Caro Claudio, Credo che è meglio lasciare a quei poveri bambini di 5 anni il tempo di essere pronti per stare ore seduti in una classe di scuola elementare per tante ore al giorno. Magari se in Italia ci fosse un programma di studio per la materna sarebbe bello piuttosto che assimilare la scuola materna a un posto dove i bambini giocano e basta. In Francia l'ultimo anno di scuola materna fa parte, di fatto, del primo ciclo di elementare, ma un bambino di quell'età non è -generalmente- in grado di seguire una vera classe di elementare sopratutto per chi non ha "l'aiuto in famiglia" e l'abitudine di vivere con i libri. Invece da noi(in Francia) il liceo dura un anno di meno e si arriva quindi all'Università a 18 anni... Forse si potrebbe pensare a questo... (costerebbe meno infatti...) Annick
Caro Claudio, penso che se il nostro sistema scolastico fosse in pari con le attese legalmente previste, ma di rado rispettate, allora il tuo discorso potrebbe essere più che interessante per persone che studiano la formazione dei bambini in generale ed i loro processi di apprendimento in particolare.
Tuttavia sino a quando non saremmo riusciti (almeno !) a
- portare in sicurezza gli edifici scolastici (di ogni ordine e grado) - risolvere il problema dell'abbandono scolastico - ripianare la voragine di accesso (e progressione) all' istruzione tra classi sociali
direi che il problema di anticipare o meno l'inizio delle elementari è un tantino secondario :)
Buona serata a tutti, LuCa
Si potrebbe sentire cosa ne pensa Tullio de Mauro. Comunque, credo che quasi tutti siano concordi nel ritenere che del nostro sistema scolastico le elementari sono il gioiello non vedo quindi perché doverle modificare. Tutto quello che abbiamo toccato negli ultimi anni lo abbiamo peggiorato!!!
Saluti Peppe
Caro Claudio, penso che se il nostro sistema scolastico fosse in pari con le attese legalmente previste, ma di rado rispettate, allora il tuo discorso potrebbe essere più che interessante per persone che studiano la formazione dei bambini in generale ed i loro processi di apprendimento in particolare.
Tuttavia sino a quando non saremmo riusciti (almeno !) a
- portare in sicurezza gli edifici scolastici (di ogni ordine e grado)
- risolvere il problema dell'abbandono scolastico
- ripianare la voragine di accesso (e progressione) all' istruzione tra
classi sociali
direi che il problema di anticipare o meno l'inizio delle elementari è un tantino secondario :)
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-- Luca Di Persio - PhD contract professor of Mathematical Finance and Probability Dept. Math University of Trento V. Sommarive, 14 - 38123 Povo - Italy Tel : +39 0461 281686 Fax : +39 0461 281624 _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Incollo un pezzo (che io trovo tristissimo) di di Lorella Zanardohttp://www.ilfattoquotidiano.it/blog/LZanardo/ | 15 http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/15/ giugno 2012http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/ . non è bello quel che stiamo facendo alla scuola. *****************
*Bocciati alle elementari*. Bocciati alle scuole medie inferiori. *Bambini* con disagi, moltissimi extracomunitari. Ma anche molti e molte bambine italiane. La 12enne a cui è morta la mamma di cancro e di conseguenza ha fatto molte assenza? Bocciata. Il bambino problematico? *Non c’è più il sostegno,bocciato*. Aida lavora come cameriera in centro città, vive sola con la figlia di 11 anni che frequenta una scuola in zona. Abitano lontanissimo, la ragazzina è intelligente ha solo bisogno di un po’ di comprensione: bocciata.
E’ emergenza. “Noi badiamo al profitto, ai voti. Questa è una scuola esigente, sforniamo ragazzi con alte performance. Chi non ce la fa deve cercare altrove”. *Dov’è l’altrove?*
Quasi 2milioni e mezzo i NEET, acronimo di Not In Employment Education or Training. Cioè ragazzi tra i 15 e i 24 anni che non studiano e non lavorano. Non fanno niente. *Non mi dite che è colpa loro*. Non lo accetto. E’ lo stesso atteggiamento degli adulti ipocriti seduti davanti alla tv che ascoltando le solite trite interviste alle ragazzine esclamano: “Che vergogna, tutte vogliono fare le veline!” No, la vergogna è nostra che abbiamo permesso una tv che ha proposto solo la soubrette come modello da seguire.
E dunque una scuola deve accogliere, far crescere e accudire oltre che educare, almeno fino ai 15 anni. La valutazione sulle performance non la fanno più nemmeno le aziende, che hanno capito che ci vuole anche altro. Diciamo invece che* la scuola è stata fatta a pezzi*, che i tagli stanno dando i risultati che vediamo. E anche considerando il problema solo da un punti di vista di costi, uno Stato farà pure un bilancio complessivo: i soldi per così dire risparmiati sbattendo fuori dal percorso scolastico migliaia di ragazzini, non dovremo poi invece spenderli per sostenere i costi sociali dei NEET? E dunque conviene occuparsi dei ragazzi e delle ragazze *prima che sia tardi*. Questa è politica. Una scuola elitaria, siamo tornati a questo. Perché è chiaro che andrà avanti chi è bravo certo, ma in particolar modo chi è seguito da famiglie o insegnanti per lo studio assistito.
