"Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha oggi promulgato la legge recante "Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonchè delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario". Il Capo dello Stato - si legge in una nota diffusa dal Quirinale- ha contestualmente indirizzato la seguente lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri: Promulgo la legge, ai sensi dell'art. 87 della Costituzione, non avendo ravvisato nel testo motivi evidenti e gravi per chiedere una nuova deliberazione alle Camere, correttiva della legge approvata a conclusione di un lungo e faticoso iter parlamentare. L'attuazione della legge è del resto demandata a un elevato numero di provvedimenti, a mezzo di delega legislativa, di regolamenti governativi e di decreti ministeriali; quel che sta per avviarsi è dunque un processo di riforma, nel corso del quale saranno concretamente definiti gli indirizzi indicati nel testo legislativo e potranno essere anche affrontate talune criticità, riscontrabili in particolare negli articoli 4, 23 e 26.
Per quel che riguarda l'articolo 6, concernente il titolo di professore aggregato - pur non lasciando la norma, da un punto di vista sostanziale, spazio a dubbi interpretativi della reale volontà del legislatore - si attende che ai fini di un auspicabile migliore coordinamento formale, il governo adempia senza indugio all'impegno assunto dal Ministro Gelmini nella seduta del 21 dicembre in Senato, eventualmente attraverso la soppressione del comma 5 dell'articolo. Per quanto concerne l'art. 4 relativo alla concessione di borse di studio agli studenti, appare non pienamente coerente con il criterio del merito nella parte in cui prevede una riserva basata anche sul criterio dell'appartenenza territoriale. Inoltre l'art. 23, nel disciplinare i contratti per attività di insegnamento, appare di dubbia ragionevolezza nella parte in cui aggiunge una limitazione oggettiva riferita al reddito ai requisiti soggettivi di carattere scientifico e professionale. Infine è opportuno che l'art. 26, nel prevedere l'interpretazione autentica dell'art. 1, comma 1, del decreto legge n. 2 del 2004 sia formulato in termini non equivoci e corrispondenti al consolidato indirizzo giurisprudenziale della Corte Costituzionale.
Al di là del possibile superamento - nel corso del processo di attuazione della legge - delle criticità relative agli articoli menzionati, resta importante l'iniziativa che spetta al governo in esecuzione degli ordini del giorno Valditara e altri G 28.100, Rusconi ed altri G24.301, accolti nella seduta del 21 dicembre in Senato, contenenti precise indicazioni anche integrative - sul piano dei contenuti e delle risorse - delle scelte compiute con la legge successivamente approvata dall'Assemblea. Auspico infine che su tutti gli impegni assunti con l'accoglimento degli ordini del giorno e sugli sviluppi della complessa fase attuativa del provvedimento, il governo ricerchi un costruttivo confronto con tutte le parti interessate".
____________________________________________________ Walter Lacarbonara Department of Structural and Geotechnical Engineering Sapienza University of Rome via Eudossiana 18 - 00184 ROMA Italy off: +39 06 44585293 fax: +39 06 4884852 e-mail: walter.lacarbonara@uniroma1.it web: www.disg.uniroma1.it/lacarbonara
Un collega di giurispudenza, che e' stato tra i promotori del referendum per la difesa dell'acqua pubblica, ha inviato questa lettera al Manifesto, che e' stata ripresa negli interventi su "La Stampa" relativi al ddl Gelmini ( http://www.lastampa.it/forum/Forum3.asp?chiuso=False&pg=1&IDmessaggi...).
La sua proposta di raccolta firme per un referendum mi sembra interessante, soprattutto per i termini in cui la pone: l'acqua e' un bene pubblico, cosi come lo e' la cultura e l'universita', le due cose possono venir difese insieme. Se condividete questa mia impressione (alle prime proposte che erano girate su un referendum ero stata scettica ma ora mi sembra un'idea sensata), potrei contattare il collega per coordinare una qualche iniziativa.
