Caro Claudio, scusa, ma penso che, per chiarezza, sulla pagina web della lettera di dimissioni su Universitas Futura, bisognerebbe scrivere "carica da cui ci si dimette" piuttosto che "posizione accademica", o la carica va indicata da un'altra parte? Inoltre ci vorrebbe una scadenza entro cui sottoscrivere e bisognerebbe aggiungere qualcosa tipo "l'elenco dei firmatari verra' pubblicato su questa pagina web il ..(24 h dopo la scadenza?).. e trasmesso al Presidente della Repubblica, il Ministro, ecc. il .. (48h dopo la pubblicazione?).. Chi non ritenesse raggiunta la massa critica perche' l'iniziativa abbia significato puo' eventualmente ritirare l'adesione entro quella data." Cari saluti, Cristina (Caroli) Costantini
cara Cristina, il tecnico che deve fare fisicamente la pagina al momento e` malato e tutto mi pare in sospeso.
Sulla nostra pagina di facebook iniziano comunque ad arrivare informazioni sulle dimissioni in atto.
claudio
On Sep 29, 2010, at 4:39 PM, Cristina Costantini wrote:
Caro Claudio, scusa, ma penso che, per chiarezza, sulla pagina web della lettera di dimissioni su Universitas Futura, bisognerebbe scrivere "carica da cui ci si dimette" piuttosto che "posizione accademica", o la carica va indicata da un'altra parte? Inoltre ci vorrebbe una scadenza entro cui sottoscrivere e bisognerebbe aggiungere qualcosa tipo "l'elenco dei firmatari verra' pubblicato su questa pagina web il ..(24 h dopo la scadenza?).. e trasmesso al Presidente della Repubblica, il Ministro, ecc. il .. (48h dopo la pubblicazione?).. Chi non ritenesse raggiunta la massa critica perche' l'iniziativa abbia significato puo' eventualmente ritirare l'adesione entro quella data." Cari saluti, Cristina (Caroli) Costantini
Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Il sito in quialche maniera funziona, seppure sia molto lento. Ad ora due sottoscrittori (il primo è una prova o un errore).
Quindi... diamoci da fare !
Alberto Girlando
On Wed, 2010-09-29 at 17:17 +0200, claudio procesi wrote:
cara Cristina, il tecnico che deve fare fisicamente la pagina al momento e` malato e tutto mi pare in sospeso.
Sulla nostra pagina di facebook iniziano comunque ad arrivare informazioni sulle dimissioni in atto.
claudio
On Sep 29, 2010, at 4:39 PM, Cristina Costantini wrote:
Caro Claudio, scusa, ma penso che, per chiarezza, sulla pagina web della lettera di dimissioni su Universitas Futura, bisognerebbe scrivere "carica da cui ci si dimette" piuttosto che "posizione accademica", o la carica va indicata da un'altra parte? Inoltre ci vorrebbe una scadenza entro cui sottoscrivere e bisognerebbe aggiungere qualcosa tipo "l'elenco dei firmatari verra' pubblicato su questa pagina web il ..(24 h dopo la scadenza?).. e trasmesso al Presidente della Repubblica, il Ministro, ecc. il .. (48h dopo la pubblicazione?).. Chi non ritenesse raggiunta la massa critica perche' l'iniziativa abbia significato puo' eventualmente ritirare l'adesione entro quella data." Cari saluti, Cristina (Caroli) Costantini
Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Oggi, all'ateneo fiorentino, è stato inviato per conoscenza a tutti i docenti e ricercatori un documento in pdf della facoltà di Ingegneria. Ve ne trasmetto il testo, sotto alla mia firma automatica. Cordialmente Antonella Ghignoli *****************
