cari colleghi scusate la mancanza di ...moderazione, ma siamo in una fase iniziale e dobbiamo imparare ad usare gli strumenti. Abbiamo due blog una mailing-list e stiamo pensando anche ad un Forum (strumento phpBB2) esiste anche un altro strumento a pagamento vedi http://www.meetup.com/ su cui ho avuto opinioni contrastanti (lo usa Grillo per intenderci). Ggli strumenti: sono facili da usare non ci vuole un Ph.D. ma un po di pazienza. Per togliersi da una mailing list basta leggere bene il messaggio iniziale di benvenuto. Credo che fra l'altro si possa sempre accedere agli archivi e leggere quello che ci interessa.
I sondaggi sono piccoli test, di due cose: 1 quante persone leggono ed hanno l'energia di premere un bottone virtuale. 2. L'umore degli aderenti.
Per favore NON scrivetemi perche' avete votato o non votato!!!
Per mettere i Post nel mio blog http://universitintrasformazione.blogspot.com/ e` necessario essere invitati, io avevo cominciato a mandare le e- mail di invito quando mi sono accorto che c'e` per default un massimo di 100 autori. Mi sono fermato a quota 45, quindi se volete partecipare fatemelo sapere e vi inserisco fino a quando ho posto. E` facilissimo creare altri blog con dei meccanismi di informazioni incrociate (credo siano i feed) quindi provate a sperimentare anche voi.
Alcuni lamentano che ci sono troppe chiacchiere, e` assolutamente vero, ma almeno all'inizio inevitabile. Un po di autodisciplina ed un uso migliore dei commenti sui blog potrebbe migliorare la situazione.
Consiglio di non rispondere a caldo. Rileggere e togliere tutto quello che e` superfluo. Quando uno fa questo esercizio ha molte sorprese.
Se possibile unificare i temi, e` chiaro che siamo solo all'inizio: il tema dei concorsi si e` aperto a causa del decreto ma non e` il piu` importante.
Cercate di studiare i documenti che si trovano on line o altrove, esistono molte cose interessanti, paragoni con altri sistemi ed altro, ne parleremo nel Forum.
Vorrei che i piu` giovani ci raccontino le loro esperienze. Le idee dei giovani sono le piu` importanti perche' non sono state ancora macinate da anni di vita all'Universita` inoltre mentre molti di noi sono fuori o hanno pochi anni ancora dentro il sistema, i giovani hanno alcuni decenni davanti.
Da parte mia se ho osservazioni generali da fare le metto sul Blog http://universitintrasformazione.blogspot.com/
dove sto mettendo anche documenti interessanti man mano che ho le informazioni.
E` assolutamente importante darci una ragionevole struttura di lavoro, io sono un matematico teorico (puro) ma in questo caso credo che si possa solo applicare il metodo sperimentale.
claudio Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Per aiutarci a comprendere quegli atteggiamenti che hanno condotto alle molte disfunzioni
che ci stanno letteralmente strozzando mi permetto di suggerire la lettura dello splendido (sono della classe MAT 03...:) )
saggio di Claudio Giunta:
"L'assedio del presente" Il Mulino 2008.
Infine, la mancanza di chiarezza circa il ruolo specifico assegnato all' Universita`
ai fini di formare almeno una parte della classe dirigente futura
favorisce questo lento ma costante degrado che tutti possiamo constatare.
Francesco Zucconi
ABSTRACT: Occorre distinguere nettamente tra valutazione della didattica e valutazione della ricerca. La prima dovrebbe riguardare gli atenei, la seconda i singoli ricercatori.
Premessa ovvia: ogni valutazione dovrebbe essere finalizzata. Valutare bene richiede denaro, tempo ed energia (sempre sottratti alla ricerca, dato che occorre un ricercatore per valutarne un altro). Il CIVR (per citare un esempio di valutazione ben fatta, almeno per la disciplina che conosco meglio, la matematica) e' un caso emblematico in cui denaro, tempo ed energia sono stati sprecati, dato che i risultati di questa valutazione non hanno avuto alcun effetto. Tipicamente, il fine di una valutazione sara' l'assegnazione di finanziamenti.
Occorre pero' distinguere nettamente tra i finanziamenti alla didattica (stipendi di docenti e amministrativi, spese per gestione delle aule, laboratori didattici, ecc.) e quelli per la ricerca (laboratori, borse postdoc, missioni, ecc.). Quindi anche le relative valutazioni dovrebbero essere distinte.
