cari colleghi, sono stato accusato di una certa spocchia per la mia ultima lettera e mi si chiede perché raccontare dell'Università di 40 anni fa a chi è entrato molto dopo e quindi certo non è responsabile degli errori di quegli anni.
Io credo che sia opportuno per chi si ritiene un intellettuale di esprimere candidamente le proprie opinioni, anche a rischio di sembrare un ingenuo, anche se sono poco ortodosse ed anche, direi specialmente, se sono potenzialmente sgradite. L'alternativa è di essere un chierico o un conformista. Parlare di cosa succedeva 40 anni fa credo sia utile, perché io sono convinto che molti dei mali dell'Università di oggi abbiano radici profonde in errori fatti in quegli anni, perché chi non conosce la propria storia è destinato a riviverla ed infine perché alcune delle idee sciagurate di quel periodo, come quella del docente unico, che credevo sepolte dalla polvere della storia, sinistramente ritornano come a dimostrare che questo è un paese senza speranza e senza futuro. Un paese di persone intelligenti governato da mediocri.
Per quanto riguarda il neoliberismo ho parlato volutamente di spot elettorali. Non oso certo addentrarmi in problematiche molto al di la delle mie capacità ma vorrei solo osservare che quando si parla di fenomeni che hanno scale temporali, macroeconomiche, geografiche gigantesche sarebbe bene usare un po di modestia e capire che non è un programma elettorale più o meno rivoluzionario che può incidere realmente su questi fenomeni. La politica certamente deve fare la sua parte ma con una certa modestia invece io sento un fortissimo odore di cialtroneria.
Per questo mi ha veramente irritato ascoltare Ingroia che, avendo fatto fino ad ora il magistrato, e non sappiamo neanche con quale successo, pretende di diventare il leader di una rivoluzione civile il cui probabile effetto sarà simile a quello che produsse Nader negli USA una decina di anni fa, facendo vincere Bush invece di Al Gore e favorendo guerre e disastri economici, e comunque ha riciclato parecchi personaggi che speravamo di aver archiviato.
Claudio Procesi, Professore Emerito,
Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
Membro dell'Accademia dei Lincei
Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Caro Claudio,
L'Italia è un paese senza memoria dove si attende sempre un Principe, sia a destra, sia a sinistra e nel frattempo si parla a casaccio anche di quello che non si conosce, sfruttando i bigini degli anni '70 e spesso spolverando la già allora cattiva interpretazione elitaria del marxismo in salsa italiana. Tanti piccoli Sordi che giocano a Un sovietico a Roma o Un americano a Roma, poi mangiano felici i maccheroni quando nessuno li vede.
Poi quando lo fai notare, si adontano tutti e da un lato all'altro invece che confutare e discutere nel merito ti delegittimano affibbiandoti a campi e ideologie senza nemmeno sapere chi sei e accettare che potresti avere idee diverse e basta. La riduzione della persona a "membro di" è lo strumento dei mediocri, per evitare di entrare nel merito. Da economista sento sproloquiare di liberismo e non liberismo, ma non mi verrebbe mai in mente per onestà intellettuale di fare lo stesso e discutere di neutrini o teoremi di sorta. Si vede c'è sbaglio in un Paese in cui magistrati e docenti si auto definiscono competenti in tutto lo scibile...
Io non ti ho trovato spocchioso ma solo realista.
Luca Solari
da iPhone
Il giorno 20/gen/2013, alle ore 13:51, claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it ha scritto:
cari colleghi, sono stato accusato di una certa spocchia per la mia ultima lettera e mi si chiede perché raccontare dell'Università di 40 anni fa a chi è entrato molto dopo e quindi certo non è responsabile degli errori di quegli anni.
