Questo incontro potrebbe essere interessante %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%% 27 aprile 2009 ore 18 - Pisa, Cinema Lumière L'UNIVERSITA' PROPOSTA DAL PD Partecipa il deputato Giovanni Bachelet http://www.pdpisa.it/sito/index.php?id=1064 %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
A proposito: qualcuno ha chiaro quali siano le proposte sul tappeto al momento? Continuano a circolare bozze e linee guida, ma la cosa non conribuisce a chiarire la situazione. Anzi.
Saluti, c.c.
Cari colleghi,
prendo spunto dalla richiesta di Carlo. Nell'ultima seduta del SA della Sapienza (21.4 us), il rettore ha comunicato che nel corso del seminario promosso dall'Aspen Institute Italia sulla governance nelle Università del 24.3, sono stati indicati i principali punti del provvedimento ministeriale che sarà sottoposto al Consiglio dei ministri: l'individuazione dei dipartimenti come struttura centrale dell'Università (con un numero minimo di 40 docenti afferenti); la previsione di una sovrastruttura di coordinamento dei Dipartimenti costituita da Facoltà o Scuole; una struttura di governance generale che precisi le funzioni di Senato accademico e Consiglio di amministrazione (ridotti nei numeri); una riforma del reclutamento docenti (idoneità nazionale e poi concorso locale).
Mentre, sulla centralita' dei dipartimenti, vi e' assonanza con le nostre proposte, il problema della governance, da noi lasciato in ombra per mancanza di indirizzi condivisi, la proposta ministeriale che sta emergendo sembra molto insidiosa. Le cose non dette nelle comunicazioni al SA sono relative alla compozione del CdA dove, oltre ad 1 rappresentante degli studenti ed 1 TAB, vi sarebbero 7 membri scelti dal rettore, di cui circa il 40% tra personalita' esterne al mondo accademico. Il SA si limiterebbe a valutare le questioni di offerta formativa, e forse ad approvare il bilancio annuale.
Non vi pare che ci siano tutti i presupposti di una governance all'italiana? Intanto si rafforzano i poteri del rettore in modo smisurato, qual'e' l'organo che fa da contrappeso al nostro monarca se il CdA e' prevalentemente scelto dallo stesso? Inoltre, fare entrare nei processi decisionali delle universita' personalita' esterne, come imprenditori o amministratori delegati, e' prematuro perche' manca assolutamente nel nostro paese un rapporto consolidato tra universita' e mondo imprenditoriale. Cosa danno in cambio gli autorevoli esponenti del mondo imprenditoriale? Sarebbero portatori di interessi del mondo industriale? Bene, ponendo di accettare questo discutibile principio, prima di avere il privilegio di entrare nel governo delle universita' dovrebbero mettere sul piatto investimenti seri, il che comporterbbe una trasformazione delle universita' in un sistema misto pubblico-privato. Ma non e' cosi', e soprattutto, NON vogliamo questo perche' lede il sacrosanto principio di autonomia delle Universita' e della ricerca.
Anche Claudio Procesi e' d'accordo su questi punti, tuttavia sostiene l'idea che si debbano produrre delle controproposte altrimenti perdiamo di credibilita'. Potremmo ad esempio chiedere che il governo predisponga un piano di investimenti per incentivare la ricerca in ambito industriale vincolati ad essere in parte destinati a progetti in joint venture universita'-industrie. Questo sarebbe un modo credibile di avviare un processo virtuoso di collaborazione tra universita' e mondo produttivo e prevedere a medio-lungo termine forme piu' strutturate di collaborazione, compresa la presenza in organi di gestione e controllo delle Universita'. Oggi come e' prefigurata la governance nella proposta sembra una sorta di commissariamento delle universita'.
Sarebbe auspicabile avviare una discussione in questa direzione.
Walter
A proposito: qualcuno ha chiaro quali siano le proposte sul tappeto al momento? Continuano a circolare bozze e linee guida, ma la cosa non conribuisce a chiarire la situazione. Anzi.
Saluti, c.c.