Buon anno a tutti Laura Sacerdote
2010/12/31 Walter.Lacarbonara@uniroma1.it
"Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha oggi promulgato la legge recante "Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonchè delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario". Il Capo dello Stato - si legge in una nota diffusa dal Quirinale- ha contestualmente indirizzato la seguente lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri: Promulgo la legge, ai sensi dell'art. 87 della Costituzione, non avendo ravvisato nel testo motivi evidenti e gravi per chiedere una nuova deliberazione alle Camere, correttiva della legge approvata a conclusione di un lungo e faticoso iter parlamentare. L'attuazione della legge è del resto demandata a un elevato numero di provvedimenti, a mezzo di delega legislativa, di regolamenti governativi e di decreti ministeriali; quel che sta per avviarsi è dunque un processo di riforma, nel corso del quale saranno concretamente definiti gli indirizzi indicati nel testo legislativo e potranno essere anche affrontate talune criticità, riscontrabili in particolare negli articoli 4, 23 e 26.
Per quel che riguarda l'articolo 6, concernente il titolo di professore aggregato - pur non lasciando la norma, da un punto di vista sostanziale, spazio a dubbi interpretativi della reale volontà del legislatore - si attende che ai fini di un auspicabile migliore coordinamento formale, il governo adempia senza indugio all'impegno assunto dal Ministro Gelmini nella seduta del 21 dicembre in Senato, eventualmente attraverso la soppressione del comma 5 dell'articolo. Per quanto concerne l'art. 4 relativo alla concessione di borse di studio agli studenti, appare non pienamente coerente con il criterio del merito nella parte in cui prevede una riserva basata anche sul criterio dell'appartenenza territoriale. Inoltre l'art. 23, nel disciplinare i contratti per attività di insegnamento, appare di dubbia ragionevolezza nella parte in cui aggiunge una limitazione oggettiva riferita al reddito ai requisiti soggettivi di carattere scientifico e professionale. Infine è opportuno che l'art. 26, nel prevedere l'interpretazione autentica dell'art. 1, comma 1, del decreto legge n. 2 del 2004 sia formulato in termini non equivoci e corrispondenti al consolidato indirizzo giurisprudenziale della Corte Costituzionale.
Al di là del possibile superamento - nel corso del processo di attuazione della legge - delle criticità relative agli articoli menzionati, resta importante l'iniziativa che spetta al governo in esecuzione degli ordini del giorno Valditara e altri G 28.100, Rusconi ed altri G24.301, accolti nella seduta del 21 dicembre in Senato, contenenti precise indicazioni anche integrative - sul piano dei contenuti e delle risorse - delle scelte compiute con la legge successivamente approvata dall'Assemblea. Auspico infine che su tutti gli impegni assunti con l'accoglimento degli ordini del giorno e sugli sviluppi della complessa fase attuativa del provvedimento, il governo ricerchi un costruttivo confronto con tutte le parti interessate".
Walter Lacarbonara Department of Structural and Geotechnical Engineering Sapienza University of Rome via Eudossiana 18 - 00184 ROMA Italy off: +39 06 44585293 fax: +39 06 4884852 e-mail: walter.lacarbonara@uniroma1.it web: www.disg.uniroma1.it/lacarbonara _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Personalmente la condivido. Buon Anno a tutti. Giancarlo Rossi
Un collega di giurispudenza, che e' stato tra i promotori del referendum per la difesa dell'acqua pubblica, ha inviato questa lettera al Manifesto, che e' stata ripresa negli interventi su "La Stampa" relativi al ddl Gelmini ( http://www.lastampa.it/forum/Forum3.asp?chiuso=False&pg=1&IDmessaggi...).
La sua proposta di raccolta firme per un referendum mi sembra interessante, soprattutto per i termini in cui la pone: l'acqua e' un bene pubblico, cosi come lo e' la cultura e l'universita', le due cose possono venir difese insieme. Se condividete questa mia impressione (alle prime proposte che erano girate su un referendum ero stata scettica ma ora mi sembra un'idea sensata), potrei contattare il collega per coordinare una qualche iniziativa.