Io credo che sia opportuno per chi si ritiene un intellettuale di esprimere candidamente le proprie opinioni, anche a rischio di sembrare un ingenuo, anche se sono poco ortodosse ed anche, direi specialmente, se sono potenzialmente sgradite. L'alternativa è di essere un chierico o un conformista. Parlare di cosa succedeva 40 anni fa credo sia utile, perché io sono convinto che molti dei mali dell'Università di oggi abbiano radici profonde in errori fatti in quegli anni, perché chi non conosce la propria storia è destinato a riviverla ed infine perché alcune delle idee sciagurate di quel periodo, come quella del docente unico, che credevo sepolte dalla polvere della storia, sinistramente ritornano come a dimostrare che questo è un paese senza speranza e senza futuro. Un paese di persone intelligenti governato da mediocri.
Per quanto riguarda il neoliberismo ho parlato volutamente di spot elettorali. Non oso certo addentrarmi in problematiche molto al di la delle mie capacità ma vorrei solo osservare che quando si parla di fenomeni che hanno scale temporali, macroeconomiche, geografiche gigantesche sarebbe bene usare un po di modestia e capire che non è un programma elettorale più o meno rivoluzionario che può incidere realmente su questi fenomeni. La politica certamente deve fare la sua parte ma con una certa modestia invece io sento un fortissimo odore di cialtroneria.
Per questo mi ha veramente irritato ascoltare Ingroia che, avendo fatto fino ad ora il magistrato, e non sappiamo neanche con quale successo, pretende di diventare il leader di una rivoluzione civile il cui probabile effetto sarà simile a quello che produsse Nader negli USA una decina di anni fa, facendo vincere Bush invece di Al Gore e favorendo guerre e disastri economici, e comunque ha riciclato parecchi personaggi che speravamo di aver archiviato.
Claudio Procesi, Professore Emerito,
Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
Membro dell'Accademia dei Lincei
Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
grazie c. On Jan 20, 2013, at 11:46 PM, Luca Solari wrote:
Caro Claudio,
L'Italia è un paese senza memoria dove si attende sempre un Principe, sia a destra, sia a sinistra e nel frattempo si parla a casaccio anche di quello che non si conosce, sfruttando i bigini degli anni '70 e spesso spolverando la già allora cattiva interpretazione elitaria del marxismo in salsa italiana. Tanti piccoli Sordi che giocano a Un sovietico a Roma o Un americano a Roma, poi mangiano felici i maccheroni quando nessuno li vede.
Poi quando lo fai notare, si adontano tutti e da un lato all'altro invece che confutare e discutere nel merito ti delegittimano affibbiandoti a campi e ideologie senza nemmeno sapere chi sei e accettare che potresti avere idee diverse e basta. La riduzione della persona a "membro di" è lo strumento dei mediocri, per evitare di entrare nel merito. Da economista sento sproloquiare di liberismo e non liberismo, ma non mi verrebbe mai in mente per onestà intellettuale di fare lo stesso e discutere di neutrini o teoremi di sorta. Si vede c'è sbaglio in un Paese in cui magistrati e docenti si auto definiscono competenti in tutto lo scibile...
Io non ti ho trovato spocchioso ma solo realista.
Luca Solari
da iPhone
Il giorno 20/gen/2013, alle ore 13:51, claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it ha scritto:
cari colleghi, sono stato accusato di una certa spocchia per la mia ultima lettera e mi si chiede perché raccontare dell'Università di 40 anni fa a chi è entrato molto dopo e quindi certo non è responsabile degli errori di quegli anni.
Io credo che sia opportuno per chi si ritiene un intellettuale di esprimere candidamente le proprie opinioni, anche a rischio di sembrare un ingenuo, anche se sono poco ortodosse ed anche, direi specialmente, se sono potenzialmente sgradite. L'alternativa è di essere un chierico o un conformista. Parlare di cosa succedeva 40 anni fa credo sia utile, perché io sono convinto che molti dei mali dell'Università di oggi abbiano radici profonde in errori fatti in quegli anni, perché chi non conosce la propria storia è destinato a riviverla ed infine perché alcune delle idee sciagurate di quel periodo, come quella del docente unico, che credevo sepolte dalla polvere della storia, sinistramente ritornano come a dimostrare che questo è un paese senza speranza e senza futuro. Un paese di persone intelligenti governato da mediocri.