Dr. Antonella Ghignoli, PhD Ricercatore universitario confermato nel s.s.d. M-STO/09 (Paleografia), Professore aggregato (Diplomatica, Paleografia-Diplomatica per la LM 84 e LM 5 ex DM 270/04) Università degli studi di Firenze Dipartimento di Studi sul Medioevo e Rinascimento Sezione di Paleografia "Luigi Schiaparelli" piazza Brunelleschi 4 - 50121 Firenze Tel. 055-2756801 Mob. 3342257309 (Tim) e-mail: antonella.ghignoli@unifi.it; antonella.ghignoli@tin.it ==================
Firenze 22 settembre 2010 Il Preside della Facoltà di Ingegneria, i Direttori dei Dipartimenti dell'area dell'Ingegneria, i Presidenti dei Consigli di Corso di Laurea della Facoltà di Ingegneria, Pienamente convinti della necessità di una profonda riforma del Sistema Universitario, basata su una reale meritocrazia e su una seria ed efficace attività di valutazione, denunciano la situazione di grave disagio in cui si trova l’Università a seguito della drastica riduzione del finanziamento pubblico degli Atenei, delle recenti manovre finanziarie e di alcune drastiche iniziative legislative in materia di Università contenute nel Disegno di Legge 1905, assunte senza un'adeguata consultazione degli organismi rappresentativi del personale universitario. Dichiarano l'intenzione di presentare collettivamente le proprie dimissioni, come forma di protesta verso le politiche governative nei confronti dell'Università, se non ci saranno significativi cambiamenti nel finanziamento del Sistema Pubblico Universitario e nel disegno di legge 1905. Il Preside della Facoltà di Ingegneria, Prof. Stefano Manetti Il Direttore del Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni Prof. Guido Biffi Gentili Il Direttore del Dipartimento di Energetica “Sergio Stecco” Prof. Paolo Toni Il Direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale Prof. Fausto Sacerdote Il Direttore del Dipartimento di Matematica Applicata “G. Sansone” Prof. Giovanni Frosali Il Direttore del Dipartimento di Meccanica e Tecnologie Industriali Prof.ssa Monica Carfagni Il Vice Direttore del Dipartimento di Sistemi e Informatica Prof. Paolo Nesi Il Presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Ingegneria Civile Prof. Giovanni Vannucchi Il Presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni Prof. Marcantonio Catelani Il Presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Ingegneria Informatica Prof. Alessandro Fantechi Il Presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Prof. Renzo Capitani Il Presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Ingegneria dell'Ambiente, le Risorse e il Territorio Prof. Giampaolo Manfrida Il Presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Ingegneria Edile Prof. Paolo Spinelli
qualcuno riesce a contattarli chiedendo se vogliono unirsi ai dimissionari unira: L'UNIONE FA LA FORZA!!!
http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
2010/9/29 Antonella Ghignoli Antonella@unifi.it
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Le dimissioni sono un mezzo che sembra colpire i media. Ieri presidenti di ccl e cclm in matematica dell'universita' di Torino hanno dato le dimissioni e oggi su Repubblica e su La Stampa c'era un trafiletto per annunciarle (non so chi le abbia comunicate ai giornalisti). Repubblica titolave "3 dimissioni eccellenti a matematica". Quanti altri si uniscono a noi? Cerchiamo di far girare la notizia anche fuori da questa lista. Laura Sacerdote
2010/9/29 anna painelli anna.painelli@unipr.it
qualcuno riesce a contattarli chiedendo se vogliono unirsi ai dimissionari unira: L'UNIONE FA LA FORZA!!!
