Cari tutti,
Scusandomi per chi avesse gia' ricevuto, colgo l'invito di diffusione. Chi sopravvive ai pre-pensionamenti della Madia di ieri, forse potrebbe essere interessato.
W l'Italia!!
MAURO
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From: Angelo Felice Lopez lopez@mat.uniroma3.it Date: 14 giugno 2014 00.29.36 GMT+02.00 To: lopez@mat.uniroma3.it Subject: Fwd: Documento su blocco scatti stipendiali
CON PREGHIERA DI MASSIMA DIFFUSIONE
Ai Docenti delle Università Italiane.
Cari Colleghi,
molti di Voi saranno già stati raggiunti da un messaggio del tipo che Vi invio e me ne scuso con Loro. E' possibile anche che riceviate questo messaggio in duplice copia ed anche di questo mi scuso.
E' in corso una iniziativa di alcuni Colleghi di Roma 3 (i Proff. Enzo Borsellino, Paolo D'Achille, Claudio Giovanardi, Edoardo Lombardi Vallauri) che hanno preparato il documento contro il blocco degli scatti stipendiali riportato in coda. Su di esso stanno raccogliendo adesioni via e-mail, aiutati da vari Colleghi. A tale iniziativa sto dando anche io il mio aiuto. Al momento le adesioni sono oltre 6300 e penso che Voi possiate dare il Vostro contributo.Ricordo che in virtù del blocco degli scatti i nostri stipendi sono fermi da più di tre anni. Un alto numero di adesioni da parte del corpo docente universitario, sinora assurdamente zitto anche davanti a evidenti discriminazioni, può riaprire la partita favorendo un ripensamento dei nostri governanti. Dopo la chiusura delle adesioni verrà indetta una conferenza stampa .e chiesto un incontro al Ministro per illustrargli il documento.
L'adesione può essere sottoscritta semplicemente inoltrando una e-mail all'indirizzo mailto:sbloccoscatti@gmail.comsbloccoscatti@gmail.com e scrivendo (preferibilmente nel subject) "Aderisco al documento contro il blocco degli scatti stipendiali" e indicando (nel subject o nel testo, come volete) il Vostro nominativo, Ateneo e ruolo di appartenenza.
Con l'adesione l'impegno che Vi è richiesto si esaurisce. Non Vi è richiesto nessun ulteriore impegno, nè economico nè di altro tipo.
Cordiali saluti,
Carlo Ferraro Professore Ordinario al Politecnico di Torino
DOCUMENTO DEI COLLEGHI DI ROMA 3
CONTRO IL BLOCCO DEGLI SCATTI STIPENDIALI AI DOCENTI UNIVERSITARI
Come è noto, con decreto legge n. 78/2010 il Governo Berlusconi ha introdotto il blocco degli scatti biennali per il personale docente dell’università. Con lo stesso provvedimento sono stati bloccati gli stipendi dei dipendenti pubblici contrattualizzati, nonché le fasce stipendiali dei ricercatori e dei tecnologi degli enti di ricerca. Ciò nell’ottica di contribuire al contenimento della spesa pubblica. Va segnalato che per il personale docente universitario, in seguito alla legge Gelmini, andata in vigore quasi contemporaneamente, tali scatti non sono più automatici ma vengono assegnati dopo un giudizio di merito a cui i docenti sono sottoposti. Tutti i lavoratori del pubblico impiego hanno accettato con responsabilità tale blocco triennale, per contribuire al risanamento della grave situazione finanziaria del nostro paese, sebbene sia chiaro che, oltre il danno economico finora ricevuto, il blocco negherà anche la maturazione ai fini giuridici, con la conseguenza che alla fine del blocco non si percepirà una retribuzione che terrà conto degli anni passati, ma si ripartirà dai valori del 2010. Concluso il triennio, non solo il blocco è stato riproposto da parte del governo Letta anche per il 2014, ma, con la nuova Legge di Stabilità del 2014, sono state introdotte altre norme che limitano il riconoscimento dell’anzianità pregressa e che quindi potrebbero danneggiare ulteriormente la carriera economica dei docenti universitari.
In questo clima di responsabilità e sacrifici, recenti sentenze della Corte Costituzionale hanno ritenuto valide le richieste di alcuni settori del pubblico impiego, avanzate in sede Giudiziaria Amministrativa, ribadendo la validità di norme più favorevoli previste già nel provvedimento di origine o da provvedimenti successivi per gli Avvocati e i Procuratori dello Stato, le Forze di Polizia, tutto il personale non contrattualizzato e la Magistratura. E’ ben nota poi la concessione degli scatti stipendiali per il periodo 2011-2013 al personale della Scuola Media Superiore con decisione del Consiglio dei ministri del 17 gennaio 2014. Gli unici che continuano a dare il loro sostegno alla situazione di crisi sono rimasti i dipendenti delle università e il personale contrattualizzato del pubblico impiego: un’altra sentenza della Corte Costituzionale di recente pubblicata ha negato infatti la cancellazione del blocco degli scatti stipendiali dei professori Universitari in quanto: “congruente con la necessità di risparmi consistenti ed immediati”. Appaiono evidenti la contraddittorietà e l’iniquità dei provvedimenti presi. È del resto ben nota e inaccettabile la logica di individuare nei settori della cultura e dell’istruzione ambiti in cui poter recuperare risorse operando dissennate riduzioni delle spese e degli investimenti. E pur con questi magri e irrisori finanziamenti si danno risultati notevoli e servizi ben superiori alle risorse impiegate. Se è vera la tante volte proclamata attenzione delle forze politiche verso le giovani generazioni, non c’è dubbio cha la formazione debba essere, come già accade in altri Paesi, uno dei capitoli fondamentali di investimento per la ripresa e lo sviluppo dell’Italia. Nel contesto attuale sembra invece che la classe politica punti alla demotivazione e alla perdita di efficienza del personale universitario, con gravi ripercussioni sull’intero percorso formativo dei discenti. Un primo segno di un’auspicata inversione di tendenza sarebbe intanto la cessazione del blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici contrattualizzati e degli scatti stipendiali per i docenti universitari e per i ricercatori e i tecnologi degli enti di ricerca, già dal 2014. Andrebbe poi recuperato il riconoscimento, almeno ai fini giuridici, del periodo 2011-2013.
I docenti universitari, temendo che il perdurare delle difficoltà economiche possa portare a un ulteriore prolungamento del blocco, annunciano che si faranno promotori di una mobilitazione nazionale del pubblico impiego che individuerà, settore per settore, forme di azione che dimostreranno l’essenzialità dei servizi offerti. In particolare nel settore universitario si segnalano i settori in cui si pensa di intervenire, in caso di prolungamento del blocco:
- procedura della Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR): i docenti universitari non sono disposti né a inserire in rete i propri prodotti di ricerca, come hanno fatto per la VQR appena conclusa, né a essere reclutati quali valutatori;
- attività istituzionali non retribuite: i docenti universitari non intendono più partecipare ad attività istituzionali per le quali non sono previste retribuzioni o indennità di funzione o gettoni di presenza (commissioni didattiche, commissioni di ricerca, giunte dipartimentali, commissioni per la biblioteca, commissioni stages, attività di tutorato, rappresentanze in centri universitari, viaggi di studio, ecc.);
- esami e tesi di laurea: i docenti non intenderebbero creare problemi all’utenza studentesca, ma, come ultima ratio, si studieranno e si concorderanno con le associazioni sindacali azioni anche in questi settori.
Un gruppo di docenti Universitari di Roma Tre
L'adesione va sottoscritta semplicemente scrivendo "Aderisco" con il nominativo, l’Ateneo di appartenenza e le mansioni svolte all'indirizzo mailto:sbloccoscatti@gmail.comsbloccoscatti@gmail.com
Prof. Carlo Vincenzo Ferraro Ordinario di Motori Termici per Trazione Dipartimento Energia Politecnico di Torino Corso Duca degli Abruzzi 24 10129 TORINO - ITALY
Tel: 0039 011 0904427 Cell: 334 8883070 Fax: 0039 011 0904599 E-mail: carlo.ferraro@polito.it
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Prof. Mauro C. Beltrametti Dipartimento di Matematica Universita' di Genova Via Dodecaneso, 35 16146 Genova Italy beltrametti@dima.unige.it
Cari tutti,
Sono un PO al massimo della carriera. Ritengo che il mio stipendio, e anche quello di tanti colleghi, sia un ottimo stipendio. Chiedere lo sblocco degli scatti di anzianità, in questo mometo in cui ci sia una disoccupazione pazzesca a livello nazionale, a me sembra del tutto fuori luogo. Quindi, non intendo aderire. Cordialità, Robert Jennings
Scusandomi per chi avesse gia' ricevuto, colgo l'invito di diffusione. Chi sopravvive ai pre-pensionamenti della Madia di ieri, forse potrebbe essere interessato.
W l'Italia!!
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Ai Docenti delle Università Italiane.
Cari Colleghi,
molti di Voi saranno già stati raggiunti da
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E' in corso una iniziativa di alcuni Colleghi
di Roma 3 (i Proff. Enzo Borsellino, Paolo D'Achille, Claudio Giovanardi, Edoardo Lombardi Vallauri) che hanno preparato il documento contro il blocco degli scatti stipendiali riportato in coda. Su di esso stanno raccogliendo adesioni via e-mail, aiutati da vari Colleghi. A tale iniziativa sto dando anche io il mio aiuto. Al momento le adesioni sono oltre 6300 e penso che Voi possiate dare il Vostro contributo.Ricordo che in virtù del blocco degli scatti i nostri stipendi sono fermi da più di tre anni. Un alto numero di adesioni da parte del corpo docente universitario, sinora assurdamente zitto anche davanti a evidenti discriminazioni, può riaprire la partita favorendo un ripensamento dei nostri governanti. Dopo la chiusura delle adesioni verrà indetta una conferenza stampa .e chiesto un incontro al Ministro per illustrargli il documento.
L'adesione può essere sottoscritta
semplicemente inoltrando una e-mail all'indirizzo mailto:sbloccoscatti@gmail.comsbloccoscatti@gmail.com e scrivendo (preferibilmente nel subject) "Aderisco al documento contro il blocco degli scatti stipendiali" e indicando (nel subject o nel testo, come volete) il Vostro nominativo, Ateneo e ruolo di appartenenza.
Con l'adesione l'impegno che Vi è richiesto
si esaurisce. Non Vi è richiesto nessun ulteriore impegno, nè economico nè di altro tipo.
Cordiali saluti,
Carlo Ferraro Professore Ordinario al Politecnico di Torino
DOCUMENTO DEI COLLEGHI DI ROMA 3
CONTRO IL BLOCCO DEGLI SCATTI STIPENDIALI AI DOCENTI UNIVERSITARI
Come è noto, con decreto legge n. 78/2010 il
Governo Berlusconi ha introdotto il blocco degli scatti biennali per il personale docente delluniversità.
Con lo stesso provvedimento sono stati
bloccati gli stipendi dei dipendenti pubblici contrattualizzati, nonché le fasce stipendiali dei ricercatori e dei tecnologi degli enti di ricerca.
Ciò nellottica di contribuire al contenimento della spesa pubblica. Va segnalato che per il personale docente
universitario, in seguito alla legge Gelmini, andata in vigore quasi contemporaneamente, tali scatti non sono più automatici ma vengono assegnati dopo un giudizio di merito a cui i docenti sono sottoposti.
Tutti i lavoratori del pubblico impiego hanno
accettato con responsabilità tale blocco triennale, per contribuire al risanamento della grave situazione finanziaria del nostro paese, sebbene sia chiaro che, oltre il danno economico finora ricevuto, il blocco negherà anche la maturazione ai fini giuridici, con la conseguenza che alla fine del blocco non si percepirà una retribuzione che terrà conto degli anni passati, ma si ripartirà dai valori del 2010.
Concluso il triennio, non solo il blocco è
stato riproposto da parte del governo Letta anche per il 2014, ma, con la nuova Legge di Stabilità del 2014, sono state introdotte altre norme che limitano il riconoscimento dellanzianità pregressa e che quindi potrebbero danneggiare ulteriormente la carriera economica dei docenti universitari.
In questo clima di responsabilità e
sacrifici, recenti sentenze della Corte Costituzionale hanno ritenuto valide le richieste di alcuni settori del pubblico impiego, avanzate in sede Giudiziaria Amministrativa, ribadendo la validità di norme più favorevoli previste già nel provvedimento di origine o da provvedimenti successivi per gli Avvocati e i Procuratori dello Stato, le Forze di Polizia, tutto il personale non contrattualizzato e la Magistratura.
E ben nota poi la concessione degli scatti
stipendiali per il periodo 2011-2013 al personale della Scuola Media Superiore con decisione del Consiglio dei ministri del 17 gennaio 2014.
Gli unici che continuano a dare il loro
sostegno alla situazione di crisi sono rimasti i dipendenti delle università e il personale contrattualizzato del pubblico impiego: unaltra sentenza della Corte Costituzionale di recente pubblicata ha negato infatti la cancellazione del blocco degli scatti stipendiali dei professori Universitari in quanto: congruente con la necessità di risparmi consistenti ed immediati.
Appaiono evidenti la contraddittorietà e
liniquità dei provvedimenti presi.
