Cari Colleghi,
Come spesso succede , cominciamo subito a litigare fra noi come i polli di Renzo, senza pensare al destino che intanto ci stanno preparando altri ! Il mio riferimento ai concorsi non voleva iniziare l'ennesima geremiade, di cui sono francamente stanco, su questo annoso argomento, ma soltanto indicare in modo succinto che il meccanismo di (voti+sorteggi) presentato come una soluzione per favorire la meritocrazia si è rivelato ,per la stragrande maggioranza dei dati che conosco, inefficace per tutta una serie di ragioni che tutti probabilmente conosciamo ma ci ostiniamo a non riconoscere. Questo non vuol dire che non abbiamo vinto talvolta persone decorose, ma solo che la variabile "qualità" spesso non è stata considerata come quella significativa . In ogni caso, non è certamente in questo modo che si favorisce lo stabilire un clima preferenziale per la meritocrazia accademica nel nostro paese .Può essere che le colpe di ciò siano spesso della nostra comunità ,o di una parte di essa, ma le scelte riformatrici in questo settore di cui parla la Gelmini ancora non si vedono nè paiono esistere nel documento in discussione . Questo era una delle cose che pensavo si dovesse indicare in una succinta lettera di risposta,
cari saluti,
Franco
Caro Schiaffino,
Qui non siamo in USA , non c¹è il NIH, c¹è il MIUR con i suoi ridicoli Prin che comunque comprendono sia ricerche di base che finalizzate. Il nostro stato trascura da sempre la ricerca di base e se deve proprio fare una scelta preferisce quella legata al mondo industriale e imprenditoriale. Anche l¹ultimo governo Prodi nella sua prima finanziaria aveva assegnato 300 milioni di euro all¹aumento dei bandi per la ricerca pubblica (poi temo riassorbiti da camionisti e Alitalia) e ben 750 milioni agli incentivi per quella industriale.
Alla luce di questo, ha senso dire: ³La ricerca di base deve spettare allo stato, quella finalizzata alle fondazioni private²? Cos¹è un comandamento da non trasgredire, una verità trasmessaci dal signore? Dio recita alle fondazioni: ³Non avrai altra ricerca che quella finalizzata². A me sembra solo una rigidità che forse fa comodo a qualcuno, ma in realtà poco utile per i motivi che abbiamo già discusso e sui quali mi sembra siamo tutti d¹accordo, almeno a parole. A mio parere, Stato e fondazioni dovrebbero collaborare ad un unico scopo: finanziare adeguatamente la buona ricerca.
Rispetto la sua esperienza passata di membro della commissione scientifica, ma l¹attuale bando Telethon esordisce nel modo seguente:
TELETHON GRANT PROPOSALS Call for Applications 2011 Telethon funds a limited number of research projects (either single or multicentre) in basic or clinical research aimed at curing genetic diseases. Awards are contingent upon the availability of funds. Eligibility criteria Eligible diseases This call is in support of research projects focusing on diseases of proven genetic origin. Non-Eligible diseases cancer multiple sclerosis acquired immunodeficiency Amyotrophic Lateral Sclerosis (ALS). [Note: funding opportunities for ALS are available through AriSLA (http://www.arisla.org/), a dedicated Foundation created with Telethon¹s support] multifactorial diseases Please note: studies focused on monogenic forms of multifactorial diseases are ELIGIBLE. Studies focused on the identification of genetic risk factors for complex diseases are NOT ELIGIBLE. In case of doubt, please contact the Telethon Scientific Office (soffice@telethon.it).
Si parla molto chiaramente di malattie genetiche e solo di quelle monogeniche. Il legame con la malattia è un prerequisito esserci, se poi sia debole o forte qui non è detto. Non c¹è spazio per altro, se non è certo che il mio gene di riferimento è legato ad una malattia genetica monogenica è inutile perdere tempo.