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Il documento introduttivo distribuito al seminario del 24/3 si trova in http//posso.dm.unipi.it/~traverso/Seminario24_3_09.pdf
(distribuito al nostro senato accademico, e diffuso dai rappresentanti di scienze)
Carlo
Scusate, un misprint nel link; correggo:
Il documento introduttivo distribuito al seminario del 24/3 si trova in http://posso.dm.unipi.it/~traverso/Seminario24_3_09.pdf
(distribuito al nostro senato accademico, e diffuso dai rappresentanti di scienze)
Carlo
Salve, c'è un documento più recente qui http://cnu.cineca.it/notizie06/ddl_bozza_2_aprileii.pdf che grosso modo ricalca quanto riportato nel link di Traverso ma molto più dettagliato( è un DDL); la parte relativa al reclutamento dei ricercatori è a mio avviso scandalosa! Saluti D.Caramelli
************************* David Caramelli Department of Evolutionary Biology Laboratory of Anthropology University of Florence Via del Proconsolo 12 50122 Florence- Italy tel +390552743021 fax+390552743038 *************************
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Carlo Traverso Inviato: domenica 26 aprile 2009 19.39 A: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] correzione link
Scusate, un misprint nel link; correggo:
Il documento introduttivo distribuito al seminario del 24/3 si trova in http://posso.dm.unipi.it/~traverso/Seminario24_3_09.pdf
(distribuito al nostro senato accademico, e diffuso dai rappresentanti di scienze)
Carlo
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anche io ritengo che dobbiamo affrontare questo problema della governance, continuo a dichiararmi poco esperto di queste tematiche.
La prima e minimale cosa che mi viene in mente e` che per lo meno bisognerebbe pretendere che, come nei sistemi presindenziali con alcuni contrappesi, le scelte del rettore dei membri del consiglio di amministrazione vengano sottoposte al senato (con audizioni opportune) per una necessaria approvazione. Comunque mi piacerebbe sentire le opinioni di chi ha riflettuto o ha esperienza diretta in queste cose.
claudio
On Apr 26, 2009, at 6:59 PM, Walter Lacarbonara wrote:
Cari colleghi,
prendo spunto dalla richiesta di Carlo. Nell'ultima seduta del SA della Sapienza (21.4 us), il rettore ha comunicato che nel corso del seminario promosso dall'Aspen Institute Italia sulla governance nelle Università del 24.3, sono stati indicati i principali punti del provvedimento ministeriale che sarà sottoposto al Consiglio dei ministri: l'individuazione dei dipartimenti come struttura centrale dell'Università (con un numero minimo di 40 docenti afferenti); la previsione di una sovrastruttura di coordinamento dei Dipartimenti costituita da Facoltà o Scuole; una struttura di governance generale che precisi le funzioni di Senato accademico e Consiglio di amministrazione (ridotti nei numeri); una riforma del reclutamento docenti (idoneità nazionale e poi concorso locale).
Mentre, sulla centralita' dei dipartimenti, vi e' assonanza con le nostre proposte, il problema della governance, da noi lasciato in ombra per mancanza di indirizzi condivisi, la proposta ministeriale che sta emergendo sembra molto insidiosa. Le cose non dette nelle comunicazioni al SA sono relative alla compozione del CdA dove, oltre ad 1 rappresentante degli studenti ed 1 TAB, vi sarebbero 7 membri scelti dal rettore, di cui circa il 40% tra personalita' esterne al mondo accademico. Il SA si limiterebbe a valutare le questioni di offerta formativa, e forse ad approvare il bilancio annuale.
Non vi pare che ci siano tutti i presupposti di una governance all'italiana? Intanto si rafforzano i poteri del rettore in modo smisurato, qual'e' l'organo che fa da contrappeso al nostro monarca se il CdA e' prevalentemente scelto dallo stesso? Inoltre, fare entrare nei processi decisionali delle universita' personalita' esterne, come imprenditori o amministratori delegati, e' prematuro perche' manca assolutamente nel nostro paese un rapporto consolidato tra universita' e mondo imprenditoriale. Cosa danno in cambio gli autorevoli esponenti del mondo imprenditoriale? Sarebbero portatori di interessi del mondo industriale? Bene, ponendo di accettare questo discutibile principio, prima di avere il privilegio di entrare nel governo delle universita' dovrebbero mettere sul piatto investimenti seri, il che comporterbbe una trasformazione delle universita' in un sistema misto pubblico-privato. Ma non e' cosi', e soprattutto, NON vogliamo questo perche' lede il sacrosanto principio di autonomia delle Universita' e della ricerca.