È del resto ben nota e inaccettabile la
logica di individuare nei settori della cultura e dellistruzione ambiti in cui poter recuperare risorse operando dissennate riduzioni delle spese e degli investimenti.
E pur con questi magri e irrisori
finanziamenti si danno risultati notevoli e servizi ben superiori alle risorse impiegate.
Se è vera la tante volte proclamata
attenzione delle forze politiche verso le giovani generazioni, non cè dubbio cha la formazione debba essere, come già accade in altri Paesi, uno dei capitoli fondamentali di investimento per la ripresa e lo sviluppo dellItalia. Nel contesto attuale sembra invece che la classe politica punti alla demotivazione e alla perdita di efficienza del personale universitario, con gravi ripercussioni sullintero percorso formativo dei discenti.
Un primo segno di unauspicata inversione di
tendenza sarebbe intanto la cessazione del blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici contrattualizzati e degli scatti stipendiali per i docenti universitari e per i ricercatori e i tecnologi degli enti di ricerca, già dal 2014. Andrebbe poi recuperato il riconoscimento, almeno ai fini giuridici, del periodo 2011-2013.
I docenti universitari, temendo che il
perdurare delle difficoltà economiche possa portare a un ulteriore prolungamento del blocco, annunciano che si faranno promotori di una mobilitazione nazionale del pubblico impiego che individuerà, settore per settore, forme di azione che dimostreranno lessenzialità dei servizi offerti. In particolare nel settore universitario si segnalano i settori in cui si pensa di intervenire, in caso di prolungamento del blocco:
- procedura della Valutazione della Qualità
della Ricerca (VQR): i docenti universitari non sono disposti né a inserire in rete i propri prodotti di ricerca, come hanno fatto per la VQR appena conclusa, né a essere reclutati quali valutatori;
- attività istituzionali non retribuite: i
docenti universitari non intendono più partecipare ad attività istituzionali per le quali non sono previste retribuzioni o indennità di funzione o gettoni di presenza (commissioni didattiche, commissioni di ricerca, giunte dipartimentali, commissioni per la biblioteca, commissioni stages, attività di tutorato, rappresentanze in centri universitari, viaggi di studio, ecc.);
- esami e tesi di laurea: i docenti non
intenderebbero creare problemi allutenza studentesca, ma, come ultima ratio, si studieranno e si concorderanno con le associazioni sindacali azioni anche in questi settori.
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Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
**************** Il 5 x mille alla nostra Università è un investimento sui giovani, sui loro migliori progetti.
Sostiene la libera ricerca. Alimenta le loro speranze nel futuro.
Investi il tuo 5 x mille sui giovani.
Università degli Studi di Milano codice fiscale 80012650158
http://www.unimi.it/13084.htm?utm_source=firmaMail&utm_medium=email&...
Caro Jennings,
Personalmente ritengo che il fatto che scelte politiche improvvide portino al massacro di una generazione intera non giustifichi il portare tutto al ribasso. Il problema non è la mancanza di risorse ma la loro ridistribuzione intelligente. Cosa che la politica, per ora, neanche immagina di fare se non con spettacolari "spending review" il cui risultato è, immancabilmente, la strategia del tagliaerba su un prato.
Il fatto poi di avere uno stipendio da PO a fine carriera, cosa che ben pochi hanno ancora e avranno in futuro, non mi pare coincida con il dire che, per esempio, un ricercatore a inizio carriera abbia un pari stipendio "ottimo". E le penalizzazioni sono molto peggiori sugli stipendi bassi che sugli stipendi alti, così come lo sono le penalizzazioni in termini di integrale sulla carriera e sulla pensione.
Cordialmente, Guido Mula
On 17/06/14 12:02, "Robert Jennings" robert.jennings@unimi.it wrote:
Cari tutti,
Sono un PO al massimo della carriera. Ritengo che il mio stipendio, e anche quello di tanti colleghi, sia un ottimo stipendio. Chiedere lo sblocco degli scatti di anzianità, in questo mometo in cui ci sia una disoccupazione pazzesca a livello nazionale, a me sembra del tutto fuori luogo. Quindi, non intendo aderire. Cordialità, Robert Jennings
Scusandomi per chi avesse gia' ricevuto, colgo l'invito di diffusione. Chi sopravvive ai pre-pensionamenti della Madia di ieri, forse potrebbe essere interessato.
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MAURO
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From: Angelo Felice Lopez lopez@mat.uniroma3.it Date: 14 giugno 2014 00.29.36 GMT+02.00 To: lopez@mat.uniroma3.it Subject: Fwd: Documento su blocco scatti stipendiali
CON PREGHIERA DI MASSIMA DIFFUSIONE
Ai Docenti delle Università Italiane.
Cari Colleghi,
molti di Voi saranno già stati raggiunti da
un messaggio del tipo che Vi invio e me ne scuso con Loro. E' possibile anche che riceviate questo messaggio in duplice copia ed anche di questo mi scuso.
E' in corso una iniziativa di alcuni Colleghi
di Roma 3 (i Proff. Enzo Borsellino, Paolo D'Achille, Claudio Giovanardi, Edoardo Lombardi Vallauri) che hanno preparato il documento contro il blocco degli scatti stipendiali riportato in coda. Su di esso stanno raccogliendo adesioni via e-mail, aiutati da vari Colleghi. A tale iniziativa sto dando anche io il mio aiuto. Al momento le adesioni sono oltre 6300 e penso che Voi possiate dare il Vostro contributo.Ricordo che in virtù del blocco degli scatti i nostri stipendi sono fermi da più di tre anni. Un alto numero di adesioni da parte del corpo docente universitario, sinora assurdamente zitto anche davanti a evidenti discriminazioni, può riaprire la partita favorendo un ripensamento dei nostri governanti. Dopo la chiusura delle adesioni verrà indetta una conferenza stampa .e chiesto un incontro al Ministro per illustrargli il documento.
L'adesione può essere sottoscritta
semplicemente inoltrando una e-mail all'indirizzo mailto:sbloccoscatti@gmail.comsbloccoscatti@gmail.com e scrivendo (preferibilmente nel subject) "Aderisco al documento contro il blocco degli scatti stipendiali" e indicando (nel subject o nel testo, come volete) il Vostro nominativo, Ateneo e ruolo di appartenenza.
Con l'adesione l'impegno che Vi è richiesto
si esaurisce. Non Vi è richiesto nessun ulteriore impegno, nè economico nè di altro tipo.
Cordiali saluti,
Carlo Ferraro Professore Ordinario al Politecnico di Torino
DOCUMENTO DEI COLLEGHI DI ROMA 3
CONTRO IL BLOCCO DEGLI SCATTI STIPENDIALI AI DOCENTI UNIVERSITARI
Come è noto, con decreto legge n. 78/2010 il
Governo Berlusconi ha introdotto il blocco degli scatti biennali per il personale docente dell¹università.
Con lo stesso provvedimento sono stati
bloccati gli stipendi dei dipendenti pubblici contrattualizzati, nonché le fasce stipendiali dei ricercatori e dei tecnologi degli enti di ricerca.
Ciò nell¹ottica di contribuire al contenimento della spesa pubblica. Va segnalato che per il personale docente
universitario, in seguito alla legge Gelmini, andata in vigore quasi contemporaneamente, tali scatti non sono più automatici ma vengono assegnati dopo un giudizio di merito a cui i docenti sono sottoposti.
Tutti i lavoratori del pubblico impiego hanno
accettato con responsabilità tale blocco triennale, per contribuire al risanamento della grave situazione finanziaria del nostro paese, sebbene sia chiaro che, oltre il danno economico finora ricevuto, il blocco negherà anche la maturazione ai fini giuridici, con la conseguenza che alla fine del blocco non si percepirà una retribuzione che terrà conto degli anni passati, ma si ripartirà dai valori del 2010.
Concluso il triennio, non solo il blocco è
stato riproposto da parte del governo Letta anche per il 2014, ma, con la nuova Legge di Stabilità del 2014, sono state introdotte altre norme che limitano il riconoscimento dell¹anzianità pregressa e che quindi potrebbero danneggiare ulteriormente la carriera economica dei docenti universitari.
In questo clima di responsabilità e
sacrifici, recenti sentenze della Corte Costituzionale hanno ritenuto valide le richieste di alcuni settori del pubblico impiego, avanzate in sede Giudiziaria Amministrativa, ribadendo la validità di norme più favorevoli previste già nel provvedimento di origine o da provvedimenti successivi per gli Avvocati e i Procuratori dello Stato, le Forze di Polizia, tutto il personale non contrattualizzato e la Magistratura.
E¹ ben nota poi la concessione degli scatti
stipendiali per il periodo 2011-2013 al personale della Scuola Media Superiore con decisione del Consiglio dei ministri del 17 gennaio 2014.
Gli unici che continuano a dare il loro
sostegno alla situazione di crisi sono rimasti i dipendenti delle università e il personale contrattualizzato del pubblico impiego: un¹altra sentenza della Corte Costituzionale di recente pubblicata ha negato infatti la cancellazione del blocco degli scatti stipendiali dei professori Universitari in quanto: ³congruente con la necessità di risparmi consistenti ed immediati².
Appaiono evidenti la contraddittorietà e
l¹iniquità dei provvedimenti presi.
È del resto ben nota e inaccettabile la
logica di individuare nei settori della cultura e dell¹istruzione ambiti in cui poter recuperare risorse operando dissennate riduzioni delle spese e degli investimenti.
E pur con questi magri e irrisori
finanziamenti si danno risultati notevoli e servizi ben superiori alle risorse impiegate.
Se è vera la tante volte proclamata
attenzione delle forze politiche verso le giovani generazioni, non c¹è dubbio cha la formazione debba essere, come già accade in altri Paesi, uno dei capitoli fondamentali di investimento per la ripresa e lo sviluppo dell¹Italia. Nel contesto attuale sembra invece che la classe politica punti alla demotivazione e alla perdita di efficienza del personale universitario, con gravi ripercussioni sull¹intero percorso formativo dei discenti.
Un primo segno di un¹auspicata inversione di
tendenza sarebbe intanto la cessazione del blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici contrattualizzati e degli scatti stipendiali per i docenti universitari e per i ricercatori e i tecnologi degli enti di ricerca, già dal 2014. Andrebbe poi recuperato il riconoscimento, almeno ai fini giuridici, del periodo 2011-2013.
I docenti universitari, temendo che il
perdurare delle difficoltà economiche possa portare a un ulteriore prolungamento del blocco, annunciano che si faranno promotori di una mobilitazione nazionale del pubblico impiego che individuerà, settore per settore, forme di azione che dimostreranno l¹essenzialità dei servizi offerti. In particolare nel settore universitario si segnalano i settori in cui si pensa di intervenire, in caso di prolungamento del blocco:
- procedura della Valutazione della Qualità
della Ricerca (VQR): i docenti universitari non sono disposti né a inserire in rete i propri prodotti di ricerca, come hanno fatto per la VQR appena conclusa, né a essere reclutati quali valutatori;
- attività istituzionali non retribuite: i
docenti universitari non intendono più partecipare ad attività istituzionali per le quali non sono previste retribuzioni o indennità di funzione o gettoni di presenza (commissioni didattiche, commissioni di ricerca, giunte dipartimentali, commissioni per la biblioteca, commissioni stages, attività di tutorato, rappresentanze in centri universitari, viaggi di studio, ecc.);
- esami e tesi di laurea: i docenti non
intenderebbero creare problemi all¹utenza studentesca, ma, come ultima ratio, si studieranno e si concorderanno con le associazioni sindacali azioni anche in questi settori.
Un gruppo di docenti Universitari di Roma Tre
L'adesione va sottoscritta semplicemente
scrivendo "Aderisco" con il nominativo, l¹Ateneo di appartenenza e le mansioni svolte all'indirizzo mailto:sbloccoscatti@gmail.comsbloccoscatti@gmail.com
Prof. Carlo Vincenzo Ferraro Ordinario di Motori Termici per Trazione Dipartimento Energia Politecnico di Torino Corso Duca degli Abruzzi 24 10129 TORINO - ITALY
Tel: 0039 011 0904427 Cell: 334 8883070 Fax: 0039 011 0904599 E-mail: carlo.ferraro@polito.it
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Prof. Mauro C. Beltrametti Dipartimento di Matematica Universita' di Genova Via Dodecaneso, 35 16146 Genova Italy beltrametti@dima.unige.it
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Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Il 5 x mille alla nostra Università è un investimento sui giovani, sui loro migliori progetti.
Sostiene la libera ricerca. Alimenta le loro speranze nel futuro.
Investi il tuo 5 x mille sui giovani.
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In effetti, è importante aderire alla richiesta di rimozione del blocco degli scatti di anzianità a sostegno di tutti i ricercatori e docenti che ne vengono pesantemente penalizzati (più sono giovani più sono penalizzati), soprattutto quando la retribuzione dei magistrati e dei deputati (che non è certamente bassa) ha continuato a salire. Cordialmente Paolo gerola
Inviato da iPhone
Il giorno 17/giu/2014, alle ore 12:09, "Guido Mula" guido.mula@dsf.unica.it ha scritto:
Caro Jennings,
Personalmente ritengo che il fatto che scelte politiche improvvide portino al massacro di una generazione intera non giustifichi il portare tutto al ribasso. Il problema non è la mancanza di risorse ma la loro ridistribuzione intelligente. Cosa che la politica, per ora, neanche immagina di fare se non con spettacolari "spending review" il cui risultato è, immancabilmente, la strategia del tagliaerba su un prato.
