Carissimi
vi allego l'articolo su "Il Sole 24 Ore" di ieri di Sergio Benedetto del Consiglio Direttivo Anvur e Coordinatore Vqr 2004-2010. Sarebbe utile discuterne per le future ricadute.
Buona lettura.
__________________________________________________ Walter Lacarbonara Editor, J. Sound and Vibration Associate Editor, ASME J. Vibration & Acoustics DISG - SAPIENZA Università di Roma via Eudossiana 18 - 00184 Rome Italy office: +39 (06) 44585-293 - fax: +39 (06) 4884852 e-mail: walter.lacarbonara@uniroma1.it webpage: w3.disg.uniroma1.it/lacarbonara
******************************************************************************************************* Voti alla ricerca, primi segnali di meritocrazia
di Sergio Benedetto (Consiglio Direttivo Anvur e Coordinatore Vqr 2004-2010)
Con la registrazione del decreto del ministro da parte della Corte dei conti (28 ottobre 2011) e l'approvazione del bando da parte del Consiglio Direttivo dell'Anvur (3 novembre 2011) prende avvio uno dei piu` significativi esercizi di valutazione ex post della ricerca mai tentati nel mondo.
La valutazione della qualita` della ricerca (Vqr) 2004-2010 prevede la valutazione e classificazione in fasce di merito di oltre 200mila prodotti di ricerca scelti tra quelli pubblicati dai docenti e ricercatori delle universita` e dal personale degli enti di ricerca vigilati dal Miur. La valutazione sara` affidata a 14 gruppi di esperti della valutazione (Gev), composti da 450 esperti e presieduti da ricercatori eccellenti nominati dall'Anvur, che opereranno nelle diverse aree di ricerca utilizzando l'ausilio di esperti esterni (peer review) e di indicatori bibliometrici nelle aree dove il loro uso e` consolidato e affidabile.
La misura del grado di correlazione tra i risultati ottenuti per via bibliometrica e tramite peer review consentira` di ricavare indicazioni preziose sulla validita` dei due strumenti, il cui confronto relativo e` oggetto di dibattiti accesi anche nel panorama nazionale a seguito delle notizie recenti sul decreto per l'abilitazione scientifica nazionale.
La valutazione bibliometrica non sara` basata sull'impact factor delle riviste che ospitano un prodotto di ricerca, ma utilizzera` indicatori di impatto del singolo prodotto normalizzati in modi opportuni che sono attualmente in corso di definizione da parte dei Gev.
L'Anvur aveva pubblicato sul proprio sito una versione provvisoria del bando a luglio 2011, chiedendo alle strutture oggetto di valutazione di inviare commenti e proposte di variazioni, che sono arrivate numerose e hanno condotto alla versione definitiva del bando, migliorata grazie al contributo di molti.
Oltre a consentire una analisi sulle potenzialita` di ricerca del nostro paese, la Vqr 2004-2010 consentira` di destinare alle strutture la quota premiale del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), dall'anno 2013.
Per consentire alle strutture di tenere conto, in autonomia, del contributo dei dipartimenti interni al risultato complessivo, la valutazione verra` estesa ai singoli dipartimenti. A questo proposito, e` del tutto immotivata la preoccupazione relativa al fatto che la valutazione dei dipartimenti sarebbe subito resa obsoleta dai cambiamenti subiti dalla struttura dipartimentale delle universita` in seguito all'approvazione dei nuovi statuti. Infatti, l'attribuzione dei prodotti ai singoli ricercatori consentira` la ricostruzione della valutazione al livello dei nuovi dipartimenti, una volta che ne sia resa nota la composizione.
Nei prossimi mesi le universita` e gli enti di ricerca dovranno provvedere con tempestivita` alle richieste della Vqr, e cio` avviene in un momento nel quale gli adempimenti previsti dalla legge 240 e i problemi creati dalla riduzione dei finanziamenti dell'Ffo costituiscono altrettante fonti di difficolta`.
L'Anvur ha coinvolto fin dall'inizio la conferenza dei rettori nella predisposizione della Vqr, ottenendo risposte pronte e responsabili, nella consapevolezza diffusa che il successo dell'iniziativa costituisce un gradino fondamentale per risalire la china e restituire alle nostre istituzioni di ricerca la piena dignita` che meritano.
Al di la` di una classifica delle strutture finalizzata alla distribuzione della quota premiale dell'Ffo, la Vqr consentira`, anche mediante l'esercizio dell'autovalutazione, di identificare i punti di forza e di debolezza delle strutture nelle aree di ricerca, un requisito fondamentale per studiare e mettere in atto azioni correttive e premiali interne.