Saluti, Patrizio Dimitri
Da: Stefano Schiaffino stefano.schiaffino@unipd.it Risposta: Università e Ricerca Forum universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Data: Mon, 20 Dec 2010 00:23:36 +0100 A: Università e Ricerca Forum universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Cc: renzo@rubele.eu Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: su ricerca di base e ricerca finalizzata
In realtà il direttore scientifico di Telethon ha ragione: la ricerca di base spetta principalmente allo stato, dovrebbe essere un suo dovere primario. Le agenzie private (o charities) come Telethon sono legate da un mandato abbastanza preciso dei donatori. Di fatto poi la commissione scientifica di Telethon interpreta in modo abbastanza elastico questo mandato, almeno lo faceva quando ero membro della commissione diversi anni fa, e tende a premiare il merito scientifico anche se il legame con la malattia è tenue. Ancora oggi, come allora, la commissione è costituita quasi tutta di stranieri (v. http://www.telethon.it/ricerca-progetti/commissione-medico-scientifica), e nei bandi Telethon i due criteri su cui sono valutati i progetti, ³scientific merit² e ³proximity to cure² hanno un peso relativo rispettivamente del 90% e 10% (http://www.telethon.it/ricerca-progetti/ricercatori/bandi). Naturalmente al momento dello show televisivo emerge quasi solo la cura, per raccogliere più fondi. Sono d¹accordo che è triste che in Italia si parli di ricerca a livello del pubblico solo in questo modo, oltretutto la gente finisce per credere che per far ricerca bisogna fare collette, perché non è cosa che spetta allo stato.
Negli USA la ricerca di base in campo biomedico la fa l¹NIH, le charities hanno in genere un¹orientamento di ricerca applicata, con qualche eccezione importante come l¹Howard Hughes Medical Institute, un¹istituzione privata che identifica ricercatori meritevoli (da premi Nobel a giovani promettenti) e li finanzia lasciandoli lavorare liberamente su quel che vogliono. People, not projects! Christian De Duve, premio Nobel scopritore dei lisosomi, ha descritto molto bene come la sua scoperta dei lisosomi è venuta in modo imprevisto da ricerche orientate in tutt¹altro campo (insulina-diabete). Vi riporto un passo da un articolo (J Biol Chem 279:21679, 2004) in cui De Duve dà questi tre consigli, due ai giovani che entrano nella ricerca e il terzo a chi la finanzia:
First, choose your mentors well .. Second, keep your eyes open for the odd or unexpected and never dismiss it simply because it does not fit within your program. If chance offers you a clue, follow the trail. You may not discover what you were looking for, but what you discover may be more interesting than what you were looking for. In retrospect, I find that my greatest luck came from the unforeseen: insulin that wasn¹t and mitochondria that weren¹t. My last recommendation is for the powers that be. Fund the investigator, not the investigation. Do please remember, I beseech you, this self-evident yet rarely recognized truth that science, at least its spearhead called basic research, explores the unknown and is therefore unable, by definition, to predict how useful or profitable its discoveries will be. Rather than demanding assurances on this account that cannot possibly be honestly provided, put your trust in the investigator¹s skill, instinct, curiosity, and motivation. This will produce the best research contributing best to the advancement of knowledge, the true aim of science. Whether useful or profitable applications arise from new knowledge will be revealed only after the fact.
Stefano Schiaffino
Il 19 dicembre 2010 23:16, P. Dimitri liviapat@inwind.it ha scritto:
Non conosco da vicino le modalità di assegnazione dei finanziamenti da parte di Telethon. Sono comunque certo che la risposta data dalla segretaria di Telethon sia sbagliata e non credo che sia condivisa dai ricercatori che si occupano di Telethon.(Non credo che sia opportuno fare questo tipo di domande ad una segretaria).
Mi correggo, non si trattava di una semplice "segretaria", ma di Francesca Pasinelli, direttrice scientifica della Fondazione Telethon, ecco perché la sua risposta a mio parere era abbastanza grave.
D'altra parte sia AIRC che Telethon hanno segnato una via che in Italia era sconosciuta e cioè quello della premiazione del merito scientifico, cosa pressocchè sconosciuta prima che queste due associazioni esistessero in Italia. Per il resto sono totalmente d'accordo sulla necessità di propagandare a tutti i livelli l'importanza della ricerca di base dalla quale possono scaturire ricerche di portata straordinaria, come quelle sull'RNA interference. Giancarlo Vecchio
Vorrei lanciare una provocazione, quante malattie genetiche sono state curate dopo un ventennio di Telethon?? Con questo non dico che telethon sia inutile, ma queste fondazioni per prime dovrebbero parlare chiaro a tutti i loro finanziatori, alla gente, alle famiglie che "sperano" e decidere una volta per tutte di indire bandi dedicati anche alla ricerca di base non finalizzata a malattie.
