http://peppemt83.wordpress.com/2011/12/10/mamma-mi-compri-lenciclopedia-devo...
vi invito a leggere questa storia relativa al ministro Fornero e alla carriera accademica di sua figlia (unito). Spero con tutto il cuore che sia una bufala. Se è vera c'è da riflettere e molto.
saluti anna
vera o no, in ogni caso direi che basta e avanza il viceministro Martone ordinario a 29 anni....(ma chi è, Heisenberg?) Piero Lattanzi
-------------------------------------------------- From: "anna painelli" anna.painelli@unipr.it Sent: Sunday, January 29, 2012 12:27 PM To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
http://peppemt83.wordpress.com/2011/12/10/mamma-mi-compri-lenciclopedia-devo...
vi invito a leggere questa storia relativa al ministro Fornero e alla carriera accademica di sua figlia (unito). Spero con tutto il cuore che sia una bufala. Se è vera c'è da riflettere e molto.
saluti anna
-- Anna Painelli Dip. Chimica GIAF Parma University tel 0521-905461 fax 0521-905556 _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Beh a dire il vero Heisenberg è diventato ordinario a 26 anni:
(Wiki) In 1927, Heisenberg was appointed *ordentlicher Professor*(ordinarius professor) of theoretical physics and head of the department of physics at the Universität Leipzighttp://en.wikipedia.org/wiki/University_of_Leipzig
... cribbio ! LuCa
Luca Di Persio - PhD Dept. Math University of Trento V. Sommarive, 14 - 38100 Povo - Italy Work : +39 0461 881686 (Trento) +39 0471 013009 (Bolzano)
quindi Martone sarebbe appena meno bravo di Heisenberg...
-------------------------------------------------- From: "Luca di persio" dipersioluca@gmail.com Sent: Sunday, January 29, 2012 12:57 PM To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
Beh a dire il vero Heisenberg è diventato ordinario a 26 anni:
(Wiki) In 1927, Heisenberg was appointed *ordentlicher Professor*(ordinarius professor) of theoretical physics and head of the department of physics at the Universität Leipzighttp://en.wikipedia.org/wiki/University_of_Leipzig
... cribbio ! LuCa
Luca Di Persio - PhD Dept. Math University of Trento V. Sommarive, 14 - 38100 Povo - Italy Work : +39 0461 881686 (Trento) +39 0471 013009 (Bolzano) _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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... di Martone (figlio) già sapete, vero ?
http://www.repubblica.it/rubriche/la-scuola-siamo-noi/2012/01/26/news/marton...
LuCa
Luca Di Persio - PhD Dept. Math University of Trento V. Sommarive, 14 - 38100 Povo - Italy Work : +39 0461 881686 (Trento) +39 0471 013009 (Bolzano)
francamente questa mi sembra meno scandalosa di Martone indubbiamente c'è una mancanza di stile e di senso dell'opportunità, da parte sopratutto del Ministro, ma questa Deaglio ha oltre 140 pubblicazioni registrate da ISI e h-index 25, quindi non dev'essere proprio un bluff PL
-------------------------------------------------- From: "anna painelli" anna.painelli@unipr.it Sent: Sunday, January 29, 2012 12:27 PM To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
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saluti anna
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mi permetto di insistere. Anche se la Deaglio fosse Einstein redivivo il problema ci sarebbe. Mi permetto di copiare un post di Giuseppe de Nicolao che secondo me illustra molto bene il problema *** La figlia potrebbe essere bravissima (e lo speriamo tutti). Ciò che mi interessa è l'aspetto strutturale. Con queste norme non c'è difesa contro interessi particolari in grado di alterare le assegnazioni dei progetti di ricerca vuoi per potere economico che politico. Il PRIN-kakuro che ridurrà la selezione dei progetti di ricerca ad una lotta di lobbies chiude il cerchio: chi ha il potere assegna i titoli di eccellenza, i titoli di eccellenza legittimano le carriere e l'ascesa al potere. In nome della presunta meritocrazia è stata aperta una breccia che rischia di assoggettare l'università a poteri e interessi esterni. ***** mi sa tanto che Giuseppe ha ragione.
saluti
2012/1/29 Piero Lattanzi lattanzp@unica.it
francamente questa mi sembra meno scandalosa di Martone indubbiamente c'è una mancanza di stile e di senso dell'opportunità, da parte sopratutto del Ministro, ma questa Deaglio ha oltre 140 pubblicazioni registrate da ISI e h-index 25, quindi non dev'essere proprio un bluff PL
From: "anna painelli" anna.painelli@unipr.it Sent: Sunday, January 29, 2012 12:27 PM To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
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saluti anna
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Perfettamente d'accordo con Anna.
Anche solo per fare *esercitazioni* (di probabilità !) all'interno del "Corso di laurea in Viticoltura ed Enologia" (!!) devo dichiarare di
*"non avere alcun grado di parentela o affinità, fino al quarto grado compreso, con alcun Professore appartenente alla Facoltà/Dipartimento presso cui svolgerà l’attività di cui all’allegato contratto, né con il Rettore, né con il Direttore Generale o un componente del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo."*
LuCa
Il giorno 29 gennaio 2012 18:00, anna painelli anna.painelli@unipr.it ha scritto:
mi permetto di insistere. Anche se la Deaglio fosse Einstein redivivo il problema ci sarebbe. Mi permetto di copiare un post di Giuseppe de Nicolao che secondo me illustra molto bene il problema
La figlia potrebbe essere bravissima (e lo speriamo tutti). Ciò che mi interessa è l'aspetto strutturale. Con queste norme non c'è difesa contro interessi particolari in grado di alterare le assegnazioni dei progetti di ricerca vuoi per potere economico che politico. Il PRIN-kakuro che ridurrà la selezione dei progetti di ricerca ad una lotta di lobbies chiude il cerchio: chi ha il potere assegna i titoli di eccellenza, i titoli di eccellenza legittimano le carriere e l'ascesa al potere. In nome della presunta meritocrazia è stata aperta una breccia che rischia di assoggettare l'università a poteri e interessi esterni.
mi sa tanto che Giuseppe ha ragione.
saluti
2012/1/29 Piero Lattanzi lattanzp@unica.it
francamente questa mi sembra meno scandalosa di Martone indubbiamente c'è una mancanza di stile e di senso dell'opportunità, da parte sopratutto del Ministro, ma questa Deaglio ha oltre 140
pubblicazioni
registrate da ISI e h-index 25, quindi non dev'essere proprio un bluff PL
From: "anna painelli" anna.painelli@unipr.it Sent: Sunday, January 29, 2012 12:27 PM To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
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vi invito a leggere questa storia relativa al ministro Fornero e alla carriera accademica di sua figlia (unito). Spero con tutto il cuore che sia una bufala. Se è vera c'è da riflettere e molto.
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mi vedo costretta a rettificare sul caso specifico: apparentemente la Deaglio ha avuto l'idoneità in un corcorso del 2008, e quindi la commisione non avrebbe potuto/dovuto tener conto dei finanziamenti ottenuti successivamente http://www.uffdoc.unich.it/6sedmed03IIfasciaI2008psi.htm (vi sto riportando in diretta quel che chiunque può leggere sul gruppo ROARS su facebook)
Lasciamo quindi in pace la Deaglio
Il problema dell'autorefenzialità dei meccanismi premiali però esiste, eccome. Temo davvero che la meritocrazia possa essere un'arma a doppio taglio.
saluti anna
2012/1/29 Luca di persio dipersioluca@gmail.com
Perfettamente d'accordo con Anna.
Anche solo per fare *esercitazioni* (di probabilità !) all'interno del "Corso di laurea in Viticoltura ed Enologia" (!!) devo dichiarare di
*"non avere alcun grado di parentela o affinità, fino al quarto grado compreso, con alcun Professore appartenente alla Facoltà/Dipartimento presso cui svolgerà l’attività di cui all’allegato contratto, né con il Rettore, né con il Direttore Generale o un componente del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo."*
LuCa
Il giorno 29 gennaio 2012 18:00, anna painelli anna.painelli@unipr.it ha scritto:
mi permetto di insistere. Anche se la Deaglio fosse Einstein redivivo il problema ci sarebbe. Mi permetto di copiare un post di Giuseppe de
Nicolao
che secondo me illustra molto bene il problema
La figlia potrebbe essere bravissima (e lo speriamo tutti). Ciò che mi interessa è l'aspetto strutturale. Con queste norme non c'è difesa contro interessi particolari in grado di alterare le assegnazioni dei progetti
di
ricerca vuoi per potere economico che politico. Il PRIN-kakuro che
ridurrà
la selezione dei progetti di ricerca ad una lotta di lobbies chiude il cerchio: chi ha il potere assegna i titoli di eccellenza, i titoli di eccellenza legittimano le carriere e l'ascesa al potere. In nome della presunta meritocrazia è stata aperta una breccia che rischia di assoggettare l'università a poteri e interessi esterni.
mi sa tanto che Giuseppe ha ragione.
saluti
2012/1/29 Piero Lattanzi lattanzp@unica.it
francamente questa mi sembra meno scandalosa di Martone indubbiamente c'è una mancanza di stile e di senso dell'opportunità, da parte sopratutto del Ministro, ma questa Deaglio ha oltre 140
pubblicazioni
registrate da ISI e h-index 25, quindi non dev'essere proprio un bluff PL
From: "anna painelli" anna.painelli@unipr.it Sent: Sunday, January 29, 2012 12:27 PM To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
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saluti anna
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--
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Sono professore ordinario ma non ho figli (all'universita') e ho una moglie insegnante elementare. Non ho neppure amanti. Detto questo mi pare che si stiano inseguendo le ombre (chimatele pure "aspetto strutturale"). Se il figlio di un docente di lingua svedese vuol studiare lingua svedese deve emigrare per non essere "contagiato" dal dipartimento del padre (o della madre) ? Fermo restando il fatto tutto italico che si da' (o si vuol dare?) via libera a chi ha ("solo") il cognome diverso cioe' il famoso "abituale commensale" (per usare un eufemismo). Se la signorinna in questione ha 140 pubblicazioni di valore (a me non genetico paiono tante!), lasciamo perdere le altre considerazioni. Ci si fa solo del male da soli!! g.anichini
----- Messaggio da anna.painelli@unipr.it --------- Data: Sun, 29 Jan 2012 18:00:45 +0100 Da: anna painelli anna.painelli@unipr.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto) A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
mi permetto di insistere. Anche se la Deaglio fosse Einstein redivivo il problema ci sarebbe. Mi permetto di copiare un post di Giuseppe de Nicolao che secondo me illustra molto bene il problema
La figlia potrebbe essere bravissima (e lo speriamo tutti). Ciò che mi interessa è l'aspetto strutturale. Con queste norme non c'è difesa contro interessi particolari in grado di alterare le assegnazioni dei progetti di ricerca vuoi per potere economico che politico. Il PRIN-kakuro che ridurrà la selezione dei progetti di ricerca ad una lotta di lobbies chiude il cerchio: chi ha il potere assegna i titoli di eccellenza, i titoli di eccellenza legittimano le carriere e l'ascesa al potere. In nome della presunta meritocrazia è stata aperta una breccia che rischia di assoggettare l'università a poteri e interessi esterni.
mi sa tanto che Giuseppe ha ragione.
saluti
2012/1/29 Piero Lattanzi lattanzp@unica.it
francamente questa mi sembra meno scandalosa di Martone indubbiamente c'è una mancanza di stile e di senso dell'opportunità, da parte sopratutto del Ministro, ma questa Deaglio ha oltre 140 pubblicazioni registrate da ISI e h-index 25, quindi non dev'essere proprio un bluff PL
From: "anna painelli" anna.painelli@unipr.it Sent: Sunday, January 29, 2012 12:27 PM To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
http://peppemt83.wordpress.com/2011/12/10/mamma-mi-compri-lenciclopedia-devo...
vi invito a leggere questa storia relativa al ministro Fornero e alla carriera accademica di sua figlia (unito). Spero con tutto il cuore che sia una bufala. Se è vera c'è da riflettere e molto.
saluti anna
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----- Fine del messaggio da anna.painelli@unipr.it -----
La rovina del nostro sistema (e non certo solo dell'Università) sono i sottili manicheismi, distinguo e sottodistinguo che si introducono di volta in volta per far quadrare sempre il cerchio. Il problema non é certo quello di stabilire quanto sia o non sia brava la Deaglio. Basta la banale considerazione che se avessimo un sistema realmente basato sul merito (e così non é, e mai sarà in Italia) chi é bravo troverebbe spazio in Istituzioni diverse rispetto a quelle dei genitori... Il problema é che ci dovrebbe essere un principio etico (e non una Legge) che dovrebbe impedire ai figli di fare carriera nell'Università dei genitori. La soluzione sarebbe estremamente semplice se un principio del genere fosse realmente condiviso da TUTTA (o quasi tutta) la comunità scientifica, insomma se fosse una cultura dominante; ma poiché così non é, si cerca di sopperire introducendo nuove Leggi e Leggine che non servono assolutamente a nulla. Non é che all'estero ci sia il mondo ideale dove tutto funziona alla perfezione. Solo che hanno un senso della decenza diverso da quello dominante nella nostra cultura. Le porcherie si verificano dovunque, ma non si ricorre, come facciamo noi, sempre e comunque a distinguo e sottodistinguo per giustificare tutto e tutti. B. De Vivo
----- Original Message ----- From: giuseppe.anichini@unifi.it To: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 29, 2012 6:56 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
Sono professore ordinario ma non ho figli (all'universita') e ho una moglie insegnante elementare. Non ho neppure amanti. Detto questo mi pare che si stiano inseguendo le ombre (chimatele pure "aspetto strutturale"). Se il figlio di un docente di lingua svedese vuol studiare lingua svedese deve emigrare per non essere "contagiato" dal dipartimento del padre (o della madre) ? Fermo restando il fatto tutto italico che si da' (o si vuol dare?) via libera a chi ha ("solo") il cognome diverso cioe' il famoso "abituale commensale" (per usare un eufemismo). Se la signorinna in questione ha 140 pubblicazioni di valore (a me non genetico paiono tante!), lasciamo perdere le altre considerazioni. Ci si fa solo del male da soli!! g.anichini
----- Messaggio da anna.painelli@unipr.it --------- Data: Sun, 29 Jan 2012 18:00:45 +0100 Da: anna painelli anna.painelli@unipr.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto) A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
mi permetto di insistere. Anche se la Deaglio fosse Einstein redivivo il problema ci sarebbe. Mi permetto di copiare un post di Giuseppe de Nicolao che secondo me illustra molto bene il problema
La figlia potrebbe essere bravissima (e lo speriamo tutti). Ciò che mi interessa è l'aspetto strutturale. Con queste norme non c'è difesa contro interessi particolari in grado di alterare le assegnazioni dei progetti di ricerca vuoi per potere economico che politico. Il PRIN-kakuro che ridurrà la selezione dei progetti di ricerca ad una lotta di lobbies chiude il cerchio: chi ha il potere assegna i titoli di eccellenza, i titoli di eccellenza legittimano le carriere e l'ascesa al potere. In nome della presunta meritocrazia è stata aperta una breccia che rischia di assoggettare l'università a poteri e interessi esterni.
