Concordo interamente sulla metafora del pollaio di Anna, ma più che i polli che si mangiano fra di loro, direi che Il gallo non ha perso alcun potere e al contrario si è rinforzato perché a) i poveri polli e galline non hanno più le risorse minime per la sopravvivenza e per lottare contro di lui b) gli altri galli stanno uscendo dal pollaio uno dopo l'altro e quindi ha meno concorrenza. Ottimismo: molti di noi hanno così tanta voglia di fare e sono così incavolati davanti a quello che sta succedendo (così enorme da non potere più essere ignorato) che anche con pochissime risorse anche se obbligati all'artigianato continuano di lavorare e "bene" e sanno che gli ultimi galli non sono eterni e vedono che chi vuole diventare gallo è una minoranza fra i giovani polli e le giovane galline! Ma il tocco di ottimismo era solo per chi dice che bisogna averne, io piuttosto vado nel senso della fuga dei cervelli anche se so che vuole dire una perdita per noi - per quell'Italia che forse si ricostruirà un giorno-... E sono sempre pronta a aiutare i migliori a trovare quello che meritano altrove (perché qui la meritocrazia è soltanto quella di chi ha imparato il burocratese meglio degli altri. Opportunismo, polvere per gli occhi e nient'altro). saluti Annick
Cari tutti, che dire... io speriamo che me la cavo, insieme agli altri che si ostinano a pensare che, se non un intero Mondo, almeno un' Università diversa (specifichiamo: migliore !) sia possibile.
Buon lavoro a tutti !
LuCa
Il giorno 28 ottobre 2013 11:40, annick.farina@unifi.it ha scritto:
Concordo interamente sulla metafora del pollaio di Anna, ma più che i polli che si mangiano fra di loro, direi che Il gallo non ha perso alcun potere e al contrario si è rinforzato perché a) i poveri polli e galline non hanno più le risorse minime per la sopravvivenza e per lottare contro di lui b) gli altri galli stanno uscendo dal pollaio uno dopo l'altro e quindi ha meno concorrenza. Ottimismo: molti di noi hanno così tanta voglia di fare e sono così incavolati davanti a quello che sta succedendo (così enorme da non potere più essere ignorato) che anche con pochissime risorse anche se obbligati all'artigianato continuano di lavorare e "bene" e sanno che gli ultimi galli non sono eterni e vedono che chi vuole diventare gallo è una minoranza fra i giovani polli e le giovane galline! Ma il tocco di ottimismo era solo per chi dice che bisogna averne, io piuttosto vado nel senso della fuga dei cervelli anche se so che vuole dire una perdita per noi - per quell'Italia che forse si ricostruirà un giorno-... E sono sempre pronta a aiutare i migliori a trovare quello che meritano altrove (perché qui la meritocrazia è soltanto quella di chi ha imparato il burocratese meglio degli altri. Opportunismo, polvere per gli occhi e nient'altro). saluti Annick
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Proposta semi-provocatoria. Non si può creare un organismo interno che protegga chi ha voglia di denunciare i galli e galletti che operano con sempre maggior spavalderia all'interno dei dipartimenti? Non parlo di tar o di sindacati. Prima l'accetta per tagliare il collo ai poveri polli giovani ricercatori era la minaccia di non essere confermati. Adesso è quella di non essere chiamati se abilitati o di veder chiudere la propria disciplina o peggio il proprio corso di laurea. Così continuiamo ad assistere inermi alla strage nel pollaio. La cara Margherita Hack su questo forum qualche anno fa mi aveva consigliato di emigrare. Possibile che non ci sia un modo per tutelare noi giovani ricercatori liberi non tutelati da baroni, gli unici che non riproducendo gli stessi meccanismi e che quindi non trasformandoci in futuro in neo-baroni, potremmo cambiare un po' il sistema?... Non ce lo possiamo inventare un ente, un'associazione di tutela...? Chi aderirebbe? Siamo punto e accapo. Siamo stanchi di vivere nel Terrore.
Valeria
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di annick.farina@unifi.it Inviato: lunedì 28 ottobre 2013 11.40 A: Forum Università e Ricerca Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] il pollaio
Concordo interamente sulla metafora del pollaio di Anna, ma più che i polli che si mangiano fra di loro, direi che Il gallo non ha perso alcun potere e al contrario si è rinforzato perché a) i poveri polli e galline non hanno più le risorse minime per la sopravvivenza e per lottare contro di lui b) gli altri galli stanno uscendo dal pollaio uno dopo l'altro e quindi ha meno concorrenza. Ottimismo: molti di noi hanno così tanta voglia di fare e sono così incavolati davanti a quello che sta succedendo (così enorme da non potere più essere ignorato) che anche con pochissime risorse anche se obbligati all'artigianato continuano di lavorare e "bene" e sanno che gli ultimi galli non sono eterni e vedono che chi vuole diventare gallo è una minoranza fra i giovani polli e le giovane galline! Ma il tocco di ottimismo era solo per chi dice che bisogna averne, io piuttosto vado nel senso della fuga dei cervelli anche se so che vuole dire una perdita per noi - per quell'Italia che forse si ricostruirà un giorno-... E sono sempre pronta a aiutare i migliori a trovare quello che meritano altrove (perché qui la meritocrazia è soltanto quella di chi ha imparato il burocratese meglio degli altri. Opportunismo, polvere per gli occhi e nient'altro). saluti Annick
_______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Ciao Valeria, puoi contare sin da ora sulla mia adesione.
Rompevo le scatole già da studente... non m'interessa rimanere in un contesto come quello attuale.
I miei sforzi sono tutti verso il cambiamento, se qualche barone penserà bene di farmi fuori (beh... in realtà un poco è già accaduto), ho diversi piani B per il mio futuro ;-)
Ciao, LuCa
Il giorno 28 ottobre 2013 12:47, Valeria Zotti valeria.zotti@unibo.it ha scritto:
Proposta semi-provocatoria. Non si può creare un organismo interno che protegga chi ha voglia di denunciare i galli e galletti che operano con sempre maggior spavalderia all'interno dei dipartimenti? Non parlo di tar o di sindacati. Prima l'accetta per tagliare il collo ai poveri polli giovani ricercatori era la minaccia di non essere confermati. Adesso è quella di non essere chiamati se abilitati o di veder chiudere la propria disciplina o peggio il proprio corso di laurea. Così continuiamo ad assistere inermi alla strage nel pollaio. La cara Margherita Hack su questo forum qualche anno fa mi aveva consigliato di emigrare. Possibile che non ci sia un modo per tutelare noi giovani ricercatori liberi non tutelati da baroni, gli unici che non riproducendo gli stessi meccanismi e che quindi non trasformandoci in futuro in neo-baroni, potremmo cambiare un po' il sistema?... Non ce lo possiamo inventare un ente, un'associazione di tutela...? Chi aderirebbe? Siamo punto e accapo. Siamo stanchi di vivere nel Terrore.
Valeria
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di annick.farina@unifi.it Inviato: lunedì 28 ottobre 2013 11.40 A: Forum Università e Ricerca Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] il pollaio
Concordo interamente sulla metafora del pollaio di Anna, ma più che i polli che si mangiano fra di loro, direi che Il gallo non ha perso alcun potere e al contrario si è rinforzato perché a) i poveri polli e galline non hanno più le risorse minime per la sopravvivenza e per lottare contro di lui b) gli altri galli stanno uscendo dal pollaio uno dopo l'altro e quindi ha meno concorrenza. Ottimismo: molti di noi hanno così tanta voglia di fare e sono così incavolati davanti a quello che sta succedendo (così enorme da non potere più essere ignorato) che anche con pochissime risorse anche se obbligati all'artigianato continuano di lavorare e "bene" e sanno che gli ultimi galli non sono eterni e vedono che chi vuole diventare gallo è una minoranza fra i giovani polli e le giovane galline! Ma il tocco di ottimismo era solo per chi dice che bisogna averne, io piuttosto vado nel senso della fuga dei cervelli anche se so che vuole dire una perdita per noi - per quell'Italia che forse si ricostruirà un giorno-... E sono sempre pronta a aiutare i migliori a trovare quello che meritano altrove (perché qui la meritocrazia è soltanto quella di chi ha imparato il burocratese meglio degli altri. Opportunismo, polvere per gli occhi e nient'altro). saluti Annick
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Ciao Luca, grazie! Anche a me non interessa più. Triste aver realizzato il proprio sogno, essere tra i pochi fortunati che sono riusciti ad entrare, e restarne delusi scoprendo che è un incubo.
Valeria
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Luca di persio Inviato: lunedì 28 ottobre 2013 12.57 A: Forum Università e Ricerca Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: il pollaio
Ciao Valeria, puoi contare sin da ora sulla mia adesione.
Rompevo le scatole già da studente... non m'interessa rimanere in un contesto come quello attuale.
I miei sforzi sono tutti verso il cambiamento, se qualche barone penserà bene di farmi fuori (beh... in realtà un poco è già accaduto), ho diversi piani B per il mio futuro ;-)
Ciao, LuCa
Il giorno 28 ottobre 2013 12:47, Valeria Zotti valeria.zotti@unibo.it ha scritto:
Proposta semi-provocatoria. Non si può creare un organismo interno che protegga chi ha voglia di denunciare i galli e galletti che operano con sempre maggior spavalderia all'interno dei dipartimenti? Non parlo di tar o di sindacati. Prima l'accetta per tagliare il collo ai poveri polli giovani ricercatori era la minaccia di non essere confermati. Adesso è quella di non essere chiamati se abilitati o di veder chiudere la propria disciplina o peggio il proprio corso di laurea. Così continuiamo ad assistere inermi alla strage nel pollaio. La cara Margherita Hack su questo forum qualche anno fa mi aveva consigliato di emigrare. Possibile che non ci sia un modo per tutelare noi giovani ricercatori liberi non tutelati da baroni, gli unici che non riproducendo gli stessi meccanismi e che quindi non trasformandoci in futuro in neo-baroni, potremmo cambiare un po' il sistema?... Non ce lo possiamo inventare un ente, un'associazione di tutela...? Chi aderirebbe? Siamo punto e accapo. Siamo stanchi di vivere nel Terrore.
Valeria
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di annick.farina@unifi.it Inviato: lunedì 28 ottobre 2013 11.40 A: Forum Università e Ricerca Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] il pollaio
Concordo interamente sulla metafora del pollaio di Anna, ma più che i polli che si mangiano fra di loro, direi che Il gallo non ha perso alcun potere e al contrario si è rinforzato perché a) i poveri polli e galline non hanno più le risorse minime per la sopravvivenza e per lottare contro di lui b) gli altri galli stanno uscendo dal pollaio uno dopo l'altro e quindi ha meno concorrenza. Ottimismo: molti di noi hanno così tanta voglia di fare e sono così incavolati davanti a quello che sta succedendo (così enorme da non potere più essere ignorato) che anche con pochissime risorse anche se obbligati all'artigianato continuano di lavorare e "bene" e sanno che gli ultimi galli non sono eterni e vedono che chi vuole diventare gallo è una minoranza fra i giovani polli e le giovane galline! Ma il tocco di ottimismo era solo per chi dice che bisogna averne, io piuttosto vado nel senso della fuga dei cervelli anche se so che vuole dire una perdita per noi - per quell'Italia che forse si ricostruirà un giorno-... E sono sempre pronta a aiutare i migliori a trovare quello che meritano altrove (perché qui la meritocrazia è soltanto quella di chi ha imparato il burocratese meglio degli altri. Opportunismo, polvere per gli occhi e nient'altro). saluti Annick
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
La compianta Margherita Hack concordava su mie analisi (attraverso questo forum) in particolare sul fatto che il nostro sistema è irriformabile in quanto è sconosciuto, alla stragrande maggioranza dei nostri colleghi, il valore fondante del mondo anglossassone: l'etica personale e istituzionale. Ciò nondimeno non bisogna arrendersi. Benedetto
Benedetto De Vivo Prof. Ordinario di Geochimica Ambientale Università di Napoli Federico II DISTAR-Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle Risorse Via Mezzocannone 8, 80134 Napoli, Italy Tel. +39-081.2535065; Fax +39-081.2535061 email: bdevivo@unina.it; Web: www.fluidenv.unina.it
Adjunct Prof. Virginia Tech, Blacksburg, VA, USA Chief Editor of Journal of Geochemical Exploration www.elsevier.com/locate/gexplo http://www.sciencedirect.com/science/journal/03756742 Associate Editor of American Mineralogist www.minsocam.org Associate Editor of Mineralogy and Petrology http://www.springer.com/earth+sciences+and+geography/geology/journal/710 Southern Europe Councillor of the Association of Applied Geochemists
Geochemical Atlas of Europe (FOREGS) | GEMAS | Geochemistry of European Bottled Water | Mineral Waters of Europe
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Valeria Zotti Inviato: Monday, October 28, 2013 12:48 PM A: Forum "Università e Ricerca" Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] R: il pollaio
Proposta semi-provocatoria. Non si può creare un organismo interno che protegga chi ha voglia di denunciare i galli e galletti che operano con sempre maggior spavalderia all'interno dei dipartimenti? Non parlo di tar o di sindacati. Prima l'accetta per tagliare il collo ai poveri polli giovani ricercatori era la minaccia di non essere confermati. Adesso è quella di non essere chiamati se abilitati o di veder chiudere la propria disciplina o peggio il proprio corso di laurea. Così continuiamo ad assistere inermi alla strage nel pollaio. La cara Margherita Hack su questo forum qualche anno fa mi aveva consigliato di emigrare. Possibile che non ci sia un modo per tutelare noi giovani ricercatori liberi non tutelati da baroni, gli unici che non riproducendo gli stessi meccanismi e che quindi non trasformandoci in futuro in neo-baroni, potremmo cambiare un po' il sistema?... Non ce lo possiamo inventare un ente, un'associazione di tutela...? Chi aderirebbe? Siamo punto e accapo. Siamo stanchi di vivere nel Terrore.
Valeria
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di annick.farina@unifi.it Inviato: lunedì 28 ottobre 2013 11.40 A: Forum Università e Ricerca Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] il pollaio
Concordo interamente sulla metafora del pollaio di Anna, ma più che i polli che si mangiano fra di loro, direi che Il gallo non ha perso alcun potere e al contrario si è rinforzato perché a) i poveri polli e galline non hanno più le risorse minime per la sopravvivenza e per lottare contro di lui b) gli altri galli stanno uscendo dal pollaio uno dopo l'altro e quindi ha meno concorrenza. Ottimismo: molti di noi hanno così tanta voglia di fare e sono così incavolati davanti a quello che sta succedendo (così enorme da non potere più essere ignorato) che anche con pochissime risorse anche se obbligati all'artigianato continuano di lavorare e "bene" e sanno che gli ultimi galli non sono eterni e vedono che chi vuole diventare gallo è una minoranza fra i giovani polli e le giovane galline! Ma il tocco di ottimismo era solo per chi dice che bisogna averne, io piuttosto vado nel senso della fuga dei cervelli anche se so che vuole dire una perdita per noi - per quell'Italia che forse si ricostruirà un giorno-... E sono sempre pronta a aiutare i migliori a trovare quello che meritano altrove (perché qui la meritocrazia è soltanto quella di chi ha imparato il burocratese meglio degli altri. Opportunismo, polvere per gli occhi e nient'altro). saluti Annick
_______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Concordo pienamente con Benedetto De Vivo! E mi dispiace scoraggiare la giovane Valeria.... Ho spesso scritto insieme a Margherita Hack e Francesca Matteucci sul tema dell'etica e anche su anche su questo Forum. Il tasso etico medio del nostro paese è molto al di sotto rispetto a quello di altri paesi e non sono quelli anglosassoni e non solo all'università. Con questi presupposti, è sempre stato molto difficile andare avanti se non si era parte di clan, di gruppi accademici di potere o di reti nepotistiche e amicali ecc ecc ecc. E oggi è ancora peggio di sempre, grazie al rigido e automatico sistema di valutazione dell'Anvur, che ormai viene usata come una vera arma impropria (e di ricatto) nelle mani dei soliti noti! Un sistema confezionato su misura per favorire in prima istanza le aree ed i gruppi già ampi e forti, ma che sta producendo altri effetti collaterali, forse anche imprevisti. Ad esempio, questo aberrante sistema favorisce anche i settori depressi (di aree eterogenee) che hanno valori bassi di mediane, facilmente superabili da candidati anche solo mediocri!!!
Saluti a tutti, Patrizio Dimitri
La compianta Margherita Hack concordava su mie analisi (attraverso questo forum) in particolare sul fatto che il nostro sistema è irriformabile in quanto è sconosciuto, alla stragrande maggioranza dei nostri colleghi, il valore fondante del mondo anglossassone: l'etica personale e istituzionale. Ciò nondimeno non bisogna arrendersi. Benedetto
Benedetto De Vivo Prof. Ordinario di Geochimica Ambientale Università di Napoli Federico II DISTAR-Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle Risorse Via Mezzocannone 8, 80134 Napoli, Italy Tel. +39-081.2535065; Fax +39-081.2535061 email: bdevivo@unina.it; Web: www.fluidenv.unina.it
Adjunct Prof. Virginia Tech, Blacksburg, VA, USA Chief Editor of Journal of Geochemical Exploration www.elsevier.com/locate/gexplo http://www.sciencedirect.com/science/journal/03756742 Associate Editor of American Mineralogist www.minsocam.org Associate Editor of Mineralogy and Petrology http://www.springer.com/earth+sciences+and+geography/geology/journal/710 Southern Europe Councillor of the Association of Applied Geochemists
Geochemical Atlas of Europe (FOREGS) | GEMAS | Geochemistry of European Bottled Water | Mineral Waters of Europe
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Valeria Zotti Inviato: Monday, October 28, 2013 12:48 PM A: Forum "Università e Ricerca" Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] R: il pollaio
Proposta semi-provocatoria. Non si può creare un organismo interno che protegga chi ha voglia di denunciare i galli e galletti che operano con sempre maggior spavalderia all'interno dei dipartimenti? Non parlo di tar o di sindacati. Prima l'accetta per tagliare il collo ai poveri polli giovani ricercatori era la minaccia di non essere confermati. Adesso è quella di non essere chiamati se abilitati o di veder chiudere la propria disciplina o peggio il proprio corso di laurea. Così continuiamo ad assistere inermi alla strage nel pollaio. La cara Margherita Hack su questo forum qualche anno fa mi aveva consigliato di emigrare. Possibile che non ci sia un modo per tutelare noi giovani ricercatori liberi non tutelati da baroni, gli unici che non riproducendo gli stessi meccanismi e che quindi non trasformandoci in futuro in neo-baroni, potremmo cambiare un po' il sistema?... Non ce lo possiamo inventare un ente, un'associazione di tutela...? Chi aderirebbe? Siamo punto e accapo. Siamo stanchi di vivere nel Terrore.
Valeria
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di annick.farina@unifi.it Inviato: lunedì 28 ottobre 2013 11.40 A: Forum Università e Ricerca Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] il pollaio
Concordo interamente sulla metafora del pollaio di Anna, ma più che i polli che si mangiano fra di loro, direi che Il gallo non ha perso alcun potere e al contrario si è rinforzato perché a) i poveri polli e galline non hanno più le risorse minime per la sopravvivenza e per lottare contro di lui b) gli altri galli stanno uscendo dal pollaio uno dopo l'altro e quindi ha meno concorrenza. Ottimismo: molti di noi hanno così tanta voglia di fare e sono così incavolati davanti a quello che sta succedendo (così enorme da non potere più essere ignorato) che anche con pochissime risorse anche se obbligati all'artigianato continuano di lavorare e "bene" e sanno che gli ultimi galli non sono eterni e vedono che chi vuole diventare gallo è una minoranza fra i giovani polli e le giovane galline! Ma il tocco di ottimismo era solo per chi dice che bisogna averne, io piuttosto vado nel senso della fuga dei cervelli anche se so che vuole dire una perdita per noi - per quell'Italia che forse si ricostruirà un giorno-... E sono sempre pronta a aiutare i migliori a trovare quello che meritano altrove (perché qui la meritocrazia è soltanto quella di chi ha imparato il burocratese meglio degli altri. Opportunismo, polvere per gli occhi e nient'altro). saluti Annick
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
La mia non era una vera e propria iniziativa. Utopistica certo. Mi ha fatto molto piacere ricevere in privato delle "adesioni". Uno stimolo a rifletterci. O, meglio, una bella spinta a ricominciare ad avere il coraggio di dire la mia durante i consigli. Grazie al forum per questo.
Valeria
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Benedetto De Vivo Inviato: lunedì 28 ottobre 2013 13.22 A: 'Forum "Università e Ricerca"' Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] R: R: il pollaio
La compianta Margherita Hack concordava su mie analisi (attraverso questo forum) in particolare sul fatto che il nostro sistema è irriformabile in quanto è sconosciuto, alla stragrande maggioranza dei nostri colleghi, il valore fondante del mondo anglossassone: l'etica personale e istituzionale. Ciò nondimeno non bisogna arrendersi. Benedetto
Benedetto De Vivo Prof. Ordinario di Geochimica Ambientale Università di Napoli Federico II DISTAR-Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle Risorse Via Mezzocannone 8, 80134 Napoli, Italy Tel. +39-081.2535065; Fax +39-081.2535061 email: bdevivo@unina.it; Web: www.fluidenv.unina.it
Adjunct Prof. Virginia Tech, Blacksburg, VA, USA Chief Editor of Journal of Geochemical Exploration www.elsevier.com/locate/gexplo http://www.sciencedirect.com/science/journal/03756742 Associate Editor of American Mineralogist www.minsocam.org Associate Editor of Mineralogy and Petrology http://www.springer.com/earth+sciences+and+geography/geology/journal/710 Southern Europe Councillor of the Association of Applied Geochemists
Geochemical Atlas of Europe (FOREGS) | GEMAS | Geochemistry of European Bottled Water | Mineral Waters of Europe
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Valeria Zotti Inviato: Monday, October 28, 2013 12:48 PM A: Forum "Università e Ricerca" Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] R: il pollaio
Proposta semi-provocatoria. Non si può creare un organismo interno che protegga chi ha voglia di denunciare i galli e galletti che operano con sempre maggior spavalderia all'interno dei dipartimenti? Non parlo di tar o di sindacati. Prima l'accetta per tagliare il collo ai poveri polli giovani ricercatori era la minaccia di non essere confermati. Adesso è quella di non essere chiamati se abilitati o di veder chiudere la propria disciplina o peggio il proprio corso di laurea. Così continuiamo ad assistere inermi alla strage nel pollaio. La cara Margherita Hack su questo forum qualche anno fa mi aveva consigliato di emigrare. Possibile che non ci sia un modo per tutelare noi giovani ricercatori liberi non tutelati da baroni, gli unici che non riproducendo gli stessi meccanismi e che quindi non trasformandoci in futuro in neo-baroni, potremmo cambiare un po' il sistema?... Non ce lo possiamo inventare un ente, un'associazione di tutela...? Chi aderirebbe? Siamo punto e accapo. Siamo stanchi di vivere nel Terrore.