Saluti
c
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas
Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
il problema è proprio lo stato che non c'è.
Pensare di finanziare la ricerca (tutta di base o applicata) con fondazioni private o peggio con la *carità* delle persone di buona volontà non può funzionare.
E' come voler sostituire le politiche di sostegno ed equità sociale (il welfare come si dice oggi) con la beneficenza.
semplicemente non funziona e non può funzionare.
il privato, e soprattutto la gente per la strada risponde alla pancia, è influenzabile dai mass media, non conosce e non può conoscere meccanismi sofisticati. Occorre per il welfare e per la ricerca una solida politica dello stato. Occorrono governi competenti e illuminati che si interessino al bene del paese nei prossimi decenni... Tutto questo ci manca e non sarà rimpiazzato dalla buona volontà dei cittadini nè da operazioni mediatiche ardite.
saluti anna
On Mon, 2010-12-20 at 09:56 +0100, Patrizio Dimitri wrote:
Caro Schiaffino,
Qui non siamo in USA , non c¹è il NIH, c¹è il MIUR con i suoi ridicoli Prin che comunque comprendono sia ricerche di base che finalizzate. Il nostro stato trascura da sempre la ricerca di base e se deve proprio fare una scelta preferisce quella legata al mondo industriale e imprenditoriale. Anche l¹ultimo governo Prodi nella sua prima finanziaria aveva assegnato 300 milioni di euro all¹aumento dei bandi per la ricerca pubblica (poi temo riassorbiti da camionisti e Alitalia) e ben 750 milioni agli incentivi per quella industriale.
Alla luce di questo, ha senso dire: ³La ricerca di base deve spettare allo stato, quella finalizzata alle fondazioni private²? Cos¹è un comandamento da non trasgredire, una verità trasmessaci dal signore? Dio recita alle fondazioni: ³Non avrai altra ricerca che quella finalizzata². A me sembra solo una rigidità che forse fa comodo a qualcuno, ma in realtà poco utile per i motivi che abbiamo già discusso e sui quali mi sembra siamo tutti d¹accordo, almeno a parole. A mio parere, Stato e fondazioni dovrebbero collaborare ad un unico scopo: finanziare adeguatamente la buona ricerca.
Rispetto la sua esperienza passata di membro della commissione scientifica, ma l¹attuale bando Telethon esordisce nel modo seguente:
TELETHON GRANT PROPOSALS Call for Applications 2011 Telethon funds a limited number of research projects (either single or multicentre) in basic or clinical research aimed at curing genetic diseases. Awards are contingent upon the availability of funds. Eligibility criteria Eligible diseases This call is in support of research projects focusing on diseases of proven genetic origin. Non-Eligible diseases € cancer € multiple sclerosis € acquired immunodeficiency € Amyotrophic Lateral Sclerosis (ALS). [Note: funding opportunities for ALS are available through AriSLA (http://www.arisla.org/), a dedicated Foundation created with Telethon¹s support] € multifactorial diseases Please note: studies focused on monogenic forms of multifactorial diseases are ELIGIBLE. Studies focused on the identification of genetic risk factors for complex diseases are NOT ELIGIBLE. In case of doubt, please contact the Telethon Scientific Office (soffice@telethon.it).
Si parla molto chiaramente di malattie genetiche e solo di quelle monogeniche. Il legame con la malattia è un prerequisito esserci, se poi sia debole o forte qui non è detto. Non c¹è spazio per altro, se non è certo che il mio gene di riferimento è legato ad una malattia genetica monogenica è inutile perdere tempo.