mi sa tanto che Giuseppe ha ragione.
saluti
2012/1/29 Piero Lattanzi lattanzp@unica.it
francamente questa mi sembra meno scandalosa di Martone indubbiamente c'è una mancanza di stile e di senso dell'opportunità, da parte sopratutto del Ministro, ma questa Deaglio ha oltre 140 pubblicazioni registrate da ISI e h-index 25, quindi non dev'essere proprio un bluff PL
From: "anna painelli" anna.painelli@unipr.it Sent: Sunday, January 29, 2012 12:27 PM To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
http://peppemt83.wordpress.com/2011/12/10/mamma-mi-compri-lenciclopedia-devo...
vi invito a leggere questa storia relativa al ministro Fornero e alla carriera accademica di sua figlia (unito). Spero con tutto il cuore che sia una bufala. Se è vera c'è da riflettere e molto.
saluti anna
-- Anna Painelli Dip. Chimica GIAF Parma University tel 0521-905461 fax 0521-905556 _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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----- Fine del messaggio da anna.painelli@unipr.it -----
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Ma vi rendete conto che state perdendo di vista i problemi, facendovi attrarre dai luoghi comuni? Ci vogliono concorsi meritocratici ma non discriminanti in base all'estrazione dei singoli. Non si puo' impedire per legge a qualcuno di partecipare a un concorso per le sue origini, si devono fare concorsi puliti. E' normale che il figlio di un universitario serio abbia interesse per la ricerca, non abbiamo detto che il nostro e' un gran bel lavoro (nonostante le sue difficolta' in Italia)? Tra l'altro, magari gli interessa un altro campo da quello del genitore e solo genitori potentissimi possono mettere il naso in concorsi di altri settori. Ma se sono potentissimi riusciranno a farlo anche in altri mestieri. Si deve togliere un diritto a tutti solo perche' non siamo capaci di ripulire certi malcostumi? Avete mai pensato a quanti grandi scienziati siano figli d'arte?
La costituzione recita che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge: vale anche i figli degli universitari! Bisogna condannare all'esilio i figli solo perche' i genitori fanno un mestiere analogo? Se vogliono andare altrove, liberi di farlo ma ritengo assurdo non possano partecipare a concorsi nella loro sede, se hanno i titoli per farlo.
Non so se la Deaglio sia piu' brava di altri concorrenti al suo concorso, ma solo questo e' il punto. Non di chi sia figlia. Se il concorso e' stato corretto non vedo su cosa accanirsi. Ha avuto dei fondi per le sue ricerche da un privato? Ha pero' un curriculum che sembra degno (almeno a una che si occupa d'altro). Non gridiamo allo scandalo per qualunque cosa: se ci sono vincitori indegni protestiamo perche' lo sono, non perche' i vincitori sono figli di.. Quanti concorsi hanno esiti dubbi annche se il vincitore non e' figlio di... Dobbiamo vietare la partecipazione a tutti quelli che si sono incontrati qualche volta? E se poi due commissioni in sedi diverse si mettessero d'accordo? .Il vero scandalo sono i nostri colleghi che barano quando sono commissari.
Ognuno puo' avere vantaggi dalla sua situazione familiare, e' la norma in mille situazioni. Alcuni magari sono ricchi e sopportano il precariato grazie ai soldi di famiglia o vanno ai congressi a loro spese perche' possono pagarselo. E' chiaro che siamo lontani dalla perfezione non inventiamoci problemi per nascondere quelli veri e soprattutto non cadiamo nei luoghi comuni..
Non credo sia questa la strada. Pensiamo a come uscire da questa situazione e reagiamo alla depressione che la crisi unita alle difficolta' dell'universita' sta favorendo.
Scusate la reazione, ammetto che i miei figli hanno interessi scientifici in settori diversi dal mio. Questo mi fa vedere i problemi in un'altra prospettiva da molti di voi ma vi chiedo: siete sicuri di non stare educando i vostri figli con la curiosita' dello scienziato con cui convivete giornalmente? Io non vedo perche' la mia esistenza debba farli discriminare se mai vorranno intraprendere la strada della ricerca. Laura Sacerdote
2012/1/29 Benedetto De Vivo bdevivo@unina.it
La rovina del nostro sistema (e non certo solo dell'Università) sono i sottili manicheismi, distinguo e sottodistinguo che si introducono di volta in volta per far quadrare sempre il cerchio. Il problema non é certo quello di stabilire quanto sia o non sia brava la Deaglio. Basta la banale considerazione che se avessimo un sistema realmente basato sul merito (e così non é, e mai sarà in Italia) chi é bravo troverebbe spazio in Istituzioni diverse rispetto a quelle dei genitori... Il problema é che ci dovrebbe essere un principio etico (e non una Legge) che dovrebbe impedire ai figli di fare carriera nell'Università dei genitori. La soluzione sarebbe estremamente semplice se un principio del genere fosse realmente condiviso da TUTTA (o quasi tutta) la comunità scientifica, insomma se fosse una cultura dominante; ma poiché così non é, si cerca di sopperire introducendo nuove Leggi e Leggine che non servono assolutamente a nulla. Non é che all'estero ci sia il mondo ideale dove tutto funziona alla perfezione. Solo che hanno un senso della decenza diverso da quello dominante nella nostra cultura. Le porcherie si verificano dovunque, ma non si ricorre, come facciamo noi, sempre e comunque a distinguo e sottodistinguo per giustificare tutto e tutti. B. De Vivo
----- Original Message ----- From: giuseppe.anichini@unifi.it To: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 29, 2012 6:56 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
Sono professore ordinario ma non ho figli (all'universita') e ho una moglie insegnante elementare. Non ho neppure amanti. Detto questo mi pare che si stiano inseguendo le ombre (chimatele pure "aspetto strutturale"). Se il figlio di un docente di lingua svedese vuol studiare lingua svedese deve emigrare per non essere "contagiato" dal dipartimento del padre (o della madre) ? Fermo restando il fatto tutto italico che si da' (o si vuol dare?) via libera a chi ha ("solo") il cognome diverso cioe' il famoso "abituale commensale" (per usare un eufemismo). Se la signorinna in questione ha 140 pubblicazioni di valore (a me non genetico paiono tante!), lasciamo perdere le altre considerazioni. Ci si fa solo del male da soli!! g.anichini
----- Messaggio da anna.painelli@unipr.it --------- Data: Sun, 29 Jan 2012 18:00:45 +0100 Da: anna painelli anna.painelli@unipr.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto) A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
mi permetto di insistere. Anche se la Deaglio fosse Einstein redivivo il problema ci sarebbe. Mi permetto di copiare un post di Giuseppe de
Nicolao
che secondo me illustra molto bene il problema
La figlia potrebbe essere bravissima (e lo speriamo tutti). Ciò che mi interessa è l'aspetto strutturale. Con queste norme non c'è difesa contro interessi particolari in grado di alterare le assegnazioni dei progetti
di
ricerca vuoi per potere economico che politico. Il PRIN-kakuro che
ridurrà
la selezione dei progetti di ricerca ad una lotta di lobbies chiude il cerchio: chi ha il potere assegna i titoli di eccellenza, i titoli di eccellenza legittimano le carriere e l'ascesa al potere. In nome della presunta meritocrazia è stata aperta una breccia che rischia di assoggettare l'università a poteri e interessi esterni.
mi sa tanto che Giuseppe ha ragione.
saluti
2012/1/29 Piero Lattanzi lattanzp@unica.it
francamente questa mi sembra meno scandalosa di Martone indubbiamente c'è una mancanza di stile e di senso dell'opportunità, da parte sopratutto del Ministro, ma questa Deaglio ha oltre 140 pubblicazioni registrate da ISI e h-index 25, quindi non dev'essere proprio un bluff PL
From: "anna painelli" anna.painelli@unipr.it Sent: Sunday, January 29, 2012 12:27 PM To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
http://peppemt83.wordpress.com/2011/12/10/mamma-mi-compri-lenciclopedia-devo...
vi invito a leggere questa storia relativa al ministro Fornero e alla carriera accademica di sua figlia (unito). Spero con tutto il cuore che sia una bufala. Se è vera c'è da riflettere e molto.
saluti anna
-- Anna Painelli Dip. Chimica GIAF Parma University tel 0521-905461 fax 0521-905556 _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
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----- Fine del messaggio da anna.painelli@unipr.it -----
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voglio chiarire. Il problema non sono la mamma e il papà universitario. Questo NON mi interessa proprio. quello che volevo segnalare è che la deaglio ha avuto finanziamenti di ricerca da una struttura privata in cui sua madre era vicepresidente (o qualcosa del genere, per favore leggetevi l'articolo originale http://peppemt83.wordpress.com/2011/12/10/mamma-mi-compri-lenciclopedia-devo... ).
Ora L'articolo 29 comma 7 della L. 240 consente di reclutare o promuovere "studiosi che siano risultati vincitori nell’ambito di specifici programmi di ricerca di alta qualificazione ...". Apparentemente la Deaglio NON ha vinto il concorso su questa base, come invece erroneamente suggerito nell'articolo originale. Quindi lasciamola stare. Ma il meccanismo c'è.
Se qualche giovane rampante ha i contatti giusti (amicizie, parentitele, influenza sociale etc) per ottenere su via preferenziale finanziamenti da un fondazione o comunque da una qualunque struttura privata, bene ha la carriera in tasca. Mi sembra molto pericoloso.
saluti anna
2012/1/29 Laura Sacerdote laura.sacerdote@gmail.com
Ma vi rendete conto che state perdendo di vista i problemi, facendovi attrarre dai luoghi comuni? Ci vogliono concorsi meritocratici ma non discriminanti in base all'estrazione dei singoli. Non si puo' impedire per legge a qualcuno di partecipare a un concorso per le sue origini, si devono fare concorsi puliti. E' normale che il figlio di un universitario serio abbia interesse per la ricerca, non abbiamo detto che il nostro e' un gran bel lavoro (nonostante le sue difficolta' in Italia)? Tra l'altro, magari gli interessa un altro campo da quello del genitore e solo genitori potentissimi possono mettere il naso in concorsi di altri settori. Ma se sono potentissimi riusciranno a farlo anche in altri mestieri. Si deve togliere un diritto a tutti solo perche' non siamo capaci di ripulire certi malcostumi? Avete mai pensato a quanti grandi scienziati siano figli d'arte?
La costituzione recita che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge: vale anche i figli degli universitari! Bisogna condannare all'esilio i figli solo perche' i genitori fanno un mestiere analogo? Se vogliono andare altrove, liberi di farlo ma ritengo assurdo non possano partecipare a concorsi nella loro sede, se hanno i titoli per farlo.
Non so se la Deaglio sia piu' brava di altri concorrenti al suo concorso, ma solo questo e' il punto. Non di chi sia figlia. Se il concorso e' stato corretto non vedo su cosa accanirsi. Ha avuto dei fondi per le sue ricerche da un privato? Ha pero' un curriculum che sembra degno (almeno a una che si occupa d'altro). Non gridiamo allo scandalo per qualunque cosa: se ci sono vincitori indegni protestiamo perche' lo sono, non perche' i vincitori sono figli di.. Quanti concorsi hanno esiti dubbi annche se il vincitore non e' figlio di... Dobbiamo vietare la partecipazione a tutti quelli che si sono incontrati qualche volta? E se poi due commissioni in sedi diverse si mettessero d'accordo? .Il vero scandalo sono i nostri colleghi che barano quando sono commissari.
Ognuno puo' avere vantaggi dalla sua situazione familiare, e' la norma in mille situazioni. Alcuni magari sono ricchi e sopportano il precariato grazie ai soldi di famiglia o vanno ai congressi a loro spese perche' possono pagarselo. E' chiaro che siamo lontani dalla perfezione non inventiamoci problemi per nascondere quelli veri e soprattutto non cadiamo nei luoghi comuni..
Non credo sia questa la strada. Pensiamo a come uscire da questa situazione e reagiamo alla depressione che la crisi unita alle difficolta' dell'universita' sta favorendo.
Scusate la reazione, ammetto che i miei figli hanno interessi scientifici in settori diversi dal mio. Questo mi fa vedere i problemi in un'altra prospettiva da molti di voi ma vi chiedo: siete sicuri di non stare educando i vostri figli con la curiosita' dello scienziato con cui convivete giornalmente? Io non vedo perche' la mia esistenza debba farli discriminare se mai vorranno intraprendere la strada della ricerca. Laura Sacerdote
2012/1/29 Benedetto De Vivo bdevivo@unina.it
La rovina del nostro sistema (e non certo solo dell'Università) sono i sottili manicheismi, distinguo e sottodistinguo che si introducono di
volta
in volta per far quadrare sempre il cerchio. Il problema non é certo quello di stabilire quanto sia o non sia brava la Deaglio. Basta la banale considerazione che se avessimo un sistema realmente basato sul merito (e così non é, e mai sarà in Italia) chi é bravo troverebbe spazio in Istituzioni diverse rispetto a quelle dei
genitori...