Valeria
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di annick.farina@unifi.it Inviato: lunedì 28 ottobre 2013 11.40 A: Forum Università e Ricerca Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] il pollaio
Concordo interamente sulla metafora del pollaio di Anna, ma più che i polli che si mangiano fra di loro, direi che Il gallo non ha perso alcun potere e al contrario si è rinforzato perché a) i poveri polli e galline non hanno più le risorse minime per la sopravvivenza e per lottare contro di lui b) gli altri galli stanno uscendo dal pollaio uno dopo l'altro e quindi ha meno concorrenza. Ottimismo: molti di noi hanno così tanta voglia di fare e sono così incavolati davanti a quello che sta succedendo (così enorme da non potere più essere ignorato) che anche con pochissime risorse anche se obbligati all'artigianato continuano di lavorare e "bene" e sanno che gli ultimi galli non sono eterni e vedono che chi vuole diventare gallo è una minoranza fra i giovani polli e le giovane galline! Ma il tocco di ottimismo era solo per chi dice che bisogna averne, io piuttosto vado nel senso della fuga dei cervelli anche se so che vuole dire una perdita per noi - per quell'Italia che forse si ricostruirà un giorno-... E sono sempre pronta a aiutare i migliori a trovare quello che meritano altrove (perché qui la meritocrazia è soltanto quella di chi ha imparato il burocratese meglio degli altri. Opportunismo, polvere per gli occhi e nient'altro). saluti Annick
_______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
_______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Mah! io come sapete bene (lo ho detto varie volte) non sono d'accordo con De Vivo che il problema sia "il nostro sistema è irriformabile in quanto è sconosciuto, alla stragrande maggioranza dei nostri colleghi, il valore fondante del mondo anglossassone: l'etica personale e istituzionale."
Ho girato abbastanza per il mondo da aver visto beghe, personalismi cattiverie un po in tutti i sistemi, certamente ci sono alcune caratteristiche del modo di vivere italico che incoraggiano comportamenti devianti ma non credo siamo piu` amorali degli altri.
Peraltro conosco molti colleghi del tutto rigorosi nel valutare i giovani ricercatori ed apprezzare la buona produzione scientifica, altrimenti non si spiegherebbe il fatto che con molta fatica formiamo tanti giovani e poi li incoraggiamo ad andare fuori ad aprirsi al mondo ed a sviluppare le loro potenzialità, se fossimo dei "baroni" li terremmo a farci dei servizi mentre invece spesso sgobbiamo a fare progetti di ricerca che finanziano sopratutto loro.
Certamente tutto quello che dice Tirassa è vero e, aggiungiamo, siamo stati tormentati da questi Bocconiani che vengono da una Istituzione che io non definirei neppure una Universita, visto che mi pare sia una facoltà di economia.
Però che molti problemi li abbiamo generati al nostro interno è anche indubbio. I corsi di laurea costruiti per la vanità di qualche individuo non li ha inventati Tremonti, il fatto che molti docenti si sono scavati ad un certo punto un lavoro accademico che durava 3 mesi al massimo non lo ha fatto Berlusconi o la Gelmini.
Purtroppo quella che sembrava una bella idea, ossia l'Autonomia Universitaria, ha fallito completamente generando mostri e peraltro bloccando lo scambio fra le sedi (questo credo sia responsabilità di quei politici che hanno inventato le regole).
Ora credo sia anche indubbio che la politica ha deciso che nell'Università c'e` molto grasso da togliere e nell'usuale modo brutale delle spending review si taglia in modo indiscriminato.
D'altra parte c'e`evidentemente del metodo, si parte dal fatto che in questi anni ci sono e ci sarà un picco inusuale di pensionamenti per effettuare la drastica cura dimagrante. La cosa ovviamente funziona.
Detto questo però siccome io cerco sempre alla fine dei lamenti di essere pratico, cominciamo a chiedere che funzionino le cose che almeno sono previste. Chiediamo con forza al ministro Carrozza che pubblichino i risultati delle idoneità, mi pare che sia un loro dovere. Ci spieghino come vogliono usare i risultati della VQR. Ci dicano se ogni anno ci assicurano i PRIN.
Io credo che una richiesta collettiva sia utile, anche per far vedere che pretendiamo almeno quello che ci è dovuto.
Mi diceva il mio collega ed amico De Concini che abbiamo ricevuto il Prin, l'ultima volta con una valutazione di 59 su 60 una certa cifra, questa volta 45 su 45 una cifra minore.
Sembra che il finanziamento sia proporzionale alla scala e non al risultato!
Sul PRIN, per chiarire come stanno le cose, copio un intervento (ROARS-facebook) *** Sul finanziamento PRIN. Totale finanziamento 2003: 137.260.000 € ( http://datiprin.cineca.it/php5/generico/prin.php). Totale 2012: 38.259.894 €. Durata progetti: 2 anni nel 2003, 3 anni nel 2012. Indice svalutazione ISTAT 2003-2013: 1,212 (http://rivaluta.istat.it/). Taglio percentuale complessivo in 10 anni: -84.7%. **** non credo servano altri commenti, a parte il fatto che questo sarà l'ultimo PRIN, e in queste condizioni è senz'altro un bene.
saluti anna
2013/10/28 claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it
Mah! io come sapete bene (lo ho detto varie volte) non sono d'accordo con De Vivo che il problema sia "il nostro sistema è irriformabile in quanto è sconosciuto, alla stragrande maggioranza dei nostri colleghi, il valore fondante del mondo anglossassone: l'etica personale e istituzionale."
Ho girato abbastanza per il mondo da aver visto beghe, personalismi cattiverie un po in tutti i sistemi, certamente ci sono alcune caratteristiche del modo di vivere italico che incoraggiano comportamenti devianti ma non credo siamo piu` amorali degli altri.
Peraltro conosco molti colleghi del tutto rigorosi nel valutare i giovani ricercatori ed apprezzare la buona produzione scientifica, altrimenti non si spiegherebbe il fatto che con molta fatica formiamo tanti giovani e poi li incoraggiamo ad andare fuori ad aprirsi al mondo ed a sviluppare le loro potenzialità, se fossimo dei "baroni" li terremmo a farci dei servizi mentre invece spesso sgobbiamo a fare progetti di ricerca che finanziano sopratutto loro.
Certamente tutto quello che dice Tirassa è vero e, aggiungiamo, siamo stati tormentati da questi Bocconiani che vengono da una Istituzione che io non definirei neppure una Universita, visto che mi pare sia una facoltà di economia.
Però che molti problemi li abbiamo generati al nostro interno è anche indubbio. I corsi di laurea costruiti per la vanità di qualche individuo non li ha inventati Tremonti, il fatto che molti docenti si sono scavati ad un certo punto un lavoro accademico che durava 3 mesi al massimo non lo ha fatto Berlusconi o la Gelmini.
Purtroppo quella che sembrava una bella idea, ossia l'Autonomia Universitaria, ha fallito completamente generando mostri e peraltro bloccando lo scambio fra le sedi (questo credo sia responsabilità di quei politici che hanno inventato le regole).
Ora credo sia anche indubbio che la politica ha deciso che nell'Università c'e` molto grasso da togliere e nell'usuale modo brutale delle spending review si taglia in modo indiscriminato.
D'altra parte c'e`evidentemente del metodo, si parte dal fatto che in questi anni ci sono e ci sarà un picco inusuale di pensionamenti per effettuare la drastica cura dimagrante. La cosa ovviamente funziona.
Detto questo però siccome io cerco sempre alla fine dei lamenti di essere pratico, cominciamo a chiedere che funzionino le cose che almeno sono previste. Chiediamo con forza al ministro Carrozza che pubblichino i risultati delle idoneità, mi pare che sia un loro dovere. Ci spieghino come vogliono usare i risultati della VQR. Ci dicano se ogni anno ci assicurano i PRIN.
Io credo che una richiesta collettiva sia utile, anche per far vedere che pretendiamo almeno quello che ci è dovuto.
Mi diceva il mio collega ed amico De Concini che abbiamo ricevuto il Prin, l'ultima volta con una valutazione di 59 su 60 una certa cifra, questa volta 45 su 45 una cifra minore.
Sembra che il finanziamento sia proporzionale alla scala e non al risultato!
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Cari colleghi,
Come sapete bene, la situazione negli atenei e nei centri di ricerca è sempre più grave.
Alla cronica e progressiva riduzione dei finanziamenti, ora si è aggiunta anche la cancellazione del Prin 2013. La competizione, già molto serrata, sta toccando punte inaudite e sta producendo un gioco al massacro dove gruppi anche produttivi rischiano di essere spazzati via.
Come se non bastasse, a tutto ciò si sono aggiunte le ripercussioni dovuto all'uso della bibliometria automatica e quantitativa dell'Anvur, per valutare università, enti di ricerca e ricercatori. Sono sotto gli occhi di tutti i risultati aberranti della recente della VQR. Per non parlare delle ASN con le maree di candidati che si sono presentati, con le commissioni nel caos e con risultati che non rispecchiano necessariamente qualità e originalità della ricerca dei candidati. E che ne dite della storia delle mediane per selezionare coordinatori del dottorato e relativi membri della giunta?
Le mediane stanno diventano una pericolosissima arma impropria finalizzata ad una vera e propria "eugenetica" della ricerca. E' chiaro che quelli che si ritrovano avvantaggiati dal sistema Anvur siano un po' recalcitranti a spingere per modificarlo o abbandonarlo del tutto. Ma io credo che, al di là del tornaconto personale, bisognerebbe avere l'onestà intellettuale di ammettere che la valutazione non è questa e che questo sistema non può altro che accelerare il declino totale di università e ricerca.
Su questi e altri argomenti ho scritto una lettera aperta che è stata pubblicata di recente su Europa http://www.europaquotidiano.it/2013/11/11/caro-letta-universita-e-ricerca-so no-ancora-figlie-di-un-dio-minore/ e altri articoli apparsi nel tempo sul blog Roars (http://www.roars.it/online), un sito che vi consiglio di consultare in quanto strumento di informazione molto utile per tutti noi.
Segnalo inoltre un bell¹articolo apparso esattamente due anni fa sempre su Roars (in tempi non sospetti), dove Jacopo Meldolesi con una seria e approfondita analisi metteva a nudo i vari difetti della bibliometria dell'Anvur http://www.roars.it/online/valutazione-della-ricerca-in-biologia-e-medicina- si-puo-fare-anche-per-bene/ Jacopo Meldolesi aveva previsto con un certo anticipo i problemi che si sono creati oggi in seguito all'uso selvaggio delle mediane e vedeva come possibile un altro tipo di valutazione, sicuramente più affidabile e oggettiva di quella partorita dalle menti eccelse dei sette saggi dell'Anvur. Purtroppo le cose sono andate diversamente.
Oggi quando parlo con molti colleghi, noto un enorme senso di rabbia e delusione, che però sfocia in una triste rassegnazione che sta avendo il sopravvento: si accetta tutto senza fiatare e si pensa solo a sopravvivere. Un domani accetteremo anche di pulire i gabinetti, se questo ci sarà imposto dal rettore o dal ministro di turno. Come siamo arrivati a questo punto? Non credo sia giusto, nei nostri confronti ma soprattutto per i più giovani. Dobbiamo reagire e pensare a delle forme concrete e vivaci di reazione e di protesta, allo scopo di ribaltare questa situazione di degrado.
Nel frattempo, credo sia il caso di ravvivare la petizione contro l¹uso della bibliometria, che avevamo aperto a giugno scorso: ecco è il link, diffondetelo anche tra i giovani http://www.petizioni24.com/forum/60788#1
Un saluto a tutti, Patrizio Dimitri
Bravo Patrizio! e GRAZIE del coraggio e dell'energia! anna
2013/11/22 Patrizio Dimitri patrizio.dimitri@uniroma1.it
Cari colleghi,
Come sapete bene, la situazione negli atenei e nei centri di ricerca è sempre più grave.
Alla cronica e progressiva riduzione dei finanziamenti, ora si è aggiunta anche la cancellazione del Prin 2013. La competizione, già molto serrata, sta toccando punte inaudite e sta producendo un gioco al massacro dove gruppi anche produttivi rischiano di essere spazzati via.
Come se non bastasse, a tutto ciò si sono aggiunte le ripercussioni dovuto all'uso della bibliometria automatica e quantitativa dell'Anvur, per valutare università, enti di ricerca e ricercatori. Sono sotto gli occhi di tutti i risultati aberranti della recente della VQR. Per non parlare delle ASN con le maree di candidati che si sono presentati, con le commissioni nel caos e con risultati che non rispecchiano necessariamente qualità e originalità della ricerca dei candidati. E che ne dite della storia delle mediane per selezionare coordinatori del dottorato e relativi membri della giunta?
Le mediane stanno diventano una pericolosissima arma impropria finalizzata ad una vera e propria "eugenetica" della ricerca. E' chiaro che quelli che si ritrovano avvantaggiati dal sistema Anvur siano un po' recalcitranti a spingere per modificarlo o abbandonarlo del tutto. Ma io credo che, al di là del tornaconto personale, bisognerebbe avere l'onestà intellettuale di ammettere che la valutazione non è questa e che questo sistema non può altro che accelerare il declino totale di università e ricerca.
Su questi e altri argomenti ho scritto una lettera aperta che è stata pubblicata di recente su Europa
http://www.europaquotidiano.it/2013/11/11/caro-letta-universita-e-ricerca-so no-ancora-figlie-di-un-dio-minore/ e altri articoli apparsi nel tempo sul blog Roars (http://www.roars.it/online), un sito che vi consiglio di consultare in quanto strumento di informazione molto utile per tutti noi.
Segnalo inoltre un bell¹articolo apparso esattamente due anni fa sempre su Roars (in tempi non sospetti), dove Jacopo Meldolesi con una seria e approfondita analisi metteva a nudo i vari difetti della bibliometria dell'Anvur
http://www.roars.it/online/valutazione-della-ricerca-in-biologia-e-medicina- si-puo-fare-anche-per-bene/ Jacopo Meldolesi aveva previsto con un certo anticipo i problemi che si sono creati oggi in seguito all'uso selvaggio delle mediane e vedeva come possibile un altro tipo di valutazione, sicuramente più affidabile e oggettiva di quella partorita dalle menti eccelse dei sette saggi dell'Anvur. Purtroppo le cose sono andate diversamente.
Oggi quando parlo con molti colleghi, noto un enorme senso di rabbia e delusione, che però sfocia in una triste rassegnazione che sta avendo il sopravvento: si accetta tutto senza fiatare e si pensa solo a sopravvivere. Un domani accetteremo anche di pulire i gabinetti, se questo ci sarà imposto dal rettore o dal ministro di turno. Come siamo arrivati a questo punto? Non credo sia giusto, nei nostri confronti ma soprattutto per i più giovani. Dobbiamo reagire e pensare a delle forme concrete e vivaci di reazione e di protesta, allo scopo di ribaltare questa situazione di degrado.
Nel frattempo, credo sia il caso di ravvivare la petizione contro l¹uso della bibliometria, che avevamo aperto a giugno scorso: ecco è il link, diffondetelo anche tra i giovani http://www.petizioni24.com/forum/60788#1
Un saluto a tutti, Patrizio Dimitri
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
In merito a mediane e altro che ormai impazza nell'Università trasmetto miei 2 recenti interventi su La Repubblica-Napoli Cordiali saluti Benedetto
Intervento Così l'Ateneo Federico II premia i meno meritevoli. La Repubblica-Napoli Lettere & Commenti 20 Settembre 2013, p. X A seguito della cattiva performance dell'Ateneo Federico II, collocato nelle posizioni di coda fra i megatenei Italiani nel ranking redatto recentemente dall'ANVUR, cè stata una pubblica levata di scudi del Rettore Massimo Marrelli contro i fannulloni dellAteneo che avrebbero determinato tale risultato. Alla fine di Luglio, con grande soddisfazione da parte di chi si è sempre battuto per la premialità del merito, cè stata una Delibera del Consiglio di Amministrazione della Federico II, che confermava i propositi di Marrelli di favorire in assoluto i più meritevoli per le prossime progressioni di carriera. Nel frattempo però c'è stato un altro importantissimo appuntamento: l'emanazione dei criteri per l'accesso sia dei Ricercatori che dei Docenti nei Collegi di Dottorato di nuova istituzione, vale a dire la struttura portante per la formazione di giovani di alta specializzazione e professionalità, che rappresenta il fiore all'occhiello delle Università più prestigiose al mondo. Tali criteri hanno prodotto risultati paradossali che dovrebbero indurre una serie riflessione da parte del Rettore e del CdA dell'Ateneo. Il regolamento emanato ha prodotto infatti risultati che, almeno in parte, vanno esattamente nella direzione opposta della premialità del merito, laddove si conferma e si rafforza l'assurdo nazionale della valutazione dei meritevoli basato sul superamento delle ridicole mediane utilizzate in modo sperequativo con valori molto differenti fra i vari Settori Disciplinari. Per i non addetti ai lavori occorre specificare che i Docenti/Ricercatori in Italia, sono suddivisi all'interno di ogni Area scientifica (es., Medicina, Ingegneria) in Settori Scientifico Disciplinari (SSD) A, B, C, etc. Per la valutazione del merito per ogni SSD, è stata calcolata statisticamente, per ogni Docente/Ricercatore afferente a quel Settore, la mediana relativa a parametri bibliometrici, quali l'h-index (H), il numero di citazioni ottenute (C) e il numero di pubblicazioni (L) in 10 anni (2003-2012). Per essere definito "bravo" un Docente/Ricercatore, e nel caso del Regolamento di Ateneo per ottenere l'accesso al Collegio di Dottorato di Ricerca, si devono superare le mediane di H, C e L, dei potenziali Docenti di Ruolo Superiore all'interno del proprio Settore. Se in un Settore quindi i Docenti di Ruolo Superiore hanno parametri H, C e L, molto bassi (quindi produttività scientifica molto bassa), rispetto a Docenti/Ricercatori di Ruolo Superiore di altro Settore (quindi, Eccellenze scientifiche)... ad essere premiati sono i "fannulloni", non i meritevoli! Questo é quanto si è verificato paradossalmente in alcuni Dipartimenti, fra i quali quello di mia afferenza, laddove sono risultati idonei per l'accesso nel Collegio di Dottorato, Ricercatori/Docenti di un Settore con valori delle mediane di H, C e L, rispettivamente di 5, 88 e 9, mentre altri con valori delle soglie di H, C e L, notevolmente superiori, vale a dire rispettivamente di 17, 823 e 25, sono risultati non idonei. Senza nessuna logica scientifica plausibile, chi produce di meno vale di più e deve quindi essere premiato! Come ha scritto l'ex Guido Rettore Trombetti su La Repubblica (15.9.13), Dante avrebbe chiosato "O insensata cura de' mortali, quanto son difettivi sillogismi, quei che ti fanno in basso batter l'ali". La speranza é che l'Ateneo, volendo fare sopravvivere Settori improduttivi, sia incorso in un madornale errore di valutazione, non accorgendosi che l'utilizzo delle mediane, così come architettato, non solo è ingiusto, ma appiattisce verso il basso le eccellenze ed istituzionalizza il demerito. Bisogna realisticamente tenere presente che le condizioni strutturali e culturali del nostro Paese sono ben lontane e differenti del modello anglosassone che imitiamo goffamente e solo in superficie. Auspico che l'Ateneo voglia correggere il marchiano paradosso, perché solo la premialità dei meritevoli, senza se e senza ma, può costituire un grande incentivo per i giovani che vogliono avviarsi ad attività professionali che rappresentino il coronamento delle aspirazioni personali e con esse la fortuna di un intero Paese. Nello stato in cui versa il nostro Paese è di vitale importanza riuscire a superare le posizioni culturali volte alla difesa corporativa che guardano al passato piuttosto che al futuro, ai garantiti invece che ai giovani meritevoli in cerca di lavoro e identità. Occorre sempre tener presente che in questo contesto tutto ruota intorno a clientele, interessi particolari, dove, cosa più grave di tutto, gli intellettuali di valore tacciono... e molti, per calcoli di mera convenienza restano a guardare prigionieri e complici silenti di situazioni aberranti come quelle da me sopra descritte. Benedetto De Vivo
L'intervento che segue è in risposta ad una risposta del mio Rettore all'intervento del 20 Settembre
Intervento Le valutazioni della Federico II La Repubblica-Napoli - Lettere & Commenti - La parola ai Lettori 25 Settembre 2013 Il Rettore della Federico II ha risposto ieri, su queste colonne, a mio articolo su La Repubblica-Napoli del 20 settembre nel quale sostenevo che la Federico II dà un pessimo segnale in direzione della premialità dei meritevoli in quanto si rafforza lassurdo nazionale della valutazione dei meritevoli basato sul superamento delle mediane utilizzate in modo assolutamente sperequativo fra i vari settori scientifico disciplinari. Rispetto al primo punto del Rettore, ribadisco quanto scritto in miei precedenti articoli (Repubblica del 12 febbraio, 7 maggio e 21 luglio) nei quali rimarcavo che se è vero che esistono storture a livello nazionale derivanti da direttive MIUR, è anche vero che a livello locale si potrebbe fare tantissimo. Ma questo finora non si è verificato. Inoltre il Rettore associa la mia analisi ad un errore logico (suo secondo punto), attribuendomi, sbagliando, la falsa idea secondo la quale io privilegerei invece il riferimento a indicatori assoluti quali impact factor e numero di citazioni, da me utilizzati come esempio solo per spiegare il paradosso che si è determinato in alcuni Dipartimenti, laddove a venire premiati sono i meno meritevoli. Nel mondo anglo-sassone che il rettore conosce bene non esiste una aberrazione tutta Italiana come quella dei Settori scientifico disciplinari (Ssd). Le competenze sono in quel mondo, da noi goffamente preso a riferimento, solo unespressione culturale, ma non costituiscono dei centri di potere. In Italia i Ssd sono delle corporazioni di eredità fascista, dove proliferano clientelismo, nepotismo e altro. Il Rettore porta ad esempio, impropriamente, il caso limite della Big Science (esempio Fisica Sperimentale) nella quale lavorano molti ricercatori, che producono un numero elevato di pubblicazioni a più nomi, a differenza di quello che si verifica, per esempio, per i fisici teorici. Forse i tanti fisici sperimentali che partecipano ad un grande progetto della Big Science (come ad esempio la scoperta del bosone di Higgs al Cern) solo lì per fare numero? Forse non cè alcun merito dei ricercatori che partecipano a tali grandi progetti? Per quanto riguarda lutilizzo delle mediane, ritengo che un sistema che decide di affidare la valutazione dei meriti personali facendo riferimento a valori statistici di gruppi (Ssd), non è molto diverso dal fatto che i Napoletani onesti sono singolarmente costretti a pagare polizze assicurative elevatissime solo perché a Napoli ci sarebbero più incidenti. I contratti sono personali, non di gruppo. E ogni ricercatore deve essere valutato nel merito a livello personale e non sulla base di valutazioni di gruppo. Se la valutazione si riduce allapplicazione di algoritmi basta affidare i giudizi a computers, che certamente, essendo oggetti stupidi non interpreterebbero, e certamente commetterebbero meno errori di tanti qualificati Commissari (tra laltro con un notevole risparmio per lErario). Nel contesto più generale cè da dire che per riformare lUniversità Italiana ci sono due draghi da sconfiggere: legualitarismo ideologico e ipocrita (che alimenta esso stesso diseguaglianze reali) e il corporativismo cinico di caste e notabilati accademici. Il rettore da persona intellettualmente onesta qual è, sa benissimo che nei Paesi anglo-sassoni alla base del sistema valutativo (che è sempre personale) cè un valore fondante assoluto: letica personale. In Italia questo valore semplicemente non esiste, e ne deriva che una cosa seria, come luniversità, sia gestita citando il rettore, come a pazziella in mano e creature.
