Sembra che la Finanziaria prescriva a *tutte* le amministrazioni pubbliche di dimezzare le spese per le missioni all'estero.
Quando l'ho sentito, non riuscivo a credere che la cosa riguardasse anche le missioni per convegni all'estero di docenti e ricercatori; invece leggendo l'art. 6.12 DL 31 maggio 2010 n. 78 sembra proprio che la cosa riguardi pure noi. http://www.governo.it/Governo/Provvedimenti/dettaglio.asp?d=57979
Disincentivare le missioni all'estero dei docenti è, per dirla con Fantozzi, "una cagata pazzesca".
Tra l'altro la nostra amministrazione (Pisa) ha recepito prontamente la norma, e sta cercando anche di rendere piu' rigidi i vincoli e gli adempimenti burocratici per ottenere il rimborso spese (si veda http://info.iet.unipi.it/~luigi/missioni/)
Alcune domande:
1) voglio sperare che si tratti di una svista: pensate ci sia modo di farlo presente "a chi di dovere"?
2) cosa succede negli altri atenei? è la nostra amministrazione che dà i numeri o provvedimenti analoghi vengono presi in tutta Italia?
Saluti, c.c.
PS: Domani parto per un convegno a Warwick. Qualcuno sa come si dice "scontrino parlante" in inglese? :)
Ma l'articolo 2 del DL che citi chiarisce che le universita' ed enti di ricerca non rientrano in queste norme, questo e' ribadito nell'articolo 6 comma 8 per quanto riguarda l'organizzazione di convegni. Mi sembra un errore interpretativo della vostra amministrazione. Per ora a Torino non e' arrivata nessuna notizia di questo genere. Spero di non stare sbagliando.
Laura Sacerdote
2010/9/5 carminat@dm.unipi.it
Sembra che la Finanziaria prescriva a *tutte* le amministrazioni pubbliche di dimezzare le spese per le missioni all'estero.
Quando l'ho sentito, non riuscivo a credere che la cosa riguardasse anche le missioni per convegni all'estero di docenti e ricercatori; invece leggendo l'art. 6.12 DL 31 maggio 2010 n. 78 sembra proprio che la cosa riguardi pure noi. http://www.governo.it/Governo/Provvedimenti/dettaglio.asp?d=57979
Disincentivare le missioni all'estero dei docenti è, per dirla con Fantozzi, "una cagata pazzesca".
Tra l'altro la nostra amministrazione (Pisa) ha recepito prontamente la norma, e sta cercando anche di rendere piu' rigidi i vincoli e gli adempimenti burocratici per ottenere il rimborso spese (si veda http://info.iet.unipi.it/~luigi/missioni/http://info.iet.unipi.it/%7Eluigi/missioni/ )
Alcune domande:
- voglio sperare che si tratti di una svista: pensate ci sia modo di
farlo presente "a chi di dovere"?
- cosa succede negli altri atenei? è la nostra amministrazione che dà i
numeri o provvedimenti analoghi vengono presi in tutta Italia?
Saluti, c.c.
PS: Domani parto per un convegno a Warwick. Qualcuno sa come si dice "scontrino parlante" in inglese? :) _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Temo che l'interpretazione di Laura non regga, l'art. 2 non si estende a tutto il provvedimento (come testimonia fra l'altro il fatto che l'universita' e' poi citata nel 6.8) e il 6.8 puntualizza che "le disposizioni del presente comma (non si applicano ai convegni organizzati dalle universita'.....)", ma il 6.12 e' un altro comma, e il fatto che l'universita' sia citata nel 6.8 e non nel 6.12 sembra indicare che sia inclusa.
Si potrebbe argomentare che nel caso della ricerca si tratta di spese che non vanno a bilancio in quanto tali, ma tramite i dipartimenti, che hanno autonomia finanziaria, e all'interno dei dipartimenti su poste a loro volta autonome riguardanti fondi dedicati. Ma naturalmente l'universita' di Pisa se c'e' da interpretare una norma un maniera becera non si lascia sfuggire la possibilita'.
Andrebbe charito che le missioni di ricerca non sono costi ma investimenti, e che non sono spese rilocabili ma previste specificamente in quanto tali nei finanziamenti per l'esecuzione di ricerche. Altri ministeri, difesa e custura, hanno fatto inserire apposite riserve per quanto di loro competenza, ma il nostro ministro nemmeno sa cosa e' la ricerca scientifica.
Carlo Traverso
Avendo seguito la discussione del taglio delle missioni per quanto riguarda gli enti di ricerca, mi sento di affermare che, purtroppo, il taglio si applica alla trasferte per conferenze all'estero. Anzi, si applica in modo particolare su questa voce, in quanto le trasferte svolte nel contesto di collaborazioni internazionali basate su convenzioni, memorandum of undertstanding ed altri accordi simili, dovrebbero essere risparmiate da questo taglio ( e questo riguarda una parte sostanziale delle attività di ricerca degli EPR che richiedono molte missioni all'estero), mentre proprio i viaggi legati alla partecipazione a conferenze, non possono essere "protetti" da accordi di questo tipo.