In conclusione, la Vqr e` uno dei tasselli di meritocrazia che si stanno faticosamente facendo strada in un paese appesantito da pratiche che per troppo tempo hanno privilegiato altri requisiti per la promozione e il successo. Gli attori coinvolti sono tanti, le universita` e gli enti di ricerca, i 450 esperti dei Gev, l'Anvur e il Consorzio Cineca che predisporra` le procedure informatiche necessarie. Per garantire il successo dell'iniziativa tutti dovranno collaborare esercitando pazienza nell'affrontare le difficolta` che si presenteranno e contribuendo a risolvere i problemi senza cedere alla tentazione di scaricarne sugli "altri" le responsabilita`.
Cari colleghi,
La vicenda dei prin è ancora più grave e complessa di quello che sembrava.
Nelle istruzioni si legge:
³Si segnala l'importanza di evitare la presenza, nell¹ambito dello stesso progetto, di più unità di ricerca afferenti ad un unico Dipartimento. Sarà, pertanto, cura del Coordinatore sollecitare l¹aggregazione in un¹unica unità tra i ricercatori appartenenti alla stessa struttura organizzativa.²
Quindi, sono sfavoriti i progetti che considerano gruppi di ricerca diversi dello stesso Dipartimento; eventualemnte si possono aggregare in una sola unità con la consequenza che, anche in caso di finanziamento, ci si troverà a spartire una miseria!
Come se non bastasse nel decreto ministeriale si legge:
2. Il programma PRIN si prefigge di finanziare progetti che per complessità e natura richiedono di norma la collaborazione di più studiosi e di più organismi di ricerca, nazionali o internazionali, e le cui esigenze di finanziamento eccedono la normale disponibilità delle singole istituzioni, riconoscendo priorità, in termini di premialità valutativa, ai progetti che prevedano collaborazioni internazionali, fermo restando il divieto dell'utilizzo di fondi PRIN per la corresponsione di compensi a studiosi o ad organismi di ricerca stranieri, e che si riconducano agli obiettivi di Horizon 2020 (sostenere la posizione dell'UE nella classifica mondiale della scienza e contribuire ad affermare il primato industriale nell'innovazione con investimenti nelle tecnologie di punta e attraverso il sostegno ad alcune tematiche ritenute prioritarie: sanità, evoluzione demografica e benessere, sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, ricerca marina e marittima e bioeconomia, energia sicura pulita edefficiente, trasporti intelligenti verdi e integrati, clima, efficienza nelle risorse e materie prime, società inclusive innovative e sicure).
In questo modo si penalizza volutamente (ma stupidamente) la ricerca di base e si limita ancora di più la partecipazione di buona parte dei gruppi di ricerca universitari e non.
Siamo nel caos e lo si capisce dal fatto che molti colleghi non sanno ancora cosa fare e altri sono alla ricerca spasmodica di persone e gruppi!
Credo sia necessario stilare un documento con i vari punti critici, per chiedere a Profumo di modificare assolutamente le regole.
Patrizio Dimitri
per quanto riguarda il primo punto (gruppi di ricerca dello STESSO Dipartimento), mi pare proprio di ricordare che ci fosse anche nei bandi precedenti - naturalmente oggi le cose si complicano perchè in virtù (?) della Legge Gelmini, i Dipartimenti sono mediamente molto più grandi.... per quanto riguarda il riferimento a Horizon 2020, è un impegno (anche se forse non una direttiva...) preso a livello europeo (vedere al sito di Horizon).... la ricerca di base (credo...) rientra nel primo obiettivo Horizon (sostenere la posizione UE nella classifica mondiale della scienza) Piero Lattanzi
Patrizio Dimitri patrizio.dimitri@uniroma1.it ha scritto:
Cari colleghi,
La vicenda dei prin è ancora più grave e complessa di quello che sembrava.
Nelle istruzioni si legge:
³Si segnala l'importanza di evitare la presenza, nell¹ambito dello stesso progetto, di più unità di ricerca afferenti ad un unico Dipartimento. Sarà, pertanto, cura del Coordinatore sollecitare l¹aggregazione in un¹unica unità tra i ricercatori appartenenti alla stessa struttura organizzativa.²
Quindi, sono sfavoriti i progetti che considerano gruppi di ricerca diversi dello stesso Dipartimento; eventualemnte si possono aggregare in una sola unità con la consequenza che, anche in caso di finanziamento, ci si troverà a spartire una miseria!
