Gabriella Tocco aveva fatto due proposte sulle quali io almeno convenivo; c'era qualche dissenso ma sarei curioso di sapere che cosa succederebbe se mettessimo ai voti la seguente coppia di punti tratti dalla sua ultima mail a Forum, che ho modificato in minima parte
"Possiamo provare a vedere se siamo d'accordo a chiedere 1) l'abbandono dei concorsi per il reclutamento (in quanti paesi avanzati il reclutamento viene fatto in questo modo?),insieme con 2)una seria valutazione della ricerca e aggiungerei anche della didattica delle singole Università . Come é già stato detto in qualche messaggio precedente: é necessaria una completa responsabilizzazione di chi fa reclutamento (i dipartimenti) accompagnata da una seria valutazione dei reclutati a tre-cinque anni dal reclutamento ed eventuale relativa penalizzazione nella disponibilità di risorse"
non so come si potrebbero contare possibili adesioni a questi due punti. Se ci fosse un numero significativo di adesioni, poi si potrebbe elaborare qualcosa di più completo da mandare "ai politici"
MD Il giorno 24/gen/2013 09:52, "Gabriella Tocco" gabriella.tocco@uniroma1.it ha scritto:
concordo pienamente! Siamo capaci di dire 2-3 cose in modo essenziale su cui chiedere impegno ai "politici"? Anche nell'ambito di questa lista non mi sembra che ci si riesca. Gabriella Tocco
At 09:15 24/01/2013, you wrote:
caro Floris le ho sentite anche io e Renzi ha ricordato una bella frase di un campione sportivo. Con il talento si può vincere una partita ma ci vuole una squadra per vincere il campionato. Bene questo `e proprio quello che manca a noi scienziati ed accademici, andiamo volentieri a ruota libera ma non siamo capaci di fare squadra. Non possiamo lamentarci se altri non risolvono i nostri problemi. claudio On Jan 24, 2013, at 8:59 AM, Giovanni Floris wrote:
Ieri sera mi sono sorbito (è il caso di dirlo
perchè alle volte queste trasmissioni sono veramente noiose) tutto il programma Otto e mezzo perchè c'era Ignazio Marino che è di sinistra e che si può definire uno scienziato. Tralasciamo la Carfagna che si difendeva e basta ma non ho sentito una parola di Marino su Università, Ricerca, Concorsi, Meritocrazia e via discorrendo. Solo nell'ultimo minuto ha detto che ci si deve battere per innovazzione, ricerca, sviluppo che mi pare un pò meno di: Università e Ricerca. Non parlo della trasmissione successiva con una lunga intervista a Matteo Renzi dove parole come Ricerca, Università, Merito non sono mai state pronunciate, ma in quel caso il tipo di trasmissione (a domanda risposta) forse non lo permetteva. L'impressione comunque che uno ha di queste propagande elettorali è che se veramente pensiamo che questi politici risolvano i nostri problemi, siamo degli illusi. Giovanni U. Floris
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cambiare le proprie impostazioni:
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Ulteriori informazioni, e per firmare la
petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Claudio Procesi, Professore Emerito,
Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
Membro dell'Accademia dei Lincei
Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
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Io concordo con la proposta di Tocco e Dorato Piero Frediani
On 24 Jan 2013 at 10:09, Mauro Dorato wrote:
Date sent: Thu, 24 Jan 2013 10:09:17 +0100 From: Mauro Dorato mauro.dorato@gmail.com To: Forum Università e Ricerca universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] punti di convergenza? Send reply to: dorato@uniroma3.it, Forum "Università e Ricerca" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it <universitas_in_trasformazione.mail.dm.unipi.it> mailto:universitas_in_trasformazione- request@mail.dm.unipi.it?subject=unsubscribe mailto:universitas_in_trasformazione- request@mail.dm.unipi.it?subject=subscribe
