Date: Mon, 19 Jan 2009 14:11:44 +0100 (MET) From: Alessandro Ferretti ferretti@to.infn.it To: coordunito@di.unito.it cc: assembleadiscienze@googlegroups.com Reply-To: coordunito@di.unito.it List-Id: <coordunito.di.unito.it> List-Help: mailto:sympa@di.unito.it?subject=help List-Subscribe: mailto:sympa@di.unito.it?subject=subscribe%20coordunito List-Unsubscribe: mailto:sympa@di.unito.it?subject=unsubscribe%20coordunito List-Post: mailto:coordunito@di.unito.it List-Owner: mailto:coordunito-request@di.unito.it List-Archive: https://www.di.unito.it/listserver/arc/coordunito Subject: [coordunito] Ed ecco che arrivano le fondazioni!
Equazione confermata: mancanza di finanziamenti => trasformazione in fondazioni.
Da Repubblica Firenze:
Regione, un piano per salvare le Università
di Franca Selvatici
Un piano in sei punti per salvare gli atenei toscani dal dissesto. Lo hanno concordato il presidente della Regione Toscana Claudio Martini e i rettori di Firenze Augusto Marinelli, di Pisa Marco Pasquali e di Siena Silvano Focardi, predisponendo un protocollo di intesa. Punto primo: le tre università predispongono «un piano di risanamento e di razionalizzazione delle attività». Secondo: ogni università delibera la trasformazione in fondazione, «prevedendo l´ingresso della Regione ed, eventualmente, di altri soggetti esclusivamente pubblici». Terzo: la Regione «si impegna a disciplinare in via normativa l´acquisizione in proprietà da parte delle aziende ospedaliere universitarie di immobili universitari destinati a finalità assistenziali ove si debbano effettuare interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione». Quarto: la Regione «partecipa alla fondazione con contributi a favore della ricerca annualmente determinati». Quinto: la Regione «si impegna a esercitare una funzione di coordinamento fra i soggetti operanti sul territorio, fra i programmi settoriali che prevedono interventi di promozione e sostegno della ricerca e fra le attività di ricerca svolte dalle fondazioni». Sesto: la Regione e le fondazioni «istituiscono un comitato di coordinamento»; il numero dei componenti sarà definito della statuto.
All´interno delle tre fondazioni la Regione potrà «incidere sulle scelte programmatiche delle fondazioni universitarie e sul controllo dell´andamento finanziario». E dovrà essere previsto «un sistema duale di governance basato sulla separazione fra l´attività di programmazione didattica e di ricerca e la gestione amministrativa ed economico-finanziaria, assicurando altresì il costante equilibrio di bilancio». Al vertice del comitato di coordinamento - secondo voci non confermate ma neppure smentite - potrebbe andare l´attuale rettore di Firenze Augusto Marinelli.
Il protocollo di intesa non è stato ancora portato in discussione nei consigli di facoltà né in quelli di dipartimento, almeno a Firenze. E´ stato invece esaminato in seno alla giunta regionale, da cui è uscita la proposta di chiedere all´ufficio legale che cosa sia legittimo e che cosa no (in particolare riguardo all´acquisto delle cliniche) e di avviare un percorso di discussione con tutte le componenti del mondo universitario, e non solo con i rettori. In dicembre si è tenuto un primo incontro, nel quale sono state espresse preoccupazioni per il disimpegno dello Stato e per i rischi connessi a una «regionalizzazione» della ricerca. Nell´incontro, comunque, il protocollo non è stato reso pubblico. Finora è stato un perfetto sconosciuto per il mondo accademico. La trasparenza ha lasciato a desiderare.
Che sull´accordo atenei-Regione sia necessario ascoltare i pareri di tutti e andare con i piedi di piombo lo pensa Eugenio Baronti, assessore regionale all´università e alla ricerca, che giovedì ha illustrato in commissione cultura lo stato di salute degli atenei toscani. «Non dico che la Regione si debba disinteressare delle sorti dell´università, ma non credo che debba tappare i buchi lasciando tutto come era», spiega. L´assessore ritiene che la crisi degli atenei sia da attribuire all´insufficienza dei fondi statali («che sono soltanto lo 0,9% del Prodotto interno lordo rispetto all´1,4% della media europea»), ma anche a «una cattiva gestione delle risorse da parte delle università». Secondo Baronti, «non è stato fatto un buon uso della autonomia amministrativa e gestionale»: «C´è stata una moltiplicazione dei centri di spesa». Le tre università toscane propongono in questo anno accademico 508 corsi di laurea, di cui 238 a Pisa, 164 a Firenze e 106 a Siena, alcuni dei quali seguiti da pochissimi studenti. I dipartimenti sono 171, di cui 70 a Firenze, 55 a Pisa e 46 a Siena. C´è stata anche la moltiplicazione delle sedi. L´università di Firenze ne ha 9, quella di Siena 5 e quella di Pisa 4. Alcune sedi decentrate funzionano bene, altre no. E c´è stata la moltiplicazione dei professori ordinari, aumentati del 57% dal 1990 ad oggi. I casi di nepotismo dimostrano inoltre che è stato fatto «un uso estremamente corporativo dell´autonomia». «La moltiplicazione dei centri di spesa ha fatto sì che i buchi diventassero voragini», sintetizza l´assessore. A suo giudizio, dunque, gli aiuti regionali devono essere condizionati a progetti di risanamento credibili, e che non vengano fatti pagare ai più deboli, e cioè ai ricercatori precari, molti dei quali vivono «ai limiti dell´indigenza».
http://firenze.repubblica.it/dettaglio/Regione-un-piano-per-salvare-le-Unive...