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valutazione,
denunciano la situazione di grave disagio in cui si trova l’Università a seguito della drastica riduzione del finanziamento pubblico degli Atenei, delle recenti manovre finanziarie e di alcune drastiche iniziative legislative in materia di Università contenute nel Disegno di Legge 1905, assunte senza un'adeguata consultazione degli organismi rappresentativi del personale universitario. Dichiarano l'intenzione di presentare collettivamente le proprie dimissioni, come forma di protesta verso le politiche governative nei confronti dell'Università, se non ci saranno significativi cambiamenti nel finanziamento del Sistema Pubblico Universitario e nel disegno di legge 1905. Il Preside della Facoltà di Ingegneria, Prof. Stefano Manetti Il Direttore del Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni Prof. Guido Biffi Gentili Il Direttore del Dipartimento di Energetica “Sergio Stecco” Prof. Paolo Toni Il Direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale Prof. Fausto Sacerdote Il Direttore del Dipartimento di Matematica Applicata “G. Sansone” Prof. Giovanni Frosali Il Direttore del Dipartimento di Meccanica e Tecnologie Industriali Prof.ssa Monica Carfagni Il Vice Direttore del Dipartimento di Sistemi e Informatica Prof. Paolo Nesi Il Presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Ingegneria Civile Prof. Giovanni Vannucchi Il Presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni Prof. Marcantonio Catelani Il Presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Ingegneria Informatica Prof. Alessandro Fantechi Il Presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Prof. Renzo Capitani Il Presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Ingegneria dell'Ambiente, le Risorse e il Territorio Prof. Giampaolo Manfrida Il Presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Ingegneria Edile Prof. Paolo Spinelli
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-- Anna Painelli Dip. Chimica GIAF Parma University tel 0521-905461 fax 0521-905556 _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Cara Valeria, qui a Udine calma piatta. Hanno fatto qualcosa solo i ricercatori di Ingegneria, ottenendo una dichiarazione di principio dal Senato, ma poi nulla in concreto, nemmeno qualcosa di simbolico, solo aria fritta.
Quello che dici sulla lotta dei non ricercatori mi sorprende un po'. Ancor di più mi pare debole ed un po' risibile (se non vagamente corporativo) questo voler individuare delle esigenze specifiche che giustifichino, addirittura, un coordinamento di associati. In effetti c'è un disorientamento e, purtroppo, un'acquiescenza generalizzata che stronca la seppur minima voglia di reagire. In questo, il mondo accademico non è diverso da un Paese che complessivamente va indietro, a cominciare da principi morali di tutti i giorni, una società in scadimento che tende sempre più al marcio. La politica è solo lo specchio fedele di ciò.
Francamente le varie proposte che elenchi sui ricercatori, sui concorsi per gli associati e i ricercatori, sulla possibilità degli associati di ricoprire cariche, ecc., mi paiono elementi di un discorso che non ha alcuna logica. Non credo che il mondo accademico abbia chiaro in mente cosa vuole, quei pochi che parlano, lo fanno a vanvera. Con ciò non vorrei apparire ingeneroso verso chi, come te, o come quelli che partecipano al forum di Procesi, si affanna a esprimere una posizione diversa dal silenzio. Onore al merito e viva la buona fede, ma non basta! Soprattutto, bisogna saper imparare dagli errori, copiosi, che in passato abbiamo compiuto.
Non si riflette, in realtà, sul fatto che tutti puntualmente aspettiamo che qualcuno, l'ignorante arrogante di turno che siede al ministero, scodelli una proposta di riforma, magari con l'intermediazione del CUN e i buoni uffici della CRUI, salvo poi cominciare a criticare, ognuno per proprio conto, realizzando la confusione più variegata possibile. C'è qualcuno che propone una riforma generale di questa istituzione universitaria? Non sarebbe una riforma, una volta tanto, non calata dall'alto, ma che sia il frutto di un dibattito corretto e scientifico, soprattutto, tra gli addetti ai lavori? Una riforma che si occupi dei punti cruciali delle carriere e della promozione dei meritevoli, stabilendo, nel dettaglio, criteri decorosi e rigorosi (tutto il contrario di quell'indecente documento del CUN di qualche mese fa che provoca in chi legge solo disprezzo verso una casta di disonesti la quale, a dispetto di tutto, continua a pontificare), una riforma che entri nel merito delle 'fetenzie' avallate dai concorsi locali e dall'autonomia degli Atenei, una vera e propria licenza di uccidere l'Università con l'istituzione di centinaia di corsi di laurea cazzata, serviti solo a giustificare l'istituzione di nuove posizioni per la clientela delle baronie, una riforma che entri nel merito dell'organizzazione didattica del "3+2", riconoscendone il sostanziale equivoco e fallimento, una riforma che individui i meccanismi di una gestione che assicuri il controllo completo dell'istituzione da parte di chi è Università e non di marziani politici giubilati, una riforma che non introduca gerarchie gratuite, ma che differenzi solo la consistenza scientifica dell'esperienza per istituire un ruolo di ingresso ed uno di stabilizzazione, una riforma che favorisca il ricambio generazionale ed eviti la gerontocrazia fissando l'uscita dal servizio a 65 anni per tutti (quest'estate per aver sostenuto il punto sono stato considerato colpito da insolazione da Procesi in persona ...), una riforma che metta davvero al centro i dipartimenti e abolisca realmente le facoltà, con tutte le alchimie perverse che si creano all'interno di queste per determinare la 'politica' universitaria, giusto il contrario di quello che invece sta avvenendo con l'annacquamento del disegno di legge originario.