Gabriella Tocco aveva fatto due proposte sulle quali io almeno convenivo; c'era qualche dissenso ma sarei curioso di sapere che cosa succederebbe se mettessimo ai voti la seguente coppia di punti tratti dalla sua ultima mail a Forum, che ho modificato in minima parte
"Possiamo provare a vedere se siamo d'accordo a chiedere
- l'abbandono dei concorsi per il reclutamento
(in quanti paesi avanzati il reclutamento viene fatto in questo modo?),insieme con 2)una seria valutazione della ricerca e aggiungerei anche della didattica delle singole Università . Come é già stato detto in qualche messaggio precedente: é necessaria una completa responsabilizzazione di chi fa reclutamento (i dipartimenti) accompagnata da una seria valutazione dei reclutati a tre-cinque anni dal reclutamento ed eventuale relativa penalizzazione nella disponibilità di risorse"
non so come si potrebbero contare possibili adesioni a questi due punti. Se ci fosse un numero significativo di adesioni, poi si potrebbe elaborare qualcosa di più completo da mandare "ai politici"
MD Il giorno 24/gen/2013 09:52, "Gabriella Tocco" gabriella.tocco@uniroma1.it ha scritto:
concordo pienamente! Siamo capaci di dire 2-3 cose in modo essenziale su cui chiedere impegno ai "politici"? Anche nell'ambito di questa lista non mi sembra che ci si riesca. Gabriella Tocco
At 09:15 24/01/2013, you wrote:
caro Floris le ho sentite anche io e Renzi ha ricordato una bella frase di un campione sportivo. Con il talento si può vincere una partita ma ci vuole una squadra per vincere il campionato. Bene questo `e proprio quello che manca a noi scienziati ed accademici, andiamo volentieri a ruota libera ma non siamo capaci di fare squadra. Non possiamo lamentarci se altri non risolvono i nostri problemi. claudio On Jan 24, 2013, at 8:59 AM, Giovanni Floris wrote:
Ieri sera mi sono sorbito (è il caso di dirlo
perchè alle volte queste trasmissioni sono veramente noiose) tutto il programma Otto e mezzo perchè c'era Ignazio Marino che è di sinistra e che si può definire uno scienziato. Tralasciamo la Carfagna che si difendeva e basta ma non ho sentito una parola di Marino su Università, Ricerca, Concorsi, Meritocrazia e via discorrendo. Solo nell'ultimo minuto ha detto che ci si deve battere per innovazzione, ricerca, sviluppo che mi pare un pò meno di: Università e Ricerca. Non parlo della trasmissione successiva con una lunga intervista a Matteo Renzi dove parole come Ricerca, Università, Merito non sono mai state pronunciate, ma in quel caso il tipo di trasmissione (a domanda risposta) forse non lo permetteva. L'impressione comunque che uno ha di queste propagande elettorali è che se veramente pensiamo che questi politici risolvano i nostri problemi, siamo degli illusi. Giovanni U. Floris
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Piero Frediani Full professor of industrial chemistry - University of Florence Via della Lastruccia, 13 - 50019 Sesto Fiorentino (It) piero.frediani@unifi.it, phone: 055 4573522 please note new mobile: 3280420656
P "Rispetta il tuo ambiente, pensa prima di stampare questa e-mail" " Please consider your environmental responsibility before printing this e-mail"
³Abbandono dei concorsi e seria valutazione della ricerca e della didattica²
Sinceramente, non mi sembrano proposte molto originali...Proprio in questa sede diversi anni fa si era discusso sull¹eliminazione dei concorsi, ne parlava anche Mussi. Quello che conta veramente è definire i criteri che si vogliono adottare. Molti accademici, quelli che finora hanno avuto voce in capitolo nei propri settori, non mi sembrano poi così affidabili quando si mettono a definire i criteri di valutazione. La conferma, comei vi ho già scritto, è data dall¹assurda valutazione partorita dalla Facoltà di Scienze della Sapienza qualche hanno fa. Il problema è che quasi tutti agiscono cercando di portare acqua al proprio mulino, mentre ci vorrebbe qualcuno veramente esterno ed estraneo.
Strano che nessun membro di questa lista intervenga o replichi a queste mie considerazioni sull¹accademia........