Benedetto De Vivo Prof. Ordinario di Geochimica Ambientale Università di Napoli Federico II DISTAR-Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle Risorse Via Mezzocannone 8, 80134 Napoli, Italy Tel. +39-081.2535065; Fax +39-081.2535061 email: bdevivo@unina.it; Web: www.fluidenv.unina.it
Adjunct Prof. Virginia Tech, Blacksburg, VA, USA Chief Editor of Journal of Geochemical Exploration www.elsevier.com/locate/gexplo http://www.sciencedirect.com/science/journal/03756742 Associate Editor of American Mineralogist www.minsocam.org Associate Editor of Mineralogy and Petrology http://www.springer.com/earth+sciences+and+geography/geology/journal/710 Southern Europe Councillor of the Association of Applied Geochemists
Geochemical Atlas of Europe (FOREGS) | GEMAS | Geochemistry of European Bottled Water | Mineral Waters of Europe
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Patrizio Dimitri Inviato: Friday, November 22, 2013 2:05 PM A: Università e Ricerca Forum Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: REAZIONE!
Cari colleghi,
Come sapete bene, la situazione negli atenei e nei centri di ricerca è sempre più grave.
Alla cronica e progressiva riduzione dei finanziamenti, ora si è aggiunta anche la cancellazione del Prin 2013. La competizione, già molto serrata, sta toccando punte inaudite e sta producendo un gioco al massacro dove gruppi anche produttivi rischiano di essere spazzati via.
Come se non bastasse, a tutto ciò si sono aggiunte le ripercussioni dovuto all'uso della bibliometria automatica e quantitativa dell'Anvur, per valutare università, enti di ricerca e ricercatori. Sono sotto gli occhi di tutti i risultati aberranti della recente della VQR. Per non parlare delle ASN con le maree di candidati che si sono presentati, con le commissioni nel caos e con risultati che non rispecchiano necessariamente qualità e originalità della ricerca dei candidati. E che ne dite della storia delle mediane per selezionare coordinatori del dottorato e relativi membri della giunta?
Le mediane stanno diventano una pericolosissima arma impropria finalizzata ad una vera e propria "eugenetica" della ricerca. E' chiaro che quelli che si ritrovano avvantaggiati dal sistema Anvur siano un po' recalcitranti a spingere per modificarlo o abbandonarlo del tutto. Ma io credo che, al di là del tornaconto personale, bisognerebbe avere l'onestà intellettuale di ammettere che la valutazione non è questa e che questo sistema non può altro che accelerare il declino totale di università e ricerca.
Su questi e altri argomenti ho scritto una lettera aperta che è stata pubblicata di recente su Europa http://www.europaquotidiano.it/2013/11/11/caro-letta-universita-e-ricerca-so no-ancora-figlie-di-un-dio-minore/ e altri articoli apparsi nel tempo sul blog Roars (http://www.roars.it/online), un sito che vi consiglio di consultare in quanto strumento di informazione molto utile per tutti noi.
Segnalo inoltre un bell¹articolo apparso esattamente due anni fa sempre su Roars (in tempi non sospetti), dove Jacopo Meldolesi con una seria e approfondita analisi metteva a nudo i vari difetti della bibliometria dell'Anvur http://www.roars.it/online/valutazione-della-ricerca-in-biologia-e-medicina- si-puo-fare-anche-per-bene/ Jacopo Meldolesi aveva previsto con un certo anticipo i problemi che si sono creati oggi in seguito all'uso selvaggio delle mediane e vedeva come possibile un altro tipo di valutazione, sicuramente più affidabile e oggettiva di quella partorita dalle menti eccelse dei sette saggi dell'Anvur. Purtroppo le cose sono andate diversamente.
Oggi quando parlo con molti colleghi, noto un enorme senso di rabbia e delusione, che però sfocia in una triste rassegnazione che sta avendo il sopravvento: si accetta tutto senza fiatare e si pensa solo a sopravvivere. Un domani accetteremo anche di pulire i gabinetti, se questo ci sarà imposto dal rettore o dal ministro di turno. Come siamo arrivati a questo punto? Non credo sia giusto, nei nostri confronti ma soprattutto per i più giovani. Dobbiamo reagire e pensare a delle forme concrete e vivaci di reazione e di protesta, allo scopo di ribaltare questa situazione di degrado.
Nel frattempo, credo sia il caso di ravvivare la petizione contro l¹uso della bibliometria, che avevamo aperto a giugno scorso: ecco è il link, diffondetelo anche tra i giovani http://www.petizioni24.com/forum/60788#1
Un saluto a tutti, Patrizio Dimitri
_______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Caro De Vivo,
Conosco so bene il tuo impegno nel denunciare questi aspetti, il mio messaggio voleva essere di incitamento a delle azioni più incisive da parte di tutti noi, insieme.
Patrizio Dimitri
In merito a mediane e altro che ormai impazza nell'Università trasmetto miei 2 recenti interventi su La Repubblica-Napoli Cordiali saluti Benedetto
Intervento Così l'Ateneo Federico II premia i meno meritevoli. La Repubblica-Napoli – Lettere & Commenti 20 Settembre 2013, p. X A seguito della cattiva performance dell'Ateneo Federico II, collocato nelle posizioni di coda fra i megatenei Italiani nel ranking redatto recentemente dall'ANVUR, c’è stata una pubblica levata di scudi del Rettore Massimo Marrelli contro i fannulloni dell’Ateneo che avrebbero determinato tale risultato. Alla fine di Luglio, con grande soddisfazione da parte di chi si è sempre battuto per la premialità del merito, c’è stata una Delibera del Consiglio di Amministrazione della Federico II, che confermava i propositi di Marrelli di favorire in assoluto i più meritevoli per le prossime progressioni di carriera. Nel frattempo però c'è stato un altro importantissimo appuntamento: l'emanazione dei criteri per l'accesso sia dei Ricercatori che dei Docenti nei Collegi di Dottorato di nuova istituzione, vale a dire la struttura portante per la formazione di giovani di alta specializzazione e professionalità, che rappresenta il fiore all'occhiello delle Università più prestigiose al mondo. Tali criteri hanno prodotto risultati paradossali che dovrebbero indurre una serie riflessione da parte del Rettore e del CdA dell'Ateneo. Il regolamento emanato ha prodotto infatti risultati che, almeno in parte, vanno esattamente nella direzione opposta della premialità del merito, laddove si conferma e si rafforza l'assurdo nazionale della valutazione dei meritevoli basato sul superamento delle ridicole mediane utilizzate in modo sperequativo con valori molto differenti fra i vari Settori Disciplinari. Per i non addetti ai lavori occorre specificare che i Docenti/Ricercatori in Italia, sono suddivisi all'interno di ogni Area scientifica (es., Medicina, Ingegneria) in Settori Scientifico Disciplinari (SSD) A, B, C, etc. Per la valutazione del merito per ogni SSD, è stata calcolata statisticamente, per ogni Docente/Ricercatore afferente a quel Settore, la mediana relativa a parametri bibliometrici, quali l'h-index (H), il numero di citazioni ottenute (C) e il numero di pubblicazioni (L) in 10 anni (2003-2012). Per essere definito "bravo" un Docente/Ricercatore, e nel caso del Regolamento di Ateneo per ottenere l'accesso al Collegio di Dottorato di Ricerca, si devono superare le mediane di H, C e L, dei potenziali Docenti di Ruolo Superiore all'interno del proprio Settore. Se in un Settore quindi i Docenti di Ruolo Superiore hanno parametri H, C e L, molto bassi (quindi produttività scientifica molto bassa), rispetto a Docenti/Ricercatori di Ruolo Superiore di altro Settore (quindi, Eccellenze scientifiche)... ad essere premiati sono i "fannulloni", non i meritevoli! Questo é quanto si è verificato paradossalmente in alcuni Dipartimenti, fra i quali quello di mia afferenza, laddove sono risultati idonei per l'accesso nel Collegio di Dottorato, Ricercatori/Docenti di un Settore con valori delle mediane di H, C e L, rispettivamente di 5, 88 e 9, mentre altri con valori delle soglie di H, C e L, notevolmente superiori, vale a dire rispettivamente di 17, 823 e 25, sono risultati non idonei. Senza nessuna logica scientifica plausibile, chi produce di meno vale di più e deve quindi essere premiato! Come ha scritto l'ex Guido Rettore Trombetti su La Repubblica (15.9.13), Dante avrebbe chiosato "O insensata cura de' mortali, quanto son difettivi sillogismi, quei che ti fanno in basso batter l'ali". La speranza é che l'Ateneo, volendo fare sopravvivere Settori improduttivi, sia incorso in un madornale errore di valutazione, non accorgendosi che l'utilizzo delle mediane, così come architettato, non solo è ingiusto, ma appiattisce verso il basso le eccellenze ed istituzionalizza il demerito. Bisogna realisticamente tenere presente che le condizioni strutturali e culturali del nostro Paese sono ben lontane e differenti del modello anglosassone che imitiamo goffamente e solo in superficie. Auspico che l'Ateneo voglia correggere il marchiano paradosso, perché solo la premialità dei meritevoli, senza se e senza ma, può costituire un grande incentivo per i giovani che vogliono avviarsi ad attività professionali che rappresentino il coronamento delle aspirazioni personali e con esse la fortuna di un intero Paese. Nello stato in cui versa il nostro Paese è di vitale importanza riuscire a superare le posizioni culturali volte alla difesa corporativa che guardano al passato piuttosto che al futuro, ai garantiti invece che ai giovani meritevoli in cerca di lavoro e identità. Occorre sempre tener presente che in questo contesto tutto ruota intorno a clientele, interessi particolari, dove, cosa più grave di tutto, gli intellettuali di valore tacciono... e molti, per calcoli di mera convenienza restano a guardare prigionieri e complici silenti di situazioni aberranti come quelle da me sopra descritte. Benedetto De Vivo
L'intervento che segue è in risposta ad una risposta del mio Rettore all'intervento del 20 Settembre
Intervento Le valutazioni della Federico II La Repubblica-Napoli - Lettere & Commenti - La parola ai Lettori 25 Settembre 2013 Il Rettore della Federico II ha risposto ieri, su queste colonne, a mio articolo su La Repubblica-Napoli del 20 settembre nel quale sostenevo che la Federico II dà un pessimo segnale in direzione della premialità dei meritevoli in quanto si rafforza l’assurdo nazionale della valutazione dei meritevoli basato sul superamento delle mediane utilizzate in modo assolutamente sperequativo fra i vari settori scientifico disciplinari. Rispetto al primo punto del Rettore, ribadisco quanto scritto in miei precedenti articoli (“Repubblica” del 12 febbraio, 7 maggio e 21 luglio) nei quali rimarcavo che se è vero che esistono storture a livello nazionale derivanti da direttive MIUR, è anche vero che a livello locale si potrebbe fare tantissimo. Ma questo finora non si è verificato. Inoltre il Rettore associa la mia analisi ad un errore logico (suo secondo punto), attribuendomi, sbagliando, la falsa idea secondo la quale io privilegerei invece il riferimento a indicatori “assoluti” quali impact factor e numero di citazioni, da me utilizzati come esempio solo per spiegare il paradosso che si è determinato in alcuni Dipartimenti, laddove a venire premiati sono i meno meritevoli. Nel mondo anglo-sassone – che il rettore conosce bene – non esiste una aberrazione tutta Italiana come quella dei Settori scientifico disciplinari (Ssd). Le competenze sono in quel mondo, da noi goffamente preso a riferimento, solo un’espressione culturale, ma non costituiscono dei centri di potere. In Italia i Ssd sono delle corporazioni di eredità fascista, dove proliferano clientelismo, nepotismo e altro. Il Rettore porta ad esempio, impropriamente, il caso limite della Big Science (esempio Fisica Sperimentale) nella quale lavorano molti ricercatori, che producono un numero elevato di pubblicazioni a più nomi, a differenza di quello che si verifica, per esempio, per i fisici teorici. Forse i tanti fisici sperimentali che partecipano ad un grande progetto della Big Science (come ad esempio la scoperta del bosone di Higgs al Cern) solo lì per fare numero? Forse non c’è alcun merito dei ricercatori che partecipano a tali grandi progetti? Per quanto riguarda l’utilizzo delle mediane, ritengo che un sistema che decide di affidare la valutazione dei meriti personali facendo riferimento a valori statistici di gruppi (Ssd), non è molto diverso dal fatto che i Napoletani onesti sono singolarmente costretti a pagare polizze assicurative elevatissime solo perché a Napoli ci sarebbero più incidenti. I contratti sono personali, non di gruppo. E ogni ricercatore deve essere valutato nel merito a livello personale e non sulla base di valutazioni di gruppo. Se la valutazione si riduce all’applicazione di algoritmi basta affidare i giudizi a computers, che certamente, essendo oggetti stupidi non interpreterebbero, e certamente commetterebbero meno errori di tanti qualificati Commissari (tra l’altro con un notevole risparmio per l’Erario). Nel contesto più generale c’è da dire che per riformare l’Università Italiana ci sono due draghi da sconfiggere: l’egualitarismo ideologico e ipocrita (che alimenta esso stesso diseguaglianze reali) e il corporativismo cinico di caste e notabilati accademici. Il rettore da persona intellettualmente onesta qual è, sa benissimo che nei Paesi anglo-sassoni alla base del sistema valutativo (che è sempre personale) c’è un valore fondante assoluto: l’etica personale. In Italia questo valore semplicemente non esiste, e ne deriva che una cosa seria, come l’università, sia gestita citando il rettore, come “’a pazziella in mano ‘e creature”.
Benedetto De Vivo Prof. Ordinario di Geochimica Ambientale Università di Napoli Federico II DISTAR-Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle Risorse Via Mezzocannone 8, 80134 Napoli, Italy Tel. +39-081.2535065; Fax +39-081.2535061 email: bdevivo@unina.it; Web: www.fluidenv.unina.it
Adjunct Prof. Virginia Tech, Blacksburg, VA, USA Chief Editor of Journal of Geochemical Exploration www.elsevier.com/locate/gexplo http://www.sciencedirect.com/science/journal/03756742 Associate Editor of American Mineralogist www.minsocam.org Associate Editor of Mineralogy and Petrology http://www.springer.com/earth+sciences+and+geography/geology/journal/710 Southern Europe Councillor of the Association of Applied Geochemists
Geochemical Atlas of Europe (FOREGS) | GEMAS | Geochemistry of European Bottled Water | Mineral Waters of Europe
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Patrizio Dimitri Inviato: Friday, November 22, 2013 2:05 PM A: Università e Ricerca Forum Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: REAZIONE!
Cari colleghi,
Come sapete bene, la situazione negli atenei e nei centri di ricerca è sempre più grave.
Alla cronica e progressiva riduzione dei finanziamenti, ora si è aggiunta anche la cancellazione del Prin 2013. La competizione, già molto serrata, sta toccando punte inaudite e sta producendo un gioco al massacro dove gruppi anche produttivi rischiano di essere spazzati via.
Come se non bastasse, a tutto ciò si sono aggiunte le ripercussioni dovuto all'uso della bibliometria automatica e quantitativa dell'Anvur, per valutare università, enti di ricerca e ricercatori. Sono sotto gli occhi di tutti i risultati aberranti della recente della VQR. Per non parlare delle ASN con le maree di candidati che si sono presentati, con le commissioni nel caos e con risultati che non rispecchiano necessariamente qualità e originalità della ricerca dei candidati. E che ne dite della storia delle mediane per selezionare coordinatori del dottorato e relativi membri della giunta?
Le mediane stanno diventano una pericolosissima arma impropria finalizzata ad una vera e propria "eugenetica" della ricerca. E' chiaro che quelli che si ritrovano avvantaggiati dal sistema Anvur siano un po' recalcitranti a spingere per modificarlo o abbandonarlo del tutto. Ma io credo che, al di là del tornaconto personale, bisognerebbe avere l'onestà intellettuale di ammettere che la valutazione non è questa e che questo sistema non può altro che accelerare il declino totale di università e ricerca.
Su questi e altri argomenti ho scritto una lettera aperta che è stata pubblicata di recente su Europa http://www.europaquotidiano.it/2013/11/11/caro-letta-universita-e-ricerca-so no-ancora-figlie-di-un-dio-minore/ e altri articoli apparsi nel tempo sul blog Roars (http://www.roars.it/online), un sito che vi consiglio di consultare in quanto strumento di informazione molto utile per tutti noi.
Segnalo inoltre un bell¹articolo apparso esattamente due anni fa sempre su Roars (in tempi non sospetti), dove Jacopo Meldolesi con una seria e approfondita analisi metteva a nudo i vari difetti della bibliometria dell'Anvur http://www.roars.it/online/valutazione-della-ricerca-in-biologia-e-medicina- si-puo-fare-anche-per-bene/ Jacopo Meldolesi aveva previsto con un certo anticipo i problemi che si sono creati oggi in seguito all'uso selvaggio delle mediane e vedeva come possibile un altro tipo di valutazione, sicuramente più affidabile e oggettiva di quella partorita dalle menti eccelse dei sette saggi dell'Anvur. Purtroppo le cose sono andate diversamente.
Oggi quando parlo con molti colleghi, noto un enorme senso di rabbia e delusione, che però sfocia in una triste rassegnazione che sta avendo il sopravvento: si accetta tutto senza fiatare e si pensa solo a sopravvivere. Un domani accetteremo anche di pulire i gabinetti, se questo ci sarà imposto dal rettore o dal ministro di turno. Come siamo arrivati a questo punto? Non credo sia giusto, nei nostri confronti ma soprattutto per i più giovani. Dobbiamo reagire e pensare a delle forme concrete e vivaci di reazione e di protesta, allo scopo di ribaltare questa situazione di degrado.
Nel frattempo, credo sia il caso di ravvivare la petizione contro l¹uso della bibliometria, che avevamo aperto a giugno scorso: ecco è il link, diffondetelo anche tra i giovani http://www.petizioni24.com/forum/60788#1
Un saluto a tutti, Patrizio Dimitri
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Bè cosa altro si può fare? Io sono sempre disponibile per azioni che possano essere più incisive rispetto alla "denuncia" sulla stampa, anche se sono convinto che il "cambiamento" non verrà mai dall'interno della corporazione. Non mi risulta nella storia dell'umanità che una corporazione si sia mai auto-riformata. Ma poiché nella vita rimango un ottimista, bisogna tentare in tutte le direzioni. Benedetto
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Patrizio Dimitri Inviato: venerdì 22 novembre 2013 17.26 A: Università e Ricerca Forum Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: R: REAZIONE!
Caro De Vivo,
Conosco so bene il tuo impegno nel denunciare questi aspetti, il mio messaggio voleva essere di incitamento a delle azioni più incisive da parte di tutti noi, insieme.