Il problema é che ci dovrebbe essere un principio etico (e non una Legge) che dovrebbe impedire ai figli di fare carriera nell'Università dei genitori. La soluzione sarebbe estremamente semplice se un principio del genere fosse realmente condiviso da TUTTA (o quasi tutta) la comunità scientifica, insomma se fosse una cultura dominante; ma poiché così non
é,
si cerca di sopperire introducendo nuove Leggi e Leggine che non servono assolutamente a nulla. Non é che all'estero ci sia il mondo ideale dove tutto funziona alla perfezione. Solo che hanno un senso della decenza diverso da quello dominante nella nostra cultura. Le porcherie si verificano dovunque, ma non si ricorre, come facciamo noi, sempre e comunque a distinguo e sottodistinguo per giustificare tutto e tutti. B. De Vivo
----- Original Message ----- From: giuseppe.anichini@unifi.it To: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 29, 2012 6:56 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
Sono professore ordinario ma non ho figli (all'universita') e ho una moglie insegnante elementare. Non ho neppure amanti. Detto questo mi pare che si stiano inseguendo le ombre (chimatele pure "aspetto strutturale"). Se il figlio di un docente di lingua svedese vuol studiare lingua svedese deve emigrare per non essere "contagiato" dal dipartimento del padre (o della madre) ? Fermo restando il fatto tutto italico che si da' (o si vuol dare?) via libera a chi ha ("solo") il cognome diverso cioe' il famoso "abituale commensale" (per usare un eufemismo). Se la signorinna in questione ha 140 pubblicazioni di valore (a me non genetico paiono tante!), lasciamo perdere le altre considerazioni. Ci si fa solo del male da soli!! g.anichini
----- Messaggio da anna.painelli@unipr.it --------- Data: Sun, 29 Jan 2012 18:00:45 +0100 Da: anna painelli anna.painelli@unipr.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto) A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
mi permetto di insistere. Anche se la Deaglio fosse Einstein redivivo
il
problema ci sarebbe. Mi permetto di copiare un post di Giuseppe de
Nicolao
che secondo me illustra molto bene il problema
La figlia potrebbe essere bravissima (e lo speriamo tutti). Ciò che mi interessa è l'aspetto strutturale. Con queste norme non c'è difesa
contro
interessi particolari in grado di alterare le assegnazioni dei progetti
di
ricerca vuoi per potere economico che politico. Il PRIN-kakuro che
ridurrà
la selezione dei progetti di ricerca ad una lotta di lobbies chiude il cerchio: chi ha il potere assegna i titoli di eccellenza, i titoli di eccellenza legittimano le carriere e l'ascesa al potere. In nome della presunta meritocrazia è stata aperta una breccia che rischia di assoggettare l'università a poteri e interessi esterni.
mi sa tanto che Giuseppe ha ragione.
saluti
2012/1/29 Piero Lattanzi lattanzp@unica.it
francamente questa mi sembra meno scandalosa di Martone indubbiamente c'è una mancanza di stile e di senso dell'opportunità,
da
parte sopratutto del Ministro, ma questa Deaglio ha oltre 140 pubblicazioni registrate da ISI e h-index 25, quindi non dev'essere proprio un bluff PL
From: "anna painelli" anna.painelli@unipr.it Sent: Sunday, January 29, 2012 12:27 PM To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
http://peppemt83.wordpress.com/2011/12/10/mamma-mi-compri-lenciclopedia-devo...
vi invito a leggere questa storia relativa al ministro Fornero e
alla
carriera accademica di sua figlia (unito). Spero con tutto il cuore che sia una bufala. Se è vera c'è da riflettere e molto.
saluti anna
-- Anna Painelli Dip. Chimica GIAF Parma University tel 0521-905461 fax 0521-905556 _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Su questo concordo Laura Sacerdote
Inviato da iPhone
Il giorno 29/gen/2012, alle ore 20:38, anna painelli anna.painelli@unipr.it ha scritto:
voglio chiarire. Il problema non sono la mamma e il papà universitario. Questo NON mi interessa proprio. quello che volevo segnalare è che la deaglio ha avuto finanziamenti di ricerca da una struttura privata in cui sua madre era vicepresidente (o qualcosa del genere, per favore leggetevi l'articolo originale http://peppemt83.wordpress.com/2011/12/10/mamma-mi-compri-lenciclopedia-devo... ).
Ora L'articolo 29 comma 7 della L. 240 consente di reclutare o promuovere "studiosi che siano risultati vincitori nell’ambito di specifici programmi di ricerca di alta qualificazione ...". Apparentemente la Deaglio NON ha vinto il concorso su questa base, come invece erroneamente suggerito nell'articolo originale. Quindi lasciamola stare. Ma il meccanismo c'è.
Se qualche giovane rampante ha i contatti giusti (amicizie, parentitele, influenza sociale etc) per ottenere su via preferenziale finanziamenti da un fondazione o comunque da una qualunque struttura privata, bene ha la carriera in tasca. Mi sembra molto pericoloso.
saluti anna
2012/1/29 Laura Sacerdote laura.sacerdote@gmail.com Ma vi rendete conto che state perdendo di vista i problemi, facendovi attrarre dai luoghi comuni? Ci vogliono concorsi meritocratici ma non discriminanti in base all'estrazione dei singoli. Non si puo' impedire per legge a qualcuno di partecipare a un concorso per le sue origini, si devono fare concorsi puliti. E' normale che il figlio di un universitario serio abbia interesse per la ricerca, non abbiamo detto che il nostro e' un gran bel lavoro (nonostante le sue difficolta' in Italia)? Tra l'altro, magari gli interessa un altro campo da quello del genitore e solo genitori potentissimi possono mettere il naso in concorsi di altri settori. Ma se sono potentissimi riusciranno a farlo anche in altri mestieri. Si deve togliere un diritto a tutti solo perche' non siamo capaci di ripulire certi malcostumi? Avete mai pensato a quanti grandi scienziati siano figli d'arte?
La costituzione recita che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge: vale anche i figli degli universitari! Bisogna condannare all'esilio i figli solo perche' i genitori fanno un mestiere analogo? Se vogliono andare altrove, liberi di farlo ma ritengo assurdo non possano partecipare a concorsi nella loro sede, se hanno i titoli per farlo.
Non so se la Deaglio sia piu' brava di altri concorrenti al suo concorso, ma solo questo e' il punto. Non di chi sia figlia. Se il concorso e' stato corretto non vedo su cosa accanirsi. Ha avuto dei fondi per le sue ricerche da un privato? Ha pero' un curriculum che sembra degno (almeno a una che si occupa d'altro). Non gridiamo allo scandalo per qualunque cosa: se ci sono vincitori indegni protestiamo perche' lo sono, non perche' i vincitori sono figli di.. Quanti concorsi hanno esiti dubbi annche se il vincitore non e' figlio di... Dobbiamo vietare la partecipazione a tutti quelli che si sono incontrati qualche volta? E se poi due commissioni in sedi diverse si mettessero d'accordo? .Il vero scandalo sono i nostri colleghi che barano quando sono commissari.
Ognuno puo' avere vantaggi dalla sua situazione familiare, e' la norma in mille situazioni. Alcuni magari sono ricchi e sopportano il precariato grazie ai soldi di famiglia o vanno ai congressi a loro spese perche' possono pagarselo. E' chiaro che siamo lontani dalla perfezione non inventiamoci problemi per nascondere quelli veri e soprattutto non cadiamo nei luoghi comuni..
Non credo sia questa la strada. Pensiamo a come uscire da questa situazione e reagiamo alla depressione che la crisi unita alle difficolta' dell'universita' sta favorendo.
Scusate la reazione, ammetto che i miei figli hanno interessi scientifici in settori diversi dal mio. Questo mi fa vedere i problemi in un'altra prospettiva da molti di voi ma vi chiedo: siete sicuri di non stare educando i vostri figli con la curiosita' dello scienziato con cui convivete giornalmente? Io non vedo perche' la mia esistenza debba farli discriminare se mai vorranno intraprendere la strada della ricerca. Laura Sacerdote
2012/1/29 Benedetto De Vivo bdevivo@unina.it
La rovina del nostro sistema (e non certo solo dell'Università) sono i sottili manicheismi, distinguo e sottodistinguo che si introducono di volta in volta per far quadrare sempre il cerchio. Il problema non é certo quello di stabilire quanto sia o non sia brava la Deaglio. Basta la banale considerazione che se avessimo un sistema realmente basato sul merito (e così non é, e mai sarà in Italia) chi é bravo troverebbe spazio in Istituzioni diverse rispetto a quelle dei genitori... Il problema é che ci dovrebbe essere un principio etico (e non una Legge) che dovrebbe impedire ai figli di fare carriera nell'Università dei genitori. La soluzione sarebbe estremamente semplice se un principio del genere fosse realmente condiviso da TUTTA (o quasi tutta) la comunità scientifica, insomma se fosse una cultura dominante; ma poiché così non é, si cerca di sopperire introducendo nuove Leggi e Leggine che non servono assolutamente a nulla. Non é che all'estero ci sia il mondo ideale dove tutto funziona alla perfezione. Solo che hanno un senso della decenza diverso da quello dominante nella nostra cultura. Le porcherie si verificano dovunque, ma non si ricorre, come facciamo noi, sempre e comunque a distinguo e sottodistinguo per giustificare tutto e tutti. B. De Vivo
----- Original Message ----- From: giuseppe.anichini@unifi.it To: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 29, 2012 6:56 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
Sono professore ordinario ma non ho figli (all'universita') e ho una moglie insegnante elementare. Non ho neppure amanti. Detto questo mi pare che si stiano inseguendo le ombre (chimatele pure "aspetto strutturale"). Se il figlio di un docente di lingua svedese vuol studiare lingua svedese deve emigrare per non essere "contagiato" dal dipartimento del padre (o della madre) ? Fermo restando il fatto tutto italico che si da' (o si vuol dare?) via libera a chi ha ("solo") il cognome diverso cioe' il famoso "abituale commensale" (per usare un eufemismo). Se la signorinna in questione ha 140 pubblicazioni di valore (a me non genetico paiono tante!), lasciamo perdere le altre considerazioni. Ci si fa solo del male da soli!! g.anichini
----- Messaggio da anna.painelli@unipr.it --------- Data: Sun, 29 Jan 2012 18:00:45 +0100 Da: anna painelli anna.painelli@unipr.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto) A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
mi permetto di insistere. Anche se la Deaglio fosse Einstein redivivo il problema ci sarebbe. Mi permetto di copiare un post di Giuseppe de
Nicolao
che secondo me illustra molto bene il problema
La figlia potrebbe essere bravissima (e lo speriamo tutti). Ciò che mi interessa è l'aspetto strutturale. Con queste norme non c'è difesa contro interessi particolari in grado di alterare le assegnazioni dei progetti
di
ricerca vuoi per potere economico che politico. Il PRIN-kakuro che
ridurrà
la selezione dei progetti di ricerca ad una lotta di lobbies chiude il cerchio: chi ha il potere assegna i titoli di eccellenza, i titoli di eccellenza legittimano le carriere e l'ascesa al potere. In nome della presunta meritocrazia è stata aperta una breccia che rischia di assoggettare l'università a poteri e interessi esterni.
mi sa tanto che Giuseppe ha ragione.
saluti
2012/1/29 Piero Lattanzi lattanzp@unica.it
francamente questa mi sembra meno scandalosa di Martone indubbiamente c'è una mancanza di stile e di senso dell'opportunità, da parte sopratutto del Ministro, ma questa Deaglio ha oltre 140 pubblicazioni registrate da ISI e h-index 25, quindi non dev'essere proprio un bluff PL
From: "anna painelli" anna.painelli@unipr.it Sent: Sunday, January 29, 2012 12:27 PM To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
http://peppemt83.wordpress.com/2011/12/10/mamma-mi-compri-lenciclopedia-devo...
vi invito a leggere questa storia relativa al ministro Fornero e alla carriera accademica di sua figlia (unito). Spero con tutto il cuore che sia una bufala. Se è vera c'è da riflettere e molto.
saluti anna
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Il problema è che in un paese come questo dove il nepotismo è ormai dilagante, da destra a a sinistra (mi dispiace dirlo), dove anche per non pagare una multa o per non fare la fila alla posta o all'ospedale è per molti normale ricorrere ad amici vicini o lontani, dove non si riesce a mettere in piedi sistemi di valutazione decenti, ecc ecc, forse a questo punto una regola che impedisca ai figli di fare carriera o di essere assunti nella stessa amministrazione locale (non parlo solo di Università) dove si trovano genitori o parenti, si potrebbe anche sopportare, no? Certo, poi il nepotismo non finisce qui, può avere effetti che superano le barriere delle città e delle regioni, ma qualche vincolo male non farebbe a mio parere.
Patrizio Dimitri
Il 29/01/12 20.03, "Laura Sacerdote" laura.sacerdote@gmail.com ha scritto:
Ma vi rendete conto che state perdendo di vista i problemi, facendovi attrarre dai luoghi comuni? Ci vogliono concorsi meritocratici ma non discriminanti in base all'estrazione dei singoli. Non si puo' impedire per legge a qualcuno di partecipare a un concorso per le sue origini, si devono fare concorsi puliti. E' normale che il figlio di un universitario serio abbia interesse per la ricerca, non abbiamo detto che il nostro e' un gran bel lavoro (nonostante le sue difficolta' in Italia)? Tra l'altro, magari gli interessa un altro campo da quello del genitore e solo genitori potentissimi possono mettere il naso in concorsi di altri settori. Ma se sono potentissimi riusciranno a farlo anche in altri mestieri. Si deve togliere un diritto a tutti solo perche' non siamo capaci di ripulire certi malcostumi? Avete mai pensato a quanti grandi scienziati siano figli d'arte?
La costituzione recita che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge: vale anche i figli degli universitari! Bisogna condannare all'esilio i figli solo perche' i genitori fanno un mestiere analogo? Se vogliono andare altrove, liberi di farlo ma ritengo assurdo non possano partecipare a concorsi nella loro sede, se hanno i titoli per farlo.
Non so se la Deaglio sia piu' brava di altri concorrenti al suo concorso, ma solo questo e' il punto. Non di chi sia figlia. Se il concorso e' stato corretto non vedo su cosa accanirsi. Ha avuto dei fondi per le sue ricerche da un privato? Ha pero' un curriculum che sembra degno (almeno a una che si occupa d'altro). Non gridiamo allo scandalo per qualunque cosa: se ci sono vincitori indegni protestiamo perche' lo sono, non perche' i vincitori sono figli di.. Quanti concorsi hanno esiti dubbi annche se il vincitore non e' figlio di... Dobbiamo vietare la partecipazione a tutti quelli che si sono incontrati qualche volta? E se poi due commissioni in sedi diverse si mettessero d'accordo? .Il vero scandalo sono i nostri colleghi che barano quando sono commissari.
Ognuno puo' avere vantaggi dalla sua situazione familiare, e' la norma in mille situazioni. Alcuni magari sono ricchi e sopportano il precariato grazie ai soldi di famiglia o vanno ai congressi a loro spese perche' possono pagarselo. E' chiaro che siamo lontani dalla perfezione non inventiamoci problemi per nascondere quelli veri e soprattutto non cadiamo nei luoghi comuni..
Non credo sia questa la strada. Pensiamo a come uscire da questa situazione e reagiamo alla depressione che la crisi unita alle difficolta' dell'universita' sta favorendo.