Buon anno a tutti Laura Sacerdote
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"Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha oggi promulgato la legge recante "Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonchè delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario". Il Capo dello Stato - si legge in una nota diffusa dal Quirinale- ha contestualmente indirizzato la seguente lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri: Promulgo la legge, ai sensi dell'art. 87 della Costituzione, non avendo ravvisato nel testo motivi evidenti e gravi per chiedere una nuova deliberazione alle Camere, correttiva della legge approvata a conclusione di un lungo e faticoso iter parlamentare. L'attuazione della legge è del resto demandata a un elevato numero di provvedimenti, a mezzo di delega legislativa, di regolamenti governativi e di decreti ministeriali; quel che sta per avviarsi è dunque un processo di riforma, nel corso del quale saranno concretamente definiti gli indirizzi indicati nel testo legislativo e potranno essere anche affrontate talune criticità, riscontrabili in particolare negli articoli 4, 23 e 26.
Per quel che riguarda l'articolo 6, concernente il titolo di professore aggregato - pur non lasciando la norma, da un punto di vista sostanziale, spazio a dubbi interpretativi della reale volontà del legislatore - si attende che ai fini di un auspicabile migliore coordinamento formale, il governo adempia senza indugio all'impegno assunto dal Ministro Gelmini nella seduta del 21 dicembre in Senato, eventualmente attraverso la soppressione del comma 5 dell'articolo. Per quanto concerne l'art. 4 relativo alla concessione di borse di studio agli studenti, appare non pienamente coerente con il criterio del merito nella parte in cui prevede una riserva basata anche sul criterio dell'appartenenza territoriale. Inoltre l'art. 23, nel disciplinare i contratti per attività di insegnamento, appare di dubbia ragionevolezza nella parte in cui aggiunge una limitazione oggettiva riferita al reddito ai requisiti soggettivi di carattere scientifico e professionale. Infine è opportuno che l'art. 26, nel prevedere l'interpretazione autentica dell'art. 1, comma 1, del decreto legge n. 2 del 2004 sia formulato in termini non equivoci e corrispondenti al consolidato indirizzo giurisprudenziale della Corte Costituzionale.
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-- Laura Sacerdote Dipartimento di Matematica Università di Torino Via Carlo Alberto 10 10123 Torino, Italia tel. +39 0116702919 fax +39 0116702878 http://www.dm.unito.it/personalpages/sacerdote/ _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Son d'accordo con l'ideadelreferendum. La cultura è altrettanto importante dell'acqua e perciò deve essere pubblica e accessibile da tutti Sperando in 2011 migliore, auguri a tutti Margherita Hack
----- Original Message ----- From: giancarlo.rossi@roma2.infn.it To: laura.sacerdote@unito.it; "Forum Università e Ricerca" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Cc: "Forum Università e Ricerca" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Friday, December 31, 2010 4:35 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] Promulgazione legge da parte di Napolitano
Personalmente la condivido. Buon Anno a tutti. Giancarlo Rossi
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2010/12/31 Walter.Lacarbonara@uniroma1.it
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Per quel che riguarda l'articolo 6, concernente il titolo di professore aggregato - pur non lasciando la norma, da un punto di vista sostanziale, spazio a dubbi interpretativi della reale volontà del legislatore - si attende che ai fini di un auspicabile migliore coordinamento formale, il governo adempia senza indugio all'impegno assunto dal Ministro Gelmini nella seduta del 21 dicembre in Senato, eventualmente attraverso la soppressione del comma 5 dell'articolo. Per quanto concerne l'art. 4 relativo alla concessione di borse di studio agli studenti, appare non pienamente coerente con il criterio del merito nella parte in cui prevede una riserva basata anche sul criterio dell'appartenenza territoriale. Inoltre l'art. 23, nel disciplinare i contratti per attività di insegnamento, appare di dubbia ragionevolezza nella parte in cui aggiunge una limitazione oggettiva riferita al reddito ai requisiti soggettivi di carattere scientifico e professionale. Infine è opportuno che l'art. 26, nel prevedere l'interpretazione autentica dell'art. 1, comma 1, del decreto legge n. 2 del 2004 sia formulato in termini non equivoci e corrispondenti al consolidato indirizzo giurisprudenziale della Corte Costituzionale.
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Laura:
a me l'idea piace molto. L'acqua è un bene comune così come lo sono la scuola e l'università pubbliche. Il diritto all'istruzione è un diritto universale (non sono esperta di dichiarazioni dei diritti, ma mi pare elementare) così come il diritto all'acqua.
