Qualcuno si sta muovendo. E se per una volta accettassimo la proposta
fatta da qualcun altro e aderissimo alla protesta?
Silvia
-------- Messaggio originale --------
Il tavolo intersindacale lancia una settimana nazionale (dal 18
al 23 novembre) di dibattito-mobilitazione in tutti gli Atenei.
Le Organizzazioni universitarie in tutti questi anni hanno denunciato
come il sistema universitario statale sia continuamente e
progressivamente sottoposto a pesantissimi attacchi di diversa natura
che lo stanno portando ad una vera e propria implosione.
Gli ingenti tagli alle risorse già scarse, l'accentramento esasperato
dei poteri a livello nazionale e negli Atenei, la messa ad esaurimento
di un’intera categoria e il precariato reso ancor più feroce e senza
sbocchi dalla legge “Gelmini”, la valutazione – mal concepita e peggio
realizzata da un’Agenzia che ha commissariato il Sistema universitario –
usata come clava per colpire e demolire piuttosto che per aiutare a far
funzionare meglio la ricerca e l’alta formazione nel nostro Paese, lo
svuotamento del diritto allo studio che dovrebbe invece essere garantito
anche a chi è privo di mezzi: queste ed altre scelte apparirebbero
ingiustificabili e autolesioniste, se non fossero operate
deliberatamente per *cancellare l'idea stessa di un'Università di
qualità, democratica, aperta a tutti e diffusa nel Paese*. Scelte
peraltro effettuate proprio da chi va sostenendo che l’alta formazione e
la ricerca sono i settori che più di tutti gli altri possono consentire
al Paese di risollevarsi dalla crisi sociale, culturale ed economica in
cui è precipitato.
Nelle Università questa situazione sta portando ad una condizione di
rassegnato sfaldamento, sempre più tangibile. Invece di amplificarsi la
collaborazione – che sarebbe la condizione più consona alla ricerca e
alla didattica di qualità – *si assiste ad ogni livello a un progressivo
“tutti contro tutti” nell'accaparramento di risorse e di opportunità
sempre più scarse*, passando dalla sensazione di aver spuntato qualche
beneficio all’amara constatazione della realtà in cui l’Università, nel
suo complesso, viene condotta prima all’inchino e poi al naufragio.
Questa situazione è stata costruita tramite numerosi provvedimenti, che
sempre più risultano avere come obiettivo quello di provocare ad ogni
livello una sistematica contrapposizione tra chi opera nell'Università.
Per esempio, è ormai evidente a tutti come *il razionamento e i criteri
di distribuzione dei cosiddetti “punti organico”* puntano anche a
mantenere attiva una contrapposizione tra i docenti, i
tecnico-amministrativi e gli studenti.
E, nella stessa direzione, è paradigmatico il Decreto Interministeriale
21 luglio 2011 n. 314 che prevede il recupero di una infima parte degli
scatti stipendiali bloccati, ma solo come esito di un /mors tua vita
mea/ ben rappresentato dalla frase conclusiva “comunque nel limite del
cinquanta per cento dei soggetti ammissibili” (a prescindere dal numero
dei “meritevoli”, dunque). Di questo decreto, palesemente irragionevole,
si è chiesto al Ministro Carrozza la modifica, rimanendo però
inascoltati, come per quasi tutte le altre richieste.
E', inoltre, noto a tutti il vergognoso tentativo di utilizzare la VQR
per la valutazione dei singoli – nonostante, peraltro, l’impostazione
metodologica del tutto inadatta e le chiarissime indicazioni contrarie –
ancora una volta allo scopo di tagliare su tutto e su tutti.
Ciascuno sembra accorgersi del “metodo” solo quando viene applicato a
lui stesso. Ad una diversa scala, è di questi giorni il provvedimento,
proprio a firma del Ministro Carrozza, col quale molte Università si
vedono assegnare una quantità di risorse risibile persino al cospetto
del 20% del programmato /turnover/. L’attenzione viene però deviata,
piuttosto che sulle scarsissime risorse messe in campo dal Governo,
verso quei (pochi) atenei che ottengono una maggiorazione rispetto alle
cessazioni e che, non a caso, risultano in larga parte coincidere con
quelli che hanno le tasse d’iscrizione più elevate. *Anche qui si
incentivano contrapposizioni: o tasse molto elevate, a danno degli
studenti, o reclutamenti e progressioni praticamente impossibili*, a
danno del personale, in particolare quello precario e dei più giovani.
La parola “premialità”, occorre dirlo chiaramente, è utilizzata
nell’Università in modo /falso/. Dovrebbe piuttosto essere usato il
termine di “punitività”, poiché i finanziamenti “premiali” avrebbero
senso solo se aggiuntivi a quelli necessari a far funzionare bene
l'intero Sistema, per incentivarne il miglioramento.
Ciò che invece si fa è più semplicemente cercare di *ammantare di
“meritocrazia” e fatalismo precise scelte politiche di dismissione
dell’Università pubblica:* dalla quota premiale del FFO alla
distribuzione dei punti organico, dall'attribuzione dell'/una tantum/
per il personale docente alle abilitazioni. Queste ultime – è certo -
produrranno tensioni di una portata mai sperimentata all’interno del
sistema universitario tra abilitati e non abilitati, e personale già in
ruolo e precari.
*Non è possibile rimanere passivi di fronte al disfacimento in atto*:
occorre proporre soluzioni concrete e attivarsi collettivamente affinché
si realizzino. Le Organizzazioni universitarie hanno più volte fatto
proposte concrete su: organizzazione degli Atenei, diritto allo studio,
ruolo unico, reclutamento per i precari, distribuzione delle risorse,
politiche della valutazione, ecc. Chi, a tutti i livelli, ha
responsabilità gestionali non può continuare a far finta di nulla. Si
pensa dunque che sia questo il momento di fare il punto sulla situazione
attuale e sulle prospettive.
Occorre contrastare in ogni modo *l’assurda deriva del “tutti contro
tutti”* e bisogna, invece, riflettere collettivamente su cosa ne sarà di
quegli individui che, dagli studenti al personale amministrativo, dai
professori, ricercatori e lettori/cel al personale precario,
costituiscono /tutti assieme/ la vera e unica ricchezza del sistema
universitario.
Per sollecitare una riflessione collettiva e per costruire insieme una
tempestiva ed efficace opposizione al progetto di distruzione
dell'Università statale, si sta preparando una *Settimana nazionale*
(dal 18 al 23 novembre) *di dibattito/mobilitazione* in tutti gli
Atenei, con il coinvolgimento di tutte le componenti universitarie
(professori, ricercatori, personale TA, lettori/CEL, precari, dottorandi
e studenti).
/ADI, ADU, ANDU, CIPUR, CISL-Università, CNRU, CNU, COBAS-Pubblico
Impiego, CoNPAss, CSA-CISAL Università, FLC-CGIL, LINK, RETE29Aprile,
SNALS-Docenti, SUN, UDU, UGL-INTESA FP, UIL RUA./
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