Il finanziamento agli atenei per la didattica devono essere subordinati al soddisfacimento di requisiti minimi (l'ateneo X puo' tenere attivo il corso di Laurea Y solo se ha un numero sufficiente di docenti in quella disciplina, un numero sufficiente di studenti, piani di studio coerenti, ecc.). La valutazione in questo caso dovra' si' tenere conto dell'attivita' di ricerca, ma non in maniera preponderante. Due motivi. Primo: le valutazioni sulla ricerca ben fatte valutano le punte di eccellenza, mentre per un buon funzionamento della didattica conta la media. Secondo: non e' difficile trovare criteri per la valutazione della didattica che funzionino per tutte le discipline, mentre valutare la ricerca richiede criteri molto diversificati (per i danni che puo' causare alle discipline umanistiche l'adozione dei metodi di valutazione e di finanziamento delle scienze sperimentali vedi il libro di Giunta, "L'assedio del presente", gia' citato da Zucconi).
Il finanziamento alla ricerca (almeno per quanto riguarda le displine scientifiche) dovrebbe invece avvenire essenzialmente sulla base di grant individuali. Questo significa che dietro la domanda di un matematico o di un fisico teorico ci sara' tipicamente una sola persona (o al massimo due o tre), mentre il progetto di ricerca di uno sperimentale potra' basarsi su un gruppo piu' numeroso (con ovvie differenze di importi). Valutare i singoli e non le universita' o i dipartimenti (e nemmeno grupponi etereogenei come quelli degli attuali PRIN) presenta numerosi vantaggi. Primo: e' piu' facile. Secondo: se il finanziamento prevede una quota significativa per il dipartimento di appartenenza (magari a formare un fondo di ricerca da cui puo' attingere chi non riesce ad avere altri finanziamenti) cio' costituisce un ottimo incentivo ad assumere bravi ricercatori (se, come auspico, fossero i dipartimenti a decidere chi e come assumere). In una valutazione complessiva di un'universita', o anche di un dipartimento, le responsabilita' individuali sfumano, i tempi di reazione si allungano ed il meccanismo non riesce ad avere la stessa efficacia. Terzo: i finanziamenti, specie se ingenti, rafforzano la posizione di chi li riceve sia all'interno del proprio dipartimento che in generale. Saranno quindi i ricercatori migliori ad avere maggiore influenza nelle decisioni delle universita', non chi ha abbandonato la ricerca per dedicarsi alla "politica universitaria". Inoltre, questo meccanismo contribuirebbe a rendere ancora piu' obsolete tanto la divisione in tre fasce quanto quella in settori disciplinari (purche' i panel di valutazione non ricalchino questi settori, si intende...). Quarto: se e' cosi' che si fa in tutto il resto del mondo un motivo ci sara'.
Ovviamente la condizione affinche' questo meccanismo funzioni e' che i finanziamenti alla ricerca vengano aumentati in maniera consistente (domanda: quando si calcola l'incidenza sul PIL della spesa italiana per la ricerca si contano anche gli stipendi dei docenti? Se cosi' fosse il confronto con paesi tipo gli USA - dove gli stipendi dei docenti vengono pagati dagli studenti e sicuramente non rientrano nel conteggio - diventa ancora piu' desolante...). Il peer review e' ormai tradizione consolidata anche in Italia, ed una distribuzione di fondi ben fatta non e' affatto difficile (il sistema del peer review non e' certo esente da difetti, si veda ad esempio il libro di Lee Smolin "The trouble with physics", ma questi nascono soprattutto da sue estremizzazioni tipiche del mondo anglosassone, direi che noi non corriamo questi rischi). Si deve solamente trovare il giusto equilibrio tra la distribuzione a pioggia (che non seleziona alcunche') e la concentrazione di tutti i finanziamenti su pochissimi bravissimi (che incentiverebbe i dipartimenti a dotarsi di un paio di superstar, per poi usare criteri di tutt'altro tipo per assumere gli altri).
Questo per quanto riguarda le discipline scientifiche. Sarei curioso di sapere quali sono le esigenze e quali meccanismi potrebbero funzionare bene nel caso di altre discipline. Qualcuno mi puo' rispondere?
Alberto Abbondandolo
Universita' di Pisa Dipartimento di Matematica Largo Bruno Pontecorvo, 5 56127 Pisa, Italy
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