Alessandro Ferretti - Universita' di Torino Dipartimento di Fisica Sperimentale Via P. Giuria 1 10125 Torino - Italy tel. : +39 0116707055 fax : +39 0116707386 Skype: alessandro.ferretti URL : http://www.ph.unito.it/~ferretti
Ma io c'ero a quell'incontro a dicembre, e non si è parlato di fondazione ma solo di partecipazione della regione, di creazione di centri d'eccelenza toscani ecc. ecc.... Forse l'assessore non ne ha parlato semplicemente perché tutti i rappresentanti degli atenei toscani hanno affermato in quell'occasione di essere assolutamente contrari all'idea di trasformazione in fondazioni... Annick ----- Messaggio da maurizio.tirassa@tele2.it --------- Data: Mon, 19 Jan 2009 15:33:37 +0100 Da: Maurizio Tirassa maurizio.tirassa@tele2.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] Fwd: [coordunito] Ed ecco che arrivano le fondazioni! A: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
Date: Mon, 19 Jan 2009 14:11:44 +0100 (MET) From: Alessandro Ferretti ferretti@to.infn.it To: coordunito@di.unito.it cc: assembleadiscienze@googlegroups.com Reply-To: coordunito@di.unito.it List-Id: <coordunito.di.unito.it> List-Help: mailto:sympa@di.unito.it?subject=help List-Subscribe: mailto:sympa@di.unito.it?subject=subscribe%20coordunito List-Unsubscribe: mailto:sympa@di.unito.it?subject=unsubscribe%20coordunito List-Post: mailto:coordunito@di.unito.it List-Owner: mailto:coordunito-request@di.unito.it List-Archive: https://www.di.unito.it/listserver/arc/coordunito Subject: [coordunito] Ed ecco che arrivano le fondazioni!
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Da Repubblica Firenze:
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di Franca Selvatici
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All´interno delle tre fondazioni la Regione potrà «incidere sulle scelte programmatiche delle fondazioni universitarie e sul controllo dell´andamento finanziario». E dovrà essere previsto «un sistema duale di governance basato sulla separazione fra l´attività di programmazione didattica e di ricerca e la gestione amministrativa ed economico-finanziaria, assicurando altresì il costante equilibrio di bilancio». Al vertice del comitato di coordinamento - secondo voci non confermate ma neppure smentite - potrebbe andare l´attuale rettore di Firenze Augusto Marinelli.
Il protocollo di intesa non è stato ancora portato in discussione nei consigli di facoltà né in quelli di dipartimento, almeno a Firenze. E´ stato invece esaminato in seno alla giunta regionale, da cui è uscita la proposta di chiedere all´ufficio legale che cosa sia legittimo e che cosa no (in particolare riguardo all´acquisto delle cliniche) e di avviare un percorso di discussione con tutte le componenti del mondo universitario, e non solo con i rettori. In dicembre si è tenuto un primo incontro, nel quale sono state espresse preoccupazioni per il disimpegno dello Stato e per i rischi connessi a una «regionalizzazione» della ricerca. Nell´incontro, comunque, il protocollo non è stato reso pubblico. Finora è stato un perfetto sconosciuto per il mondo accademico. La trasparenza ha lasciato a desiderare.
Che sull´accordo atenei-Regione sia necessario ascoltare i pareri di tutti e andare con i piedi di piombo lo pensa Eugenio Baronti, assessore regionale all´università e alla ricerca, che giovedì ha illustrato in commissione cultura lo stato di salute degli atenei toscani. «Non dico che la Regione si debba disinteressare delle sorti dell´università, ma non credo che debba tappare i buchi lasciando tutto come era», spiega. L´assessore ritiene che la crisi degli atenei sia da attribuire all´insufficienza dei fondi statali («che sono soltanto lo 0,9% del Prodotto interno lordo rispetto all´1,4% della media europea»), ma anche a «una cattiva gestione delle risorse da parte delle università». Secondo Baronti, «non è stato fatto un buon uso della autonomia amministrativa e gestionale»: «C´è stata una moltiplicazione dei centri di spesa». Le tre università toscane propongono in questo anno accademico 508 corsi di laurea, di cui 238 a Pisa, 164 a Firenze e 106 a Siena, alcuni dei quali seguiti da pochissimi studenti. I dipartimenti sono 171, di cui 70 a Firenze, 55 a Pisa e 46 a Siena. C´è stata anche la moltiplicazione delle sedi. L´università di Firenze ne ha 9, quella di Siena 5 e quella di Pisa 4. Alcune sedi decentrate funzionano bene, altre no. E c´è stata la moltiplicazione dei professori ordinari, aumentati del 57% dal 1990 ad oggi. I casi di nepotismo dimostrano inoltre che è stato fatto «un uso estremamente corporativo dell´autonomia». «La moltiplicazione dei centri di spesa ha fatto sì che i buchi diventassero voragini», sintetizza l´assessore. A suo giudizio, dunque, gli aiuti regionali devono essere condizionati a progetti di risanamento credibili, e che non vengano fatti pagare ai più deboli, e cioè ai ricercatori precari, molti dei quali vivono «ai limiti dell´indigenza».
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Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni: http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/lettera.html
----- Fine del messaggio da maurizio.tirassa@tele2.it -----
Non so cosa dire. Ho ricevuto questa cosa dalla nostra mailing list "di protesta" di Ateneo (Uni Torino) e ho pensato che fosse rilevante... Chiedo scusa se ci sono info inesatte (e chiedo molte scuse se ci sono info clamorosamente false).
