Salve: incollo sotto un bel pezzo di Francesco Sylos Labini che contiene un interessante citazione da un racconto di Leo Szilard. Buona lettura.
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Futuro in ricerca? Da un paio d’anni il ministero dell’istruzione ha varato un programma, *“Futuro in ricerca http://futuroinricerca.miur.it/”*, nell’ambito dei progetti finanziati dal Fondo per gli investimenti della ricerca di base (Firb), con l’intenzione di favorire “*sia il ricambio generazionale** sia il sostegno alle eccellenze scientifiche** emergenti e già presenti presso gli atenei e gli enti pubblici di ricerca, destinando adeguate risorse al finanziamento di progetti di ricerca fondamentale”.* Nel 2010, il programma è rivolto a tre diverse categorie di ricercatori sia strutturati che non, ma comunque di età inferiore ai 40 anni. Totale del finanziamento per il 2010: 50 milioni d’euro. Poiché il costo di ciascun progettodovrà essere compresohttp://attiministeriali.miur.it/anno-2010/settembre/dd-27092010.aspx tra 300mila e 1,2 milioni di euro, stimando in un 700mila di euro il costo medio per progetto, verranno finanziati circa settanta progetti. Il numero di domande presentate è dell’ordine di 3.000-4.000, il che equivale a una probabilità di successo del 2% per ogni progetto (nel 2008 era, infatti, del 2,8%). Questa rincorsa a selezionare il *“top del top”* è diffusa anche a livello europeo: ad esempio nel caso delle European Reserach Council (Erc) “ideas starting grants,http://erc.europa.eu/index.cfm?fuseaction=page.display&topicID=65” il finanziamento è stato concesso (nel 2009) al 9,4%http://erc.europa.eu/pdf/statistics_STG-2_outcome.pdf dei progetti presentati: una percentuale di successo circa 3 volte maggiore rispetto a quella italiana, ma comunque sempre bassa.
In Italia, per superare la pre-selezione nel 2010 è stato necessario avere il punteggiohttp://attiministeriali.miur.it/media/173904/elenco_coordinatori_ammessi_alle_audizioni.pdf pieno (60/60). Il punteggio totale non è altro che la somma di punteggi parziali su quattro voci (originalità, merito scientifico, fattibilità, qualità del gruppo di ricerca) assegnate da due “arbitri” (*referees*) che devono esprimere un giudizio condiviso. E’ dunque evidente che per avere il punteggio pieno non basta che il progetto sia di qualità, ma è necessario che gli arbitri non abbiano alcun dubbio e soprattutto che non esitino a dare sempre *il massimo dei voti*, cosa non scontata anche perché il giudizio su ogni progetto è fatto a prescindere dagli altri. Alla fine la differenza tra essere finanziati o meno si gioca su 1 voto su 60. Ci si può allora domandare *quale sia il senso* di questa procedura di valutazione se è sufficiente un dettaglio per compromettere un progetto: è ovvio che la probabilità di successo chiaramente diminuisce quando si imposta la propria ricerca su qualche tema non consolidato o minimanente controverso.
La domanda che bisogna porsihttp://www.ilfattoquotidiano.it/2011/04/11/come-si-divide-la-torta-della-ricerca/103554/ è se questo tipo di meccanismo d’assegnazione dei fondi renda davvero *migliore la ricerca scientifica*, a fronte, soprattutto in Italia, della quasi totale assenza di altre fonti di finanziamento della ricerca di base. Inoltre, bisognerebbe inquadrare il problema in maniera più completa e considerare anche *quanto “costa” il tempo* che i giovani ricercatori impiegano per preparare dei progetti che al 98% non verranno finanziati. Leo Szilardhttp://it.wikipedia.org/wiki/Leo_Szilard, uno dei più brillanti fisici del XX secolo, scrisse vari racconti ed in uno di questi, *La fondazione Mark Gable*, si narra la storia di un miliardario che chiede ad un ricercatore come si possa rallentare il progresso della scienza, secondo lui troppo rapido. Il ricercatore risponde:
*“Lei potrebbe creare un istituto, con un finanziamento annuale di quaranta milioni di dollari. I ricercatori che abbiano bisogno di capitali potrebbero rivolgersi a questo istituto, purché presentino tesi convincenti. Nomini dieci comitati, ciascuno composto di dodici scienziati, con l’incarico di esaminare queste domande. Prenda dai laboratori gli scienziati più attivi e li faccia membri di questi comitati. […] Prima di tutto, i migliori scienziati sarebbero in questo modoallontanati dai loro laboratori** e occupati nel lavoro dei comitati preposti all’assegnazione dei finanziamenti. Secondariamente, i ricercatori scientifici bisognosi di capitali si concentrerebbero su problemi ritenuti promettenti** e tali da condurre con sicurezza a risultati pubblicabili. Per qualche anno ci sarebbe un forte incremento della produzione scientifica, ma ragionando a lume di naso, questo sarebbe proprio il sistema adatto per inaridire la scienza. […] Ci sarebbero ricerche considerate interessanti, altre no. Sarebbe una questione di moda**. Chi segue la moda, ha i prestiti. Chi non la segue, no. E vedrà che faranno in fretta a imparare a seguir la moda anche loro.”* ** Invece di perdere tempo nell’escogitare nuove, raffinate e probabilmente inutili tecniche di valutazione allo scopo di identificare una presunta eccellenza, bisognerebbe porsi la semplice domanda se sia sensato finanziare una frazione marginale di progetti di ricerca: la risposta a questa domanda va cercata nella storia recente della ricerca, che andrebbe analizzata in dettaglio e con*senso critico*.
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