Quindi sono assolutamente d'accordo con il cuore. Che sia la strada strategicamente migliore questo davvero non lo so. Ma credo però che tutte le strade vadano perseguite con convinzione.
saluti e auguri (ne abbiamo bisogno!)
anna
2010/12/31 Laura Sacerdote laura.sacerdote@gmail.com
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"Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha oggi promulgato la legge recante "Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonchè delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario". Il Capo dello Stato - si legge in una nota diffusa dal Quirinale- ha contestualmente indirizzato la seguente lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri: Promulgo la legge, ai sensi dell'art. 87 della Costituzione, non avendo ravvisato nel testo motivi evidenti e gravi per chiedere una nuova deliberazione alle Camere, correttiva della legge approvata a conclusione di un lungo e faticoso iter parlamentare. L'attuazione della legge è del resto demandata a un elevato numero di provvedimenti, a mezzo di delega legislativa, di regolamenti governativi e di decreti ministeriali; quel che sta per avviarsi è dunque un processo di riforma, nel corso del quale saranno concretamente definiti gli indirizzi indicati nel testo legislativo e potranno essere anche affrontate talune criticità, riscontrabili in particolare negli articoli 4, 23 e 26.
Per quel che riguarda l'articolo 6, concernente il titolo di professore aggregato - pur non lasciando la norma, da un punto di vista sostanziale, spazio a dubbi interpretativi della reale volontà del legislatore - si attende che ai fini di un auspicabile migliore coordinamento formale, il governo adempia senza indugio all'impegno assunto dal Ministro Gelmini nella seduta del 21 dicembre in Senato, eventualmente attraverso la soppressione del comma 5 dell'articolo. Per quanto concerne l'art. 4 relativo alla concessione di borse di studio agli studenti, appare non pienamente coerente con il criterio del merito nella parte in cui prevede una riserva basata anche sul criterio dell'appartenenza territoriale. Inoltre l'art. 23, nel disciplinare i contratti per attività di insegnamento, appare di dubbia ragionevolezza nella parte in cui aggiunge una limitazione oggettiva riferita al reddito ai requisiti soggettivi di carattere scientifico e professionale. Infine è opportuno che l'art. 26, nel prevedere l'interpretazione autentica dell'art. 1, comma 1, del decreto legge n. 2 del 2004 sia formulato in termini non equivoci e corrispondenti al consolidato indirizzo giurisprudenziale della Corte Costituzionale.
Al di là del possibile superamento - nel corso del processo di attuazione della legge - delle criticità relative agli articoli menzionati, resta importante l'iniziativa che spetta al governo in esecuzione degli ordini del giorno Valditara e altri G 28.100, Rusconi ed altri G24.301, accolti nella seduta del 21 dicembre in Senato, contenenti precise indicazioni anche integrative - sul piano dei contenuti e delle risorse - delle scelte compiute con la legge successivamente approvata dall'Assemblea. Auspico infine che su tutti gli impegni assunti con l'accoglimento degli ordini del giorno e sugli sviluppi della complessa fase attuativa del provvedimento, il governo ricerchi un costruttivo confronto con tutte le parti interessate".
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L'appello comparso sul Manifesto come segnala da Laura Sacerdote, per quanto del tutto condivisibile, presenta, a mio avviso, un difetto di incisività. La 'vertenza' contro la privatizzazione dell'acqua si volge giustamente verso l'abrogazione dello strumento legislativo che l'ha introdotta. Un analogo percorso per la riforma Gelmini, tuttavia, vedrebbe la sua realizzazione in tempi abbastanza lunghi.
Forse una risposta migliore, senza sconfessare le sagge parole di Rodotà e le precisazioni di principio di Napolitano, potrebbe venire dalla continuazione della mobilitazione studentesca. Peraltro, l'appello comparso sul Manifesto si rivolgeva agli studenti, innanzitutto.
Vi segnalo quanto ho scritto a proposito degli sviluppi della protesta contro la riforma Gelmini per il forum del CoNPAss (Coordinamento Nazionale Professori Associati).
Per completezza devo aggiungere che le mie tesi sono state ampiamente rigettate da CoNPAss e credo lo stesso faranno gran parte dei colleghi di Universitas futura. Tuttavia le specie in via di estinzione vanno protette ...