- Maurizio
Ma io c'ero a quell'incontro a dicembre, e non si è parlato di fondazione ma solo di partecipazione della regione, di creazione di centri d'eccelenza toscani ecc. ecc.... Forse l'assessore non ne ha parlato semplicemente perché tutti i rappresentanti degli atenei toscani hanno affermato in quell'occasione di essere assolutamente contrari all'idea di trasformazione in fondazioni... Annick ----- Messaggio da maurizio.tirassa@tele2.it --------- Data: Mon, 19 Jan 2009 15:33:37 +0100 Da: Maurizio Tirassa maurizio.tirassa@tele2.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] Fwd: [coordunito] Ed ecco che arrivano le fondazioni! A: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
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All´interno delle tre fondazioni la Regione potrà «incidere sulle scelte programmatiche delle fondazioni universitarie e sul controllo dell´andamento finanziario». E dovrà essere previsto «un sistema duale di governance basato sulla separazione fra l´attività di programmazione didattica e di ricerca e la gestione amministrativa ed economico-finanziaria, assicurando altresì il costante equilibrio di bilancio». Al vertice del comitato di coordinamento - secondo voci non confermate ma neppure smentite - potrebbe andare l´attuale rettore di Firenze Augusto Marinelli.
Il protocollo di intesa non è stato ancora portato in discussione nei consigli di facoltà né in quelli di dipartimento, almeno a Firenze. E´ stato invece esaminato in seno alla giunta regionale, da cui è uscita la proposta di chiedere all´ufficio legale che cosa sia legittimo e che cosa no (in particolare riguardo all´acquisto delle cliniche) e di avviare un percorso di discussione con tutte le componenti del mondo universitario, e non solo con i rettori. In dicembre si è tenuto un primo incontro, nel quale sono state espresse preoccupazioni per il disimpegno dello Stato e per i rischi connessi a una «regionalizzazione» della ricerca. Nell´incontro, comunque, il protocollo non è stato reso pubblico. Finora è stato un perfetto sconosciuto per il mondo accademico. La trasparenza ha lasciato a desiderare.
Che sull´accordo atenei-Regione sia necessario ascoltare i pareri di tutti e andare con i piedi di piombo lo pensa Eugenio Baronti, assessore regionale all´università e alla ricerca, che giovedì ha illustrato in commissione cultura lo stato di salute degli atenei toscani. «Non dico che la Regione si debba disinteressare delle sorti dell´università, ma non credo che debba tappare i buchi lasciando tutto come era», spiega. L´assessore ritiene che la crisi degli atenei sia da attribuire all´insufficienza dei fondi statali («che sono soltanto lo 0,9% del Prodotto interno lordo rispetto all´1,4% della media europea»), ma anche a «una cattiva gestione delle risorse da parte delle università». Secondo Baronti, «non è stato fatto un buon uso della autonomia amministrativa e gestionale»: «C´è stata una moltiplicazione dei centri di spesa». Le tre università toscane propongono in questo anno accademico 508 corsi di laurea, di cui 238 a Pisa, 164 a Firenze e 106 a Siena, alcuni dei quali seguiti da pochissimi studenti. I dipartimenti sono 171, di cui 70 a Firenze, 55 a Pisa e 46 a Siena. C´è stata anche la moltiplicazione delle sedi. L´università di Firenze ne ha 9, quella di Siena 5 e quella di Pisa 4. Alcune sedi decentrate funzionano bene, altre no. E c´è stata la moltiplicazione dei professori ordinari, aumentati del 57% dal 1990 ad oggi. I casi di nepotismo dimostrano inoltre che è stato fatto «un uso estremamente corporativo dell´autonomia». «La moltiplicazione dei centri di spesa ha fatto sì che i buchi diventassero voragini», sintetizza l´assessore. A suo giudizio, dunque, gli aiuti regionali devono essere condizionati a progetti di risanamento credibili, e che non vengano fatti pagare ai più deboli, e cioè ai ricercatori precari, molti dei quali vivono «ai limiti dell´indigenza».
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Secondo me non sono informazioni false, avevo già letto la stessa cosa a novembre nella repubblica in cui Marinelli parlava di fare di Firenze una fondazione con aiuto della regione. Poi per questo c'è stato l'incontro con l'assessore, ma come detto nell'articolo la trasparenza lascia a desiderare in questa storia, e di certo questa non-trasparenza è sicuramente dovuto alla reazione molto negativa che proviene da noi tutti. Quanto mi è sorpreso è proprio questo, ma non credo si debba rimettere in questione la verità della fonte. E' un po' come Berlusconi che dice una cosa un giorno e poi smentisce, ho capito che nella politica italiana quello che si capisce, si ascolta, non si può mai prendere per certa... Annick ----- Messaggio da maurizio.tirassa@tele2.it --------- Data: Tue, 20 Jan 2009 00:20:24 +0100 Da: Maurizio Tirassa maurizio.tirassa@tele2.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] Fwd: [coordunito] Ed ecco che arrivano le fondazioni! A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
Non so cosa dire. Ho ricevuto questa cosa dalla nostra mailing list "di protesta" di Ateneo (Uni Torino) e ho pensato che fosse rilevante... Chiedo scusa se ci sono info inesatte (e chiedo molte scuse se ci sono info clamorosamente false).