Scusate la reazione, ammetto che i miei figli hanno interessi scientifici in settori diversi dal mio. Questo mi fa vedere i problemi in un'altra prospettiva da molti di voi ma vi chiedo: siete sicuri di non stare educando i vostri figli con la curiosita' dello scienziato con cui convivete giornalmente? Io non vedo perche' la mia esistenza debba farli discriminare se mai vorranno intraprendere la strada della ricerca. Laura Sacerdote
2012/1/29 Benedetto De Vivo bdevivo@unina.it
La rovina del nostro sistema (e non certo solo dell'Università) sono i sottili manicheismi, distinguo e sottodistinguo che si introducono di volta in volta per far quadrare sempre il cerchio. Il problema non é certo quello di stabilire quanto sia o non sia brava la Deaglio. Basta la banale considerazione che se avessimo un sistema realmente basato sul merito (e così non é, e mai sarà in Italia) chi é bravo troverebbe spazio in Istituzioni diverse rispetto a quelle dei genitori... Il problema é che ci dovrebbe essere un principio etico (e non una Legge) che dovrebbe impedire ai figli di fare carriera nell'Università dei genitori. La soluzione sarebbe estremamente semplice se un principio del genere fosse realmente condiviso da TUTTA (o quasi tutta) la comunità scientifica, insomma se fosse una cultura dominante; ma poiché così non é, si cerca di sopperire introducendo nuove Leggi e Leggine che non servono assolutamente a nulla. Non é che all'estero ci sia il mondo ideale dove tutto funziona alla perfezione. Solo che hanno un senso della decenza diverso da quello dominante nella nostra cultura. Le porcherie si verificano dovunque, ma non si ricorre, come facciamo noi, sempre e comunque a distinguo e sottodistinguo per giustificare tutto e tutti. B. De Vivo
----- Original Message ----- From: giuseppe.anichini@unifi.it To: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 29, 2012 6:56 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
Sono professore ordinario ma non ho figli (all'universita') e ho una moglie insegnante elementare. Non ho neppure amanti. Detto questo mi pare che si stiano inseguendo le ombre (chimatele pure "aspetto strutturale"). Se il figlio di un docente di lingua svedese vuol studiare lingua svedese deve emigrare per non essere "contagiato" dal dipartimento del padre (o della madre) ? Fermo restando il fatto tutto italico che si da' (o si vuol dare?) via libera a chi ha ("solo") il cognome diverso cioe' il famoso "abituale commensale" (per usare un eufemismo). Se la signorinna in questione ha 140 pubblicazioni di valore (a me non genetico paiono tante!), lasciamo perdere le altre considerazioni. Ci si fa solo del male da soli!! g.anichini
----- Messaggio da anna.painelli@unipr.it --------- Data: Sun, 29 Jan 2012 18:00:45 +0100 Da: anna painelli anna.painelli@unipr.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto) A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
mi permetto di insistere. Anche se la Deaglio fosse Einstein redivivo il problema ci sarebbe. Mi permetto di copiare un post di Giuseppe de
Nicolao
che secondo me illustra molto bene il problema
La figlia potrebbe essere bravissima (e lo speriamo tutti). Ciò che mi interessa è l'aspetto strutturale. Con queste norme non c'è difesa contro interessi particolari in grado di alterare le assegnazioni dei progetti
di
ricerca vuoi per potere economico che politico. Il PRIN-kakuro che
ridurrà
la selezione dei progetti di ricerca ad una lotta di lobbies chiude il cerchio: chi ha il potere assegna i titoli di eccellenza, i titoli di eccellenza legittimano le carriere e l'ascesa al potere. In nome della presunta meritocrazia è stata aperta una breccia che rischia di assoggettare l'università a poteri e interessi esterni.
mi sa tanto che Giuseppe ha ragione.
saluti
2012/1/29 Piero Lattanzi lattanzp@unica.it
francamente questa mi sembra meno scandalosa di Martone indubbiamente c'è una mancanza di stile e di senso dell'opportunità, da parte sopratutto del Ministro, ma questa Deaglio ha oltre 140 pubblicazioni registrate da ISI e h-index 25, quindi non dev'essere proprio un bluff PL
From: "anna painelli" anna.painelli@unipr.it Sent: Sunday, January 29, 2012 12:27 PM To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
http://peppemt83.wordpress.com/2011/12/10/mamma-mi-compri-lenciclopedia-devo... fare-delle-ricerche/
vi invito a leggere questa storia relativa al ministro Fornero e alla carriera accademica di sua figlia (unito). Spero con tutto il cuore che sia una bufala. Se è vera c'è da riflettere e molto.
saluti anna
-- Anna Painelli Dip. Chimica GIAF Parma University tel 0521-905461 fax 0521-905556 _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
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----- Fine del messaggio da anna.painelli@unipr.it -----
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Dissento: accettare discriminazioni tra i cittadini mi sembra molto piu' grave del rischio di avere un caso in piu' di malcostume (ribadisco il malcostume puo' prescindere da vincoli di parentela). Attenzione le discriminazioni possono poi proseguire verso altre categorie...E poi figli no e coniugi si? O i coniugi devono venir spinti al divorzio per poter vivere nella stessa sede?! CI sono casi in cui la soluzione e' molto peggiore del male (che ci sarebbe comunque)
Laura Sacerdote
2012/1/29 P. Dimitri liviapat@inwind.it
Il problema è che in un paese come questo dove il nepotismo è ormai dilagante, da destra a a sinistra (mi dispiace dirlo), dove anche per non pagare una multa o per non fare la fila alla posta o all'ospedale è per molti normale ricorrere ad amici vicini o lontani, dove non si riesce a mettere in piedi sistemi di valutazione decenti, ecc ecc, forse a questo punto una regola che impedisca ai figli di *fare carriera o di essere assunti* nella stessa amministrazione locale (non parlo solo di Università) dove si trovano genitori o parenti, si potrebbe anche sopportare, no? Certo, poi il nepotismo non finisce qui, può avere effetti che superano le barriere delle città e delle regioni, ma qualche vincolo male non farebbe a mio parere.
Patrizio Dimitri
Il 29/01/12 20.03, "Laura Sacerdote" laura.sacerdote@gmail.com ha scritto:
Ma vi rendete conto che state perdendo di vista i problemi, facendovi attrarre dai luoghi comuni? Ci vogliono concorsi meritocratici ma non discriminanti in base all'estrazione dei singoli. Non si puo' impedire
per
legge a qualcuno di partecipare a un concorso per le sue origini, si
devono
fare concorsi puliti. E' normale che il figlio di un universitario serio abbia interesse per la ricerca, non abbiamo detto che il nostro e' un
gran
bel lavoro (nonostante le sue difficolta' in Italia)? Tra l'altro, magari gli interessa un altro campo da quello del genitore e solo genitori potentissimi possono mettere il naso in concorsi di altri settori. Ma se sono potentissimi riusciranno a farlo anche in altri mestieri. Si deve togliere un diritto a tutti solo perche' non siamo capaci di ripulire
certi
malcostumi? Avete mai pensato a quanti grandi scienziati siano figli d'arte?
La costituzione recita che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge: vale anche i figli degli universitari! Bisogna condannare
all'esilio
i figli solo perche' i genitori fanno un mestiere analogo? Se vogliono andare altrove, liberi di farlo ma ritengo assurdo non possano
partecipare
a concorsi nella loro sede, se hanno i titoli per farlo.
Non so se la Deaglio sia piu' brava di altri concorrenti al suo concorso, ma solo questo e' il punto. Non di chi sia figlia. Se il concorso e'
stato
corretto non vedo su cosa accanirsi. Ha avuto dei fondi per le sue
ricerche
da un privato? Ha pero' un curriculum che sembra degno (almeno a una che
si
occupa d'altro). Non gridiamo allo scandalo per qualunque cosa: se ci
sono
vincitori indegni protestiamo perche' lo sono, non perche' i vincitori
sono
figli di.. Quanti concorsi hanno esiti dubbi annche se il vincitore non
e'
figlio di... Dobbiamo vietare la partecipazione a tutti quelli che si
sono
incontrati qualche volta? E se poi due commissioni in sedi diverse si mettessero d'accordo? .Il vero scandalo sono i nostri colleghi che barano quando sono commissari.
Ognuno puo' avere vantaggi dalla sua situazione familiare, e' la norma in mille situazioni. Alcuni magari sono ricchi e sopportano il precariato grazie ai soldi di famiglia o vanno ai congressi a loro spese perche' possono pagarselo. E' chiaro che siamo lontani dalla perfezione non inventiamoci problemi per nascondere quelli veri e soprattutto non
cadiamo
nei luoghi comuni..
Non credo sia questa la strada. Pensiamo a come uscire da questa
situazione
e reagiamo alla depressione che la crisi unita alle difficolta' dell'universita' sta favorendo.
Scusate la reazione, ammetto che i miei figli hanno interessi scientifici in settori diversi dal mio. Questo mi fa vedere i problemi in un'altra prospettiva da molti di voi ma vi chiedo: siete sicuri di non stare educando i vostri figli con la curiosita' dello scienziato con cui convivete giornalmente? Io non vedo perche' la mia esistenza debba farli discriminare se mai vorranno intraprendere la strada della ricerca.
Laura
Sacerdote
2012/1/29 Benedetto De Vivo bdevivo@unina.it
La rovina del nostro sistema (e non certo solo dell'Università) sono i sottili manicheismi, distinguo e sottodistinguo che si introducono di
volta
in volta per far quadrare sempre il cerchio. Il problema non é certo quello di stabilire quanto sia o non sia brava
la
Deaglio. Basta la banale considerazione che se avessimo un sistema realmente basato sul merito (e così non é, e mai sarà in Italia) chi é bravo troverebbe spazio in Istituzioni diverse rispetto a quelle dei
genitori...
Il problema é che ci dovrebbe essere un principio etico (e non una
Legge)
che dovrebbe impedire ai figli di fare carriera nell'Università dei genitori. La soluzione sarebbe estremamente semplice se un principio del genere fosse realmente condiviso da TUTTA (o quasi tutta) la comunità scientifica, insomma se fosse una cultura dominante; ma poiché così non
é,
si cerca di sopperire introducendo nuove Leggi e Leggine che non servono assolutamente a nulla. Non é che all'estero ci sia il mondo ideale dove tutto funziona alla perfezione. Solo che hanno un senso della decenza diverso da quello dominante nella nostra cultura. Le porcherie si verificano dovunque, ma non si ricorre, come facciamo noi, sempre e comunque a distinguo e sottodistinguo per giustificare tutto e tutti. B. De Vivo
----- Original Message ----- From: giuseppe.anichini@unifi.it To: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 29, 2012 6:56 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
Sono professore ordinario ma non ho figli (all'universita') e ho una moglie insegnante elementare. Non ho neppure amanti. Detto questo mi pare che si stiano inseguendo le ombre (chimatele pure "aspetto strutturale"). Se il figlio di un docente di lingua svedese vuol studiare lingua svedese deve emigrare per non essere "contagiato" dal dipartimento del padre (o della madre) ? Fermo restando il fatto tutto italico che si da' (o si vuol dare?) via libera a chi ha ("solo") il cognome diverso cioe' il famoso "abituale commensale" (per usare un eufemismo). Se la signorinna in questione ha 140 pubblicazioni di valore (a me non genetico paiono tante!), lasciamo perdere le altre considerazioni. Ci si fa solo del male da soli!! g.anichini
----- Messaggio da anna.painelli@unipr.it --------- Data: Sun, 29 Jan 2012 18:00:45 +0100 Da: anna painelli anna.painelli@unipr.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto) A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
mi permetto di insistere. Anche se la Deaglio fosse Einstein redivivo
il
problema ci sarebbe. Mi permetto di copiare un post di Giuseppe de
Nicolao
che secondo me illustra molto bene il problema
La figlia potrebbe essere bravissima (e lo speriamo tutti). Ciò che mi interessa è l'aspetto strutturale. Con queste norme non c'è difesa
contro
interessi particolari in grado di alterare le assegnazioni dei progetti
di
ricerca vuoi per potere economico che politico. Il PRIN-kakuro che
ridurrà
la selezione dei progetti di ricerca ad una lotta di lobbies chiude il cerchio: chi ha il potere assegna i titoli di eccellenza, i titoli di eccellenza legittimano le carriere e l'ascesa al potere. In nome della presunta meritocrazia è stata aperta una breccia che rischia di assoggettare l'università a poteri e interessi esterni.
mi sa tanto che Giuseppe ha ragione.
saluti
2012/1/29 Piero Lattanzi lattanzp@unica.it
francamente questa mi sembra meno scandalosa di Martone indubbiamente c'è una mancanza di stile e di senso dell'opportunità,
da
parte sopratutto del Ministro, ma questa Deaglio ha oltre 140 pubblicazioni registrate da ISI e h-index 25, quindi non dev'essere proprio un bluff PL
From: "anna painelli" anna.painelli@unipr.it Sent: Sunday, January 29, 2012 12:27 PM To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
http://peppemt83.wordpress.com/2011/12/10/mamma-mi-compri-lenciclopedia-devo...
fare-delle-ricerche/
vi invito a leggere questa storia relativa al ministro Fornero e alla carriera accademica di sua figlia (unito). Spero con tutto il cuore che sia una bufala. Se è vera c'è da riflettere e molto.
saluti anna
-- Anna Painelli Dip. Chimica GIAF Parma University tel 0521-905461 fax 0521-905556 _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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----- Fine del messaggio da anna.painelli@unipr.it -----
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Siamo appunto ai manicheismi, ai distinguo e sottodistinguo... in fondo in fondo, scivolando su questa strada, perché dovremmo "discriminare" i figli di Berlusconi e le sue aziende? Non sono forse il prodotto del genio imprenditoriale del capostipite? E certamente i figli avranno certamente ereditato anche il genio imprenditoriale del padre. Come diceva un Prof. di Bari ad un giornalista RAI che gli faceva notare quanti figli e parenti vari ci fossero nel suo Dipartimento, ebbe il "candore" di dichiarare: ma che volete, i miei figli, hanno repirato "scienza" da quando sono nati... per una collega che finanziava il marito, intervenne a sua difesa altro collega per dire che anche Pierre e Marie Curie erano marito e moglie... insomma si potrebbe continuare all'infinito, ma non se ne viene certamente fuori... Siamo un Paese senza speranza.. B. De Vivo
----- Original Message ----- From: "Laura Sacerdote" laura.sacerdote@gmail.com To: "P. Dimitri" liviapat@inwind.it Cc: "Università e Ricerca Forum" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 29, 2012 9:11 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
Dissento: accettare discriminazioni tra i cittadini mi sembra molto piu' grave del rischio di avere un caso in piu' di malcostume (ribadisco il malcostume puo' prescindere da vincoli di parentela). Attenzione le discriminazioni possono poi proseguire verso altre categorie...E poi figli no e coniugi si? O i coniugi devono venir spinti al divorzio per poter vivere nella stessa sede?! CI sono casi in cui la soluzione e' molto peggiore del male (che ci sarebbe comunque)
Laura Sacerdote
2012/1/29 P. Dimitri liviapat@inwind.it
Il problema è che in un paese come questo dove il nepotismo è ormai dilagante, da destra a a sinistra (mi dispiace dirlo), dove anche per non pagare una multa o per non fare la fila alla posta o all'ospedale è per molti normale ricorrere ad amici vicini o lontani, dove non si riesce a mettere in piedi sistemi di valutazione decenti, ecc ecc, forse a questo punto una regola che impedisca ai figli di *fare carriera o di essere assunti* nella stessa amministrazione locale (non parlo solo di Università) dove si trovano genitori o parenti, si potrebbe anche sopportare, no? Certo, poi il nepotismo non finisce qui, può avere effetti che superano le barriere delle città e delle regioni, ma qualche vincolo male non farebbe a mio parere.
