Ho un dubbio, generato dalla domanda di RB sulla valutazione degli effetti negativi... L'analisi non è semplice e andrebbe fatta con calma; ma veramente vogliamo discutere punto per punto, cercando di mettere su una difesa degli enti su cui sappiamo qualcosina in più, quando è chiaro che questa manovra, creata in pochi giorni, da persone spesso incompetenti ed ignare delle realtà del paese, verrà votata quasi alla cieca? Per salvarne qualcuno più fortunato o noto? Non pensate sarebbe il caso di rifiutarsi di fare una difesa dei singoli istituti? Qualcuno ha fatto il conto dei "risparmi"....sono trascurabili, credo. In alternativa si potrebbero prendere ad esempio alcuni istituti o enti culturali di altissimo livello, per mostrare la follia e l'inutilità dell'operazione, chiedendo quindi il blocco di questo tipo di operazione, a fronte per esempio di un taglio pressoché nullo di altre spese (vedi spese militari o rinuncia alle entrate dovute ad un recupero delle evasioni...tanto per dirne due).
Se no temo che tutto si risolverà in un taglio ridotto, non certo nell'eliminazione dell'articolo in toto come è avvenuto per le provincie, che hanno ben altro peso elettorale. carlo cosmelli
Certo che leggendo la lista dell'allegato 3 ci sono davvero degli enti allucinanti. Temo che sia arrivato il momento invece di scegliere quali è giusto difendere e quali no.... Saluti Alessio Papini
----- Message from carlo.cosmelli@roma1.infn.it --------- Date: Sun, 30 May 2010 10:51:21 +0200 From: Carlo Cosmelli carlo.cosmelli@roma1.infn.it Reply-To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] Digest di Universitas_in_trasformazione, Volume 17, Numero 15 To: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
Ho un dubbio, generato dalla domanda di RB sulla valutazione degli effetti negativi... L'analisi non è semplice e andrebbe fatta con calma; ma veramente vogliamo discutere punto per punto, cercando di mettere su una difesa degli enti su cui sappiamo qualcosina in più, quando è chiaro che questa manovra, creata in pochi giorni, da persone spesso incompetenti ed ignare delle realtà del paese, verrà votata quasi alla cieca? Per salvarne qualcuno più fortunato o noto? Non pensate sarebbe il caso di rifiutarsi di fare una difesa dei singoli istituti? Qualcuno ha fatto il conto dei "risparmi"....sono trascurabili, credo. In alternativa si potrebbero prendere ad esempio alcuni istituti o enti culturali di altissimo livello, per mostrare la follia e l'inutilità dell'operazione, chiedendo quindi il blocco di questo tipo di operazione, a fronte per esempio di un taglio pressoché nullo di altre spese (vedi spese militari o rinuncia alle entrate dovute ad un recupero delle evasioni...tanto per dirne due).
Se no temo che tutto si risolverà in un taglio ridotto, non certo nell'eliminazione dell'articolo in toto come è avvenuto per le provincie, che hanno ben altro peso elettorale. carlo cosmelli
-- .................................. Ciò che mi spaventa non è la violenza dei potenti, ma il silenzio degli onesti. Martin Luther King .................................. Prof. Carlo Cosmelli Dipartimento di Fisica Sapienza, Università di Roma P. A. Moro 5 00185 Roma, Italy tel. (+39) 06-4991-4216 fax. (+39) 06-4957- 697 www.roma1.infn.it/exp/webmqc/cosmelli.html _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
----- End message from carlo.cosmelli@roma1.infn.it -----
Sto seguendo tutti gli interventi
tutti voi avete ragione, ma.... questi "signori" schiacciano come rulli compressori la razionalità ed il buon senso, pur di perseguire il loro fine. Non c'è possibilità di contrattare secondo criteri di buon senso. Non lo vogliono e confidano nella nostra ingenuità che ci porta a perdere tempo nel disperderci in mille rivoli di riflessioni, per metterci poi difronte al fatto compiuto. Bisogna fare come loro e sparare cannonate ai passerotti, senza troppi scrupoli e complimenti. Dobbiamo fare qualcosa di analogo agli operai che salgono sui tetti. Va fatto qualcosa di forte e pazzo, che li metta in confusione. Alla contrattazione ci possiamo arrivare dopo.
Lucia Magnelli
Ho un dubbio, generato dalla domanda di RB sulla valutazione degli effetti negativi... L'analisi non è semplice e andrebbe fatta con calma; ma veramente vogliamo discutere punto per punto, cercando di mettere su una difesa degli enti su cui sappiamo qualcosina in più, quando è chiaro che questa manovra, creata in pochi giorni, da persone spesso incompetenti ed ignare delle realtà del paese, verrà votata quasi alla cieca? Per salvarne qualcuno più fortunato o noto? Non pensate sarebbe il caso di rifiutarsi di fare una difesa dei singoli istituti? Qualcuno ha fatto il conto dei "risparmi"....sono trascurabili, credo. In alternativa si potrebbero prendere ad esempio alcuni istituti o enti culturali di altissimo livello, per mostrare la follia e l'inutilità dell'operazione, chiedendo quindi il blocco di questo tipo di operazione, a fronte per esempio di un taglio pressoché nullo di altre spese (vedi spese militari o rinuncia alle entrate dovute ad un recupero delle evasioni...tanto per dirne due).