A proposito, per chi non lo sapesse, oltre al taglio delle missioni, c'e' l'abolizione della diaria con il passaggio al rimborso spese. Questo non riguarda l'università dove la diaria all'estero non c'era già piu', ma gli EPR. Bene, questo provvedimento era motivato dalle spese ingenti di missioni all'estero del MAE (Ministero degli Affari Esteri) per i corpi diplomatici. Le missioni militari all'estero erano subito state esentate (per ovvi motivi). Ricordate lo sciopero delle feluche prima dell'estate ? Seguito da un incontro con Berlusconi ? Bene hanno esentato questa categoria per cui le cose vanno come prima. Mentre per le missioni degli EPR, la diaria è sparita, in italia come all'estero. Qualcuno dovrà spiegarci (ancora non è successo) come si faccia a stare 6-12 o piu'mesi all'estero, ad un telescopio come al CERN, a rimborso spese, vale a dire senza potere pagare la spesa al supermercato ( mica si puo' mangiare sempre al ristorante) o pagarsi un affitto di un appartamento (solo gli hotel sono rimborsati) e perdendo soldi per tutte quelle cose che di fatto uno deve acquistare per vivere ma non sono rimborsabili dallo stato.
Per cui....... welcome nell' università della seconda finanziaria triennale di Tremonti (o di quello che resta...)
Roberto Battiston
On 05/09/10 07:13, "Carlo Traverso" traverso@posso.dm.unipi.it wrote:
Temo che l'interpretazione di Laura non regga, l'art. 2 non si estende a tutto il provvedimento (come testimonia fra l'altro il fatto che l'universita' e' poi citata nel 6.8) e il 6.8 puntualizza che "le disposizioni del presente comma (non si applicano ai convegni organizzati dalle universita'.....)", ma il 6.12 e' un altro comma, e il fatto che l'universita' sia citata nel 6.8 e non nel 6.12 sembra indicare che sia inclusa.
Si potrebbe argomentare che nel caso della ricerca si tratta di spese che non vanno a bilancio in quanto tali, ma tramite i dipartimenti, che hanno autonomia finanziaria, e all'interno dei dipartimenti su poste a loro volta autonome riguardanti fondi dedicati. Ma naturalmente l'universita' di Pisa se c'e' da interpretare una norma un maniera becera non si lascia sfuggire la possibilita'.
Andrebbe charito che le missioni di ricerca non sono costi ma investimenti, e che non sono spese rilocabili ma previste specificamente in quanto tali nei finanziamenti per l'esecuzione di ricerche. Altri ministeri, difesa e custura, hanno fatto inserire apposite riserve per quanto di loro competenza, ma il nostro ministro nemmeno sa cosa e' la ricerca scientifica.
Carlo Traverso
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Intervengo per gi ERP.
Già almeno dal 2001, un gruppo spontaneo inter-ente tipo "Comitato di salute pubblica" aveva notato palesi ANOMALIE ( confronto con analoghe isituzioni paesi OCSE) tra spese per apparecchiature, disposables (burocraticamente, materiale non inventariabile) curiosisime "spese per le pubblicazioni" (qui approfondisco solo dietro richiesta personale, sotto stretta confidenzialità) e in alcuni ERP, spese per personale tipo cococo, poi cococo, consulenti vari, borsisti dottorandi. Anche le spese per le missioni apparvero una "variabile impazzita", e ci fu un corale impegno a monitorare quelle mirate a circuiti professionali d'eccellenza, a proporre la presentazione di dati raccolti di particolare interesse PRIVILEGIANDO L'ESPOSIZIONE di essi da parte dei giovani talentuosi che li avevano effettivamente raccolti (fattore anagrafico-generazionale). Per gli ultra-cinquantenni, vigeva già nel laboratorio di Daniel Bovet l'impegno dentologico a rarefare strutturalmente le missioni non rimborsate come invited speaker (come IS full costs, non come mera "diminuzione" per es. delle spesso assai onerose, almeno in biomedicina, spese di iscrizione al congresso).
Con poche, evidenti eccezioni tecniche. Per le permanenze "lunghe" tipo cern o primatologi a gottinga o topi transgenici nel circuito EU esistono precisi accordi internazionali e non mi pare siano scarsissimi i fondi EU mirati e "dedicati". Certamente prevedono una programmazione su tempi medi, forse questo è il punto che le rende impossibili ad alcune tipologie direi più esistenziali che professionali.