Il fatto poi di avere uno stipendio da PO a fine carriera, cosa che ben pochi hanno ancora e avranno in futuro, non mi pare coincida con il dire che, per esempio, un ricercatore a inizio carriera abbia un pari stipendio "ottimo". E le penalizzazioni sono molto peggiori sugli stipendi bassi che sugli stipendi alti, così come lo sono le penalizzazioni in termini di integrale sulla carriera e sulla pensione.
Cordialmente, Guido Mula
On 17/06/14 12:02, "Robert Jennings" robert.jennings@unimi.it wrote:
Cari tutti,
Sono un PO al massimo della carriera. Ritengo che il mio stipendio, e anche quello di tanti colleghi, sia un ottimo stipendio. Chiedere lo sblocco degli scatti di anzianità, in questo mometo in cui ci sia una disoccupazione pazzesca a livello nazionale, a me sembra del tutto fuori luogo. Quindi, non intendo aderire. Cordialità, Robert Jennings
Scusandomi per chi avesse gia' ricevuto, colgo l'invito di diffusione. Chi sopravvive ai pre-pensionamenti della Madia di ieri, forse potrebbe essere interessato.
W l'Italia!!
MAURO
Begin forwarded message:
From: Angelo Felice Lopez lopez@mat.uniroma3.it Date: 14 giugno 2014 00.29.36 GMT+02.00 To: lopez@mat.uniroma3.it Subject: Fwd: Documento su blocco scatti stipendiali
CON PREGHIERA DI MASSIMA DIFFUSIONE
Ai Docenti delle Università Italiane.
Cari Colleghi,
molti di Voi saranno già stati raggiunti da
un messaggio del tipo che Vi invio e me ne scuso con Loro. E' possibile anche che riceviate questo messaggio in duplice copia ed anche di questo mi scuso.
E' in corso una iniziativa di alcuni Colleghi
di Roma 3 (i Proff. Enzo Borsellino, Paolo D'Achille, Claudio Giovanardi, Edoardo Lombardi Vallauri) che hanno preparato il documento contro il blocco degli scatti stipendiali riportato in coda. Su di esso stanno raccogliendo adesioni via e-mail, aiutati da vari Colleghi. A tale iniziativa sto dando anche io il mio aiuto. Al momento le adesioni sono oltre 6300 e penso che Voi possiate dare il Vostro contributo.Ricordo che in virtù del blocco degli scatti i nostri stipendi sono fermi da più di tre anni. Un alto numero di adesioni da parte del corpo docente universitario, sinora assurdamente zitto anche davanti a evidenti discriminazioni, può riaprire la partita favorendo un ripensamento dei nostri governanti. Dopo la chiusura delle adesioni verrà indetta una conferenza stampa .e chiesto un incontro al Ministro per illustrargli il documento.
L'adesione può essere sottoscritta
semplicemente inoltrando una e-mail all'indirizzo mailto:sbloccoscatti@gmail.comsbloccoscatti@gmail.com e scrivendo (preferibilmente nel subject) "Aderisco al documento contro il blocco degli scatti stipendiali" e indicando (nel subject o nel testo, come volete) il Vostro nominativo, Ateneo e ruolo di appartenenza.
Con l'adesione l'impegno che Vi è richiesto
si esaurisce. Non Vi è richiesto nessun ulteriore impegno, nè economico nè di altro tipo.
Cordiali saluti,
Carlo Ferraro Professore Ordinario al Politecnico di Torino
DOCUMENTO DEI COLLEGHI DI ROMA 3
CONTRO IL BLOCCO DEGLI SCATTI STIPENDIALI AI DOCENTI UNIVERSITARI
Come è noto, con decreto legge n. 78/2010 il
Governo Berlusconi ha introdotto il blocco degli scatti biennali per il personale docente dell¹università.
Con lo stesso provvedimento sono stati
bloccati gli stipendi dei dipendenti pubblici contrattualizzati, nonché le fasce stipendiali dei ricercatori e dei tecnologi degli enti di ricerca.
Ciò nell¹ottica di contribuire al contenimento della spesa pubblica. Va segnalato che per il personale docente
universitario, in seguito alla legge Gelmini, andata in vigore quasi contemporaneamente, tali scatti non sono più automatici ma vengono assegnati dopo un giudizio di merito a cui i docenti sono sottoposti.
Tutti i lavoratori del pubblico impiego hanno
accettato con responsabilità tale blocco triennale, per contribuire al risanamento della grave situazione finanziaria del nostro paese, sebbene sia chiaro che, oltre il danno economico finora ricevuto, il blocco negherà anche la maturazione ai fini giuridici, con la conseguenza che alla fine del blocco non si percepirà una retribuzione che terrà conto degli anni passati, ma si ripartirà dai valori del 2010.
Concluso il triennio, non solo il blocco è
stato riproposto da parte del governo Letta anche per il 2014, ma, con la nuova Legge di Stabilità del 2014, sono state introdotte altre norme che limitano il riconoscimento dell¹anzianità pregressa e che quindi potrebbero danneggiare ulteriormente la carriera economica dei docenti universitari.
In questo clima di responsabilità e
sacrifici, recenti sentenze della Corte Costituzionale hanno ritenuto valide le richieste di alcuni settori del pubblico impiego, avanzate in sede Giudiziaria Amministrativa, ribadendo la validità di norme più favorevoli previste già nel provvedimento di origine o da provvedimenti successivi per gli Avvocati e i Procuratori dello Stato, le Forze di Polizia, tutto il personale non contrattualizzato e la Magistratura.
E¹ ben nota poi la concessione degli scatti
stipendiali per il periodo 2011-2013 al personale della Scuola Media Superiore con decisione del Consiglio dei ministri del 17 gennaio 2014.
Gli unici che continuano a dare il loro
sostegno alla situazione di crisi sono rimasti i dipendenti delle università e il personale contrattualizzato del pubblico impiego: un¹altra sentenza della Corte Costituzionale di recente pubblicata ha negato infatti la cancellazione del blocco degli scatti stipendiali dei professori Universitari in quanto: ³congruente con la necessità di risparmi consistenti ed immediati².
Appaiono evidenti la contraddittorietà e
l¹iniquità dei provvedimenti presi.
È del resto ben nota e inaccettabile la
logica di individuare nei settori della cultura e dell¹istruzione ambiti in cui poter recuperare risorse operando dissennate riduzioni delle spese e degli investimenti.
E pur con questi magri e irrisori
finanziamenti si danno risultati notevoli e servizi ben superiori alle risorse impiegate.
Se è vera la tante volte proclamata
attenzione delle forze politiche verso le giovani generazioni, non c¹è dubbio cha la formazione debba essere, come già accade in altri Paesi, uno dei capitoli fondamentali di investimento per la ripresa e lo sviluppo dell¹Italia. Nel contesto attuale sembra invece che la classe politica punti alla demotivazione e alla perdita di efficienza del personale universitario, con gravi ripercussioni sull¹intero percorso formativo dei discenti.
Un primo segno di un¹auspicata inversione di
tendenza sarebbe intanto la cessazione del blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici contrattualizzati e degli scatti stipendiali per i docenti universitari e per i ricercatori e i tecnologi degli enti di ricerca, già dal 2014. Andrebbe poi recuperato il riconoscimento, almeno ai fini giuridici, del periodo 2011-2013.
I docenti universitari, temendo che il
perdurare delle difficoltà economiche possa portare a un ulteriore prolungamento del blocco, annunciano che si faranno promotori di una mobilitazione nazionale del pubblico impiego che individuerà, settore per settore, forme di azione che dimostreranno l¹essenzialità dei servizi offerti. In particolare nel settore universitario si segnalano i settori in cui si pensa di intervenire, in caso di prolungamento del blocco:
- procedura della Valutazione della Qualità
della Ricerca (VQR): i docenti universitari non sono disposti né a inserire in rete i propri prodotti di ricerca, come hanno fatto per la VQR appena conclusa, né a essere reclutati quali valutatori;
- attività istituzionali non retribuite: i
docenti universitari non intendono più partecipare ad attività istituzionali per le quali non sono previste retribuzioni o indennità di funzione o gettoni di presenza (commissioni didattiche, commissioni di ricerca, giunte dipartimentali, commissioni per la biblioteca, commissioni stages, attività di tutorato, rappresentanze in centri universitari, viaggi di studio, ecc.);
- esami e tesi di laurea: i docenti non
intenderebbero creare problemi all¹utenza studentesca, ma, come ultima ratio, si studieranno e si concorderanno con le associazioni sindacali azioni anche in questi settori.
Un gruppo di docenti Universitari di Roma Tre
L'adesione va sottoscritta semplicemente
scrivendo "Aderisco" con il nominativo, l¹Ateneo di appartenenza e le mansioni svolte all'indirizzo mailto:sbloccoscatti@gmail.comsbloccoscatti@gmail.com
Prof. Carlo Vincenzo Ferraro Ordinario di Motori Termici per Trazione Dipartimento Energia Politecnico di Torino Corso Duca degli Abruzzi 24 10129 TORINO - ITALY
Tel: 0039 011 0904427 Cell: 334 8883070 Fax: 0039 011 0904599 E-mail: carlo.ferraro@polito.it
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Prof. Mauro C. Beltrametti Dipartimento di Matematica Universita' di Genova Via Dodecaneso, 35 16146 Genova Italy beltrametti@dima.unige.it
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Il 5 x mille alla nostra Università è un investimento sui giovani, sui loro migliori progetti.
Sostiene la libera ricerca. Alimenta le loro speranze nel futuro.
Investi il tuo 5 x mille sui giovani.
Università degli Studi di Milano codice fiscale 80012650158
http://www.unimi.it/13084.htm?utm_source=firmaMail&utm_medium=email&... t=linkFirmaEmail&utm_campaign=5xmille
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Caro Mula, Con circa sei milioni di persone che cercano un lavoro in Italia, mi vergognerei di chiedere aumenti stipendiali (automatici) in questo momento; anche se guadagnassi la metà. Cordialità, Robert Jennings
Caro Jennings,
Personalmente ritengo che il fatto che scelte politiche improvvide portino al massacro di una generazione intera non giustifichi il portare tutto al ribasso. Il problema non è la mancanza di risorse ma la loro ridistribuzione intelligente. Cosa che la politica, per ora, neanche immagina di fare se non con spettacolari "spending review" il cui risultato è, immancabilmente, la strategia del tagliaerba su un prato.
Il fatto poi di avere uno stipendio da PO a fine carriera, cosa che ben pochi hanno ancora e avranno in futuro, non mi pare coincida con il dire che, per esempio, un ricercatore a inizio carriera abbia un pari stipendio "ottimo". E le penalizzazioni sono molto peggiori sugli stipendi bassi che sugli stipendi alti, così come lo sono le penalizzazioni in termini di integrale sulla carriera e sulla pensione.
Cordialmente, Guido Mula
On 17/06/14 12:02, "Robert Jennings" robert.jennings@unimi.it wrote:
Cari tutti,
Sono un PO al massimo della carriera. Ritengo che il mio stipendio, e anche quello di tanti colleghi, sia un ottimo stipendio. Chiedere lo sblocco degli scatti di anzianità, in questo mometo in cui ci sia una disoccupazione pazzesca a livello nazionale, a me sembra del tutto fuori luogo. Quindi, non intendo aderire. Cordialità, Robert Jennings
Scusandomi per chi avesse gia' ricevuto, colgo l'invito di diffusione. Chi sopravvive ai pre-pensionamenti della Madia di ieri, forse potrebbe essere interessato.
W l'Italia!!
MAURO
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From: Angelo Felice Lopez lopez@mat.uniroma3.it Date: 14 giugno 2014 00.29.36 GMT+02.00 To: lopez@mat.uniroma3.it Subject: Fwd: Documento su blocco scatti stipendiali
CON PREGHIERA DI MASSIMA DIFFUSIONE
Ai Docenti delle Università Italiane.
Cari Colleghi,
molti di Voi saranno già stati raggiunti da
un messaggio del tipo che Vi invio e me ne scuso con Loro. E' possibile anche che riceviate questo messaggio in duplice copia ed anche di questo mi scuso.
E' in corso una iniziativa di alcuni Colleghi
di Roma 3 (i Proff. Enzo Borsellino, Paolo D'Achille, Claudio Giovanardi, Edoardo Lombardi Vallauri) che hanno preparato il documento contro il blocco degli scatti stipendiali riportato in coda. Su di esso stanno raccogliendo adesioni via e-mail, aiutati da vari Colleghi. A tale iniziativa sto dando anche io il mio aiuto. Al momento le adesioni sono oltre 6300 e penso che Voi possiate dare il Vostro contributo.Ricordo che in virtù del blocco degli scatti i nostri stipendi sono fermi da più di tre anni. Un alto numero di adesioni da parte del corpo docente universitario, sinora assurdamente zitto anche davanti a evidenti discriminazioni, può riaprire la partita favorendo un ripensamento dei nostri governanti. Dopo la chiusura delle adesioni verrà indetta una conferenza stampa .e chiesto un incontro al Ministro per illustrargli il documento.