Patrizio Dimitri
In merito a mediane e altro che ormai impazza nell'Università trasmetto miei 2 recenti interventi su La Repubblica-Napoli Cordiali saluti Benedetto
Intervento Così l'Ateneo Federico II premia i meno meritevoli. La Repubblica-Napoli – Lettere & Commenti 20 Settembre 2013, p. X A seguito della cattiva performance dell'Ateneo Federico II, collocato nelle posizioni di coda fra i megatenei Italiani nel ranking redatto recentemente dall'ANVUR, c’è stata una pubblica levata di scudi del Rettore Massimo Marrelli contro i fannulloni dell’Ateneo che avrebbero determinato tale risultato. Alla fine di Luglio, con grande soddisfazione da parte di chi si è sempre battuto per la premialità del merito, c’è stata una Delibera del Consiglio di Amministrazione della Federico II, che confermava i propositi di Marrelli di favorire in assoluto i più meritevoli per le prossime progressioni di carriera. Nel frattempo però c'è stato un altro importantissimo appuntamento: l'emanazione dei criteri per l'accesso sia dei Ricercatori che dei Docenti nei Collegi di Dottorato di nuova istituzione, vale a dire la struttura portante per la formazione di giovani di alta specializzazione e professionalità, che rappresenta il fiore all'occhiello delle Università più prestigiose al mondo. Tali criteri hanno prodotto risultati paradossali che dovrebbero indurre una serie riflessione da parte del Rettore e del CdA dell'Ateneo. Il regolamento emanato ha prodotto infatti risultati che, almeno in parte, vanno esattamente nella direzione opposta della premialità del merito, laddove si conferma e si rafforza l'assurdo nazionale della valutazione dei meritevoli basato sul superamento delle ridicole mediane utilizzate in modo sperequativo con valori molto differenti fra i vari Settori Disciplinari. Per i non addetti ai lavori occorre specificare che i Docenti/Ricercatori in Italia, sono suddivisi all'interno di ogni Area scientifica (es., Medicina, Ingegneria) in Settori Scientifico Disciplinari (SSD) A, B, C, etc. Per la valutazione del merito per ogni SSD, è stata calcolata statisticamente, per ogni Docente/Ricercatore afferente a quel Settore, la mediana relativa a parametri bibliometrici, quali l'h-index (H), il numero di citazioni ottenute (C) e il numero di pubblicazioni (L) in 10 anni (2003-2012). Per essere definito "bravo" un Docente/Ricercatore, e nel caso del Regolamento di Ateneo per ottenere l'accesso al Collegio di Dottorato di Ricerca, si devono superare le mediane di H, C e L, dei potenziali Docenti di Ruolo Superiore all'interno del proprio Settore. Se in un Settore quindi i Docenti di Ruolo Superiore hanno parametri H, C e L, molto bassi (quindi produttività scientifica molto bassa), rispetto a Docenti/Ricercatori di Ruolo Superiore di altro Settore (quindi, Eccellenze scientifiche)... ad essere premiati sono i "fannulloni", non i meritevoli! Questo é quanto si è verificato paradossalmente in alcuni Dipartimenti, fra i quali quello di mia afferenza, laddove sono risultati idonei per l'accesso nel Collegio di Dottorato, Ricercatori/Docenti di un Settore con valori delle mediane di H, C e L, rispettivamente di 5, 88 e 9, mentre altri con valori delle soglie di H, C e L, notevolmente superiori, vale a dire rispettivamente di 17, 823 e 25, sono risultati non idonei. Senza nessuna logica scientifica plausibile, chi produce di meno vale di più e deve quindi essere premiato! Come ha scritto l'ex Guido Rettore Trombetti su La Repubblica (15.9.13), Dante avrebbe chiosato "O insensata cura de' mortali, quanto son difettivi sillogismi, quei che ti fanno in basso batter l'ali". La speranza é che l'Ateneo, volendo fare sopravvivere Settori improduttivi, sia incorso in un madornale errore di valutazione, non accorgendosi che l'utilizzo delle mediane, così come architettato, non solo è ingiusto, ma appiattisce verso il basso le eccellenze ed istituzionalizza il demerito. Bisogna realisticamente tenere presente che le condizioni strutturali e culturali del nostro Paese sono ben lontane e differenti del modello anglosassone che imitiamo goffamente e solo in superficie. Auspico che l'Ateneo voglia correggere il marchiano paradosso, perché solo la premialità dei meritevoli, senza se e senza ma, può costituire un grande incentivo per i giovani che vogliono avviarsi ad attività professionali che rappresentino il coronamento delle aspirazioni personali e con esse la fortuna di un intero Paese. Nello stato in cui versa il nostro Paese è di vitale importanza riuscire a superare le posizioni culturali volte alla difesa corporativa che guardano al passato piuttosto che al futuro, ai garantiti invece che ai giovani meritevoli in cerca di lavoro e identità. Occorre sempre tener presente che in questo contesto tutto ruota intorno a clientele, interessi particolari, dove, cosa più grave di tutto, gli intellettuali di valore tacciono... e molti, per calcoli di mera convenienza restano a guardare prigionieri e complici silenti di situazioni aberranti come quelle da me sopra descritte. Benedetto De Vivo
L'intervento che segue è in risposta ad una risposta del mio Rettore all'intervento del 20 Settembre
Intervento Le valutazioni della Federico II La Repubblica-Napoli - Lettere & Commenti - La parola ai Lettori 25 Settembre 2013 Il Rettore della Federico II ha risposto ieri, su queste colonne, a mio articolo su La Repubblica-Napoli del 20 settembre nel quale sostenevo che la Federico II dà un pessimo segnale in direzione della premialità dei meritevoli in quanto si rafforza l’assurdo nazionale della valutazione dei meritevoli basato sul superamento delle mediane utilizzate in modo assolutamente sperequativo fra i vari settori scientifico disciplinari. Rispetto al primo punto del Rettore, ribadisco quanto scritto in miei precedenti articoli (“Repubblica” del 12 febbraio, 7 maggio e 21 luglio) nei quali rimarcavo che se è vero che esistono storture a livello nazionale derivanti da direttive MIUR, è anche vero che a livello locale si potrebbe fare tantissimo. Ma questo finora non si è verificato. Inoltre il Rettore associa la mia analisi ad un errore logico (suo secondo punto), attribuendomi, sbagliando, la falsa idea secondo la quale io privilegerei invece il riferimento a indicatori “assoluti” quali impact factor e numero di citazioni, da me utilizzati come esempio solo per spiegare il paradosso che si è determinato in alcuni Dipartimenti, laddove a venire premiati sono i meno meritevoli. Nel mondo anglo-sassone – che il rettore conosce bene – non esiste una aberrazione tutta Italiana come quella dei Settori scientifico disciplinari (Ssd). Le competenze sono in quel mondo, da noi goffamente preso a riferimento, solo un’espressione culturale, ma non costituiscono dei centri di potere. In Italia i Ssd sono delle corporazioni di eredità fascista, dove proliferano clientelismo, nepotismo e altro. Il Rettore porta ad esempio, impropriamente, il caso limite della Big Science (esempio Fisica Sperimentale) nella quale lavorano molti ricercatori, che producono un numero elevato di pubblicazioni a più nomi, a differenza di quello che si verifica, per esempio, per i fisici teorici. Forse i tanti fisici sperimentali che partecipano ad un grande progetto della Big Science (come ad esempio la scoperta del bosone di Higgs al Cern) solo lì per fare numero? Forse non c’è alcun merito dei ricercatori che partecipano a tali grandi progetti? Per quanto riguarda l’utilizzo delle mediane, ritengo che un sistema che decide di affidare la valutazione dei meriti personali facendo riferimento a valori statistici di gruppi (Ssd), non è molto diverso dal fatto che i Napoletani onesti sono singolarmente costretti a pagare polizze assicurative elevatissime solo perché a Napoli ci sarebbero più incidenti. I contratti sono personali, non di gruppo. E ogni ricercatore deve essere valutato nel merito a livello personale e non sulla base di valutazioni di gruppo. Se la valutazione si riduce all’applicazione di algoritmi basta affidare i giudizi a computers, che certamente, essendo oggetti stupidi non interpreterebbero, e certamente commetterebbero meno errori di tanti qualificati Commissari (tra l’altro con un notevole risparmio per l’Erario). Nel contesto più generale c’è da dire che per riformare l’Università Italiana ci sono due draghi da sconfiggere: l’egualitarismo ideologico e ipocrita (che alimenta esso stesso diseguaglianze reali) e il corporativismo cinico di caste e notabilati accademici. Il rettore da persona intellettualmente onesta qual è, sa benissimo che nei Paesi anglo-sassoni alla base del sistema valutativo (che è sempre personale) c’è un valore fondante assoluto: l’etica personale. In Italia questo valore semplicemente non esiste, e ne deriva che una cosa seria, come l’università, sia gestita citando il rettore, come “’a pazziella in mano ‘e creature”.
Benedetto De Vivo Prof. Ordinario di Geochimica Ambientale Università di Napoli Federico II DISTAR-Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle Risorse Via Mezzocannone 8, 80134 Napoli, Italy Tel. +39-081.2535065; Fax +39-081.2535061 email: bdevivo@unina.it; Web: www.fluidenv.unina.it
Adjunct Prof. Virginia Tech, Blacksburg, VA, USA Chief Editor of Journal of Geochemical Exploration www.elsevier.com/locate/gexplo http://www.sciencedirect.com/science/journal/03756742 Associate Editor of American Mineralogist www.minsocam.org Associate Editor of Mineralogy and Petrology http://www.springer.com/earth+sciences+and+geography/geology/journal/710 Southern Europe Councillor of the Association of Applied Geochemists
Geochemical Atlas of Europe (FOREGS) | GEMAS | Geochemistry of European Bottled Water | Mineral Waters of Europe
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Patrizio Dimitri Inviato: Friday, November 22, 2013 2:05 PM A: Università e Ricerca Forum Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: REAZIONE!
Cari colleghi,
Come sapete bene, la situazione negli atenei e nei centri di ricerca è sempre più grave.
Alla cronica e progressiva riduzione dei finanziamenti, ora si è aggiunta anche la cancellazione del Prin 2013. La competizione, già molto serrata, sta toccando punte inaudite e sta producendo un gioco al massacro dove gruppi anche produttivi rischiano di essere spazzati via.
Come se non bastasse, a tutto ciò si sono aggiunte le ripercussioni dovuto all'uso della bibliometria automatica e quantitativa dell'Anvur, per valutare università, enti di ricerca e ricercatori. Sono sotto gli occhi di tutti i risultati aberranti della recente della VQR. Per non parlare delle ASN con le maree di candidati che si sono presentati, con le commissioni nel caos e con risultati che non rispecchiano necessariamente qualità e originalità della ricerca dei candidati. E che ne dite della storia delle mediane per selezionare coordinatori del dottorato e relativi membri della giunta?
Le mediane stanno diventano una pericolosissima arma impropria finalizzata ad una vera e propria "eugenetica" della ricerca. E' chiaro che quelli che si ritrovano avvantaggiati dal sistema Anvur siano un po' recalcitranti a spingere per modificarlo o abbandonarlo del tutto. Ma io credo che, al di là del tornaconto personale, bisognerebbe avere l'onestà intellettuale di ammettere che la valutazione non è questa e che questo sistema non può altro che accelerare il declino totale di università e ricerca.
Su questi e altri argomenti ho scritto una lettera aperta che è stata pubblicata di recente su Europa http://www.europaquotidiano.it/2013/11/11/caro-letta-universita-e-ricerca-so no-ancora-figlie-di-un-dio-minore/ e altri articoli apparsi nel tempo sul blog Roars (http://www.roars.it/online), un sito che vi consiglio di consultare in quanto strumento di informazione molto utile per tutti noi.
Segnalo inoltre un bell¹articolo apparso esattamente due anni fa sempre su Roars (in tempi non sospetti), dove Jacopo Meldolesi con una seria e approfondita analisi metteva a nudo i vari difetti della bibliometria dell'Anvur http://www.roars.it/online/valutazione-della-ricerca-in-biologia-e-medicina- si-puo-fare-anche-per-bene/ Jacopo Meldolesi aveva previsto con un certo anticipo i problemi che si sono creati oggi in seguito all'uso selvaggio delle mediane e vedeva come possibile un altro tipo di valutazione, sicuramente più affidabile e oggettiva di quella partorita dalle menti eccelse dei sette saggi dell'Anvur. Purtroppo le cose sono andate diversamente.
Oggi quando parlo con molti colleghi, noto un enorme senso di rabbia e delusione, che però sfocia in una triste rassegnazione che sta avendo il sopravvento: si accetta tutto senza fiatare e si pensa solo a sopravvivere. Un domani accetteremo anche di pulire i gabinetti, se questo ci sarà imposto dal rettore o dal ministro di turno. Come siamo arrivati a questo punto? Non credo sia giusto, nei nostri confronti ma soprattutto per i più giovani. Dobbiamo reagire e pensare a delle forme concrete e vivaci di reazione e di protesta, allo scopo di ribaltare questa situazione di degrado.
Nel frattempo, credo sia il caso di ravvivare la petizione contro l¹uso della bibliometria, che avevamo aperto a giugno scorso: ecco è il link, diffondetelo anche tra i giovani http://www.petizioni24.com/forum/60788#1
Un saluto a tutti, Patrizio Dimitri
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
_______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Ciao a tutti, la butto lì, dall'alto della mia un'esperienza... blocco della didattica ?
Buon lavoro a tutti, LuCa
Caro Di Persio,
grazie di aver lanciato un'idea, ma provo a deviare un po' il tiro. Blocchiamo invece l'AVA, la SUA, la dichiarazione dei requisiti minimi, e quant'altro si inventeranno il mese prossimo. E poi se la prenda il governo la responsabilita` di bloccare la didattica, perché non gli sono arrivati tutti i nostri compitini.
Saluti
Maurizio Persico
On 22/11/2013 20:11, Luca di persio wrote:
Ciao a tutti, la butto lì, dall'alto della mia un'esperienza... blocco della didattica ?
Buon lavoro a tutti, LuCa
Io sono favorevole al blocco della didattica, ma forse è più fattibile il blocco delle Lauree...
A parte questo, si dovrebbe scrivere una lettera perentoria per chiedere che nel maxi emendamento alla legge di stabilità sia inserita una richiesta per finanziamenti aggiuntivi per non cancellare il Prin 2013
A parte questo, insieme a Patrizia Lavia dell'istituto IBPM del CNR, vorremmo organizzare una riunione tra tutti quelli di noi che hanno voglia di reagire. Presto vi farò sapere.
Non so se ci potremo riformare, ma almeno potremmo tentare di migliorare alcuni aspetti, ad esempio quello della valutazione.
Buona notte
Il giorno 22 novembre 2013 20:11, Luca di persio dipersioluca@gmail.comha scritto:
Ciao a tutti, la butto lì, dall'alto della mia un'esperienza... blocco della didattica ?
Buon lavoro a tutti, LuCa
-- Luca Di Persio - PhD assistant professor of Probability and Mathematical Finance
Dept. Informatics University of Verona strada le Grazie 15 - 37134 Verona - Italy Tel : +39 045 802 7968
Dept. Math University of Trento V. Sommarive, 14 - 38123 Povo - Italy Tel : +39 0461 281686 Il 22/nov/2013 19:39 "Benedetto De Vivo" bdevivo@unina.it ha scritto:
Bè cosa altro si può fare? Io sono sempre disponibile per azioni che possano essere più incisive rispetto alla "denuncia" sulla stampa, anche
se
sono convinto che il "cambiamento" non verrà mai dall'interno della corporazione. Non mi risulta nella storia dell'umanità che una
corporazione
si sia mai auto-riformata. Ma poiché nella vita rimango un ottimista, bisogna tentare in tutte le direzioni. Benedetto
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Patrizio Dimitri Inviato: venerdì 22 novembre 2013 17.26 A: Università e Ricerca Forum Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: R: REAZIONE!
Caro De Vivo,
Conosco so bene il tuo impegno nel denunciare questi aspetti, il mio messaggio voleva essere di incitamento a delle azioni più incisive da
parte
di tutti noi, insieme.
Patrizio Dimitri
In merito a mediane e altro che ormai impazza nell'Università trasmetto
miei
2 recenti interventi su La Repubblica-Napoli Cordiali saluti Benedetto
Intervento Così l'Ateneo Federico II premia i meno meritevoli. La Repubblica-Napoli – Lettere & Commenti 20 Settembre 2013, p. X A seguito della cattiva performance dell'Ateneo Federico II, collocato
nelle
posizioni di coda fra i megatenei Italiani nel ranking redatto
recentemente
dall'ANVUR, c’è stata una pubblica levata di scudi del Rettore Massimo Marrelli contro i fannulloni dell’Ateneo che avrebbero determinato tale risultato. Alla fine di Luglio, con grande soddisfazione da parte di
chi
si
è sempre battuto per la premialità del merito, c’è stata una Delibera
del
Consiglio di Amministrazione della Federico II, che confermava i
propositi
di Marrelli di favorire in assoluto i più meritevoli per le prossime progressioni di carriera. Nel frattempo però c'è stato un altro importantissimo appuntamento: l'emanazione dei criteri per l'accesso
sia
dei
Ricercatori che dei Docenti nei Collegi di Dottorato di nuova
istituzione,
vale a dire la struttura portante per la formazione di giovani di alta specializzazione e professionalità, che rappresenta il fiore
all'occhiello
delle Università più prestigiose al mondo. Tali criteri hanno prodotto risultati paradossali che dovrebbero indurre una serie riflessione da
parte
del Rettore e del CdA dell'Ateneo. Il regolamento emanato ha prodotto infatti risultati che, almeno in parte, vanno esattamente nella
direzione
opposta della premialità del merito, laddove si conferma e si rafforza l'assurdo nazionale della valutazione dei meritevoli basato sul
superamento
delle ridicole mediane utilizzate in modo sperequativo con valori molto differenti fra i vari Settori Disciplinari. Per i non addetti ai lavori occorre specificare che i
Docenti/Ricercatori in
Italia, sono suddivisi all'interno di ogni Area scientifica (es.,
Medicina,
Ingegneria) in Settori Scientifico Disciplinari (SSD) A, B, C, etc. Per
la
valutazione del merito per ogni SSD, è stata calcolata statisticamente,
per
ogni Docente/Ricercatore afferente a quel Settore, la mediana relativa
a
parametri bibliometrici, quali l'h-index (H), il numero di citazioni ottenute (C) e il numero di pubblicazioni (L) in 10 anni (2003-2012).
Per
essere definito "bravo" un Docente/Ricercatore, e nel caso del
Regolamento
di Ateneo per ottenere l'accesso al Collegio di Dottorato di Ricerca,
si
devono superare le mediane di H, C e L, dei potenziali Docenti di Ruolo Superiore all'interno del proprio Settore. Se in un Settore quindi i
Docenti
di Ruolo Superiore hanno parametri H, C e L, molto bassi (quindi produttività scientifica molto bassa), rispetto a Docenti/Ricercatori
di
Ruolo Superiore di altro Settore (quindi, Eccellenze scientifiche)...
ad
essere premiati sono i "fannulloni", non i meritevoli! Questo é quanto
si è
verificato paradossalmente in alcuni Dipartimenti, fra i quali quello
di
mia
afferenza, laddove sono risultati idonei per l'accesso nel Collegio di Dottorato, Ricercatori/Docenti di un Settore con valori delle mediane
di
H,
C e L, rispettivamente di 5, 88 e 9, mentre altri con valori delle
soglie di
H, C e L, notevolmente superiori, vale a dire rispettivamente di 17,
823
e
25, sono risultati non idonei. Senza nessuna logica scientifica
plausibile,
chi produce di meno vale di più e deve quindi essere premiato! Come ha scritto l'ex Guido Rettore Trombetti su La Repubblica (15.9.13), Dante avrebbe chiosato "O insensata cura de' mortali, quanto son difettivi sillogismi, quei che ti fanno in basso batter l'ali". La speranza é che l'Ateneo, volendo fare sopravvivere Settori
improduttivi,
sia incorso in un madornale errore di valutazione, non accorgendosi che l'utilizzo delle mediane, così come architettato, non solo è ingiusto,
ma
appiattisce verso il basso le eccellenze ed istituzionalizza il
demerito.
Bisogna realisticamente tenere presente che le condizioni strutturali e culturali del nostro Paese sono ben lontane e differenti del modello anglosassone che imitiamo goffamente e solo in superficie. Auspico che l'Ateneo voglia correggere il marchiano paradosso, perché solo la
premialità
dei meritevoli, senza se e senza ma, può costituire un grande incentivo
per
i giovani che vogliono avviarsi ad attività professionali che
rappresentino
il coronamento delle aspirazioni personali e con esse la fortuna di un intero Paese. Nello stato in cui versa il nostro Paese è di vitale importanza riuscire a superare le posizioni culturali volte alla difesa corporativa che guardano al passato piuttosto che al futuro, ai
garantiti
invece che ai giovani meritevoli in cerca di lavoro e identità. Occorre sempre tener presente che in questo contesto tutto ruota intorno a clientele, interessi particolari, dove, cosa più grave di tutto, gli intellettuali di valore tacciono... e molti, per calcoli di mera convenienza restano a guardare prigionieri e complici silenti di
situazioni
aberranti come quelle da me sopra descritte. Benedetto De Vivo
L'intervento che segue è in risposta ad una risposta del mio Rettore all'intervento del 20 Settembre
Intervento Le valutazioni della Federico II La Repubblica-Napoli - Lettere & Commenti - La parola ai Lettori 25 Settembre 2013 Il Rettore della Federico II ha risposto ieri, su queste colonne, a mio articolo su La Repubblica-Napoli del 20 settembre nel quale sostenevo
che la
Federico II dà un pessimo segnale in direzione della premialità dei meritevoli in quanto si rafforza l’assurdo nazionale della valutazione
dei
meritevoli basato sul superamento delle mediane utilizzate in modo assolutamente sperequativo fra i vari settori scientifico disciplinari. Rispetto al primo punto del Rettore, ribadisco quanto scritto in miei precedenti articoli (“Repubblica” del 12 febbraio, 7 maggio e 21
luglio)
nei
quali rimarcavo che se è vero che esistono storture a livello nazionale derivanti da direttive MIUR, è anche vero che a livello locale si
potrebbe
fare tantissimo. Ma questo finora non si è verificato. Inoltre il
Rettore
associa la mia analisi ad un errore logico (suo secondo punto), attribuendomi, sbagliando, la falsa idea secondo la quale io
privilegerei
invece il riferimento a indicatori “assoluti” quali impact factor e
numero
di citazioni, da me utilizzati come esempio solo per spiegare il
paradosso
che si è determinato in alcuni Dipartimenti, laddove a venire premiati
sono
i meno meritevoli. Nel mondo anglo-sassone – che il rettore conosce
bene
–
non esiste una aberrazione tutta Italiana come quella dei Settori scientifico disciplinari (Ssd). Le competenze sono in quel mondo, da
noi
goffamente preso a riferimento, solo un’espressione culturale, ma non costituiscono dei centri di potere. In Italia i Ssd sono delle
corporazioni
di eredità fascista, dove proliferano clientelismo, nepotismo e altro.
Il
Rettore porta ad esempio, impropriamente, il caso limite della Big
Science
(esempio Fisica Sperimentale) nella quale lavorano molti ricercatori,
che
producono un numero elevato di pubblicazioni a più nomi, a differenza
di
quello che si verifica, per esempio, per i fisici teorici. Forse i
tanti
fisici sperimentali che partecipano ad un grande progetto della Big
Science
(come ad esempio la scoperta del bosone di Higgs al Cern) solo lì per
fare
numero? Forse non c’è alcun merito dei ricercatori che partecipano a
tali
grandi progetti? Per quanto riguarda l’utilizzo delle mediane, ritengo
che
un sistema che decide di affidare la valutazione dei meriti personali facendo riferimento a valori statistici di gruppi (Ssd), non è molto
diverso
dal fatto che i Napoletani onesti sono singolarmente costretti a pagare polizze assicurative elevatissime solo perché a Napoli ci sarebbero più incidenti. I contratti sono personali, non di gruppo. E ogni
ricercatore
deve essere valutato nel merito a livello personale e non sulla base di valutazioni di gruppo. Se la valutazione si riduce all’applicazione di algoritmi basta affidare i giudizi a computers, che certamente, essendo oggetti stupidi non interpreterebbero, e certamente commetterebbero
meno
errori di tanti qualificati Commissari (tra l’altro con un notevole risparmio per l’Erario). Nel contesto più generale c’è da dire che per riformare l’Università Italiana ci sono due draghi da sconfiggere: l’egualitarismo ideologico e ipocrita (che alimenta esso stesso diseguaglianze reali) e il corporativismo cinico di caste e notabilati accademici. Il rettore da persona intellettualmente onesta qual è, sa benissimo che nei Paesi anglo-sassoni alla base del sistema valutativo
(che
è sempre personale) c’è un valore fondante assoluto: l’etica personale.
In
Italia questo valore semplicemente non esiste, e ne deriva che una cosa seria, come l’università, sia gestita citando il rettore, come “’a
pazziella
in mano ‘e creature”.
Benedetto De Vivo Prof. Ordinario di Geochimica Ambientale Università di Napoli Federico II DISTAR-Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle
Risorse
Via Mezzocannone 8, 80134 Napoli, Italy Tel. +39-081.2535065; Fax +39-081.2535061 email: bdevivo@unina.it; Web: www.fluidenv.unina.it
Adjunct Prof. Virginia Tech, Blacksburg, VA, USA Chief Editor of Journal of Geochemical Exploration www.elsevier.com/locate/gexplo http://www.sciencedirect.com/science/journal/03756742 Associate Editor of American Mineralogist www.minsocam.org Associate Editor of Mineralogy and Petrology
http://www.springer.com/earth+sciences+and+geography/geology/journal/710
Southern Europe Councillor of the Association of Applied Geochemists
Geochemical Atlas of Europe (FOREGS) | GEMAS | Geochemistry of European Bottled Water | Mineral Waters of Europe
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per
conto di
Patrizio Dimitri Inviato: Friday, November 22, 2013 2:05 PM A: Università e Ricerca Forum Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: REAZIONE!
Cari colleghi,
Come sapete bene, la situazione negli atenei e nei centri di ricerca è sempre più grave.
Alla cronica e progressiva riduzione dei finanziamenti, ora si è
aggiunta
anche la cancellazione del Prin 2013. La competizione, già molto
serrata,
sta toccando punte inaudite e sta producendo un gioco al massacro dove gruppi anche produttivi rischiano di essere spazzati via.
Come se non bastasse, a tutto ciò si sono aggiunte le ripercussioni
dovuto
all'uso della bibliometria automatica e quantitativa dell'Anvur, per valutare università, enti di ricerca e ricercatori. Sono sotto gli
occhi
di
tutti i risultati aberranti della recente della VQR. Per non parlare
delle
ASN con le maree di candidati che si sono presentati, con le
commissioni
nel
caos e con risultati che non rispecchiano necessariamente qualità e originalità della ricerca dei candidati. E che ne dite della storia
delle
mediane per selezionare coordinatori del dottorato e relativi membri
della
giunta?
Le mediane stanno diventano una pericolosissima arma impropria
finalizzata
ad una vera e propria "eugenetica" della ricerca. E' chiaro che quelli
che
si ritrovano avvantaggiati dal sistema Anvur siano un po'
recalcitranti a
spingere per modificarlo o abbandonarlo del tutto. Ma io credo che, al
di là
del tornaconto personale, bisognerebbe avere l'onestà intellettuale di ammettere che la valutazione non è questa e che questo sistema non può
altro
che accelerare il declino totale di università e ricerca.