Patrizio Dimitri
Io concordo con la proposta di Tocco e Dorato Piero Frediani
On 24 Jan 2013 at 10:09, Mauro Dorato wrote:
Date sent: Thu, 24 Jan 2013 10:09:17 +0100 From: Mauro Dorato mauro.dorato@gmail.com To: Forum Università e Ricerca universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] punti di convergenza? Send reply to: dorato@uniroma3.it, Forum "Università e Ricerca" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it <universitas_in_trasformazione.mail.dm.unipi.it> mailto:universitas_in_trasformazione- request@mail.dm.unipi.it?subject=unsubscribe mailto:universitas_in_trasformazione- request@mail.dm.unipi.it?subject=subscribe
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MD Il giorno 24/gen/2013 09:52, "Gabriella Tocco" gabriella.tocco@uniroma1.it ha scritto:
concordo pienamente! Siamo capaci di dire 2-3 cose in modo essenziale su cui chiedere impegno ai "politici"? Anche nell'ambito di questa lista non mi sembra che ci si riesca. Gabriella Tocco
At 09:15 24/01/2013, you wrote:
caro Floris le ho sentite anche io e Renzi ha ricordato una bella frase di un campione sportivo. Con il talento si può vincere una partita ma ci vuole una squadra per vincere il campionato. Bene questo `e proprio quello che manca a noi scienziati ed accademici, andiamo volentieri a ruota libera ma non siamo capaci di fare squadra. Non possiamo lamentarci se altri non risolvono i nostri problemi. claudio On Jan 24, 2013, at 8:59 AM, Giovanni Floris wrote:
Ieri sera mi sono sorbito (è il caso di dirlo
perchè alle volte queste trasmissioni sono veramente noiose) tutto il programma Otto e mezzo perchè c'era Ignazio Marino che è di sinistra e che si può definire uno scienziato. Tralasciamo la Carfagna che si difendeva e basta ma non ho sentito una parola di Marino su Università, Ricerca, Concorsi, Meritocrazia e via discorrendo. Solo nell'ultimo minuto ha detto che ci si deve battere per innovazzione, ricerca, sviluppo che mi pare un pò meno di: Università e Ricerca. Non parlo della trasmissione successiva con una lunga intervista a Matteo Renzi dove parole come Ricerca, Università, Merito non sono mai state pronunciate, ma in quel caso il tipo di trasmissione (a domanda risposta) forse non lo permetteva. L'impressione comunque che uno ha di queste propagande elettorali è che se veramente pensiamo che questi politici risolvano i nostri problemi, siamo degli illusi. Giovanni U. Floris
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Purtroppo con l'immagine non molto edificante che hanno gli accademici presso i media, circa il loro livello di moralità e di capacità di gestione del reclutamento, credo che la proposta di abolire i concorsi -giusta- avrebbe una chiave di lettura diametralmente opposta all'intenzione. Saluti Alessio
On 01/24/2013 12:43 PM, Patrizio Dimitri wrote:
³Abbandono dei concorsi e seria valutazione della ricerca e della didattica²
Sinceramente, non mi sembrano proposte molto originali...Proprio in questa sede diversi anni fa si era discusso sull¹eliminazione dei concorsi, ne parlava anche Mussi. Quello che conta veramente è definire i criteri che si vogliono adottare. Molti accademici, quelli che finora hanno avuto voce in capitolo nei propri settori, non mi sembrano poi così affidabili quando si mettono a definire i criteri di valutazione. La conferma, comei vi ho già scritto, è data dall¹assurda valutazione partorita dalla Facoltà di Scienze della Sapienza qualche hanno fa. Il problema è che quasi tutti agiscono cercando di portare acqua al proprio mulino, mentre ci vorrebbe qualcuno veramente esterno ed estraneo.
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Patrizio Dimitri
Io concordo con la proposta di Tocco e Dorato Piero Frediani
On 24 Jan 2013 at 10:09, Mauro Dorato wrote:
Date sent: Thu, 24 Jan 2013 10:09:17 +0100 From: Mauro Dorato mauro.dorato@gmail.com To: Forum Università e Ricerca universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] punti di convergenza? Send reply to: dorato@uniroma3.it, Forum "Università e Ricerca" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it <universitas_in_trasformazione.mail.dm.unipi.it> mailto:universitas_in_trasformazione- request@mail.dm.unipi.it?subject=unsubscribe mailto:universitas_in_trasformazione- request@mail.dm.unipi.it?subject=subscribe
Gabriella Tocco aveva fatto due proposte sulle quali io almeno convenivo; c'era qualche dissenso ma sarei curioso di sapere che cosa succederebbe se mettessimo ai voti la seguente coppia di punti tratti dalla sua ultima mail a Forum, che ho modificato in minima parte
"Possiamo provare a vedere se siamo d'accordo a chiedere
- l'abbandono dei concorsi per il reclutamento