- Maurizio
Ma io c'ero a quell'incontro a dicembre, e non si è parlato di fondazione ma solo di partecipazione della regione, di creazione di centri d'eccelenza toscani ecc. ecc.... Forse l'assessore non ne ha parlato semplicemente perché tutti i rappresentanti degli atenei toscani hanno affermato in quell'occasione di essere assolutamente contrari all'idea di trasformazione in fondazioni... Annick ----- Messaggio da maurizio.tirassa@tele2.it --------- Data: Mon, 19 Jan 2009 15:33:37 +0100 Da: Maurizio Tirassa maurizio.tirassa@tele2.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] Fwd: [coordunito] Ed ecco che arrivano le fondazioni! A: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
Date: Mon, 19 Jan 2009 14:11:44 +0100 (MET) From: Alessandro Ferretti ferretti@to.infn.it To: coordunito@di.unito.it cc: assembleadiscienze@googlegroups.com Reply-To: coordunito@di.unito.it List-Id: <coordunito.di.unito.it> List-Help: mailto:sympa@di.unito.it?subject=help List-Subscribe: mailto:sympa@di.unito.it?subject=subscribe%20coordunito List-Unsubscribe: mailto:sympa@di.unito.it?subject=unsubscribe%20coordunito List-Post: mailto:coordunito@di.unito.it List-Owner: mailto:coordunito-request@di.unito.it List-Archive: https://www.di.unito.it/listserver/arc/coordunito Subject: [coordunito] Ed ecco che arrivano le fondazioni!
Equazione confermata: mancanza di finanziamenti => trasformazione in fondazioni.
Da Repubblica Firenze:
Regione, un piano per salvare le Università
di Franca Selvatici
Un piano in sei punti per salvare gli atenei toscani dal dissesto. Lo hanno concordato il presidente della Regione Toscana Claudio Martini e i rettori di Firenze Augusto Marinelli, di Pisa Marco Pasquali e di Siena Silvano Focardi, predisponendo un protocollo di intesa. Punto primo: le tre università predispongono «un piano di risanamento e di razionalizzazione delle attività». Secondo: ogni università delibera la trasformazione in fondazione, «prevedendo l´ingresso della Regione ed, eventualmente, di altri soggetti esclusivamente pubblici». Terzo: la Regione «si impegna a disciplinare in via normativa l´acquisizione in proprietà da parte delle aziende ospedaliere universitarie di immobili universitari destinati a finalità assistenziali ove si debbano effettuare interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione». Quarto: la Regione «partecipa alla fondazione con contributi a favore della ricerca annualmente determinati». Quinto: la Regione «si impegna a esercitare una funzione di coordinamento fra i soggetti operanti sul territorio, fra i programmi settoriali che prevedono interventi di promozione e sostegno della ricerca e fra le attività di ricerca svolte dalle fondazioni». Sesto: la Regione e le fondazioni «istituiscono un comitato di coordinamento»; il numero dei componenti sarà definito della statuto.
All´interno delle tre fondazioni la Regione potrà «incidere sulle scelte programmatiche delle fondazioni universitarie e sul controllo dell´andamento finanziario». E dovrà essere previsto «un sistema duale di governance basato sulla separazione fra l´attività di programmazione didattica e di ricerca e la gestione amministrativa ed economico-finanziaria, assicurando altresì il costante equilibrio di bilancio». Al vertice del comitato di coordinamento - secondo voci non confermate ma neppure smentite - potrebbe andare l´attuale rettore di Firenze Augusto Marinelli.
Il protocollo di intesa non è stato ancora portato in discussione nei consigli di facoltà né in quelli di dipartimento, almeno a Firenze. E´ stato invece esaminato in seno alla giunta regionale, da cui è uscita la proposta di chiedere all´ufficio legale che cosa sia legittimo e che cosa no (in particolare riguardo all´acquisto delle cliniche) e di avviare un percorso di discussione con tutte le componenti del mondo universitario, e non solo con i rettori. In dicembre si è tenuto un primo incontro, nel quale sono state espresse preoccupazioni per il disimpegno dello Stato e per i rischi connessi a una «regionalizzazione» della ricerca. Nell´incontro, comunque, il protocollo non è stato reso pubblico. Finora è stato un perfetto sconosciuto per il mondo accademico. La trasparenza ha lasciato a desiderare.
Che sull´accordo atenei-Regione sia necessario ascoltare i pareri di tutti e andare con i piedi di piombo lo pensa Eugenio Baronti, assessore regionale all´università e alla ricerca, che giovedì ha illustrato in commissione cultura lo stato di salute degli atenei toscani. «Non dico che la Regione si debba disinteressare delle sorti dell´università, ma non credo che debba tappare i buchi lasciando tutto come era», spiega. L´assessore ritiene che la crisi degli atenei sia da attribuire all´insufficienza dei fondi statali («che sono soltanto lo 0,9% del Prodotto interno lordo rispetto all´1,4% della media europea»), ma anche a «una cattiva gestione delle risorse da parte delle università». Secondo Baronti, «non è stato fatto un buon uso della autonomia amministrativa e gestionale»: «C´è stata una moltiplicazione dei centri di spesa». Le tre università toscane propongono in questo anno accademico 508 corsi di laurea, di cui 238 a Pisa, 164 a Firenze e 106 a Siena, alcuni dei quali seguiti da pochissimi studenti. I dipartimenti sono 171, di cui 70 a Firenze, 55 a Pisa e 46 a Siena. C´è stata anche la moltiplicazione delle sedi. L´università di Firenze ne ha 9, quella di Siena 5 e quella di Pisa 4. Alcune sedi decentrate funzionano bene, altre no. E c´è stata la moltiplicazione dei professori ordinari, aumentati del 57% dal 1990 ad oggi. I casi di nepotismo dimostrano inoltre che è stato fatto «un uso estremamente corporativo dell´autonomia». «La moltiplicazione dei centri di spesa ha fatto sì che i buchi diventassero voragini», sintetizza l´assessore. A suo giudizio, dunque, gli aiuti regionali devono essere condizionati a progetti di risanamento credibili, e che non vengano fatti pagare ai più deboli, e cioè ai ricercatori precari, molti dei quali vivono «ai limiti dell´indigenza».