“Lavoro io al pomeriggio, non ho tempo!” rispondeva la madre adirata alla professoressa che le chiedeva di seguire i figli nello studio. L’Italia, il Paese dove tutti vanno a ripetizione, succede solo qui. A chi viene voglia o si può permettere di fare figli? Niente lavoro per le giovani ma se anche lo trovano poi dell’educazione se ne dovranno fare carico le famiglie. Mente lavorano, curano i vecchi, puliscono eccetera eccetera. Siamo poi certe che il mondo che verrà abbia bisogno di individui performanti? O di persone anche*con altre qualità*? Non sono una buonista, tutt’altro, ma ritengo che si possa chiedere molto a degli studenti/esse quando li si è prima aiutati a crescere nel modo migliore. Con amore oltre che con competenza. In modo maieutico: creando per loro un ambiente dove possano capire chi sono e dunque compredere cosa vorranno essere. Mi vengono i brividi quando mi dicono che una classe è composta solo da bambini bravissimi: cosa ne verrà fuori?
Cosa ci sarà nel cuore di quei bambini di prima elementare bocciati? A 6 anni è anche difficile comprendere cosa mai avrai fatto perché la mamma sia così triste, il papà arrabbiato. Sei al mondo da così poco e già ti presentano il conto? Intanto guardi il tuo pupazzetto, lo abbracci, cerchi le coccole. Ma cosa mai sarà successo? Non ti sembrava di essere stato cattivo. Ti chiedono qualcosa che non comprendi nemmeno. Ti dicono che sei diventato grande ma hai solo 6 anni. Io credo che quando una società non è più in grado di* proteggere gli anziani e i bambini*, significa che un ciclo si è concluso e dobbiamo dare inizio ad altro. Facciamo in fretta. 2012/6/17 saccomandi@mec.dii.unipg.it
Si potrebbe sentire cosa ne pensa Tullio de Mauro. Comunque, credo che quasi tutti siano concordi nel ritenere che del nostro sistema scolastico le elementari sono il gioiello non vedo quindi perché doverle modificare. Tutto quello che abbiamo toccato negli ultimi anni lo abbiamo peggiorato!!!
Saluti Peppe
Caro Claudio, penso che se il nostro sistema scolastico fosse in pari con le attese legalmente previste, ma di rado rispettate, allora il tuo discorso potrebbe essere più che interessante per persone che studiano la formazione dei bambini in generale ed i loro processi di apprendimento in particolare.
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-- Ordinario di Meccanica Razionale Facolta' di Ingegneria Universita' degli Studi Perugia skype peppesacco https://sites.google.com/site/peppinosacco/home Researcher ID: F-8690-2010 Profile URL:http://www.researcherid.com/rid/F-8690-2010
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Se non sbaglio veniamo da anni e anni di promozioni di massa a prescindere dai risultati. Non mi sembra un modello valido nemmeno quello. Il punto è se si può responsabilizzare un bambino oppure no. Personalmente io credo di sì. Poi, certo, ci saranno casi particolari come quelli descritti, ma allora cosa si fa: si punta sull'individuare soluzioni ad hoc per casi particolari o si passa tutti per far finta che il caso particolare non ci sia? Faccio anche notare che si può anche promuovere tutti, compresi quelli che non hanno imparato nulla (per vari motivi), ma alla fine il conto lo pagheranno un pò più in là. L'articolo inviato mi sembra molto buonista e, come al solito, abile (?) nell'analisi ma assai poco nell'individuazione delle soluzioni. Last but not the least non è che siamo abbondantemente out of topics? Lo dico anche a me stesso: sono un botanico e pretendo di dire la mia sull'educazione dei bambini nella scuola dell'obbligo, oltre tutto senza avere figli... Strano che non si dica nulla delle recenti circolari sui concorsi per associati e ordinari, che contengono molte cose interessanti per questa lista... Saluti Alessio
On 06/17/2012 10:20 PM, anna painelli wrote:
Incollo un pezzo (che io trovo tristissimo) di di Lorella Zanardohttp://www.ilfattoquotidiano.it/blog/LZanardo/ | 15 http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/15/ giugno 2012http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/ . non è bello quel che stiamo facendo alla scuola.
*Bocciati alle elementari*. Bocciati alle scuole medie inferiori. *Bambini* con disagi, moltissimi extracomunitari. Ma anche molti e molte bambine italiane. La 12enne a cui è morta la mamma di cancro e di conseguenza ha fatto molte assenza? Bocciata. Il bambino problematico? *Non c’è più il sostegno,bocciato*. Aida lavora come cameriera in centro città, vive sola con la figlia di 11 anni che frequenta una scuola in zona. Abitano lontanissimo, la ragazzina è intelligente ha solo bisogno di un po’ di comprensione: bocciata.