(in quanti paesi avanzati il reclutamento viene fatto in questo modo?),insieme con 2)una seria valutazione della ricerca e aggiungerei anche della didattica delle singole Università . Come é già stato detto in qualche messaggio precedente: é necessaria una completa responsabilizzazione di chi fa reclutamento (i dipartimenti) accompagnata da una seria valutazione dei reclutati a tre-cinque anni dal reclutamento ed eventuale relativa penalizzazione nella disponibilità di risorse"
non so come si potrebbero contare possibili adesioni a questi due punti. Se ci fosse un numero significativo di adesioni, poi si potrebbe elaborare qualcosa di più completo da mandare "ai politici"
MD Il giorno 24/gen/2013 09:52, "Gabriella Tocco" gabriella.tocco@uniroma1.it ha scritto:
concordo pienamente! Siamo capaci di dire 2-3 cose in modo essenziale su cui chiedere impegno ai "politici"? Anche nell'ambito di questa lista non mi sembra che ci si riesca. Gabriella Tocco
At 09:15 24/01/2013, you wrote:
caro Floris le ho sentite anche io e Renzi ha ricordato una bella frase di un campione sportivo. Con il talento si può vincere una partita ma ci vuole una squadra per vincere il campionato. Bene questo `e proprio quello che manca a noi scienziati ed accademici, andiamo volentieri a ruota libera ma non siamo capaci di fare squadra. Non possiamo lamentarci se altri non risolvono i nostri problemi. claudio On Jan 24, 2013, at 8:59 AM, Giovanni Floris wrote:
Ieri sera mi sono sorbito (è il caso di dirlo
perchè alle volte queste trasmissioni sono veramente noiose) tutto il programma Otto e mezzo perchè c'era Ignazio Marino che è di sinistra e che si può definire uno scienziato. Tralasciamo la Carfagna che si difendeva e basta ma non ho sentito una parola di Marino su Università, Ricerca, Concorsi, Meritocrazia e via discorrendo. Solo nell'ultimo minuto ha detto che ci si deve battere per innovazzione, ricerca, sviluppo che mi pare un pò meno di: Università e Ricerca. Non parlo della trasmissione successiva con una lunga intervista a Matteo Renzi dove parole come Ricerca, Università, Merito non sono mai state pronunciate, ma in quel caso il tipo di trasmissione (a domanda risposta) forse non lo permetteva. L'impressione comunque che uno ha di queste propagande elettorali è che se veramente pensiamo che questi politici risolvano i nostri problemi, siamo degli illusi. Giovanni U. Floris
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caro Dimitri, io potrei anche risponderti se non fosse che questa discussione è diventata stucchevole, sono tre anni che giriamo sempre intorno alle stesse cose, è evidente che ognuno resta della sua opinione, non si combina niente, ci si stracciano le vesti di fronte all'immoralità dilagante (sempre degli altri) etc..
Insomma già cento anni fa Trilussa raccontava bene questo modo di fare politica (vedi sotto). Ma fra tutte la tua idea che ci vorrebbe qualcuno veramente esterno ed estraneo la trovo assurda, per usare un eufemismo, questo non lo fanno neppure nei paesi del terzo mondo da quando si sono emancipati. Inoltre è ingiusta verso quei colleghi che, saranno anche una minoranza, sono scienziati seri e corretti. I concorsi fatti dai Dipartimenti credo siano l'unica soluzione, una soluzione che ha ovvi limiti ma che si può correggere per punire i Dipartimenti più scadenti. Gli strumenti ci sono e possono essere ad esempio un confronto in senato accademico, se i posti li distribuisce o anche li deve formalmente approvare il senato c'`e una ovvia concorrenza fra gruppi, l'obbligo di inserire effettivamente un relatore esterno (ma attenzione che se non è´fatto bene questo può diventare un boomerang in mano a gruppi abbastanza spregiudicati), La creazione di un ruolo di docenti distinti come in Francia che passano attraverso una selezione nazionale ed internazionale e possono avere poi una certa influenza almeno morale. La possibilità di mettersi sul mercato (quello della scienza) dei docenti.
Faccio un esempio xx è un ricercatore che vince un ERC o ha un riconoscimento importante, in altri paesi si fa fare una offerta da un altro dipartimento e poi contratta la sua permanenza in quello di partenza. Insomma se qualcuno di voi pensa che la soluzione sia burocratica magari con la migliore burocrazia austroungarica non si va da nessuna parte.
Le riforme si fanno curando i dettagli, ma certo credo che parlare ancora di riforma dell'Università fa veramente terrore un po a tutti perché di fatto ogni volta sembra di fare la tela di Penelope, infinite riunioni per nuovi regolamenti, votazioni lotte politiche tempo perso in abbondanza poi anni ed anni per attuare le cose più semplici. C'è qualcosa di profondamente perverso in tutto questo.