Tu parli di astensione dalla didattica aggiuntiva come forma di lotta, quelli di Procesi hanno cominciato la battaglia delle dimissioni (personalmente ho aderito a suo tempo pur non avendo nulla da cui dimettermi, tanto l'effetto è lo stesso), ma bisogna riconoscere che queste forme di protesta non sono incisive se non si arriva alla ribalta pubblica. Poi è venuta la FLC-CGIL che proclama il pacchetto di 8 ore di sciopero, centellinate 1 ora al giorno a partire dal giorno 8 ottobre, e ci vuole far credere che queste azioni sono una risposta adeguata a quello che accade. Ma stiamo scherzando?
Contro le proposte sindacali degne del più becero 'pompieraggio', ma anche contro l'approccio velleitario di quelli come te o come i generosi interlocutori di Procesi (dei quali rispetto l'assoluta onestà intellettuale, sia chiaro), propongo l'unica cosa che abbia un senso diverso da un'azione da boy-scout dell'agitazione universitaria:
- fermiamo l'Università bloccando le lauree - elaboriamo - dandoci il termine di un mese - una proposta dal basso che includa i punti sopra ricordati, magari senza cancellare quanto di buono c'era nella proposta inizialmente presentata dalla Gelmini (sicuramente per molti punti frutto di elaborazioni serie, perciò non sue) - rifiutiamo la rappresentanza della CRUI che per mezzo del suo ispirato 'maitre a penser', il famigerato Luigi Frati, si appresta a preparare l'ennesima 'pastetta', la polpetta avvelenata con cui accreditarsi verso i docenti-sudditi come 'salvatore della patria' e verso il ministro-re come 'controllore' capace di governare quella torma di cani sciolti degli accademici italiani. Di fatto la CRUI mira a garantirsi ancora il potere delle baronie usando il controllo dei peones negli SSD.
L'Università è di chi la fa. L'ho scritto qualche tempo fa, forse come 'wishful thinking', in un forum su Nature (http://www.nature.com/news/2010/100630/full/466016b.html, intervento del 12/7/2010). Parole inutili? Non so, ma temo di sì. Rino Esposito
NOTE ADDED IN PROOF: A proposito dell'antinomia dipartimenti-facoltà, Udine è all'avanguardia. Il nostro rettore, più realista del re, ha imposto l'accorpamento dei dipartimenti per diminuirne il numero e incrementarne la composizione numerica media, realizzando, ante litteram, la riforma Gelmini, con dipartimenti di almeno 50 persone: risultato i mega-accorpamenti hanno ricreato facoltà più piccole e più numerose! E' proprio il caso di dire che moriremo democristiani, con questo materiale umano di colleghi (purtroppo) che, non opponendosi, non hanno capito il gioco, o che semplicemente volevano continuare vivere nel rassicurante brodo infetto di facoltà. Penso che la ricetta di Udine sarà seguita anche altrove.