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----- Fine del messaggio da maurizio.tirassa@tele2.it -----
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----- Fine del messaggio da maurizio.tirassa@tele2.it -----
Penso non sia casuale se è stata convocata una riunione del polo biomedico e tecnologico per presentare i rapporti regione/università.....Tutto passa sulle nostre teste, vengono attuate manovre diversive finchè non ci pongono davanti all'evidenza dei fatti. Ho l'impressione che quando escono le proposte di legge, già tutto sia concordato con le controparti delle alte sfere, vedi rettori o quant'altro. Faccio comunque appello ai colleghi degli Atenei interessati e/o indignati dalla messa in pensione forzata di lettori e ricercatori sotto i 65 anni, per scambiarci informazioni su iniziative in grado di permettere una coordinazione di azioni contro questo provvedimento discriminatorio, che non sia limitata al singolo ateneo.
Con amarezza, ma non rassegnazione,
Lucia
Non so cosa dire. Ho ricevuto questa cosa dalla nostra mailing list "di protesta" di Ateneo (Uni Torino) e ho pensato che fosse rilevante... Chiedo scusa se ci sono info inesatte (e chiedo molte scuse se ci sono info clamorosamente false).
- Maurizio
Ma io c'ero a quell'incontro a dicembre, e non si è parlato di fondazione ma solo di partecipazione della regione, di creazione di centri d'eccelenza toscani ecc. ecc.... Forse l'assessore non ne ha parlato semplicemente perché tutti i rappresentanti degli atenei toscani hanno affermato in quell'occasione di essere assolutamente contrari all'idea di trasformazione in fondazioni... Annick ----- Messaggio da maurizio.tirassa@tele2.it --------- Data: Mon, 19 Jan 2009 15:33:37 +0100 Da: Maurizio Tirassa maurizio.tirassa@tele2.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] Fwd: [coordunito] Ed ecco che arrivano le fondazioni! A: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
Date: Mon, 19 Jan 2009 14:11:44 +0100 (MET) From: Alessandro Ferretti ferretti@to.infn.it To: coordunito@di.unito.it cc: assembleadiscienze@googlegroups.com Reply-To: coordunito@di.unito.it List-Id: <coordunito.di.unito.it> List-Help: mailto:sympa@di.unito.it?subject=help List-Subscribe: mailto:sympa@di.unito.it?subject=subscribe%20coordunito List-Unsubscribe: mailto:sympa@di.unito.it?subject=unsubscribe%20coordunito List-Post: mailto:coordunito@di.unito.it List-Owner: mailto:coordunito-request@di.unito.it List-Archive: https://www.di.unito.it/listserver/arc/coordunito Subject: [coordunito] Ed ecco che arrivano le fondazioni!
Equazione confermata: mancanza di finanziamenti => trasformazione in fondazioni.
Da Repubblica Firenze:
Regione, un piano per salvare le Università
di Franca Selvatici
Un piano in sei punti per salvare gli atenei toscani dal dissesto. Lo hanno concordato il presidente della Regione Toscana Claudio Martini e i rettori di Firenze Augusto Marinelli, di Pisa Marco Pasquali e di Siena Silvano Focardi, predisponendo un protocollo di intesa. Punto primo: le tre università predispongono «un piano di risanamento e di razionalizzazione delle attività». Secondo: ogni università delibera la trasformazione in fondazione, «prevedendo l´ingresso della Regione ed, eventualmente, di altri soggetti esclusivamente pubblici». Terzo: la Regione «si impegna a disciplinare in via normativa l´acquisizione in proprietà da parte delle aziende ospedaliere universitarie di immobili universitari destinati a finalità assistenziali ove si debbano effettuare interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione». Quarto: la Regione «partecipa alla fondazione con contributi a favore della ricerca annualmente determinati». Quinto: la Regione «si impegna a esercitare una funzione di coordinamento fra i soggetti operanti sul territorio, fra i programmi settoriali che prevedono interventi di promozione e sostegno della ricerca e fra le attività di ricerca svolte dalle fondazioni». Sesto: la Regione e le fondazioni «istituiscono un comitato di coordinamento»; il numero dei componenti sarà definito della statuto.
All´interno delle tre fondazioni la Regione potrà «incidere sulle scelte programmatiche delle fondazioni universitarie e sul controllo dell´andamento finanziario». E dovrà essere previsto «un sistema duale di governance basato sulla separazione fra l´attività di programmazione didattica e di ricerca e la gestione amministrativa ed economico-finanziaria, assicurando altresì il costante equilibrio di bilancio». Al vertice del comitato di coordinamento - secondo voci non confermate ma neppure smentite - potrebbe andare l´attuale rettore di Firenze Augusto Marinelli.