E’ emergenza. “Noi badiamo al profitto, ai voti. Questa è una scuola esigente, sforniamo ragazzi con alte performance. Chi non ce la fa deve cercare altrove”. *Dov’è l’altrove?*
Quasi 2milioni e mezzo i NEET, acronimo di Not In Employment Education or Training. Cioè ragazzi tra i 15 e i 24 anni che non studiano e non lavorano. Non fanno niente. *Non mi dite che è colpa loro*. Non lo accetto. E’ lo stesso atteggiamento degli adulti ipocriti seduti davanti alla tv che ascoltando le solite trite interviste alle ragazzine esclamano: “Che vergogna, tutte vogliono fare le veline!” No, la vergogna è nostra che abbiamo permesso una tv che ha proposto solo la soubrette come modello da seguire.
E dunque una scuola deve accogliere, far crescere e accudire oltre che educare, almeno fino ai 15 anni. La valutazione sulle performance non la fanno più nemmeno le aziende, che hanno capito che ci vuole anche altro. Diciamo invece che* la scuola è stata fatta a pezzi*, che i tagli stanno dando i risultati che vediamo. E anche considerando il problema solo da un punti di vista di costi, uno Stato farà pure un bilancio complessivo: i soldi per così dire risparmiati sbattendo fuori dal percorso scolastico migliaia di ragazzini, non dovremo poi invece spenderli per sostenere i costi sociali dei NEET? E dunque conviene occuparsi dei ragazzi e delle ragazze *prima che sia tardi*. Questa è politica. Una scuola elitaria, siamo tornati a questo. Perché è chiaro che andrà avanti chi è bravo certo, ma in particolar modo chi è seguito da famiglie o insegnanti per lo studio assistito.
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Cosa ci sarà nel cuore di quei bambini di prima elementare bocciati? A 6 anni è anche difficile comprendere cosa mai avrai fatto perché la mamma sia così triste, il papà arrabbiato. Sei al mondo da così poco e già ti presentano il conto? Intanto guardi il tuo pupazzetto, lo abbracci, cerchi le coccole. Ma cosa mai sarà successo? Non ti sembrava di essere stato cattivo. Ti chiedono qualcosa che non comprendi nemmeno. Ti dicono che sei diventato grande ma hai solo 6 anni. Io credo che quando una società non è più in grado di* proteggere gli anziani e i bambini*, significa che un ciclo si è concluso e dobbiamo dare inizio ad altro. Facciamo in fretta. 2012/6/17 saccomandi@mec.dii.unipg.it
Si potrebbe sentire cosa ne pensa Tullio de Mauro. Comunque, credo che quasi tutti siano concordi nel ritenere che del nostro sistema scolastico le elementari sono il gioiello non vedo quindi perché doverle modificare. Tutto quello che abbiamo toccato negli ultimi anni lo abbiamo peggiorato!!!
Saluti Peppe
Caro Claudio, penso che se il nostro sistema scolastico fosse in pari con le attese legalmente previste, ma di rado rispettate, allora il tuo discorso potrebbe essere più che interessante per persone che studiano la formazione dei bambini in generale ed i loro processi di apprendimento in particolare.
Tuttavia sino a quando non saremmo riusciti (almeno !) a
- portare in sicurezza gli edifici scolastici (di ogni ordine e grado)
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classi sociali
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Buona serata a tutti, LuCa
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Salve a tutti. Dico io qualcosa sulle recenti circolari per concorsi ad associato ed ordinario: ho dedicato un pomeriggio a capire se superassi il valore mediano, nell'ambito del mio SSD, di almeno 2 dei 3 criteri (numero di pubblicazioni ISI-Scopus, numero di citazioni, h index), come richiesto per poter essere sorteggiati. Sto ancora cercando di riprendermi dall'aver constatato che non raggiungo la mediana di nessuno dei 3 indicatori. Fin qui nulla di sconcertante. La cosa invece più difficile da digerire è stata l'aver appurato che colleghi molto più eminenti di me non possono rientrare nel sorteggio, al contrario di notissimi altri specializzati nel cambio di carrozzone - senza mai assumersene la guida - e nelle public relations...Certo nessuno è perfetto, ma solo 3 numeri, di cui i primi 2 molto ingannevoli, mi sembrano pochini per valutare oggettivamente decenni di attività di ricerca...
PS: siamo certi, ad esempio, che quante volte si è primo autore non debba avere alcun peso? Un caro saluto
-- Luigi Badalucco Full Prof. in AgroChemistry Dip. Sistemi Agro-Ambientali (SAGA) Università di Palermo Viale delle Scienze, 13 - Edif. 4 90128 Palermo, Italy Voice: +39 091 23897052 +39 091 7028179 Skipe: luigi.badalucco Fax: +39 091 484035 http://portale.unipa.it/sites/www/dipartimenti/saga/ PLEASE NOTE THE UPDATED EMAIL ADDRESS
---------- Original Message ----------- From: Alessio Papini alessio.papini@unifi.it To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Mon, 18 Jun 2012 10:57:08 +0200 Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] poveri bambini di 5 anni!