Su questi e altri argomenti ho scritto una lettera aperta che è stata pubblicata di recente su Europa
http://www.europaquotidiano.it/2013/11/11/caro-letta-universita-e-ricerca-so
no-ancora-figlie-di-un-dio-minore/ e altri articoli apparsi nel tempo sul blog Roars (http://www.roars.it/online), un sito che vi consiglio di consultare
in
quanto strumento di informazione molto utile per tutti noi.
Segnalo inoltre un bell¹articolo apparso esattamente due anni fa sempre
su
Roars (in tempi non sospetti), dove Jacopo Meldolesi con una seria e approfondita analisi metteva a nudo i vari difetti della bibliometria dell'Anvur
http://www.roars.it/online/valutazione-della-ricerca-in-biologia-e-medicina-
si-puo-fare-anche-per-bene/ Jacopo Meldolesi aveva previsto con un certo anticipo i problemi che si
sono
creati oggi in seguito all'uso selvaggio delle mediane e vedeva come possibile un altro tipo di valutazione, sicuramente più affidabile e oggettiva di quella partorita dalle menti eccelse dei sette saggi dell'Anvur. Purtroppo le cose sono andate diversamente.
Oggi quando parlo con molti colleghi, noto un enorme senso di rabbia e delusione, che però sfocia in una triste rassegnazione che sta avendo
il
sopravvento: si accetta tutto senza fiatare e si pensa solo a
sopravvivere.
Un domani accetteremo anche di pulire i gabinetti, se questo ci sarà
imposto
dal rettore o dal ministro di turno. Come siamo arrivati a questo
punto?
Non
credo sia giusto, nei nostri confronti ma soprattutto per i più
giovani.
Dobbiamo reagire e pensare a delle forme concrete e vivaci di reazione
e
di
protesta, allo scopo di ribaltare questa situazione di degrado.
Nel frattempo, credo sia il caso di ravvivare la petizione contro l¹uso della bibliometria, che avevamo aperto a giugno scorso: ecco è il link, diffondetelo anche tra i giovani http://www.petizioni24.com/forum/60788#1
Un saluto a tutti, Patrizio Dimitri
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie
impostazioni:
https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie
impostazioni:
https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Cari tutti, la mia proposta, che non è poi così originale, voleva essere una provocazione, nell'attuarla, infatti, si danneggerebbero non è poco gli incolpevoli (più o meno...) studenti.
Relativamente ai meccanismi di valutazione e mediane varie perché non provare a farli saltare il banco con un approccio alla Bourbaki ?
Si tratterebbe semplicemente di firmare "tutti gli articoli di tutti", dove i tutti non sono altro che gli aderenti alla forma di protesta, che ne dite ?
Buona giornata, LuCa
Altra iniziativa interessante, ma chi lo farebbe?? Avrebbe senso solo tra settori della stessa area...o solo all'interno dello stesso settore.
E' vero che uno sciopero penalizzerebbe gli studenti, come ogni sciopero penalizza gli utenti del servizio che viene sospeso, ma è anche innegabile che gli studenti ora sono comunque penalizzati dalla situazione generale, la didattica e i servizi soffrono per i tagli e per lo stop del reclutamento e per la conseguente demotivazione di molti docenti......e le tasse universitarie aumentano...Ha senso mandare avanti la baracca in queste condizioni??
Il giorno 23 novembre 2013 09:23, Luca di persio dipersioluca@gmail.comha scritto:
Cari tutti, la mia proposta, che non è poi così originale, voleva essere una provocazione, nell'attuarla, infatti, si danneggerebbero non è poco gli incolpevoli (più o meno...) studenti.
Relativamente ai meccanismi di valutazione e mediane varie perché non provare a farli saltare il banco con un approccio alla Bourbaki ?
Si tratterebbe semplicemente di firmare "tutti gli articoli di tutti", dove i tutti non sono altro che gli aderenti alla forma di protesta, che ne dite ?
Buona giornata, LuCa
-- Luca Di Persio - PhD assistant professor of Probability and Mathematical Finance
Dept. Informatics University of Verona strada le Grazie 15 - 37134 Verona - Italy Tel : +39 045 802 7968
Dept. Math University of Trento V. Sommarive, 14 - 38123 Povo - Italy Tel : +39 0461 Il 22/nov/2013 23:05 "Patrizio Dimitri" patrizio.dimitri@uniroma1.it ha scritto:
Io sono favorevole al blocco della didattica, ma forse è più fattibile il blocco delle Lauree...
A parte questo, si dovrebbe scrivere una lettera perentoria per chiedere che nel maxi emendamento alla legge di stabilità sia inserita una
richiesta
per finanziamenti aggiuntivi per non cancellare il Prin 2013
A parte questo, insieme a Patrizia Lavia dell'istituto IBPM del CNR, vorremmo organizzare una riunione tra tutti quelli di noi che hanno
voglia
di reagire. Presto vi farò sapere.
Non so se ci potremo riformare, ma almeno potremmo tentare di migliorare alcuni aspetti, ad esempio quello della valutazione.
Buona notte
Il giorno 22 novembre 2013 20:11, Luca di persio dipersioluca@gmail.comha scritto:
Ciao a tutti, la butto lì, dall'alto della mia un'esperienza... blocco della
didattica
?
Buon lavoro a tutti, LuCa
-- Luca Di Persio - PhD assistant professor of Probability and Mathematical Finance
Dept. Informatics University of Verona strada le Grazie 15 - 37134 Verona - Italy Tel : +39 045 802 7968
Dept. Math University of Trento V. Sommarive, 14 - 38123 Povo - Italy Tel : +39 0461 281686 Il 22/nov/2013 19:39 "Benedetto De Vivo" bdevivo@unina.it ha
scritto:
Bè cosa altro si può fare? Io sono sempre disponibile per azioni che possano essere più incisive rispetto alla "denuncia" sulla stampa,
anche
se
sono convinto che il "cambiamento" non verrà mai dall'interno della corporazione. Non mi risulta nella storia dell'umanità che una
corporazione
si sia mai auto-riformata. Ma poiché nella vita rimango un ottimista, bisogna tentare in tutte le direzioni. Benedetto
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Patrizio Dimitri Inviato: venerdì 22 novembre 2013 17.26 A: Università e Ricerca Forum Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: R: REAZIONE!
Caro De Vivo,
Conosco so bene il tuo impegno nel denunciare questi aspetti, il mio messaggio voleva essere di incitamento a delle azioni più incisive da
parte
di tutti noi, insieme.
Patrizio Dimitri
In merito a mediane e altro che ormai impazza nell'Università
trasmetto
miei
2 recenti interventi su La Repubblica-Napoli Cordiali saluti Benedetto
Intervento Così l'Ateneo Federico II premia i meno meritevoli. La Repubblica-Napoli – Lettere & Commenti 20 Settembre 2013, p. X A seguito della cattiva performance dell'Ateneo Federico II,
collocato
nelle
posizioni di coda fra i megatenei Italiani nel ranking redatto
recentemente
dall'ANVUR, c’è stata una pubblica levata di scudi del Rettore
Massimo
Marrelli contro i fannulloni dell’Ateneo che avrebbero determinato
tale
risultato. Alla fine di Luglio, con grande soddisfazione da parte
di
chi
si
è sempre battuto per la premialità del merito, c’è stata una
Delibera
del
Consiglio di Amministrazione della Federico II, che confermava i
propositi
di Marrelli di favorire in assoluto i più meritevoli per le
prossime
progressioni di carriera. Nel frattempo però c'è stato un altro importantissimo appuntamento: l'emanazione dei criteri per
l'accesso
sia
dei
Ricercatori che dei Docenti nei Collegi di Dottorato di nuova
istituzione,
vale a dire la struttura portante per la formazione di giovani di
alta
specializzazione e professionalità, che rappresenta il fiore
all'occhiello
delle Università più prestigiose al mondo. Tali criteri hanno
prodotto
risultati paradossali che dovrebbero indurre una serie riflessione
da
parte
del Rettore e del CdA dell'Ateneo. Il regolamento emanato ha
prodotto
infatti risultati che, almeno in parte, vanno esattamente nella
direzione
opposta della premialità del merito, laddove si conferma e si
rafforza
l'assurdo nazionale della valutazione dei meritevoli basato sul
superamento
delle ridicole mediane utilizzate in modo sperequativo con valori
molto
differenti fra i vari Settori Disciplinari. Per i non addetti ai lavori occorre specificare che i
Docenti/Ricercatori in
Italia, sono suddivisi all'interno di ogni Area scientifica (es.,
Medicina,
Ingegneria) in Settori Scientifico Disciplinari (SSD) A, B, C, etc.
Per
la
valutazione del merito per ogni SSD, è stata calcolata
statisticamente,
per
ogni Docente/Ricercatore afferente a quel Settore, la mediana
relativa
a
parametri bibliometrici, quali l'h-index (H), il numero di
citazioni
ottenute (C) e il numero di pubblicazioni (L) in 10 anni
(2003-2012).
Per
essere definito "bravo" un Docente/Ricercatore, e nel caso del
Regolamento
di Ateneo per ottenere l'accesso al Collegio di Dottorato di
Ricerca,
si
devono superare le mediane di H, C e L, dei potenziali Docenti di
Ruolo
Superiore all'interno del proprio Settore. Se in un Settore quindi
i
Docenti
di Ruolo Superiore hanno parametri H, C e L, molto bassi (quindi produttività scientifica molto bassa), rispetto a
Docenti/Ricercatori
di
Ruolo Superiore di altro Settore (quindi, Eccellenze
scientifiche)...
ad
essere premiati sono i "fannulloni", non i meritevoli! Questo é
quanto
si è
verificato paradossalmente in alcuni Dipartimenti, fra i quali
quello
di
mia
afferenza, laddove sono risultati idonei per l'accesso nel Collegio
di
Dottorato, Ricercatori/Docenti di un Settore con valori delle
mediane
di
H,
C e L, rispettivamente di 5, 88 e 9, mentre altri con valori delle
soglie di
H, C e L, notevolmente superiori, vale a dire rispettivamente di
17,
823
e
25, sono risultati non idonei. Senza nessuna logica scientifica
plausibile,
chi produce di meno vale di più e deve quindi essere premiato! Come
ha
scritto l'ex Guido Rettore Trombetti su La Repubblica (15.9.13),
Dante
avrebbe chiosato "O insensata cura de' mortali, quanto son
difettivi
sillogismi, quei che ti fanno in basso batter l'ali". La speranza é che l'Ateneo, volendo fare sopravvivere Settori
improduttivi,
sia incorso in un madornale errore di valutazione, non accorgendosi
che
l'utilizzo delle mediane, così come architettato, non solo è
ingiusto,
ma
appiattisce verso il basso le eccellenze ed istituzionalizza il
demerito.
Bisogna realisticamente tenere presente che le condizioni
strutturali e
culturali del nostro Paese sono ben lontane e differenti del
modello
anglosassone che imitiamo goffamente e solo in superficie. Auspico
che
l'Ateneo voglia correggere il marchiano paradosso, perché solo la
premialità
dei meritevoli, senza se e senza ma, può costituire un grande
incentivo
per
i giovani che vogliono avviarsi ad attività professionali che
rappresentino
il coronamento delle aspirazioni personali e con esse la fortuna di
un
intero Paese. Nello stato in cui versa il nostro Paese è di vitale importanza riuscire a superare le posizioni culturali volte alla
difesa
corporativa che guardano al passato piuttosto che al futuro, ai
garantiti
invece che ai giovani meritevoli in cerca di lavoro e identità.
Occorre
sempre tener presente che in questo contesto tutto ruota intorno a clientele, interessi particolari, dove, cosa più grave di tutto,
gli
intellettuali di valore tacciono... e molti, per calcoli di mera convenienza restano a guardare prigionieri e complici silenti di
situazioni
aberranti come quelle da me sopra descritte. Benedetto De Vivo
L'intervento che segue è in risposta ad una risposta del mio
Rettore
all'intervento del 20 Settembre
Intervento Le valutazioni della Federico II La Repubblica-Napoli - Lettere & Commenti - La parola ai Lettori 25 Settembre 2013 Il Rettore della Federico II ha risposto ieri, su queste colonne, a
mio
articolo su La Repubblica-Napoli del 20 settembre nel quale
sostenevo
che la
Federico II dà un pessimo segnale in direzione della premialità dei meritevoli in quanto si rafforza l’assurdo nazionale della
valutazione
dei
meritevoli basato sul superamento delle mediane utilizzate in modo assolutamente sperequativo fra i vari settori scientifico
disciplinari.
Rispetto al primo punto del Rettore, ribadisco quanto scritto in
miei
precedenti articoli (“Repubblica” del 12 febbraio, 7 maggio e 21
luglio)
nei
quali rimarcavo che se è vero che esistono storture a livello
nazionale
derivanti da direttive MIUR, è anche vero che a livello locale si
potrebbe
fare tantissimo. Ma questo finora non si è verificato. Inoltre il
Rettore
associa la mia analisi ad un errore logico (suo secondo punto), attribuendomi, sbagliando, la falsa idea secondo la quale io
privilegerei
invece il riferimento a indicatori “assoluti” quali impact factor e
numero
di citazioni, da me utilizzati come esempio solo per spiegare il
paradosso
che si è determinato in alcuni Dipartimenti, laddove a venire
premiati
sono
i meno meritevoli. Nel mondo anglo-sassone – che il rettore conosce
bene
–
non esiste una aberrazione tutta Italiana come quella dei Settori scientifico disciplinari (Ssd). Le competenze sono in quel mondo,
da
noi
goffamente preso a riferimento, solo un’espressione culturale, ma
non
costituiscono dei centri di potere. In Italia i Ssd sono delle
corporazioni
di eredità fascista, dove proliferano clientelismo, nepotismo e
altro.
Il
Rettore porta ad esempio, impropriamente, il caso limite della Big
Science
(esempio Fisica Sperimentale) nella quale lavorano molti
ricercatori,
che
producono un numero elevato di pubblicazioni a più nomi, a
differenza
di
quello che si verifica, per esempio, per i fisici teorici. Forse i
tanti
fisici sperimentali che partecipano ad un grande progetto della Big
Science
(come ad esempio la scoperta del bosone di Higgs al Cern) solo lì
per
fare
numero? Forse non c’è alcun merito dei ricercatori che partecipano
a
tali
grandi progetti? Per quanto riguarda l’utilizzo delle mediane,
ritengo
che
un sistema che decide di affidare la valutazione dei meriti
personali
facendo riferimento a valori statistici di gruppi (Ssd), non è
molto
diverso
dal fatto che i Napoletani onesti sono singolarmente costretti a
pagare
polizze assicurative elevatissime solo perché a Napoli ci sarebbero
più
incidenti. I contratti sono personali, non di gruppo. E ogni
ricercatore
deve essere valutato nel merito a livello personale e non sulla
base
di
valutazioni di gruppo. Se la valutazione si riduce all’applicazione
di
algoritmi basta affidare i giudizi a computers, che certamente,
essendo
oggetti stupidi non interpreterebbero, e certamente commetterebbero
meno
errori di tanti qualificati Commissari (tra l’altro con un notevole risparmio per l’Erario). Nel contesto più generale c’è da dire che
per
riformare l’Università Italiana ci sono due draghi da sconfiggere: l’egualitarismo ideologico e ipocrita (che alimenta esso stesso diseguaglianze reali) e il corporativismo cinico di caste e
notabilati
accademici. Il rettore da persona intellettualmente onesta qual è,
sa
benissimo che nei Paesi anglo-sassoni alla base del sistema
valutativo
(che
è sempre personale) c’è un valore fondante assoluto: l’etica
personale.
In
Italia questo valore semplicemente non esiste, e ne deriva che una
cosa
seria, come l’università, sia gestita citando il rettore, come “’a
pazziella
in mano ‘e creature”.
Benedetto De Vivo Prof. Ordinario di Geochimica Ambientale Università di Napoli Federico II DISTAR-Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle
Risorse
Via Mezzocannone 8, 80134 Napoli, Italy Tel. +39-081.2535065; Fax +39-081.2535061 email: bdevivo@unina.it; Web: www.fluidenv.unina.it
Adjunct Prof. Virginia Tech, Blacksburg, VA, USA Chief Editor of Journal of Geochemical Exploration www.elsevier.com/locate/gexplo http://www.sciencedirect.com/science/journal/03756742 Associate Editor of American Mineralogist www.minsocam.org Associate Editor of Mineralogy and Petrology
http://www.springer.com/earth+sciences+and+geography/geology/journal/710
Southern Europe Councillor of the Association of Applied
Geochemists
Geochemical Atlas of Europe (FOREGS) | GEMAS | Geochemistry of
European
Bottled Water | Mineral Waters of Europe
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it]
Per
conto di
Patrizio Dimitri Inviato: Friday, November 22, 2013 2:05 PM A: Università e Ricerca Forum Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: REAZIONE!
Cari colleghi,
Come sapete bene, la situazione negli atenei e nei centri di
ricerca
è
sempre più grave.
Alla cronica e progressiva riduzione dei finanziamenti, ora si è
aggiunta
anche la cancellazione del Prin 2013. La competizione, già molto
serrata,
sta toccando punte inaudite e sta producendo un gioco al massacro
dove
gruppi anche produttivi rischiano di essere spazzati via.
Come se non bastasse, a tutto ciò si sono aggiunte le ripercussioni
dovuto
all'uso della bibliometria automatica e quantitativa dell'Anvur,
per
valutare università, enti di ricerca e ricercatori. Sono sotto gli
occhi
di
tutti i risultati aberranti della recente della VQR. Per non
parlare
delle
ASN con le maree di candidati che si sono presentati, con le
commissioni
nel
caos e con risultati che non rispecchiano necessariamente qualità e originalità della ricerca dei candidati. E che ne dite della storia
delle
mediane per selezionare coordinatori del dottorato e relativi
membri
della
giunta?
Le mediane stanno diventano una pericolosissima arma impropria
finalizzata
ad una vera e propria "eugenetica" della ricerca. E' chiaro che
quelli
che
si ritrovano avvantaggiati dal sistema Anvur siano un po'
recalcitranti a
spingere per modificarlo o abbandonarlo del tutto. Ma io credo che,
al
di là
del tornaconto personale, bisognerebbe avere l'onestà
intellettuale
di
ammettere che la valutazione non è questa e che questo sistema non
può
altro
che accelerare il declino totale di università e ricerca.
Su questi e altri argomenti ho scritto una lettera aperta che è
stata
pubblicata di recente su Europa
http://www.europaquotidiano.it/2013/11/11/caro-letta-universita-e-ricerca-so
no-ancora-figlie-di-un-dio-minore/ e altri articoli apparsi nel tempo sul blog Roars (http://www.roars.it/online), un sito che vi consiglio di
consultare
in
quanto strumento di informazione molto utile per tutti noi.
Segnalo inoltre un bell¹articolo apparso esattamente due anni fa
sempre
su
Roars (in tempi non sospetti), dove Jacopo Meldolesi con una seria
e
approfondita analisi metteva a nudo i vari difetti della
bibliometria
dell'Anvur
http://www.roars.it/online/valutazione-della-ricerca-in-biologia-e-medicina-
si-puo-fare-anche-per-bene/ Jacopo Meldolesi aveva previsto con un certo anticipo i problemi
che
si
sono
creati oggi in seguito all'uso selvaggio delle mediane e vedeva
come
possibile un altro tipo di valutazione, sicuramente più affidabile
e
oggettiva di quella partorita dalle menti eccelse dei sette saggi dell'Anvur. Purtroppo le cose sono andate diversamente.
Oggi quando parlo con molti colleghi, noto un enorme senso di
rabbia
e
delusione, che però sfocia in una triste rassegnazione che sta
avendo
il
sopravvento: si accetta tutto senza fiatare e si pensa solo a
sopravvivere.
Un domani accetteremo anche di pulire i gabinetti, se questo ci
sarà
imposto
dal rettore o dal ministro di turno. Come siamo arrivati a questo
punto?
Non
credo sia giusto, nei nostri confronti ma soprattutto per i più
giovani.
Dobbiamo reagire e pensare a delle forme concrete e vivaci di
reazione
e
di
protesta, allo scopo di ribaltare questa situazione di degrado.
Nel frattempo, credo sia il caso di ravvivare la petizione contro
l¹uso
della bibliometria, che avevamo aperto a giugno scorso: ecco è il
link,
diffondetelo anche tra i giovani http://www.petizioni24.com/forum/60788#1
Un saluto a tutti, Patrizio Dimitri
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie
impostazioni:
https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie
impostazioni:
https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Ciao,
Altra iniziativa interessante, ma chi lo farebbe?? Avrebbe senso solo tra
settori della stessa area...o solo all'interno dello stesso settore.
... si potrebbe procedere per macrosettori, ad esempio, nel mio caso: MAT/xx
E' vero che uno sciopero penalizzerebbe gli studenti, come ogni sciopero
penalizza gli utenti del servizio che viene sospeso, ma è anche innegabile che gli studenti ora sono comunque penalizzati dalla situazione generale, la didattica e i servizi soffrono per i tagli e per lo stop del reclutamento e per la conseguente demotivazione di molti docenti......e le tasse universitarie aumentano...Ha senso mandare avanti la baracca in queste condizioni??
Imho, non ha senso, ma ho come l'impressione che molti studenti non se ne accorgano o facciano finta di non accorgersene... può benissimo essere che abbia una visione distorta, ma ho timore che un diffuso fatalismo stia prendendo il sopravvento anche dei più giovani.
Buon lavoro, LuCa
Il giorno 23 novembre 2013 09:23, Luca di persio dipersioluca@gmail.comha scritto:
Cari tutti, la mia proposta, che non è poi così originale, voleva essere una provocazione, nell'attuarla, infatti, si danneggerebbero non è poco gli incolpevoli (più o meno...) studenti.
Relativamente ai meccanismi di valutazione e mediane varie perché non provare a farli saltare il banco con un approccio alla Bourbaki ?
Si tratterebbe semplicemente di firmare "tutti gli articoli di tutti",
dove
i tutti non sono altro che gli aderenti alla forma di protesta, che ne
dite
?
Buona giornata, LuCa
-- Luca Di Persio - PhD assistant professor of Probability and Mathematical Finance
Dept. Informatics University of Verona strada le Grazie 15 - 37134 Verona - Italy Tel : +39 045 802 7968
Dept. Math University of Trento V. Sommarive, 14 - 38123 Povo - Italy Tel : +39 0461 Il 22/nov/2013 23:05 "Patrizio Dimitri" patrizio.dimitri@uniroma1.it
ha
scritto:
Io sono favorevole al blocco della didattica, ma forse è più fattibile
il
blocco delle Lauree...
A parte questo, si dovrebbe scrivere una lettera perentoria per
chiedere
che nel maxi emendamento alla legge di stabilità sia inserita una
richiesta
per finanziamenti aggiuntivi per non cancellare il Prin 2013
A parte questo, insieme a Patrizia Lavia dell'istituto IBPM del CNR, vorremmo organizzare una riunione tra tutti quelli di noi che hanno
voglia
di reagire. Presto vi farò sapere.
Non so se ci potremo riformare, ma almeno potremmo tentare di
migliorare
alcuni aspetti, ad esempio quello della valutazione.