Rino Esposito
*******************
Carissimi, ho letto un pò di vostre proposte sul che fare adesso che la riforma è legge. Sinceramente non mi pare che la prospettiva di impegnarsi per un referendum sia il massimo. Né conviene, a mio avviso, cominciare a impegolarsi in trattative per manovrare la formulazione degli Statuti.
Questa riforma va semplicemente rifiutata in blocco per quanto riguarda l'aspetto 'governance'. Questa riforma doveva dare potere ai Dipartimenti ed istituire dei meccanismi premiali che avrebbero favorito solo chamate di qualità. Invece la facoltà, mi pare, ritornino in auge con le solite dinamiche, con le congreghe degli SSD ancora arbitre di tutto. Questa riforma non considera per nulla il punto centrale del problema universitario italiano, quello dello schema del '3+2' che ha condotto alla moltiplicazione dei corsi ed al malcostume per cui tutti paghiamo in termini di credibilità. Questa riforma non specifica nulla rispetto ai fantomatici concorsi unici nazionali e i relativi decreti attuativi sono una promessa simile alla soluzione del problema rifiuti della Campania.
Qualcuno propone l'uso dello strumento della 'indisponibilità' di ricercatori ed altri a svolgere compiti non istituzionali. Non so fino a quando potrà durare. Ci possono essere comunque problemi e comunque vale per i ricercatori il meccanismo del ricatto, ora che la prospettiva dei 3000, 6000 o 9000 posti di associato può fare meglio breccia. Non dimentichiamo, comunque, che un'altra ragione fondamentale per rigettare la riforma in toto è la disciplina del ricercatore a tempo definito con le attuali prospettive di disponibilità di posizioni a tempo indefinito, per non parlare del trattamento riservato agli attuali ricercatori ... ....
Vorrei suggerire questa prospetiva: in quanto professori associati non andiamo lontano. Nemmeno se raccogliamo l'adesione della Rete 29 aprile. Per continuare, per incidere bisogna creare un movimento che lanci un'azione di protesta ad oltranza. Non saranno né gli associati, né i ricercatori e meno che mai gli ordinari a muoversi nella propsettiva di un movimento di agitazione permanente. A mio avviso l'unica speranza sono gli studenti che, ben al di là dei problemi che riguradano l'organizzazione dell'università, possono mettere in atto un'agitazione sulle tematiche molto più fondamentali che riguardano il futuro di un'intera generazione, sperando così di saldarsi ad un malcontento che appare sempre più evidente tra i settori sociali dei precari o dei precarizzati o dei garantiti a tempo.
Il problema del malessere va ben al di là dell'università. L'università, cioè, è solo un aspetto e non bisogna fare l'errore di valorizzare solo questo aspetto, tralasciando il problema più generale. Quacuno parlava del sogno di una manifestazione generale della cultura, dalla scuola al cinema.
Il sogno di cui parlo io è ancora più grande ed include l'antagonismo sociale complessivo. Insomma, smettiamo di organizzare azioni per un settore specifico, e per giunta particolare all'interno della specificità come i professori associati dell'università italiana! Chi ha voglia di cambiare, cominci a cambiare il contesto politico che produce tutto quello che non va.
Il contesto è quello del berlusconismo, di questo fascismo moderno che ha portato all'obnubilazione il cervello di metà degli italiani.
Propongo di cercare i movimenti studenteschi che hanno promesso di continuare la loro battaglia ad oltranza. Propongo di interagire con gli studenti e con altri settori in protesta, quella base insomma che ha costituito la miscela della manifestazione del 14 dicembre. Ci additeranno come 'cattivi maestri', Gasparri riprenderà a chiedere un altro '7 aprile', ci faranno passare per fautori della violenza se non per epigoni del terrorismo, ma con una protesta ad oltranza, eclatantemente non-violenta, penso che un movimento si potrebbe ancora più cementare e crescere.