Se non sbaglio veniamo da anni e anni di promozioni di massa a prescindere dai risultati. Non mi sembra un modello valido nemmeno quello. Il punto è se si può responsabilizzare un bambino oppure no. Personalmente io credo di sì. Poi, certo, ci saranno casi particolari come quelli descritti, ma allora cosa si fa: si punta sull'individuare soluzioni ad hoc per casi particolari o si passa tutti per far finta che il caso particolare non ci sia? Faccio anche notare che si può anche promuovere tutti, compresi quelli che non hanno imparato nulla (per vari motivi), ma alla fine il conto lo pagheranno un pò più in là. L'articolo inviato mi sembra molto buonista e, come al solito, abile (?) nell'analisi ma assai poco nell'individuazione delle soluzioni. Last but not the least non è che siamo abbondantemente out of topics? Lo dico anche a me stesso: sono un botanico e pretendo di dire la mia sull'educazione dei bambini nella scuola dell'obbligo, oltre tutto senza avere figli... Strano che non si dica nulla delle recenti circolari sui concorsi per associati e ordinari, che contengono molte cose interessanti per questa lista... Saluti Alessio
On 06/17/2012 10:20 PM, anna painelli wrote:
Incollo un pezzo (che io trovo tristissimo) di di Lorella Zanardohttp://www.ilfattoquotidiano.it/blog/LZanardo/ | 15 http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/15/ giugno 2012http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/ . non è bello quel che stiamo facendo alla scuola.
*Bocciati alle elementari*. Bocciati alle scuole medie inferiori.
*Bambini* con
disagi, moltissimi extracomunitari. Ma anche molti e molte bambine italiane. La 12enne a cui è morta la mamma di cancro e di conseguenza ha fatto molte assenza? Bocciata. Il bambino problematico? *Non c’è più il sostegno,bocciato*. Aida lavora come cameriera in centro città, vive sola con la figlia di 11 anni che frequenta una scuola in zona. Abitano lontanissimo, la ragazzina è intelligente ha solo bisogno di un po’ di comprensione: bocciata.
E’ emergenza. “Noi badiamo al profitto, ai voti. Questa è una scuola esigente, sforniamo ragazzi con alte performance. Chi non ce la fa deve cercare altrove”. *Dov’è l’altrove?*
Quasi 2milioni e mezzo i NEET, acronimo di Not In Employment Education or Training. Cioè ragazzi tra i 15 e i 24 anni che non studiano e non lavorano. Non fanno niente. *Non mi dite che è colpa loro*. Non lo accetto. E’ lo stesso atteggiamento degli adulti ipocriti seduti davanti alla tv che ascoltando le solite
trite
interviste alle ragazzine esclamano: “Che vergogna, tutte vogliono fare le veline!” No, la vergogna è nostra che abbiamo permesso una tv che ha proposto solo la soubrette come modello da seguire.
E dunque una scuola deve accogliere, far crescere e accudire oltre che educare, almeno fino ai 15 anni. La valutazione sulle performance non la fanno più nemmeno le aziende, che hanno capito che ci vuole anche altro. Diciamo invece che* la scuola è stata fatta a pezzi*, che i tagli stanno dando i risultati che vediamo. E anche considerando il problema solo da un punti di vista di costi, uno Stato farà pure un bilancio complessivo: i soldi per così dire risparmiati sbattendo fuori dal percorso scolastico migliaia di ragazzini, non dovremo poi invece spenderli per sostenere i costi sociali dei NEET? E dunque conviene occuparsi dei ragazzi e delle ragazze *prima che sia tardi*. Questa è politica. Una scuola elitaria, siamo tornati a questo. Perché è chiaro che andrà avanti chi è bravo certo, ma in particolar modo chi è seguito da famiglie
o
insegnanti per lo studio assistito.
“Lavoro io al pomeriggio, non ho tempo!” rispondeva la madre adirata alla professoressa che le chiedeva di seguire i figli nello studio. L’Italia,
il
Paese dove tutti vanno a ripetizione, succede solo qui. A chi viene voglia o si può permettere di fare figli? Niente lavoro per le giovani ma se anche lo trovano poi dell’educazione se ne dovranno fare carico le famiglie. Mente lavorano, curano i vecchi, puliscono eccetera eccetera. Siamo poi certe che il mondo che verrà abbia bisogno di individui performanti? O di persone anche*con altre qualità*? Non sono una buonista, tutt’altro, ma ritengo che si possa chiedere molto
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Cosa ci sarà nel cuore di quei bambini di prima elementare bocciati? A 6 anni è anche difficile comprendere cosa mai avrai fatto perché la mamma
sia
così triste, il papà arrabbiato. Sei al mondo da così poco e già ti presentano il conto? Intanto guardi il tuo pupazzetto, lo abbracci, cerchi le coccole. Ma cosa mai sarà successo? Non ti sembrava di essere stato cattivo. Ti chiedono qualcosa che non comprendi nemmeno. Ti dicono che sei diventato grande ma hai solo 6 anni. Io credo che quando una società non è più in grado di* proteggere gli anziani e i bambini*, significa che un ciclo si è concluso e dobbiamo dare inizio ad altro. Facciamo in fretta. 2012/6/17 saccomandi@mec.dii.unipg.it
Si potrebbe sentire cosa ne pensa Tullio de Mauro. Comunque, credo che quasi tutti siano concordi nel ritenere che del
nostro
sistema scolastico le elementari sono il gioiello non vedo quindi perché doverle modificare. Tutto quello che abbiamo toccato negli ultimi anni lo abbiamo
peggiorato!!!