Buona notte
Il giorno 22 novembre 2013 20:11, Luca di persio dipersioluca@gmail.comha scritto:
Ciao a tutti, la butto lì, dall'alto della mia un'esperienza... blocco della
didattica
?
Buon lavoro a tutti, LuCa
-- Luca Di Persio - PhD assistant professor of Probability and Mathematical Finance
Dept. Informatics University of Verona strada le Grazie 15 - 37134 Verona - Italy Tel : +39 045 802 7968
Dept. Math University of Trento V. Sommarive, 14 - 38123 Povo - Italy Tel : +39 0461 281686 Il 22/nov/2013 19:39 "Benedetto De Vivo" bdevivo@unina.it ha
scritto:
Bè cosa altro si può fare? Io sono sempre disponibile per azioni
che
possano essere più incisive rispetto alla "denuncia" sulla stampa,
anche
se
sono convinto che il "cambiamento" non verrà mai dall'interno della corporazione. Non mi risulta nella storia dell'umanità che una
corporazione
si sia mai auto-riformata. Ma poiché nella vita rimango un
ottimista,
bisogna tentare in tutte le direzioni. Benedetto
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it[mailto: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto
di
Patrizio Dimitri Inviato: venerdì 22 novembre 2013 17.26 A: Università e Ricerca Forum Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: R: REAZIONE!
Caro De Vivo,
Conosco so bene il tuo impegno nel denunciare questi aspetti, il
mio
messaggio voleva essere di incitamento a delle azioni più incisive
da
parte
di tutti noi, insieme.
Patrizio Dimitri
In merito a mediane e altro che ormai impazza nell'Università
trasmetto
miei
2 recenti interventi su La Repubblica-Napoli Cordiali saluti Benedetto
Intervento Così l'Ateneo Federico II premia i meno meritevoli. La Repubblica-Napoli – Lettere & Commenti 20 Settembre 2013, p. X A seguito della cattiva performance dell'Ateneo Federico II,
collocato
nelle
posizioni di coda fra i megatenei Italiani nel ranking redatto
recentemente
dall'ANVUR, c’è stata una pubblica levata di scudi del Rettore
Massimo
Marrelli contro i fannulloni dell’Ateneo che avrebbero
determinato
tale
risultato. Alla fine di Luglio, con grande soddisfazione da parte
di
chi
si
è sempre battuto per la premialità del merito, c’è stata una
Delibera
del
Consiglio di Amministrazione della Federico II, che confermava i
propositi
di Marrelli di favorire in assoluto i più meritevoli per le
prossime
progressioni di carriera. Nel frattempo però c'è stato un altro importantissimo appuntamento: l'emanazione dei criteri per
l'accesso
sia
dei
Ricercatori che dei Docenti nei Collegi di Dottorato di nuova
istituzione,
vale a dire la struttura portante per la formazione di giovani di
alta
specializzazione e professionalità, che rappresenta il fiore
all'occhiello
delle Università più prestigiose al mondo. Tali criteri hanno
prodotto
risultati paradossali che dovrebbero indurre una serie
riflessione
da
parte
del Rettore e del CdA dell'Ateneo. Il regolamento emanato ha
prodotto
infatti risultati che, almeno in parte, vanno esattamente nella
direzione
opposta della premialità del merito, laddove si conferma e si
rafforza
l'assurdo nazionale della valutazione dei meritevoli basato sul
superamento
delle ridicole mediane utilizzate in modo sperequativo con valori
molto
differenti fra i vari Settori Disciplinari. Per i non addetti ai lavori occorre specificare che i
Docenti/Ricercatori in
Italia, sono suddivisi all'interno di ogni Area scientifica (es.,
Medicina,
Ingegneria) in Settori Scientifico Disciplinari (SSD) A, B, C,
etc.
Per
la
valutazione del merito per ogni SSD, è stata calcolata
statisticamente,
per
ogni Docente/Ricercatore afferente a quel Settore, la mediana
relativa
a
parametri bibliometrici, quali l'h-index (H), il numero di
citazioni
ottenute (C) e il numero di pubblicazioni (L) in 10 anni
(2003-2012).
Per
essere definito "bravo" un Docente/Ricercatore, e nel caso del
Regolamento
di Ateneo per ottenere l'accesso al Collegio di Dottorato di
Ricerca,
si
devono superare le mediane di H, C e L, dei potenziali Docenti di
Ruolo
Superiore all'interno del proprio Settore. Se in un Settore
quindi
i
Docenti
di Ruolo Superiore hanno parametri H, C e L, molto bassi (quindi produttività scientifica molto bassa), rispetto a
Docenti/Ricercatori
di
Ruolo Superiore di altro Settore (quindi, Eccellenze
scientifiche)...
ad
essere premiati sono i "fannulloni", non i meritevoli! Questo é
quanto
si è
verificato paradossalmente in alcuni Dipartimenti, fra i quali
quello
di
mia
afferenza, laddove sono risultati idonei per l'accesso nel
Collegio
di
Dottorato, Ricercatori/Docenti di un Settore con valori delle
mediane
di
H,
C e L, rispettivamente di 5, 88 e 9, mentre altri con valori
delle
soglie di
H, C e L, notevolmente superiori, vale a dire rispettivamente di
17,
823
e
25, sono risultati non idonei. Senza nessuna logica scientifica
plausibile,
chi produce di meno vale di più e deve quindi essere premiato!
Come
ha
scritto l'ex Guido Rettore Trombetti su La Repubblica (15.9.13),
Dante
avrebbe chiosato "O insensata cura de' mortali, quanto son
difettivi
sillogismi, quei che ti fanno in basso batter l'ali". La speranza é che l'Ateneo, volendo fare sopravvivere Settori
improduttivi,
sia incorso in un madornale errore di valutazione, non
accorgendosi
che
l'utilizzo delle mediane, così come architettato, non solo è
ingiusto,
ma
appiattisce verso il basso le eccellenze ed istituzionalizza il
demerito.
Bisogna realisticamente tenere presente che le condizioni
strutturali e
culturali del nostro Paese sono ben lontane e differenti del
modello
anglosassone che imitiamo goffamente e solo in superficie.
Auspico
che
l'Ateneo voglia correggere il marchiano paradosso, perché solo la
premialità
dei meritevoli, senza se e senza ma, può costituire un grande
incentivo
per
i giovani che vogliono avviarsi ad attività professionali che
rappresentino
il coronamento delle aspirazioni personali e con esse la fortuna
di
un
intero Paese. Nello stato in cui versa il nostro Paese è di
vitale
importanza riuscire a superare le posizioni culturali volte alla
difesa
corporativa che guardano al passato piuttosto che al futuro, ai
garantiti
invece che ai giovani meritevoli in cerca di lavoro e identità.
Occorre
sempre tener presente che in questo contesto tutto ruota intorno
a
clientele, interessi particolari, dove, cosa più grave di tutto,
gli
intellettuali di valore tacciono... e molti, per calcoli di mera convenienza restano a guardare prigionieri e complici silenti di
situazioni
aberranti come quelle da me sopra descritte. Benedetto De Vivo
L'intervento che segue è in risposta ad una risposta del mio
Rettore
all'intervento del 20 Settembre
Intervento Le valutazioni della Federico II La Repubblica-Napoli - Lettere & Commenti - La parola ai Lettori 25 Settembre 2013 Il Rettore della Federico II ha risposto ieri, su queste
colonne, a
mio
articolo su La Repubblica-Napoli del 20 settembre nel quale
sostenevo
che la
Federico II dà un pessimo segnale in direzione della premialità
dei
meritevoli in quanto si rafforza l’assurdo nazionale della
valutazione
dei
meritevoli basato sul superamento delle mediane utilizzate in
modo
assolutamente sperequativo fra i vari settori scientifico
disciplinari.
Rispetto al primo punto del Rettore, ribadisco quanto scritto in
miei
precedenti articoli (“Repubblica” del 12 febbraio, 7 maggio e 21
luglio)
nei
quali rimarcavo che se è vero che esistono storture a livello
nazionale
derivanti da direttive MIUR, è anche vero che a livello locale si
potrebbe
fare tantissimo. Ma questo finora non si è verificato. Inoltre
il
Rettore
associa la mia analisi ad un errore logico (suo secondo punto), attribuendomi, sbagliando, la falsa idea secondo la quale io
privilegerei
invece il riferimento a indicatori “assoluti” quali impact
factor e
numero
di citazioni, da me utilizzati come esempio solo per spiegare il
paradosso
che si è determinato in alcuni Dipartimenti, laddove a venire
premiati
sono
i meno meritevoli. Nel mondo anglo-sassone – che il rettore
conosce
bene
–
non esiste una aberrazione tutta Italiana come quella dei Settori scientifico disciplinari (Ssd). Le competenze sono in quel mondo,
da
noi
goffamente preso a riferimento, solo un’espressione culturale, ma
non
costituiscono dei centri di potere. In Italia i Ssd sono delle
corporazioni
di eredità fascista, dove proliferano clientelismo, nepotismo e
altro.
Il
Rettore porta ad esempio, impropriamente, il caso limite della
Big
Science
(esempio Fisica Sperimentale) nella quale lavorano molti
ricercatori,
che
producono un numero elevato di pubblicazioni a più nomi, a
differenza
di
quello che si verifica, per esempio, per i fisici teorici. Forse
i
tanti
fisici sperimentali che partecipano ad un grande progetto della
Big
Science
(come ad esempio la scoperta del bosone di Higgs al Cern) solo lì
per
fare
numero? Forse non c’è alcun merito dei ricercatori che
partecipano
a
tali
grandi progetti? Per quanto riguarda l’utilizzo delle mediane,
ritengo
che
un sistema che decide di affidare la valutazione dei meriti
personali
facendo riferimento a valori statistici di gruppi (Ssd), non è
molto
diverso
dal fatto che i Napoletani onesti sono singolarmente costretti a
pagare
polizze assicurative elevatissime solo perché a Napoli ci
sarebbero
più
incidenti. I contratti sono personali, non di gruppo. E ogni
ricercatore
deve essere valutato nel merito a livello personale e non sulla
base
di
valutazioni di gruppo. Se la valutazione si riduce
all’applicazione
di
algoritmi basta affidare i giudizi a computers, che certamente,
essendo
oggetti stupidi non interpreterebbero, e certamente
commetterebbero
meno
errori di tanti qualificati Commissari (tra l’altro con un
notevole
risparmio per l’Erario). Nel contesto più generale c’è da dire
che
per
riformare l’Università Italiana ci sono due draghi da
sconfiggere:
l’egualitarismo ideologico e ipocrita (che alimenta esso stesso diseguaglianze reali) e il corporativismo cinico di caste e
notabilati
accademici. Il rettore da persona intellettualmente onesta qual
è,
sa
benissimo che nei Paesi anglo-sassoni alla base del sistema
valutativo
(che
è sempre personale) c’è un valore fondante assoluto: l’etica
personale.
In
Italia questo valore semplicemente non esiste, e ne deriva che
una
cosa
seria, come l’università, sia gestita citando il rettore, come
“’a
pazziella
in mano ‘e creature”.
Benedetto De Vivo Prof. Ordinario di Geochimica Ambientale Università di Napoli Federico II DISTAR-Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle
Risorse
Via Mezzocannone 8, 80134 Napoli, Italy Tel. +39-081.2535065; Fax +39-081.2535061 email: bdevivo@unina.it; Web: www.fluidenv.unina.it
Adjunct Prof. Virginia Tech, Blacksburg, VA, USA Chief Editor of Journal of Geochemical Exploration www.elsevier.com/locate/gexplo http://www.sciencedirect.com/science/journal/03756742 Associate Editor of American Mineralogist www.minsocam.org Associate Editor of Mineralogy and Petrology
http://www.springer.com/earth+sciences+and+geography/geology/journal/710
Southern Europe Councillor of the Association of Applied
Geochemists
Geochemical Atlas of Europe (FOREGS) | GEMAS | Geochemistry of
European
Bottled Water | Mineral Waters of Europe
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it]
Per
conto di
Patrizio Dimitri Inviato: Friday, November 22, 2013 2:05 PM A: Università e Ricerca Forum Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: REAZIONE!
Cari colleghi,
Come sapete bene, la situazione negli atenei e nei centri di
ricerca
è
sempre più grave.
Alla cronica e progressiva riduzione dei finanziamenti, ora si è
aggiunta
anche la cancellazione del Prin 2013. La competizione, già molto
serrata,
sta toccando punte inaudite e sta producendo un gioco al massacro
dove
gruppi anche produttivi rischiano di essere spazzati via.
Come se non bastasse, a tutto ciò si sono aggiunte le
ripercussioni
dovuto
all'uso della bibliometria automatica e quantitativa dell'Anvur,
per
valutare università, enti di ricerca e ricercatori. Sono sotto
gli
occhi
di
tutti i risultati aberranti della recente della VQR. Per non
parlare
delle
ASN con le maree di candidati che si sono presentati, con le
commissioni
nel
caos e con risultati che non rispecchiano necessariamente
qualità e
originalità della ricerca dei candidati. E che ne dite della
storia
delle
mediane per selezionare coordinatori del dottorato e relativi
membri
della
giunta?
Le mediane stanno diventano una pericolosissima arma impropria
finalizzata
ad una vera e propria "eugenetica" della ricerca. E' chiaro che
quelli
che
si ritrovano avvantaggiati dal sistema Anvur siano un po'
recalcitranti a
spingere per modificarlo o abbandonarlo del tutto. Ma io credo
che,
al
di là
del tornaconto personale, bisognerebbe avere l'onestà
intellettuale
di
ammettere che la valutazione non è questa e che questo sistema
non
può
altro
che accelerare il declino totale di università e ricerca.
Su questi e altri argomenti ho scritto una lettera aperta che è
stata
pubblicata di recente su Europa
http://www.europaquotidiano.it/2013/11/11/caro-letta-universita-e-ricerca-so
no-ancora-figlie-di-un-dio-minore/ e altri articoli apparsi nel tempo sul blog Roars (http://www.roars.it/online), un sito che vi consiglio di
consultare
in
quanto strumento di informazione molto utile per tutti noi.
Segnalo inoltre un bell¹articolo apparso esattamente due anni fa
sempre
su
Roars (in tempi non sospetti), dove Jacopo Meldolesi con una
seria
e
approfondita analisi metteva a nudo i vari difetti della
bibliometria
dell'Anvur
http://www.roars.it/online/valutazione-della-ricerca-in-biologia-e-medicina-
si-puo-fare-anche-per-bene/ Jacopo Meldolesi aveva previsto con un certo anticipo i problemi
che
si
sono
creati oggi in seguito all'uso selvaggio delle mediane e vedeva
come
possibile un altro tipo di valutazione, sicuramente più
affidabile
e
oggettiva di quella partorita dalle menti eccelse dei sette saggi dell'Anvur. Purtroppo le cose sono andate diversamente.
Oggi quando parlo con molti colleghi, noto un enorme senso di
rabbia
e
delusione, che però sfocia in una triste rassegnazione che sta
avendo
il
sopravvento: si accetta tutto senza fiatare e si pensa solo a
sopravvivere.
Un domani accetteremo anche di pulire i gabinetti, se questo ci
sarà
imposto
dal rettore o dal ministro di turno. Come siamo arrivati a questo
punto?
Non
credo sia giusto, nei nostri confronti ma soprattutto per i più
giovani.
Dobbiamo reagire e pensare a delle forme concrete e vivaci di
reazione
e
di
protesta, allo scopo di ribaltare questa situazione di degrado.
Nel frattempo, credo sia il caso di ravvivare la petizione contro
l¹uso
della bibliometria, che avevamo aperto a giugno scorso: ecco è il
link,
diffondetelo anche tra i giovani http://www.petizioni24.com/forum/60788#1
Un saluto a tutti, Patrizio Dimitri
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie
impostazioni:
https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie
impostazioni:
https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Io credo che una protesta CONTRO la valutazione (così verrebbe letta) abbia bisogno come minimo di alternative serie. Non dimentichiamo da cosa siamo partiti: decenni di concorsi gestiti, diciamo così, in modo non trasparentissimo nè molto omogeneo tra settori e sedi. Credo che se, semplicemente, dessimo l'idea di volertornare all'antico, con tutto quel che ne segue, non otterremmo gran che. Saluti Alessio Papini
----- Messaggio da dipersioluca@gmail.com --------- Data: Fri, 22 Nov 2013 20:11:13 +0100 Da: Luca di persio dipersioluca@gmail.com Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: R: R: REAZIONE! A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
Ciao a tutti, la butto lì, dall'alto della mia un'esperienza... blocco della didattica ?
Buon lavoro a tutti, LuCa
-- Luca Di Persio - PhD assistant professor of Probability and Mathematical Finance
Dept. Informatics University of Verona strada le Grazie 15 - 37134 Verona - Italy Tel : +39 045 802 7968
Dept. Math University of Trento V. Sommarive, 14 - 38123 Povo - Italy Tel : +39 0461 281686 Il 22/nov/2013 19:39 "Benedetto De Vivo" bdevivo@unina.it ha scritto:
Bè cosa altro si può fare? Io sono sempre disponibile per azioni che possano essere più incisive rispetto alla "denuncia" sulla stampa, anche se sono convinto che il "cambiamento" non verrà mai dall'interno della corporazione. Non mi risulta nella storia dell'umanità che una corporazione si sia mai auto-riformata. Ma poiché nella vita rimango un ottimista, bisogna tentare in tutte le direzioni. Benedetto
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Patrizio Dimitri Inviato: venerdì 22 novembre 2013 17.26 A: Università e Ricerca Forum Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: R: REAZIONE!
Caro De Vivo,
Conosco so bene il tuo impegno nel denunciare questi aspetti, il mio messaggio voleva essere di incitamento a delle azioni più incisive da parte di tutti noi, insieme.
Patrizio Dimitri
In merito a mediane e altro che ormai impazza nell'Università trasmetto
miei
2 recenti interventi su La Repubblica-Napoli Cordiali saluti Benedetto
Intervento Così l'Ateneo Federico II premia i meno meritevoli. La Repubblica-Napoli - Lettere & Commenti 20 Settembre 2013, p. X A seguito della cattiva performance dell'Ateneo Federico II, collocato
nelle
posizioni di coda fra i megatenei Italiani nel ranking redatto
recentemente
dall'ANVUR, c'è stata una pubblica levata di scudi del Rettore Massimo Marrelli contro i fannulloni dell'Ateneo che avrebbero determinato tale risultato. Alla fine di Luglio, con grande soddisfazione da parte di chi
si
è sempre battuto per la premialità del merito, c'è stata una Delibera del Consiglio di Amministrazione della Federico II, che confermava i
propositi
di Marrelli di favorire in assoluto i più meritevoli per le prossime progressioni di carriera. Nel frattempo però c'è stato un altro importantissimo appuntamento: l'emanazione dei criteri per l'accesso sia
dei
Ricercatori che dei Docenti nei Collegi di Dottorato di nuova
istituzione,
vale a dire la struttura portante per la formazione di giovani di alta specializzazione e professionalità, che rappresenta il fiore
all'occhiello
delle Università più prestigiose al mondo. Tali criteri hanno prodotto risultati paradossali che dovrebbero indurre una serie riflessione da
parte
del Rettore e del CdA dell'Ateneo. Il regolamento emanato ha prodotto infatti risultati che, almeno in parte, vanno esattamente nella direzione opposta della premialità del merito, laddove si conferma e si rafforza l'assurdo nazionale della valutazione dei meritevoli basato sul
superamento
delle ridicole mediane utilizzate in modo sperequativo con valori molto differenti fra i vari Settori Disciplinari. Per i non addetti ai lavori occorre specificare che i
Docenti/Ricercatori in
Italia, sono suddivisi all'interno di ogni Area scientifica (es.,
Medicina,
Ingegneria) in Settori Scientifico Disciplinari (SSD) A, B, C, etc. Per
la
valutazione del merito per ogni SSD, è stata calcolata statisticamente,
per
ogni Docente/Ricercatore afferente a quel Settore, la mediana relativa a parametri bibliometrici, quali l'h-index (H), il numero di citazioni ottenute (C) e il numero di pubblicazioni (L) in 10 anni (2003-2012). Per essere definito "bravo" un Docente/Ricercatore, e nel caso del
Regolamento
di Ateneo per ottenere l'accesso al Collegio di Dottorato di Ricerca, si devono superare le mediane di H, C e L, dei potenziali Docenti di Ruolo Superiore all'interno del proprio Settore. Se in un Settore quindi i
Docenti
di Ruolo Superiore hanno parametri H, C e L, molto bassi (quindi produttività scientifica molto bassa), rispetto a Docenti/Ricercatori di Ruolo Superiore di altro Settore (quindi, Eccellenze scientifiche)... ad essere premiati sono i "fannulloni", non i meritevoli! Questo é quanto
si è
verificato paradossalmente in alcuni Dipartimenti, fra i quali quello di
mia
afferenza, laddove sono risultati idonei per l'accesso nel Collegio di Dottorato, Ricercatori/Docenti di un Settore con valori delle mediane di
H,
C e L, rispettivamente di 5, 88 e 9, mentre altri con valori delle
soglie di
H, C e L, notevolmente superiori, vale a dire rispettivamente di 17, 823
e
25, sono risultati non idonei. Senza nessuna logica scientifica
plausibile,
chi produce di meno vale di più e deve quindi essere premiato! Come ha scritto l'ex Guido Rettore Trombetti su La Repubblica (15.9.13), Dante avrebbe chiosato "O insensata cura de' mortali, quanto son difettivi sillogismi, quei che ti fanno in basso batter l'ali". La speranza é che l'Ateneo, volendo fare sopravvivere Settori
improduttivi,
sia incorso in un madornale errore di valutazione, non accorgendosi che l'utilizzo delle mediane, così come architettato, non solo è ingiusto, ma appiattisce verso il basso le eccellenze ed istituzionalizza il demerito. Bisogna realisticamente tenere presente che le condizioni strutturali e culturali del nostro Paese sono ben lontane e differenti del modello anglosassone che imitiamo goffamente e solo in superficie. Auspico che l'Ateneo voglia correggere il marchiano paradosso, perché solo la
premialità
dei meritevoli, senza se e senza ma, può costituire un grande incentivo
per
i giovani che vogliono avviarsi ad attività professionali che
rappresentino
il coronamento delle aspirazioni personali e con esse la fortuna di un intero Paese. Nello stato in cui versa il nostro Paese è di vitale importanza riuscire a superare le posizioni culturali volte alla difesa corporativa che guardano al passato piuttosto che al futuro, ai garantiti invece che ai giovani meritevoli in cerca di lavoro e identità. Occorre sempre tener presente che in questo contesto tutto ruota intorno a clientele, interessi particolari, dove, cosa più grave di tutto, gli intellettuali di valore tacciono... e molti, per calcoli di mera convenienza restano a guardare prigionieri e complici silenti di
situazioni
aberranti come quelle da me sopra descritte. Benedetto De Vivo
L'intervento che segue è in risposta ad una risposta del mio Rettore all'intervento del 20 Settembre
Intervento Le valutazioni della Federico II La Repubblica-Napoli - Lettere & Commenti - La parola ai Lettori 25 Settembre 2013 Il Rettore della Federico II ha risposto ieri, su queste colonne, a mio articolo su La Repubblica-Napoli del 20 settembre nel quale sostenevo
che la
Federico II dà un pessimo segnale in direzione della premialità dei meritevoli in quanto si rafforza l'assurdo nazionale della valutazione
dei
meritevoli basato sul superamento delle mediane utilizzate in modo assolutamente sperequativo fra i vari settori scientifico disciplinari. Rispetto al primo punto del Rettore, ribadisco quanto scritto in miei precedenti articoli ("Repubblica" del 12 febbraio, 7 maggio e 21 luglio)
nei
quali rimarcavo che se è vero che esistono storture a livello nazionale derivanti da direttive MIUR, è anche vero che a livello locale si
potrebbe
fare tantissimo. Ma questo finora non si è verificato. Inoltre il
Rettore
associa la mia analisi ad un errore logico (suo secondo punto), attribuendomi, sbagliando, la falsa idea secondo la quale io privilegerei invece il riferimento a indicatori "assoluti" quali impact factor e
numero
di citazioni, da me utilizzati come esempio solo per spiegare il
paradosso
che si è determinato in alcuni Dipartimenti, laddove a venire premiati
sono
i meno meritevoli. Nel mondo anglo-sassone - che il rettore conosce bene
non esiste una aberrazione tutta Italiana come quella dei Settori scientifico disciplinari (Ssd). Le competenze sono in quel mondo, da noi goffamente preso a riferimento, solo un'espressione culturale, ma non costituiscono dei centri di potere. In Italia i Ssd sono delle
corporazioni
di eredità fascista, dove proliferano clientelismo, nepotismo e altro. Il Rettore porta ad esempio, impropriamente, il caso limite della Big
Science
(esempio Fisica Sperimentale) nella quale lavorano molti ricercatori, che producono un numero elevato di pubblicazioni a più nomi, a differenza di quello che si verifica, per esempio, per i fisici teorici. Forse i tanti fisici sperimentali che partecipano ad un grande progetto della Big
Science
(come ad esempio la scoperta del bosone di Higgs al Cern) solo lì per
fare
numero? Forse non c'è alcun merito dei ricercatori che partecipano a tali grandi progetti? Per quanto riguarda l'utilizzo delle mediane, ritengo
che
un sistema che decide di affidare la valutazione dei meriti personali facendo riferimento a valori statistici di gruppi (Ssd), non è molto
diverso
dal fatto che i Napoletani onesti sono singolarmente costretti a pagare polizze assicurative elevatissime solo perché a Napoli ci sarebbero più incidenti. I contratti sono personali, non di gruppo. E ogni ricercatore deve essere valutato nel merito a livello personale e non sulla base di valutazioni di gruppo. Se la valutazione si riduce all'applicazione di algoritmi basta affidare i giudizi a computers, che certamente, essendo oggetti stupidi non interpreterebbero, e certamente commetterebbero meno errori di tanti qualificati Commissari (tra l'altro con un notevole risparmio per l'Erario). Nel contesto più generale c'è da dire che per riformare l'Università Italiana ci sono due draghi da sconfiggere: l'egualitarismo ideologico e ipocrita (che alimenta esso stesso diseguaglianze reali) e il corporativismo cinico di caste e notabilati accademici. Il rettore da persona intellettualmente onesta qual è, sa benissimo che nei Paesi anglo-sassoni alla base del sistema valutativo
(che
è sempre personale) c'è un valore fondante assoluto: l'etica personale.