Come se non bastasse nel decreto ministeriale si legge:
- Il programma PRIN si prefigge di finanziare progetti che per complessità
e natura richiedono di norma la collaborazione di più studiosi e di più organismi di ricerca, nazionali o internazionali, e le cui esigenze di finanziamento eccedono la normale disponibilità delle singole istituzioni, riconoscendo priorità, in termini di premialità valutativa, ai progetti che prevedano collaborazioni internazionali, fermo restando il divieto dell'utilizzo di fondi PRIN per la corresponsione di compensi a studiosi o ad organismi di ricerca stranieri, e che si riconducano agli obiettivi di Horizon 2020 (sostenere la posizione dell'UE nella classifica mondiale della scienza e contribuire ad affermare il primato industriale nell'innovazione con investimenti nelle tecnologie di punta e attraverso il sostegno ad alcune tematiche ritenute prioritarie: sanità, evoluzione demografica e benessere, sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, ricerca marina e marittima e bioeconomia, energia sicura pulita edefficiente, trasporti intelligenti verdi e integrati, clima, efficienza nelle risorse e materie prime, società inclusive innovative e sicure).
In questo modo si penalizza volutamente (ma stupidamente) la ricerca di base e si limita ancora di più la partecipazione di buona parte dei gruppi di ricerca universitari e non.
Siamo nel caos e lo si capisce dal fatto che molti colleghi non sanno ancora cosa fare e altri sono alla ricerca spasmodica di persone e gruppi!
Credo sia necessario stilare un documento con i vari punti critici, per chiedere a Profumo di modificare assolutamente le regole.
Patrizio Dimitri _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Grazie Piero,
per quanto riguarda il primo punto (gruppi di ricerca dello STESSO Dipartimento), mi pare proprio di ricordare che ci fosse anche nei bandi precedenti - naturalmente oggi le cose si complicano perchè in virtù (?) della Legge Gelmini, i Dipartimenti sono mediamente molto più grandi....
Ma ora con questo dannato sbarramento quantitativo, organizzare unità da gruppi dello stesso dipartimento poteva essere un modo per superare il problema.....
"sostenere la posizione UE nella classifica mondiale della scienza" è una definizione un po' generica, non mi sembra ovvio che includa la ricerca di base......
per quanto riguarda il primo punto (gruppi di ricerca dello STESSO Dipartimento), mi pare proprio di ricordare che ci fosse anche nei bandi precedenti - naturalmente oggi le cose si complicano perchè in virtù (?) della Legge Gelmini, i Dipartimenti sono mediamente molto più grandi.... per quanto riguarda il riferimento a Horizon 2020, è un impegno (anche se forse non una direttiva...) preso a livello europeo (vedere al sito di Horizon).... la ricerca di base (credo...) rientra nel primo obiettivo Horizon (sostenere la posizione UE nella classifica mondiale della scienza) Piero Lattanzi
Patrizio Dimitri patrizio.dimitri@uniroma1.it ha scritto:
Cari colleghi,
La vicenda dei prin è ancora più grave e complessa di quello che sembrava.
Nelle istruzioni si legge:
³Si segnala l'importanza di evitare la presenza, nell¹ambito dello stesso progetto, di più unità di ricerca afferenti ad un unico Dipartimento. Sarà, pertanto, cura del Coordinatore sollecitare l¹aggregazione in un¹unica unità tra i ricercatori appartenenti alla stessa struttura organizzativa.²
Quindi, sono sfavoriti i progetti che considerano gruppi di ricerca diversi dello stesso Dipartimento; eventualemnte si possono aggregare in una sola unità con la consequenza che, anche in caso di finanziamento, ci si troverà a spartire una miseria!
Come se non bastasse nel decreto ministeriale si legge:
- Il programma PRIN si prefigge di finanziare progetti che per complessità
e natura richiedono di norma la collaborazione di più studiosi e di più organismi di ricerca, nazionali o internazionali, e le cui esigenze di finanziamento eccedono la normale disponibilità delle singole istituzioni, riconoscendo priorità, in termini di premialità valutativa, ai progetti che prevedano collaborazioni internazionali, fermo restando il divieto dell'utilizzo di fondi PRIN per la corresponsione di compensi a studiosi o ad organismi di ricerca stranieri, e che si riconducano agli obiettivi di Horizon 2020 (sostenere la posizione dell'UE nella classifica mondiale della scienza e contribuire ad affermare il primato industriale nell'innovazione con investimenti nelle tecnologie di punta e attraverso il sostegno ad alcune tematiche ritenute prioritarie: sanità, evoluzione demografica e benessere, sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, ricerca marina e marittima e bioeconomia, energia sicura pulita edefficiente, trasporti intelligenti verdi e integrati, clima, efficienza nelle risorse e materie prime, società inclusive innovative e sicure).
In questo modo si penalizza volutamente (ma stupidamente) la ricerca di base e si limita ancora di più la partecipazione di buona parte dei gruppi di ricerca universitari e non.
Siamo nel caos e lo si capisce dal fatto che molti colleghi non sanno ancora cosa fare e altri sono alla ricerca spasmodica di persone e gruppi!
Credo sia necessario stilare un documento con i vari punti critici, per chiedere a Profumo di modificare assolutamente le regole.
Patrizio Dimitri _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
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