Saluti Peppe
Caro Claudio, penso che se il nostro sistema scolastico fosse in pari con le attese legalmente previste, ma di rado rispettate, allora il tuo
discorso
potrebbe essere più che interessante per persone che studiano la formazione dei bambini in generale ed i loro processi di apprendimento in particolare.
Tuttavia sino a quando non saremmo riusciti (almeno !) a
- portare in sicurezza gli edifici scolastici (di ogni ordine e
grado)
- risolvere il problema dell'abbandono scolastico
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tra
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direi che il problema di anticipare o meno l'inizio delle elementari è
un
tantino secondario :)
Buona serata a tutti, LuCa
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------- End of Original Message -------
Anch'io stavo leggendo l'allegato A sugli indicatori bibliometrici. Una delle indicazioni è che i risultati andrebbero "normalizzati per l'età accademica" (se inferiore a 10 anni). Il significato della frase mi è alquanto oscuro: l'indice Hirsch globale andrebbe diviso per il numero di anni di anzianità accademica (normalizzato sulla distribuzione dell'anzianità accademica dell'organico???). E se partecipa qualcuno che NON è uno strutturato come fa a normalizzare per l'età accademica? Se l'età accademica è un quoziente (magari è un numeratore?) verrebbe un indice di Hirsch infinito? Perchè non hanno detto esplicitamente quali sono le "principali banche dati internazionali " dove sarebbero contenuti gli articoli pubblicati? Mi sembra che le nuove regole lascino molto più margine discrezionale. Forse era questo lo scopo? Saluti! Alessio Papini
On 06/18/2012 12:01 PM, Luigi Badalucco 010103 wrote:
Salve a tutti. Dico io qualcosa sulle recenti circolari per concorsi ad associato ed ordinario: ho dedicato un pomeriggio a capire se superassi il valore mediano, nell'ambito del mio SSD, di almeno 2 dei 3 criteri (numero di pubblicazioni ISI-Scopus, numero di citazioni, h index), come richiesto per poter essere sorteggiati. Sto ancora cercando di riprendermi dall'aver constatato che non raggiungo la mediana di nessuno dei 3 indicatori. Fin qui nulla di sconcertante. La cosa invece più difficile da digerire è stata l'aver appurato che colleghi molto più eminenti di me non possono rientrare nel sorteggio, al contrario di notissimi altri specializzati nel cambio di carrozzone - senza mai assumersene la guida - e nelle public relations...Certo nessuno è perfetto, ma solo 3 numeri, di cui i primi 2 molto ingannevoli, mi sembrano pochini per valutare oggettivamente decenni di attività di ricerca...
PS: siamo certi, ad esempio, che quante volte si è primo autore non debba avere alcun peso? Un caro saluto
-- Luigi Badalucco Full Prof. in AgroChemistry Dip. Sistemi Agro-Ambientali (SAGA) Università di Palermo Viale delle Scienze, 13 - Edif. 4 90128 Palermo, Italy Voice: +39 091 23897052 +39 091 7028179 Skipe: luigi.badalucco Fax: +39 091 484035 http://portale.unipa.it/sites/www/dipartimenti/saga/ PLEASE NOTE THE UPDATED EMAIL ADDRESS
On 17 juin 2012, at 19:41, annick.farina@unifi.it wrote:
Caro Claudio, Credo che è meglio lasciare a quei poveri bambini di 5 anni il tempo di essere pronti per stare ore seduti in una classe di scuola elementare per tante ore al giorno. Magari se in Italia ci fosse un programma di studio per la materna sarebbe bello piuttosto che assimilare la scuola materna a un posto dove i bambini giocano e basta.
Come dicevo in un mio precedente messaggio, non è vero che la scuola materna o dell'infanzia è un posto dove i bambini giocano e basta. In alcuni casi potrà esserlo, la cosa potrà dipendere da scuola a scuola, ma come obiettivi ministeriali la scuola dell'infanzia è scuola e non parcheggio. E questo è quello che ho potuto vedere con il mio primo bambino che ha fatto in Italia sino alla seconda elementare.
In Francia l'ultimo anno di scuola materna fa parte, di fatto, del primo ciclo di elementare,
Sempre come dicevo prima, ho un bambino in "grande section" (ultimo anno di materna) e uno in classe moyenne 2 o CM2 (quinta elementare) che è entrato nella scuola francese a partire dalla 3 elementare (ovvero dalla CE2 francese). A livello di materna, non mi pare ci siano grosse differenze. Invece, per dirla tutta, a livello di elementare il nostro bambino arrivato in Francia senza conoscere una parola di francese ha potuto tranquillamente recuperare sulla lingua visto che il programma di matematica era assolutamente indietro rispetto a quello che aveva già fatto in Italia. In pratica, alla fine dell'equivalente della terza (CE2 francese), è arrivato al programma che lui aveva già fatto in seconda elementare in Italia. E questo vale ancora di più se oggi confronto il programma fatto da mio figlio e quello fatto dai suoi ex-compagni in Italia. Il punto è che imparare a leggere e scrivere per un bambino francese è assolutamente più complicato che per un italiano, tanto che l'ortografia resta un problema serio anche per i francesi adulti scolarizzati (anche per gli universitari).