Anche Claudio Procesi e' d'accordo su questi punti, tuttavia sostiene l'idea che si debbano produrre delle controproposte altrimenti perdiamo di credibilita'. Potremmo ad esempio chiedere che il governo predisponga un piano di investimenti per incentivare la ricerca in ambito industriale vincolati ad essere in parte destinati a progetti in joint venture universita'-industrie. Questo sarebbe un modo credibile di avviare un processo virtuoso di collaborazione tra universita' e mondo produttivo e prevedere a medio-lungo termine forme piu' strutturate di collaborazione, compresa la presenza in organi di gestione e controllo delle Universita'. Oggi come e' prefigurata la governance nella proposta sembra una sorta di commissariamento delle universita'.
Sarebbe auspicabile avviare una discussione in questa direzione.
Walter
A proposito: qualcuno ha chiaro quali siano le proposte sul tappeto al momento? Continuano a circolare bozze e linee guida, ma la cosa non conribuisce a chiarire la situazione. Anzi.
Saluti, c.c.
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Cari colleghi,
Spiego perché non sono d'accordo con la proposta di Walter che, per convenienza, allego qui sotto:
Potremmo ad esempio chiedere che il governo predisponga un piano di investimenti per incentivare la ricerca in ambito industriale vincolati ad essere in parte destinati a progetti in joint venture universita'-industrie. Questo sarebbe un modo credibile di avviare un processo virtuoso di collaborazione tra universita' e mondo produttivo e prevedere a medio-lungo termine forme piu' strutturate di collaborazione, compresa la presenza in organi di gestione e controllo delle Universita'.
Credo che una presenza di rappresentanti dell'industria negli organi accademici che sia legata a precisi progetti di collaborazione Università-Industria sia potenzialmente dannosa.
L'Università è innanzitutto luogo di ricerca di base. Noi vogliamo che vivano e prosperino anche i grecisti.
Non vi è nulla di male nel ricevere finanziamenti (anche ingenti) da fonti private. Questi finanziamenti però è meglio che siano slegati da precisi progetti di collaborazione Università-Industria.
Secondo me la via maestra per i finanziamenti privati è quella delle donazioni con fortissimi incentivi fiscali, magari allungandone l'effetto negli anni e legando questi prolungamenti alla efficacia dei finanziamenti stessi.
Come conseguenza chi rappresenta questi finanziamenti non avrà a cuore un progetto specifico di collaborazione Università-Industria ma l'andamento generale dell' Università o del Dipartimento finanziato. Quello che preoccuperà un tale rappresentante sarà se i nostri grecisti sono migliori o peggiori di quelli di Gottinga o di Harvard, e non se i nostri ingegneri si occupano dei freni della Fiat Punto o dei vaccini della Glaxo, progetti questi che possono trovare finanziamenti mirati, ma che non devono implicare rappresentanza negli organi di governo.
Cordiali saluti,
Enrico Arbarello.
Caro Walter,
sono d'accordo col tuo punto di vista, eccetto che sulla questione di principio
il che comporterbbe una trasformazione delle universita' in un sistema misto pubblico-privato. Ma non e' cosi', e soprattutto, NON vogliamo questo perche' lede il sacrosanto principio di autonomia delle Universita' e della ricerca.
Mi pare che anche le universita` statali americane facciano leva in parte su fondi privati, ma, che io sappia, cio` non lede l'autonomia della ricerca (almeno, io in periodi meno caldi di adesso feci una domanda specifica a un professore supportato oltreoceano in parte da fondi privati chiedendogli se cio` non ledeva la sua autonomia, e lui mi rispose simpaticamente `bullshit'...).
Oltretutto, se il nostro sistema valutazione+concorrenza funzionasse davvero (?), il magnate non avrebbe interesse a svilire la ricerca che lui stesso supporta confinandola in brute applicazioni di limitato interesse, perche` cio` farebbe crollare il ranking dell'universita` e quindi influirebbe negativamente sulla sua immagine.
Il problema mi pare pratico, piu` che di principi sacri o santi - chi sarebbe in Italia il magnate che ci sponsorizza in cambio di un ritorno di immagine? E noi, potremmo fornire un ritorno di immagine spendibile dal magnate sul mercato italiano?
Anche in questa protesta, proporrei pragmatismo, pochi slogan e nessun principio...
Ciao, E.
universitas_in_trasformazione@lists.dm.unipi.it