Per quanto riguarda il neoliberismo ho parlato volutamente di spot elettorali. Non oso certo addentrarmi in problematiche molto al di la delle mie capacità ma vorrei solo osservare che quando si parla di fenomeni che hanno scale temporali, macroeconomiche, geografiche gigantesche sarebbe bene usare un po di modestia e capire che non è un programma elettorale più o meno rivoluzionario che può incidere realmente su questi fenomeni. La politica certamente deve fare la sua parte ma con una certa modestia invece io sento un fortissimo odore di cialtroneria.
Per questo mi ha veramente irritato ascoltare Ingroia che, avendo fatto fino ad ora il magistrato, e non sappiamo neanche con quale successo, pretende di diventare il leader di una rivoluzione civile il cui probabile effetto sarà simile a quello che produsse Nader negli USA una decina di anni fa, facendo vincere Bush invece di Al Gore e favorendo guerre e disastri economici, e comunque ha riciclato parecchi personaggi che speravamo di aver archiviato.
Claudio Procesi, Professore Emerito,
Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
Membro dell'Accademia dei Lincei
Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
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Claudio Procesi, Professore Emerito,
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----- Original Message ----- From: "claudio procesi" procesi@mat.uniroma1.it To: "Forum Università e Ricerca" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 20, 2013 10:51 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: appelli e mozioni
cari colleghi, sono stato accusato di una certa spocchia per la mia ultima lettera e mi si chiede perché raccontare dell'Università di 40 anni fa a chi è entrato molto dopo e quindi certo non è responsabile degli errori di quegli anni.
Io credo che sia opportuno per chi si ritiene un intellettuale di esprimere candidamente le proprie opinioni, anche a rischio di sembrare un ingenuo, anche se sono poco ortodosse ed anche, direi specialmente, se sono potenzialmente sgradite. L'alternativa è di essere un chierico o un conformista. Parlare di cosa succedeva 40 anni fa credo sia utile, perché io sono convinto che molti dei mali dell'Università di oggi abbiano radici profonde in errori fatti in quegli anni, perché chi non conosce la propria storia è destinato a riviverla ed infine perché alcune delle idee sciagurate di quel periodo, come quella del docente unico, che credevo sepolte dalla polvere della storia, sinistramente ritornano come a dimostrare che questo è un paese senza speranza e senza futuro. Un paese di persone intelligenti governato da mediocri.
Concordo pienamente
Per quanto riguarda il neoliberismo ho parlato volutamente di spot elettorali. Non oso certo addentrarmi in problematiche molto al di la delle mie capacità ma vorrei solo osservare che quando si parla di fenomeni che hanno scale temporali, macroeconomiche, geografiche gigantesche sarebbe bene usare un po di modestia e capire che non è un programma elettorale più o meno rivoluzionario che può incidere realmente su questi fenomeni. La politica certamente deve fare la sua parte ma con una certa modestia invece io sento un fortissimo odore di cialtroneria.
Concordo... la politica certamente deve fare la sua parte e va sempre pungolata... ma il mio motto è "think global, act local". E tanti nostri colleghi questo non lo vogliono proprio fare... incominciamo le "rivoluzioni", prima di invocarle per il sistema generale, dalle seclte quotidiane nei nostri Dipartimenti. Il sistema poi viene di conseguenza, essendo la somma delle piccole realtà locali. Solo che questo è molto, molto faticoso, e porta frutti sul lungo termine.
Per questo mi ha veramente irritato ascoltare Ingroia che, avendo fatto fino ad ora il magistrato, e non sappiamo neanche con quale successo, pretende di diventare il leader di una rivoluzione civile il cui probabile effetto sarà simile a quello che produsse Nader negli USA una decina di anni fa, facendo vincere Bush invece di Al Gore e favorendo guerre e disastri economici, e comunque ha riciclato parecchi personaggi che speravamo di aver archiviato.