Se no temo che tutto si risolverà in un taglio ridotto, non certo nell'eliminazione dell'articolo in toto come è avvenuto per le provincie, che hanno ben altro peso elettorale. carlo cosmelli
-- .................................. Ciò che mi spaventa non è la violenza dei potenti, ma il silenzio degli onesti. Martin Luther King .................................. Prof. Carlo Cosmelli Dipartimento di Fisica Sapienza, Università di Roma P. A. Moro 5 00185 Roma, Italy tel. (+39) 06-4991-4216 fax. (+39) 06-4957- 697 www.roma1.infn.it/exp/webmqc/cosmelli.html _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
----- Fine del messaggio da carlo.cosmelli@roma1.infn.it -----
At 23:43 +0200 30.05.2010, l.magnelli@unifi.it wrote:
... questi "signori" schiacciano come rulli compressori la razionalità ed il buon senso, pur di perseguire il loro fine. Non c'è possibilità di contrattare secondo criteri di buon senso. Non lo vogliono e confidano nella nostra ingenuità che ci porta a perdere tempo nel disperderci in mille rivoli di riflessioni, per metterci poi difronte al fatto compiuto. Bisogna fare come loro e sparare cannonate ai passerotti, senza troppi scrupoli e complimenti. Dobbiamo fare qualcosa di analogo agli operai che salgono sui tetti. Va fatto qualcosa di forte e pazzo, che li metta in confusione. Alla contrattazione ci possiamo arrivare dopo.
Esattamente. In una nazione che produce essenzialmente criminalità organizzata di vario tipo, palazzine in cemento depotenziato, scarpe costose e scadente ricezione alberghiera, la formazione a tutti i livelli e la ricerca -- cioè. genericamente, conoscenza, cittadinanza e innovazione -- semplicemente non sono percepite come un asset strategico. Anzi, sono una seccatura: tutti 'sti comunisti a criticare chi comanda, sai che palle.
Ed è vero che l'unica cosa che possa avere un senso sarebbero azioni di quel tipo. Non perché possano avere successo: ci hanno provato gli accademici francesi lo scorso anno o in anni più remoti, per dire, i minatori inglesi all'epoca della Thatcher, e hanno perso. E se anche mettessimo in scena azioni di quel tipo, la campagna di stampa per argomentare che siamo solo una casta che difende i propri privilegi partirebbe in ventiquattr'ore.
Però lasceremmo un piccolo germe: alla "opinione pubblica", ai nostri ragazzi, a chi ci guarda. Leggetevi o rileggetevi Il mondo nuovo, di Aldous Huxley, e Fahrenheit 451, di Ray Bradbury.
Ma noi -- noi accademici, non solo noi di questo gruppo -- non riusciamo a fare fronte comune. In parte perché furbamente hanno usato una logica di tipo divide et impera (v. i piccoli contentini dati ai rettori, che infatti tacciono in reverente silenzio, e i ben più grandi "scontentini" dati a chi di voce non ne ha, cioè i precari e i giovani e in generale gli accademici "normali"). In parte perché i ricercatori sono intrinsecamente anarchici individualisti e per di più pensano troppo alla ricerca (i "mille rivoli" dei quali parla Lucia Magnelli) e tgroppo poco al quadro d'insieme. E in parte perché è da lunga pezza partita la corsa dei poteri accademici forti a mantenere le proprie posizioni e stanno per accendersi, ove già non l'abbiano fatto, le guerre tra poveri degli altri.
Scusate... lo sapete che potete sempre contare su di me per una parola di sconforto!
Per ulteriori considerazioni vi rimando ad alcuni articoli usciti di recente sulla Stampa. Disattivo i link perché non so se passino dal vostro server: basta che facciate un copia-e-incolla nel vostro browser:
(archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=10425362)
(www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=124&ID_articolo=943&ID_sezione=274&sezione=)
e
(www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=40)
Più un altro sull'ISAE:
(www.sbilanciamoci.info/Rubriche/Ricerca-economica-chiusa-per-tagli-4533)
Buona notte,
Maurizio Tirassa
Cari Colleghi,
Sono completamente d'accordo con Marco Tirassa. Anche nello sconforto.
Si parla tanto, e giustamente, di aberrazion i varie legate alla cancellazioni di enti inutili,
pur essendo fiori all'occhiello della ricerca nazionale. E' solo un piccolo esempio del drammatico
problema di fondo (ed irrisolvibile, purtroppo): secondo chi ci governa (inclusi vari rettori) la madre di tutti gli
enti inutili (legati alla ricerca) e' l'universita' stessa, almeno se intesa come centro di produzione di cultura (scientifica, umanistica, etc..)
e quindi, per definizione, in perdita. Non c'e', semplicemente, nulla da fare. Per chi puo', la sola via e' emigrare.