In
Italia questo valore semplicemente non esiste, e ne deriva che una cosa seria, come l'università, sia gestita citando il rettore, come "'a
pazziella
in mano 'e creature".
Benedetto De Vivo Prof. Ordinario di Geochimica Ambientale Università di Napoli Federico II DISTAR-Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle Risorse Via Mezzocannone 8, 80134 Napoli, Italy Tel. +39-081.2535065; Fax +39-081.2535061 email: bdevivo@unina.it; Web: www.fluidenv.unina.it
Adjunct Prof. Virginia Tech, Blacksburg, VA, USA Chief Editor of Journal of Geochemical Exploration www.elsevier.com/locate/gexplo http://www.sciencedirect.com/science/journal/03756742 Associate Editor of American Mineralogist www.minsocam.org Associate Editor of Mineralogy and Petrology http://www.springer.com/earth+sciences+and+geography/geology/journal/710 Southern Europe Councillor of the Association of Applied Geochemists
Geochemical Atlas of Europe (FOREGS) | GEMAS | Geochemistry of European Bottled Water | Mineral Waters of Europe
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per
conto di
Patrizio Dimitri Inviato: Friday, November 22, 2013 2:05 PM A: Università e Ricerca Forum Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: REAZIONE!
Cari colleghi,
Come sapete bene, la situazione negli atenei e nei centri di ricerca è sempre più grave.
Alla cronica e progressiva riduzione dei finanziamenti, ora si è aggiunta anche la cancellazione del Prin 2013. La competizione, già molto serrata, sta toccando punte inaudite e sta producendo un gioco al massacro dove gruppi anche produttivi rischiano di essere spazzati via.
Come se non bastasse, a tutto ciò si sono aggiunte le ripercussioni
dovuto
all'uso della bibliometria automatica e quantitativa dell'Anvur, per valutare università, enti di ricerca e ricercatori. Sono sotto gli occhi
di
tutti i risultati aberranti della recente della VQR. Per non parlare
delle
ASN con le maree di candidati che si sono presentati, con le commissioni
nel
caos e con risultati che non rispecchiano necessariamente qualità e originalità della ricerca dei candidati. E che ne dite della storia delle mediane per selezionare coordinatori del dottorato e relativi membri
della
giunta?
Le mediane stanno diventano una pericolosissima arma impropria
finalizzata
ad una vera e propria "eugenetica" della ricerca. E' chiaro che quelli
che
si ritrovano avvantaggiati dal sistema Anvur siano un po' recalcitranti a spingere per modificarlo o abbandonarlo del tutto. Ma io credo che, al
di là
del tornaconto personale, bisognerebbe avere l'onestà intellettuale di ammettere che la valutazione non è questa e che questo sistema non può
altro
che accelerare il declino totale di università e ricerca.
Su questi e altri argomenti ho scritto una lettera aperta che è stata pubblicata di recente su Europa
http://www.europaquotidiano.it/2013/11/11/caro-letta-universita-e-ricerca-so
no-ancora-figlie-di-un-dio-minore/ e altri articoli apparsi nel tempo sul blog Roars (http://www.roars.it/online), un sito che vi consiglio di consultare in quanto strumento di informazione molto utile per tutti noi.
Segnalo inoltre un bell¹articolo apparso esattamente due anni fa sempre
su
Roars (in tempi non sospetti), dove Jacopo Meldolesi con una seria e approfondita analisi metteva a nudo i vari difetti della bibliometria dell'Anvur
http://www.roars.it/online/valutazione-della-ricerca-in-biologia-e-medicina-
si-puo-fare-anche-per-bene/ Jacopo Meldolesi aveva previsto con un certo anticipo i problemi che si
sono
creati oggi in seguito all'uso selvaggio delle mediane e vedeva come possibile un altro tipo di valutazione, sicuramente più affidabile e oggettiva di quella partorita dalle menti eccelse dei sette saggi dell'Anvur. Purtroppo le cose sono andate diversamente.
Oggi quando parlo con molti colleghi, noto un enorme senso di rabbia e delusione, che però sfocia in una triste rassegnazione che sta avendo il sopravvento: si accetta tutto senza fiatare e si pensa solo a
sopravvivere.
Un domani accetteremo anche di pulire i gabinetti, se questo ci sarà
imposto
dal rettore o dal ministro di turno. Come siamo arrivati a questo punto?
Non
credo sia giusto, nei nostri confronti ma soprattutto per i più giovani. Dobbiamo reagire e pensare a delle forme concrete e vivaci di reazione e
di
protesta, allo scopo di ribaltare questa situazione di degrado.
Nel frattempo, credo sia il caso di ravvivare la petizione contro l¹uso della bibliometria, che avevamo aperto a giugno scorso: ecco è il link, diffondetelo anche tra i giovani http://www.petizioni24.com/forum/60788#1
Un saluto a tutti, Patrizio Dimitri
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie
impostazioni:
https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie
impostazioni:
https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
----- Fine del messaggio da dipersioluca@gmail.com -----
Non si tratta di tornare all'antico, solo di avere l'onestà intellettuale di ammettere che così non va, che questo sistema, a parte delle eccezioni, sta stravolgendo i valori in campo, le mediane sono ormai una potente arma usata impropriamente, avete visto che sta succedendo per i dottorati? Tra l'altro nella petizione si propongono sistemi di valutazione internazionalmente riconosciuti e si fa riferimento all'etica della responsabilità, ovvero chiamate dirette con valutazione ex-post. Non è la cosa che preferisco, ma meglio di questa roba delle mediane......
Il giorno 25 novembre 2013 10:23, Alessio Papini alessio.papini@unifi.itha scritto:
Io credo che una protesta CONTRO la valutazione (così verrebbe letta) abbia bisogno come minimo di alternative serie. Non dimentichiamo da cosa siamo partiti: decenni di concorsi gestiti, diciamo così, in modo non trasparentissimo nè molto omogeneo tra settori e sedi. Credo che se, semplicemente, dessimo l'idea di volertornare all'antico, con tutto quel che ne segue, non otterremmo gran che. Saluti Alessio Papini
----- Messaggio da dipersioluca@gmail.com --------- Data: Fri, 22 Nov 2013 20:11:13 +0100 Da: Luca di persio dipersioluca@gmail.com Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: R: R: REAZIONE! A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
Ciao a tutti, la butto lì, dall'alto della mia un'esperienza... blocco della didattica
?
Buon lavoro a tutti, LuCa
-- Luca Di Persio - PhD assistant professor of Probability and Mathematical Finance
Dept. Informatics University of Verona strada le Grazie 15 - 37134 Verona - Italy Tel : +39 045 802 7968
Dept. Math University of Trento V. Sommarive, 14 - 38123 Povo - Italy Tel : +39 0461 281686 Il 22/nov/2013 19:39 "Benedetto De Vivo" bdevivo@unina.it ha scritto:
Bè cosa altro si può fare? Io sono sempre disponibile per azioni che possano essere più incisive rispetto alla "denuncia" sulla stampa,
anche se
sono convinto che il "cambiamento" non verrà mai dall'interno della corporazione. Non mi risulta nella storia dell'umanità che una
corporazione
si sia mai auto-riformata. Ma poiché nella vita rimango un ottimista, bisogna tentare in tutte le direzioni. Benedetto
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Patrizio Dimitri Inviato: venerdì 22 novembre 2013 17.26 A: Università e Ricerca Forum Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: R: REAZIONE!
Caro De Vivo,
Conosco so bene il tuo impegno nel denunciare questi aspetti, il mio messaggio voleva essere di incitamento a delle azioni più incisive da
parte
di tutti noi, insieme.
Patrizio Dimitri
In merito a mediane e altro che ormai impazza nell'Università
trasmetto
miei
2 recenti interventi su La Repubblica-Napoli Cordiali saluti Benedetto
Intervento Così l'Ateneo Federico II premia i meno meritevoli. La Repubblica-Napoli - Lettere & Commenti 20 Settembre 2013, p. X A seguito della cattiva performance dell'Ateneo Federico II, collocato
nelle
posizioni di coda fra i megatenei Italiani nel ranking redatto
recentemente
dall'ANVUR, c'è stata una pubblica levata di scudi del Rettore Massimo Marrelli contro i fannulloni dell'Ateneo che avrebbero determinato
tale
risultato. Alla fine di Luglio, con grande soddisfazione da parte di
chi
si
è sempre battuto per la premialità del merito, c'è stata una Delibera
del
Consiglio di Amministrazione della Federico II, che confermava i
propositi
di Marrelli di favorire in assoluto i più meritevoli per le prossime progressioni di carriera. Nel frattempo però c'è stato un altro importantissimo appuntamento: l'emanazione dei criteri per l'accesso
sia
dei
Ricercatori che dei Docenti nei Collegi di Dottorato di nuova
istituzione,
vale a dire la struttura portante per la formazione di giovani di alta specializzazione e professionalità, che rappresenta il fiore
all'occhiello
delle Università più prestigiose al mondo. Tali criteri hanno prodotto risultati paradossali che dovrebbero indurre una serie riflessione da
parte
del Rettore e del CdA dell'Ateneo. Il regolamento emanato ha prodotto infatti risultati che, almeno in parte, vanno esattamente nella
direzione
opposta della premialità del merito, laddove si conferma e si rafforza l'assurdo nazionale della valutazione dei meritevoli basato sul
superamento
delle ridicole mediane utilizzate in modo sperequativo con valori
molto
differenti fra i vari Settori Disciplinari. Per i non addetti ai lavori occorre specificare che i
Docenti/Ricercatori in
Italia, sono suddivisi all'interno di ogni Area scientifica (es.,
Medicina,
Ingegneria) in Settori Scientifico Disciplinari (SSD) A, B, C, etc.
Per
la
valutazione del merito per ogni SSD, è stata calcolata
statisticamente,
per
ogni Docente/Ricercatore afferente a quel Settore, la mediana
relativa a
parametri bibliometrici, quali l'h-index (H), il numero di citazioni ottenute (C) e il numero di pubblicazioni (L) in 10 anni (2003-2012).
Per
essere definito "bravo" un Docente/Ricercatore, e nel caso del
Regolamento
di Ateneo per ottenere l'accesso al Collegio di Dottorato di Ricerca,
si
devono superare le mediane di H, C e L, dei potenziali Docenti di
Ruolo
Superiore all'interno del proprio Settore. Se in un Settore quindi i
Docenti
di Ruolo Superiore hanno parametri H, C e L, molto bassi (quindi produttività scientifica molto bassa), rispetto a Docenti/Ricercatori
di
Ruolo Superiore di altro Settore (quindi, Eccellenze scientifiche)...
ad
essere premiati sono i "fannulloni", non i meritevoli! Questo é quanto
si è
verificato paradossalmente in alcuni Dipartimenti, fra i quali quello
di
mia
afferenza, laddove sono risultati idonei per l'accesso nel Collegio di Dottorato, Ricercatori/Docenti di un Settore con valori delle mediane
di
H,
C e L, rispettivamente di 5, 88 e 9, mentre altri con valori delle
soglie di
H, C e L, notevolmente superiori, vale a dire rispettivamente di 17,
823
e
25, sono risultati non idonei. Senza nessuna logica scientifica
plausibile,
chi produce di meno vale di più e deve quindi essere premiato! Come ha scritto l'ex Guido Rettore Trombetti su La Repubblica (15.9.13), Dante avrebbe chiosato "O insensata cura de' mortali, quanto son difettivi sillogismi, quei che ti fanno in basso batter l'ali". La speranza é che l'Ateneo, volendo fare sopravvivere Settori
improduttivi,
sia incorso in un madornale errore di valutazione, non accorgendosi
che
l'utilizzo delle mediane, così come architettato, non solo è
ingiusto, ma
appiattisce verso il basso le eccellenze ed istituzionalizza il
demerito.
Bisogna realisticamente tenere presente che le condizioni strutturali
e
culturali del nostro Paese sono ben lontane e differenti del modello anglosassone che imitiamo goffamente e solo in superficie. Auspico che l'Ateneo voglia correggere il marchiano paradosso, perché solo la
premialità
dei meritevoli, senza se e senza ma, può costituire un grande
incentivo
per
i giovani che vogliono avviarsi ad attività professionali che
rappresentino
il coronamento delle aspirazioni personali e con esse la fortuna di un intero Paese. Nello stato in cui versa il nostro Paese è di vitale importanza riuscire a superare le posizioni culturali volte alla
difesa
corporativa che guardano al passato piuttosto che al futuro, ai
garantiti
invece che ai giovani meritevoli in cerca di lavoro e identità.
Occorre
sempre tener presente che in questo contesto tutto ruota intorno a clientele, interessi particolari, dove, cosa più grave di tutto, gli intellettuali di valore tacciono... e molti, per calcoli di mera convenienza restano a guardare prigionieri e complici silenti di
situazioni
aberranti come quelle da me sopra descritte. Benedetto De Vivo
L'intervento che segue è in risposta ad una risposta del mio Rettore all'intervento del 20 Settembre
Intervento Le valutazioni della Federico II La Repubblica-Napoli - Lettere & Commenti - La parola ai Lettori 25 Settembre 2013 Il Rettore della Federico II ha risposto ieri, su queste colonne, a
mio
articolo su La Repubblica-Napoli del 20 settembre nel quale sostenevo
che la
Federico II dà un pessimo segnale in direzione della premialità dei meritevoli in quanto si rafforza l'assurdo nazionale della valutazione
dei
meritevoli basato sul superamento delle mediane utilizzate in modo assolutamente sperequativo fra i vari settori scientifico
disciplinari.
Rispetto al primo punto del Rettore, ribadisco quanto scritto in miei precedenti articoli ("Repubblica" del 12 febbraio, 7 maggio e 21
luglio)
nei
quali rimarcavo che se è vero che esistono storture a livello
nazionale
derivanti da direttive MIUR, è anche vero che a livello locale si
potrebbe
fare tantissimo. Ma questo finora non si è verificato. Inoltre il
Rettore
associa la mia analisi ad un errore logico (suo secondo punto), attribuendomi, sbagliando, la falsa idea secondo la quale io
privilegerei
invece il riferimento a indicatori "assoluti" quali impact factor e
numero
di citazioni, da me utilizzati come esempio solo per spiegare il
paradosso
che si è determinato in alcuni Dipartimenti, laddove a venire premiati
sono
i meno meritevoli. Nel mondo anglo-sassone - che il rettore conosce
bene
non esiste una aberrazione tutta Italiana come quella dei Settori scientifico disciplinari (Ssd). Le competenze sono in quel mondo, da
noi
goffamente preso a riferimento, solo un'espressione culturale, ma non costituiscono dei centri di potere. In Italia i Ssd sono delle
corporazioni
di eredità fascista, dove proliferano clientelismo, nepotismo e
altro. Il
Rettore porta ad esempio, impropriamente, il caso limite della Big
Science
(esempio Fisica Sperimentale) nella quale lavorano molti ricercatori,
che
producono un numero elevato di pubblicazioni a più nomi, a differenza
di
quello che si verifica, per esempio, per i fisici teorici. Forse i
tanti
fisici sperimentali che partecipano ad un grande progetto della Big
Science
(come ad esempio la scoperta del bosone di Higgs al Cern) solo lì per
fare
numero? Forse non c'è alcun merito dei ricercatori che partecipano a
tali
grandi progetti? Per quanto riguarda l'utilizzo delle mediane, ritengo
che
un sistema che decide di affidare la valutazione dei meriti personali facendo riferimento a valori statistici di gruppi (Ssd), non è molto
diverso
dal fatto che i Napoletani onesti sono singolarmente costretti a
pagare
polizze assicurative elevatissime solo perché a Napoli ci sarebbero
più
incidenti. I contratti sono personali, non di gruppo. E ogni
ricercatore
deve essere valutato nel merito a livello personale e non sulla base
di
valutazioni di gruppo. Se la valutazione si riduce all'applicazione di algoritmi basta affidare i giudizi a computers, che certamente,
essendo
oggetti stupidi non interpreterebbero, e certamente commetterebbero
meno
errori di tanti qualificati Commissari (tra l'altro con un notevole risparmio per l'Erario). Nel contesto più generale c'è da dire che per riformare l'Università Italiana ci sono due draghi da sconfiggere: l'egualitarismo ideologico e ipocrita (che alimenta esso stesso diseguaglianze reali) e il corporativismo cinico di caste e notabilati accademici. Il rettore da persona intellettualmente onesta qual è, sa benissimo che nei Paesi anglo-sassoni alla base del sistema valutativo
(che
è sempre personale) c'è un valore fondante assoluto: l'etica
personale.
In
Italia questo valore semplicemente non esiste, e ne deriva che una
cosa
seria, come l'università, sia gestita citando il rettore, come "'a
pazziella
in mano 'e creature".
Benedetto De Vivo Prof. Ordinario di Geochimica Ambientale Università di Napoli Federico II DISTAR-Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle
Risorse
Via Mezzocannone 8, 80134 Napoli, Italy Tel. +39-081.2535065; Fax +39-081.2535061 email: bdevivo@unina.it; Web: www.fluidenv.unina.it
Adjunct Prof. Virginia Tech, Blacksburg, VA, USA Chief Editor of Journal of Geochemical Exploration www.elsevier.com/locate/gexplo http://www.sciencedirect.com/science/journal/03756742 Associate Editor of American Mineralogist www.minsocam.org Associate Editor of Mineralogy and Petrology
http://www.springer.com/earth+sciences+and+geography/geology/journal/710
Southern Europe Councillor of the Association of Applied Geochemists
Geochemical Atlas of Europe (FOREGS) | GEMAS | Geochemistry of
European
Bottled Water | Mineral Waters of Europe
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per
conto di
Patrizio Dimitri Inviato: Friday, November 22, 2013 2:05 PM A: Università e Ricerca Forum Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: REAZIONE!
Cari colleghi,
Come sapete bene, la situazione negli atenei e nei centri di ricerca è sempre più grave.
Alla cronica e progressiva riduzione dei finanziamenti, ora si è
aggiunta
anche la cancellazione del Prin 2013. La competizione, già molto
serrata,
sta toccando punte inaudite e sta producendo un gioco al massacro dove gruppi anche produttivi rischiano di essere spazzati via.
Come se non bastasse, a tutto ciò si sono aggiunte le ripercussioni
dovuto
all'uso della bibliometria automatica e quantitativa dell'Anvur, per valutare università, enti di ricerca e ricercatori. Sono sotto gli
occhi
di
tutti i risultati aberranti della recente della VQR. Per non parlare
delle
ASN con le maree di candidati che si sono presentati, con le
commissioni
nel
caos e con risultati che non rispecchiano necessariamente qualità e originalità della ricerca dei candidati. E che ne dite della storia
delle
mediane per selezionare coordinatori del dottorato e relativi membri
della
giunta?
Le mediane stanno diventano una pericolosissima arma impropria
finalizzata
ad una vera e propria "eugenetica" della ricerca. E' chiaro che quelli
che
si ritrovano avvantaggiati dal sistema Anvur siano un po'
recalcitranti a
spingere per modificarlo o abbandonarlo del tutto. Ma io credo che, al
di là
del tornaconto personale, bisognerebbe avere l'onestà intellettuale
di
ammettere che la valutazione non è questa e che questo sistema non può
altro
che accelerare il declino totale di università e ricerca.
Su questi e altri argomenti ho scritto una lettera aperta che è stata pubblicata di recente su Europa
http://www.europaquotidiano.it/2013/11/11/caro-letta-universita-e-ricerca-so
no-ancora-figlie-di-un-dio-minore/ e altri articoli apparsi nel tempo sul blog Roars (http://www.roars.it/online), un sito che vi consiglio di consultare
in
quanto strumento di informazione molto utile per tutti noi.