On 30/09/2010 15.58, Valeria Militello wrote:
Carissimi, ieri a Palermo si è tenuta un'assemblea di associati, nella quale è venuta fuori l'esigenza forte di confrontarsi con i colleghi degli altri atenei per coordinare una posizione comune in merito al DL Gelmini. La protesta non è solo dei ricercatori, come spesso si sente dire, ma di tutti. Noi a Palermo abbiamo rinviato le lezioni di ottobre a novembre e, oltre ai ricercatori che in massa si astengono dalle attività oltre la 382, anche gli associati e gli ordinari di alcune Facoltà si stanno astenendo dalla didattica aggiuntiva (oltre 60 o 120 ore di didattica); inoltre, il SA ha diffuso un documento che appoggia la protesta e nel quale si manifesta la contrarietà al DL e ai tagli ed il disagio se venisse approvato senza cambiamenti e a costo zero.
Scrivo quindi ai colleghi dei quali ho un indirizzo email affinchè possano comunicarmi cosa si sta verificando nei loro atenei e se, in qualche modo, intendono fare un coordinamento nazionale (se non esiste già).
Per conoscenza vi metto in coda il resoconto che ho inviato ai colleghi palermitani assenti. Un caro saluto Valeria ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: Carissimi, molti che ieri non hanno potuto partecipare alla riunione degli associati tenutasi ad ingegneria, mi chiedono un resoconto, che vi giro.
Ieri in assemblea abbiamo ripreso i vari punti critici del DL 1905 e ci siamo trovati d'accordo tutti sul fatto che, visto che le lezioni sono state rinviate a novembre, in questo mese di ottobre dovremo rinforzare gli atti di protesta per far sentire al Ministro e al Governo la nostra contrarietà (se no perchè abbiamo rinviato le lezioni?). Quindi, almeno in questo mese, accompagnamo l'iter parlamentare del DL con una protesta allargata a tutti i livelli e coordiniamoci anche a livello nazionale. In tal senso stiamo preparando un documento che la prossima settimana faremo girare, e proporremo anche un'Assemblea di Ateneo, dove decidere con tutte le componenti il da farsi. E' rimasto solo un dubbio: non sappiamo se e quanti colleghi associati e ordinari si stanno astenendo dalla didattica aggiuntiva. Su questo potremo discutere in assemblea.
Poi, si è svolto un dibattito sull'ipotesi che il DL venga approvato così com'è, e, personalmente ho esteso agli altri queste mie considerazioni e proposte: ragioniamo come se la legge Gelmini fosse approvata: i ricercatori sono figure ad esaurimento. Questi che sono in servizio, devono almeno aver riconosciuto il ruolo di docente, che viene tra l'altro chiesto da oltre 30 anni. Non sarebbe corretto lasciarli in un binario morto, anche perchè si trasformerebbero in una zavorra. L'unico modo per evitarlo, e che dobbiamo aspettarci (accordo CRUI-Ministro), è che verrà fatto un giudizio di idoneità riservato, i cui termini e i requisiti richiesti non sono chiari, ma che permetterà a questi ricercatori in servizio (che ne faranno domanda) di passare di ruolo. Quindi, il primo ruolo riconosciuto della carriera universitaria sarà quello di associato, il ricercatore esisterà solo a tempo determinato (la famosa "tenure track"). L'associato che vorrà passare ad ordinario dovrà fare il concorso nazionale con lista di idoneità. Quanti e quando saranno questi concorsi non è dato sapere al momento (probabilmente non prima di tre anni) ma non si può escludere che verranno concordati tra Ministero e Atenei, una volta messa a regime la riforma. Se questo scenario si verificherà così come l'ho dipinto, ritengo che stonerebbe chiedere anche per noi un giudizio di idoneità riservato; i ricercatori devono aver riconosciuto una volta per tutte il loro ruolo (e chiedere una selezione riservata per gli associati, mi sembrerebbe voler cavalcare l'onda dell'ope legis).
Invece, a mio avviso, dovremmo concentrarci su un aspetto interessante da non sottovalutare e che da diversi giorni circola a livello politico: il ruolo unico. Se questa fosse l'intenzione futura, che spiegherebbe anche perchè il ruolo di associato non è calcolato minimamente negli ultimi decreti (commissioni di concorso comprese; e qui, per inciso, dobbiamo fare un mea culpa, perchè allora all'appello mio e di qualche collega di lettere, pochissimi hanno risposto), allora, dovremo aspettarci (e qui io sarei una delle sostenitrici) che faranno un decreto successivo con l'istituzione del ruolo unico con scatti dietro valutazione.