L'adesione può essere sottoscritta
semplicemente inoltrando una e-mail all'indirizzo mailto:sbloccoscatti@gmail.comsbloccoscatti@gmail.com e scrivendo (preferibilmente nel subject) "Aderisco al documento contro il blocco degli scatti stipendiali" e indicando (nel subject o nel testo, come volete) il Vostro nominativo, Ateneo e ruolo di appartenenza.
Con l'adesione l'impegno che Vi è richiesto
si esaurisce. Non Vi è richiesto nessun ulteriore impegno, nè economico nè di altro tipo.
Cordiali saluti,
Carlo Ferraro Professore Ordinario al Politecnico di Torino
DOCUMENTO DEI COLLEGHI DI ROMA 3
CONTRO IL BLOCCO DEGLI SCATTI
STIPENDIALI AI DOCENTI UNIVERSITARI
Come è noto, con decreto legge n. 78/2010 il
Governo Berlusconi ha introdotto il blocco degli scatti biennali per il personale docente dell¹università.
Con lo stesso provvedimento sono stati
bloccati gli stipendi dei dipendenti pubblici contrattualizzati, nonché le fasce stipendiali dei ricercatori e dei tecnologi degli enti di ricerca.
Ciò nell¹ottica di contribuire al contenimento della spesa pubblica. Va segnalato che per il personale docente
universitario, in seguito alla legge Gelmini, andata in vigore quasi contemporaneamente, tali scatti non sono più automatici ma vengono assegnati dopo un giudizio di merito a cui i docenti sono sottoposti.
Tutti i lavoratori del pubblico impiego hanno
accettato con responsabilità tale blocco triennale, per contribuire al risanamento della grave situazione finanziaria del nostro paese, sebbene sia chiaro che, oltre il danno economico finora ricevuto, il blocco negherà anche la maturazione ai fini giuridici, con la conseguenza che alla fine del blocco non si percepirà una retribuzione che terrà conto degli anni passati, ma si ripartirà dai valori del 2010.
Concluso il triennio, non solo il blocco è
stato riproposto da parte del governo Letta anche per il 2014, ma, con la nuova Legge di Stabilità del 2014, sono state introdotte altre norme che limitano il riconoscimento dell¹anzianità pregressa e che quindi potrebbero danneggiare ulteriormente la carriera economica dei docenti universitari.
In questo clima di responsabilità e
sacrifici, recenti sentenze della Corte Costituzionale hanno ritenuto valide le richieste di alcuni settori del pubblico impiego, avanzate in sede Giudiziaria Amministrativa, ribadendo la validità di norme più favorevoli previste già nel provvedimento di origine o da provvedimenti successivi per gli Avvocati e i Procuratori dello Stato, le Forze di Polizia, tutto il personale non
contrattualizzato e la Magistratura.
E¹ ben nota poi la concessione degli scatti
stipendiali per il periodo 2011-2013 al personale della Scuola Media Superiore con decisione del Consiglio dei ministri del 17 gennaio 2014.
Gli unici che continuano a dare il loro
sostegno alla situazione di crisi sono rimasti i dipendenti delle università e il personale contrattualizzato del pubblico impiego: un¹altra sentenza della Corte Costituzionale di recente pubblicata ha negato infatti la cancellazione del blocco degli scatti stipendiali dei professori Universitari in quanto: ³congruente con la necessità di
risparmi consistenti ed immediati².
Appaiono evidenti la contraddittorietà e
l¹iniquità dei provvedimenti presi.
È del resto ben nota e inaccettabile la
logica di individuare nei settori della cultura e dell¹istruzione ambiti in cui poter recuperare risorse operando dissennate riduzioni delle spese e degli investimenti.
E pur con questi magri e irrisori
finanziamenti si danno risultati notevoli e servizi ben superiori alle risorse impiegate.
Se è vera la tante volte proclamata
attenzione delle forze politiche verso le giovani generazioni, non c¹è dubbio cha la formazione debba essere, come già accade in altri Paesi, uno dei capitoli fondamentali di investimento per la ripresa e lo sviluppo dell¹Italia. Nel contesto attuale sembra invece che la classe politica punti alla demotivazione e alla perdita di efficienza del personale universitario, con gravi ripercussioni sull¹intero percorso formativo dei discenti.
Un primo segno di un¹auspicata inversione di
tendenza sarebbe intanto la cessazione del blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici contrattualizzati e degli scatti stipendiali per i docenti universitari e per i ricercatori e i tecnologi degli enti di ricerca, già dal 2014. Andrebbe poi recuperato il riconoscimento, almeno ai fini giuridici, del periodo 2011-2013.
I docenti universitari, temendo che il
perdurare delle difficoltà economiche possa portare a un ulteriore prolungamento del blocco, annunciano che si faranno promotori di una mobilitazione nazionale del pubblico impiego che individuerà, settore per settore, forme di azione che dimostreranno l¹essenzialità dei servizi offerti. In particolare nel settore universitario si segnalano i settori in cui si pensa di intervenire, in caso di prolungamento del blocco:
- procedura della Valutazione della Qualità
della Ricerca (VQR): i docenti universitari non sono disposti né a inserire in rete i propri prodotti di ricerca, come hanno fatto per la VQR appena conclusa, né a essere reclutati quali valutatori;
- attività istituzionali non retribuite: i
docenti universitari non intendono più partecipare ad attività istituzionali per le quali non sono previste retribuzioni o indennità di funzione o gettoni di presenza (commissioni didattiche, commissioni di ricerca, giunte dipartimentali, commissioni per la biblioteca, commissioni stages, attività di tutorato, rappresentanze in centri universitari, viaggi di studio, ecc.);
- esami e tesi di laurea: i docenti non
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Per consultare gli archivi, cancellarsi, o
cambiare le proprie impostazioni:
https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Il 5 x mille alla nostra Università è un investimento sui giovani, sui loro migliori progetti.
Sostiene la libera ricerca. Alimenta le loro speranze nel futuro.
Investi il tuo 5 x mille sui giovani.
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**************** Il 5 x mille alla nostra Università è un investimento sui giovani, sui loro migliori progetti.
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non si chiedono aumenti stipendiali. Si chiede il rispetto delle regole, della dignità delle persone e del loro avoro, si chiede uniformità di trattamento.
Ci hanno abituato a considerare i diritti come privilegi (vedi la storia delle pensioni) e noi ci simo cascati come pecore.
Le politiche di austerità arricchiscono i ricchi a scapito dei poveri.
Come ho già detto, sarei lieta di dimezzare il mio stipendio a beneficio delle pensioni minime, a vantaggio delle scuole pubbliche etc.
Non sono disposta invece a un "sacrificio unilaterale" che aiuta questi signori a completare lo smantellamento della istruzione pubblica.
saluti anna
2014-06-17 16:26 GMT+02:00 Robert Jennings robert.jennings@unimi.it:
Caro Mula, Con circa sei milioni di persone che cercano un lavoro in Italia, mi vergognerei di chiedere aumenti stipendiali (automatici) in questo momento; anche se guadagnassi la metà. Cordialità, Robert Jennings
Caro Jennings,
Personalmente ritengo che il fatto che scelte politiche improvvide portino al massacro di una generazione intera non giustifichi il portare tutto al ribasso. Il problema non è la mancanza di risorse ma la loro
ridistribuzione
intelligente. Cosa che la politica, per ora, neanche immagina di fare se
non
con spettacolari "spending review" il cui risultato è, immancabilmente, la strategia del tagliaerba su un prato.
Il fatto poi di avere uno stipendio da PO a fine carriera, cosa che ben pochi hanno ancora e avranno in futuro, non mi pare coincida con il dire che, per esempio, un ricercatore a inizio carriera abbia un pari stipendio "ottimo". E le penalizzazioni sono molto peggiori sugli stipendi bassi che sugli stipendi alti, così come lo sono le penalizzazioni in termini di integrale sulla carriera e sulla pensione.
Cordialmente, Guido Mula
On 17/06/14 12:02, "Robert Jennings" robert.jennings@unimi.it wrote:
Cari tutti,
Sono un PO al massimo della carriera. Ritengo che il mio stipendio, e anche quello di tanti colleghi, sia un ottimo stipendio. Chiedere lo sblocco degli scatti di anzianità, in questo mometo in cui ci sia una disoccupazione pazzesca a livello nazionale, a me sembra del tutto fuori luogo. Quindi, non intendo aderire. Cordialità, Robert Jennings
Scusandomi per chi avesse gia' ricevuto, colgo l'invito di
diffusione.
Chi sopravvive ai pre-pensionamenti della Madia di ieri, forse potrebbe essere interessato.
W l'Italia!!
MAURO
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From: Angelo Felice Lopez lopez@mat.uniroma3.it Date: 14 giugno 2014 00.29.36 GMT+02.00 To: lopez@mat.uniroma3.it Subject: Fwd: Documento su blocco scatti stipendiali
CON PREGHIERA DI MASSIMA DIFFUSIONE
Ai Docenti delle Università Italiane.
Cari Colleghi,
molti di Voi saranno già stati raggiunti da
un messaggio del tipo che Vi invio e me ne scuso con Loro. E' possibile anche che riceviate questo messaggio in duplice copia ed anche di questo mi
scuso.
E' in corso una iniziativa di alcuni Colleghi
di Roma 3 (i Proff. Enzo Borsellino, Paolo D'Achille, Claudio Giovanardi, Edoardo Lombardi Vallauri) che hanno preparato il documento contro il blocco degli scatti stipendiali riportato in coda. Su di esso stanno raccogliendo adesioni via e-mail, aiutati da vari Colleghi. A tale iniziativa sto dando anche io il mio aiuto. Al momento le adesioni sono oltre 6300 e penso che Voi possiate dare il Vostro contributo.Ricordo che in virtù del blocco degli scatti i nostri stipendi sono fermi da più di tre anni. Un alto numero di adesioni da parte del corpo docente universitario, sinora assurdamente zitto anche davanti a evidenti discriminazioni, può riaprire la partita favorendo un ripensamento dei nostri governanti. Dopo la chiusura delle adesioni verrà indetta una conferenza stampa .e chiesto un incontro al Ministro per illustrargli il documento.
L'adesione può essere sottoscritta
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Con l'adesione l'impegno che Vi è richiesto
si esaurisce. Non Vi è richiesto nessun ulteriore impegno, nè economico nè di altro tipo.
Cordiali saluti,
Carlo Ferraro Professore Ordinario al Politecnico di Torino
DOCUMENTO DEI COLLEGHI DI ROMA 3
CONTRO IL BLOCCO DEGLI SCATTI
STIPENDIALI AI DOCENTI UNIVERSITARI
Come è noto, con decreto legge n. 78/2010 il
Governo Berlusconi ha introdotto il blocco degli scatti biennali per il personale docente dell¹università.
Con lo stesso provvedimento sono stati
bloccati gli stipendi dei dipendenti pubblici contrattualizzati, nonché le fasce stipendiali dei ricercatori e dei tecnologi degli enti di ricerca.
Ciò nell¹ottica di contribuire al contenimento della spesa pubblica. Va segnalato che per il personale docente
universitario, in seguito alla legge Gelmini, andata in vigore quasi contemporaneamente, tali scatti non sono più automatici ma vengono assegnati dopo un giudizio di merito a cui i docenti sono sottoposti.
Tutti i lavoratori del pubblico impiego hanno
accettato con responsabilità tale blocco triennale, per contribuire al risanamento della grave situazione finanziaria del nostro paese, sebbene sia chiaro che, oltre il danno economico finora ricevuto, il blocco negherà anche la maturazione ai fini giuridici, con la conseguenza che alla fine del blocco non si percepirà una retribuzione che terrà conto degli anni passati, ma si ripartirà dai valori del 2010.
Concluso il triennio, non solo il blocco è
stato riproposto da parte del governo Letta anche per il 2014, ma, con la nuova Legge di Stabilità del 2014, sono state introdotte altre norme che limitano il riconoscimento dell¹anzianità pregressa e che quindi potrebbero danneggiare ulteriormente la carriera economica dei docenti universitari.
In questo clima di responsabilità e
sacrifici, recenti sentenze della Corte Costituzionale hanno ritenuto valide le richieste di alcuni settori del pubblico impiego, avanzate in sede Giudiziaria Amministrativa, ribadendo la validità di norme più favorevoli previste già nel provvedimento di origine o da provvedimenti successivi per gli Avvocati e i Procuratori dello Stato, le Forze di Polizia, tutto il personale non
contrattualizzato e la Magistratura.
E¹ ben nota poi la concessione degli scatti
stipendiali per il periodo 2011-2013 al personale della Scuola Media Superiore con decisione del Consiglio dei ministri del 17 gennaio 2014.
Gli unici che continuano a dare il loro
sostegno alla situazione di crisi sono rimasti i dipendenti delle università e il personale contrattualizzato del pubblico impiego: un¹altra sentenza della Corte Costituzionale di recente pubblicata ha negato infatti la cancellazione del blocco degli scatti stipendiali dei professori Universitari in quanto: ³congruente con la necessità di
risparmi consistenti ed immediati².
Appaiono evidenti la contraddittorietà e
l¹iniquità dei provvedimenti presi.