Patrizio Dimitri
Il 29/01/12 20.03, "Laura Sacerdote" laura.sacerdote@gmail.com ha scritto:
Ma vi rendete conto che state perdendo di vista i problemi, facendovi attrarre dai luoghi comuni? Ci vogliono concorsi meritocratici ma non discriminanti in base all'estrazione dei singoli. Non si puo' impedire
per
legge a qualcuno di partecipare a un concorso per le sue origini, si
devono
fare concorsi puliti. E' normale che il figlio di un universitario serio abbia interesse per la ricerca, non abbiamo detto che il nostro e' un
gran
bel lavoro (nonostante le sue difficolta' in Italia)? Tra l'altro, magari gli interessa un altro campo da quello del genitore e solo genitori potentissimi possono mettere il naso in concorsi di altri settori. Ma se sono potentissimi riusciranno a farlo anche in altri mestieri. Si deve togliere un diritto a tutti solo perche' non siamo capaci di ripulire
certi
malcostumi? Avete mai pensato a quanti grandi scienziati siano figli d'arte?
La costituzione recita che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge: vale anche i figli degli universitari! Bisogna condannare
all'esilio
i figli solo perche' i genitori fanno un mestiere analogo? Se vogliono andare altrove, liberi di farlo ma ritengo assurdo non possano
partecipare
a concorsi nella loro sede, se hanno i titoli per farlo.
Non so se la Deaglio sia piu' brava di altri concorrenti al suo concorso, ma solo questo e' il punto. Non di chi sia figlia. Se il concorso e'
stato
corretto non vedo su cosa accanirsi. Ha avuto dei fondi per le sue
ricerche
da un privato? Ha pero' un curriculum che sembra degno (almeno a una che
si
occupa d'altro). Non gridiamo allo scandalo per qualunque cosa: se ci
sono
vincitori indegni protestiamo perche' lo sono, non perche' i vincitori
sono
figli di.. Quanti concorsi hanno esiti dubbi annche se il vincitore non
e'
figlio di... Dobbiamo vietare la partecipazione a tutti quelli che si
sono
incontrati qualche volta? E se poi due commissioni in sedi diverse si mettessero d'accordo? .Il vero scandalo sono i nostri colleghi che barano quando sono commissari.
Ognuno puo' avere vantaggi dalla sua situazione familiare, e' la norma in mille situazioni. Alcuni magari sono ricchi e sopportano il precariato grazie ai soldi di famiglia o vanno ai congressi a loro spese perche' possono pagarselo. E' chiaro che siamo lontani dalla perfezione non inventiamoci problemi per nascondere quelli veri e soprattutto non
cadiamo
nei luoghi comuni..
Non credo sia questa la strada. Pensiamo a come uscire da questa
situazione
e reagiamo alla depressione che la crisi unita alle difficolta' dell'universita' sta favorendo.
Scusate la reazione, ammetto che i miei figli hanno interessi scientifici in settori diversi dal mio. Questo mi fa vedere i problemi in un'altra prospettiva da molti di voi ma vi chiedo: siete sicuri di non stare educando i vostri figli con la curiosita' dello scienziato con cui convivete giornalmente? Io non vedo perche' la mia esistenza debba farli discriminare se mai vorranno intraprendere la strada della ricerca.
Laura
Sacerdote
2012/1/29 Benedetto De Vivo bdevivo@unina.it
La rovina del nostro sistema (e non certo solo dell'Università) sono i sottili manicheismi, distinguo e sottodistinguo che si introducono di
volta
in volta per far quadrare sempre il cerchio. Il problema non é certo quello di stabilire quanto sia o non sia brava
la
Deaglio. Basta la banale considerazione che se avessimo un sistema realmente basato sul merito (e così non é, e mai sarà in Italia) chi é bravo troverebbe spazio in Istituzioni diverse rispetto a quelle dei
genitori...
Il problema é che ci dovrebbe essere un principio etico (e non una
Legge)
che dovrebbe impedire ai figli di fare carriera nell'Università dei genitori. La soluzione sarebbe estremamente semplice se un principio del genere fosse realmente condiviso da TUTTA (o quasi tutta) la comunità scientifica, insomma se fosse una cultura dominante; ma poiché così non
é,
si cerca di sopperire introducendo nuove Leggi e Leggine che non servono assolutamente a nulla. Non é che all'estero ci sia il mondo ideale dove tutto funziona alla perfezione. Solo che hanno un senso della decenza diverso da quello dominante nella nostra cultura. Le porcherie si verificano dovunque, ma non si ricorre, come facciamo noi, sempre e comunque a distinguo e sottodistinguo per giustificare tutto e tutti. B. De Vivo
----- Original Message ----- From: giuseppe.anichini@unifi.it To: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 29, 2012 6:56 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
Sono professore ordinario ma non ho figli (all'universita') e ho una moglie insegnante elementare. Non ho neppure amanti. Detto questo mi pare che si stiano inseguendo le ombre (chimatele pure "aspetto strutturale"). Se il figlio di un docente di lingua svedese vuol studiare lingua svedese deve emigrare per non essere "contagiato" dal dipartimento del padre (o della madre) ? Fermo restando il fatto tutto italico che si da' (o si vuol dare?) via libera a chi ha ("solo") il cognome diverso cioe' il famoso "abituale commensale" (per usare un eufemismo). Se la signorinna in questione ha 140 pubblicazioni di valore (a me non genetico paiono tante!), lasciamo perdere le altre considerazioni. Ci si fa solo del male da soli!! g.anichini
----- Messaggio da anna.painelli@unipr.it --------- Data: Sun, 29 Jan 2012 18:00:45 +0100 Da: anna painelli anna.painelli@unipr.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto) A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
mi permetto di insistere. Anche se la Deaglio fosse Einstein redivivo
il
problema ci sarebbe. Mi permetto di copiare un post di Giuseppe de
Nicolao
che secondo me illustra molto bene il problema
La figlia potrebbe essere bravissima (e lo speriamo tutti). Ciò che mi interessa è l'aspetto strutturale. Con queste norme non c'è difesa
contro
interessi particolari in grado di alterare le assegnazioni dei progetti
di
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ridurrà
la selezione dei progetti di ricerca ad una lotta di lobbies chiude il cerchio: chi ha il potere assegna i titoli di eccellenza, i titoli di eccellenza legittimano le carriere e l'ascesa al potere. In nome della presunta meritocrazia è stata aperta una breccia che rischia di assoggettare l'università a poteri e interessi esterni.
mi sa tanto che Giuseppe ha ragione.
saluti
2012/1/29 Piero Lattanzi lattanzp@unica.it
francamente questa mi sembra meno scandalosa di Martone indubbiamente c'è una mancanza di stile e di senso dell'opportunità,
da
parte sopratutto del Ministro, ma questa Deaglio ha oltre 140 pubblicazioni registrate da ISI e h-index 25, quindi non dev'essere proprio un bluff PL
From: "anna painelli" anna.painelli@unipr.it Sent: Sunday, January 29, 2012 12:27 PM To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
http://peppemt83.wordpress.com/2011/12/10/mamma-mi-compri-lenciclopedia-devo...
fare-delle-ricerche/
vi invito a leggere questa storia relativa al ministro Fornero e alla carriera accademica di sua figlia (unito). Spero con tutto il cuore che sia una bufala. Se è vera c'è da riflettere e molto.
saluti anna
-- Anna Painelli Dip. Chimica GIAF Parma University tel 0521-905461 fax 0521-905556 _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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cari colleghi, io ho gia espresso varie volte la mia opinione, vi ricordo solo che negli USA e` una prassi comunissima di assumere le coppie sposate o no, tutto alla luce del sole e parte della trattativa privata fra Universita` e docenti, la ragione e` del tutto ovvia.
Io credo che i nostri moralismi avranno come unico effetto quello di favorire ulteriormente la fuga dei cervelli, e a coppie
Claudio
On Jan 29, 2012, at 9:47 PM, Benedetto De Vivo wrote:
Siamo appunto ai manicheismi, ai distinguo e sottodistinguo... in fondo in fondo, scivolando su questa strada, perché dovremmo "discriminare" i figli di Berlusconi e le sue aziende? Non sono forse il prodotto del genio imprenditoriale del capostipite? E certamente i figli avranno certamente ereditato anche il genio imprenditoriale del padre. Come diceva un Prof. di Bari ad un giornalista RAI che gli faceva notare quanti figli e parenti vari ci fossero nel suo Dipartimento, ebbe il "candore" di dichiarare: ma che volete, i miei figli, hanno repirato "scienza" da quando sono nati... per una collega che finanziava il marito, intervenne a sua difesa altro collega per dire che anche Pierre e Marie Curie erano marito e moglie... insomma si potrebbe continuare all'infinito, ma non se ne viene certamente fuori... Siamo un Paese senza speranza.. B. De Vivo
----- Original Message ----- From: "Laura Sacerdote" laura.sacerdote@gmail.com To: "P. Dimitri" liviapat@inwind.it Cc: "Università e Ricerca Forum" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 29, 2012 9:11 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
Dissento: accettare discriminazioni tra i cittadini mi sembra molto piu' grave del rischio di avere un caso in piu' di malcostume (ribadisco il malcostume puo' prescindere da vincoli di parentela). Attenzione le discriminazioni possono poi proseguire verso altre categorie...E poi figli no e coniugi si? O i coniugi devono venir spinti al divorzio per poter vivere nella stessa sede?! CI sono casi in cui la soluzione e' molto peggiore del male (che ci sarebbe comunque)
Laura Sacerdote
2012/1/29 P. Dimitri liviapat@inwind.it
Il problema è che in un paese come questo dove il nepotismo è ormai dilagante, da destra a a sinistra (mi dispiace dirlo), dove anche per non pagare una multa o per non fare la fila alla posta o all'ospedale è per molti normale ricorrere ad amici vicini o lontani, dove non si riesce a mettere in piedi sistemi di valutazione decenti, ecc ecc, forse a questo punto una regola che impedisca ai figli di *fare carriera o di essere assunti* nella stessa amministrazione locale (non parlo solo di Università) dove si trovano genitori o parenti, si potrebbe anche sopportare, no? Certo, poi il nepotismo non finisce qui, può avere effetti che superano le barriere delle città e delle regioni, ma qualche vincolo male non farebbe a mio parere.
Patrizio Dimitri
Il 29/01/12 20.03, "Laura Sacerdote" laura.sacerdote@gmail.com ha scritto:
Ma vi rendete conto che state perdendo di vista i problemi, facendovi attrarre dai luoghi comuni? Ci vogliono concorsi meritocratici ma non discriminanti in base all'estrazione dei singoli. Non si puo' impedire
per
legge a qualcuno di partecipare a un concorso per le sue origini, si
devono
fare concorsi puliti. E' normale che il figlio di un universitario serio abbia interesse per la ricerca, non abbiamo detto che il nostro e' un
gran
bel lavoro (nonostante le sue difficolta' in Italia)? Tra l'altro, magari gli interessa un altro campo da quello del genitore e solo genitori potentissimi possono mettere il naso in concorsi di altri settori. Ma se sono potentissimi riusciranno a farlo anche in altri mestieri. Si deve togliere un diritto a tutti solo perche' non siamo capaci di ripulire
certi
malcostumi? Avete mai pensato a quanti grandi scienziati siano figli d'arte?
La costituzione recita che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge: vale anche i figli degli universitari! Bisogna condannare
all'esilio
i figli solo perche' i genitori fanno un mestiere analogo? Se vogliono andare altrove, liberi di farlo ma ritengo assurdo non possano
partecipare
a concorsi nella loro sede, se hanno i titoli per farlo.
Non so se la Deaglio sia piu' brava di altri concorrenti al suo concorso, ma solo questo e' il punto. Non di chi sia figlia. Se il concorso e'
stato
corretto non vedo su cosa accanirsi. Ha avuto dei fondi per le sue
ricerche
da un privato? Ha pero' un curriculum che sembra degno (almeno a una che
si
occupa d'altro). Non gridiamo allo scandalo per qualunque cosa: se ci
sono
vincitori indegni protestiamo perche' lo sono, non perche' i vincitori
sono
figli di.. Quanti concorsi hanno esiti dubbi annche se il vincitore non
e'
figlio di... Dobbiamo vietare la partecipazione a tutti quelli che si
sono
incontrati qualche volta? E se poi due commissioni in sedi diverse si mettessero d'accordo? .Il vero scandalo sono i nostri colleghi che barano quando sono commissari.
Ognuno puo' avere vantaggi dalla sua situazione familiare, e' la norma in mille situazioni. Alcuni magari sono ricchi e sopportano il precariato grazie ai soldi di famiglia o vanno ai congressi a loro spese perche' possono pagarselo. E' chiaro che siamo lontani dalla perfezione non inventiamoci problemi per nascondere quelli veri e soprattutto non
cadiamo
nei luoghi comuni..
Non credo sia questa la strada. Pensiamo a come uscire da questa
situazione
e reagiamo alla depressione che la crisi unita alle difficolta' dell'universita' sta favorendo.
Scusate la reazione, ammetto che i miei figli hanno interessi scientifici in settori diversi dal mio. Questo mi fa vedere i problemi in un'altra prospettiva da molti di voi ma vi chiedo: siete sicuri di non stare educando i vostri figli con la curiosita' dello scienziato con cui convivete giornalmente? Io non vedo perche' la mia esistenza debba farli discriminare se mai vorranno intraprendere la strada della ricerca.
