arrivati a 65 e che non potranno avere i 2 anni supplementari anche se la loro materia si spegne perché vanno in pensione e che non è previsto nessuno al posto loro e che non si potrà prevedere prima di tanto tanto tempo). Mi sa che la virtuosità gestionale del nostro ateneo si fa al danno della virtuosità didattica e di ricerca e nel senso della distruzione di decenni di lavoro di colleghi (penso a relazioni diplomatiche aperte da più di 50 anni che si chiudono con la chiusura dei contratti con i lettori di scambio, o da singoli docenti come un nostro collega di portoghese che pensavano di avere tempo per passare la mano prima di andare in pensione e verranno tutto quanto sparire con loro, penso a materie come etruscologia che non esisterà più in una città come Firenze e a tante altre cavolate dovute al fatto che il nostro lavoro viene valutato soltanto con calcolatrici). Condivido la tua furia, Lucia. Annick
----- Message de l.magnelli@unifi.it --------- Date : Sat, 17 Jan 2009 14:16:21 +0100 De : l.magnelli@unifi.it Répondre à : "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Objet : [Universitas_in_trasformazione] Ricercatori Firenze À : Forum Università e Ricerca universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
Mentre ci stiamo lambiccando il cervello per trovare dei criteri più equi possibili per dare trasparenza ai concorsi, in modo da minimizzare le baronie, il senato accademico dell'ateneo di Firenze decide, per far cassa, di mandare a casa 55 ricercatori sotto i 65 anni che hanno maturato 40 anni di contributi. Uno di essi sarebbe andato in pensione al compimento dei 65 (e non 67 anni!) nel 2014!
Infuriatissima,
Lucia
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La stessa cosa ha proposto il consiglio di amministrazione dell'Universita` di Pisa. Non ho parole Francesca Acquistapace
On Sat, 17 Jan 2009, l.magnelli@unifi.it wrote:
Mentre ci stiamo lambiccando il cervello per trovare dei criteri più equi possibili per dare trasparenza ai concorsi, in modo da minimizzare le baronie, il senato accademico dell'ateneo di Firenze decide, per far cassa, di mandare a casa 55 ricercatori sotto i 65 anni che hanno maturato 40 anni di contributi. Uno di essi sarebbe andato in pensione al compimento dei 65 (e non 67 anni!) nel 2014!
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Francesca,
Bisogna averle le parole. Se necessario urlarle. Solo grazie a qualche reazione
decisa (e grazie anche al Forum che ha in qualche modo moralmente sostenuto qualcuno) oggi a Genova ci sara' una
riunione del Senato dove queste ``parole'' saranno sostenute con forza, e non dovrebbe essere tutto cosi' scontato come (pensavo/ temevo) fosse.
I vertici dell'Ateneo sembra pensino (anche) a soluzioni che possano evitare situazioni (troppo) paradossali.
Ciao,
MAURO
On 19/gen/09, at 11:57, Francesca Acquistapace wrote:
La stessa cosa ha proposto il consiglio di amministrazione dell'Universita` di Pisa. Non ho parole Francesca Acquistapace
On Sat, 17 Jan 2009, l.magnelli@unifi.it wrote:
Mentre ci stiamo lambiccando il cervello per trovare dei criteri più equi possibili per dare trasparenza ai concorsi, in modo da minimizzare le baronie, il senato accademico dell'ateneo di Firenze decide, per far cassa, di mandare a casa 55 ricercatori sotto i 65 anni che hanno maturato 40 anni di contributi. Uno di essi sarebbe andato in pensione al compimento dei 65 (e non 67 anni!) nel 2014!
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Prof. Mauro Beltrametti Dipartimento di Matematica Universita' di Genova Via Dodecaneso, 35 16146 Genova Italy beltrametti@dima.unige.it
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