È del resto ben nota e inaccettabile la
logica di individuare nei settori della cultura e dell¹istruzione ambiti in cui poter recuperare risorse operando dissennate riduzioni delle spese e degli investimenti.
E pur con questi magri e irrisori
finanziamenti si danno risultati notevoli e servizi ben superiori alle risorse impiegate.
Se è vera la tante volte proclamata
attenzione delle forze politiche verso le giovani generazioni, non c¹è dubbio cha la formazione debba essere, come già accade in altri Paesi, uno dei capitoli fondamentali di investimento per la ripresa e lo sviluppo dell¹Italia. Nel contesto attuale sembra invece che la classe politica punti alla demotivazione e alla perdita di efficienza del personale universitario, con gravi ripercussioni sull¹intero percorso formativo dei discenti.
Un primo segno di un¹auspicata inversione di
tendenza sarebbe intanto la cessazione del blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici contrattualizzati e degli scatti stipendiali per i docenti universitari e per i ricercatori e i tecnologi degli enti di ricerca, già dal 2014. Andrebbe poi recuperato il riconoscimento, almeno ai fini giuridici, del periodo 2011-2013.
I docenti universitari, temendo che il
perdurare delle difficoltà economiche possa portare a un ulteriore prolungamento del blocco, annunciano che si faranno promotori di una mobilitazione nazionale del pubblico impiego che individuerà, settore per settore, forme di azione che dimostreranno l¹essenzialità dei servizi offerti. In particolare nel settore universitario si segnalano i settori in cui si pensa di intervenire, in caso di prolungamento del blocco:
- procedura della Valutazione della Qualità
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- attività istituzionali non retribuite: i
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Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Salve a tutti. Condivido pienamente le considerazioni della Prof.ssa Painelli . Vincenzo Bellini Ordinario di Fisica Nucleare e Subnucleare Università di Catania -----Messaggio originale----- From: anna painelli Sent: Thursday, June 19, 2014 12:01 PM To: Forum Università e Ricerca Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] Fwd: Documento su blocco scattistipendiali
non si chiedono aumenti stipendiali. Si chiede il rispetto delle regole, della dignità delle persone e del loro avoro, si chiede uniformità di trattamento.
Ci hanno abituato a considerare i diritti come privilegi (vedi la storia delle pensioni) e noi ci simo cascati come pecore.
Le politiche di austerità arricchiscono i ricchi a scapito dei poveri.
Come ho già detto, sarei lieta di dimezzare il mio stipendio a beneficio delle pensioni minime, a vantaggio delle scuole pubbliche etc.
Non sono disposta invece a un "sacrificio unilaterale" che aiuta questi signori a completare lo smantellamento della istruzione pubblica.
saluti anna
2014-06-17 16:26 GMT+02:00 Robert Jennings robert.jennings@unimi.it:
Caro Mula, Con circa sei milioni di persone che cercano un lavoro in Italia, mi vergognerei di chiedere aumenti stipendiali (automatici) in questo momento; anche se guadagnassi la metà. Cordialità, Robert Jennings
Caro Jennings,
Personalmente ritengo che il fatto che scelte politiche improvvide portino al massacro di una generazione intera non giustifichi il portare tutto al ribasso. Il problema non è la mancanza di risorse ma la loro
ridistribuzione
intelligente. Cosa che la politica, per ora, neanche immagina di fare se
non
con spettacolari "spending review" il cui risultato è, immancabilmente, la strategia del tagliaerba su un prato.
Il fatto poi di avere uno stipendio da PO a fine carriera, cosa che ben pochi hanno ancora e avranno in futuro, non mi pare coincida con il dire che, per esempio, un ricercatore a inizio carriera abbia un pari stipendio "ottimo". E le penalizzazioni sono molto peggiori sugli stipendi bassi che sugli stipendi alti, così come lo sono le penalizzazioni in termini di integrale sulla carriera e sulla pensione.
Cordialmente, Guido Mula
On 17/06/14 12:02, "Robert Jennings" robert.jennings@unimi.it wrote:
Cari tutti,
Sono un PO al massimo della carriera. Ritengo che il mio stipendio, e anche quello di tanti colleghi, sia un ottimo stipendio. Chiedere lo sblocco degli scatti di anzianità, in questo mometo in cui ci sia una disoccupazione pazzesca a livello nazionale, a me sembra del tutto fuori luogo. Quindi, non intendo aderire. Cordialità, Robert Jennings
Scusandomi per chi avesse gia' ricevuto, colgo l'invito di
diffusione.
Chi sopravvive ai pre-pensionamenti della Madia di ieri, forse potrebbe essere interessato.
W l'Italia!!
MAURO
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From: Angelo Felice Lopez lopez@mat.uniroma3.it Date: 14 giugno 2014 00.29.36 GMT+02.00 To: lopez@mat.uniroma3.it Subject: Fwd: Documento su blocco scatti stipendiali
CON PREGHIERA DI MASSIMA DIFFUSIONE
Ai Docenti delle Università Italiane.
Cari Colleghi,
molti di Voi saranno già stati raggiunti da
un messaggio del tipo che Vi invio e me ne scuso con Loro. E' possibile anche che riceviate questo messaggio in duplice copia ed anche di questo mi
scuso.
E' in corso una iniziativa di alcuni Colleghi
di Roma 3 (i Proff. Enzo Borsellino, Paolo D'Achille, Claudio Giovanardi, Edoardo Lombardi Vallauri) che hanno preparato il documento contro il blocco degli scatti stipendiali riportato in coda. Su di esso stanno raccogliendo adesioni via e-mail, aiutati da vari Colleghi. A tale iniziativa sto dando anche io il mio aiuto. Al momento le adesioni sono oltre 6300 e penso che Voi possiate dare il Vostro contributo.Ricordo che in virtù del blocco degli scatti i nostri stipendi sono fermi da più di tre anni. Un alto numero di adesioni da parte del corpo docente universitario, sinora assurdamente zitto anche davanti a evidenti discriminazioni, può riaprire la partita favorendo un ripensamento dei nostri governanti. Dopo la chiusura delle adesioni verrà indetta una conferenza stampa .e chiesto un incontro al Ministro per illustrargli il documento.
L'adesione può essere sottoscritta
semplicemente inoltrando una e-mail all'indirizzo mailto:sbloccoscatti@gmail.comsbloccoscatti@gmail.com e scrivendo (preferibilmente nel subject) "Aderisco al documento contro il blocco degli scatti stipendiali" e indicando (nel subject o nel testo, come volete) il Vostro nominativo, Ateneo e ruolo di appartenenza.
Con l'adesione l'impegno che Vi è richiesto
si esaurisce. Non Vi è richiesto nessun ulteriore impegno, nè economico nè di altro tipo.
Cordiali saluti,
Carlo Ferraro Professore Ordinario al Politecnico di Torino
DOCUMENTO DEI COLLEGHI DI ROMA 3
CONTRO IL BLOCCO DEGLI SCATTI
STIPENDIALI AI DOCENTI UNIVERSITARI
Come è noto, con decreto legge n. 78/2010 il
Governo Berlusconi ha introdotto il blocco degli scatti biennali per il personale docente dell¹università.
Con lo stesso provvedimento sono stati
bloccati gli stipendi dei dipendenti pubblici contrattualizzati, nonché le fasce stipendiali dei ricercatori e dei tecnologi degli enti di ricerca.
Ciò nell¹ottica di contribuire al contenimento della spesa pubblica. Va segnalato che per il personale docente
universitario, in seguito alla legge Gelmini, andata in vigore quasi contemporaneamente, tali scatti non sono più automatici ma vengono assegnati dopo un giudizio di merito a cui i docenti sono sottoposti.
Tutti i lavoratori del pubblico impiego hanno
accettato con responsabilità tale blocco triennale, per contribuire al risanamento della grave situazione finanziaria del nostro paese, sebbene sia chiaro che, oltre il danno economico finora ricevuto, il blocco negherà anche la maturazione ai fini giuridici, con la conseguenza che alla fine del blocco non si percepirà una retribuzione che terrà conto degli anni passati, ma si ripartirà dai valori del 2010.
Concluso il triennio, non solo il blocco è
stato riproposto da parte del governo Letta anche per il 2014, ma, con la nuova Legge di Stabilità del 2014, sono state introdotte altre norme che limitano il riconoscimento dell¹anzianità pregressa e che quindi potrebbero danneggiare ulteriormente la carriera economica dei docenti universitari.
In questo clima di responsabilità e
sacrifici, recenti sentenze della Corte Costituzionale hanno ritenuto valide le richieste di alcuni settori del pubblico impiego, avanzate in sede Giudiziaria Amministrativa, ribadendo la validità di norme più favorevoli previste già nel provvedimento di origine o da provvedimenti successivi per gli Avvocati e i Procuratori dello Stato, le Forze di Polizia, tutto il personale non
contrattualizzato e la Magistratura.
E¹ ben nota poi la concessione degli scatti
stipendiali per il periodo 2011-2013 al personale della Scuola Media Superiore con decisione del Consiglio dei ministri del 17 gennaio 2014.
Gli unici che continuano a dare il loro
sostegno alla situazione di crisi sono rimasti i dipendenti delle università e il personale contrattualizzato del pubblico impiego: un¹altra sentenza della Corte Costituzionale di recente pubblicata ha negato infatti la cancellazione del blocco degli scatti stipendiali dei professori Universitari in quanto: ³congruente con la necessità di
risparmi consistenti ed immediati².
Appaiono evidenti la contraddittorietà e
l¹iniquità dei provvedimenti presi.
È del resto ben nota e inaccettabile la
logica di individuare nei settori della cultura e dell¹istruzione ambiti in cui poter recuperare risorse operando dissennate riduzioni delle spese e degli investimenti.
E pur con questi magri e irrisori
finanziamenti si danno risultati notevoli e servizi ben superiori alle risorse impiegate.
Se è vera la tante volte proclamata
attenzione delle forze politiche verso le giovani generazioni, non c¹è dubbio cha la formazione debba essere, come già accade in altri Paesi, uno dei capitoli fondamentali di investimento per la ripresa e lo sviluppo dell¹Italia. Nel contesto attuale sembra invece che la classe politica punti alla demotivazione e alla perdita di efficienza del personale universitario, con gravi ripercussioni sull¹intero percorso formativo dei discenti.
Un primo segno di un¹auspicata inversione di
tendenza sarebbe intanto la cessazione del blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici contrattualizzati e degli scatti stipendiali per i docenti universitari e per i ricercatori e i tecnologi degli enti di ricerca, già dal 2014. Andrebbe poi recuperato il riconoscimento, almeno ai fini giuridici, del periodo 2011-2013.
I docenti universitari, temendo che il
perdurare delle difficoltà economiche possa portare a un ulteriore prolungamento del blocco, annunciano che si faranno promotori di una mobilitazione nazionale del pubblico impiego che individuerà, settore per settore, forme di azione che dimostreranno l¹essenzialità dei servizi offerti. In particolare nel settore universitario si segnalano i settori in cui si pensa di intervenire, in caso di prolungamento del blocco:
- procedura della Valutazione della Qualità
della Ricerca (VQR): i docenti universitari non sono disposti né a inserire in rete i propri prodotti di ricerca, come hanno fatto per la VQR appena conclusa, né a essere reclutati quali valutatori;
- attività istituzionali non retribuite: i
docenti universitari non intendono più partecipare ad attività istituzionali per le quali non sono previste retribuzioni o indennità di funzione o gettoni di presenza (commissioni didattiche, commissioni di ricerca, giunte dipartimentali, commissioni per la biblioteca, commissioni stages, attività di tutorato, rappresentanze in centri universitari, viaggi di studio,
ecc.);
- esami e tesi di laurea: i docenti non
intenderebbero creare problemi all¹utenza studentesca, ma, come ultima ratio, si studieranno e si concorderanno con le associazioni sindacali azioni anche in questi settori.
Un gruppo di docenti Universitari di Roma Tre
L'adesione va sottoscritta semplicemente
scrivendo "Aderisco" con il nominativo, l¹Ateneo di appartenenza e le mansioni svolte all'indirizzo mailto:sbloccoscatti@gmail.comsbloccoscatti@gmail.com
Prof. Carlo Vincenzo Ferraro Ordinario di Motori Termici per Trazione Dipartimento Energia Politecnico di Torino Corso Duca degli Abruzzi 24 10129 TORINO - ITALY
Tel: 0039 011 0904427 Cell: 334 8883070 Fax: 0039 011 0904599 E-mail: carlo.ferraro@polito.it
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Prof. Mauro C. Beltrametti Dipartimento di Matematica Universita' di Genova Via Dodecaneso, 35 16146 Genova Italy beltrametti@dima.unige.it
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Il 5 x mille alla nostra Università è un investimento sui giovani, sui loro migliori progetti.
Sostiene la libera ricerca. Alimenta le loro speranze nel futuro.
Investi il tuo 5 x mille sui giovani.
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Caro Jennings,
Non c'è bisogno che siano automatici, chi lo ha detto? Ribadisco poi che il problema, a mio avviso, non è la mancanza di soldi ma la mancanza di razionalità della spesa pubblica. Per esempio, spendere gli stessi soldi della TAV per interventi sulle strutture didattiche sparse sul territorio porterebbe, a parità di investimento, molto più lavoro per molte più persone.