Saluti, Patrizio Dimitri
Da: Stefano Schiaffino stefano.schiaffino@unipd.it Risposta: Università e Ricerca Forum universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Data: Mon, 20 Dec 2010 00:23:36 +0100 A: Università e Ricerca Forum universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Cc: renzo@rubele.eu Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: su ricerca di base e ricerca finalizzata
In realtà il direttore scientifico di Telethon ha ragione: la ricerca di base spetta principalmente allo stato, dovrebbe essere un suo dovere primario. Le agenzie private (o charities) come Telethon sono legate da un mandato abbastanza preciso dei donatori. Di fatto poi la commissione scientifica di Telethon interpreta in modo abbastanza elastico questo mandato, almeno lo faceva quando ero membro della commissione diversi anni fa, e tende a premiare il merito scientifico anche se il legame con la malattia è tenue. Ancora oggi, come allora, la commissione è costituita quasi tutta di stranieri (v. http://www.telethon.it/ricerca-progetti/commissione-medico-scientifica), e nei bandi Telethon i due criteri su cui sono valutati i progetti, ³scientific merit² e ³proximity to cure² hanno un peso relativo rispettivamente del 90% e 10% (http://www.telethon.it/ricerca-progetti/ricercatori/bandi). Naturalmente al momento dello show televisivo emerge quasi solo la cura, per raccogliere più fondi. Sono d¹accordo che è triste che in Italia si parli di ricerca a livello del pubblico solo in questo modo, oltretutto la gente finisce per credere che per far ricerca bisogna fare collette, perché non è cosa che spetta allo stato.
Negli USA la ricerca di base in campo biomedico la fa l¹NIH, le charities hanno in genere un¹orientamento di ricerca applicata, con qualche eccezione importante come l¹Howard Hughes Medical Institute, un¹istituzione privata che identifica ricercatori meritevoli (da premi Nobel a giovani promettenti) e li finanzia lasciandoli lavorare liberamente su quel che vogliono. People, not projects! Christian De Duve, premio Nobel scopritore dei lisosomi, ha descritto molto bene come la sua scoperta dei lisosomi è venuta in modo imprevisto da ricerche orientate in tutt¹altro campo (insulina-diabete). Vi riporto un passo da un articolo (J Biol Chem 279:21679, 2004) in cui De Duve dà questi tre consigli, due ai giovani che entrano nella ricerca e il terzo a chi la finanzia:
First, choose your mentors well ŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠ.. Second, keep your eyes open for the odd or unexpected and never dismiss it simply because it does not fit within your program. If chance offers you a clue, follow the trail. You may not discover what you were looking for, but what you discover may be more interesting than what you were looking for. In retrospect, I find that my greatest luck came from the unforeseen: insulin that wasn¹t and mitochondria that weren¹t. My last recommendation is for the powers that be. Fund the investigator, not the investigation. Do please remember, I beseech you, this self-evident yet rarely recognized truth that science, at least its spearhead called basic research, explores the unknown and is therefore unable, by definition, to predict how useful or profitable its discoveries will be. Rather than demanding assurances on this account that cannot possibly be honestly provided, put your trust in the investigator¹s skill, instinct, curiosity, and motivation. This will produce the best research contributing best to the advancement of knowledge, the true aim of science. Whether useful or profitable applications arise from new knowledge will be revealed only after the fact.
Stefano Schiaffino
Il 19 dicembre 2010 23:16, P. Dimitri liviapat@inwind.it ha scritto:
Non conosco da vicino le modalità di assegnazione dei finanziamenti da parte di Telethon. Sono comunque certo che la risposta data dalla segretaria di Telethon sia sbagliata e non credo che sia condivisa dai ricercatori che si occupano di Telethon.(Non credo che sia opportuno fare questo tipo di domande ad una segretaria).
Mi correggo, non si trattava di una semplice "segretaria", ma di Francesca Pasinelli, direttrice scientifica della Fondazione Telethon, ecco perché la sua risposta a mio parere era abbastanza grave.
D'altra parte sia AIRC che Telethon hanno segnato una via che in Italia era sconosciuta e cioè quello della premiazione del merito scientifico, cosa pressocchè sconosciuta prima che queste due associazioni esistessero in Italia. Per il resto sono totalmente d'accordo sulla necessità di propagandare a tutti i livelli l'importanza della ricerca di base dalla quale possono scaturire ricerche di portata straordinaria, come quelle sull'RNA interference. Giancarlo Vecchio
Vorrei lanciare una provocazione, quante malattie genetiche sono state curate dopo un ventennio di Telethon?? Con questo non dico che telethon sia inutile, ma queste fondazioni per prime dovrebbero parlare chiaro a tutti i loro finanziatori, alla gente, alle famiglie che "sperano" e decidere una volta per tutte di indire bandi dedicati anche alla ricerca di base non finalizzata a malattie.
Saluti
c
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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