Per informazione, aggiungo che in tutti i casi si tratta di scuole pubbliche, le scuole di quartiere che ci toccavano in base alle carte comunali. Anche se, ammetto, che in tutti i casi siamo stati fortunati.
Detto ciò, ritengo certamente positiva l'esperienza della scuola elementare francese di mio figlio. Però, da quello che ho potuto e posso vedere, la scuola elementare italiana non è inferiore. Anzi.
Un caro saluto
--sg
ma un bambino di quell'età non è -generalmente- in grado di seguire una vera classe di elementare sopratutto per chi non ha "l'aiuto in famiglia" e l'abitudine di vivere con i libri. Invece da noi(in Francia) il liceo dura un anno di meno e si arriva quindi all'Università a 18 anni... Forse si potrebbe pensare a questo... (costerebbe meno infatti...) Annick
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Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
cari amici, io ho avuto delle esperienze diverse sia con mia figlia, che ha avuto l'opportunità a 4 anni di frequentare una materna in India, che con la mia nipotina che invece alla fine della quarta elementare non ha studiato quasi nulla di storia e geografia.
Comunque mi rendo conto che si tratta di un argomento troppo complesso per una nostra discussione. Resta il fatto che i nostri studenti terminano l'Università troppo tardi e temo che in questo modo perdano competività con altri europei. On Jun 17, 2012, at 11:43 PM, Stefano Guerrini wrote:
On 17 juin 2012, at 19:41, annick.farina@unifi.it wrote:
Caro Claudio, Credo che è meglio lasciare a quei poveri bambini di 5 anni il tempo di essere pronti per stare ore seduti in una classe di scuola elementare per tante ore al giorno. Magari se in Italia ci fosse un programma di studio per la materna sarebbe bello piuttosto che assimilare la scuola materna a un posto dove i bambini giocano e basta.
Come dicevo in un mio precedente messaggio, non è vero che la scuola materna o dell'infanzia è un posto dove i bambini giocano e basta. In alcuni casi potrà esserlo, la cosa potrà dipendere da scuola a scuola, ma come obiettivi ministeriali la scuola dell'infanzia è scuola e non parcheggio. E questo è quello che ho potuto vedere con il mio primo bambino che ha fatto in Italia sino alla seconda elementare.
In Francia l'ultimo anno di scuola materna fa parte, di fatto, del primo ciclo di elementare,
Sempre come dicevo prima, ho un bambino in "grande section" (ultimo anno di materna) e uno in classe moyenne 2 o CM2 (quinta elementare) che è entrato nella scuola francese a partire dalla 3 elementare (ovvero dalla CE2 francese). A livello di materna, non mi pare ci siano grosse differenze. Invece, per dirla tutta, a livello di elementare il nostro bambino arrivato in Francia senza conoscere una parola di francese ha potuto tranquillamente recuperare sulla lingua visto che il programma di matematica era assolutamente indietro rispetto a quello che aveva già fatto in Italia. In pratica, alla fine dell'equivalente della terza (CE2 francese), è arrivato al programma che lui aveva già fatto in seconda elementare in Italia. E questo vale ancora di più se oggi confronto il programma fatto da mio figlio e quello fatto dai suoi ex-compagni in Italia. Il punto è che imparare a leggere e scrivere per un bambino francese è assolutamente più complicato che per un italiano, tanto che l'ortografia resta un problema serio anche per i francesi adulti scolarizzati (anche per gli universitari).
Per informazione, aggiungo che in tutti i casi si tratta di scuole pubbliche, le scuole di quartiere che ci toccavano in base alle carte comunali. Anche se, ammetto, che in tutti i casi siamo stati fortunati.
Detto ciò, ritengo certamente positiva l'esperienza della scuola elementare francese di mio figlio. Però, da quello che ho potuto e posso vedere, la scuola elementare italiana non è inferiore. Anzi.
Un caro saluto
--sg
ma un bambino di quell'età non è -generalmente- in grado di seguire una vera classe di elementare sopratutto per chi non ha "l'aiuto in famiglia" e l'abitudine di vivere con i libri. Invece da noi(in Francia) il liceo dura un anno di meno e si arriva quindi all'Università a 18 anni... Forse si potrebbe pensare a questo... (costerebbe meno infatti...) Annick
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Prof. Claudio Procesi, Accademico Linceo, già nel Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Cari tutti,
il problema sollevato mi interessa molto in quanto mi occupo di acquisizione del linguaggio e disturbi del linguaggio e ho spesso a che fare con bambini in di scuola materna e elementare. Inoltre, ho una figlia che ha frequentato scuole in Italia, ma anche in paesi anglosassoni. Iniziare prima potrebbe andare bene, ma il problema è che nelle nostre scuole si fanno poche attività pratiche e poca attività fisica a confronto di altri sistemi scolastici e ciò non è bene per i bambini neppure di 6 anni, ed ancor meno per quelli di 5 anni. Quindi si potrebbe anticipare ma solo con una profonda riforma del sistema scolastico.
Invece, quello che mi sembra praticabile è ridurre di un anno le scuole superiori come succede in altri stati, dove si finisce a 18 anni e non a 19. In Italia, si ripetono gli stessi contenuti, magari in modo più approfondito, alle medie inferiori e poi nel primo anno delle superiori. Malgrado l'obbligo scolastico non sia più limitato alle medie inferiori, queste sono ancora concepite come termine dell'obbligo ed in effetti esiste un esame di stato.