E' una questione di scelte politiche. L'austerity del tagliaerba porta disoccupazione, una vera rivisitazione della spesa pubblica porterebbe occupazione e rilancerebbe l'economia. Invece, per scelta e non per vera necessità, si continua a preferire il mandare a casa la gente e il precarizzare tutto piuttosto che fare delle vere strategie di rilancio, che però richiedono di stare "fuori dal coro".
Ho appena letto di politici che hanno assunto a 5000 euro/mese (cinquemila!!) dei portaborse senza niente nel CV. Tu pensi davvero che il problema sia la mancanza di soldi e non la presenza di questa gente che con i soldi di tutti fa quello che gli pare?
Cordialità, Guido Mula
On 17/06/14 16:26, "Robert Jennings" robert.jennings@unimi.it wrote:
Caro Mula, Con circa sei milioni di persone che cercano un lavoro in Italia, mi vergognerei di chiedere aumenti stipendiali (automatici) in questo momento; anche se guadagnassi la metà. Cordialità, Robert Jennings
Caro Jennings,
Personalmente ritengo che il fatto che scelte politiche improvvide portino al massacro di una generazione intera non giustifichi il portare tutto al ribasso. Il problema non è la mancanza di risorse ma la loro ridistribuzione intelligente. Cosa che la politica, per ora, neanche immagina di fare se non con spettacolari "spending review" il cui risultato è, immancabilmente, la strategia del tagliaerba su un prato.
Il fatto poi di avere uno stipendio da PO a fine carriera, cosa che ben pochi hanno ancora e avranno in futuro, non mi pare coincida con il dire che, per esempio, un ricercatore a inizio carriera abbia un pari stipendio "ottimo". E le penalizzazioni sono molto peggiori sugli stipendi bassi che sugli stipendi alti, così come lo sono le penalizzazioni in termini di integrale sulla carriera e sulla pensione.
Cordialmente, Guido Mula
On 17/06/14 12:02, "Robert Jennings" robert.jennings@unimi.it wrote:
Cari tutti,
Sono un PO al massimo della carriera. Ritengo che il mio stipendio, e anche quello di tanti colleghi, sia un ottimo stipendio. Chiedere lo sblocco degli scatti di anzianità, in questo mometo in cui ci sia una disoccupazione pazzesca a livello nazionale, a me sembra del tutto fuori luogo. Quindi, non intendo aderire. Cordialità, Robert Jennings
Scusandomi per chi avesse gia' ricevuto, colgo l'invito di diffusione. Chi sopravvive ai pre-pensionamenti della Madia di ieri, forse potrebbe essere interessato.
W l'Italia!!
MAURO
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From: Angelo Felice Lopez lopez@mat.uniroma3.it Date: 14 giugno 2014 00.29.36 GMT+02.00 To: lopez@mat.uniroma3.it Subject: Fwd: Documento su blocco scatti stipendiali
CON PREGHIERA DI MASSIMA DIFFUSIONE
Ai Docenti delle Università Italiane.
Cari Colleghi,
molti di Voi saranno già stati raggiunti da
un messaggio del tipo che Vi invio e me ne scuso con Loro. E' possibile anche che riceviate questo messaggio in duplice copia ed anche di questo mi scuso.
E' in corso una iniziativa di alcuni Colleghi
di Roma 3 (i Proff. Enzo Borsellino, Paolo D'Achille, Claudio Giovanardi, Edoardo Lombardi Vallauri) che hanno preparato il documento contro il blocco degli scatti stipendiali riportato in coda. Su di esso stanno raccogliendo adesioni via e-mail, aiutati da vari Colleghi. A tale iniziativa sto dando anche io il mio aiuto. Al momento le adesioni sono oltre 6300 e penso che Voi possiate dare il Vostro contributo.Ricordo che in virtù del blocco degli scatti i nostri stipendi sono fermi da più di tre anni. Un alto numero di adesioni da parte del corpo docente universitario, sinora assurdamente zitto anche davanti a evidenti discriminazioni, può riaprire la partita favorendo un ripensamento dei nostri governanti. Dopo la chiusura delle adesioni verrà indetta una conferenza stampa .e chiesto un incontro al Ministro per illustrargli il documento.
L'adesione può essere sottoscritta
semplicemente inoltrando una e-mail all'indirizzo mailto:sbloccoscatti@gmail.comsbloccoscatti@gmail.com e scrivendo (preferibilmente nel subject) "Aderisco al documento contro il blocco degli scatti stipendiali" e indicando (nel subject o nel testo, come volete) il Vostro nominativo, Ateneo e ruolo di appartenenza.
Con l'adesione l'impegno che Vi è richiesto
si esaurisce. Non Vi è richiesto nessun ulteriore impegno, nè economico nè di altro tipo.
Cordiali saluti,
Carlo Ferraro Professore Ordinario al Politecnico di Torino
DOCUMENTO DEI COLLEGHI DI ROMA 3
CONTRO IL BLOCCO DEGLI SCATTI
STIPENDIALI AI DOCENTI UNIVERSITARI
Come è noto, con decreto legge n. 78/2010 il
Governo Berlusconi ha introdotto il blocco degli scatti biennali per il personale docente dell¹università.
Con lo stesso provvedimento sono stati
bloccati gli stipendi dei dipendenti pubblici contrattualizzati, nonché le fasce stipendiali dei ricercatori e dei tecnologi degli enti di ricerca.
Ciò nell¹ottica di contribuire al contenimento della spesa pubblica. Va segnalato che per il personale docente
universitario, in seguito alla legge Gelmini, andata in vigore quasi contemporaneamente, tali scatti non sono più automatici ma vengono assegnati dopo un giudizio di merito a cui i docenti sono sottoposti.
Tutti i lavoratori del pubblico impiego hanno
accettato con responsabilità tale blocco triennale, per contribuire al risanamento della grave situazione finanziaria del nostro paese, sebbene sia chiaro che, oltre il danno economico finora ricevuto, il blocco negherà anche la maturazione ai fini giuridici, con la conseguenza che alla fine del blocco non si percepirà una retribuzione che terrà conto degli anni passati, ma si ripartirà dai valori del 2010.
Concluso il triennio, non solo il blocco è
stato riproposto da parte del governo Letta anche per il 2014, ma, con la nuova Legge di Stabilità del 2014, sono state introdotte altre norme che limitano il riconoscimento dell¹anzianità pregressa e che quindi potrebbero danneggiare ulteriormente la carriera economica dei docenti universitari.
In questo clima di responsabilità e
sacrifici, recenti sentenze della Corte Costituzionale hanno ritenuto valide le richieste di alcuni settori del pubblico impiego, avanzate in sede Giudiziaria Amministrativa, ribadendo la validità di norme più favorevoli previste già nel provvedimento di origine o da provvedimenti successivi per gli Avvocati e i Procuratori dello Stato, le Forze di Polizia, tutto il personale non
contrattualizzato e la Magistratura.
E¹ ben nota poi la concessione degli scatti
stipendiali per il periodo 2011-2013 al personale della Scuola Media Superiore con decisione del Consiglio dei ministri del 17 gennaio 2014.
Gli unici che continuano a dare il loro
sostegno alla situazione di crisi sono rimasti i dipendenti delle università e il personale contrattualizzato del pubblico impiego: un¹altra sentenza della Corte Costituzionale di recente pubblicata ha negato infatti la cancellazione del blocco degli scatti stipendiali dei professori Universitari in quanto: ³congruente con la necessità di
risparmi consistenti ed immediati².
Appaiono evidenti la contraddittorietà e
l¹iniquità dei provvedimenti presi.
È del resto ben nota e inaccettabile la
logica di individuare nei settori della cultura e dell¹istruzione ambiti in cui poter recuperare risorse operando dissennate riduzioni delle spese e degli investimenti.
E pur con questi magri e irrisori
finanziamenti si danno risultati notevoli e servizi ben superiori alle risorse impiegate.
Se è vera la tante volte proclamata
attenzione delle forze politiche verso le giovani generazioni, non c¹è dubbio cha la formazione debba essere, come già accade in altri Paesi, uno dei capitoli fondamentali di investimento per la ripresa e lo sviluppo dell¹Italia. Nel contesto attuale sembra invece che la classe politica punti alla demotivazione e alla perdita di efficienza del personale universitario, con gravi ripercussioni sull¹intero percorso formativo dei discenti.
Un primo segno di un¹auspicata inversione di
tendenza sarebbe intanto la cessazione del blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici contrattualizzati e degli scatti stipendiali per i docenti universitari e per i ricercatori e i tecnologi degli enti di ricerca, già dal 2014. Andrebbe poi recuperato il riconoscimento, almeno ai fini giuridici, del periodo 2011-2013.
I docenti universitari, temendo che il
perdurare delle difficoltà economiche possa portare a un ulteriore prolungamento del blocco, annunciano che si faranno promotori di una mobilitazione nazionale del pubblico impiego che individuerà, settore per settore, forme di azione che dimostreranno l¹essenzialità dei servizi offerti. In particolare nel settore universitario si segnalano i settori in cui si pensa di intervenire, in caso di prolungamento del blocco:
- procedura della Valutazione della Qualità
della Ricerca (VQR): i docenti universitari non sono disposti né a inserire in rete i propri prodotti di ricerca, come hanno fatto per la VQR appena conclusa, né a essere reclutati quali valutatori;
- attività istituzionali non retribuite: i
docenti universitari non intendono più partecipare ad attività istituzionali per le quali non sono previste retribuzioni o indennità di funzione o gettoni di presenza (commissioni didattiche, commissioni di ricerca, giunte dipartimentali, commissioni per la biblioteca, commissioni stages, attività di tutorato, rappresentanze in centri universitari, viaggi di studio, ecc.);
- esami e tesi di laurea: i docenti non
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Tel: 0039 011 0904427 Cell: 334 8883070 Fax: 0039 011 0904599 E-mail: carlo.ferraro@polito.it
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Beato lei. Non e' un po' egoista nei confronti di quelli che non hanno la sua fortuna? D'altra parte un gran male della nostra categoria e' proprio questo: che non siamo una categoria e ognuno corre per sé. Dovremmo imparare dai magistrati.
Cordialmente Patrizia Vitale
Il 17/06/14 12:02, Robert Jennings ha scritto:
Cari tutti,
Sono un PO al massimo della carriera. Ritengo che il mio stipendio, e anche quello di tanti colleghi, sia un ottimo stipendio. Chiedere lo sblocco degli scatti di anzianità, in questo mometo in cui ci sia una disoccupazione pazzesca a livello nazionale, a me sembra del tutto fuori luogo. Quindi, non intendo aderire. Cordialità, Robert Jennings
Scusandomi per chi avesse gia' ricevuto, colgo l'invito di diffusione. Chi sopravvive ai pre-pensionamenti della Madia di ieri, forse potrebbe essere interessato.
W l'Italia!!
MAURO
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From: Angelo Felice Lopez lopez@mat.uniroma3.it Date: 14 giugno 2014 00.29.36 GMT+02.00 To: lopez@mat.uniroma3.it Subject: Fwd: Documento su blocco scatti stipendiali
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E' in corso una iniziativa di alcuni Colleghi
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L'adesione può essere sottoscritta
semplicemente inoltrando una e-mail all'indirizzo mailto:sbloccoscatti@gmail.comsbloccoscatti@gmail.com e scrivendo (preferibilmente nel subject) "Aderisco al documento contro il blocco degli scatti stipendiali" e indicando (nel subject o nel testo, come volete) il Vostro nominativo, Ateneo e ruolo di appartenenza.
Con l'adesione l'impegno che Vi è richiesto
si esaurisce. Non Vi è richiesto nessun ulteriore impegno, nè economico nè di altro tipo.
Cordiali saluti,
Carlo Ferraro Professore Ordinario al Politecnico di Torino
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Come è noto, con decreto legge n. 78/2010 il
Governo Berlusconi ha introdotto il blocco degli scatti biennali per il personale docente dell’università.
Con lo stesso provvedimento sono stati
bloccati gli stipendi dei dipendenti pubblici contrattualizzati, nonché le fasce stipendiali dei ricercatori e dei tecnologi degli enti di ricerca.
Ciò nell’ottica di contribuire al contenimento della spesa pubblica. Va segnalato che per il personale docente
universitario, in seguito alla legge Gelmini, andata in vigore quasi contemporaneamente, tali scatti non sono più automatici ma vengono assegnati dopo un giudizio di merito a cui i docenti sono sottoposti.
Tutti i lavoratori del pubblico impiego hanno
accettato con responsabilità tale blocco triennale, per contribuire al risanamento della grave situazione finanziaria del nostro paese, sebbene sia chiaro che, oltre il danno economico finora ricevuto, il blocco negherà anche la maturazione ai fini giuridici, con la conseguenza che alla fine del blocco non si percepirà una retribuzione che terrà conto degli anni passati, ma si ripartirà dai valori del 2010.
Concluso il triennio, non solo il blocco è
stato riproposto da parte del governo Letta anche per il 2014, ma, con la nuova Legge di Stabilità del 2014, sono state introdotte altre norme che limitano il riconoscimento dell’anzianità pregressa e che quindi potrebbero danneggiare ulteriormente la carriera economica dei docenti universitari.