Segnalo inoltre un bell¹articolo apparso esattamente due anni fa
sempre
su
Roars (in tempi non sospetti), dove Jacopo Meldolesi con una seria e approfondita analisi metteva a nudo i vari difetti della bibliometria dell'Anvur
http://www.roars.it/online/valutazione-della-ricerca-in-biologia-e-medicina-
si-puo-fare-anche-per-bene/ Jacopo Meldolesi aveva previsto con un certo anticipo i problemi che
si
sono
creati oggi in seguito all'uso selvaggio delle mediane e vedeva come possibile un altro tipo di valutazione, sicuramente più affidabile e oggettiva di quella partorita dalle menti eccelse dei sette saggi dell'Anvur. Purtroppo le cose sono andate diversamente.
Oggi quando parlo con molti colleghi, noto un enorme senso di rabbia e delusione, che però sfocia in una triste rassegnazione che sta avendo
il
sopravvento: si accetta tutto senza fiatare e si pensa solo a
sopravvivere.
Un domani accetteremo anche di pulire i gabinetti, se questo ci sarà
imposto
dal rettore o dal ministro di turno. Come siamo arrivati a questo
punto?
Non
credo sia giusto, nei nostri confronti ma soprattutto per i più
giovani.
Dobbiamo reagire e pensare a delle forme concrete e vivaci di
reazione e
di
protesta, allo scopo di ribaltare questa situazione di degrado.
Nel frattempo, credo sia il caso di ravvivare la petizione contro
l¹uso
della bibliometria, che avevamo aperto a giugno scorso: ecco è il
link,
diffondetelo anche tra i giovani http://www.petizioni24.com/forum/60788#1
Un saluto a tutti, Patrizio Dimitri
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie
impostazioni:
https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie
impostazioni:
https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie
impostazioni:
https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
----- Fine del messaggio da dipersioluca@gmail.com -----
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Avete visto questo? http://anvur-miur.cineca.it/eventi/index.php/showevento/41
Il giorno 25 novembre 2013 10:45, Patrizio Dimitri < patrizio.dimitri@uniroma1.it> ha scritto:
Non si tratta di tornare all'antico, solo di avere l'onestà intellettuale di ammettere che così non va, che questo sistema, a parte delle eccezioni, sta stravolgendo i valori in campo, le mediane sono ormai una potente arma usata impropriamente, avete visto che sta succedendo per i dottorati? Tra l'altro nella petizione si propongono sistemi di valutazione internazionalmente riconosciuti e si fa riferimento all'etica della responsabilità, ovvero chiamate dirette con valutazione ex-post. Non è la cosa che preferisco, ma meglio di questa roba delle mediane......
Il giorno 25 novembre 2013 10:23, Alessio Papini alessio.papini@unifi.itha scritto:
Io credo che una protesta CONTRO la valutazione (così verrebbe letta)
abbia bisogno come minimo di alternative serie. Non dimentichiamo da cosa siamo partiti: decenni di concorsi gestiti, diciamo così, in modo non trasparentissimo nè molto omogeneo tra settori e sedi. Credo che se, semplicemente, dessimo l'idea di volertornare all'antico, con tutto quel che ne segue, non otterremmo gran che. Saluti Alessio Papini
----- Messaggio da dipersioluca@gmail.com --------- Data: Fri, 22 Nov 2013 20:11:13 +0100 Da: Luca di persio dipersioluca@gmail.com Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: R: R: REAZIONE! A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
Ciao a tutti, la butto lì, dall'alto della mia un'esperienza... blocco della
didattica ?
Buon lavoro a tutti, LuCa
-- Luca Di Persio - PhD assistant professor of Probability and Mathematical Finance
Dept. Informatics University of Verona strada le Grazie 15 - 37134 Verona - Italy Tel : +39 045 802 7968
Dept. Math University of Trento V. Sommarive, 14 - 38123 Povo - Italy Tel : +39 0461 281686 Il 22/nov/2013 19:39 "Benedetto De Vivo" bdevivo@unina.it ha scritto:
Bè cosa altro si può fare? Io sono sempre disponibile per azioni che possano essere più incisive rispetto alla "denuncia" sulla stampa,
anche se
sono convinto che il "cambiamento" non verrà mai dall'interno della corporazione. Non mi risulta nella storia dell'umanità che una
corporazione
si sia mai auto-riformata. Ma poiché nella vita rimango un ottimista, bisogna tentare in tutte le direzioni. Benedetto
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Patrizio Dimitri Inviato: venerdì 22 novembre 2013 17.26 A: Università e Ricerca Forum Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: R: REAZIONE!
Caro De Vivo,
Conosco so bene il tuo impegno nel denunciare questi aspetti, il mio messaggio voleva essere di incitamento a delle azioni più incisive da
parte
di tutti noi, insieme.
Patrizio Dimitri
In merito a mediane e altro che ormai impazza nell'Università
trasmetto
miei
2 recenti interventi su La Repubblica-Napoli Cordiali saluti Benedetto
Intervento Così l'Ateneo Federico II premia i meno meritevoli. La Repubblica-Napoli - Lettere & Commenti 20 Settembre 2013, p. X A seguito della cattiva performance dell'Ateneo Federico II,
collocato
nelle
posizioni di coda fra i megatenei Italiani nel ranking redatto
recentemente
dall'ANVUR, c'è stata una pubblica levata di scudi del Rettore
Massimo
Marrelli contro i fannulloni dell'Ateneo che avrebbero determinato
tale
risultato. Alla fine di Luglio, con grande soddisfazione da parte di
chi
si
è sempre battuto per la premialità del merito, c'è stata una
Delibera del
Consiglio di Amministrazione della Federico II, che confermava i
propositi
di Marrelli di favorire in assoluto i più meritevoli per le prossime progressioni di carriera. Nel frattempo però c'è stato un altro importantissimo appuntamento: l'emanazione dei criteri per l'accesso
sia
dei
Ricercatori che dei Docenti nei Collegi di Dottorato di nuova
istituzione,
vale a dire la struttura portante per la formazione di giovani di
alta
specializzazione e professionalità, che rappresenta il fiore
all'occhiello
delle Università più prestigiose al mondo. Tali criteri hanno
prodotto
risultati paradossali che dovrebbero indurre una serie riflessione da
parte
del Rettore e del CdA dell'Ateneo. Il regolamento emanato ha prodotto infatti risultati che, almeno in parte, vanno esattamente nella
direzione
opposta della premialità del merito, laddove si conferma e si
rafforza
l'assurdo nazionale della valutazione dei meritevoli basato sul
superamento
delle ridicole mediane utilizzate in modo sperequativo con valori
molto
differenti fra i vari Settori Disciplinari. Per i non addetti ai lavori occorre specificare che i
Docenti/Ricercatori in
Italia, sono suddivisi all'interno di ogni Area scientifica (es.,
Medicina,
Ingegneria) in Settori Scientifico Disciplinari (SSD) A, B, C, etc.
Per
la
valutazione del merito per ogni SSD, è stata calcolata
statisticamente,
per
ogni Docente/Ricercatore afferente a quel Settore, la mediana
relativa a
parametri bibliometrici, quali l'h-index (H), il numero di citazioni ottenute (C) e il numero di pubblicazioni (L) in 10 anni
(2003-2012). Per
essere definito "bravo" un Docente/Ricercatore, e nel caso del
Regolamento
di Ateneo per ottenere l'accesso al Collegio di Dottorato di
Ricerca, si
devono superare le mediane di H, C e L, dei potenziali Docenti di
Ruolo
Superiore all'interno del proprio Settore. Se in un Settore quindi i
Docenti
di Ruolo Superiore hanno parametri H, C e L, molto bassi (quindi produttività scientifica molto bassa), rispetto a
Docenti/Ricercatori di
Ruolo Superiore di altro Settore (quindi, Eccellenze
scientifiche)... ad
essere premiati sono i "fannulloni", non i meritevoli! Questo é
quanto
si è
verificato paradossalmente in alcuni Dipartimenti, fra i quali
quello di
mia
afferenza, laddove sono risultati idonei per l'accesso nel Collegio
di
Dottorato, Ricercatori/Docenti di un Settore con valori delle
mediane di
H,
C e L, rispettivamente di 5, 88 e 9, mentre altri con valori delle
soglie di
H, C e L, notevolmente superiori, vale a dire rispettivamente di 17,
823
e
25, sono risultati non idonei. Senza nessuna logica scientifica
plausibile,
chi produce di meno vale di più e deve quindi essere premiato! Come
ha
scritto l'ex Guido Rettore Trombetti su La Repubblica (15.9.13),
Dante
avrebbe chiosato "O insensata cura de' mortali, quanto son difettivi sillogismi, quei che ti fanno in basso batter l'ali". La speranza é che l'Ateneo, volendo fare sopravvivere Settori
improduttivi,
sia incorso in un madornale errore di valutazione, non accorgendosi
che
l'utilizzo delle mediane, così come architettato, non solo è
ingiusto, ma
appiattisce verso il basso le eccellenze ed istituzionalizza il
demerito.
Bisogna realisticamente tenere presente che le condizioni
strutturali e
culturali del nostro Paese sono ben lontane e differenti del modello anglosassone che imitiamo goffamente e solo in superficie. Auspico
che
l'Ateneo voglia correggere il marchiano paradosso, perché solo la
premialità
dei meritevoli, senza se e senza ma, può costituire un grande
incentivo
per
i giovani che vogliono avviarsi ad attività professionali che
rappresentino
il coronamento delle aspirazioni personali e con esse la fortuna di
un
intero Paese. Nello stato in cui versa il nostro Paese è di vitale importanza riuscire a superare le posizioni culturali volte alla
difesa
corporativa che guardano al passato piuttosto che al futuro, ai
garantiti
invece che ai giovani meritevoli in cerca di lavoro e identità.
Occorre
sempre tener presente che in questo contesto tutto ruota intorno a clientele, interessi particolari, dove, cosa più grave di tutto, gli intellettuali di valore tacciono... e molti, per calcoli di mera convenienza restano a guardare prigionieri e complici silenti di
situazioni
aberranti come quelle da me sopra descritte. Benedetto De Vivo
L'intervento che segue è in risposta ad una risposta del mio Rettore all'intervento del 20 Settembre
Intervento Le valutazioni della Federico II La Repubblica-Napoli - Lettere & Commenti - La parola ai Lettori 25 Settembre 2013 Il Rettore della Federico II ha risposto ieri, su queste colonne, a
mio
articolo su La Repubblica-Napoli del 20 settembre nel quale sostenevo
che la
Federico II dà un pessimo segnale in direzione della premialità dei meritevoli in quanto si rafforza l'assurdo nazionale della
valutazione
dei
meritevoli basato sul superamento delle mediane utilizzate in modo assolutamente sperequativo fra i vari settori scientifico
disciplinari.
Rispetto al primo punto del Rettore, ribadisco quanto scritto in miei precedenti articoli ("Repubblica" del 12 febbraio, 7 maggio e 21
luglio)
nei
quali rimarcavo che se è vero che esistono storture a livello
nazionale
derivanti da direttive MIUR, è anche vero che a livello locale si
potrebbe
fare tantissimo. Ma questo finora non si è verificato. Inoltre il
Rettore
associa la mia analisi ad un errore logico (suo secondo punto), attribuendomi, sbagliando, la falsa idea secondo la quale io
privilegerei
invece il riferimento a indicatori "assoluti" quali impact factor e
numero
di citazioni, da me utilizzati come esempio solo per spiegare il
paradosso
che si è determinato in alcuni Dipartimenti, laddove a venire
premiati
sono
i meno meritevoli. Nel mondo anglo-sassone - che il rettore conosce
bene
non esiste una aberrazione tutta Italiana come quella dei Settori scientifico disciplinari (Ssd). Le competenze sono in quel mondo, da
noi
goffamente preso a riferimento, solo un'espressione culturale, ma non costituiscono dei centri di potere. In Italia i Ssd sono delle
corporazioni
di eredità fascista, dove proliferano clientelismo, nepotismo e
altro. Il
Rettore porta ad esempio, impropriamente, il caso limite della Big
Science
(esempio Fisica Sperimentale) nella quale lavorano molti
ricercatori, che
producono un numero elevato di pubblicazioni a più nomi, a
differenza di
quello che si verifica, per esempio, per i fisici teorici. Forse i
tanti
fisici sperimentali che partecipano ad un grande progetto della Big
Science
(come ad esempio la scoperta del bosone di Higgs al Cern) solo lì per
fare
numero? Forse non c'è alcun merito dei ricercatori che partecipano a
tali
grandi progetti? Per quanto riguarda l'utilizzo delle mediane,
ritengo
che
un sistema che decide di affidare la valutazione dei meriti personali facendo riferimento a valori statistici di gruppi (Ssd), non è molto
diverso
dal fatto che i Napoletani onesti sono singolarmente costretti a
pagare
polizze assicurative elevatissime solo perché a Napoli ci sarebbero
più
incidenti. I contratti sono personali, non di gruppo. E ogni
ricercatore
deve essere valutato nel merito a livello personale e non sulla base
di
valutazioni di gruppo. Se la valutazione si riduce all'applicazione
di
algoritmi basta affidare i giudizi a computers, che certamente,
essendo
oggetti stupidi non interpreterebbero, e certamente commetterebbero
meno
errori di tanti qualificati Commissari (tra l'altro con un notevole risparmio per l'Erario). Nel contesto più generale c'è da dire che
per
riformare l'Università Italiana ci sono due draghi da sconfiggere: l'egualitarismo ideologico e ipocrita (che alimenta esso stesso diseguaglianze reali) e il corporativismo cinico di caste e
notabilati
accademici. Il rettore da persona intellettualmente onesta qual è, sa benissimo che nei Paesi anglo-sassoni alla base del sistema
valutativo
(che
è sempre personale) c'è un valore fondante assoluto: l'etica
personale.
In
Italia questo valore semplicemente non esiste, e ne deriva che una
cosa
seria, come l'università, sia gestita citando il rettore, come "'a
pazziella
in mano 'e creature".
Benedetto De Vivo Prof. Ordinario di Geochimica Ambientale Università di Napoli Federico II DISTAR-Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle
Risorse
Via Mezzocannone 8, 80134 Napoli, Italy Tel. +39-081.2535065; Fax +39-081.2535061 email: bdevivo@unina.it; Web: www.fluidenv.unina.it
Adjunct Prof. Virginia Tech, Blacksburg, VA, USA Chief Editor of Journal of Geochemical Exploration www.elsevier.com/locate/gexplo http://www.sciencedirect.com/science/journal/03756742 Associate Editor of American Mineralogist www.minsocam.org Associate Editor of Mineralogy and Petrology
http://www.springer.com/earth+sciences+and+geography/geology/journal/710
Southern Europe Councillor of the Association of Applied Geochemists
Geochemical Atlas of Europe (FOREGS) | GEMAS | Geochemistry of
European
Bottled Water | Mineral Waters of Europe
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per
conto di
Patrizio Dimitri Inviato: Friday, November 22, 2013 2:05 PM A: Università e Ricerca Forum Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: REAZIONE!
Cari colleghi,
Come sapete bene, la situazione negli atenei e nei centri di ricerca
è
sempre più grave.
Alla cronica e progressiva riduzione dei finanziamenti, ora si è
aggiunta
anche la cancellazione del Prin 2013. La competizione, già molto
serrata,
sta toccando punte inaudite e sta producendo un gioco al massacro
dove
gruppi anche produttivi rischiano di essere spazzati via.
Come se non bastasse, a tutto ciò si sono aggiunte le ripercussioni
dovuto
all'uso della bibliometria automatica e quantitativa dell'Anvur, per valutare università, enti di ricerca e ricercatori. Sono sotto gli
occhi
di
tutti i risultati aberranti della recente della VQR. Per non parlare
delle
ASN con le maree di candidati che si sono presentati, con le
commissioni
nel
caos e con risultati che non rispecchiano necessariamente qualità e originalità della ricerca dei candidati. E che ne dite della storia
delle
mediane per selezionare coordinatori del dottorato e relativi membri
della
giunta?
Le mediane stanno diventano una pericolosissima arma impropria
finalizzata
ad una vera e propria "eugenetica" della ricerca. E' chiaro che
quelli
che
si ritrovano avvantaggiati dal sistema Anvur siano un po'
recalcitranti a
spingere per modificarlo o abbandonarlo del tutto. Ma io credo che,
al
di là
del tornaconto personale, bisognerebbe avere l'onestà intellettuale
di
ammettere che la valutazione non è questa e che questo sistema non
può
altro
che accelerare il declino totale di università e ricerca.
Su questi e altri argomenti ho scritto una lettera aperta che è stata pubblicata di recente su Europa
http://www.europaquotidiano.it/2013/11/11/caro-letta-universita-e-ricerca-so
no-ancora-figlie-di-un-dio-minore/ e altri articoli apparsi nel tempo sul blog Roars (http://www.roars.it/online), un sito che vi consiglio di
consultare in
quanto strumento di informazione molto utile per tutti noi.
Segnalo inoltre un bell¹articolo apparso esattamente due anni fa
sempre
su
Roars (in tempi non sospetti), dove Jacopo Meldolesi con una seria e approfondita analisi metteva a nudo i vari difetti della bibliometria dell'Anvur
http://www.roars.it/online/valutazione-della-ricerca-in-biologia-e-medicina-
si-puo-fare-anche-per-bene/ Jacopo Meldolesi aveva previsto con un certo anticipo i problemi che
si
sono
creati oggi in seguito all'uso selvaggio delle mediane e vedeva come possibile un altro tipo di valutazione, sicuramente più affidabile e oggettiva di quella partorita dalle menti eccelse dei sette saggi dell'Anvur. Purtroppo le cose sono andate diversamente.
Oggi quando parlo con molti colleghi, noto un enorme senso di rabbia
e
delusione, che però sfocia in una triste rassegnazione che sta
avendo il
sopravvento: si accetta tutto senza fiatare e si pensa solo a
sopravvivere.
Un domani accetteremo anche di pulire i gabinetti, se questo ci sarà
imposto
dal rettore o dal ministro di turno. Come siamo arrivati a questo
punto?
Non
credo sia giusto, nei nostri confronti ma soprattutto per i più
giovani.
Dobbiamo reagire e pensare a delle forme concrete e vivaci di
reazione e
di
protesta, allo scopo di ribaltare questa situazione di degrado.
Nel frattempo, credo sia il caso di ravvivare la petizione contro
l¹uso
della bibliometria, che avevamo aperto a giugno scorso: ecco è il
link,
diffondetelo anche tra i giovani http://www.petizioni24.com/forum/60788#1
Un saluto a tutti, Patrizio Dimitri
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie
impostazioni:
https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie
impostazioni:
https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie
impostazioni:
https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
----- Fine del messaggio da dipersioluca@gmail.com -----
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Non penso affatto che gli altri sistemi siano perfetti, o almeno non sono così stupido da pensare possibile una cosa del genere. Anche io, come Claudio, giro parecchio il mondo. Penso però che i valori ai quali mi richiamo nei Paesi diciamo più virtuosi sono praticati dalla maggioranza (le mele marce e i furbi ci sono dovunque), da noi chi pratica, prima che condividere, i valori ai quali mi richiamo é una minoranza. Non mi pare che si possa minimizzare parlando di modo di vivere italico che incoraggia comportamenti devianti. Mi suona tanto come il commento del Cardinale Fisichella, che interrogato sui comportamenti devianti del Sig. Berlusconi, disse che "bisognava contestualizzare il tutto". Anche nel nostro caso, "contestualizziamo" e tutto fila liscia come l'olio. Benedetto
Benedetto De Vivo Prof. Ordinario di Geochimica Ambientale Università di Napoli Federico II DISTAR-Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle Risorse Via Mezzocannone 8, 80134 Napoli, Italy Tel. +39-081.2535065; Fax +39-081.2535061 email: bdevivo@unina.it; Web: www.fluidenv.unina.it
Adjunct Prof. Virginia Tech, Blacksburg, VA, USA Chief Editor of Journal of Geochemical Exploration www.elsevier.com/locate/gexplo http://www.sciencedirect.com/science/journal/03756742 Associate Editor of American Mineralogist www.minsocam.org Associate Editor of Mineralogy and Petrology http://www.springer.com/earth+sciences+and+geography/geology/journal/710 Southern Europe Councillor of the Association of Applied Geochemists
Geochemical Atlas of Europe (FOREGS) | GEMAS | Geochemistry of European Bottled Water | Mineral Waters of Europe
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di claudio procesi Inviato: Monday, October 28, 2013 11:39 PM A: Forum "Università e Ricerca" Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: R: R: il pollaio
Mah! io come sapete bene (lo ho detto varie volte) non sono d'accordo con De Vivo che il problema sia "il nostro sistema è irriformabile in quanto è sconosciuto, alla stragrande maggioranza dei nostri colleghi, il valore fondante del mondo anglossassone: l'etica personale e istituzionale."
Ho girato abbastanza per il mondo da aver visto beghe, personalismi cattiverie un po in tutti i sistemi, certamente ci sono alcune caratteristiche del modo di vivere italico che incoraggiano comportamenti devianti ma non credo siamo piu` amorali degli altri.
Peraltro conosco molti colleghi del tutto rigorosi nel valutare i giovani ricercatori ed apprezzare la buona produzione scientifica, altrimenti non si spiegherebbe il fatto che con molta fatica formiamo tanti giovani e poi li incoraggiamo ad andare fuori ad aprirsi al mondo ed a sviluppare le loro potenzialità, se fossimo dei "baroni" li terremmo a farci dei servizi mentre invece spesso sgobbiamo a fare progetti di ricerca che finanziano sopratutto loro.
Certamente tutto quello che dice Tirassa è vero e, aggiungiamo, siamo stati tormentati da questi Bocconiani che vengono da una Istituzione che io non definirei neppure una Universita, visto che mi pare sia una facoltà di economia.
Però che molti problemi li abbiamo generati al nostro interno è anche indubbio. I corsi di laurea costruiti per la vanità di qualche individuo non li ha inventati Tremonti, il fatto che molti docenti si sono scavati ad un certo punto un lavoro accademico che durava 3 mesi al massimo non lo ha fatto Berlusconi o la Gelmini.
Purtroppo quella che sembrava una bella idea, ossia l'Autonomia Universitaria, ha fallito completamente generando mostri e peraltro bloccando lo scambio fra le sedi (questo credo sia responsabilità di quei politici che hanno inventato le regole).
Ora credo sia anche indubbio che la politica ha deciso che nell'Università c'e` molto grasso da togliere e nell'usuale modo brutale delle spending review si taglia in modo indiscriminato.
D'altra parte c'e`evidentemente del metodo, si parte dal fatto che in questi anni ci sono e ci sarà un picco inusuale di pensionamenti per effettuare la drastica cura dimagrante. La cosa ovviamente funziona.
Detto questo però siccome io cerco sempre alla fine dei lamenti di essere pratico, cominciamo a chiedere che funzionino le cose che almeno sono previste. Chiediamo con forza al ministro Carrozza che pubblichino i risultati delle idoneità, mi pare che sia un loro dovere. Ci spieghino come vogliono usare i risultati della VQR. Ci dicano se ogni anno ci assicurano i PRIN.
Io credo che una richiesta collettiva sia utile, anche per far vedere che pretendiamo almeno quello che ci è dovuto.
Mi diceva il mio collega ed amico De Concini che abbiamo ricevuto il Prin, l'ultima volta con una valutazione di 59 su 60 una certa cifra, questa volta 45 su 45 una cifra minore.
Sembra che il finanziamento sia proporzionale alla scala e non al risultato!
_______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
universitas_in_trasformazione@lists.dm.unipi.it