L'eroe ar caffe'
E' stato ar fronte, sì, ma cór pensiero, però te dà le spiegazzioni esatte de le battaje che nun ha mai fatte, come ce fusse stato pe davero.
Avressi da vedé come combatte ne le trincee d'Aragno! Che gueriero! Tre sere fa , pe' prenne er Montenero, ha rovesciato er cuccomo del latte!
Cór su' sistema de combattimento trova ch'è tutto facile: va a Pola, entra a Trieste e te bombarda Trento.
Spiana li monti, sfonna, spara, ammazza... - Per me - barbotta - c'è una strada sola... E intigne li biscotti ne la tazza.
Claudio Procesi, Professore Emerito,
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Ancora una volta concordo con Claudio (anche se lui dissente sulla mia barzelletta ;-) ).
L'andare a cercare sempre l'esterno a tutti i costi, quasi a certificare l'impossibilità per gli italici di valutare se stessi, non ha portato ad altro che a inutili complicazioni e all'incremento dei costi. Nei famosi States, per esempio, i candidati devono presentare un certo numero di lettere di presentazione di scienziati dimostrabilmente esperti del campo, a qualunque nazione essi appartengano. Non si chiede ad altri di spostarsi per finire nella farsa dell'ANVUR che mette questi commissari esterni a valutare centinaia di persone che fanno cose diverse dalle loro competenze specifiche. Non basta essere un fisico della materia per valutare qualunque ambito di fisica della materia, così come non basta essere un filologo per valutare qualunque aspetto della filologia come esperto.
Andare a cercare cavilli e paletti, disperdere le energie in fiumi di regolette difficilmente comprensibili non porta da nessuna parte, se non alla "pulizia" della coscienza di chi, rispettando le regole nella forma ma non nella sostanza, fa i propri giochetti senza pagarne alcuna conseguenza.
Per rifondare l'università servono pochi concetti semplici:
1) responsabilità
2) finanziamenti affidabili nel tempo e nella quantità
3) dotazione di personale congrua con gli obiettivi
4) focus equilibrato sulla didattica (e non solo come sembra che stiano proponendo attualmente, tipo ripartizione delle risorse FFO con peso 80% alla didattica!!)
5) abolizione di concorsi nella loro formulazione attuale e della distinzione tra ingresso e progressione di carriera (introduzione del ruolo unico)
6) cancellazione della ricerca della soluzione dei problemi dell'università sulla base di pregiudizi indimostrati: prima si fa un'analisi per capire quali siano i problemi e dove stanno (non si suppone, cioè, di conoscere a priori la risposta a questa domanda), poi si delineano strategie atte a risolvere i problemi (il che non vuol dire necessariamente tagliando qua e là ma, piuttosto, adottando strategie specifiche a seconda del tipo di criticità riscontrata)
7) snellimento radicale della ragnatela burocratica nella quale siamo finiti (mai provato a fare un ordine di qualcosa di recente? O a riorganizzare un corso di laurea?)
Cordialmente, Guido
Le riforme si fanno curando i dettagli, ma certo credo che parlare ancora di riforma dell'Università fa veramente terrore un po a tutti perché di fatto ogni volta sembra di fare la tela di Penelope, infinite riunioni per nuovi regolamenti, votazioni lotte politiche tempo perso in abbondanza poi anni ed anni per attuare le cose più semplici. C'è qualcosa di profondamente perverso in tutto questo.
Concordo pienamente con Guido e sottolineo i punti 1,2,7 come conditio sine qua non per cominciare a discutere di tutto il resto.
responsabilità
finanziamenti affidabili nel tempo e nella quantità
dotazione di personale congrua con gli obiettivi
focus equilibrato sulla didattica (e non solo come sembra che stiano
proponendo attualmente, tipo ripartizione delle risorse FFO con peso 80% alla didattica!!)
- abolizione di concorsi nella loro formulazione attuale e della
distinzione tra ingresso e progressione di carriera (introduzione del ruolo unico)
- cancellazione della ricerca della soluzione dei problemi dell'università
sulla base di pregiudizi indimostrati: prima si fa un'analisi per capire quali siano i problemi e dove stanno (non si suppone, cioè, di conoscere a priori la risposta a questa domanda), poi si delineano strategie atte a risolvere i problemi (il che non vuol dire necessariamente tagliando qua e là ma, piuttosto, adottando strategie specifiche a seconda del tipo di criticità riscontrata)
- snellimento radicale della ragnatela burocratica nella quale siamo finiti
(mai provato a fare un ordine di qualcosa di recente? O a riorganizzare un corso di laurea?)
bene prendiamo i punti di guido come base poi ci sono ovviamente molti dettagli claudio
Sent from my iPhone
On 24/gen/2013, at 16:26, anna painelli anna.painelli@unipr.it wrote:
Concordo pienamente con Guido e sottolineo i punti 1,2,7 come conditio sine qua non per cominciare a discutere di tutto il resto.
responsabilità
finanziamenti affidabili nel tempo e nella quantità
dotazione di personale congrua con gli obiettivi
focus equilibrato sulla didattica (e non solo come sembra che stiano
proponendo attualmente, tipo ripartizione delle risorse FFO con peso 80% alla didattica!!)