Il protocollo di intesa non è stato ancora portato in discussione nei consigli di facoltà né in quelli di dipartimento, almeno a Firenze. E´ stato invece esaminato in seno alla giunta regionale, da cui è uscita la proposta di chiedere all´ufficio legale che cosa sia legittimo e che cosa no (in particolare riguardo all´acquisto delle cliniche) e di avviare un percorso di discussione con tutte le componenti del mondo universitario, e non solo con i rettori. In dicembre si è tenuto un primo incontro, nel quale sono state espresse preoccupazioni per il disimpegno dello Stato e per i rischi connessi a una «regionalizzazione» della ricerca. Nell´incontro, comunque, il protocollo non è stato reso pubblico. Finora è stato un perfetto sconosciuto per il mondo accademico. La trasparenza ha lasciato a desiderare.
Che sull´accordo atenei-Regione sia necessario ascoltare i pareri di tutti e andare con i piedi di piombo lo pensa Eugenio Baronti, assessore regionale all´università e alla ricerca, che giovedì ha illustrato in commissione cultura lo stato di salute degli atenei toscani. «Non dico che la Regione si debba disinteressare delle sorti dell´università, ma non credo che debba tappare i buchi lasciando tutto come era», spiega. L´assessore ritiene che la crisi degli atenei sia da attribuire all´insufficienza dei fondi statali («che sono soltanto lo 0,9% del Prodotto interno lordo rispetto all´1,4% della media europea»), ma anche a «una cattiva gestione delle risorse da parte delle università». Secondo Baronti, «non è stato fatto un buon uso della autonomia amministrativa e gestionale»: «C´è stata una moltiplicazione dei centri di spesa». Le tre università toscane propongono in questo anno accademico 508 corsi di laurea, di cui 238 a Pisa, 164 a Firenze e 106 a Siena, alcuni dei quali seguiti da pochissimi studenti. I dipartimenti sono 171, di cui 70 a Firenze, 55 a Pisa e 46 a Siena. C´è stata anche la moltiplicazione delle sedi. L´università di Firenze ne ha 9, quella di Siena 5 e quella di Pisa 4. Alcune sedi decentrate funzionano bene, altre no. E c´è stata la moltiplicazione dei professori ordinari, aumentati del 57% dal 1990 ad oggi. I casi di nepotismo dimostrano inoltre che è stato fatto «un uso estremamente corporativo dell´autonomia». «La moltiplicazione dei centri di spesa ha fatto sì che i buchi diventassero voragini», sintetizza l´assessore. A suo giudizio, dunque, gli aiuti regionali devono essere condizionati a progetti di risanamento credibili, e che non vengano fatti pagare ai più deboli, e cioè ai ricercatori precari, molti dei quali vivono «ai limiti dell´indigenza».
http://firenze.repubblica.it/dettaglio/Regione-un-piano-per-salvare-le-Unive...
Alessandro Ferretti - Universita' di Torino Dipartimento di Fisica Sperimentale Via P. Giuria 1 10125 Torino - Italy tel. : +39 0116707055 fax : +39 0116707386 Skype: alessandro.ferretti URL : http://www.ph.unito.it/~ferretti
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Notizia fondazione smentita (da rettore di Pisa) nella Nazione ieri : http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2009/01/20SIA2005.PDF aspettiamo la prossima puntata! Annick
cari amici, io non capisco nulla di "fondazioni" e non mi esprimo nel merito. Sono sicuro pero` che il sistema della "governance" dell'universita` va cambiato in profondita` e che i rettori espressione di interessi corporativi dovrebbero sparire.
Sono anche preoccupato di un certo "riflesso Pavloviano" della sinistra che appena sente alcune parole (come privato) invece di affrontare i problemi si strappa subito le vesti vedendo P2 e scenari apocalittici. Non mi ricordo chi parlava di 9 secoli di storia travolti etc.. cerchiamo di non cadere nel ridicolo.
Impariamo il pragmatismo dagli anglosassoni, oggi qui a San Diego ho seguito la "inauguration" di Obama e mi veniva da piangere a pensare alla politica italiana.
saluti claudio
Caro Claudio, A me il nome di Fondazione da brividi, perché ne conosco bene una, di un'importanza cruciale per l'italiano, ma che minaccia di sparire: l'Accademia della Crusca. Non ti posso dire esattamente come viene articolata una Fondazione perché non mi sono mai interessata agli statuti dell'Accademia ma so che malgrado gli aiuti, e sopratutto malgrado l'associazione Onlus che la sostiene, non si può pagare il riscaldamento, l'aggiornamento del sito internet, il personale della biblioteca che non è aperta tutta la giornata tutti i giorni, ecc. Ma credo che ci possa essere un po' di tutto sotto il nome di Fondazione. Che un'università nuova nasca domani con il titolo di società per azione o fondazione, non mi da i brividi, ma che un patrimonio dello stato italiano come l'Università di Firenze, con musei, tesori bibliotecari e patrimoniali possa passare fra le mani di non si sa chi che ne potrà fare non si sa ché mi fa paura. Forse sbaglio, ma forse no! Annick
----- Messaggio da procesi@mat.uniroma1.it --------- Data: Tue, 20 Jan 2009 22:09:39 +0100 Da: claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] Ed ecco che arrivano le fondazioni! A: Forum Università e Ricerca universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
cari amici, io non capisco nulla di "fondazioni" e non mi esprimo nel merito. Sono sicuro pero` che il sistema della "governance" dell'universita` va cambiato in profondita` e che i rettori espressione di interessi corporativi dovrebbero sparire.
