Sono sempre d'accordo praticamente su tutto quanto scrive il collega De Vivo, tranne stavolta sul punto 8), gia' sentito spesso comunque in questo e in altri dibattiti
"8) Regola etica che vieti ai figli dei Professori di diventare Ricercatore o Professore nella stessa Universita' dei genitori."
da cui dissento, tranne nel caso in cui si tratti esattamente della stessa materia (ssd) dei genitori. Ringrazio il collega Beltrametti per avere espresso cosi' chiaramente le ragioni del possibile dissenso, e le ribadisco come parte in causa.
Sono un matematico, figlio di un chimico della stessa Universita'. Sono diventato ricercatore quando mio padre era ancora in servizio, sono diventato associato dopo la scomparsa di mio padre. Ho seguito le mie aspirazioni e la mia strada, e chiedo di essere giudicato solo per i risultati del mio lavoro, facilmente reperibili via internet.
Valutazione, valutazione e ancora valutazione. Non vedo altre parole d'ordine all'orizzonte, non vedo altre vie d'uscita. Il nostro vero male sta nell'assenza di una valutazione seria e periodica a TUTTI i livelli (dalla struttura al singolo), con conseguenze tangibili.
Saluti a tutti,
Marco Vianello associato di analisi numerica dip.to di matematica pura e applicata Universita' di Padova e-mail: marcov@math.unipd.it web page: www.math.unipd.it/~marcov
Concordo con quanto scritto da Marco: non si possono discriminare i figli, che devono essere liberi di seguire la loro strada, senza vantaggi ne' handicap: si deve giudicare il loro lavoro per quello che vale.
La probabilita' che il figlio di un universitario voglia dedicarsi alla ricerca e' sicuramente piu' alto che per altri: facciamo un bellissimo lavoro, ci piace e lo mostriamo: e' naturale che i nostri figli ne siano influenzati. Magari su settori completamente diversi, ma il fascino della ricerca e' sicuramente infettivo.
Laura Sacerdote
Il giorno 7 gennaio 2009 0.13, Marco Vianello marcov@math.unipd.it ha scritto:
Sono sempre d'accordo praticamente su tutto quanto scrive il collega De Vivo, tranne stavolta sul punto 8), gia' sentito spesso comunque in questo e in altri dibattiti
"8) Regola etica che vieti ai figli dei Professori di diventare Ricercatore o Professore nella stessa Universita' dei genitori."
da cui dissento, tranne nel caso in cui si tratti esattamente della stessa materia (ssd) dei genitori. Ringrazio il collega Beltrametti per avere espresso cosi' chiaramente le ragioni del possibile dissenso, e le ribadisco come parte in causa.
Sono un matematico, figlio di un chimico della stessa Universita'. Sono diventato ricercatore quando mio padre era ancora in servizio, sono diventato associato dopo la scomparsa di mio padre. Ho seguito le mie aspirazioni e la mia strada, e chiedo di essere giudicato solo per i risultati del mio lavoro, facilmente reperibili via internet.
Valutazione, valutazione e ancora valutazione. Non vedo altre parole d'ordine all'orizzonte, non vedo altre vie d'uscita. Il nostro vero male sta nell'assenza di una valutazione seria e periodica a TUTTI i livelli (dalla struttura al singolo), con conseguenze tangibili.
Saluti a tutti,
Marco Vianello associato di analisi numerica dip.to di matematica pura e applicata Universita' di Padova e-mail: marcov@math.unipd.it web page: www.math.unipd.it/~marcov http://www.math.unipd.it/%7Emarcov
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni: http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/lettera.htmlhttp://www.mat.uniroma1.it/%7Eprocesi/lettera.html
il fascino della ricerca e' sicuramente infettivo.
Chissà, nei figli forse, ma in molti colleghi meno..... Perdonate la battuta!
Non bisogna certo discriminare i figli di docenti e ricercatori, ma visti i casi reiterati di figli, mogli e familiari assunti nello stesso Ateneo di padri, madri, mariti e cugini e in discipline affini, io starei attento a liquidare la questione in modo sbrigativo.
Una seria e trasparente valutazione dovrebbe tagliare la testa al toro, ma sappiamo bene che ora non è così. In tutti i campi della nostra società, le reti di ³amicizia e influenza ² sono trasversali a geografia e disciplina e spesso, volenti o nolenti, i figli hanno il cammino facilitato rispetto agli altri, pur essendo persone in gamba. Immagino che molti di noi possano portare esempi in merito.