Temo che l'incapacità attuale degli addetti tecnici della "conoscenza" a mantenere deontologia professionali che altrove (paesi OCSE) sono uno standard riconosciuto e strutturale, offra il fianco a chi va effettuando tagli comunque poco oculati a colpi di ascia bipenne: ma, forse con crescente solitudine professionale , vorrei far riflettere UNIVESITAS sulle (crescenti?) debolezze del sistema ERP (e non solo?), sulle palesi anomalie delle "piramidi rovesciate" dove i generali sono molto più numerosi dei caporali, e sul crescente malumore, e separatezza e autoreferenzialità, "nostra" nei confronti di un Paese dove la cassa integrazione raggiunge livelli altrove minori e magari decrescenti. E dove andrebbe (forse) promossa con efficacia la responsabilizzazione deontologica degli addetti alla promozione, manutenzione e diffusione della cultura e "sapienza" ai giovani: e a un numero crescente di adulti professionalmente riconvertibili( perchè espulsi da un processo produttivo non più "competitivo") di conoscenze sulle quali innestare professianalità adeguate ai tempi.
Scusatemi qualche domenicale involuzione espositiva.
Enrico Alleva
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Avendo seguito la discussione del taglio delle missioni per quanto riguarda gli enti di ricerca, mi sento di affermare che, purtroppo, il taglio si applica alla trasferte per conferenze all'estero. Anzi, si applica in modo particolare su questa voce, in quanto le trasferte svolte nel contesto di collaborazioni internazionali basate su convenzioni, memorandum of undertstanding ed altri accordi simili, dovrebbero essere risparmiate da questo taglio ( e questo riguarda una parte sostanziale delle attività di ricerca degli EPR che richiedono molte missioni all'estero), mentre proprio i viaggi legati alla partecipazione a conferenze, non possono essere "protetti" da accordi di questo tipo.
A proposito, per chi non lo sapesse, oltre al taglio delle missioni, c'e' l'abolizione della diaria con il passaggio al rimborso spese. Questo non riguarda l'università dove la diaria all'estero non c'era già piu', ma gli EPR. Bene, questo provvedimento era motivato dalle spese ingenti di missioni all'estero del MAE (Ministero degli Affari Esteri) per i corpi diplomatici. Le missioni militari all'estero erano subito state esentate (per ovvi motivi). Ricordate lo sciopero delle feluche prima dell'estate ? Seguito da un incontro con Berlusconi ? Bene hanno esentato questa categoria per cui le cose vanno come prima. Mentre per le missioni degli EPR, la diaria è sparita, in italia come all'estero. Qualcuno dovrà spiegarci (ancora non è successo) come si faccia a stare 6-12 o piu'mesi all'estero, ad un telescopio come al CERN, a rimborso spese, vale a dire senza potere pagare la spesa al supermercato ( mica si puo' mangiare sempre al ristorante) o pagarsi un affitto di un appartamento (solo gli hotel sono rimborsati) e perdendo soldi per tutte quelle cose che di fatto uno deve acquistare per vivere ma non sono rimborsabili dallo stato.
Per cui....... welcome nell' università della seconda finanziaria triennale di Tremonti (o di quello che resta...)
Roberto Battiston
On 05/09/10 07:13, "Carlo Traverso" traverso@posso.dm.unipi.it wrote:
Temo che l'interpretazione di Laura non regga, l'art. 2 non si estende a tutto il provvedimento (come testimonia fra l'altro il fatto che l'universita' e' poi citata nel 6.8) e il 6.8 puntualizza che "le disposizioni del presente comma (non si applicano ai convegni organizzati dalle universita'.....)", ma il 6.12 e' un altro comma, e il fatto che l'universita' sia citata nel 6.8 e non nel 6.12 sembra indicare che sia inclusa.
Si potrebbe argomentare che nel caso della ricerca si tratta di spese che non vanno a bilancio in quanto tali, ma tramite i dipartimenti, che hanno autonomia finanziaria, e all'interno dei dipartimenti su poste a loro volta autonome riguardanti fondi dedicati. Ma naturalmente l'universita' di Pisa se c'e' da interpretare una norma un maniera becera non si lascia sfuggire la possibilita'.
Andrebbe charito che le missioni di ricerca non sono costi ma investimenti, e che non sono spese rilocabili ma previste specificamente in quanto tali nei finanziamenti per l'esecuzione di ricerche. Altri ministeri, difesa e custura, hanno fatto inserire apposite riserve per quanto di loro competenza, ma il nostro ministro nemmeno sa cosa e' la ricerca scientifica.
Carlo Traverso
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Dr. Enrico Alleva Director, Section of Behavioural Neurosciences Dipartimento di Biologia cellulare e Neuroscienze Istituto Superiore di Sanità Viale Regina Elena, 299 I-00161 Rome, Italy (block 19, floor 3, room 2)
President, Italian Society for the Study of Animal Behaviour (Società Italiana di Etologia) http://w3.uniroma1.it/sie/
Tel.: +39-06-4990-2352/3179 Fax: +39-06-4957821 e-mail: alleva@iss.it
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