Sono anche preoccupato di un certo "riflesso Pavloviano" della sinistra che appena sente alcune parole (come privato) invece di affrontare i problemi si strappa subito le vesti vedendo P2 e scenari apocalittici. Non mi ricordo chi parlava di 9 secoli di storia travolti etc.. cerchiamo di non cadere nel ridicolo.
Impariamo il pragmatismo dagli anglosassoni, oggi qui a San Diego ho seguito la "inauguration" di Obama e mi veniva da piangere a pensare alla politica italiana.
saluti claudio _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Care cari colleghi un segnale forte, finalmente in controtendenza, che ci sprona ad intensificare gli sforzi. Riporto, di seguito, la mozione del Consiglio della Facoltà di Architettura di Firenze, approvata oggi all'UNANIMITA', che in modo chiaro e netto boccia le proposte approvate dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione dell'Ateneo che prevedono il pensionamento anticipato e forzoso, in pratica un vero e prorio licenziamento, dei ricercatori e del personale tecnico-amministrativo dell'Università. L'unanimità del voto e la quantità e qualità degli interventi espressi in Consiglio di Facoltà, oltre a confermare pieno appoggio a chi aveva espresso contrarietà, non può che provocare un preciso ripensamento delle iniziative degli organi di governo dell'Ateneo, così clamorosamente contestati. Nella stessa seduta il Consiglio ha deciso di istituire una commissione di Facoltà dedicata a seguire con continuità il tema della Regione/Atenei toscani/Fondazione per monitorarne l'evoluzione ed informarne il Consiglio che intende quindi farsi parte attiva. Cordiali saluti Alberto Di Cintio
Il Consiglio della Facoltà di Architettura
riunitosi in data 28.1.2009
ESPRIME il suo assoluto dissenso sulla decisione, assunta dai vertici dell'ateneo, di volersi avvalere della facoltà (contemplata dall'articolo 72, comma 11, della legge 133) di procedere al pensionamento forzoso di numerosi colleghi del personale tecnico-amministrativo e ricercatore.
Il Consiglio
- REPUTA INACCETTABILE la logica di un provvedimento che provoca fratture difficilmente superabili fra le varie componenti dell'ateneo, contrapponendo il personale tecnico-amministrativo a quello docente e, all'interno di questo, fra ricercatori e professori associati e ordinari,
- RITIENE IRRICEVIBILE un provvedimento che espelle parte del corpo docente del nostro ateneo, generando un improvviso deficit del proprio patrimonio di competenze professionali e scientifiche non sanabile nel breve/medio periodo, e che rischia di far venir meno i requisiti minimi per l'attivazione di numerosi corsi di studio,
- STIGMATIZZA che a pagare per la difficile situazione finanziaria ed economica dell'ateneo sia chiamato in prima persona il personale tecnico-amministrativo e ricercatore, ovvero le due categorie meno responsabili delle scelte programmatiche e gestionali che hanno condotto a questa situazione,
- RIFIUTA che il pensionamento anticipato sia unilateralmente deciso dall'amministrazione,
- RITIENE che su tematiche così importanti gli organi di governo dell'Ateneo dovevano chiedere preventivamente il parere dei Dipartimenti e delle Facoltà.
Il Consiglio CHIEDE pertanto al Senato Accademico e al Consiglio di Amministrazione di voler SOSPENDERE CON EFFETTO IMMEDIATO l'attuazione delle delibere in questione e di voler adottare una politica generalizzata di incentivazione al prepensionamento.
approvato all'unanimità
DOCUMENTO SU PREPENSIONAMENTO DEI RICERCATORI
A cura del COORDINAMENTO DEI RICERCATORI DELL'UNIVERSITA' DI FIRENZE
Il Coordinamento dei Ricercatori dell'Università di Firenze esprime il proprio profondo dissenso verso il pensionamento anticipato dei ricercatori, che nel nostro ateneo vedrà collocati a riposo 55 colleghi che hanno maturato 40 anni di contributi, messo in opera dall'articolo 72, comma 11 della L.133. Tale norma lede un diritto ad una scelta individuale che, in taluni casi, può addirittura condurre al paradosso di un pensionamento forzato prima del compimento del 60° anno di età. Per altro verso, la formulazione della norma, nell'escludere dall'ambito di applicazione i professori ordinari ed associati (oltre che i magistrati e i primari ospedalieri), introduce un'incomprensibile disparità di trattamento nei confronti del restante personale dell'Università; nel caso dei ricercatori, tale disparità si traduce addirittura in un intervento di frattura dello stato giuridico della docenza. Si tratta quindi di una palese discriminazione verso i ricercatori. Questi ultimi infatti, nonostante il MIUR li consideri professori a tutti gli effetti quando fissa i requisiti minimi per l'attivazione dei Corsi di Studio delle universita', in forza di tale norma possono subire un pensionamento coatto anticipato al raggiungimento di 40 anni di anzianita' contributiva, pensionamento da cui sono invece esentati professori ordinari e associati. Tale norma permetterebbe addirittura il pensionamento di docenti che hanno meno di 60 anni, ma raggiungono l'anzianita' contributiva ivi prevista in quanto hanno riscattato, a proprie spese, gli anni di laurea ed eventuali altri servizi.
