mio malgrado non posso essere a roma il 13, vorrei sollevare solo un
punto, prendendo spunto dall'intervento di emmer.
premesso che concordo con le osservazioni di procesi e sul fatto che tutti
problemi sollevati in questo forum (in particolare quelli che di fatto
costituiscono la base di questa aggregazione) sono i punti da cui partire
per autoproporre una università"diversa". voglio sottolineare che è
importante parlare, anche in priorità, di concorsi e valutazione e di
valutazione e premialità. A me però, da tempo viene agli occhi un problema
reale preliminare a questi, o almeno contestuale, e che in 6 anni da preside
avevo più volte tenato di sollevare senza alcun risultato
Il personale viene reclutato dalle facoltà per esigenze (reali o supposte )
di didattica, ed istituzionalmente afferisce alle facoltà.
il personale universitario viene valutato (giustamente) per la ricerca che
fa (cosa di cui alla facoltà non importa nulla).
la facoltà ha un tesoretto di organico in servizio ed uno da bandire
ottenuto da turnover e da una contrattazione (sicuramente non scientifica )
che avviene a livello di senato accademico e che deve tener conto degli
equilibri politico-accademici: la ricerca non c'entra nulla
All'estremo : anche a fronte di valutazioni negative, a fronte di casi di
familismo,la facoltà è irresponsabile e può continuare impunemente nel suo
modo di procedere: non è perchè le facoltà siano cattive ed i dipartimenti
siano invece buoni,
il problema vero è che c'è questa dicotomia tra potere e fare.
il potere (posti) è nelle facoltà,
il fare (la ricerca) è nei dipartimenti
la distribuzione dei posti ha come attori le facoltà
la valutazione ha come attori i dipartimenti
dice emmer
Ci sono obiettivi che posso essere utili nell'immediato, altri che
sono di medio periodo. Come per esempio riprendere la questione
della abolizione della facoltà che doveva essere fatta anni fa e che
è sparita dall'orizzonte.
credo profondamente che
possiamo inventarci i migliori modi di valutazione ( a caldo o a freddo, con
peer o bibliometrici, con audizioni o no etc etc)
possiamo fare i concorsi nei modi ottimali (concorsi locali, nazionali,
idoneità e poi concorsi, idoneità e poi chiamate o non farli e passare alle
cooptazioni dirette)
possiamo mettere i migliori nelle migliori commissioni
il risultato finale non cambierà se l'istituzione valutata non sarà
responsabile delle conseguenze delle sue azioni, quindi perchè non
riprendere , prioritariamente, il discorsodella abolizione delle facoltà o
della loro sterilizzazione creando l'organico di dipartimento?
questo potrà reclutare ( e valutare in itinere in modo omogeneo e
comparativo), sarà poi valutato e subirà le conseguenze (positive o
negative ) delle sue scelte.
di nuovo con emmer, sarei d'accordo con una moratoria sulla apertura di
nuove università, nuve facoltà, nuove sedi, ma anche nuovi ccl fino a quando
non sia avvenuta una valtazione puntuale di tutto il sistema (non bastano
certo i requisiti minimi....)
cordiali saluti a tutti e, alla prossima occasione
roberto bartolino
dip.di fisica , università della calabria