A livello nazionale, mi hanno ventilato la seguente ipotesi: viene abolito anche il ruolo degli ordinari e degli associati; gli attuali associati ed ordinari che confluiscono nel nuovo ruolo verranno valutati con un controllo triennale o quadriennale sulla produttivita' scientifica e didattica (e clinica per la medicina) e conseguente scatto stipendiale variabile più incentivi vari (un pò come i magistrati). In soldoni, ruolo unico articolato, in cui far confluire tutti quelli che dimostrano di lavorare, e ad esaurimento tutti gli altri (ricercatori, associati e ordinari) che non sono produttivi.
Non so quanto sia vera questa indiscrezione, ma se non lo fosse, secondo me, varrebbe la pena di impegnarci in una proposta simile e di coordinarci per portarla avanti là dove potrebbe essere valutata (altri Atenei, CRUI, CUN, etc). Le associazioni della docenza già da tempo propongono questa soluzione, ma credo che sia arrivato il momento di risottoporla come merce di scambio: avete fatto passare il DL Gelmini senza considerare le critiche e gli emendamenti apportati, adesso dateci il ruolo unico. Dunque non dobbiamo demordere, soprattutto se il DL Gelmini passa inalterato, anche perchè, non so a quanti sia chiaro che i più penalizzati saremo proprio noi associati. Se passasse il ruolo unico, l'unico concorso nazionale rimarrebbe il reclutamento in ruolo e, in questo caso, che ci siano solo gli ordinari in commissione ad assumersi anche le responsabilità delle scelte, mi potrebbe star bene. Infine, secondo me, dovrebbe essere introdotta per gli associati con esperienza ed anni di servizio la possibilità di ricoprire incarichi aggiuntivi superiori, così come, per esempio, viene riconosciuta agli associati medici la possibilità di diventare primari e responsabili di unità operative. In realtà, qualcosa è già prevista, ma gli ordinari il più delle volte non permettono che questo avvenga, proponendo sempre loro stessi (e scegliendosi sempre tra di loro) anche nelle presidenze dei corsi di laurea.
Una precisazione è stata poi da me fatta sul piano triennale del personale. Il futuro passaggio dei ricercatori ad esaurimento in associati, avrà un costo che in piano economico triennale dovrà essere previsto (anche perchè molti di questi potrebbero non essere subito a costo zero, come quelli che negli ultimi anni sono stati reclutati). Mi risulta che molti Atenei stanno operando in tal senso: per esempio so con certezza che la Facolta' di Ingegneria di Padova non chiamera' ordinari nei prossimi tre anni (attenzione però, che il piano programmatico triennale non è mica legge, è un programma che potrebbe anche subire cambiamenti giustificati da variabili inaspettate o nuove situazioni che si verificano nel tempo). Noi ieri, invece, abbiamo tutti condiviso l'idea che questi passaggi riservati, da ricercatore ad associato, dovrebbero essere a carico del Ministero e, su questo, dovremo coinvolgere i Rettori.
Si è poi proposto di far rivivere un forum di ateneo per coordinarsi e scambiare opinioni, e si è pensato di proporre un coordinamento di ateneo di associati che possa anche avere un'estensione nazionale. Un caro saluto Valeria
Valeria Militello, Ph.D Professore Associato di Fisica Applicata e Biofisica
Dipartimento Scienze Fisiche ed Astronomiche e CIBA (Centro Interdipartimentale di Biotecnologie Applicate) Università di Palermo Via Archirafi 36 90123 Palermo - Italy Tel. +39.091.6234299/214/275 Fax +39.091.6234281 Voip number 091238 91734 E-mail: militello@fisica.unipa.it website: http://www.fisica.unipa.it/biophysmol/
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