Il problema della scuola italiana, comunque non è solo ridurre o anticipare, ma riformare in modo sensato e per un scuola che è diritto di tutti e non di un'elite, come era in passato.
saluti
Maria Teresa Guasti
At 08.53 18/06/2012, claudio procesi wrote:
cari amici, io ho avuto delle esperienze diverse sia con mia figlia, che ha avuto l'opportunità a 4 anni di frequentare una materna in India, che con la mia nipotina che invece alla fine della quarta elementare non ha studiato quasi nulla di storia e geografia.
Comunque mi rendo conto che si tratta di un argomento troppo complesso per una nostra discussione. Resta il fatto che i nostri studenti terminano l'Università troppo tardi e temo che in questo modo perdano competività con altri europei. On Jun 17, 2012, at 11:43 PM, Stefano Guerrini wrote:
On 17 juin 2012, at 19:41, annick.farina@unifi.it wrote:
Caro Claudio, Credo che è meglio lasciare a quei poveri bambini di 5 anni il tempo di essere pronti per stare ore seduti in una classe di scuola elementare per tante ore al giorno. Magari se in Italia ci fosse un programma di studio per la materna sarebbe bello piuttosto che assimilare la scuola materna a un posto dove i bambini giocano e basta.
Come dicevo in un mio precedente messaggio,
non è vero che la scuola materna o dell'infanzia è un posto dove i bambini giocano e basta. In alcuni casi potrà esserlo, la cosa potrà dipendere da scuola a scuola, ma come obiettivi ministeriali la scuola dell'infanzia è scuola e non parcheggio. E questo è quello che ho potuto vedere con il mio primo bambino che ha fatto in Italia sino alla seconda elementare.
In Francia l'ultimo anno di scuola materna fa parte, di fatto, del primo ciclo di elementare,
Sempre come dicevo prima, ho un bambino in
"grande section" (ultimo anno di materna) e uno in classe moyenne 2 o CM2 (quinta elementare) che è entrato nella scuola francese a partire dalla 3 elementare (ovvero dalla CE2 francese). A livello di materna, non mi pare ci siano grosse differenze. Invece, per dirla tutta, a livello di elementare il nostro bambino arrivato in Francia senza conoscere una parola di francese ha potuto tranquillamente recuperare sulla lingua visto che il programma di matematica era assolutamente indietro rispetto a quello che aveva già fatto in Italia. In pratica, alla fine dell'equivalente della terza (CE2 francese), è arrivato al programma che lui aveva già fatto in seconda elementare in Italia. E questo vale ancora di più se oggi confronto il programma fatto da mio figlio e quello fatto dai suoi ex-compagni in Italia. Il punto è che imparare a leggere e scrivere per un bambino francese è assolutamente più complicato che per un italiano, tanto che l'ortografia resta un problema serio anche per i francesi adulti scolarizzati (anche per gli universitari).
Per informazione, aggiungo che in tutti i
casi si tratta di scuole pubbliche, le scuole di quartiere che ci toccavano in base alle carte comunali. Anche se, ammetto, che in tutti i casi siamo stati fortunati.
Detto ciò, ritengo certamente positiva
l'esperienza della scuola elementare francese di mio figlio. Però, da quello che ho potuto e posso vedere, la scuola elementare italiana non è inferiore. Anzi.
Un caro saluto
--sg
ma un bambino di quell'età non è -generalmente- in grado di seguire una vera classe di elementare sopratutto per chi non ha "l'aiuto in famiglia" e l'abitudine di vivere con i libri. Invece da noi(in Francia) il liceo dura un anno di meno e si arriva quindi all'Università a 18 anni... Forse si potrebbe pensare a questo... (costerebbe meno infatti...) Annick
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Sono perfettamente d'accordo sul fatto che non è giusto che gli studenti italiani, anche i migliori, escano dall'Università in ritardo.
Mentre la diminuzione di un anno delle superiori o altri cambiamenti di questo tipo richiedono modifiche di leggi, senza alcuna modifica legislativa i docenti universitari potrebbero cercare di affrontare seriamente il problema della durata eccessiva dei corsi di laurea, impegnandosi a garantire che la durata nominale corrisponda a quella effettiva.
Purtroppo, anche per studenti molto bravi è quasi impossibile arrivare a conseguire la magistrale in tre anni e la magistrale in due. Quelli che ci riescono sono quasi delle mosche bianche. Ora non so quali provvedimenti ha introdotto in tale proposito l'ultima riorganizzazione. Ma un punto semplice su cui mi trovo spesso in disaccordo con molti colleghi era sulla durata di stage o tesi. Chiedere lavori di tesi di quasi un anno se non più, non rende assolutamente possibile concludere nei termini.
--sg
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Stefano Guerrini
On 18 juin 2012, at 08:53, claudio procesi wrote:
cari amici, io ho avuto delle esperienze diverse sia con mia figlia, che ha avuto l'opportunità a 4 anni di frequentare una materna in India, che con la mia nipotina che invece alla fine della quarta elementare non ha studiato quasi nulla di storia e geografia.