Super d'accordo.. come diceva un vecchio amico diciamo rivoluzionario e morto restando coerente con il suo pensiero: "tutti i rivoluzionari che predicano la rivoluzione ad ogni pié sospinto, smettono di esserlo, appena si siedono al tavolo del potere".
Claudio Procesi, Professore Emerito,
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Caro Claudio, mi trovi completamente d'accordo, forse perche' potremmo essere tacciati entrambi di senilita'. Riesaminare i tempi passati specialmente per indicarne gli errori (e tu per l'universta' ne hai ben centrati alcuni) mi sembra saggio e non spocchioso. Per la politica, vedere Ingroia e compagni ripetere errori passati, irrita profondamente e preoccupa pensando ai danni che possono derivarne. Io voglio andare anche oltre e considero veramente demagogico come talvolta viene fatto anche in questo Forum, accomunare tutti i politici, mettendoli tutti sullo stesso piano, quando differenze ci sono state e ci sono. Per quanto riguarda gli appelli dissento invece dal tuo giudizio, perche' , se giustamente convogliati e supportati, potrebbero servire proprio per indirizzare la linea politica sulla ricerca della sinistra, evitando che si allinei su posizioni che riteniamo non correte. Certo l'appello di per se (come queste nostre conversazioni interne) non serve a niente se non ci si lavora. Carlo Di Castro
Professor of Theoretical Physics (Emeritus) Membro Accademia dei Lincei carlo.dicastro@roma1.infn.it Dipartimento di Fisica Università di Roma La Sapienza Piazzale Moro 00185 Roma
On Jan 20, 2013, at 10:51 PM, claudio procesi wrote:
cari colleghi, sono stato accusato di una certa spocchia per la mia ultima lettera e mi si chiede perché raccontare dell'Università di 40 anni fa a chi è entrato molto dopo e quindi certo non è responsabile degli errori di quegli anni.
Io credo che sia opportuno per chi si ritiene un intellettuale di esprimere candidamente le proprie opinioni, anche a rischio di sembrare un ingenuo, anche se sono poco ortodosse ed anche, direi specialmente, se sono potenzialmente sgradite. L'alternativa è di essere un chierico o un conformista. Parlare di cosa succedeva 40 anni fa credo sia utile, perché io sono convinto che molti dei mali dell'Università di oggi abbiano radici profonde in errori fatti in quegli anni, perché chi non conosce la propria storia è destinato a riviverla ed infine perché alcune delle idee sciagurate di quel periodo, come quella del docente unico, che credevo sepolte dalla polvere della storia, sinistramente ritornano come a dimostrare che questo è un paese senza speranza e senza futuro. Un paese di persone intelligenti governato da mediocri.
Per quanto riguarda il neoliberismo ho parlato volutamente di spot elettorali. Non oso certo addentrarmi in problematiche molto al di la delle mie capacità ma vorrei solo osservare che quando si parla di fenomeni che hanno scale temporali, macroeconomiche, geografiche gigantesche sarebbe bene usare un po di modestia e capire che non è un programma elettorale più o meno rivoluzionario che può incidere realmente su questi fenomeni. La politica certamente deve fare la sua parte ma con una certa modestia invece io sento un fortissimo odore di cialtroneria.
Per questo mi ha veramente irritato ascoltare Ingroia che, avendo fatto fino ad ora il magistrato, e non sappiamo neanche con quale successo, pretende di diventare il leader di una rivoluzione civile il cui probabile effetto sarà simile a quello che produsse Nader negli USA una decina di anni fa, facendo vincere Bush invece di Al Gore e favorendo guerre e disastri economici, e comunque ha riciclato parecchi personaggi che speravamo di aver archiviato.
Claudio Procesi, Professore Emerito,
Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
Membro dell'Accademia dei Lincei
Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
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