Laura
Sacerdote
2012/1/29 Benedetto De Vivo bdevivo@unina.it
La rovina del nostro sistema (e non certo solo dell'Università) sono i sottili manicheismi, distinguo e sottodistinguo che si introducono di
volta
in volta per far quadrare sempre il cerchio. Il problema non é certo quello di stabilire quanto sia o non sia brava
la
Deaglio. Basta la banale considerazione che se avessimo un sistema realmente basato sul merito (e così non é, e mai sarà in Italia) chi é bravo troverebbe spazio in Istituzioni diverse rispetto a quelle dei
genitori...
Il problema é che ci dovrebbe essere un principio etico (e non una
Legge)
che dovrebbe impedire ai figli di fare carriera nell'Università dei genitori. La soluzione sarebbe estremamente semplice se un principio del genere fosse realmente condiviso da TUTTA (o quasi tutta) la comunità scientifica, insomma se fosse una cultura dominante; ma poiché così non
é,
si cerca di sopperire introducendo nuove Leggi e Leggine che non servono assolutamente a nulla. Non é che all'estero ci sia il mondo ideale dove tutto funziona alla perfezione. Solo che hanno un senso della decenza diverso da quello dominante nella nostra cultura. Le porcherie si verificano dovunque, ma non si ricorre, come facciamo noi, sempre e comunque a distinguo e sottodistinguo per giustificare tutto e tutti. B. De Vivo
----- Original Message ----- From: giuseppe.anichini@unifi.it To: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 29, 2012 6:56 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
Sono professore ordinario ma non ho figli (all'universita') e ho una moglie insegnante elementare. Non ho neppure amanti. Detto questo mi pare che si stiano inseguendo le ombre (chimatele pure "aspetto strutturale"). Se il figlio di un docente di lingua svedese vuol studiare lingua svedese deve emigrare per non essere "contagiato" dal dipartimento del padre (o della madre) ? Fermo restando il fatto tutto italico che si da' (o si vuol dare?) via libera a chi ha ("solo") il cognome diverso cioe' il famoso "abituale commensale" (per usare un eufemismo). Se la signorinna in questione ha 140 pubblicazioni di valore (a me non genetico paiono tante!), lasciamo perdere le altre considerazioni. Ci si fa solo del male da soli!! g.anichini
----- Messaggio da anna.painelli@unipr.it --------- Data: Sun, 29 Jan 2012 18:00:45 +0100 Da: anna painelli anna.painelli@unipr.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto) A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
mi permetto di insistere. Anche se la Deaglio fosse Einstein redivivo
il
problema ci sarebbe. Mi permetto di copiare un post di Giuseppe de
Nicolao
che secondo me illustra molto bene il problema
La figlia potrebbe essere bravissima (e lo speriamo tutti). Ciò che mi interessa è l'aspetto strutturale. Con queste norme non c'è difesa
contro
interessi particolari in grado di alterare le assegnazioni dei progetti
di
ricerca vuoi per potere economico che politico. Il PRIN-kakuro che
ridurrà
la selezione dei progetti di ricerca ad una lotta di lobbies chiude il cerchio: chi ha il potere assegna i titoli di eccellenza, i titoli di eccellenza legittimano le carriere e l'ascesa al potere. In nome della presunta meritocrazia è stata aperta una breccia che rischia di assoggettare l'università a poteri e interessi esterni.
mi sa tanto che Giuseppe ha ragione.
saluti
2012/1/29 Piero Lattanzi lattanzp@unica.it
francamente questa mi sembra meno scandalosa di Martone indubbiamente c'è una mancanza di stile e di senso dell'opportunità,
da
parte sopratutto del Ministro, ma questa Deaglio ha oltre 140 pubblicazioni registrate da ISI e h-index 25, quindi non dev'essere proprio un bluff PL
From: "anna painelli" anna.painelli@unipr.it Sent: Sunday, January 29, 2012 12:27 PM To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
>
http://peppemt83.wordpress.com/2011/12/10/mamma-mi-compri-lenciclopedia-devo...
fare-delle-ricerche/
> > > vi invito a leggere questa storia relativa al ministro Fornero e > alla > carriera accademica di sua figlia (unito). > Spero con tutto il cuore che sia una bufala. > Se è vera c'è da riflettere e molto. > > saluti anna > > -- > Anna Painelli > Dip. Chimica GIAF > Parma University > tel 0521-905461 > fax 0521-905556 > _______________________________________________ > Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list > > Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie > impostazioni: > https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione > > Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
> Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php > _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Universitas
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----- Fine del messaggio da anna.painelli@unipr.it -----
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-- Laura Sacerdote Dipartimento di Matematica Università di Torino Via Carlo Alberto 10 10123 Torino, Italia tel. +39 0116702919 fax +39 0116702878 http://www.dm.unito.it/personalpages/sacerdote/ _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
quando si creano polveroni, in parte anche in buonissima fede, l'unica cosa da fare è di ricordare che "'e figli sò piezze 'e core..." (per i non Napoletani "i figli sono una parte del proprio cuore") come diceva Filumena Marturano nella famosa commedia di De Filippo. B. De Vivo
----- Original Message ----- From: "claudio procesi" procesi@mat.uniroma1.it To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 29, 2012 11:02 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
cari colleghi, io ho gia espresso varie volte la mia opinione, vi ricordo solo che negli USA e` una prassi comunissima di assumere le coppie sposate o no, tutto alla luce del sole e parte della trattativa privata fra Universita` e docenti, la ragione e` del tutto ovvia.
Io credo che i nostri moralismi avranno come unico effetto quello di favorire ulteriormente la fuga dei cervelli, e a coppie
Claudio
On Jan 29, 2012, at 9:47 PM, Benedetto De Vivo wrote:
Siamo appunto ai manicheismi, ai distinguo e sottodistinguo... in fondo in fondo, scivolando su questa strada, perché dovremmo "discriminare" i figli di Berlusconi e le sue aziende? Non sono forse il prodotto del genio imprenditoriale del capostipite? E certamente i figli avranno certamente ereditato anche il genio imprenditoriale del padre. Come diceva un Prof. di Bari ad un giornalista RAI che gli faceva notare quanti figli e parenti vari ci fossero nel suo Dipartimento, ebbe il "candore" di dichiarare: ma che volete, i miei figli, hanno repirato "scienza" da quando sono nati... per una collega che finanziava il marito, intervenne a sua difesa altro collega per dire che anche Pierre e Marie Curie erano marito e moglie... insomma si potrebbe continuare all'infinito, ma non se ne viene certamente fuori... Siamo un Paese senza speranza.. B. De Vivo
----- Original Message ----- From: "Laura Sacerdote" laura.sacerdote@gmail.com To: "P. Dimitri" liviapat@inwind.it Cc: "Università e Ricerca Forum" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 29, 2012 9:11 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
Dissento: accettare discriminazioni tra i cittadini mi sembra molto piu' grave del rischio di avere un caso in piu' di malcostume (ribadisco il malcostume puo' prescindere da vincoli di parentela). Attenzione le discriminazioni possono poi proseguire verso altre categorie...E poi figli no e coniugi si? O i coniugi devono venir spinti al divorzio per poter vivere nella stessa sede?! CI sono casi in cui la soluzione e' molto peggiore del male (che ci sarebbe comunque)
Laura Sacerdote
2012/1/29 P. Dimitri liviapat@inwind.it
Il problema è che in un paese come questo dove il nepotismo è ormai dilagante, da destra a a sinistra (mi dispiace dirlo), dove anche per non pagare una multa o per non fare la fila alla posta o all'ospedale è per molti normale ricorrere ad amici vicini o lontani, dove non si riesce a mettere in piedi sistemi di valutazione decenti, ecc ecc, forse a questo punto una regola che impedisca ai figli di *fare carriera o di essere assunti* nella stessa amministrazione locale (non parlo solo di Università) dove si trovano genitori o parenti, si potrebbe anche sopportare, no? Certo, poi il nepotismo non finisce qui, può avere effetti che superano le barriere delle città e delle regioni, ma qualche vincolo male non farebbe a mio parere.
Patrizio Dimitri
Il 29/01/12 20.03, "Laura Sacerdote" laura.sacerdote@gmail.com ha scritto:
Ma vi rendete conto che state perdendo di vista i problemi, facendovi attrarre dai luoghi comuni? Ci vogliono concorsi meritocratici ma non discriminanti in base all'estrazione dei singoli. Non si puo' impedire
per
legge a qualcuno di partecipare a un concorso per le sue origini, si
devono
fare concorsi puliti. E' normale che il figlio di un universitario serio abbia interesse per la ricerca, non abbiamo detto che il nostro e' un
gran
bel lavoro (nonostante le sue difficolta' in Italia)? Tra l'altro, magari gli interessa un altro campo da quello del genitore e solo genitori potentissimi possono mettere il naso in concorsi di altri settori. Ma se sono potentissimi riusciranno a farlo anche in altri mestieri. Si deve togliere un diritto a tutti solo perche' non siamo capaci di ripulire
certi
malcostumi? Avete mai pensato a quanti grandi scienziati siano figli d'arte?
La costituzione recita che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge: vale anche i figli degli universitari! Bisogna condannare
all'esilio
i figli solo perche' i genitori fanno un mestiere analogo? Se vogliono andare altrove, liberi di farlo ma ritengo assurdo non possano
partecipare
a concorsi nella loro sede, se hanno i titoli per farlo.
Non so se la Deaglio sia piu' brava di altri concorrenti al suo concorso, ma solo questo e' il punto. Non di chi sia figlia. Se il concorso e'
stato
corretto non vedo su cosa accanirsi. Ha avuto dei fondi per le sue
ricerche
da un privato? Ha pero' un curriculum che sembra degno (almeno a una che
si
occupa d'altro). Non gridiamo allo scandalo per qualunque cosa: se ci
sono
vincitori indegni protestiamo perche' lo sono, non perche' i vincitori
sono
figli di.. Quanti concorsi hanno esiti dubbi annche se il vincitore non
e'
figlio di... Dobbiamo vietare la partecipazione a tutti quelli che si
sono
incontrati qualche volta? E se poi due commissioni in sedi diverse si mettessero d'accordo? .Il vero scandalo sono i nostri colleghi che barano quando sono commissari.
Ognuno puo' avere vantaggi dalla sua situazione familiare, e' la norma in mille situazioni. Alcuni magari sono ricchi e sopportano il precariato grazie ai soldi di famiglia o vanno ai congressi a loro spese perche' possono pagarselo. E' chiaro che siamo lontani dalla perfezione non inventiamoci problemi per nascondere quelli veri e soprattutto non
cadiamo
nei luoghi comuni..
Non credo sia questa la strada. Pensiamo a come uscire da questa
situazione
e reagiamo alla depressione che la crisi unita alle difficolta' dell'universita' sta favorendo.
Scusate la reazione, ammetto che i miei figli hanno interessi scientifici in settori diversi dal mio. Questo mi fa vedere i problemi in un'altra prospettiva da molti di voi ma vi chiedo: siete sicuri di non stare educando i vostri figli con la curiosita' dello scienziato con cui convivete giornalmente? Io non vedo perche' la mia esistenza debba farli discriminare se mai vorranno intraprendere la strada della ricerca.
Laura
Sacerdote
2012/1/29 Benedetto De Vivo bdevivo@unina.it
La rovina del nostro sistema (e non certo solo dell'Università) sono i sottili manicheismi, distinguo e sottodistinguo che si introducono di
volta
in volta per far quadrare sempre il cerchio. Il problema non é certo quello di stabilire quanto sia o non sia brava
la
Deaglio. Basta la banale considerazione che se avessimo un sistema realmente basato sul merito (e così non é, e mai sarà in Italia) chi é bravo troverebbe spazio in Istituzioni diverse rispetto a quelle dei
genitori...
Il problema é che ci dovrebbe essere un principio etico (e non una
Legge)
che dovrebbe impedire ai figli di fare carriera nell'Università dei genitori. La soluzione sarebbe estremamente semplice se un principio del genere fosse realmente condiviso da TUTTA (o quasi tutta) la comunità scientifica, insomma se fosse una cultura dominante; ma poiché così non
é,
si cerca di sopperire introducendo nuove Leggi e Leggine che non servono assolutamente a nulla. Non é che all'estero ci sia il mondo ideale dove tutto funziona alla perfezione. Solo che hanno un senso della decenza diverso da quello dominante nella nostra cultura. Le porcherie si verificano dovunque, ma non si ricorre, come facciamo noi, sempre e comunque a distinguo e sottodistinguo per giustificare tutto e tutti. B. De Vivo
----- Original Message ----- From: giuseppe.anichini@unifi.it To: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 29, 2012 6:56 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
Sono professore ordinario ma non ho figli (all'universita') e ho una moglie insegnante elementare. Non ho neppure amanti. Detto questo mi pare che si stiano inseguendo le ombre (chimatele pure "aspetto strutturale"). Se il figlio di un docente di lingua svedese vuol studiare lingua svedese deve emigrare per non essere "contagiato" dal dipartimento del padre (o della madre) ? Fermo restando il fatto tutto italico che si da' (o si vuol dare?) via libera a chi ha ("solo") il cognome diverso cioe' il famoso "abituale commensale" (per usare un eufemismo). Se la signorinna in questione ha 140 pubblicazioni di valore (a me non genetico paiono tante!), lasciamo perdere le altre considerazioni. Ci si fa solo del male da soli!! g.anichini
----- Messaggio da anna.painelli@unipr.it --------- Data: Sun, 29 Jan 2012 18:00:45 +0100 Da: anna painelli anna.painelli@unipr.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto) A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
mi permetto di insistere. Anche se la Deaglio fosse Einstein redivivo
il
problema ci sarebbe. Mi permetto di copiare un post di Giuseppe de
Nicolao
che secondo me illustra molto bene il problema
La figlia potrebbe essere bravissima (e lo speriamo tutti). Ciò che mi interessa è l'aspetto strutturale. Con queste norme non c'è difesa
contro
interessi particolari in grado di alterare le assegnazioni dei progetti
di
ricerca vuoi per potere economico che politico. Il PRIN-kakuro che
ridurrà
la selezione dei progetti di ricerca ad una lotta di lobbies chiude il cerchio: chi ha il potere assegna i titoli di eccellenza, i titoli di eccellenza legittimano le carriere e l'ascesa al potere. In nome della presunta meritocrazia è stata aperta una breccia che rischia di assoggettare l'università a poteri e interessi esterni.
mi sa tanto che Giuseppe ha ragione.
saluti
2012/1/29 Piero Lattanzi lattanzp@unica.it
francamente questa mi sembra meno scandalosa di Martone indubbiamente c'è una mancanza di stile e di senso dell'opportunità,
da
parte sopratutto del Ministro, ma questa Deaglio ha oltre 140 pubblicazioni registrate da ISI e h-index 25, quindi non dev'essere proprio un bluff PL
From: "anna painelli" anna.painelli@unipr.it Sent: Sunday, January 29, 2012 12:27 PM To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
>
http://peppemt83.wordpress.com/2011/12/10/mamma-mi-compri-lenciclopedia-devo...
fare-delle-ricerche/
> > > vi invito a leggere questa storia relativa al ministro Fornero e > alla > carriera accademica di sua figlia (unito). > Spero con tutto il cuore che sia una bufala. > Se è vera c'è da riflettere e molto. > > saluti anna > > -- > Anna Painelli > Dip. Chimica GIAF > Parma University > tel 0521-905461 > fax 0521-905556 > _______________________________________________ > Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list > > Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie > impostazioni: > https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione > > Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
> Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php > _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
-- Anna Painelli Dip. Chimica GIAF Parma University tel 0521-905461 fax 0521-905556 _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
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-- Laura Sacerdote Dipartimento di Matematica Università di Torino Via Carlo Alberto 10 10123 Torino, Italia tel. +39 0116702919 fax +39 0116702878 http://www.dm.unito.it/personalpages/sacerdote/ _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
_______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Ma anche : "ogni scarrafone è bello 'a mamma soia"
Il 29/01/12 23.16, "Benedetto De Vivo" bdevivo@unina.it ha scritto:
quando si creano polveroni, in parte anche in buonissima fede, l'unica cosa da fare è di ricordare che "'e figli sò piezze 'e core..." (per i non Napoletani "i figli sono una parte del proprio cuore") come diceva Filumena Marturano nella famosa commedia di De Filippo. B. De Vivo
----- Original Message ----- From: "claudio procesi" procesi@mat.uniroma1.it To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 29, 2012 11:02 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
cari colleghi, io ho gia espresso varie volte la mia opinione, vi ricordo solo che negli USA e` una prassi comunissima di assumere le coppie sposate o no, tutto alla luce del sole e parte della trattativa privata fra Universita` e docenti, la ragione e` del tutto ovvia.