In questo clima di responsabilità e
sacrifici, recenti sentenze della Corte Costituzionale hanno ritenuto valide le richieste di alcuni settori del pubblico impiego, avanzate in sede Giudiziaria Amministrativa, ribadendo la validità di norme più favorevoli previste già nel provvedimento di origine o da provvedimenti successivi per gli Avvocati e i Procuratori dello Stato, le Forze di Polizia, tutto il personale non contrattualizzato e la Magistratura.
E’ ben nota poi la concessione degli scatti
stipendiali per il periodo 2011-2013 al personale della Scuola Media Superiore con decisione del Consiglio dei ministri del 17 gennaio 2014.
Gli unici che continuano a dare il loro
sostegno alla situazione di crisi sono rimasti i dipendenti delle università e il personale contrattualizzato del pubblico impiego: un’altra sentenza della Corte Costituzionale di recente pubblicata ha negato infatti la cancellazione del blocco degli scatti stipendiali dei professori Universitari in quanto: “congruente con la necessità di risparmi consistenti ed immediati”.
Appaiono evidenti la contraddittorietà e
l’iniquità dei provvedimenti presi.
È del resto ben nota e inaccettabile la
logica di individuare nei settori della cultura e dell’istruzione ambiti in cui poter recuperare risorse operando dissennate riduzioni delle spese e degli investimenti.
E pur con questi magri e irrisori
finanziamenti si danno risultati notevoli e servizi ben superiori alle risorse impiegate.
Se è vera la tante volte proclamata
attenzione delle forze politiche verso le giovani generazioni, non c’è dubbio cha la formazione debba essere, come già accade in altri Paesi, uno dei capitoli fondamentali di investimento per la ripresa e lo sviluppo dell’Italia. Nel contesto attuale sembra invece che la classe politica punti alla demotivazione e alla perdita di efficienza del personale universitario, con gravi ripercussioni sull’intero percorso formativo dei discenti.
Un primo segno di un’auspicata inversione di
tendenza sarebbe intanto la cessazione del blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici contrattualizzati e degli scatti stipendiali per i docenti universitari e per i ricercatori e i tecnologi degli enti di ricerca, già dal 2014. Andrebbe poi recuperato il riconoscimento, almeno ai fini giuridici, del periodo 2011-2013.
I docenti universitari, temendo che il
perdurare delle difficoltà economiche possa portare a un ulteriore prolungamento del blocco, annunciano che si faranno promotori di una mobilitazione nazionale del pubblico impiego che individuerà, settore per settore, forme di azione che dimostreranno l’essenzialità dei servizi offerti. In particolare nel settore universitario si segnalano i settori in cui si pensa di intervenire, in caso di prolungamento del blocco:
- procedura della Valutazione della Qualità
della Ricerca (VQR): i docenti universitari non sono disposti né a inserire in rete i propri prodotti di ricerca, come hanno fatto per la VQR appena conclusa, né a essere reclutati quali valutatori;
- attività istituzionali non retribuite: i
docenti universitari non intendono più partecipare ad attività istituzionali per le quali non sono previste retribuzioni o indennità di funzione o gettoni di presenza (commissioni didattiche, commissioni di ricerca, giunte dipartimentali, commissioni per la biblioteca, commissioni stages, attività di tutorato, rappresentanze in centri universitari, viaggi di studio, ecc.);
- esami e tesi di laurea: i docenti non
intenderebbero creare problemi all’utenza studentesca, ma, come ultima ratio, si studieranno e si concorderanno con le associazioni sindacali azioni anche in questi settori.
Un gruppo di docenti Universitari di Roma Tre
L'adesione va sottoscritta semplicemente
scrivendo "Aderisco" con il nominativo, l’Ateneo di appartenenza e le mansioni svolte all'indirizzo mailto:sbloccoscatti@gmail.comsbloccoscatti@gmail.com
Prof. Carlo Vincenzo Ferraro Ordinario di Motori Termici per Trazione Dipartimento Energia Politecnico di Torino Corso Duca degli Abruzzi 24 10129 TORINO - ITALY
Tel: 0039 011 0904427 Cell: 334 8883070 Fax: 0039 011 0904599 E-mail: carlo.ferraro@polito.it
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2014-06-17 12:02 GMT+02:00 Robert Jennings robert.jennings@unimi.it:
Cari tutti,
Sono un PO al massimo della carriera. Ritengo che il mio stipendio, e anche quello di tanti colleghi, sia un ottimo stipendio. Chiedere lo sblocco degli scatti di anzianità, in questo mometo in cui ci sia una disoccupazione pazzesca a livello nazionale, a me sembra del tutto fuori luogo. Quindi, non intendo aderire.
pur essendo solo ricercatore, sono d'accordo. Nel settore privato, dal 2008 in poi con licenziamenti e altri meccanismi il monte salari e' ridotto del 10% reale stimo. Nel settore pubblico la diminuzione di reddito reale e' stimo molto inferiore, e senza licenziamenti apprezzabili. In altri Stati (es. Spagna) i compensi dei dipendenti pubblici sono stati ridotti.
Cio' che e' sbagliato, semmai, sono alcune sentenze che hanno abolito il blocco degli scatti per alcune categorie privilegiate, incluse se capisco bene quella degli stessi magistrati che hanno bocciato il blocco.
Quindi propongo di cambiare l'appello in un appello contro l'iniquita' di trattamento tra diverse categorie di dipendenti pubblici, particolarmente intollerabile se chi e' stato esentato ha remunerazioni elevate e se ha potuto decidere sul suo salario. Questa iniquita' e' piu' grave del blocco.
cordialmente,
l'argomento di Alberto mi pare convincente, bisognerebbe però chiarire bene se e come quello che dice è avvenuto ovvero che i magistrati hanno potuto decidere sul proprio salario (come credo pure altre categorie privilegiate come i dipendenti di alcune amministrazioni vicine alla politica).
On Jun 17, 2014, at 5:08 PM, Alberto Lusiani wrote:
2014-06-17 12:02 GMT+02:00 Robert Jennings robert.jennings@unimi.it:
Cari tutti,
Sono un PO al massimo della carriera. Ritengo che il mio stipendio, e anche quello di tanti colleghi, sia un ottimo stipendio. Chiedere lo sblocco degli scatti di anzianità, in questo mometo in cui ci sia una disoccupazione pazzesca a livello nazionale, a me sembra del tutto fuori luogo. Quindi, non intendo aderire.
pur essendo solo ricercatore, sono d'accordo. Nel settore privato, dal 2008 in poi con licenziamenti e altri meccanismi il monte salari e' ridotto del 10% reale stimo. Nel settore pubblico la diminuzione di reddito reale e' stimo molto inferiore, e senza licenziamenti apprezzabili. In altri Stati (es. Spagna) i compensi dei dipendenti pubblici sono stati ridotti.
Cio' che e' sbagliato, semmai, sono alcune sentenze che hanno abolito il blocco degli scatti per alcune categorie privilegiate, incluse se capisco bene quella degli stessi magistrati che hanno bocciato il blocco.
Quindi propongo di cambiare l'appello in un appello contro l'iniquita' di trattamento tra diverse categorie di dipendenti pubblici, particolarmente intollerabile se chi e' stato esentato ha remunerazioni elevate e se ha potuto decidere sul suo salario. Questa iniquita' e' piu' grave del blocco.
cordialmente,
Alberto _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Claudio Procesi, Professore Emerito,
Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
Membro dell'Accademia dei Lincei
Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
la corte costituzionale ha bocciato il ricorso fatto da alcuni di noi per l'equiparazione con i magistrati con motivazioni non proprio robuste, così mi dicono amministrativisti che stimo non si dimentichi che si entra all'università molto tardi, con stipendi da fame (quelli da ricercatore appunto) e che con il blocco degli scatti, CHE VERRA' OVVIAMENTE PROROGATO chissa per quanto tempo ancora, si arrivera' alla fine della carriera con stipendi molto bassi e con pensioni da fame; facciamo il mestiere più bello del mondo, non lamentiamoci per carità; i piagnistei non li sopporto e capisco l'argomento di Lusiani, ne' mi piace il sindacalismo, ma ..
Mauro Dorato
2014-06-17 17:25 GMT+02:00 claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it:
l'argomento di Alberto mi pare convincente, bisognerebbe però chiarire bene se e come quello che dice è avvenuto ovvero che i magistrati hanno potuto decidere sul proprio salario (come credo pure altre categorie privilegiate come i dipendenti di alcune amministrazioni vicine alla politica).
On Jun 17, 2014, at 5:08 PM, Alberto Lusiani wrote:
2014-06-17 12:02 GMT+02:00 Robert Jennings robert.jennings@unimi.it:
Cari tutti,
Sono un PO al massimo della carriera. Ritengo che il mio stipendio, e anche quello di tanti colleghi, sia un ottimo stipendio. Chiedere lo sblocco degli scatti di anzianità, in questo mometo in cui ci sia una disoccupazione pazzesca a livello nazionale, a me sembra del tutto fuori luogo. Quindi, non intendo aderire.
pur essendo solo ricercatore, sono d'accordo. Nel settore privato, dal 2008 in poi con licenziamenti e altri meccanismi il monte salari e' ridotto del 10% reale stimo. Nel settore pubblico la diminuzione di reddito reale e' stimo molto inferiore, e senza licenziamenti apprezzabili. In altri Stati (es. Spagna) i compensi dei dipendenti pubblici sono stati ridotti.
Cio' che e' sbagliato, semmai, sono alcune sentenze che hanno abolito il blocco degli scatti per alcune categorie privilegiate, incluse se capisco bene quella degli stessi magistrati che hanno bocciato il blocco.
Quindi propongo di cambiare l'appello in un appello contro l'iniquita' di trattamento tra diverse categorie di dipendenti pubblici, particolarmente intollerabile se chi e' stato esentato ha remunerazioni elevate e se ha potuto decidere sul suo salario. Questa iniquita' e' piu' grave del blocco.
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riguardo i magistrati, ho ricercato le notizie che avevo letto in passato e ho trovato queste fonti, lascio ai lettori giudicare, sembrano attendibili:
http://www.ilmanifestobologna.it/wp/2013/12/quelli-piu-uguali-degli-altri-st... <<Che dire, c'è del genio in tutto ciò. La legge sarebbe uguale, senonché i magistrati sono specifici, e tale specificità non sussiste negli altri.>>
http://www.forexinfo.it/Blocco-stipendi-dipendenti <<Blocco stipendi dipendenti pubblici sì, ma non per i magistrati. Ecco cosa dice la Corte Costituzionale>>
2014-06-17 17:25 GMT+02:00 claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it:
l'argomento di Alberto mi pare convincente, bisognerebbe però chiarire bene se e come quello che dice è avvenuto ovvero che i magistrati hanno potuto decidere sul proprio salario (come credo pure altre categorie privilegiate come i dipendenti di alcune amministrazioni vicine alla politica).
[...]
proprio oggi ROARS ha pubblicato i compensi ANVUR Fantoni (presidente) 210.000 EURO ANNUI gli altri 6 178.500 each.
Io (PO) sono intorno ai 75.000 annui. Che fanno 3500-3700 netti (oscilla non so perchè) al mese. I dottorandi che sto pagando su un mio progetto EU (il salario è fissato dalla EU) prendono NETTI al mese 3030 euro (non è uno scherzo).
Il mio stipendio mi basta e mi avanza, ma non capisco perchè i magistrati non siano soggetti al blocco, e perchè dobbiamo coprire d'oro i membri anvur (alcuni di essi percepiscono il compenso e la pensione!).
Più in generale, sarei contentissima di avere lo stipendio dimezzato se questo significasse dare una pensione dignitosa a mia madre e soprattutto (sempre a mia madre e a tutti noi) una sanità efficace e davvero gratuita, se questo significasse avere scuole sicure per i nostri figli, mense universitarie a prezzi abbordabili, biblioteche fornite, mezzi pubblici funzionanti. Ma tutto questo non è.
saluti Anna
2014-06-17 17:08 GMT+02:00 Alberto Lusiani alberto.lusiani@pi.infn.it:
2014-06-17 12:02 GMT+02:00 Robert Jennings robert.jennings@unimi.it:
Cari tutti,
Sono un PO al massimo della carriera. Ritengo che il mio stipendio, e anche quello di tanti colleghi, sia un ottimo stipendio. Chiedere lo sblocco degli scatti di anzianità, in questo mometo in cui ci sia una disoccupazione pazzesca a livello nazionale, a me sembra del tutto fuori luogo. Quindi, non intendo aderire.
pur essendo solo ricercatore, sono d'accordo. Nel settore privato, dal 2008 in poi con licenziamenti e altri meccanismi il monte salari e' ridotto del 10% reale stimo. Nel settore pubblico la diminuzione di reddito reale e' stimo molto inferiore, e senza licenziamenti apprezzabili. In altri Stati (es. Spagna) i compensi dei dipendenti pubblici sono stati ridotti.
Cio' che e' sbagliato, semmai, sono alcune sentenze che hanno abolito il blocco degli scatti per alcune categorie privilegiate, incluse se capisco bene quella degli stessi magistrati che hanno bocciato il blocco.