Rifiuto in blocco a mio avviso non vuol dire organizzare raccolte di firme per l'abrogazione della legge, bensì organizzarsi per mettere tutto in subbuglio, rendere insomma impossibile il proseguimento dell'anno accademico, perché no, ricorrendo al blocco di esami e lauree (e qui mi saltate di nuovo addosso), ovviamente se questi tipi di forme di protesta hanno un riscontro con altri movimenti di studenti e di altre categorie che protestino ad oltranza perché le condizioni di vita e le prospettive future sono sempre più negative. Si menzionavano le proteste dei beni culturali e del movimento contro la privatizzazione dell'acqua. Aggiungo i movimenti dei cassintegrati che tra poco rimarranno scoperti, dei docenti supplenti di scuola secondaria disoccupati, degli immigrati truffati sulla regolarizzazione, dei pastori sardi, ecc.
Quoting Laura Sacerdote laura.sacerdote@gmail.com:
Un collega di giurispudenza, che e' stato tra i promotori del referendum per la difesa dell'acqua pubblica, ha inviato questa lettera al Manifesto, che e' stata ripresa negli interventi su "La Stampa" relativi al ddl Gelmini ( http://www.lastampa.it/forum/Forum3.asp?chiuso=False&pg=1&IDmessaggi...).
La sua proposta di raccolta firme per un referendum mi sembra interessante, soprattutto per i termini in cui la pone: l'acqua e' un bene pubblico, cosi come lo e' la cultura e l'universita', le due cose possono venir difese insieme. Se condividete questa mia impressione (alle prime proposte che erano girate su un referendum ero stata scettica ma ora mi sembra un'idea sensata), potrei contattare il collega per coordinare una qualche iniziativa.
Buon anno a tutti Laura Sacerdote
2010/12/31 Walter.Lacarbonara@uniroma1.it
"Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha oggi promulgato la legge recante "Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonchè delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario". Il Capo dello Stato - si legge in una nota diffusa dal Quirinale- ha contestualmente indirizzato la seguente lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri: Promulgo la legge, ai sensi dell'art. 87 della Costituzione, non avendo ravvisato nel testo motivi evidenti e gravi per chiedere una nuova deliberazione alle Camere, correttiva della legge approvata a conclusione di un lungo e faticoso iter parlamentare. L'attuazione della legge è del resto demandata a un elevato numero di provvedimenti, a mezzo di delega legislativa, di regolamenti governativi e di decreti ministeriali; quel che sta per avviarsi è dunque un processo di riforma, nel corso del quale saranno concretamente definiti gli indirizzi indicati nel testo legislativo e potranno essere anche affrontate talune criticità, riscontrabili in particolare negli articoli 4, 23 e 26.
Per quel che riguarda l'articolo 6, concernente il titolo di professore aggregato - pur non lasciando la norma, da un punto di vista sostanziale, spazio a dubbi interpretativi della reale volontà del legislatore - si attende che ai fini di un auspicabile migliore coordinamento formale, il governo adempia senza indugio all'impegno assunto dal Ministro Gelmini nella seduta del 21 dicembre in Senato, eventualmente attraverso la soppressione del comma 5 dell'articolo. Per quanto concerne l'art. 4 relativo alla concessione di borse di studio agli studenti, appare non pienamente coerente con il criterio del merito nella parte in cui prevede una riserva basata anche sul criterio dell'appartenenza territoriale. Inoltre l'art. 23, nel disciplinare i contratti per attività di insegnamento, appare di dubbia ragionevolezza nella parte in cui aggiunge una limitazione oggettiva riferita al reddito ai requisiti soggettivi di carattere scientifico e professionale. Infine è opportuno che l'art. 26, nel prevedere l'interpretazione autentica dell'art. 1, comma 1, del decreto legge n. 2 del 2004 sia formulato in termini non equivoci e corrispondenti al consolidato indirizzo giurisprudenziale della Corte Costituzionale.
Al di là del possibile superamento - nel corso del processo di attuazione della legge - delle criticità relative agli articoli menzionati, resta importante l'iniziativa che spetta al governo in esecuzione degli ordini del giorno Valditara e altri G 28.100, Rusconi ed altri G24.301, accolti nella seduta del 21 dicembre in Senato, contenenti precise indicazioni anche integrative - sul piano dei contenuti e delle risorse - delle scelte compiute con la legge successivamente approvata dall'Assemblea. Auspico infine che su tutti gli impegni assunti con l'accoglimento degli ordini del giorno e sugli sviluppi della complessa fase attuativa del provvedimento, il governo ricerchi un costruttivo confronto con tutte le parti interessate".
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