Io credo che i nostri moralismi avranno come unico effetto quello di favorire ulteriormente la fuga dei cervelli, e a coppie
Claudio
On Jan 29, 2012, at 9:47 PM, Benedetto De Vivo wrote:
Siamo appunto ai manicheismi, ai distinguo e sottodistinguo... in fondo in fondo, scivolando su questa strada, perché dovremmo "discriminare" i figli di Berlusconi e le sue aziende? Non sono forse il prodotto del genio imprenditoriale del capostipite? E certamente i figli avranno certamente ereditato anche il genio imprenditoriale del padre. Come diceva un Prof. di Bari ad un giornalista RAI che gli faceva notare quanti figli e parenti vari ci fossero nel suo Dipartimento, ebbe il "candore" di dichiarare: ma che volete, i miei figli, hanno repirato "scienza" da quando sono nati... per una collega che finanziava il marito, intervenne a sua difesa altro collega per dire che anche Pierre e Marie Curie erano marito e moglie... insomma si potrebbe continuare all'infinito, ma non se ne viene certamente fuori... Siamo un Paese senza speranza.. B. De Vivo
----- Original Message ----- From: "Laura Sacerdote" laura.sacerdote@gmail.com To: "P. Dimitri" liviapat@inwind.it Cc: "Università e Ricerca Forum" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 29, 2012 9:11 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
Dissento: accettare discriminazioni tra i cittadini mi sembra molto piu' grave del rischio di avere un caso in piu' di malcostume (ribadisco il malcostume puo' prescindere da vincoli di parentela). Attenzione le discriminazioni possono poi proseguire verso altre categorie...E poi figli no e coniugi si? O i coniugi devono venir spinti al divorzio per poter vivere nella stessa sede?! CI sono casi in cui la soluzione e' molto peggiore del male (che ci sarebbe comunque)
Laura Sacerdote
2012/1/29 P. Dimitri liviapat@inwind.it
Il problema è che in un paese come questo dove il nepotismo è ormai dilagante, da destra a a sinistra (mi dispiace dirlo), dove anche per non pagare una multa o per non fare la fila alla posta o all'ospedale è per molti normale ricorrere ad amici vicini o lontani, dove non si riesce a mettere in piedi sistemi di valutazione decenti, ecc ecc, forse a questo punto una regola che impedisca ai figli di *fare carriera o di essere assunti* nella stessa amministrazione locale (non parlo solo di Università) dove si trovano genitori o parenti, si potrebbe anche sopportare, no? Certo, poi il nepotismo non finisce qui, può avere effetti che superano le barriere delle città e delle regioni, ma qualche vincolo male non farebbe a mio parere.
Patrizio Dimitri
Il 29/01/12 20.03, "Laura Sacerdote" laura.sacerdote@gmail.com ha scritto:
Ma vi rendete conto che state perdendo di vista i problemi, facendovi attrarre dai luoghi comuni? Ci vogliono concorsi meritocratici ma non discriminanti in base all'estrazione dei singoli. Non si puo' impedire
per
legge a qualcuno di partecipare a un concorso per le sue origini, si
devono
fare concorsi puliti. E' normale che il figlio di un universitario serio abbia interesse per la ricerca, non abbiamo detto che il nostro e' un
gran
bel lavoro (nonostante le sue difficolta' in Italia)? Tra l'altro, magari gli interessa un altro campo da quello del genitore e solo genitori potentissimi possono mettere il naso in concorsi di altri settori. Ma se sono potentissimi riusciranno a farlo anche in altri mestieri. Si deve togliere un diritto a tutti solo perche' non siamo capaci di ripulire
certi
malcostumi? Avete mai pensato a quanti grandi scienziati siano figli d'arte?
La costituzione recita che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge: vale anche i figli degli universitari! Bisogna condannare
all'esilio
i figli solo perche' i genitori fanno un mestiere analogo? Se vogliono andare altrove, liberi di farlo ma ritengo assurdo non possano
partecipare
a concorsi nella loro sede, se hanno i titoli per farlo.
Non so se la Deaglio sia piu' brava di altri concorrenti al suo concorso, ma solo questo e' il punto. Non di chi sia figlia. Se il concorso e'
stato
corretto non vedo su cosa accanirsi. Ha avuto dei fondi per le sue
ricerche
da un privato? Ha pero' un curriculum che sembra degno (almeno a una che
si
occupa d'altro). Non gridiamo allo scandalo per qualunque cosa: se ci
sono
vincitori indegni protestiamo perche' lo sono, non perche' i vincitori
sono
figli di.. Quanti concorsi hanno esiti dubbi annche se il vincitore non
e'
figlio di... Dobbiamo vietare la partecipazione a tutti quelli che si
sono
incontrati qualche volta? E se poi due commissioni in sedi diverse si mettessero d'accordo? .Il vero scandalo sono i nostri colleghi che barano quando sono commissari.
Ognuno puo' avere vantaggi dalla sua situazione familiare, e' la norma in mille situazioni. Alcuni magari sono ricchi e sopportano il precariato grazie ai soldi di famiglia o vanno ai congressi a loro spese perche' possono pagarselo. E' chiaro che siamo lontani dalla perfezione non inventiamoci problemi per nascondere quelli veri e soprattutto non
cadiamo
nei luoghi comuni..
Non credo sia questa la strada. Pensiamo a come uscire da questa
situazione
e reagiamo alla depressione che la crisi unita alle difficolta' dell'universita' sta favorendo.
Scusate la reazione, ammetto che i miei figli hanno interessi scientifici in settori diversi dal mio. Questo mi fa vedere i problemi in un'altra prospettiva da molti di voi ma vi chiedo: siete sicuri di non stare educando i vostri figli con la curiosita' dello scienziato con cui convivete giornalmente? Io non vedo perche' la mia esistenza debba farli discriminare se mai vorranno intraprendere la strada della ricerca.
Laura
Sacerdote
2012/1/29 Benedetto De Vivo bdevivo@unina.it
La rovina del nostro sistema (e non certo solo dell'Università) sono i sottili manicheismi, distinguo e sottodistinguo che si introducono di
volta
in volta per far quadrare sempre il cerchio. Il problema non é certo quello di stabilire quanto sia o non sia brava
la
Deaglio. Basta la banale considerazione che se avessimo un sistema realmente basato sul merito (e così non é, e mai sarà in Italia) chi é bravo troverebbe spazio in Istituzioni diverse rispetto a quelle dei
genitori...
Il problema é che ci dovrebbe essere un principio etico (e non una
Legge)
che dovrebbe impedire ai figli di fare carriera nell'Università dei genitori. La soluzione sarebbe estremamente semplice se un principio del genere fosse realmente condiviso da TUTTA (o quasi tutta) la comunità scientifica, insomma se fosse una cultura dominante; ma poiché così non
é,
si cerca di sopperire introducendo nuove Leggi e Leggine che non servono assolutamente a nulla. Non é che all'estero ci sia il mondo ideale dove tutto funziona alla perfezione. Solo che hanno un senso della decenza diverso da quello dominante nella nostra cultura. Le porcherie si verificano dovunque, ma non si ricorre, come facciamo noi, sempre e comunque a distinguo e sottodistinguo per giustificare tutto e tutti. B. De Vivo
----- Original Message ----- From: giuseppe.anichini@unifi.it To: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 29, 2012 6:56 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
Sono professore ordinario ma non ho figli (all'universita') e ho una moglie insegnante elementare. Non ho neppure amanti. Detto questo mi pare che si stiano inseguendo le ombre (chimatele pure "aspetto strutturale"). Se il figlio di un docente di lingua svedese vuol studiare lingua svedese deve emigrare per non essere "contagiato" dal dipartimento del padre (o della madre) ? Fermo restando il fatto tutto italico che si da' (o si vuol dare?) via libera a chi ha ("solo") il cognome diverso cioe' il famoso "abituale commensale" (per usare un eufemismo). Se la signorinna in questione ha 140 pubblicazioni di valore (a me non genetico paiono tante!), lasciamo perdere le altre considerazioni. Ci si fa solo del male da soli!! g.anichini
----- Messaggio da anna.painelli@unipr.it --------- Data: Sun, 29 Jan 2012 18:00:45 +0100 Da: anna painelli anna.painelli@unipr.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto) A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
mi permetto di insistere. Anche se la Deaglio fosse Einstein redivivo
il
problema ci sarebbe. Mi permetto di copiare un post di Giuseppe de
Nicolao
che secondo me illustra molto bene il problema
La figlia potrebbe essere bravissima (e lo speriamo tutti). Ciò che mi interessa è l'aspetto strutturale. Con queste norme non c'è difesa
contro
interessi particolari in grado di alterare le assegnazioni dei progetti
di
ricerca vuoi per potere economico che politico. Il PRIN-kakuro che
ridurrà
la selezione dei progetti di ricerca ad una lotta di lobbies chiude il cerchio: chi ha il potere assegna i titoli di eccellenza, i titoli di eccellenza legittimano le carriere e l'ascesa al potere. In nome della presunta meritocrazia è stata aperta una breccia che rischia di assoggettare l'università a poteri e interessi esterni.
mi sa tanto che Giuseppe ha ragione.
saluti
2012/1/29 Piero Lattanzi lattanzp@unica.it
> francamente questa mi sembra meno scandalosa di Martone > indubbiamente c'è una mancanza di stile e di senso dell'opportunità,
da
> parte sopratutto del Ministro, ma questa Deaglio ha oltre 140 > pubblicazioni > registrate da ISI e h-index 25, quindi non dev'essere proprio un > bluff > PL > > -------------------------------------------------- > From: "anna painelli" anna.painelli@unipr.it > Sent: Sunday, January 29, 2012 12:27 PM > To: "Forum "Università e Ricerca"" > universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it > Subject: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto) > >> >
http://peppemt83.wordpress.com/2011/12/10/mamma-mi-compri-lenciclopedia-devo... -
fare-delle-ricerche/
>> >> >> vi invito a leggere questa storia relativa al ministro Fornero e >> alla >> carriera accademica di sua figlia (unito). >> Spero con tutto il cuore che sia una bufala. >> Se è vera c'è da riflettere e molto. >> >> saluti anna >> >> -- >> Anna Painelli >> Dip. Chimica GIAF >> Parma University >> tel 0521-905461 >> fax 0521-905556 >> _______________________________________________ >> Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list >> >> Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie >> impostazioni: >> https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione >> >> Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
>> Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php >> > _______________________________________________ > Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list > > Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie > impostazioni: > https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione > > Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
> Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php >
-- Anna Painelli Dip. Chimica GIAF Parma University tel 0521-905461 fax 0521-905556 _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
----- Fine del messaggio da anna.painelli@unipr.it -----
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-- Laura Sacerdote Dipartimento di Matematica Università di Torino Via Carlo Alberto 10 10123 Torino, Italia tel. +39 0116702919 fax +39 0116702878 http://www.dm.unito.it/personalpages/sacerdote/ _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
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Sì, ma poi devi dimostrare che la coppia ha lavorato e se non è così, via! Qui da noi invece sappiamo bene come funziona. Qui non si tratta di facile moralismo, ma della necessità di ripristinare un senso etico che quasi tutti hanno perduto. Se poi un giorno, frotte di cervelli eccezionali fuggiranno all¹estero perché figli discriminati di professori universitari, affronteremo allora il problema.
Per il resto concordo pienamente con quanto detto da De Vivo e Papini.
Patrizio Dimitri
Il 29/01/12 23.02, "claudio procesi" procesi@mat.uniroma1.it ha scritto:
cari colleghi, io ho gia espresso varie volte la mia opinione, vi ricordo solo che negli USA e` una prassi comunissima di assumere le coppie sposate o no, tutto alla luce del sole e parte della trattativa privata fra Universita` e docenti, la ragione e` del tutto ovvia.