- abolizione di concorsi nella loro formulazione attuale e della
distinzione tra ingresso e progressione di carriera (introduzione del ruolo unico)
- cancellazione della ricerca della soluzione dei problemi dell'università
sulla base di pregiudizi indimostrati: prima si fa un'analisi per capire quali siano i problemi e dove stanno (non si suppone, cioè, di conoscere a priori la risposta a questa domanda), poi si delineano strategie atte a risolvere i problemi (il che non vuol dire necessariamente tagliando qua e là ma, piuttosto, adottando strategie specifiche a seconda del tipo di criticità riscontrata)
- snellimento radicale della ragnatela burocratica nella quale siamo finiti
(mai provato a fare un ordine di qualcosa di recente? O a riorganizzare un corso di laurea?)
-- Anna Painelli Dip. Chimica Università di Parma Viale delle scienze 17/A 43124 Parma, Italy email: anna.painelli@unipr.it skype: anna.painelli tel +390521905461 fax +390521905556
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Chiedo scusa per questo mio intervento tardivo. Concordo con i puniti sottolineati dalla Painelli, ma ci aggiungerei il numero 3. Riguardo i concorsi sì concorsi no, ritengo che il meccansim oche è partito adesso potrebbe essere effettivamente quello funzionante. Prima una commissione nazionale che stabilisce l'idoneità scientifica per il ruolo di associato od ordinario. Questo senza graduatorie, comparazioni o numeri definiti. Non essendoci competizioni per posti, non c'è lotta fra i commissari per sistemare i propri allievi e se la Commissione lavora correttamente può benissimo evitare i "todos caballeros". Nella seconda fase la sede con un concorso specifico monoposto può scegliere il candidato migliore, sapendo che tutte le domande sono fatte da persone che vogliono lavorare nella sede. Praticamente è quanto chiesto dalla Tocco (i Dipartimenti reclutano) con la sicurezza (se la Commissione ha lavorato bene) che le sedi potranno solo scegliere persone di sufficiente valore scientifico. Qui di seguito aggiungo le stesse considerazioni da me inviate a colleghi del settore concorsuale un cordiale saluto paolo gerola
Cari colleghi,
ho sempre pensato che tutti noi dovremmo, per quanto possibile, cercare di contribuire ad un miglioramento del nostro sistema universitario, in specie quando ci viene data l’opportunità per farlo.
Questa prima applicazione dei giudizi di idoneità è una di queste occasioni.
Ho partecipato sia alla riunione di Roma (SBI) che a quella di Bologna (SIBV) in cui si è discusso in merito. Poi è uscito un documento della SIBV (vedi il sito) ed una circolare ministeriale che ritengo molto chiara.
In questa circolare il Ministro distingue in maniera netta la presenza di due fasi:
La prima fase costituita dai giudizi di idoneità
La seconda fase costituita dai concorsi presso le diverse sedi che bandiranno i futuri posti di associato ed ordinario, ai quali potranno partecipare quelli considerati idonei dal punto di vista scientifico.
Il Ministro è molto chiaro: nella prima fase non devono esistere giudizi comparativi, ogni singolo candidato deve essere giudicato se sia idoneo o meno, indipendentemente sia dal valore degli altri candidati sia dalla numerosità di quanti ricevono l’idoneità.
Altrettanto chiaramente il ministro afferma che la comparazione deve essere operativa nella seconda fase, durante i concorsi che saranno espletati nelle diverse sedi. In questo momento, nella comparazione, potranno essere considerati altri titoli, diversi da quelli scientifici sulla base dei quali è stata data l’idoneità, quali la didattica. Introdurre nel giudizio di idoneità criteri che tengono conto della didattica (come da alcuni suggerito) porterebbero probabilmente al ricorso al TAR di qualche escluso e all’invalidamento di tutti i lavori svolti dalla commissione.