Saluti,
Patrizio Dimitri
I figli d'arte sono dappertutto. Forse che qualcuno si scandalizza per i vari Tognazzi, De Sica, Gassman? Per tacere di notai e farmacisti. Pero` proprio nello stesso Dipartimento del papa` in servizio... Forse si potrebbe evitare. Francesca Acquistapace
Scusate ma mi pare che ci stiamo nascondendo dietro a un dito. Che nelle università ci siano forti vantaggi per i figli di non mi pare una novità. E' uno dei punti principali su cui ci siamo sputtanati. Non si può far finta di nulla nascondendosi dietro motivazioni ovvie e -senza offesa- un pò ipocrite. Personalmente conosco anche situazioni all'estero (USA, Germania) con marito e moglie che lavorano insieme, ma sono casi sporadici. L'esempio del mondo dello spettacolo non è calzante perchè lì si parla di imprese private che -giustamente- fanno come vogliono accettando o meno il rischio d'impresa di assumere eventualmente il classico figlio scarso. Nel settore pubblico è diverso, visto che chi paga è la collettività. Mi sembra che almeno la proposta di evitare il figlio nello stesso settore scientifico disciplinare e/o nello stesso dipartimento sia il minimo. Saluti Alessio Papini
----- Messaggio da acquistf@dm.unipi.it --------- Data: Wed, 7 Jan 2009 12:42:42 +0100 (CET) Da: Francesca Acquistapace acquistf@dm.unipi.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] punto 8) di De Vivo A: Patrizio Dimitri patrizio.dimitri@uniroma1.it Cc: "Università e Ricerca laura.sacerdote@unito.it, Forum" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
I figli d'arte sono dappertutto. Forse che qualcuno si scandalizza per i vari Tognazzi, De Sica, Gassman? Per tacere di notai e farmacisti. Pero` proprio nello stesso Dipartimento del papa` in servizio... Forse si potrebbe evitare. Francesca Acquistapace ___________________________________________
Alessio io la penso diversamente e sull'art. 8 della proposta sono contrario. Non ritengo che questa sia la strada per non essere sputtanati, ma che dobbiamo valutare ed essere valutati e questa è l'unica alternativa che ritengo corretta Piero Frediani
On 7 Jan 2009 at 13:31, alessio.papini@unifi.it wrote:
Scusate ma mi pare che ci stiamo nascondendo dietro a un dito. Che nelle università ci siano forti vantaggi per i figli di non mi pare una novità. E' uno dei punti principali su cui ci siamo sputtanati. Non si può far finta di nulla nascondendosi dietro motivazioni ovvie e -senza offesa- un pò ipocrite. Personalmente conosco anche situazioni all'estero (USA, Germania) con marito e moglie che lavorano insieme, ma sono casi sporadici. L'esempio del mondo dello spettacolo non è calzante perchè lì si parla di imprese private che -giustamente- fanno come vogliono accettando o meno il rischio d'impresa di assumere eventualmente il classico figlio scarso. Nel settore pubblico è diverso, visto che chi paga è la collettività. Mi sembra che almeno la proposta di evitare il figlio nello stesso settore scientifico disciplinare e/o nello stesso dipartimento sia il minimo. Saluti Alessio Papini
----- Messaggio da acquistf@dm.unipi.it --------- Data: Wed, 7 Jan 2009 12:42:42 +0100 (CET) Da: Francesca Acquistapace acquistf@dm.unipi.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] punto 8) di De Vivo A: Patrizio Dimitri patrizio.dimitri@uniroma1.it Cc: "Università e Ricerca laura.sacerdote@unito.it, Forum" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
I figli d'arte sono dappertutto. Forse che qualcuno si scandalizza per i vari Tognazzi, De Sica, Gassman? Per tacere di notai e farmacisti. Pero` proprio nello stesso Dipartimento del papa` in servizio... Forse si potrebbe evitare. Francesca Acquistapace ___________________________________________
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Piero Frediani ICVBC Director Via Madonna del Piano, 10 - 50019 Sesto Fiorentino (Italy) Phone 0555225480, Fax 0555225483, Mobile 3280420656 piero.frediani@icvbc.cnr.it
Il problema è sempre quello dei concorsi.... ma io mi sono iscritto a questa lista di discussione dato che la proposta iniziale di Procesi andava nella direzione della loro abolizione, con tutto il corollario dell'abolizione dei settori, etc, con una valutazione permanente, maniere di facilitare COMUNQUE il passaggio di personale da una Università all'altra....
Mi pare che stiamo rincorrendo i nostri critici, e proporre norme e cavilli che rendono sterile la discussione, invece che focalizzarsi su una proposta generale e veramente al passo di quanto avviene negli altri paesi
Alberto Girlando
On Wed, 2009-01-07 at 12:32 +0100, Patrizio Dimitri wrote:
il fascino della ricerca e' sicuramente infettivo.
Chissà, nei figli forse, ma in molti colleghi meno..... Perdonate la battuta!
Non bisogna certo discriminare i figli di docenti e ricercatori, ma visti i casi reiterati di figli, mogli e familiari assunti nello stesso Ateneo di padri, madri, mariti e cugini e in discipline affini, io starei attento a liquidare la questione in modo sbrigativo.
Una seria e trasparente valutazione dovrebbe tagliare la testa al toro, ma sappiamo bene che ora non è così. In tutti i campi della nostra società, le reti di ³amicizia e influenza ² sono trasversali a geografia e disciplina e spesso, volenti o nolenti, i figli hanno il cammino facilitato rispetto agli altri, pur essendo persone in gamba. Immagino che molti di noi possano portare esempi in merito.
Saluti,
Patrizio Dimitri
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Secondo me qualunque regola si metta svantaggera' gli onesti e sara' aggirata dai disonesti.
Vedo che, partiti dai figli stiamo passando a mariti e cugini. Sara' anche proibito sposare un collega, o la carriera sara' bloccata? E di chi dei due? E sara' permesso assumere le amanti? In ogni caso ci sara' sempre la possibilita' di far assumere il figlio dal collega di un'altra universita' di cui si assume il figlio. Magari nella stessa citta'.
Carlo Traverso
universitas_in_trasformazione@lists.dm.unipi.it