Desidero approfittare del vivace dibattito per fare alcune
considerazioni, parte
delle quali ho gia' espresso a Claudio Procesi al momento della mia
adesione alla sua lettera.
1) La mia adesione alle idee espresse nella lettera e' tuttora totale
e le considerazioni
sottostanti non vogliono assolutamente essere una presa di distanza
od un distinguo.
2) Sento il bisogno di ribadire il punto 1) perche' la naturale
complessita' del problema
sta nuovamente generando la tendenza all'introduzione di regole
(spostamenti anti-imbreeding,
etc.) che intevitabilmente saranno inefficaci in assenza di
meccanismi che rendono
conveniente l'assunzione dei migliori (o, perche' no, anche
semplicemente dei bravi che sono
piu' utili alle attivita' specifice di un certo dipartimento). Per me
la novita' importante del
cambiamento di prospettiva sostenuto dalla lettera di Procesi, va
tenuto presente.
3) I meccanismi di cooptazione, come scritto nella lettera di
Procesi, vanno associati a forti
meccanismi con cui le scelte cattive vengono punite. Purtroppo questo
mi sembra efficace solo in quegli
ambienti dove la vita professionale si basa fortemente sulla ricerca
finanziata e sulla
verifica oggettiva dei risultati. In altri casi, purtroppo
numericamente rilevanti per
l'universita', la possibilita' di un'attivita' privata (studi
privati, consulenze esterne,
partecipazione a consigli di amministrazione di grandi compagnie,
etc.) rendono poco
efficace il deterrente finanziario: in ogni caso i "soldi veri" ed il
prestigio professionale
si giocano fuori dall'ambito accademico, che serve solo per il
"Prof." sul biglietto da visita. In
questi casi la semplice cooptazione rischia di non avere sufficienti
meccanismi di riequilibrio
dei poteri per essere sana. Qualche meccanismo aggiuntivo (giurie
internazionali, o altro)
potrebbero forse evitare i casi piu' scandalosi soprattutto negli
ambiti dove il peso dell'attivita'
extra-universitaria rende deboli i meccanismi di punizione ex-post.
In questi casi, pero', sono
pessimista e temo che il passato insegni che qualunque regola e' poco
efficace...
4) Dovremmo tenere a mente che le facolta' scientifiche sono un luogo
di elezione
per la cooptazione perche'
i) il lavoro scientifico si presta megli a valutazioni quasi-
oggettive di qualita',
ii) perche' gran parte dei membri di facolta' scientifiche lavora
unicamente in ambito
universitario e quindi ha molto da rimetterci se ci sono meccanismi
efficienti che
ne valutano la "virtuosita'".
5) Mi piacerebbe che si potesse in futuro discutere (il forum
potrebbe essere un'occasione)
della possibilita' di far passare meccanismi concorsuali
diversificati a seconda delle facolta'.
Anche senza considerare le cose dette al punto 3), il mio lavoro di
fisico e' molto diverso
da quello, ad esempio, di un filosofo o di un letterato, e, quindi,
potrebbe essere naturale
che anche il miglior meccanismo di reclutamento e di valutazione sia
diverso.
Mi rendo conto dei problemi "politici" (e pratici) che questa
strategia della gradualita'
comporta, ma visto che stiamo discutendo in gran parte dei principi,
restiamo su questo piano
e valutiamo, anche astrattamente, quali sarebbero le strade-strategie
piu' auspicabili....
6) Con la diversificazione da facolta' a facolta' dei meccanismi di
reclutamento,
la cooptazione potrebbe anche avere piu' possibilita' di essere
accettata e permetterebbe
un'affermazione piu' graduale di questa forma di arruolamento che,
al momento corre anche il rischio di avere contro una buona parte
dell'opinone pubblica
(immagino titoli di giornale del tipo "I baroni vogliono mani libere
per assumere").
Un saluto a tutti i colleghi di mailing-list ed una scusa per la
lunghezza...
Marco Grilli
Professore Associato di Fisica della Materia
Universita' di Roma "Sapienza"
Prof. Marco Grilli
Dipartimento di Fisica
Universita' di Roma "La Sapienza"
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