Con questa procedura si dovrebbe garantire
1) che i candidati che partecipano ad un bando fatto presso una specifica sede vogliono effettivamente andare a lavorare presso tale sede. Il che significa che può essere effettivamente scelto il candidato migliore
2) che i concorsi locali possono essere vinti solo da candidati scientificamente validi.
A proposito del primo punto il Ministro ha sollecitato le sedi a dimostrare responsabilità nelle scelte, ricordando che in futuro la distribuzione delle risorse terrà sempre più conto della qualità della sede
Per quanto riguarda il secondo punto il Ministro da una grande responsabilità alle Commissioni non legandole al rispetto dei “paletti” fissati, ma consentendo, secondo criteri ben definiti dalle stesse commissioni all’inizio dei lavori, di dare l’idoneità a candidati che non superino tutti e tre i valori delle mediane o, al contrario, di bocciare candidati che li superino tutti.
Questo lavoro di valutazione da parte delle commissioni non è assolutamente semplice, tanto che il Ministro prevede che nella formulazione dei giudizi possano appoggiarsi a persone esterne.
Concludendo, ritengo che appaia chiaramente che nella formulazione dei giudizi di idoneità si debba unicamente valutare la validità scientifica del candidato, senza tener conto né di quanti vengano giudicati idonei in un settore concorsuale né di quale sarà poi il futuro destino degli idonei, cioè se saranno o meno chiamati da qualche sede.
Chiedo scusa per aver detto, senza averne titolo, cose che credo siano note e condivise, ma spero che possa essere utile averle rimarcate.
________________________________________ Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] per conto di claudio procesi [procesi@mat.uniroma1.it] Inviato: giovedì 24 gennaio 2013 17.04 A: Forum Università e Ricerca Cc: Forum Università e Ricerca Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] risposta a Dimitri
bene prendiamo i punti di guido come base poi ci sono ovviamente molti dettagli claudio
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On 24/gen/2013, at 16:26, anna painelli anna.painelli@unipr.it wrote:
Concordo pienamente con Guido e sottolineo i punti 1,2,7 come conditio sine qua non per cominciare a discutere di tutto il resto.
responsabilità
finanziamenti affidabili nel tempo e nella quantità
dotazione di personale congrua con gli obiettivi
focus equilibrato sulla didattica (e non solo come sembra che stiano
proponendo attualmente, tipo ripartizione delle risorse FFO con peso 80% alla didattica!!)
- abolizione di concorsi nella loro formulazione attuale e della
distinzione tra ingresso e progressione di carriera (introduzione del ruolo unico)
- cancellazione della ricerca della soluzione dei problemi dell'università
sulla base di pregiudizi indimostrati: prima si fa un'analisi per capire quali siano i problemi e dove stanno (non si suppone, cioè, di conoscere a priori la risposta a questa domanda), poi si delineano strategie atte a risolvere i problemi (il che non vuol dire necessariamente tagliando qua e là ma, piuttosto, adottando strategie specifiche a seconda del tipo di criticità riscontrata)
- snellimento radicale della ragnatela burocratica nella quale siamo finiti
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-- Anna Painelli Dip. Chimica Università di Parma Viale delle scienze 17/A 43124 Parma, Italy email: anna.painelli@unipr.it skype: anna.painelli tel +390521905461 fax +390521905556
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Paolo Gerola Full professor of Botany Department of Theoretical and Applied Sciences Insubria University Via Dunant 3 Varese
tel. +39-0332421410 mobile phone +39-3286576701 fax +39-0332421330 e-mail: paolo.gerola@uninsubria.it
Caro Procesi,
E' vero, sono anni che parliamo sempre delle stesse cose e non se ne esce, perché le decisioni le prendono altri. Sarebbe ora di farsi sentire, ad esempio col blocco delle lauree.
In riferimento ai versi di Trilussa, sinceramente non mi riconosco nel ruolo di quello che urla e sbraita, ma poi all¹atto pratico ³intigne li biscotti ne la tazza². In questi anni ho promosso petizioni, ho inviato articoli e lettere ai giornali, ho cercato di non rimanere in silenzio dicendo quello che penso sul mondo accademico e sulle sue ipocrisie. E continuerò a farlo finche non sopraggiungerà la stanchezza. Credo che se molti avessero fatto lo stesso, senza lamentarsi e basta, forse ora avremmo maggiore visibilità.
