Caro Dorato, e tutte/i, la formazione di una lista di idonei, senza graduatoria, da cui poi le Facoltà ( o i Dipartimenti?) chiamino quello che meglio si addice alle loro esigenze è quello che ho proposto anch'io qualche dozzina di mail orsono, e prima anche Giorgio Parisi. A questo punto viene a proposito la tua domanda ( come si forma la lista degli idonei?). Certo, ci vuole una commissione che giudichi chi ha i requisiti "minimi" per esser ricercatore, o prof associato o prof prima fascia ( o qualsiasi altro nome venga inventato nel futuro). Per questo credo che i dati cosiddetti obbiettivi devono pur essere utilizzati, anzitutto per escludere commissari incompetenti , poi anche per valutare i candidati, ma non come unico criterio. I lavori si leggono, non si contano! Nessuno altrimenti potrebbe garantire la idoneità di certo A.Einstein che presenti un solo lavoro di due pagine scarse, intitolato "l'Effetto Fotoelettrico", anche se quel lavoro ha poi cambiato il corso della fisica moderna. Quanto detto sopra richiede che vengano aboliti gli infami " raggruppamenti concorsuali",che sono la struttura operativa delle peggiori baronie. L'uso di dati " quantitativi" per escludere commissari "potenti" ma fasulli è l'unico modo per persuadere quei signori che non sono adatti alla bisogna per incompetenza, pur essendo, ovviamente, perfetti o più ancora da ogni altro punto di vista! Cari saluti, Giorgio Forti
At 08.53 17/12/2008, Mauro Dorato wrote:
caro Giacometti Io sono a favore di un rafforzamento delle scienze di base e sono filosofo. Tale rafforzamento secondo me passa anche per un approfondimento e una discussione dei concetti che sono alla base delle scienze, ma questo è un altro discorso, che in questa sede non c'entra... la mia proposta è : cerchiamo di non creare inutili barriere tra di noi per favore Come se i letterati e i filosofi fossero interessati a un modelli di università in cui ognuno pubblica a spese dello stato..Non è così, credetemi. (Cerami non è un filosofo, by the way e quel che ha detto è vergognoso, ciò che fa riflettere su come l'opposizione sceglie i suoi rappresentanti ombra: sono dei rappresentanti così a essere delle ombre, nel senso filosofico del termine: sono privi di sostanza).
la cosa che non è mi chiara della proposta che è stata riassunta da Claudio Procesi e che è stata discussa il 13 è: aboliamo i concorsi (d'accordo) e peschiamo dalla lista nazionale di idonei. Qui non ho capito: come la si forma la lista? Chiunque superi i requisiti minimi è ammesso come idoneo? O c'è una commissione nazionale, ciò che reintroduce i concorsi? Forse mi sono perso qualcosa cari saluti
On Tue, Dec 16, 2008 at 11:33 AM, giovanni giacometti < g.giacometti@chfi.unipd.it> wrote:
Come al solito l'idea di Traverso è ottima. Con il Dipartimento (e non la Facoltà) al centro del sistema, si può fare. Giovanni Giacometti
On Tue, 16 Dec 2008 09:08:48 +0100, Carlo Traverso wrote
Guarda che in effetti leggi differenziate gia' ci sono. La facolta' di medicina e' collegata al servizio sanitario nazionale, cosi' ad esempio i corsi sono a numero chiuso e a ciclo unico di 6 anni, e gli stipendi e gli obblighi sono diversi.
Non deve essere una legge speciale per facolta' "speciali", occorre una legge che preveda modelli diversi per realta' diverse. E secondo me che possano essere scelti senza una rigida predeterminazione.
Ad esempio un dipartimento di medicina che faccia prevalentemente ricerca (ce ne sono, c'e' un esempio nell'area CNR a Pisa) puo' scegliere un modello "scientifico", come vedo la possibilita' di un dipartimento di matematica che scelga un modello "umanistico", privilegiando gli aspetti didattici. Ovviamente "con juicio": non vedo un dipartimento di lettere che scelga un modello "medico", con convenzione SSN.
Io personalmente penso che questa sia l'unica possibilita' di uscire dalle secche in cui siamo. Uscire dal recinto delle facolta' di scienze, cercando una visione piu' globale ed equilibrata dell'universita', che ci permettera' di costringere i politici ad uscire dalla loro visione di una universita' giuridico-umanistica-finanziaria.
Carlo Traverso
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