Inoltre questo provvedimento a livello di diritto è palesemente illegittimo e prospettiamo infatti danni sia morali che economici. La legge 133/08 art. 72 prevede che si possa fare il prepensionamento, ma aggiunge testualmente: "Le disposizioni di cui al presente comma non si applicano a magistrati e professori universitari." Notate, non si dice "di ruolo", ne' "Ordinari o associati". Ma un'altra legge precedente, 230/05 stabilisce all'art. 5 comma 11 che i ricercatori con incarico di insegnamento sono professori aggregati: "Ai ricercatori, agli assistenti del ruolo ad esaurimento e ai tecnici laureati ....sono affidati, con il loro consenso e fermo restando il rispettivo inquadramento e trattamento giuridico ed economico, corsi e moduli curriculari .... Ad essi e' attribuito il titolo di professore aggregato per il periodo di durata degli stessi corsi e moduli." Non vale dire che col prepensionamento si perde incarico e titolo: ci vogliono 6 mesi di preavviso, quindi bisogna prima togliere il corso, e dopo 6 mesi licenziare. Quindi sicuramente sono possibili ricorsi al TAR, se va bene con sospensiva, se va male con reintegro successivo.
Infine ci appare grave l'atteggiamento remissivo del senato accademico che applica senza opposizione la scelta iniqua del governo, e di fatto evidenzia una frattura grave fra le componenti in ateneo laddove praticamente i professori pensionano i ricercatori. Nelle decisioni del senato di Firenze non c'è stata nessuna considerazione dell' valore scientifico di questi ricercatori. O forse c'era, ma era implicito ? In tale caso la decenza vorrebbe che ci fosse una valutazione esplicita, per quanto severa, prima di prendere una decisione del genere. Una università che valuta cose cosi' importanti come il prepensionamento sulla base di un unico parametro d'età non merita il nome e il prestigio che dovrebbe essere associato al concetto di università.
Citiamo in proposito alcuni recenti interventi su questa vicenda; di Piero Ostellino: "Così, ancora una volta, si risolverà in sede amministrativa un problema strutturale: Come vuole la cultura corporativa, dirigista, antimeritocratica del paese", di Vittorio Coletti: "Ricercatori di sessanta e meno anni (le vere vittime del momento) sono sbattuti in pensione (non certo alla fame, sia chiaro), con una insensibilita' umana e sociale che forse per la prima volta si applica nel pubblico impiego. Ne saranno soddisfatti i social killer alla Brunetta. Ma intanto gli universitari cominciano anche loro a vergognarsi.E' una pagina triste della storia dell'universita' italiana.."
Il Coordinamento dei Ricercatori dell'Università di Firenze, per quanto suesposto: - approva, appoggia e sostiene gli emendamenti presentanti in Parlamento tesi a eliminare questa disparità di trattamento; - appoggia i ricorsi collettivi dei colleghi contro tale provvedimento; - chiede al Consiglio di Amministrazione di sospenderne l'applicazione in attesa degli sviluppi istituzionali susseguenti alla valutazione ed eventuale approvazione degli emendamenti, presentati alla Camera dei Deputati, al comma 3 dell'art.5 del DDL AC 2031.
Care cari colleghi, bruttissime notizie, il piano inclinato su cui stiamo da tempo scivolando non pare conoscere limiti né discontinuità. Ieri il Consiglio di Amministrazione dell'Univeristà di Firenze ha confermato la scelta già assunta dal Senato accademico: in pensione i ricercatori con 40 anni di contributi! Hanno votato a favore e se ne sono assunti la grave responsabilità il rettore Marinelli, il suo vice Corpaci, il direttore amm.vo Orefice, i docenti ordinari Marchionni, Giusti, gli associati Dei, Tanini, gli amministrativi La Gamba, Scarpellini (ambedue della CGIL !!), gli studenti Frontini, Epifani (lista studenti di sinistra !!) e Nano (Lista Aperta). Unico voto contrario il mio, mentre l'altro rappresentante dei ricercatori Filippo Catani si è astenuto (?!). Per la prima volta intendo esprimere il mio profondo disagio per le condizioni politiche in cui mi trovo ad operare come membro di questo CdA, e il mio sdegno per la qualità, bassissima, degli interventi e le motivazioni, per noi offensive, addotte a favore del provvedimento: si risparmia e si svecchia !. Si tratta, è bene dirlo senza molti giri di parole, di una vera e propria ingiustizia a cui dobbiamo reagire con il massimo delle nostre energie. Si tratta di una palese dimostrazione di insensibilità umana e sociale, di una chiara e unilaterale rottura del patto sociale fra le varie componenti dell'ateneo. Siamo ormai al tutti contro tutti, all'avvio della stagione esplicita dei comportamenti corporativi. Voglio affermare e me ne assumo la responsabilità, che ormai l'ateneo è sfasciato, il giocattolo si è rotto e non si intravedono comportamenti coerenti e virtuosi che possano al momento produrre positive condizioni di nuova unità. Quell'unità d'intenti che è invece fondamentale per affrontare una stagione ventura che mai è stata così difficile e delicata. Voglio dire con chiarezza che giudico questo CdA ormai incapace di essere autorevole momento di equilibrio fra le componenti e inadeguato per qualità politica e capacità amministrativa, insieme al Senato, a poter gestire ed affrontare positivamente le svolte epocali che ci aspettano. Lo stesso Rettore appare ormai, ed è forse anche comprensibile a giugno si vota per il nuovo, come autorità che si spegne, a fine corsa, senza più incisività e progettualità, sempre più astioso verso la stampa e i media: speriamo che non si incateni anche lui come il Sindaco di Firenze Domenici !.
Cordiali saluti. Alberto Di Cintio rappresentante eletto dai ricercatori nel Consiglio di Amministrazione dell'Università di Firenze
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