Saluti a tutti,
MAURO
Esattamente. In una nazione che produce essenzialmente criminalità organizzata di vario tipo, palazzine in cemento depotenziato, scarpe costose e scadente ricezione alberghiera, la formazione a tutti i livelli e la ricerca -- cioè. genericamente, conoscenza, cittadinanza e innovazione -- semplicemente non sono percepite come un asset strategico. Anzi, sono una seccatura: tutti 'sti comunisti a criticare chi comanda, sai che palle.
Ed è vero che l'unica cosa che possa avere un senso sarebbero azioni di quel tipo. Non perché possano avere successo: ci hanno provato gli accademici francesi lo scorso anno o in anni più remoti, per dire, i minatori inglesi all'epoca della Thatcher, e hanno perso. E se anche mettessimo in scena azioni di quel tipo, la campagna di stampa per argomentare che siamo solo una casta che difende i propri privilegi partirebbe in ventiquattr'ore.
Però lasceremmo un piccolo germe: alla "opinione pubblica", ai nostri ragazzi, a chi ci guarda. Leggetevi o rileggetevi Il mondo nuovo, di Aldous Huxley, e Fahrenheit 451, di Ray Bradbury.
Ma noi -- noi accademici, non solo noi di questo gruppo -- non riusciamo a fare fronte comune. In parte perché furbamente hanno usato una logica di tipo divide et impera (v. i piccoli contentini dati ai rettori, che infatti tacciono in reverente silenzio, e i ben più grandi "scontentini" dati a chi di voce non ne ha, cioè i precari e i giovani e in generale gli accademici "normali"). In parte perché i ricercatori sono intrinsecamente anarchici individualisti e per di più pensano troppo alla ricerca (i "mille rivoli" dei quali parla Lucia Magnelli) e tgroppo poco al quadro d'insieme. E in parte perché è da lunga pezza partita la corsa dei poteri accademici forti a mantenere le proprie posizioni e stanno per accendersi, ove già non l'abbiano fatto, le guerre tra poveri degli altri.
Scusate... lo sapete che potete sempre contare su di me per una parola di sconforto!
Per ulteriori considerazioni vi rimando ad alcuni articoli usciti di recente sulla Stampa. Disattivo i link perché non so se passino dal vostro server: basta che facciate un copia-e-incolla nel vostro browser:
Prof. Mauro C. Beltrametti Dipartimento di Matematica Universita' di Genova Via Dodecaneso, 35 16146 Genova Italy beltrametti@dima.unige.it
Mi sa che hai ragione...
l.magnelli@unifi.it wrote:
Sto seguendo tutti gli interventi
tutti voi avete ragione, ma.... questi "signori" schiacciano come rulli compressori la razionalità ed il buon senso, pur di perseguire il loro fine. Non c'è possibilità di contrattare secondo criteri di buon senso. Non lo vogliono e confidano nella nostra ingenuità che ci porta a perdere tempo nel disperderci in mille rivoli di riflessioni, per metterci poi difronte al fatto compiuto. Bisogna fare come loro e sparare cannonate ai passerotti, senza troppi scrupoli e complimenti. Dobbiamo fare qualcosa di analogo agli operai che salgono sui tetti. Va fatto qualcosa di forte e pazzo, che li metta in confusione. Alla contrattazione ci possiamo arrivare dopo.
Lucia Magnelli
Ho un dubbio, generato dalla domanda di RB sulla valutazione degli effetti negativi... L'analisi non è semplice e andrebbe fatta con calma; ma veramente vogliamo discutere punto per punto, cercando di mettere su una difesa degli enti su cui sappiamo qualcosina in più, quando è chiaro che questa manovra, creata in pochi giorni, da persone spesso incompetenti ed ignare delle realtà del paese, verrà votata quasi alla cieca? Per salvarne qualcuno più fortunato o noto? Non pensate sarebbe il caso di rifiutarsi di fare una difesa dei singoli istituti? Qualcuno ha fatto il conto dei "risparmi"....sono trascurabili, credo. In alternativa si potrebbero prendere ad esempio alcuni istituti o enti culturali di altissimo livello, per mostrare la follia e l'inutilità dell'operazione, chiedendo quindi il blocco di questo tipo di operazione, a fronte per esempio di un taglio pressoché nullo di altre spese (vedi spese militari o rinuncia alle entrate dovute ad un recupero delle evasioni...tanto per dirne due).
Se no temo che tutto si risolverà in un taglio ridotto, non certo nell'eliminazione dell'articolo in toto come è avvenuto per le provincie, che hanno ben altro peso elettorale. carlo cosmelli
-- .................................. Ciò che mi spaventa non è la violenza dei potenti, ma il silenzio degli onesti. Martin Luther King .................................. Prof. Carlo Cosmelli Dipartimento di Fisica Sapienza, Università di Roma P. A. Moro 5 00185 Roma, Italy tel. (+39) 06-4991-4216 fax. (+39) 06-4957- 697 www.roma1.infn.it/exp/webmqc/cosmelli.html _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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----- Fine del messaggio da carlo.cosmelli@roma1.infn.it -----
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