Io credo che i nostri moralismi avranno come unico effetto quello di favorire ulteriormente la fuga dei cervelli, e a coppie
Claudio
On Jan 29, 2012, at 9:47 PM, Benedetto De Vivo wrote:
Siamo appunto ai manicheismi, ai distinguo e sottodistinguo... in fondo in fondo, scivolando su questa strada, perché dovremmo "discriminare" i figli di Berlusconi e le sue aziende? Non sono forse il prodotto del genio imprenditoriale del capostipite? E certamente i figli avranno certamente ereditato anche il genio imprenditoriale del padre. Come diceva un Prof. di Bari ad un giornalista RAI che gli faceva notare quanti figli e parenti vari ci fossero nel suo Dipartimento, ebbe il "candore" di dichiarare: ma che volete, i miei figli, hanno repirato "scienza" da quando sono nati... per una collega che finanziava il marito, intervenne a sua difesa altro collega per dire che anche Pierre e Marie Curie erano marito e moglie... insomma si potrebbe continuare all'infinito, ma non se ne viene certamente fuori... Siamo un Paese senza speranza.. B. De Vivo
----- Original Message ----- From: "Laura Sacerdote" laura.sacerdote@gmail.com To: "P. Dimitri" liviapat@inwind.it Cc: "Università e Ricerca Forum" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 29, 2012 9:11 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
Dissento: accettare discriminazioni tra i cittadini mi sembra molto piu' grave del rischio di avere un caso in piu' di malcostume (ribadisco il malcostume puo' prescindere da vincoli di parentela). Attenzione le discriminazioni possono poi proseguire verso altre categorie...E poi figli no e coniugi si? O i coniugi devono venir spinti al divorzio per poter vivere nella stessa sede?! CI sono casi in cui la soluzione e' molto peggiore del male (che ci sarebbe comunque)
Laura Sacerdote
2012/1/29 P. Dimitri liviapat@inwind.it
Il problema è che in un paese come questo dove il nepotismo è ormai dilagante, da destra a a sinistra (mi dispiace dirlo), dove anche per non pagare una multa o per non fare la fila alla posta o all'ospedale è per molti normale ricorrere ad amici vicini o lontani, dove non si riesce a mettere in piedi sistemi di valutazione decenti, ecc ecc, forse a questo punto una regola che impedisca ai figli di *fare carriera o di essere assunti* nella stessa amministrazione locale (non parlo solo di Università) dove si trovano genitori o parenti, si potrebbe anche sopportare, no? Certo, poi il nepotismo non finisce qui, può avere effetti che superano le barriere delle città e delle regioni, ma qualche vincolo male non farebbe a mio parere.
Patrizio Dimitri
Il 29/01/12 20.03, "Laura Sacerdote" laura.sacerdote@gmail.com ha scritto:
Ma vi rendete conto che state perdendo di vista i problemi, facendovi attrarre dai luoghi comuni? Ci vogliono concorsi meritocratici ma non discriminanti in base all'estrazione dei singoli. Non si puo' impedire
per
legge a qualcuno di partecipare a un concorso per le sue origini, si
devono
fare concorsi puliti. E' normale che il figlio di un universitario serio abbia interesse per la ricerca, non abbiamo detto che il nostro e' un
gran
bel lavoro (nonostante le sue difficolta' in Italia)? Tra l'altro, magari gli interessa un altro campo da quello del genitore e solo genitori potentissimi possono mettere il naso in concorsi di altri settori. Ma se sono potentissimi riusciranno a farlo anche in altri mestieri. Si deve togliere un diritto a tutti solo perche' non siamo capaci di ripulire
certi
malcostumi? Avete mai pensato a quanti grandi scienziati siano figli d'arte?
La costituzione recita che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge: vale anche i figli degli universitari! Bisogna condannare
all'esilio
i figli solo perche' i genitori fanno un mestiere analogo? Se vogliono andare altrove, liberi di farlo ma ritengo assurdo non possano
partecipare
a concorsi nella loro sede, se hanno i titoli per farlo.
Non so se la Deaglio sia piu' brava di altri concorrenti al suo concorso, ma solo questo e' il punto. Non di chi sia figlia. Se il concorso e'
stato
corretto non vedo su cosa accanirsi. Ha avuto dei fondi per le sue
ricerche
da un privato? Ha pero' un curriculum che sembra degno (almeno a una che
si
occupa d'altro). Non gridiamo allo scandalo per qualunque cosa: se ci
sono
vincitori indegni protestiamo perche' lo sono, non perche' i vincitori
sono
figli di.. Quanti concorsi hanno esiti dubbi annche se il vincitore non
e'
figlio di... Dobbiamo vietare la partecipazione a tutti quelli che si
sono
incontrati qualche volta? E se poi due commissioni in sedi diverse si mettessero d'accordo? .Il vero scandalo sono i nostri colleghi che barano quando sono commissari.
Ognuno puo' avere vantaggi dalla sua situazione familiare, e' la norma in mille situazioni. Alcuni magari sono ricchi e sopportano il precariato grazie ai soldi di famiglia o vanno ai congressi a loro spese perche' possono pagarselo. E' chiaro che siamo lontani dalla perfezione non inventiamoci problemi per nascondere quelli veri e soprattutto non
cadiamo
nei luoghi comuni..
Non credo sia questa la strada. Pensiamo a come uscire da questa
situazione
e reagiamo alla depressione che la crisi unita alle difficolta' dell'universita' sta favorendo.
Scusate la reazione, ammetto che i miei figli hanno interessi scientifici in settori diversi dal mio. Questo mi fa vedere i problemi in un'altra prospettiva da molti di voi ma vi chiedo: siete sicuri di non stare educando i vostri figli con la curiosita' dello scienziato con cui convivete giornalmente? Io non vedo perche' la mia esistenza debba farli discriminare se mai vorranno intraprendere la strada della ricerca.
Laura
Sacerdote
2012/1/29 Benedetto De Vivo bdevivo@unina.it
La rovina del nostro sistema (e non certo solo dell'Università) sono i sottili manicheismi, distinguo e sottodistinguo che si introducono di
volta
in volta per far quadrare sempre il cerchio. Il problema non é certo quello di stabilire quanto sia o non sia brava
la
Deaglio. Basta la banale considerazione che se avessimo un sistema realmente basato sul merito (e così non é, e mai sarà in Italia) chi é bravo troverebbe spazio in Istituzioni diverse rispetto a quelle dei
genitori...
Il problema é che ci dovrebbe essere un principio etico (e non una
Legge)
che dovrebbe impedire ai figli di fare carriera nell'Università dei genitori. La soluzione sarebbe estremamente semplice se un principio del genere fosse realmente condiviso da TUTTA (o quasi tutta) la comunità scientifica, insomma se fosse una cultura dominante; ma poiché così non
é,
si cerca di sopperire introducendo nuove Leggi e Leggine che non servono assolutamente a nulla. Non é che all'estero ci sia il mondo ideale dove tutto funziona alla perfezione. Solo che hanno un senso della decenza diverso da quello dominante nella nostra cultura. Le porcherie si verificano dovunque, ma non si ricorre, come facciamo noi, sempre e comunque a distinguo e sottodistinguo per giustificare tutto e tutti. B. De Vivo
----- Original Message ----- From: giuseppe.anichini@unifi.it To: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 29, 2012 6:56 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
Sono professore ordinario ma non ho figli (all'universita') e ho una moglie insegnante elementare. Non ho neppure amanti. Detto questo mi pare che si stiano inseguendo le ombre (chimatele pure "aspetto strutturale"). Se il figlio di un docente di lingua svedese vuol studiare lingua svedese deve emigrare per non essere "contagiato" dal dipartimento del padre (o della madre) ? Fermo restando il fatto tutto italico che si da' (o si vuol dare?) via libera a chi ha ("solo") il cognome diverso cioe' il famoso "abituale commensale" (per usare un eufemismo). Se la signorinna in questione ha 140 pubblicazioni di valore (a me non genetico paiono tante!), lasciamo perdere le altre considerazioni. Ci si fa solo del male da soli!! g.anichini
----- Messaggio da anna.painelli@unipr.it --------- Data: Sun, 29 Jan 2012 18:00:45 +0100 Da: anna painelli anna.painelli@unipr.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto) A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
mi permetto di insistere. Anche se la Deaglio fosse Einstein redivivo
il
problema ci sarebbe. Mi permetto di copiare un post di Giuseppe de
Nicolao
che secondo me illustra molto bene il problema
La figlia potrebbe essere bravissima (e lo speriamo tutti). Ciò che mi interessa è l'aspetto strutturale. Con queste norme non c'è difesa
contro
interessi particolari in grado di alterare le assegnazioni dei progetti
di
ricerca vuoi per potere economico che politico. Il PRIN-kakuro che
ridurrà
la selezione dei progetti di ricerca ad una lotta di lobbies chiude il cerchio: chi ha il potere assegna i titoli di eccellenza, i titoli di eccellenza legittimano le carriere e l'ascesa al potere. In nome della presunta meritocrazia è stata aperta una breccia che rischia di assoggettare l'università a poteri e interessi esterni.
mi sa tanto che Giuseppe ha ragione.
saluti
2012/1/29 Piero Lattanzi lattanzp@unica.it
> francamente questa mi sembra meno scandalosa di Martone > indubbiamente c'è una mancanza di stile e di senso dell'opportunità,
da
> parte sopratutto del Ministro, ma questa Deaglio ha oltre 140 > pubblicazioni > registrate da ISI e h-index 25, quindi non dev'essere proprio un > bluff > PL > > -------------------------------------------------- > From: "anna painelli" anna.painelli@unipr.it > Sent: Sunday, January 29, 2012 12:27 PM > To: "Forum "Università e Ricerca"" > universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it > Subject: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto) > >> >
http://peppemt83.wordpress.com/2011/12/10/mamma-mi-compri-lenciclopedia-devo... -
fare-delle-ricerche/
>> >> >> vi invito a leggere questa storia relativa al ministro Fornero e >> alla >> carriera accademica di sua figlia (unito). >> Spero con tutto il cuore che sia una bufala. >> Se è vera c'è da riflettere e molto. >> >> saluti anna >> >> -- >> Anna Painelli >> Dip. Chimica GIAF >> Parma University >> tel 0521-905461 >> fax 0521-905556 >> _______________________________________________ >> Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list >> >> Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie >> impostazioni: >> https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione >> >> Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
>> Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php >> > _______________________________________________ > Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list > > Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie > impostazioni: > https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione > > Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
> Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php >
-- Anna Painelli Dip. Chimica GIAF Parma University tel 0521-905461 fax 0521-905556 _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
----- Fine del messaggio da anna.painelli@unipr.it -----
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-- Laura Sacerdote Dipartimento di Matematica Università di Torino Via Carlo Alberto 10 10123 Torino, Italia tel. +39 0116702919 fax +39 0116702878 http://www.dm.unito.it/personalpages/sacerdote/ _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Mi pare che la discriminazione dei figli di professori a favore di figli di operai e/o altre categorie non sia esattamente uno dei principali problemi di questo paese...
----- Messaggio da laura.sacerdote@gmail.com --------- Data: Sun, 29 Jan 2012 21:11:56 +0100 Da: Laura Sacerdote laura.sacerdote@gmail.com Rispondi-A:laura.sacerdote@unito.it, "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto) A: "P. Dimitri" liviapat@inwind.it Cc: Università e Ricerca Forum universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
Dissento: accettare discriminazioni tra i cittadini mi sembra molto piu' grave del rischio di avere un caso in piu' di malcostume (ribadisco il malcostume puo' prescindere da vincoli di parentela). Attenzione le discriminazioni possono poi proseguire verso altre categorie...E poi figli no e coniugi si? O i coniugi devono venir spinti al divorzio per poter vivere nella stessa sede?! CI sono casi in cui la soluzione e' molto peggiore del male (che ci sarebbe comunque)
Laura Sacerdote
2012/1/29 P. Dimitri liviapat@inwind.it
Il problema è che in un paese come questo dove il nepotismo è ormai dilagante, da destra a a sinistra (mi dispiace dirlo), dove anche per non pagare una multa o per non fare la fila alla posta o all'ospedale è per molti normale ricorrere ad amici vicini o lontani, dove non si riesce a mettere in piedi sistemi di valutazione decenti, ecc ecc, forse a questo punto una regola che impedisca ai figli di *fare carriera o di essere assunti* nella stessa amministrazione locale (non parlo solo di Università) dove si trovano genitori o parenti, si potrebbe anche sopportare, no? Certo, poi il nepotismo non finisce qui, può avere effetti che superano le barriere delle città e delle regioni, ma qualche vincolo male non farebbe a mio parere.
Patrizio Dimitri
Il 29/01/12 20.03, "Laura Sacerdote" laura.sacerdote@gmail.com ha scritto:
On Sun, Jan 29, 2012 at 9:11 PM, Laura Sacerdote laura.sacerdote@gmail.com wrote:
Dissento: accettare discriminazioni tra i cittadini mi sembra molto piu' grave del rischio di avere un caso in piu' di malcostume (ribadisco il malcostume puo' prescindere da vincoli di parentela). Attenzione le discriminazioni possono poi proseguire verso altre categorie...E poi figli no e coniugi si? O i coniugi devono venir spinti al divorzio per poter vivere nella stessa sede?! CI sono casi in cui la soluzione e' molto peggiore del male (che ci sarebbe comunque)
Sono simpatetico con quanto scrive Dimitri, che la situazione eccezionale dell'Italia richiederebbe provvedimenti eccezionali. Ci sono esempi di discriminazione adottati anche in Paesi avanzati per correggere discriminazioni, per esempio l'affirmative action per donne e minoranze.
Vorrei comunque ricordare che anche senza commettere alcuna discriminazione si potrebbe ridurre molto l'appoggio parentale nelle carriere accademiche facendo una norma valida per tutti indistintamente che richiede cambio di sede universitaria (almeno provincia) tra laurea e dottorato, tra dottorato e post-doc, e tra post-doc e assistant professor, come avevo proposto ai vecchi tempi in cui si discuteva di riforma dei concorsi. Piu' o meno questo avvieme, nei grandi numeri e per motivi di opportunita', anche se non per legge e non al 100% per tutti, nei sistemi accademici piu' evoluti e meglio funzionanti.
Cordialmente,
"Alberto" == Alberto Lusiani alberto.lusiani@pi.infn.it writes:
Alberto> Vorrei comunque ricordare che anche senza commettere Alberto> alcuna discriminazione si potrebbe ridurre molto Alberto> l'appoggio parentale nelle carriere accademiche facendo Alberto> una norma valida per tutti indistintamente che richiede Alberto> cambio di sede universitaria (almeno provincia) tra Alberto> laurea e dottorato, tra dottorato e post-doc, e tra Alberto> post-doc e assistant professor, come avevo proposto ai Alberto> vecchi tempi in cui si discuteva di riforma dei concorsi. Alberto> Piu' o meno questo avvieme, nei grandi numeri e per Alberto> motivi di opportunita', anche se non per legge e non al Alberto> 100% per tutti, nei sistemi accademici piu' evoluti e Alberto> meglio funzionanti.
E in paesi in cui la mobilita' di studenti e lavoratori sul territorio non sia proibitiva come in Italia.
Carlo
universitas_in_trasformazione@lists.dm.unipi.it