Comunque mi rendo conto che si tratta di un argomento troppo complesso per una nostra discussione. Resta il fatto che i nostri studenti terminano l'Università troppo tardi e temo che in questo modo perdano competività con altri europei. On Jun 17, 2012, at 11:43 PM, Stefano Guerrini wrote:
On 17 juin 2012, at 19:41, annick.farina@unifi.it wrote:
Caro Claudio, Credo che è meglio lasciare a quei poveri bambini di 5 anni il tempo di essere pronti per stare ore seduti in una classe di scuola elementare per tante ore al giorno. Magari se in Italia ci fosse un programma di studio per la materna sarebbe bello piuttosto che assimilare la scuola materna a un posto dove i bambini giocano e basta.
Come dicevo in un mio precedente messaggio, non è vero che la scuola materna o dell'infanzia è un posto dove i bambini giocano e basta. In alcuni casi potrà esserlo, la cosa potrà dipendere da scuola a scuola, ma come obiettivi ministeriali la scuola dell'infanzia è scuola e non parcheggio. E questo è quello che ho potuto vedere con il mio primo bambino che ha fatto in Italia sino alla seconda elementare.
In Francia l'ultimo anno di scuola materna fa parte, di fatto, del primo ciclo di elementare,
Sempre come dicevo prima, ho un bambino in "grande section" (ultimo anno di materna) e uno in classe moyenne 2 o CM2 (quinta elementare) che è entrato nella scuola francese a partire dalla 3 elementare (ovvero dalla CE2 francese). A livello di materna, non mi pare ci siano grosse differenze. Invece, per dirla tutta, a livello di elementare il nostro bambino arrivato in Francia senza conoscere una parola di francese ha potuto tranquillamente recuperare sulla lingua visto che il programma di matematica era assolutamente indietro rispetto a quello che aveva già fatto in Italia. In pratica, alla fine dell'equivalente della terza (CE2 francese), è arrivato al programma che lui aveva già fatto in seconda elementare in Italia. E questo vale ancora di più se oggi confronto il programma fatto da mio figlio e quello fatto dai suoi ex-compagni in Italia. Il punto è che imparare a leggere e scrivere per un bambino francese è assolutamente più complicato che per un italiano, tanto che l'ortografia resta un problema serio anche per i francesi adulti scolarizzati (anche per gli universitari).
Per informazione, aggiungo che in tutti i casi si tratta di scuole pubbliche, le scuole di quartiere che ci toccavano in base alle carte comunali. Anche se, ammetto, che in tutti i casi siamo stati fortunati.
Detto ciò, ritengo certamente positiva l'esperienza della scuola elementare francese di mio figlio. Però, da quello che ho potuto e posso vedere, la scuola elementare italiana non è inferiore. Anzi.
Un caro saluto
--sg
ma un bambino di quell'età non è -generalmente- in grado di seguire una vera classe di elementare sopratutto per chi non ha "l'aiuto in famiglia" e l'abitudine di vivere con i libri. Invece da noi(in Francia) il liceo dura un anno di meno e si arriva quindi all'Università a 18 anni... Forse si potrebbe pensare a questo... (costerebbe meno infatti...) Annick
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Caro Claudio,
Sicuramente si potrebbero togliere un anno di elementari o di medie, tra l'altro i programmi sono cosí ripetitivi e superficiali che non si perderebbe gran che..... Però, come padre di un 12enne devo dire che il vero problema da risolvere per la scuola primaria e secondaria è quello del corpo docente...un vero dramma! E ne ho conferma da amici e colleghi...fosse per me ritornerei al precettore! A parte le eccezioni, in diverse scuole ho visto molti insegnanti impreparati, noiosi, presuntuosi e superficiali che sono capitati là per caso e non per scelta. Gente che ripete le storielle dei libri, poco interessata all'ascolto e poco dedita alla discussione, insomma "state zitti e non interrompete l'insegnante con le vostre inutili domande". E poi ci si chiede come mai quando arrivano all'università, molti non sono hanno nemmeno il coraggio di enterloquire durante la lezione! Sono stati completamente azzerati da un corpo docente incapace che invece di formare, "deforma" generazioni di giovani!
Un saluto, Patrizio Dimitri
-----annick.farina@unifi.it ha scritto: -----
======================= Per: Forum Università e Ricerca universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Da: annick.farina@unifi.it Data: 17/06/2012 07.47PM Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] poveri bambini di 5 anni! ======================= Caro Claudio, Credo che è meglio lasciare a quei poveri bambini di 5 anni il tempo di essere pronti per stare ore seduti in una classe di scuola elementare per tante ore al giorno. Magari se in Italia ci fosse un programma di studio per la materna sarebbe bello piuttosto che assimilare la scuola materna a un posto dove i bambini giocano e basta. In Francia l'ultimo anno di scuola materna fa parte, di fatto, del primo ciclo di elementare, ma un bambino di quell'età non è -generalmente- in grado di seguire una vera classe di elementare sopratutto per chi non ha "l'aiuto in famiglia" e l'abitudine di vivere con i libri. Invece da noi(in Francia) il liceo dura un anno di meno e si arriva quindi all'Università a 18 anni... Forse si potrebbe pensare a questo... (costerebbe meno infatti...) Annick
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