A parte questo, la mia idea sarà pure assurda, cose del genere non si fanno nemmeno nel terzo mondo (come tu dici), ma questo paese è ormai anche meno del terzo mondo, in quanto a corruzione, nepotismo e degrado culturale. Dici che la mia idea è ingiusta verso quei colleghi che, saranno anche una minoranza, sono scienziati seri e corretti. Bene, io mi ritengo parte di questa minoranza e sarebbe proprio questa minoranza ad essere garantita e tutelata da enti di valutazione composti in buona parte da membri esterni al sistema di potere accademico italiano.
L¹ho gia detto fino alla noia e non mi stanco di ripeterlo, perché mi sembra che molti facciano orecchie da mercante su questo punto, tu compreso: finora l¹esperienza insegna che cambiare le regole del reclutamento nel sistema accademico italiano non cambia il risultato finale. E¹ vero o no? Sarebbe lo stesso anche con il reclutamento gestito dai Dipartimenti. Sono convinto che il mio Dipartimento farebbe in media un buon lavoro, ma in generale temo che sarebbe un disastro con ancora meno vincoli al nepotismo. In realtà, bisognerebbe cambiare gli attori, quelli che hanno gestito da sempre il reclutamento, perché sono, volenti o nolenti, i responsabili delle patologie del sistema. In questo senso, dovrebbero fare autocritica tutti quelli che hanno fatto parte del sistema di potere accademico senza combatte per cambiarlo, ma adattandosi a convivere con esso.
Patrizio Dimitri
caro Dimitri, io potrei anche risponderti se non fosse che questa discussione è diventata stucchevole, sono tre anni che giriamo sempre intorno alle stesse cose, è evidente che ognuno resta della sua opinione, non si combina niente, ci si stracciano le vesti di fronte all'immoralità dilagante (sempre degli altri) etc..
Insomma già cento anni fa Trilussa raccontava bene questo modo di fare politica (vedi sotto). Ma fra tutte la tua idea che ci vorrebbe qualcuno veramente esterno ed estraneo la trovo assurda, per usare un eufemismo, questo non lo fanno neppure nei paesi del terzo mondo da quando si sono emancipati. Inoltre è ingiusta verso quei colleghi che, saranno anche una minoranza, sono scienziati seri e corretti. I concorsi fatti dai Dipartimenti credo siano l'unica soluzione, una soluzione che ha ovvi limiti ma che si può correggere per punire i Dipartimenti più scadenti. Gli strumenti ci sono e possono essere ad esempio un confronto in senato accademico, se i posti li distribuisce o anche li deve formalmente approvare il senato c'`e una ovvia concorrenza fra gruppi, l'obbligo di inserire effettivamente un relatore esterno (ma attenzione che se non è´fatto bene questo può diventare un boomerang in mano a gruppi abbastanza spregiudicati), La creazione di un ruolo di docenti distinti come in Francia che passano attraverso una selezione nazionale ed internazionale e possono avere poi una certa influenza almeno morale. La possibilità di mettersi sul mercato (quello della scienza) dei docenti.
Faccio un esempio xx è un ricercatore che vince un ERC o ha un riconoscimento importante, in altri paesi si fa fare una offerta da un altro dipartimento e poi contratta la sua permanenza in quello di partenza. Insomma se qualcuno di voi pensa che la soluzione sia burocratica magari con la migliore burocrazia austroungarica non si va da nessuna parte.
Le riforme si fanno curando i dettagli, ma certo credo che parlare ancora di riforma dell'Università fa veramente terrore un po a tutti perché di fatto ogni volta sembra di fare la tela di Penelope, infinite riunioni per nuovi regolamenti, votazioni lotte politiche tempo perso in abbondanza poi anni ed anni per attuare le cose più semplici. C'è qualcosa di profondamente perverso in tutto questo.
L'eroe ar caffe'
E' stato ar fronte, sì, ma cór pensiero, però te dà le spiegazzioni esatte de le battaje che nun ha mai fatte, come ce fusse stato pe davero.
Avressi da vedé come combatte ne le trincee d'Aragno! Che gueriero! Tre sere fa , pe' prenne er Montenero, ha rovesciato er cuccomo del latte!
Cór su' sistema de combattimento trova ch'è tutto facile: va a Pola, entra a Trieste e te bombarda Trento.
Spiana li monti, sfonna, spara, ammazza...
- Per me - barbotta - c'è una strada sola...
E intigne li biscotti ne la tazza.
Claudio Procesi, Professore Emerito,
Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
Membro dell'Accademia dei Lincei
Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
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