Quindi propongo di cambiare l'appello in un appello contro l'iniquita' di trattamento tra diverse categorie di dipendenti pubblici, particolarmente intollerabile se chi e' stato esentato ha remunerazioni elevate e se ha potuto decidere sul suo salario. Questa iniquita' e' piu' grave del blocco.
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Brava Anna, condivido.
Carlo FRANCHINI
Ordinario di Chimica Farmaceutica e Tossicologica
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di anna painelli Inviato: martedì 17 giugno 2014 17:46 A: Forum Università e Ricerca Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] Fwd: Documento su blocco scatti stipendiali
proprio oggi ROARS ha pubblicato i compensi ANVUR Fantoni (presidente) 210.000 EURO ANNUI gli altri 6 178.500 each.
Io (PO) sono intorno ai 75.000 annui. Che fanno 3500-3700 netti (oscilla non so perchè) al mese. I dottorandi che sto pagando su un mio progetto EU (il salario è fissato dalla EU) prendono NETTI al mese 3030 euro (non è uno scherzo).
Il mio stipendio mi basta e mi avanza, ma non capisco perchè i magistrati non siano soggetti al blocco, e perchè dobbiamo coprire d'oro i membri anvur (alcuni di essi percepiscono il compenso e la pensione!).
Più in generale, sarei contentissima di avere lo stipendio dimezzato se questo significasse dare una pensione dignitosa a mia madre e soprattutto (sempre a mia madre e a tutti noi) una sanità efficace e davvero gratuita, se questo significasse avere scuole sicure per i nostri figli, mense universitarie a prezzi abbordabili, biblioteche fornite, mezzi pubblici funzionanti. Ma tutto questo non è.
saluti Anna
2014-06-17 17:08 GMT+02:00 Alberto Lusiani alberto.lusiani@pi.infn.it:
2014-06-17 12:02 GMT+02:00 Robert Jennings robert.jennings@unimi.it:
Cari tutti,
Sono un PO al massimo della carriera. Ritengo che il mio stipendio, e anche quello di tanti colleghi, sia un ottimo stipendio. Chiedere lo sblocco degli scatti di anzianità, in questo mometo in cui ci sia una disoccupazione pazzesca a livello nazionale, a me sembra del tutto fuori luogo. Quindi, non intendo aderire.
pur essendo solo ricercatore, sono d'accordo. Nel settore privato, dal 2008 in poi con licenziamenti e altri meccanismi il monte salari e' ridotto del 10% reale stimo. Nel settore pubblico la diminuzione di reddito reale e' stimo molto inferiore, e senza licenziamenti apprezzabili. In altri Stati (es. Spagna) i compensi dei dipendenti pubblici sono stati ridotti.
Cio' che e' sbagliato, semmai, sono alcune sentenze che hanno abolito il blocco degli scatti per alcune categorie privilegiate, incluse se capisco bene quella degli stessi magistrati che hanno bocciato il blocco.
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-- Anna Painelli Dip. Chimica Parma University 43124 Parma, Italy tel 0521-905461 fax 0521-905556 skype: anna.painelli _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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la storia dell'ANVUR meriterebbe proprio da parte nostra di essere analizzata a fondo, da quanto ne so sono degli incompetenti strapagati, mentre poi i professori universitari che devono fare il lavoro vero di valutazione prendono delle cifre modeste (ma probabilmente congrue)
possiamo approfondire?
claudio
On Jun 17, 2014, at 5:46 PM, anna painelli wrote:
proprio oggi ROARS ha pubblicato i compensi ANVUR Fantoni (presidente) 210.000 EURO ANNUI gli altri 6 178.500 each.
Io (PO) sono intorno ai 75.000 annui. Che fanno 3500-3700 netti (oscilla non so perchè) al mese. I dottorandi che sto pagando su un mio progetto EU (il salario è fissato dalla EU) prendono NETTI al mese 3030 euro (non è uno scherzo).
Il mio stipendio mi basta e mi avanza, ma non capisco perchè i magistrati non siano soggetti al blocco, e perchè dobbiamo coprire d'oro i membri anvur (alcuni di essi percepiscono il compenso e la pensione!).
Più in generale, sarei contentissima di avere lo stipendio dimezzato se questo significasse dare una pensione dignitosa a mia madre e soprattutto (sempre a mia madre e a tutti noi) una sanità efficace e davvero gratuita, se questo significasse avere scuole sicure per i nostri figli, mense universitarie a prezzi abbordabili, biblioteche fornite, mezzi pubblici funzionanti. Ma tutto questo non è.
saluti Anna
2014-06-17 17:08 GMT+02:00 Alberto Lusiani alberto.lusiani@pi.infn.it:
2014-06-17 12:02 GMT+02:00 Robert Jennings robert.jennings@unimi.it:
Cari tutti,
Sono un PO al massimo della carriera. Ritengo che il mio stipendio, e anche quello di tanti colleghi, sia un ottimo stipendio. Chiedere lo sblocco degli scatti di anzianità, in questo mometo in cui ci sia una disoccupazione pazzesca a livello nazionale, a me sembra del tutto fuori luogo. Quindi, non intendo aderire.
pur essendo solo ricercatore, sono d'accordo. Nel settore privato, dal 2008 in poi con licenziamenti e altri meccanismi il monte salari e' ridotto del 10% reale stimo. Nel settore pubblico la diminuzione di reddito reale e' stimo molto inferiore, e senza licenziamenti apprezzabili. In altri Stati (es. Spagna) i compensi dei dipendenti pubblici sono stati ridotti.
Cio' che e' sbagliato, semmai, sono alcune sentenze che hanno abolito il blocco degli scatti per alcune categorie privilegiate, incluse se capisco bene quella degli stessi magistrati che hanno bocciato il blocco.
Quindi propongo di cambiare l'appello in un appello contro l'iniquita' di trattamento tra diverse categorie di dipendenti pubblici, particolarmente intollerabile se chi e' stato esentato ha remunerazioni elevate e se ha potuto decidere sul suo salario. Questa iniquita' e' piu' grave del blocco.
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Claudio Procesi, Professore Emerito,
Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
Membro dell'Accademia dei Lincei
Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Caro Claudio si dovrebbe approfondire e come.... sei molto buono nel definirli solo degli incompetenti. Benedetto
claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it ha scritto:
la storia dell'ANVUR meriterebbe proprio da parte nostra di essere analizzata a fondo, da quanto ne so sono degli incompetenti strapagati, mentre poi i professori universitari che devono fare il lavoro vero di valutazione prendono delle cifre modeste (ma probabilmente congrue)
possiamo approfondire?
claudio
On Jun 17, 2014, at 5:46 PM, anna painelli wrote:
proprio oggi ROARS ha pubblicato i compensi ANVUR Fantoni (presidente) 210.000 EURO ANNUI gli altri 6 178.500 each.
Io (PO) sono intorno ai 75.000 annui. Che fanno 3500-3700 netti (oscilla non so perchè) al mese. I dottorandi che sto pagando su un mio progetto EU (il salario è fissato dalla EU) prendono NETTI al mese 3030 euro (non è uno scherzo).
Il mio stipendio mi basta e mi avanza, ma non capisco perchè i magistrati non siano soggetti al blocco, e perchè dobbiamo coprire d'oro i membri anvur (alcuni di essi percepiscono il compenso e la pensione!).
Più in generale, sarei contentissima di avere lo stipendio dimezzato se questo significasse dare una pensione dignitosa a mia madre e soprattutto (sempre a mia madre e a tutti noi) una sanità efficace e davvero gratuita, se questo significasse avere scuole sicure per i nostri figli, mense universitarie a prezzi abbordabili, biblioteche fornite, mezzi pubblici funzionanti. Ma tutto questo non è.
saluti Anna
2014-06-17 17:08 GMT+02:00 Alberto Lusiani alberto.lusiani@pi.infn.it:
2014-06-17 12:02 GMT+02:00 Robert Jennings robert.jennings@unimi.it:
Cari tutti,
Sono un PO al massimo della carriera. Ritengo che il mio stipendio, e anche quello di tanti colleghi, sia un ottimo stipendio. Chiedere lo sblocco degli scatti di anzianità, in questo mometo in cui ci sia una disoccupazione pazzesca a livello nazionale, a me sembra del tutto fuori luogo. Quindi, non intendo aderire.
pur essendo solo ricercatore, sono d'accordo. Nel settore privato, dal 2008 in poi con licenziamenti e altri meccanismi il monte salari e' ridotto del 10% reale stimo. Nel settore pubblico la diminuzione di reddito reale e' stimo molto inferiore, e senza licenziamenti apprezzabili. In altri Stati (es. Spagna) i compensi dei dipendenti pubblici sono stati ridotti.
Cio' che e' sbagliato, semmai, sono alcune sentenze che hanno abolito il blocco degli scatti per alcune categorie privilegiate, incluse se capisco bene quella degli stessi magistrati che hanno bocciato il blocco.
Quindi propongo di cambiare l'appello in un appello contro l'iniquita' di trattamento tra diverse categorie di dipendenti pubblici, particolarmente intollerabile se chi e' stato esentato ha remunerazioni elevate e se ha potuto decidere sul suo salario. Questa iniquita' e' piu' grave del blocco.
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Ho aderito all'appello contro il blocco, ma devo dire che le considerazioni di Jennings e Lusiani, mi hanno fatto riflettere e mi convincono, nel senso che bisogna opporsi alla sentenza che privilegia la categoria dei Magistrati. Se chiediamo lo sblocco per la nostra categoria, questo penso dovrebbe valere per tutti o ... per nessuno. Cari saluti Benedetto
Alberto Lusiani alberto.lusiani@pi.infn.it ha scritto:
2014-06-17 12:02 GMT+02:00 Robert Jennings robert.jennings@unimi.it:
Cari tutti,
Sono un PO al massimo della carriera. Ritengo che il mio stipendio, e anche quello di tanti colleghi, sia un ottimo stipendio. Chiedere lo sblocco degli scatti di anzianità, in questo mometo in cui ci sia una disoccupazione pazzesca a livello nazionale, a me sembra del tutto fuori luogo. Quindi, non intendo aderire.
pur essendo solo ricercatore, sono d'accordo. Nel settore privato, dal 2008 in poi con licenziamenti e altri meccanismi il monte salari e' ridotto del 10% reale stimo. Nel settore pubblico la diminuzione di reddito reale e' stimo molto inferiore, e senza licenziamenti apprezzabili. In altri Stati (es. Spagna) i compensi dei dipendenti pubblici sono stati ridotti.
Cio' che e' sbagliato, semmai, sono alcune sentenze che hanno abolito il blocco degli scatti per alcune categorie privilegiate, incluse se capisco bene quella degli stessi magistrati che hanno bocciato il blocco.
Quindi propongo di cambiare l'appello in un appello contro l'iniquita' di trattamento tra diverse categorie di dipendenti pubblici, particolarmente intollerabile se chi e' stato esentato ha remunerazioni elevate e se ha potuto decidere sul suo salario. Questa iniquita' e' piu' grave del blocco.
cordialmente,
Alberto _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
---- 5x1000 AI GIOVANI RICERCATORI DELL'UNIVERSITÀ DI NAPOLI Codice Fiscale: 00876220633 www.unina.it/Vademecum5permille
bdevivo@unina.it ha scritto:
Ho aderito all'appello contro il blocco, ma devo dire che le considerazioni di Jennings e Lusiani, mi hanno fatto riflettere e mi convincono, nel senso che bisogna opporsi alla sentenza che privilegia la categoria dei Magistrati. Se chiediamo lo sblocco per la nostra categoria, questo penso dovrebbe valere per tutti o ... per nessuno. Cari saluti Benedetto
Alberto Lusiani alberto.lusiani@pi.infn.it ha scritto:
2014-06-17 12:02 GMT+02:00 Robert Jennings robert.jennings@unimi.it:
Cari tutti,
Sono un PO al massimo della carriera. Ritengo che il mio stipendio, e anche quello di tanti colleghi, sia un ottimo stipendio. Chiedere lo sblocco degli scatti di anzianità, in questo mometo in cui ci sia una disoccupazione pazzesca a livello nazionale, a me sembra del tutto fuori luogo. Quindi, non intendo aderire.
pur essendo solo ricercatore, sono d'accordo. Nel settore privato, dal 2008 in poi con licenziamenti e altri meccanismi il monte salari e' ridotto del 10% reale stimo. Nel settore pubblico la diminuzione di reddito reale e' stimo molto inferiore, e senza licenziamenti apprezzabili. In altri Stati (es. Spagna) i compensi dei dipendenti pubblici sono stati ridotti.
Cio' che e' sbagliato, semmai, sono alcune sentenze che hanno abolito il blocco degli scatti per alcune categorie privilegiate, incluse se capisco bene quella degli stessi magistrati che hanno bocciato il blocco.
Quindi propongo di cambiare l'appello in un appello contro l'iniquita' di trattamento tra diverse categorie di dipendenti pubblici, particolarmente intollerabile se chi e' stato esentato ha remunerazioni elevate e se ha potuto decidere sul suo salario. Questa iniquita' e' piu' grave del blocco.
cordialmente,
Alberto _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
5x1000 AI GIOVANI RICERCATORI DELL'UNIVERSITÀ DI NAPOLI Codice Fiscale: 00876220633 www.unina.it/Vademecum5permille
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
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